La giovane cantante ternana parteciperà nella categoria Nuove Proposte del Festival di Sanremo con il brano Insieme.
Valeria Farinacci è stata recentemente proclamata come futura nuova proposta del Festival della Canzone italiana. Ci sentiamo al telefono, come di consueto vista la distanza che non mi permette di raggiungerla a Terni, con il proposito di capire le sue impressioni e la sua personalità.
Inizia il percorso verso il Festival, come ti senti?
Bene, tutto il team è elettrizzato, dobbiamo metterci al lavoro per essere pronti per Febbraio.
Come è nata l’idea di partecipare ad Area Sanremo?
Alcune mie amiche cantanti mi hanno consigliato questo percorso. Avevo bisogno di seguire uno stage formativo come quello di Area Sanremo, incontrando personaggi del calibro di Beppe Vessicchio, Francesca Michielin e molti altri, tutti aperti al dialogo. Abbiamo avuto modo, poi, di esibirci dal vivo nei locali e nelle piazze di Sanremo. Come ho detto mi è stato consigliato e ne è valsa davvero la pena, anche io lo consiglierò sicuramente ad altre persone.
Che ambiente hai trovato?
Splendido, davvero. Sinceramente non mi aspettavo di trovare un ambiente simile e di incontrare altri artisti con cui legare, in particolar modo tra noi otto finalisti si è creato un bel rapporto, perché ci siamo conosciuti il primo giorno e fino all’ultimo siamo stati insieme: provini, serate live, viaggi e interviste. Mi sarei aspettata un ambiente molto più competitivo, questa cosa in realtà non c’è stata e sono molto felice di dirlo. Ci siamo sostenuti a vicenda tra i finalisti e continueremo a farlo.
La canzone che hai presentato, Insieme, vuole invitare le coppie a durare nel tempo.
È un po’ come se fosse una ricetta per creare un rapporto che sia stabile e duraturo, cosa molto difficile soprattutto per noi ragazzi. C’è un messaggio di speranza all’interno del testo che io tengo davvero a comunicare, soprattutto quando sarò sul palco dell’Ariston.
Come mai hai scelto questo tema?
Ho avuto modo di lavorare con Giuseppe Anastasi (autore di Arisa, ndr) e insieme abbiamo cercato di sviscerare le storie dei ragazzi di oggi, abbiamo cercato un messaggio che potesse arrivare a tutti e che mi rappresentasse. Oltre al messaggio di speranza legato ai rapporti di coppia, nella parte finale il tema si allarga e diventa un “bisogna stare insieme” generale, dedicato al mondo e alla globalità. Trovo che sia importante comunicare questo nella nostra contemporaneità.
Il palco dell’Ariston è molto importante, per alcuni artisti è stato determinante, per altri no e magari sono emersi successivamente. Nel tuo caso, il Festival, che esperienza pensi possa essere?
Io spero che il Festival possa essere una vetrina per il mio progetto, logicamente. So anche che molti artisti sono passati dalle Nuove Proposte senza aver vinto, ma continuando molto bene il loro percorso artistico. Un giornalista mi ha raccontato che Mango addirittura non era entrato nelle Nuove Proposte, poi è diventato una parte importante della musica italiana come sappiamo. Tutto dipende da come giocherò le mie carte sul palco e quanto riuscirò a comunicare al pubblico. Se riuscirò a comunicare i miei messaggi tramutandoli in emozioni allora sarò contenta. Un artista deve saper comunicare emozionando.
In che modo sei arrivata a Giuseppe Anastasi? Sicuramente è stato un grande passo avanti nella tua carriera poter collaborare con un autore del suo calibro.
Ho fatto un concorso a Terni, la mia città, dove in palio c’era una borsa di studio per il CET di Mogol. In giuria, alla serata finale, c’era Giuseppe Anastasi a rappresentare il CET. Dopo aver vinto il concorso ho sfruttato l’opportunità della borsa di studio e grazie a questa ho avuto modo di incontrarlo insieme anche a Giuseppe Barbera, a Mogol e a Carla Quadraccia (in arte Carlotta), insegnante di canto della scuola, che mi sta seguendo come manager nel mio progetto. Da lì è nato tutto. Loro hanno creduto in me e voglio sempre ricordarlo, devo questo mio traguardo a loro e al loro aiuto.
Ad Area Sanremo, insieme a te, hanno partecipato alcuni ragazzi dei talent. Che opinione hai dei talent come format televisivo? Che impatto hanno secondo te oggi nella discografia italiana?
Un percorso come quello di Area Sanremo ti permette di conoscere alcuni artisti a tutto tondo. Io stessa ho fatto un provino ad Amici, è un percorso diverso quello dei talent. Anch’essi riescono ad essere formativi, soprattutto dal punto di vista della gestione mediatica, ti insegnano ad approcciarti con le telecamere e come sfruttare i social. Guardando i risultati si può dire che questo format sia una componente importante della musica odierna. È sbagliato pensare che non ci si faccia le ossa facendo un talent, però ritengo che un percorso come Area Sanremo sia migliore.