Se avete apprezzato il Bloom di Mezzago, Locali361 vi propone un altro locale “rock”: entriamo nel Legend Club, che quest’anno festeggia due lustri. Ce lo ha raccontato il direttore artistico Filippo “Fil” Puliafito.
Sulle fondamenta di una ex pescheria e dal know-how dell’ex proprietario del celebre Indian Saloon di Bresso, nasce nel 2007 in via Enrico Fermi il Legend 54: «Credo che il 54 si riferisse all’anno di nascita del proprietario. Fu poi chiamato Legend club, con l’intenzione di ricordare più un club internazionale, sullo stile di Inghilterra o Germania. In effetti non sembra di essere in Italia o per lo meno è quello che mi confermano molte band straniere che vengono a suonare qui», spiega il direttore artistico Filippo Puliafito, conosciuto come “Fil”, mentre sorseggia una birra.
Filippo ha cominciato a occuparsi da giovane di eventi di altro genere, quando ancora lavorava come parrucchiere: tra i suoi clienti molti “capelloni” o meglio musicisti rock che col tempo lo hanno coinvolto nella realizzazione di eventi musicali. «Dopo l’ottimo risultato con il primo concerto di beneficenza che feci a Binasco per raccogliere fondi per il terremoto in Abruzzo (2009) ho a poco a poco cominciato a collaborare con diversi locali a Milano e hinterland, finché è diventata la mia occupazione principale dal 2012, anno dell’altro mio grande progetto, “Emilia Calling”». Tre anni e mezzo fa poi gli viene ufficialmente offerta la direzione artistica del Legend: «Il Legend, all’epoca senza una vera direzione, aveva un potenziale inespresso: da allora mi sono dedicato ad una programmazione ben definita collaborando con Federico, il figlio del proprietario, che oggi si occupa parallelamente di eventi privati e pubbliche relazioni».
Caratteristica di questo “club da leggenda” è una colonna sul palco, come sottolinea ironicamente Fil: «In questo ex capannone esisteva un colonnato interno di cui oggi sono rimaste solo due colonne, una vicino al bar e l’altra proprio sul palco. A parte questa caratteristica estetica uno dei vanti del Legend è l’acustica eccezionale che, credo, poche altre sale milanesi possano vantare: per questo molte band lo scelgono per i loro live». Il 90% della programmazione del Legend è costituita da band con un repertorio originale di cui almeno la metà sono straniere: «Quando ho cominciato era difficile far capire a promoter e manager che questo locale fosse interessato anche a nomi stranieri, oggi la fama del Legend si è diffusa anche all’estero: su circa 200 date l’anno, più di 80 sono di band internazionali. Due settimane fa abbiamo ospitato i Nothing More, ancora sconosciuti in Italia ma con 3 nomination agli Awards in America, a gennaio avremo gli storici Rage e Firewind e a maggio Phil Rudd, ex batterista degli AC/DC».
Questa programmazione rock in tutte le sue sfumature, dal pop al metal, va di pari passo con la clientela del Legend, «appassionati di musica underground tra i 25 e 35 anni, interessati a band storiche e originali: il mio compito è soddisfare l’aspettativa di questo pubblico scegliendo sempre accuratamente cosa è per il Legend e cosa no, mantenendo una certa qualità. Il primo concerto che ho organizzato qui fu con Michael Monroe, cantante finlandese degli Hanoi Rocks, band spalla dei Guns’n’Roses e da allora sono passati anche Glenn Hughes, Richie Kotzen e recentemente i Sick of it all».
E se amate il rock l’evento da non perdere al Legend è il “Rock in Park”, appuntamento che si ripete due volte l’anno dal 2014: «È un festival nato dalla voglia di creare una sorta di ritrovo del mondo musicale underground. Quest’anno siamo alla nona edizione: per ora si svolge al Legend da metà settembre ai primi di ottobre e tra maggio e giugno ma vogliamo che diventi un incontro mensile e soprattutto esportarlo come evento itinerante in tutta Italia. Non c’è nessun premio: la vera ricompensa è partecipare alla rassegna targata Legend Club».
Durante i concerti l’angolo bar offre diverse birre, dalla Pilsner Urquell alla spina a birre artigianali scozzesi e ovviamente piadine e panini ma il momento migliore dell’anno per godersi il locale e soprattutto la sua ampia area esterna con giardino, è tra maggio e giugno. Prima ancora dell’estate però Puliafito consiglia di non perdere questo capodanno: «Avremo cenone a buffet e, alternati, due dj set e tre band, all’americana. La vera sorpresa nel corso della serata però sarà l’esibizione della misteriosa band Wolf Theory, composta da quattro rinomati musicisti della scena underground milanese che presenteranno il loro nuovo disco di rock elettronico».