Kaballà, 33 anni dopo torna “Petra Lavica”

Kaballà, 33 anni dopo torna in una nuova veste, come 33 giri  a tiratura limitata, “Petra Lavica” l’EP storico

Kaballà, 33 anni dopo torna “Petra Lavica”
Kaballà_(ph Charley Fazio)

Tra i grandi nomi che fanno parte dell’olimpo della musica italiana, troviamo sicuramente anche quello di Kaballà, nome d’arte di Giuseppe Rinaldi, cantautore siciliano e autore tra i più apprezzati in Italia. Kaballà è infatti uno di quegli artisti a 360°, capaci di scrivere autentici capolavori per sé stesso, come Petra Lavica l’EP storico che torna in una nuova veste dopo 33 anni, ma anche in grado di scrivere brani per i grandi della musica italiana e internazionale, come: Eros Ramazzotti, Mario Venuti, Anna Oxa, Antonella Ruggiero, Baustelle, Irene Grandi, Nina Zilli, Alex Britti, Ron, Andrea Bocelli, Josh Groban, Placido Domingo e tanti altri.

Insomma, un artista vero capace di anticipare i tempi e di riuscire a creare così pezzi immortali e album che ancora oggi fanno parte della storia della musica italiana.

Noi lo abbiamo raggiunto per farci raccontare di Petra Lavica e di altre curiosità sulla sua lunghissima carriera.

Una ripresa di un grande momento artistico, come mai hai pensato che fosse il momento giusto per riprendere e adattare un album storico come Petra Lavica?

Ci sono tante coincidenze che mi hanno portato a far uscire questo progetto oggi… anche perché, in realtà sarebbe dovuto uscire prima, ma c’è stato di mezzo il Covid. All’inizio non ci avevo neanche pensato, ma l’incontro con Rodolfo ‘Fofo’ Bianchi, che ha fatto la storia della musica italiana e suo figlio, che si è poi occupato della rimasterizzazione, è stato illuminante per me. Volevano far conoscere questo album a chi, all’epoca, o non era nato o se l’era perso. Questa cosa mi ha fatto piacere, ma mi ha fatto anche pensare. Tuttavia alla fine sono arrivate persone a me care che mi hanno convinto definitivamente. Ed eccoci qua!

Poteva comunque aspettare, come mai proprio 33 anni?

Queste convergenze e questi incontri alla fine mi hanno convinto e, tra una cosa e l’altra, siamo arrivati a 33, un numero sicuramente inusuale, anche se poi si è rivelato magico; anche perché torna come 33 giri e a tiratura limitata. Ecco perché la scelta!

Cosa ha rappresentato questo album per lei all’epoca?

33 anni fa ha rappresentato un’esperienza importantissima per me. Era per me l’esordio nella sfera musicale da interprete, e quindi un’emozione veramente grande! Mi sono ritrovato in un gioco più grande di me, anche se ero dentro alla musica già da un po’ di anni. Questo album mi ha entusiasmato e dato coraggio per proseguire.

Invece oggi cosa rappresenta?

A distanza di 33 anni, con l’esperienza che ho accumulato, e in un momento dove tutto è cambiato, per noi che abbiamo vissuto di musica scritta, analogica e cantata, rappresenta molto. È stato un motivo d’orgoglio riprendere un progetto così importante. Ho anticipato i tempi all’epoca e oggi risulta attuale.

Una carriera vastissima, costellata di grandi momenti, ma ce né uno in particolare che ricorda con maggior affetto?

Tanti sono stati i momenti strani e particolari nella mia carriera. Uno dei grandi momenti per me è stato nel 1999 quando partecipai a Sanremo come autore per Antonella Ruggiero con Non ti dimentico (Se non ci fossero le nuvole). Ho avuto poi modo di lavorare con Josh Groban e il suo album è arrivato nelle prime posizioni negli Stati Uniti. Però, i ricordi più emozionanti sono anche quelli meno eclatanti, quelli più piccoli e intimi, come gli spettacoli che ho fatto nella mia Sicilia. Sono tanti i momenti che mi sono stati regalati nella mia vita.

Un incontro particolare che l’ha colpita?

Una collaborazione che non mi aspettavo è quella con Eros Ramazzotti, anche perché lui veniva da un mondo artistico molto lontano dal mio. Invece una collaborazione emozionante è stata quella con Mario Venuti, dove c’è anche una forte amicizia. Il tramonto dell’occidente è un album che amo e realizzato con lo stesso Venuti e un altro grande artista come Francesco Bianconi. Poi mi sono emozionato quando ho sentito il primo provino de I Capolavori di Beethoven cantato da Franco Battiato.

Kaballà, 33 anni dopo torna “Petra Lavica” 1
Kaballà – Petra Lavica – Copertina con sticker

È diverso il Kaballà autore da quello cantautore?

È un fatto di equilibri. Nasco cantautore e ritorno cantautore appena posso, ho imparato la scrittura scrivendo per me, ma quando mi sono approcciato al mestiere di autore, ho lavorato nel mettermi nei panni degli altri. L’autore è un lavoro di artigianato, dove ti metti al servizio per una voce diversa dalla tua. Ho cercato quindi di mettermi a disposizione, ma lasciando un qualcosa del mio stile per avere un timbro personale in quelle canzoni. Sono rimasto me stesso cercando di adeguarmi ad altri mondi.

Per tornare all’album, quattro brani (Petra lavica, Quantu ci voli, Fin’a dumani e Sutta lu marisono stati inseriti all’interno della colonna sonora del nuovo film di Luca Barbareschi Paradiso In Vendita. Come è nata questa cosa?

È una commedia molto divertente, ironica e girata in Sicilia. Con Luca ci conoscevamo già per un progetto fatto parecchi anni prima, e lui si è raccordato di me e delle mie canzoni, mi ha chiamato e ha scelto queste canzoni perché voleva della sicilianità. È stato un caso bellissimo, anche perché lui non sapeva di questo nuova edizione di Petra Lavica. Poi ho scritto anche la colonna sonora insieme al Maestro Antonio Vassa dal titolo Paroli d’amuri.

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Francesco Nuccitelli
Francesco Nuccitelli
Nato a Roma e cresciuto a pane e musica, oggi è uno speaker radiofonico e un blogger. Laureato in Scienze della Comunicazione alla Sapienza, ama vivere la musica in tutte le sue forme e incontrare artisti sempre diversi per raccontare le loro passioni e le loro grandi storie. Un motto? «Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni» cit. Oscar Wilde.
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