Il trap king è lui, che però preferisce definirsi “Rockstar”. Sfera Ebbasta ci ha spiegato perchè è più il secondo che il primo, tanto da aver intitolato così il suo album.
Lo ascolteremo parecchio, Sfera Ebbasta. Il re della trap, genere del rap (sottogenere o evoluzione?) che va per la maggiore unendo melodia e sound electro, che sarebbe sbagliato relegare al ruolo di “fenomeno per ragazzini”. Sfera Ebbasta e la sua musica stanno invadendo le classifiche, e questo è un dato di fatto. E lo è da un paio di anni, da quando Gionata Boschetti ha iniziato a raccontare della sua vita a Cinisello Balsamo.
«Il rap e la trap sono così di tendenza che sono diventate il nuovo rock», dice Sfera. Se la trap è così popolare (e lo è) e Sfera Ebbasta è il re della trap, perché intitolare il disco “Rockstar” e non trapstar?
«Trapstar sarebbe stato riduttivo per quanto è grosso il progetto che c’è dietro».
Rapper come nuovi rocker o novelli cantautori? «Beh ma se io mi scrivo le mie canzoni, come un cantautore, posso comunque avere uno stile di vita da rockstar. Alla fine, il nocciolo è che io sono un cantante».
I testi di Sfera Ebbasta, rispetto al disco precedente, parlano meno di strada. «Non parlo più di spaccio a Cinisello, sono due anni che quasi non riesco a tornare lì. Sono sempre in giro con auto Uber. C’è stata una svolta nella mia vita, due anni fa non avevo nemmeno un euro in tasca (nel 2016 ha pubblicato l’album “Sfera Ebbasta” e da allora è arrivato il successo, nda). La mia vita è cambiata e non ho avuto paura di dirlo nel disco. Anzi, “Rockstar” è il riassunto di questo mio cambiamento. In questo album ogni pezzo è qualcosa di diverso da ciò che avete già sentito, anche se gli argomenti sono già stati trattati: è il modo in cui lo faccio, la musica su cui lo faccio. Se vuoi brillare devi distinguerti dalla massa».
Sfera Ebbasta ha anche ospiti dai nomi pesanti in “Rockstar”: la superstar Quavo, membro dei Migos, l’amico Tinie Tempah con lui in “Bancomat”.
L’ambizione e le sicurezze a Sfera Ebbasta non mancano: «Paura di cadere sinceramente non ne ho. Nella vita non c’è solo la musica, magari tra due anni farò altro che mi farà brillare nello stesso modo di oggi. Magari avrò il negozio di tattoo più grande di tutta Italia».