Max De Lorenzis: “Ciao come stai?”, una poesia in musica che trasforma il dolore della perdita in un’eterna dichiarazione d’amore
Max De Lorenzis è uno dei cantautori indipendenti più interessanti e talentuosi della scena musicale pugliese. Dotato di una voce calda e avvolgente, e una scrittura raffinata e sensibile, ha conquistato il pubblico con la sua capacità di fondere i suoni della tradizione locale con influenze internazionali. Il suo ultimo singolo, scritto in un momento di grande fragilità, è una lettera d’addio, toccante e struggente, rivolta ad un primo amore che non c’è più. Solo attraverso la musica questo legame vivrà per l’eternità, sopravvivendo al tempo e allo spazio. In un mondo che spesso corre troppo veloce per soffermarsi sulle emozioni, Max ci invita a rallentare, a vivere intensamente ogni istante, con la consapevolezza che ciò che abbiamo amato resta con noi, sempre.
Buongiorno Max e bentrovato tra noi! Come stai affrontando questo periodo della tua vita?
Sono molto sereno e tranquillo in questo momento. A livello professionale è un periodo particolare, di trasformazione e di evoluzione. Mi sto togliendo grandi soddisfazioni, come la pubblicazione del mio primo album di debutto, “La 5a casa”, da cui ho estratto tre brani finora. Non mi aspettavo di ricevere tutto questo riscontro, senza il supporto di una Major oltretutto. Nonostante lavori da indipendente, riesco ad ottenere i miei piccoli grandi risultati. Tutti i singoli pubblicati sono entrati sia nella classifica indie che in quella italiana nella top 10. Perfino l’intero disco sta nella top 50 di iTunes Italia. È stato un percorso molto riflessivo, ho scritto tutti i testi in prima persona perché volevo raccontare qualcosa di vero che avevo vissuto in modo diretto e soprattutto che potesse aiutare l’ascoltatore nei momenti in cui ci si sente più soli.
Come trovi l’spirazione per scrivere?
Il mio processo creativo è un po’ particolare: all’inizio mi creo mentalmente la melodia e poi creo un concept. Nel caso del primo album, la quinta casa è il luogo in cui l’essere umano deve scoprire chi è, allontanandosi dall’appiattimento e dal giudizio altrui. Nel tempo ho capito di saper comunicare molto di più attraverso la musica che con un dialogo faccia a faccia con un amico, poiché dal vivo non riesco ad esternare più di tanto.
Entriamo nel merito dell’ultimo singolo estratto, “Ciao come stai?”. Ci racconti la storia di questo brano?
Rappresenta il cuore dell’album, è una ballad; è una semplice lettera d’amore senza troppe pretese, dedicata ad una persona che non c’è più. Inizialmente non ero molto convinto di inserirla nell’album, è stata fatta una sola registrazione dato che mi toccava molto interiormente. Nel testo parlo di un altro tipo di forma d’amore, ossia il dolore, che meritava la sua espressione e di non rimanere chiuso nel cassetto.
Ci spieghi la scelta del videoclip?
Ho scelto la via della semplicità e della delicatezza perché volevo rispettare le sensazioni che avevo. Il video, girato in Puglia, tra le onde del mare, mi vede vestito di bianco, quasi a simboleggiare la purezza e la fragilità di un angelo caduto dal cielo. È una scelta visiva che riflette perfettamente l’essenza del brano.
Mentre scrivevi e realizzavi questa canzone e anche dopo averla pubblicata come ti sei sentito dentro?
Mi sono sentito più leggero, con un peso di meno. Prima ancora di pubblicare un qualsiasi brano si crea sempre quell’effetto di adrenalina; successivamente, appena viene rilasciata, svanisce tutto.
La musica per te è terapeutica?
Assolutamente sì, l’intero album ha assunto questo valore. La quinta casa è un rifugio personale, malinconico e vulnerabile allo stesso tempo. Mi ha fatto bene scrivere di pugno mio tutte e 12 le tracce. Ho iniziato questo progetto 4 anni fa e oggi posso costatare come sia ancora attuale per sound e testi. Ora vivo un periodo di transizione ma ho delle vesti più mature.
In quale momento della tua giornata preferisci scrivere?
Sicuramente la notte, ci sono silenzi che parlano ed è una condizione fondamentale. La notte la usavo anche in altri contesti, quando andavo a scuola studiavo la sera, facevo le ore piccole.
Che legame hai con la tua terra nativa?
Mi sento molto legato al mare che qui in Puglia fa da padrone ed è anche molto limpido. Mi ispira anche in fase di scrittura.
Coltivi altre passioni nel tuo tempo libero?
Mi piace molto leggere, fare yoga, passeggiare e stare in contatto con la natura.
Che rapporto hai costruito con il tuo pubblico?
Ho un rapporto genuino, ascoltano e non vanno oltre la canzone. Questo per me è importante perché cerco sempre di mantenere un po’ di distanza tra vita privata e artistica. Ricordo che, quando è uscito “Ci sarò”, ho ricevuto molti messaggi di incoraggiamento e feedback positivi.
Ricordi un momento preciso in cui hai iniziato a fare musica?
Di preciso no, però so che ho sempre avuto questa vocazione; fin da piccolo coloravo le mie giornate con la musica e con la tastiera che, attualmente, è il mio strumento preferito.
Qual è il sogno più grande che hai?
Comunicare fin quando ho la possibilità di utilizzare la mia voce.
Programmi per il futuro?
Stiamo lavorando su più fronti. Spero di pubblicare altri due o tre singoli e nei prossimi mesi rilascerò anche una collaborazione con un DJ americano al quale è piaciuta molto la canzone “Nessuno”, con un testo particolare che tratta il tema del bullismo. Ha intenzione di fare un remix e se tutto andrà in porto per me sarà un onore. Sicuramente chiuderò un libro e ne aprirò uno nuovo.
Articolo a cura di Simone Ferri