Alis, Eleven come simbolo di rinascita

Con l’album Eleven, Alis racconta il percorso di crescita, un cammino fatto di rinascite, ripartenze e voglia di riscatto

Alis - Eleven - Cover
Alis – Eleven – Cover

Alis è una giovane cantautrice di talento che riesce a mettere tutta se stessa in quello che fa. Nata e cresciuta a pane e musica, da subito si è contraddistinta per il suo ascolto attento e approfondito verso le sonorità internazionali. Influenze presenti già in Demone il primo EP e in Eleven il suo nuovo e attesissimo lavoro disponibile dal 16 ottobre e già presente su tutte le piattaforme digitali.

L’album rappresenta un nuovo percorso per Alis, un cammino fatto di rinascite e ripartenze e con 10 brani, cantati in italiano e in lingua inglese, che rappresentano il suo intero universo artistico, tra rock, punk, alternative e tra forza, determinazione e voglia di riscatto.

Un album che racconta quindi il percorso di crescita di un’artista, alla ricerca del suo porto sicuro e con la speranza di cambiare quello che non va.

Noi di Musica 361 l’abbiamo raggiunta per farci raccontare il suo Eleven e il lavoro dietro a questo progetto.

Ciao Alis e benvenuta tra le nostre pagine. Inizierei subito da questo album: quali sono le emozioni che ti hanno accompagnato per il progetto?

Questo progetto racchiude le tante emozioni che ho vissuto in questi anni. All’interno ci sono il senso di resilienza, di rivalsa e di rinascita, ma c’è anche una forte volontà di cambiare le cose. Con questo album voglio farmi portavoce di tutte quelle persone che non hanno voce, ma che vorrebbero cambiare le cose.

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Alis

Come nasce la necessità di Eleven?

Eleven nasce appunto con l’idea di parlare di rinascita. È una presa di coscienza verso una realtà passata che non ci appartiene più, ma che ci ha fatto crescere ed essere chi siamo oggi. È una sorta di rinascita dalle ceneri, proprio come avviene per la fenice. Un percorso evolutivo che ci fa crescere attraverso gli errori e i momenti bui. Eleven diventa così una lotta contro i nostri demoni passati che hanno contribuito però al nostro risveglio.

Qual è stato il brano che ti ha portato alla realizzazione di questo album?

L’idea nasce con la realizzazione del brano Il mio nome; è da lì che ho sentito la necessità di scrivere una serie di brani che mi rappresentassero veramente. Pezzi che insieme mi portassero a raccontare quello che vivevo e provavo in quel momento. Con Eleven quindi ho deciso di raccontare la realtà che mi circondava per come la vedevo e la percepivo.

Il brano che invece useresti per far conoscere questo progetto agli altri?

Sicuramente Letting Go, che è il primo singolo estratto di questo album ed è quello che caratterizza di più il concetto di rinascita; poi direi Eleven che è il brano che da il nome all’intero progetto. Quindi, partirei con loro, poi se ne dovessi scegliere altri, direi: Il mio nome e Città Dolente. Questi sono i brani che secondo me descrivono meglio la sceneggiatura dell’album.

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In questo album, oltre le canzoni, anche le collaborazioni diventano importanti. Quanto è importante per te avere un team di professionisti che ti segue?

È fondamentale! Senza Gobello Eleven forse non avrebbe mai visto la luce. Questo è un progetto che mi rappresenta pienamente, ma sapere di avere dietro una squadra forte, mi dà delle grandi certezze e la possibilità di rendere sempre al meglio. Avere un grande team come questo, mi ha fatto crescere tantissimo, artisticamente e personalmente.

Un album dal sapore internazionale, dove vengono utilizzati generi e sonorità lontane da quelle che offrono il mercato discografico odierno. Come mai questa scelta?

Sono cresciuta in una famiglia di musicisti e già da piccola ascoltavo musica, in particolare musica internazionale. Sono maturata quindi con delle sonorità e delle influenze più rock. I Paramore, i Nickelback, gli Evanescence e Avril Lavigne, mi hanno influenzato e hanno fatto sì che mi entrasse nell’orecchio quel tipo di sonorità. Così, quando mi sono ritrovata a scrivere, è stato per me istintivo ritrovarmi a utilizzare quelle melodie e quel modo di raccontare la musica. È come se avessi assimilato un’impronta che ora utilizzo anche per la mia musica.

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Con l’uscita di questo album, ti ritieni felice?

Assolutamente sì! Questa seconda uscita mi sta rendendo felicissima. Soprattutto mi ritengo soddisfatta, anche perché sono riuscita a far uscire tutto quello che volevo dire. Ho raccontato quello che volevo senza filtri. Sono felice e soddisfatta di questo lavoro.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli

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