Analogic, “Eva” rappresenta quello che noi siamo

Analogic: una delle band rivelazioni dell’ultimo periodo musicale, capaci di toccare più generi e mischiare le influenze

 

Analogic, “Eva” rappresenta quello che noi siamo 2
Analogic,

Nati a febbraio del 2023, gli Analogic sono composti da Davide Crateri (padre) a voce, basso e synth, Diego Crateri (figlio) a voce e chitarra e Michelangelo Gandossi (“spirito santo”) alla batteria, gli Analogic con “Eva” danno il via al loro progetto musicale, una raccolta di brani che inneggia alla vita in un mondo ormai decadente.

Per loro questo non è solo un progetto, ma «un disco che viene da dentro, dal profondo, un flusso di coscienza che esce direttamente dalle mani dei musicisti senza l’uso disumanizzante del digitale ed esprime una spontaneità che si riflette non solo a livello musicale ma anche tematico».

Dieci i brani che raccontano così la nostalgia, l’amore, la critica sociale, con un’introspezione tale da collegarli armonicamente tra di loro, pur presentandosi con generi diversi.

Ciao Ragazzi, come state?

Stiamo bene! A prescindere da tutto, quello che ci interessa è fare musica, farlo spontaneamente ed essere noi stessi. Siamo contenti di quello che facciamo e pensiamo di farlo abbastanza bene.

Analogic - Eva - Copertina
Analogic – Eva – Copertina

“Eva” è il vostro nuovo album. Cosa rappresenta per voi questo progetto?

Aver realizzato questo disco, per noi è un grande traguardo. Non è la ricezione che il disco avrà che ci interessa, noi siamo contenti di aver realizzato questo nostro obiettivo. In questo momento ci stiamo preparando, stiamo in sala prove per poi suonare questo album dal vivo. Non vediamo l’ora di condividerlo live con tutti.

Rappresenta quindi il vostro mondo musicale?

Possiamo dire di sì! Ambisce a mettere in mostra quello che siamo. “Eva” rappresenta un nostro ritratto. È per noi un buon inizio. “Eva” è un punto di partenza, ma stiamo già a lavoro per cercare di migliorarci ancora. Abbiamo messo gran parte di noi qui, ma non tutto!

Dieci sono le tracce e all’interno troviamo differenti stili e generi. Una diversità che si discosta però dal mercato discografico attuale?

La nostra musica non si basa sul fare ciò che è opposto al mercato discografico. Tuttavia, quello che adesso va, non è in linea con noi. Quindi per noi è naturale discostarci dall’attualità del mercato. Le nostre influenze, sono abbastanza estreme e forse lo siamo anche noi per entrare in un sistema discografico come quello attuale.

Analogic, “Eva” rappresenta quello che noi siamo
Analogic

Com’è nata la scelta di questi brani per “Eva”?

Non ci sono state logiche dietro queste scelte. Sotto certi versi, è nato tutto in maniera spontanea. Queste canzoni rappresentavano noi in quel momento. Tuttavia, questi brani non rispecchiano la nostra totalità. Speriamo di aprirci ancora di più con il prossimo lavoro.

Il progetto della band è nato nel 2023, ma anche l’album è dello stesso anno: cosa è nato prima e cosa ha influenzato la scelta per questo progetto?

Mio padre (Davide ndr.) pianificava questo progetto da un bel po’ di tempo. Io non conosco bene i tempi, anche perché ne sono stato completamente investito. Posso però dire, che l’idea della band nasce per partecipare al contest del Cramps Music al Piccadilly di Faenza. Così all’inizio del 2023 abbiamo fatto rinascere gli Analogic, trovando la giusta alchimia e completando la band. Poi una volta organizzato il tutto, ci siamo concentrati sul disco.

In conclusione: com’è stata la vostra estate?

Non abbiamo potuto fare molto, abbiamo avuto dei cambiamenti e ci siamo dovuti riassettare. Comunque è stata un’estate di lavoro. Per l’autunno e l’inverno ci saranno sicuramente degli eventi importanti e dove torneremo a suonare. Esibirci dal vivo per noi è meraviglioso e speriamo di farlo tante volte ancora.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli

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