Giancarlo Di Muoio, da “Amico mio” al nuovo “Sindaco Pescatore”: «Quello che più conta è che i cantautori abbiano la possibilità di esistere».
Laurea in pedagogia, specializzazione come musicoterapeuta e una dura gavetta come musicista: Giancarlo Di Muoio, giovane cantautore del Cilento, esordisce nel 2009 col singolo “Amico mio” sul tema dell’immigrazione con Fabio Concato e, nel 2011, incide il singolo “Verso Casa mia”, sul disagio dell’alcolismo giovanile.
La voglia di parlare di temi sociali attuali e delicati che si trova nelle sue canzoni ritorna anche nel recente “Il sindaco pescatore”, alla memoria del Sindaco di Acciaroli (Sa), Angelo Vassallo. Di Muoio ci racconta del suo stile cantautoriale coltivato negli anni, fino ai suoi prossimi progetti.
“Amico mio” e “Verso casa mia” sono canzoni che trattano temi “sociali”. Cosa ti ha spinto a dedicarti ad un tipo di cantautorato socialmente “impegnato”?
Credo tutto sia nato dall’inclinazione naturale che mi ha portato poi a seguire il mio percorso di studi: già al liceo, pur frequentando lo scientifico, prediligevo materie umanistiche. Da quelle umanistiche sono passato a quelle pedagogiche per poi specializzarmi in musicoterapia. E di conseguenza, praticando la musicoterapia sono venuto a contatto con problemi sociali che riguardavano emarginati, alcolisti e tossicodipendenti. A questo si aggiunga che scrivo canzoni da quando ho 11 anni…ed ecco il mio stile.
Sebbene la definizione di “cantautore sociale” in parte ti qualifichi, non vuoi essere considerato però solo un artista che parla di sociale. Come definiresti o vorresti definire allora la tua musica?
A me non piacciono le etichette: mi sento orgogliosamente un “cantautore del sociale” ma non voglio essere ridotto solo a quello. Le tematiche sociali interessano per definizione la vita a 360°: anche una canzone d’amore parla di sociale in fondo. Come è stato pure il mio percorso, fatto di musica e pedagogia ma anche di vita vissuta: una formazione a 360°.
Sei musicista e musicoterapeuta: la musicoterapia rientra, in qualche modo, anche a livello artistico nel tuo cantautorato?
Prima ancora di essere musicoterapeuta ho sperimentato i benefici della musica su di me. Fino a 12 anni, mentre studiavo pianoforte, giocavo anche a calcio: nel 1993 dei cerca-talenti del Napoli, vedendomi giocare in un torneo, mi avrebbero voluto ingaggiare ma, per diversi motivi, non se ne fece niente…Da quella delusione trovai totale conforto nella musica, una vera terapia. In quella come in altre occasioni. Scrivere, suonare, fantasticare è catartico, ti aiuta a distaccarti per un attimo dalla realtà e a riappropriarti delle tue energie più profonde.
Restando al tuo stile, che genere di cantautori o musicisti ispirano o hanno ispirato la tua musica?
Oltre a Concato, due sono stati i miei riferimenti musicali: Battisti e De Andrè. L’uno, più immediato e fresco, è stato il mio primo amore musicale in adolescenza, l’altro più riflessivo ha invece caratterizzato la mia fase adulta. In quel periodo ho conosciuto anche Fernanda Pivano e la letteratura americana di cui sono estimatore.
Oggi possono nascere nuovi Battisti o De Andrè nel panorama musicale italiano?
Ci sono. Il punto è che, anziché nei talent dovremmo andarli a cercare nella cantine o nelle bettole, come si faceva un tempo. Risulta più difficile trovarli forse anche perché il mondo della musica oggi tende a consumare le carriere in fretta. Bisognerebbe invece fare un tipo di investimento sul lungo periodo: Concato ci ha regalato canzoni bellissime ma è diventato famoso dopo il quarto album…
Che mestiere è per te il cantautore?
Un mestiere che dovrebbe conferire un ruolo importante a qualunque musicista che abbia qualcosa da comunicare. Vedo il cantautore come un menestrello gioioso ma con un pizzico di intellettualità.
Torniamo ai tuoi impegni recenti. Dopo il recente lancio della fiction Rai e Solaris Media intitolata “Il Sindaco pescatore” con Sergio Castellitto, debutterà a breve un nuovo recital teatrale dedicato ad Angelo Vassallo con Ettore Bassi e parallelamente il tuo omonimo progetto musicale. Come è nato questo progetto parallelo con Ettore Bassi, lui con il teatro e tu con la musica? C’è stato un incontro o un’occasione che vi ha ispirato?
Quando Angelo Vassallo è morto, il 5 settembre del 2010, io ero in tour con Concato. Quattro giorni dopo ho scritto la canzone “Il sindaco pescatore” dedicata a questo conterraneo cilentano. Dopo averlo scritto, come faccio di solito coi miei brani, l’ho messo nel cassetto per riprenderlo in un’occasione opportuna. L’occasione è stata il Festival di Sanremo l’anno scorso: anche se purtroppo la selezione sanremese non è andata a buon fine è stata comunque l’opportunità per conoscere Ettore Bassi.
Fu un giornalista a mettermi in contatto con Ettore, scoprendo che tra i suoi prossimi progetti c’era un recital chiamato appunto “Il sindaco pescatore”: e così si è deciso insieme ad Ettore di fare insieme promozione su questo progetto comune, lui parlando del suo monologo, con le musiche di Pino Donaggio, io del mio singolo, entrambi in omaggio alla figura e agli ideali del nostro sindaco pescatore. E poi, perché no, ci scambieremo anche ospitalità a vicenda, nelle rispettive esibizioni: saremo presenti nei teatri, negli spazi culturali e nelle piazze oltre che nelle istituzioni scolastiche.
Un progetto socio-culturale che non si rivolge appunto solo alla gente comune ma anche al mondo dell’Istruzione. Perché, tra tanti esempi, proporre proprio il caso di Angelo Vassallo?
Personalmente perché lo sento vicino in quanto conterraneo: Angelo abita a 10 km di distanza. E dico “abita” perché per me è ancora presente. E poi perché, col suo caso, rientra in quella schiera di personaggi che si sono battuti per la legalità contro ogni forma di omertà. Rappresenta per me un grande esempio, tanto quanto mi colpirono le traumatiche stragi di Falcone e Borsellino nel 1992, a soli 11 anni. Sono figure per me ancora presenti.
A breve vedrà la luce il tuo prossimo disco: cosa dobbiamo aspettarci?
Nella logica di assecondare la frammentarietà contemporanea dell’ascolto, sempre più lontana dalla logica di CD o LP, opterò al momento, molto probabilmente, per un EP. In esso ritroverete cinque brani: “Amico Mio” con Fabio Concato, “Verso Casa Mia” con Luca Abete e naturalmente “Il Sindaco Pescatore”, più altri due inediti.
Venendo, per lo meno da ascoltatore della tradizione dei dischi o dei CD, come ti trovi oggi da musicista a dover “rinunciare” a quella logica musicale?
Sono flessibile: semplicemente l’era dei dischi sta cambiando e sto al passo con i tempi. Quello che più conta è che cantautori e musicisti abbiamo la possibilità di esistere.
Ti vedremo in concerto?
In estate lavorerò principalmente al sud con le feste di piazza, durante le quali presenterò il progetto del “Sindaco pescatore” per poi continuare le tappe in quelle scuole presso le quali lavoro. O nei teatri con Ettore.
Prossimi progetti nel cassetto?
Al momento sto lavorando con un poliambulatorio come musicoterapeuta e con le scuole: sto pensando con alcune maestre, che sono anche musiciste, di registrare un disco l’anno prossimo con canzoni composte e cantate dai bambini e da me arrangiate. È solo un’idea per il momento, però le canzoni dei miei bambini sono già pronte…vedremo.
C’è un artista, cantante o musicista, col quale hai desiderio di collaborare?
Vorrei fare ascoltare alcuni brani a Gaetano Curreri degli Stadio. Anzi rilancio a Gaetano l’invito….
E dopo Concato, con chi vorresti invece duettare o per chi magari scrivere un pezzo?
Rispondo di pancia: Giorgia. La sua voce è pazzesca, adoro le sue interpretazioni.
Se Giancarlo di Muoio non fosse un cantautore a cosa avrebbe voluto legare il suo nome?
Al calcio. Ero e sono ancora una persona timida e il calcio mi ha aiutato molto: giocare rispettando le regole, fare parte di una squadra, condividere momenti in campo o negli spogliatoi mi ha aiutato tantissimo a crescere umanamente. A livello relazionale, di condivisione. A me piace molto condividere.
E noi di Musica361 ti auguriamo di condividere presto nuovi successi col tuo pubblico.