Locali361: Taxi Blues, tornano gli anni ’90 con stile

Dopo le atmosfere dark anni ’80 del Black Hole, Locali361 questa settimana vi fa riscoprire uno storico locale anni ’90 nato in viale Bligny e recentemente trasferitosi in via Brembo 23 a Milano: ecco a voi il nuovo Taxi Blues

Locali361: Taxi Blues
Gabriella Andreoli, socia di Enzo Todisco al bancone del Taxi Blues insieme allo staff ©Rita Cigolini 2018

A sud di Milano, di fronte all’ex Scalo Romana e poco distante dalla Fondazione Prada, ha aperto, o meglio riaperto nel 2017 il Taxi Blues, locale fondato nel 1992 in viale Bligny vicino all’Università Bocconi: «In vista di una generale riqualificazione che sta interessando questa zona abbiamo deciso di abbandonare la vecchia sede e trasferirci qui», racconta comodamente seduta al bancone Gabriella Andreoli, socia dello storico gestore Enzo Todisco. «Pare sia in progetto di costruire presto un ponte sopra i binari dello scalo in modo da agevolare il collegamento col centro, senza dover passare per corso Lodi. Enzo ha scoperto questa location, una ex palestra, e a febbraio 2016 abbiamo iniziato i lavori per sistemare la struttura, dal pavimento in legno alla cucina, che oggi si trova dove prima c’erano gli spogliatoi, e poi pian piano tutti gli ambienti».

Gabriella, che ha lavorato per anni per una nota compagnia aerea e ha da poco preso parte a questa nuova attività su proposta di Todisco, indica entusiasta una locandina sul bancone ricordando l’origine del nome, ispirato all’omonimo film russo vincitore di un premio a Cannes nel 1990: «Enzo ha scelto “Taxi Blues” perché, più che per il film in sé, gli piaceva l’accostamento di queste due parole a formare un nome che suonasse internazionale, con quel “blues” che richiama in qualche modo anche alla musica dal vivo».

Locali361: Taxi Blues, tornano gli anni ’90 con stile
Taxi Blues, interno © Rita Cigolini 2017

Todisco, forte della già consolidata nomea del suo locale e consapevole dell’importanza di un ambiente accogliente, è anche l’artefice del personalissimo allestimento: «Abbiamo voluto mantenere l’arredo e l’estetica dell’originale Taxi Blues, pur dovendo in qualche modo aggiornarci ai tempi». Colpiscono subito alla porta d’entrata le due luminose maniglie ricavate da un paio di gambe da tavolo e a terra, di fronte al bancone in stile jungle, un orologio di grandi dimensioni incastonato nel pavimento e perfettamente funzionante. Visitando poi gli spaziosi ambienti tra luci ed ombre si scopre uno stile variegato e composito che si distingue per la cura nei dettagli di modernariato: dai divani in pelle Chesterfield che formano tanti piccoli salottini alle sedie da tinello anni ’60, dal set di mazze da golf in un angolo ad una radio d’Antan e perfino, in un angolo, un’antica macchina per cucire. Numerosissimi i particolari tra retrò e contemporaneo, dal pavimento al soffitto, in una continuità stilistica ricercata ed elegante, costituita da materiale di recupero e vera creatività: «Ogni ambiente, dominato da tutto ciò che si ritiene meritevole di essere esposto secondo un gusto anticonformista e privo di schemi, è stato letteralmente realizzato dalle nostre mani come la colonna di ferro al centro della sala o la parete intrecciata di listarelle di legno e pelle, compresa la Smart dorata senza portiere che funge da divano in giardino».

Rispetto ad una certa stereotipia sicuramente il Taxi Blues è un locale in cui la scenografia non invita al mangia e fuggi, anzi «è un luogo dove potersi ristorare, prendere un aperitivo, ascoltare musica, chiacchierare o anche allestire piccole esposizioni d’arte, mostre e vernissage, oppure bere un caffè o un drink al tavolo mentre si utilizza il pc per lavoro o piacere, sfruttando anche gli spazi esterni quando il clima lo permette». Originariamente il locale aveva una clientela prevalentemente studentesca, oggi invece, aperto tutti i giorni dalle 7 del mattino alle 2 di notte, «consideriamo diverse fasce orarie e d’età, dalle famiglie che vengono per la classica colazione agli anziani. A pranzo offriamo diversi tipi di primi e secondi caldi ma anche tavola fredda con piatti unici o vegetariani, la sera invece happy hour e dopo cena hamburger, piadine patatine fritte e il tipico fast food. Per quanto riguarda il bar siamo già forniti di una bottiglieria completa ma vogliamo mettere a punto una drink list ancora più personalizzata».

Una delle sale del Taxi Blues presenta un grande palco per le serate dal vivo, anche se la programmazione, data la giovane età della location, è ancora in via definizione: «Al momento organizziamo un paio di serate a tema in settimana, ad esempio con comici emergenti o drag queen, ma stiamo pensando soprattutto ad appuntamenti fissi dedicati al jazz, al rock e ad altri generi, senza escludere anche dj set il sabato sera e una sorta di intrattenimento per il brunch della domenica». Work in progress anche per quelli che potrebbero diventare gli eventi targati Taxi Blues, inclusa una possibile collaborazione con la vicina Gelateria della musica: «Ci piace l’idea di averli accanto, non è esclusa la possibilità di realizzare qualcosa insieme a questo brand in futuro».

Il Taxi Blues è un locale “tutto vetrina” che, per diversi aspetti e soprattutto per la zona dove ora sorge, è pronto ad offrire tanto e presto, siamo sicuri, ne risentiremo parlare: «Il nostro sito è in allestimento ma potete già seguirci sui social. Oppure venite a trovarci di persona, soprattutto ora che si va incontro alla primavera».

http://www.taxibluesmilano.it/

https://www.facebook.com/taxi.blues.via.brembo/

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Luca Cecchelli
Luca Cecchelli
Giornalista, laureato in linguistica italiana e da sempre curioso indagatore dei diversi aspetti del mondo dello spettacolo. Conduttore radiofonico e collaboratore per diverse testate e rubriche di teatro e musica, svolge parallelamente l’attività di ufficio stampa e comunicazione. Spettatore critico e melomane, è assiduo frequentatore di platee e sale da concerto oltreché batterista per passione e scrittore. Quello che ama di più però è scovare nei libri o in originali incontri e testimonianze retroscena culturali della storia della musica e incredibili aneddoti rock, di cui in particolare è appassionato conoscitore.
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