Santangelo: “Solo una canzone”, un inno e una dedica all’amore in tutte le sue salse, da quello fraterno a quello per sé stessi

Angelo, in arte Santangelo, è un polistrumentista di Caserta, dal sound pop/indie. Non si definisce un cantante ma un comunicatore, in continua evoluzione umana e artistica. “Solo una canzone” è un brano che celebra l’amore e l’amicizia come valori fondamentali nella vita di tutti i giorni. Il sentimento non è limitato solo alla sfera romantica, ma si si estende a tutte le forme di legami affettivi che arricchiscono la nostra esistenza. È una traccia dedicata a una persona che è sempre presente, indispensabile, e che rappresenta una costante fonte di supporto e affetto. È frutto di un momento di riflessione e solitudine e attraverso il piano l’artista esprime la sua intimità personale.
Oggi diamo il benvenuto ad Angelo Santangelo! Piacere di conoscerti, come stai?
Buongiorno a tutti/e! Piacere mio conoscervi, grazie per avermi ospitato nel vostro spazio. Tutto bene, è appena uscito il nuovo singolo e stiamo procedendo a vele spiegate.
Parliamone subito. Di cosa parla “Solo una canzone? Qual è la sua storia?
Una sera esco con alcuni amici, mentre mangiavamo e scherzavamo, uno di loro mi chiede di scrivere un pezzo su di lui, è stata una proposta improvvisata. Quando sono tornato a casa, mi si è accesa una lampadina, avevo in testa un motivetto che ho perfezionato la mattina seguente in studio. È un brano nato di getto, ho sentito il bisogno di scrivere una canzone per una persona cara con cui ho condiviso 30 anni di vita.
Cosa speri che arrivi a chi ascolta?
Il valore della verità. Mi piace parlare di temi reali e vissuti.
Un messaggio che vuoi comunicare?
Continuare a perseguire i propri obiettivi. È questo lo scopo della vita.
Ho visto il videoclip del brano ed emerge questo legame intimo con il pianoforte. Che rapporto hai questo strumento? Lo senti veramente tuo?
A dir la verità, il piano è l’ultimo strumento con cui ho preso confidenza però ha un fascino e un’eleganza che gli altri non hanno.
Attraverso la musica e le tue esperienze hai capito cos’è per te l’amore?
A volte penso sia trovare un equilibrio con sé stessi o una sottoforma di felicità. Se lo interpretiamo come sentimento, se una persona è innamorata sta bene e in pace con la vita. È un qualcosa di astratto con delle sfumature concrete.
Che rapporto hai instaurato con la musica?
Sembra che io abbia passato una vita intera ad inseguire la musica, invece è il contrario. Lei è la mia vocazione, un po’ come i preti: è la fede a scegliere loro e non viceversa, mi piace pensarla così.
In cosa ti vedi cambiato dai primi esordi? E cosa è rimasto uguale dentro di te?
Ho gli occhi più aperti. L’energia è aumentata rispetto all’inizio però usavo meno razionalità nelle scelte. Oggi pondero molto di più le decisioni e cerco di portare avanti un’immagine che mi rispecchi. D’altra parte, sono molto testardo, però in questo caso gioca a mio favore.

Quali elementi accomunano i brani usciti nel 2024?
Ho preso spunto da fatti realmente accaduti.
Mi hai detto che la lettura è uno dei tuoi passatempi preferiti. Qual è l’ultimo libro che hai letto?
Un romanzo di Charles Bukowski, Post Office, la sua follia mi attrae. La vita sofferente dell’artista-scrittore mi è sempre piaciuta, forse mi ci rivedo un po’.
Cosa ti comunica l’arte?
Credo sia uno specchio dell’anima, è un amplificatore di ciò che vivi. Sono uno che pensa tantissimo, spesso li appunto su un foglio o sul telefono altrimenti andrebbero persi.
Ho letto, inoltre, che hai aperto due concerti importanti. Di chi si tratta?
Uno di Jovine e l’altro di La maschera, un gruppo campano che fa musica napoletana. Ho impresso quel momento perché c’erano 4-5 mila persone e non c’era neanche il presentatore. Avevo l’adrenalina al massimo e come prima volta ho avuto un forte impatto emotivo su quel palco. Il pubblico mi ha dato un’energia pazzesca. Ci sono due modi per reagire ad una forte emozione: o ti blocchi e scappi, o le affronti e le superi. Per come sono di carattere ho preso la seconda strada, prima di salire sul palco avevo il cuore a mille. Quello che spaventa nelle aperture è il non sapere, perché quelle persone non sono lì per te però le devi conquistare. Hai poco tempo per farti conoscere e farti ricordare.
Che rapporto hai stabilito con chi ti segue?
La vivo con molta più serenità, mi focalizzo sempre e solo su chi piaccio. Guardo il bicchiere mezzo pieno, punto sulla qualità e non sulla quantità.
Cosa dobbiamo aspettarci da te in questo 2025?
Mi ero ripromesso un 2024 forte e così è stato. Ho espresso lo stesso desiderio per il 2025 rincarando la dose. Parto ancora più carico avendo già un percorso avviato.

Programmi per il futuro?
Sto buttando giù altri brani e alcuni usciranno prima dell’estate.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Fare uno stadio, riempirlo, portarmi a casa una grande vittoria. Tutte le volte che entro in uno stadio per qualche concerto mi immagino sempre che effetto mi farebbe se un giorno mi trovassi io su un palco di quelle dimensioni.
Un messaggio che vuoi lanciare ai tuoi fan?
Devono continuare così, il loro affetto mi fa stare bene. Stiamo costruendo una piccola famiglia e nella mia cameretta c’è spazio per tutti.