“Carolina” il nuovo brano di Alessandro Celani è dedicato alle donne e alla loro indiscutibile forza d’animo interiore. Siamo tutti Carolina, cambia soltanto dentro a quale pelle
Alessandro Celani giovane artista romano ha costruito un mondo musicale molto introspettivo, distante dalle mode ma vicino alle sue passioni: la lettura, il cantautorato anni ‘70 e le piccole esperienze che arricchiscono le sue giornate. La vita di provincia gli agevola l’ispirazione, immerso nei silenzi della natura e nelle gioie semplici. Ha pubblicato di recente il secondo estratto del suo prossimo album, un inno alla libertà messa sempre in bilico tra quanto accade fuori e quanto accade dentro di noi.
Alessandro, come stai e come vivi il tuo legame con la musica?
Sto bene, sono in un periodo di cambiamenti e nuove scoperte. La musica ha un ruolo centrale nella mia vita: ne ascolto molta durante il giorno, forse 3 o 4 ore al giorno, cercando di farmi influenzare sempre da quello che ascolto. È la mia più grande passione, non lo nego.
Te la sei costruita da solo o qualcuno in famiglia ti ha influenzato?
È in parte ereditaria (mio padre è un batterista, grande appassionato di musica) e in parte costruita nel tempo, grazie agli incontri musicali che ho avuto attraverso l’ascolto attivo di alcuni artisti in particolare.
Qual è lo strumento musicale che prediligi di più?
Io nasco batterista, sono passato poi alla voce, strumento questo che ritengo tra i più espressivi in assoluto. Giocare a trovare melodie con la voce, mi permette poi di passare al pianoforte e tirare giù l’armonia di una canzone con più facilità. Quindi sì, prediligo lo strumento voce.
Prima di quale band facevi parte? Come hai vissuto il passaggio dalla carriera in gruppo a quella da solista?
Facevo parte di una band ormai sciolta, i Moon Park, il cui materiale è rimasto inedito. Ho imparato molto dagli altri membri del gruppo su come scrivere canzoni efficaci. Poi c’è stato questo passaggio alla carriera solista, vissuto in maniera molto serena.
Ci racconti la genesi del tuo ultimo singolo “Carolina”? Cosa vuoi comunicare?
“Carolina” nasce in una sera di dicembre di due anni fa, avevo una melodia che mi suonava in testa da giorni e quindi ho iniziato a scrivere di getto, senza pensarci troppo. È un inno alla libertà individuale e collettiva della donna, intesa anche come accettazione del nostro universo femminile interiore.
Questa figura incarna un po’ la vita di tutti noi esseri umani soprattutto in età giovanile?
Sì, assolutamente. Carolina si muove nel mondo con difficoltà ascoltando, a seconda delle situazioni che le se presentano, i “buoni” consigli che le persone attorno a lei le danno. È appesantita Carolina, vorrebbe cambiare vita e spiccare finalmente il volo da sola, con le sue stesse ali.
Quale sound hai voluto abbracciare in questo brano?
Il sound che ho sposato ricalca le sonorità musicali degli anni 60, quelle dei Beatles in particolare nella loro fase matura.
Carolina, così come Marta, sono nomi inventati o sono persone che esistono realmente nella tua vita?
Sia Carolina che Marta sono persone che hanno fatto realmente parte della mia vita. Carolina è un nome inventato mentre Marta è il nome di una persona reale alla quale sono molto legato.
L’album che uscirà ad aprile 2024 che tipo di filone segue a livello di contenuto? Come sarà strutturato?
L’album che uscirà il 29 aprile 2024 si chiamerà “Anima Vita” e seguirà il filone dell’amore, nelle sue più varie sfaccettature. Il fulcro del disco sarà l’amore inteso come inafferrabile, cioè che si sfiora appena, a volte si tocca un attimo con mano ma mai si afferra. A livello strutturale sono previste dieci tracce, ognuna molto diversa dall’altra ma allo stesso tempo comunicante.
Ho letto che sei nato a Roma ma ti sei trasferito nel paese di Capena. Che sensazioni ti dà la vita di provincia? Senti sia il tuo habitat?
La provincia è un ottimo ambiente per coltivare e crescere le proprie passioni perché generalmente è calma ma allo stesso tempo stimolante. Ad oggi non tornerei mai a vivere in città, preferisco la provincia.
Per scrivere i tuoi pezzi come trovi l’ispirazione?
Cerco l’ispirazione nelle piccole cose o nei libri, ad esempio, ma spesso scrivo anche senza per puro esercizio. Il processo che seguo si basa sul costruire una sequenza di immagini, quasi fotograficamente, con le parole, accostandole a mio piacimento.
Qual è l’ultimo libro che hai letto?
“Racconti brevi e straordinari” di Borges e Casares.
Ti è mai capitato di aprire qualche concerto o di partecipare a qualche festival o concorso? Se sì, cosa provi quando sei sul palco?
Ho partecipato a vari festival e concorsi. Sul palco mi trasformo, acquisto sicurezza e forza perché mi sento molto a mio agio e quindi riesco ad emozionare ed emozionarmi.
Che tipo di rapporto hai con il tuo pubblico? Interagisci spesso con loro?
Col mio pubblico preferisco avere un contatto diretto, non filtrato. Mi è capitato spesso di essere fermato nel mio paese da persone, anche sconosciute, che mi hanno fatto complimenti per la mia musica.
Tra quelle che hai pubblicato finora, qual è la tua canzone manifesto?
“Sogno 0” è il mio manifesto musicale e artistico.
Scegli 3 aggettivi per descrivere la tua discografia…
Vintage, nuda, colorata.
Che programmi hai in concreto per il futuro?
Continuare la mia carriera con la stessa determinazione avuta fino ad ora.
Se non avessi fatto il cantautore cosa avresti fatto nella vita?
Atleta, il salto in lungo.
Qual è il tuo più grande sogno musicale?
Rimanere nella memoria delle persone.
Articolo a cura di Simone Ferri