Il gruppo ha parlato a Musica361 del nuovo singolo “Subluminal”: una canzone che esce un po’ dai soliti schemi e che strizza l’occhio a diversi generi musicali che caratterizzano gli ascolti dei vari componenti della band…
Ciao, innanzitutto vi chiedo di presentarvi ai lettori di Musica361…
Ciao a tutti! Siamo Astetal, una band di quattro amici accomunati, oltre che dalla passione per la musica, dalla vicinanza geografica. Abitiamo tutti in comuni limitrofi e attraversati dal fiume Astico, da qui il nostro nome che in lingua cimbra significa “Valle dell’Astico”, scelto per sottolineare le nostre origini, il legame con esse e con l’ambiente naturale che caratterizza questi luoghi, fonte di continua ispirazione per le nostre canzoni. Il progetto è nato nel 2015, ha attraversato diversi cambi di formazione che si sono rivelati anche uno stimolo per evolvere a livello di sonorità e attualmente vede alle chitarre Marco Biasi e Alessandro Digiuni, al basso Marco Zavagnin e alla batteria Jacopo Bidese.
Da poco è uscito il vostro singolo “Subluminal”, un pezzo diverso dal solito, in che modo si discosta dai vostri schemi consueti?
“Subluminal” è una canzone che strizza l’occhio a diversi generi musicali che caratterizzano gli ascolti di ognuno di noi e che inevitabilmente poi influenzano le sonorità che ricerchiamo in fase di composizione. Si passa da sonorità più affini al midwest emo, nella prima parte, al crescendo in tempo dispari più vicino alla musica prog. Ci siamo dati quindi un po’ più di libertà.
In particolare, in che modo si differenzia, ad esempio, dal precedente “Nightfrost”?
“Nightfrost” è una canzone più rilassata e malinconica, dove abbiamo giocato molto sulla dinamica e sui crescendo a differenza di “Subluminal” che è più diretta. A livello compositivo le somiglia, sono entrambe canzoni figlie di un arco di tempo non troppo diverso, nel quale abbiamo composto dei brani ritoccando idee registrate in sala prove, a differenza del precedente album “Veliger” nel quale le canzoni sono state costruite parte dopo parte. Queste due nuove canzoni rispecchiano di più l’unione delle varie influenze che arrivano dai progetti e dagli ascolti passati e presenti di ogni membro della band. Una sintesi di esperienze diverse che hanno trovato nelle canzoni un punto di equilibrio.
Siete una band Post-rock, ma quali sono i vostri cantanti o le vostre band di riferimento?
Come dicevamo ognuno di noi ha un differente background di ascolti e progetti in cui ha suonato: alcuni di noi hanno suonato in band metalcore, punk, alternative rock e addirittura irish-punk e funk. Nel genere di riferimento, il post-rock, gli ascolti che ci accomunano e che ci fanno sognare sono band come Caspian, This Will Destroy You, Mogwai, Russian Circles, Explosions in the Sky, Sigur Ròs, God is an Astronaut e gli italiani Giardini di Mirò, Massimo Volume, Red Light Skyscraper, Winter Dust (con cui abbiamo condiviso il palco qualche mese fa).
A proposito di generi, quello del momento è sicuramente la Trap, che però suscita molte critiche per la durezza dei testi, qual è la vostra opinione?
Crediamo che anche gli scorsi periodi storici abbiano avuto artisti o generi musicali che con i testi di alcune loro canzoni o comportamenti potrebbero aver suscitato scalpore all’epoca, rileggendoli a fianco dei testi attuali non si distanziano molto da tematiche, violenza e sessismo. Questo non vuole essere una giustificazione alla violenza di certi testi ma, se queste canzoni comunque ricevono i loro ascolti vuol dire che trovano mezzi di distribuzione, in primis, e poi orecchi e quindi persone che amplificano ancora di più la loro portata.
Com’è secondo voi la situazione della musica in Italia? Voi in particolare trovate delle difficoltà ad esprimere la vostra arte?
La nostra attenzione sia a livello di ascolti che di partecipazione attiva a concerti ed eventi è prevalentemente rivolta a quel sottobosco musicale che molto spesso non arriva all’attenzione dei media nazionali o generalmente passa (purtroppo) in sordina. In particolare qui nell’alto vicentino c’è parecchio fermento a livello musicale, la possibilità di portare la nostra musica dal vivo c’è, molto spesso chi organizza gli eventi è anche chi suona o ha suonato in band locali, quindi si crea una buona rete che può portare ad organizzare una data.
Sicuramente ci piacerebbe suonare di più rispetto a quanto abbiamo fatto finora, magari anche portando la nostra musica dal vivo fuori regione.
Oggi imperversano i talent, qual è il vostro giudizio?
Come band non ci pensiamo ma siamo dell’idea che i talent, se impiegati in un certo modo, siano comunque una buona vetrina per la propria musica e per portare il proprio messaggio ad un pubblico più ampio.
Prima di salutarci ci parlate dei vostri progetti futuri?
A partire da Settembre inizieranno ad uscire nuovi brani che abbiamo registrato insieme a “Nightfrost” e “Subluminal” e di cui andiamo molto fieri. Li abbiamo già portati live negli ultimi concerti ricevendo feedback molto positivi. Nel frattempo stiamo organizzando nuovi live per l’inverno e l’anno prossimo, mentre continuiamo a sperimentare in sala prove con nuovi strumenti e valutando l’aggiunta di una voce. Non vediamo l’ora di condividere con voi questa nuova versione degli Astetal!
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