Grazie al Festival di Sanremo la fama di Ezio Bosso come pianista, compositore e direttore d’orchestra è andata oltre i confini del colto pubblico internazionale di appassionati di musica classica, e questo ha contribuito a far cadere le barriere culturali tra i diversi generi di musica.
Curioso come funzioni la fama, come una singola esibizione possa “svoltare” la notorietà di un artista. Al cinema accadeva a Judy Garland e poi a Barbra Streisand in È nata una stella, nella realtà è successo prima a Susan Boyle, e poi anche a Ezio Bosso, che malgrado fosse già un pianista e compositore internazionalmente affermato, grazie alla sua partecipazione alla seconda serata del Festival di Sanremo 2016, è diventato quello che gli anglofoni chiamano “instant sensation”, un personaggio che si ritrova improvvisamente famosissimo nell’arco di pochi minuti.
In realtà, la sua carriera sarebbe stata già di per sé la trama di un film, con una passione nata da bambino per la musica e il pianoforte, un esordio in un gruppo “ska-mod” e il successivo passaggio (o ritorno) a un repertorio classico con conseguenti riconoscimenti conquistati in giro per il mondo, dalla Carnegie Hall al Regio di Torino (la sua città), passando per l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, la Sydney Opera House e la London Symphony Orchestra, senza dimenticare un paio di nomination ai David di Donatello come compositore di colonne sonore. E poi, per l’appunto, tutto cambia grazie alla partecipazione al Festival diretto da Carlo Conti, al quale Ezio Bosso racconta in maniera molto delicata la sua passione per la musica che ha mantenuto vivi il suo contagioso sorriso e la voglia di condividere il proprio talento malgrado una malattia degenerativa che l’ha colpito da qualche anno.
Ora Bosso si sta preparando ad un altro appuntamento con il suo pubblico, quello degli appassionati che lo seguono da tempo e quello, nuovo, che l’ha conosciuto ed amato grazie alla televisione, perché il prossimo 25 novembre uscirà per Sony Classical la raccolta …And the things that remain, un doppio CD con un DVD che comprende sia brani registrati dal 2004 in poi, precedentemente al suo album (certificato Oro) The 12th room, che novità di recente incisione. Nella tracklist sono presenti assolo di pianoforte e grandi orchestre con Bosso alla direzione, come a dire tutte le diverse sfaccettature della personalità di un artista complesso ed affascinante come lui. Del resto oltre 90.000 biglietti strappati nell’anno in corso hanno contribuito a far conoscere la sua visione della musica senza barriere a chi faticava a trovare punti di contatto nella produzione di compositori come Bach, Chopin, Giovanni Sgambati e John Cage. Un artista che, lungi dal considerare il proprio talento patrimonio personale e motivo sufficiente per isolarsi dal resto del mondo, ha saputo addirittura inventare una situazione come quella in cui apre ciclicamente le porte del proprio studio a qualsiasi tipo di musicista di qualunque età e livello di preparazione e in generale a chiunque voglia suonare con lui o anche solo parlare di musica. Con generosità.
Dopo il recentissimo grande successo di critica e pubblico (e tre standing ovation) ottenuto alla Fenice di Venezia con l’omonima Orchestra Filarmonica grazie ad un programma che comprendeva il III° Concerto brandeburghese di Bach, la Sinfonia n.4 “Italiana” di Mendelssohn e il concerto per violino “Esoconcerto” (composto da Bosso stesso) con la partecipazione del violinista Sergej Krylov, Ezio Bosso sarà il prossimo 15 novembre al Teatro Grande di Brescia, il 26 novembre al Museo Del Violino di Cremona (di nuovo con Krylov), il 19 dicembre al Teatro Toniolo di Mestre con il violoncellista Mario Brunello, il 14 gennaio 2017 al Teatro Comunale di Bolzano e il 24 gennaio al Teatro degli Arcimboldi di Milano.