Alessandro Ribetto, le vite chiuse in “Scatole di vetro”

Alessandro Ribetto
Alessandro Ribetto
Alessandro Ribetto, consulente finanziario con la passione per la musica, è un cantautore di Torino che a noi di Muisca361 ha parlato del suo ultimo lavoro: “Scatole di vetro”, brano che ha al centro un tema di forte attualità quale la situazione in cui si trovano bambini, donne e uomini che vivono in Paesi colpiti dalla guerra, dove la normalità è un sogno irraggiungibile, e dirsi “ci vediamo domani” è tutto fuorché scontato…

Ciao Alessandro, come è iniziata questa tua grande passione artistica?

Le mie prime canzoni erano quelle scritte sui banchi delle scuole medie e da lì ho continuato a scrivere arrivando a fare un piccolo album a 17 anni. A quell’età come tutti quelli innamorati della musica ho iniziato a fare qualche provino per i talent…

Come definiresti il tuo genere?

Io penso di fare un classico pop all’italiana, un po’ old style su alcuni aspetti che poi sono quelli che mi influenzano. Il primo album che ho ascoltato interamente è stato Squerez dei Lunapop. Ho sempre ascoltato Stevie Wonder, Whitney Houston, mi piacciono le belle voci, mi piacciono le belle melodie e mi piacciono i testi con significato, non banali.

Oltre a quelli già citati, ci sono gruppi o cantanti preferiti?  

A livello di scrittura i Pinguini Tattici Nucleari li trovo fenomenali, non hanno eguali in questo momento e dopo che li senti dici: “Caspita, ma io cosa scrivo a fare se fanno pezzi di questo livello”. Sono impossibili da imitare, è davvero molto difficile. Poi mi piace sicuramente Mengoni, Giorgia, Elisa e anche Luca Dirisio, sono andato a un suo concerto qualche anno fa e duettammo sul palco.

Il tuo singolo è “Scatole di vetro” vuoi parlarcene…

Il brano nasce dall’osservazione del contesto in cui vivono quotidianamente bambini, donne e uomini in Paesi dove c’è la guerra, ho provato a mettermi nei loro panni e a fare passare quel messaggio per cui quello che per noi è normalità noiosa per loro è qualcosa di meraviglioso cui tendere: vivono con la paura di non rivedersi più, è impossibile fare progetti a lungo termine, c’è un passaggio che dice: “Arriverà un momento per tornare a credere che non è più impossibile amarsi e dirsi non ci lasceremo mai”.

Nella canzone si sente: “I nostri sogni ormai li abbiam riposti dentro scatole di vetro”, è una visione pessimista del futuro?

È un parallelismo tra quello che viviamo noi che di solito parliamo di sogni nel cassetto, inteso come un luogo sicuro, dentro casa al riparo da intemperie e l’immagine che volevo dare di queste persone che ripongono i loro sogni in contenitori molto più fragili dove basta un niente per essere scalfiti.

In passato hai fatto i provini per Amici, cosa pensi dei Talent?

Sicuramente l’esperienza era stata molto positiva, quando lo feci io era molto particolare perché arrivavi e sceglievi una canzone su una lista di 100 e venivi messo insieme ad altre persone che avevano scelto tutte lo stesso brano e di conseguenza la voce che colpiva di più andava avanti. Mi ricordo che c’era Vessicchio e l’avevo trovato molto meritocratico a differenza di altri che invece preferivano parlare di storie tristi.

Dei talent hai già parlato, di Sanremo cosa ne pensi?

Sono innamoratissimo di Sanremo, sono un fan sfegatato, per me è fonte di grande emozione. D’altro canto non posso partecipare a Sanremo Giovani per una questione anagrafica, mi piace molto il taglio dato da Amadeus perché è la modernità e ha dato spazio a tutta la musica. Per quanto riguarda Sanremo Giovani non sono d’accordo con l’abbassamento dell’età richiesta per partecipare, dovrebbe riguardare i giovani in termini di carriera, non in termini anagrafici: produrre un brano costa e non tutti i ragazzi di 18/19 anni hanno la possibilità di spendere soldi per produrre un brano e dedicarsi totalmente alla musica.

Prossimi progetti?

Io lavoro nel mondo della Finanza ed è un lavoro che mi appaga tantissimo e mi piace, la musica è un amore, quindi è qualcosa di ancora più forte. Voglio continuare a farla con amore ed è talmente tanto bello farla che non necessariamente ci devono essere delle aspettative dietro, quindi i prossimi progetti sono fare musica sempre più bella e fare in modo che venga ascoltata il più possibile. In autunno uscirà un pezzo che ho scritto per la mia ragazza, tra l’altro lei canta molto meglio di me: è lei che mi ha riavvicinato alla musica.

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Ruggero Biamonti
Ruggero Biamonti
Autore con esperienza decennale presso importanti realtà editoriali quali Rumors.it (partner di MSN), Vivere Milano, Fondazione Eni e Sole 24 Ore Cultura, si occupa di temi che spaziano dall'intrattenimento al lifestyle.
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