Da circa due anni lo streaming musicale è nelle classifiche dei singoli e contribuisce alle certificazioni FIMI.
A volte mi accorgo di essere maniacale sui dettagli musicali, tanto che mi capita anche con gli amici di provare entusiasmo per qualcosa che effettivamente incuriosisce soltanto me. Ad esempio, quest’estate c’è stato il boom di “Andiamo a comandare”, che ovviamente ho seguito con molta curiosità. Quando Rovazzi ha vinto il Disco d’oro grazie allo streaming, ho parlato dell’argomento con qualche amico, sia per il gran caso mediatico che aveva suscitato questa canzone, sia perché in Italia sia parlava finalmente di un premio per gli ascolti in streaming e, tra le tante risposte, similari a un: “E quindi?”, qualcuno mi ha chiesto cosa fosse il Disco d’oro.
In effetti, se una persona non è strettamente interessata alla musica, il Disco d’oro e il Disco di platino possono essere due nomine casuali, mentre invece sono davvero importanti, soprattutto oggi che di dischi se ne vendono pochi.
Il Disco d’oro e il Disco di platino sono due certificazioni della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e per averle è necessario vendere un certo numero di copie. La stima cambia per ogni nazione. In Italia un album è certificato oro se vende almeno 25.000 copie, platino con 50.000. In USA, ad esempio, i numeri sono molto diversi, 500.000 per l’oro e 1.000.000 per il platino, a causa della differenza del bacino di utenza che ha la musica nei diversi paesi. Ma tornando all’Italia, guardando le stime di queste importanti certificazioni, è incredibile come, su sessanta milioni di cittadini, con “sole” trenta mila copie (comprendendo i profitti online) si possa raggiungere un traguardo del genere, sintomo di quanto si siano ridotte le vendite.
A tal proposito, grazie all’avvento dello streaming, negli ultimi due anni i dati degli ascolti sui singoli servizi gratuiti e a pagamento sono entrati nelle classifiche di vendita dei singoli, con un fattore di conversione di 100 stream per 1 download per rendere compatibili i due modelli di business (Fonte: FIMI).
La questione è molto importante, perché lo streaming, che teoricamente dovrebbe rispecchiare la meritocrazia musicale, diventa un fattore fondamentale nelle certificazioni oro e platino, un grande punto di partenza che permette ad artisti emergenti di avere maggior respiro di prima e ad artisti molto seguiti di avere la considerazione che meritano. Sembra esserci stato un passo avanti soprattutto nei confronti degli artigiani della musica, con un’attenzione che relaziona direttamente ascoltatore e artista. I risultati si vedranno negli anni.