Quattro chiacchiere con Antonio Gallo, casting director e autore televisivo, esperto organizzatore del pubblico per diverse trasmissioni nazionali
Passione e professionalità, queste le principali skills maturate da Antonio Gallo nei suoi venticinque anni di attività nel settore dell’intrattenimento. Si è occupato dell’organizzazione del pubblico, concorrenti e comparse in molte trasmissioni televisive di successo, tra cui “Ok il prezzo è giusto”, “La sai l’ultima?”, “Passaparola”, “Stranamore”, “Verissimo”, “Paperissima”, “Top of the pops”, “L’isola dei famosi”, “X Factor”, “The Voice of Italy” e “Italia’s Got Talent”. Nel 2012 fonda e amministra la società AG MEDIA srl. Abbiamo il piacere di approfondire la sua storia professionale, ospitandolo in questo sedicesimo appuntamento della rubrica “Protagonisti in secondo piano“.
Quando ti sei avvicinato a questo mondo e come si è evoluto nel tempo il tuo mestiere?
Ero giovane, dopo aver compiuto la maggiore età, ho cominciato a bazzicare l’ambiente partecipando come pubblico. Sin da piccolino ero appassionato di televisione, guardavo tutti gli show e le trasmissioni più importanti. Quando ho potuto ho cominciato a far richiesta alle varie produzioni, chiamando i centralini e i vari numeri che apparivano sullo schermo. Il primo programma a cui ho preso parte è stato “Super” condotto da Gerry Scotti, che andava in onda la domenica, ma registrato al venerdì. Piano piano ho cominciato a portare degli amici, fino a quando l’organizzazione mi ha chiesto se avevo voglia di dare loro una mano reclutando il pubblico. Per gioco ho accettato e, a distanza di un po’ di anni, sono ancora qui (sorride, ndr).
Hai sicuramente costruito una professione, essendo stato uno dei primi a svolgere questa tipologia di lavoro..
Sai, prima funzionava in modo diverso, le trasmissioni avevano dei figuranti retribuiti, le produzioni spendevano un sacco di soldi. La mia proposta è stata quella di ottimizzare, cominciando con il pubblico ad invito, così sono stato tra i primi pionieri ad utilizzare questo metodo, che permette alle produzioni di risparmiare, ma soddisfa anche la richiesta di un sacco di persone che, come me, sono appassionate di tv e sono disposti a partecipare come pubblico anche gratis.
La tua agenzia si occupa di gestire anche l’animazione del pubblico?
Dipende, di norma la fase dell’animazione è organizzata quasi sempre anche dalla società che si occupa del pubblico, perchè di solito viene offerto alla produzione un pacchetto all inclusive. Si tratta di ragazzi che provengono dai villaggi turistici, il loro ruolo è quello di scaldare il pubblico prima della trasmissione, oltre che farlo interagire e applaudire durante la registrazione o la diretta.
Venendo alla pandemia, quali sono le principali criticità del tuo settore?
Il nostro è un settore in ginocchio, in tutto il mondo penso che sia quello più colpito e danneggiato, molto più del turismo o della ristorazione, anche se i media ne parlano poco, forse perchè si associa il mondo dell’intrattenimento al personaggio famoso, però ci sono tantissimi lavoratori che stanno soffrendo. Circa il 90% degli spettacoli è stato tagliato, eventi dal vivo non ce ne sono da oltre un anno. Per quanto mi riguarda, qualcosa piano piano si sta muovendo, anche se le trasmissioni al momento ospitano soprattutto figuranti e non il pubblico ad invito. Si lavora come prima, se non di più, ma con numeri decisamente diversi.
In questo ultimo anno abbiamo visto tante trasmissioni senza pubblico, tra cui lo stesso Festival di Sanremo…
Ho provato tanta tristezza e tanta povertà sia guardando le trasmissioni senza pubblico che i concerti in streaming, forse ci siamo resi finalmente conto dell’importanza di un applauso in presenza. Sembra una cosa irreale, brutta. Il conduttore anche più bravo del mondo, senza pubblico perde moltissimo, lo abbiamo visto anche a Sanremo, nonostante la grandezza di Amadeus e Fiorello, la mancanza del pubblico si è sentita. Speriamo di tornare presto alla normalità, perchè questo non è vivere… ma sopravvivere.
Emotivamente parlando, cosa hai provato nel guardare in questi da casa gli studi televisivi vuoti? Te lo chiedo sia da appassionato che da professionista del settore
In entrambi i casi una grande tristezza, così come per la chiusura dei teatri e dei cinema. Vedere delle trasmissioni senza la presenza anche di poche persone, ha sottolineato la mancanza di calore e quanto il pubblico faccia davvero la differenza. Per non parlare della perdita economica causata a me, ai miei collaboratori, ai colleghi e a tutto il settore. Però stringiamo i denti e cerchiamo di affrontare tutto con il sorriso, di non perdere mai questo sorriso… perchè si vede anche sotto la mascherina, te ne accorgi dallo sguardo.
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