Arianna Chiara: “Come Quando Fuori Piove”, il cielo ha sempre le risposte giuste, basta alzare lo sguardo per catturare nuove consapevolezze
Arianna Chiara è una giovanissima cantautrice ed interprete milanese. Attraverso le sue tracce e la sua vocalità intensa, definisce sempre di più il suo stile, caratterizzato dall’unione di sonorità vintage ed eleganti, immerse in un sound contemporaneo. “Come quando fuori piove”, il nuovo singolo, è un brano che parla del tema dell’attesa e dell’indecisione di fronte a scelte difficili, descrivendo la sensazione di sentirsi intrappolati in situazioni da cui non è sempre facile uscire. Tuttavia, il pezzo non assume un’accezione negativa: al contrario, sottolinea come fermarsi e rimanere sospesi possa offrire l’opportunità di mettere a fuoco ciò che conta davvero.
Buongiorno e bentrovati/e a voi tutti/e! Oggi nel nostro spazio diamo il benvenuto ad Arianna Chiara. Come stai?
Buongiorno a tutti/e, grazie per questa opportunità, per me è un piacere essere qui. Sono carica per il presente e per l’avvenire.
Come hai vissuto il passaggio al nuovo anno?
Serenamente, il 2024 per me è stato un anno pieno di lavoro, ho messo le mani su un progetto molto ampio che comprendeva l’uscita del nuovo singolo a dicembre. Mi sono preparata mentalmente, ho capito come muovermi in questo mondo e cosa fare con la mia musica. Ho fatto tante esperienze dal vivo, mi reputo soddisfatta. Inoltre, mi sono anche laureata.
Come ha preso forma la passione per la musica?
Già da piccola avevo la passione per il canto. Da quando ho iniziato a studiarlo dopo la prima lezione ne sono rimasta veramente affascinata. Ho approfondito la musica in tutti i suoi aspetti teorici e pratici, ho frequentato il liceo musicale e ora sono al terzo anno di canto jazz.
Chi sono i riferimenti che hai seguito nel tuo settore?
Ce ne sono tanti a seconda del genere. Ho avuto un grande amore per Amy Winehouse, credo sia stata l’artista che è riuscita a condensare i mondi che amo, il pop, il jazz, R&B e il soul. Per la scrittura invece adoro Cesare Cremonini.
Ti piace mescolare molto il jazz e R&B. Questi generi definiscono il tuo stile?
Assolutamente sì, studiando jazz ho sviluppato un amore platonico verso questo genere e riesco ad interpretarlo bene. I miei pezzi poi escono fuori con una natura pop; cerco di integrare alcuni elementi che possano mischiarsi bene e creare un sound particolare e originale.
Quando scrivi una canzone parti prima dal pianoforte e poi passi alla penna?
Dipende, ogni canzone ha una storia a sé. Tante volte parto da alcuni pensieri che mi appunto sulle note del telefono, il mio quaderno portatile, poi mi metto al piano e cerco un giro di accordi, improvviso una melodia e metto in musica ciò che ho scritto. Da lì le idee iniziano a fluire. Altrimenti, può anche capitare che io abbia già una melodia in testa e ho solo bisogno delle parole.
Spostiamo l’attenzione sul nuovo singolo, “Come Quando Fuori Piove”: qual è la genesi di questa traccia e che storia ha?
Nasce in studio da un lavoro che ho intrapreso con Cosmophonix, la mia attuale casa di produzione discografica. L’idea di fondo era il voler esprimere la sensazione di un mondo che gira troppo velocemente. Questo fattore spesso ci fa sentire disorientati e poco centrati, anch’io ho provato questa sensazione e volevo raccontare di come non si rivela per forza di cose negativa ma è proprio il momento giusto per riflettere su sé stessi e capire chi si è e dove si vuole arrivare.
Queste sensazioni si sono tramutate in necessità? Sono uscite spontaneamente?
Sì, assolutamente, infatti non c’è stato nulla di costruito, è venuto tutto naturale. Ci tengo che i miei brani siano originali. Per chi l’ascolta spero che sia un nuovo punto di partenza per continuare a conoscersi perché anche questo per me è un concetto importante: non finirsi mai completamente ma ricercare sempre in noi stessi qualcosa di nuovo.
Che valore dai alla pioggia?
La pioggia è simbolo di un momento in cui ci fermiamo un secondo, guardiamo fuori dalla finestra, ci concentriamo su un aspetto banalissimo e riflettiamo su dove prendere la mira. Credo sia un elemento che ci possa mettere un attimo in pausa, sospendersi e focalizzarsi su chi siamo. Quando fuori piove è come se il mondo scorresse un po’ più lentamente.
Come hai scelto il sound del brano?
Volevo che fosse orecchiabile, comunicare un qualcosa di importante attraverso un sound leggero.
Milano come città ti dà quello che cerchi? Ti ispira?
Ho un rapporto un po’ di amore e odio. È una città che ti dà tanta ispirazione e ti fa conoscere tante persone, al tempo stesso però qui si conduce una vita frenetica e bisogna stare al passo. Non mi dispiace questo, mi infonde molta carica ed energia. Alla lunga però anch’io sento il bisogno di fermarmi, perché questa condizione mette un po’ di pressione per certi versi. Le soste ad un certo punto diventano obbligatorie.
Qual è stato il tuo punto di forza in questo percorso?
L’entusiasmo che ho dal primo giorno non è mai cambiato nei confronti della musica. Per me è come un linguaggio, a parole non mi esprimo così bene come quando canto o scrivo. È il modo migliore che ho per comunicare e per questo il mio approccio è sempre alle stelle.
Tra tutti i singoli che hai pubblicato a quale sei più legata?
Sono molto legata a “Il sapore delle fragole”, l’ho scritta durante il lockdown, è stato un periodo molto difficile e triste perché ho perso i miei nonni. Questa canzone è dedicata a loro, ho voluto raccontare sia la perdita che la voglia di ricominciare la vita vera che mi stava aspettando fuori dalla pandemia. Ci tengo particolarmente, tutti i versi li conservo dentro di me.
Raccontaci qualche episodio positivo che ti porti nel cuore…
Ce ne sono tanti a dir la verità. Al primo posto metto sicuramente la partecipazione a Sanremo Junior, la punta dell’iceberg che mi ha segnato all’età di 14 anni. Con grande sorpresa vinco le finali nazionali e tutto ciò mi dà la possibilità di esibirmi all’Ariston con l’orchestra sinfonica.
Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Il riscontro positivo che vedi dall’altra parte, che ti fa continuare a crederci e a sognare. Mi lascia un senso di totalità e di cuore pieno.
A proposito di riscontri e feedback, che legame stai costruendo con il pubblico?
Come buon proposito del nuovo anno, voglio farmi conoscere e far ascoltare di più i miei pezzi a chi mi segue.
Prima di salire sul palco fai qualche rito scaramantico?
Sì, un pochino, devo fare alcune cose. Quando manca poco all’esibizione mi devo isolare completamente, mi metto in un angolo e non parlo con nessuno. Scaldo la voce e respiro profondamente. È un momento di raccoglimento.
Come ti piace passare il tuo tempo libero?
Leggo, pratico yoga, mi piace andare ai concerti, a teatro e alle mostre. Sono attratta dall’arte in generale.
L’arte cosa riesce a comunicarti?
Tanta bellezza. L’arte è un’insegnante di vita, ti fa scoprire novità e ti arricchisce.
Prima mi hai accennato che ti sei laureata? Posso chiederti in cosa?
Mi sono laureata in linguaggi dei media, un ramo di lettere e filosofia, specializzandomi nell’ambito della comunicazione ed eventi dal vivo.
Questo campo di studio è affine a quello che ti piace fare?
Assolutamente. Oltre a viverla in prima persona, mi affascina il dietro le quinte dello spettacolo, tutta la parte manageriale per ciò che concerne un evento culturale. Ho cercato di combinare le due strade ed è stato molto utile.
Cosa hai segnato nella lista delle cose da fare nel 2025?
Sicuramente usciranno nuovi singoli, ci sto già lavorando. Spero sia un anno di soddisfazioni personali, voglio comprendere dove mi può portare questo percorso.
Progetti in cantiere?
Da un po’ di giorni ho in testa l’idea di suonare in giro come busker, è un progetto che mi stimola.
Quali obiettivi vuoi raggiungere con la musica?
Il mio sogno sarebbe arrivare a Sanremo Giovani, è molto in alto ma la missione è appena iniziata.