Amato o odiato, l’artista di “Ciny” è il più influente della scena trap italiana. I numeri e i featuring internazionali confermano il suo successo.
Sfera Ebbasta ha raggiunto, di recente, vette internazionali. Nella scena trap italiana è sicuramente uno dei maggiori esponenti, insieme a Ghali, non a caso condividono proprio lo stesso beatmaker Charlie Charles. Ma quali sono le ragioni per cui Sfera Ebbasta è riuscito ad ottenere tutto questo successo? Molti se lo chiedono, soprattutto coloro che portano avanti diverse “crociate” nei suoi confronti. Rispondere in breve è difficile, quindi mettiamoci comodi e analizziamo con calma cosa traspare dalla sua proposta artistica.
Melodia e musicalità
Uno dei punti forti delle canzoni di Sfera sono le parti melodiche del cantato. Se nel rap la ritmica degli incastri (il flow) è una parte fondamentale, nella trap, dove, ancor di più, la base è padrona, la melodia del cantato risulta un punto chiave. La maggior parte di canzoni di Sfera Ebbasta hanno diverse sezioni ad alto impatto melodico, che rendono accattivanti i suoi pezzi. Il contenuto testuale delle sue tracce verrà analizzato più avanti. Prendiamo ad esempio la sua hit “Cupido“, nella quale troviamo quattro diverse melodie: il ritornello “Con le altre faccio lo stupido…”, la strofa “Ami se rispondo male…”, il “doppio” ponte “E vieni qua, mentre fumo un blunt…” e “Anche se la sera, quando si fa tardi…”. Tutte e quattro le sezioni sono coinvolgenti al punto da rimanerti in testa, quindi quando stai camminando per strada e pensi: “Questo ‘nanana’ che continua ronzarmi dove l’ho sentito”? È probabile che sia una canzone di Sfera. Questa dote è particolarmente internazionale, basti pensare che rap e trap in lingua inglese si sono insediati in Italia senza che molti degli ascoltatori capissero i testi, ma rapiti, appunto, dalla melodia e dagli incastri. Sempre a livello melodico, un altro punto di forza delle canzoni di Sfera sono i controcanti, le sporche e gli stacchi (come “Flash Flash” in Cupido), sempre nel momento giusto della traccia, per spezzare, creare contrasto e manetenere l’ascoltatore attento.
Freshness del personsaggio
Prima di arrivare ai contenuti, va analizzata la personalità di Sfera Ebbasta. Controcorrente e provocatorio: gli occhiali for woman fatti diventare un must, l’ossimoro del doppio Rolex al Concertone del Primo Maggio (Festa dei lavoratori). Tutto comunica il voler stare sulla bocca del prossimo. Se qualcuno pensa che Sfera sia forte, ha vinto lui. Se qualcuno lo odia, lo deride, vince sempre lui. E questo porta soltanto a quella parola di cui si fa abuso al giorno d’oggi, Sfera Ebbasta fa tendenza: nella moda, nella musica, nel porsi verso il prossimo, nelle movenze dei video, nel modo di gesticolare, nei tatuaggi, nei contenuti. Tanti altri colleghi sono solo suoi copia-incolla che non hanno ancora capito la differenza tra essere un personaggio (Sfera) e fare il personaggio. Per questo il rapper di “Ciny” può essere definito uno dei capi saldi italiani della società dell’apparire. I numeri lo confermano.
Periodo storico-culturale
Ogni periodo storico ha un’incidenza sulla cultura. Nel mondo della musica è alla base di qualsiasi avvenimento. Il jazz, ad esempio, si è formato durante il meltin pot delle migrazioni mondiali in America, il paese dove trovare fortuna, mentre l’hip hop, invece, era un movimento di espressione artistica e di protesta delle comunità afroamericane costrette a vivere nei ghetti. La trap è un’appendice del rap che si è fusa con la musica elettronica dopo la nascita della dubstep. Questo genere ha trovato un terreno fertile nell’immaginario collettivo grazie alla viralità dei social. Se il gangsta rap era espressione di potenza tramite l’ostentazione e l’incitazione alla violenza, la trap sembra farsi carico dell’istigazione degli haters: più qualcosa può essere provocatorio, più avrà un ritorno (lo si vede dal recente exploit di Young Signorino). In più, l’immagine, il vestiario, lo sfarzo, hanno marcato a tal punto la provocazione da trasformarla da controtendenza a tendenza. Questo apre uno spiraglio su un possibile inizio del declino del mercato trap o della possibile necessità di trovare qualcosa di nuovo che rompa gli schemi: i tatuaggi sulla faccia non bastano più, quale sarà la prossima mossa?
Sfera in tutto questo è diventato un simbolo e cavalca l’onda della viralità e del narcisismo. Visto che lui, insieme a Ghali e la Dark Polo Gang, è stato un pioniere della trap, oggi gode del riconoscimento dei fan, i quali lo elevano a uno status di grazia. Considerando Sfera come il classico anti-eroe della narrativa (il Walter White della trap), è chiaro che il suo status venga giustificato qualsiasi gesto decida di fare, dal provocatorio al solidale, dal legale all’illegale.
Contenuti
La diaspora sui contenuti, soprattutto in Italia, è all’ordine del giorno. Saranno i quasi 70 anni del Festival di Sanremo, sarà che siamo un paese con una grande storia cantautorale, sará che abbiamo visto nascere e morire il sommo Dante e altrettanti magnifici esponenti letterari. Però ricordiamoci anche di cosa stiamo parlando. Perché intanto i divertissment sono sempre esistiti in qualsiasi forma d’arte. Inoltre, il movimento hip hop non ci appartiene, l’abbiamo fatto nostro come molte altre nazioni. E l’hip hop nasce come rottura degli schemi, in un contesto completamente diverso, in un paese con un’altra cultura. Quindi andare ad imporre dei “contenuti”, in senso aulico, sarebbe assolutamente fuori contesto. Detto ciò, chi pensa che parlare di droga, sessualità, abusi o rapporti interpersonali deviati non sia un contenuto, dovrebbe capire realmente in che mondo stiamo vivendo. Del velo di Maya ne ha già parlato egregiamente Schopenhauer, si consiglia di fare riferimento a lui.
In Sfera Ebbasta, tendenza e provocazione trovano il loro sfogo nel linguaggio utilizzato, che è cambiato nel tempo, mantenendo tratti di originalità assoluta, che denotano la firma di Sfera. Se nel suo periodo underground una tematica ricorrente era la Purple Drunk, e la conseguente comunità che c’era attorno a questa sostanza home-made, oggi che è in major l’ago della bilancia si è spostato. La bevanda viola è una citazione artistica al passato, in periferia, tra le difficoltà della vita che ti schiacciano se non metti il petto in fuori e le affronti. Per questo, oggi, Sfera Ebbasta ha come tematica principale il riscatto, come per dire: “Ho grattato il fondo, ma ora mi prendo tutto, cazzo”. C’è autocelebrazione, come tutti gli esponenti dell’hip hop dagli anni ’90 ad oggi, ma sempre con originalità. È logico che i temi trattati nel passato e nel presente siano molteplici, ma le tematiche medie riscontrate sono quelle elencate. E la forza di Sfera è che il riscatto non lo urla il suo personaggio, ma la sua persona. In due tracce dell’ultimo album “Rockstar“, Sfera Ebbasta sembra abbandonare per un secondo la sua sovrastruttura per tornare Gionata Boschetti, il ragazzo di Cinisello Balsamo: in “Tran Tran“, ad esempio, canta “dei miei pensieri riempivo la stanza, dopo gli sforzi di una vita intera” oppure “non ho mai chiesto niente a nessuno”. Poi torna nuovamente nel personaggio Sfera Ebbasta, ma l’introspezione è chiara nei suoi pezzi se si decide di ascoltare con attenzione. Un’altra traccia in cui accade nuovamente questo è “Ricchi per sempre“, in cui dice: “Saremo ricchi per sempre, ma forse no, va bè fa niente, ho scritto una canzone, sì quella è per sempre”. Oltre al riscatto, l’accettazione. Oggi Sfera è al top, ma Gionata sa bene che potrebbe non durare per sempre. Sfera si vanta di “fare i soldi”, Gionata accetta un possibile declino, “ma forse no, va bè fa niente”, non ha paura dei riflettori spenti, perchè ha già vissuto di peggio. Sempre nella stessa traccia parla del padre e del rapporto che lo lega stretto alla madre (“Ma almeno sono riuscito a far ridere mamma”). È interessante come “Ricchi per sempre” sembri una confessione di Sfera a Gionata, come per dire: “Ce l’abbiamo fatta” (dal testo: “E mi è tornato in mente, che non avevamo niente, nelle tasche solamente le mie mani fredde, qualche sogno infranto e le sigarette”. Egli parla probabilemente alla madre, agli amici, ma anche a se stesso). “Ho scritto una canzone sì quella è per sempre”, anche questa è una nota personale. Se Gionata fosse davvero superficiale come lo dipingono quando è vestito da Sfera, non avrebbe scritto “Ricchi per sempre” e queste frasi. Gionata sa bene che alla fine sono sempre le canzoni a sancire se qualcosa rimarrà o sará solo una foglia che aspetta di cadere quando il vento avrà cessato di soffiare.
Charlie Charles
“Last but not least” dicono gli anglosassoni. Se Sfera ha successo lo deve solo a Charlie Charles? No, per le ragioni elencate sopra, ma sicuramente Charlie è uno dei vettori del suo successo. La storia dell’urban music è piena di connubbi artistici tra beatmaker ed MC, quindi ben venga. Sarebbe come togliere Don Joe ai Club Dogo, un’eresia. L’esperienza e la dedizione di Charlie Charles sono una pedina fondamentale, perché oltre alla produzione del beat, lui è il direttore d’orchestra della parte musicale di Sfera Ebbasta. La base, come ha confessato Giame nell’intervista per la nostra testata durante il Genova Hip Hop Festival, è quello che muove le masse in questo genere musicale. Per questo Charlie Charles, come Sick Luke o Andry The Hitmaker, hanno in mano l’essenza di tutto. Perchè, in fin dei conti, a governare nella musica è sempre la musica stessa. Chi sa dove mettere le mani, chi ha studiato per farlo, è sempre un passo avanti al prossimo.