Giovanni Nuti, una carriera invidiabile, fatta di musica, arte e bellezza con tanti giganti della parola e della musica che hanno caratterizzato la cultura del nostro paese
Alda Merini e Giovanni NutiGiovanni Nuti è uno dei maestri più interessanti, caratteristici e talentuosi che la scena italiana e culturale hanno da offrire in questo periodo storico. Artista a 360 gradi e con una carriera invidiabile, fatta di musica, arte e bellezza e a stretto contatto con Alda Merini e con tanti altri giganti della parola e della musica che hanno caratterizzato la cultura di questo paese.
Lo scorso 4 novembre è andato in scena il suo ultimo spettacolo, che ha raccolto consensi ed entusiasmi, dal titolo “Usa la tua pazzia – Giovanni Nuti canta Merini e Manganelli”. Un modo per ricordare due artisti immensi come Alda Merini e Giorgio Manganelli, ma anche una esigenza per far scoprire i loro scritti, gli aneddoti e le curiosità, ad un pubblico più giovane.
Canzoni, poesie e scritti inediti, per far riscoprire due personaggi immensi che, grazie all’attenzione, l’affetto e la competenza di un artista come Nuti, rivivono sul palco.
Ad accompagnare Giovanni Nuti, nel corso della serata, la band composta da José Orlando Luciano (pianoforte e tastiere), Tia Airoldi (chitarra), Simone Rossetti Bazzaro (violino), Raffaele Kohler (tromba), Carlo Giardina (basso) ed Emiliano Oreste Cava (batteria e percussioni), oltre che, la presenza, in qualità di ospite, di Dario Gay.
Nel corso della serata, anche un omaggio a Milva, la rossa della musica italiana con cui Nuti ha collaborato nel progetto di grande successo Milva canta Merini.
Il concerto, organizzato dall’Associazione Alda Merini, in collaborazione con CETEC-Spazio Alda Merini e con il sostegno de Il Circolo Navigli-Artisti e Patriottica, e inserito nel programma del Festival “A Casa di Alda Merini”.
Sempre il 4 novembre, è stata poi l’occasione per scoprire anche Lo Pterodattilo Giovanni, un brano musicato dallo stesso Giovanni Nuti con il testo della poesia di Giorgio Manganelli e disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Noi di Musica 361 lo abbiamo raggiunto per una piacevole chiacchierata, per parlarci dell’evento appena passato, dell’importanza di ricordare Alda Merini e Giorgio Manganelli e del brano Lo Pterodattilo Giovanni.
Ciao Giovanni e benvenuto sulle nostre pagine. Inizierei chiedendoti come stai?
Bene, la serata del 4 novembre è andata benissimo. Ho ricevuto delle recensioni e dei commenti fantastici. Sapere di essere arrivato, anche ai più giovani è la mia massima soddisfazione. Mi ritengo soddisfatto e felice per la riuscita di questo evento.
Raccontare Alda Merini e Giorgio Manganelli, anche ai più giovani è certamente una missione non facile, ma pensi che sia necessaria?
Oggi vedo che ai giovani mancano delle certezze e tante volte siamo noi adulti, ma anche noi artisti che, con la nostra arte e i nostri insegnamenti, li dovremmo aiutare. Oggi i più giovani, puntano al successo, al tutto e subito, senza pensare al domani e senza pensare a crearsi una propria cultura. Ecco il mio intento, e anche la mia speranza, è di aiutarli portando loro la cultura di due giganti immortali come Alda Merini e Giorgio Manganelli. Perché loro, ancora oggi, sono attuali e portano cultura.
“Usa la tua pazzia – Giovanni Nuti canta Merini e Manganelli” questo è il titolo dello spettacolo andato in scena lo scorso 4 novembre. Com’è riportare in scena Alda Merini e Giorgio Manganelli per uno spettacolo così?
Innanzitutto è stato un onore per me riportare sul palco questi due personaggi fantastici. Alda Merini con cui ho condiviso tanti anni di palco e di vita e Giorgio Manganelli, grandissimo poeta e grande amore di Alda. All’onore, subentra anche la responsabilità, la sensibilità e la curiosità di far conoscere i testi e gli scritti di due giganti in un contesto come quello odierno. Oggi si sentono delle mancanze culturali e quindi è giusto ripartire da queste certezze.
Durante lo spettacolo anche la presenza di un grande artista come Dario Gay. Come mai hai voluto lui come ospite?
Per affetto, amicizia e perché rappresenta una parte fondamentale del mio percorso. Senza di lui probabilmente non avrei mai conosciuto Milva e non sarebbe mai potuto uscire l’album Milva canta Merini.
E sempre nello spettacolo, anche l’omaggio a Milva…
Lei è stata un’artista che ho amato tantissimo e poter lavorare con lei per l’album di successo Milva canta Merini è stato un grande onore. Per quello che mi ha dato e per quello che ha significato per me, è giusto che la ricordi nei miei spettacoli.
Il 4 novembre è uscito anche il tuo nuovo brano Lo Pterodattilo Giovanni. Ce ne vuoi parlare?
È brano musicato da me su testo della poesia di Giorgio Manganelli. È un pezzo con una grande forza evocativa, ma anche un momento di sana follia. Ha un testo surreale, ma originale. Lo Pterodattilo è un rettile preistorico volante, fuori posto ai giorni nostri, ma che ci insegna a guardare le cose da un’altra prospettiva e a vedere in totale libertà quello che succede dall’alto.
Con Alda Merini hai condiviso tantissimi anni di vita e di palco, per quello che lei stessa ha definito un “matrimonio artistico”. Quali sono però i suoi insegnamenti che ancora oggi ti porti dietro?
Con lei ogni cosa era un insegnamento. Mi ha fatto capire che le cose si possono vedere sotto un’altra luce e che bisogna avere un’apertura mentale sulle cose che capitano. Con lei ho condiviso tanti anni di palco, ma grazie a lei sono riuscito a guardare oltre e ad apprezzare le piccole cose della vita. Con lei ho imparato a credere nei sogni.
In conclusione: lo spettacolo è stato un successo, il brano è uscito, ma tu sei felice?
Felicissimo! Mi ritengo soddisfatto e contento. Non tanto per il successo dell’evento, ma felice perché sento di essere arrivato alle persone.