Ufficializzati i nomi dei finalisti delle Targhe Tenco 2016, il riconoscimento più ambito della Canzone d’Autore italiana.

Targhe Tenco 2016: ecco tutti i finalistiDopo il primo voto, che ha coinvolto una nutrita giuria di oltre 200 giornalisti e critici musicali, sono stati ufficializzati i finalisti delle Targhe Tenco 2016, il riconoscimento più ambito della Canzone d’Autore italiana. Parte ora il secondo voto, dopodiché si attendono i nomi dei vincitori di ogni sezione a cui verrà consegnata l’autorevole targa durante il Premio Tenco, la rassegna della Canzone d’Autore organizzata dal Club Tenco, in programma dal 20 al 22 ottobre prossimo a Teatro Ariston di Sanremo.

Al tema delle migrazioni e dell’integrazione fra i popoli sarà dedicato uno spazio importante all’interno della 40ª edizione del premio; già resi noti i nomi dei primi ospiti, tra cui Bombino, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Enzo Avitabile & Amal Murkus, Giacomo Sferlazzo.

FINALISTI TARGHE TENCO 2016

Album in assoluto dell’anno (di cantautore)

  • Afterhours – Folfiri o Folfox;
  • Gerardo Balestrieri – Canzoni nascoste;
  • Vinicio Capossela – Canzoni della Cupa;
  • Niccolò Fabi- Una somma di piccole cose;
  • Yo Yo Mundi- Evidenti tracce di felicità.

Album in dialetto (di cantautore)

  • Almamegretta – Enneenne;
  • Claudia Crabuzza – Com un soldat;
  • Stefano Saletti & Banda Ikona – Soundcity. Suoni dalle città di frontiera;
  • James Senese – O sanghe;
  • Daniele Sepe – Capitan Capitone e i fratelli della costa.

Opera prima (di cantautore)

  • Patrizia Cirulli – Mille baci;
  • Chiara Dello Iacovo – Appena sveglia;
  • Giorgieness – La giusta distanza;
  • Motta – La fine dei vent’anni;
  • Andrea Tarquini – Disco rotto.

Interprete di canzoni non proprie

  • Peppe Barra – E cammina cammina;
  • Giorgio Canali & Rossofuoco – Perle per porci;
  • Francesco De Gregori – Amore e furto. De Gregori canta Dylan;
  • Bobo Rondelli – Bobo Rondelli canta Piero Ciampi;
  • Peppe Voltarelli – Voltarelli canta Profazio.

Canzone singola (premio agli autori; tra parentesi l’interprete)

  • Francesco di Giacomo-Paolo Sentinelli – La bomba intelligente (Francesco di Giacomo/Elio e le Storie Tese);
  • Samuele Bersani – La fortuna che abbiamo (Samuele Bersani);
  • Giuliano Sangiorgi-Remo Anzovino – L’alba dei tram. Canzone per Pasolini (Mauro Ermanno Giovanardi);
  • Manuel Agnelli – Non voglio ritrovare il tuo nome (Afterhours);
  • Marco Iacampo – Pittore elementare (Iacampo).

Siti Web Ufficiali: www.premiotenco.itwww.clubtenco.it

Dal 9 settembre sarà disponibile in doppio vinile la speciale raccolta dedicata alla “Pantera di Goro”, già pubblicata in un cofanetto contenente tre cd, elegantemente ideato dall’art director Luciano Tallarini.

Milva-raccolta-2 vinili«Non occorre che io mi sieda sul letto a rivedere i sogni perduti. Basta guardare gli occhi di Milva e vedo la mia felicità. Coloro che pensano che la poesia sia disperazione non sanno che la poesia è una donna superba e ha la chioma rossa […]». Così la straordinaria poetessa Alda Merini descrive Milva in un toccante recitato che apre quel meraviglioso disco intitolato Milva canta Merini – Sono nata il 21 a primavera. Non ci potevano essere parole più azzeccate per descrivere la grandiosità di un’Artista come Milva, patrimonio culturale da preservare e valorizzare con estrema cura. Alle parole della Merini si aggiungono quelle dell’amico Luciano Tallarini, valoroso art director del recente triplo cofanetto dedicato alla “Rossa” che la definisce «una vera e propria forza della natura».

È chiaro che non è possibile racchiudere la sconfinata carriera di Milva in tre soli cd, meno ancora nella versione in doppio vinile disponibile dal 9 settembre. Ci vorrebbe un’enciclopedia discografica per tracciarne l’eccezionale percorso iniziato nel 1959 con la pubblicazione di un Ep sotto il nome di Milva Biolcati contenente quattro canzoni (Le rififi/Vivrò/Nel blu dipinto di blu/Due croci) e giunto – non ci piace dire “terminato” – fino al 2010 con l’album Non conosco nessun Patrizio, prodotto e arrangiato da Franco Battiato, senza però contare la discografia estera, le raccolte, i live o le registrazioni riguardanti progetti teatrali.

A dire il vero, non basterebbe neanche un articolo a descriverne, seppur per sommi capi, i momenti più importanti di una carriera che ha attraversato 50 anni di storia – sociale e culturale – del nostro Paese: dalle 15 partecipazioni al Festival di Sanremo (è l’artista femminile che vanta il record di presenze) alle song di Brecht/Weill; dalla collaborazione con Giorgio Strehler a quelle con Astor Piazzolla, Vangelis, Thanos Mikroutsikos e Shinji Tanimura fino a cantautori di casa nostra come Jannacci e il già citato Franco Battiato; dagli album realizzati con Francis Lai ed Ennio Morricone a quelli con Alda Merini e Giorgio Faletti. E ancora le commedie musicali di Garinei & Giovanni, le canzoni di Edith Piaf, i canti della libertà, le melodie napoletane, le pièce teatrali, i film, le onorificenze, le incisioni in lingua tedesca e giapponese.

Milva-Jannacci
Milva con Enzo Jannacci.

Ben venga questa nuova antologia, pubblicata dalla Sony Music/BMG, che offre una buona panoramica sull’incredibile ecletticità artistica di Milva. Nel primo capitolo si ascoltano episodi sanremesi (Canzone del 1968, Un sorriso del 1969, Mediterraneo del 1972, Da troppo tempo del 1973, Monica delle bambole del 1974), francesi (Milord e Nulla rimpiangerò) e di successo commerciale (Little Man e La filanda). Il secondo capitolo è invece dedicato ai cantautori che hanno scritto per lei: da Enzo Jannacci (La rossa e Il dritto) a Franco Battiato (Alexander PlatzUna storia inventata, Centro di gravità permanente); da Antonello Venditti (Eva dagli occhi di gatto) a Carlo Marrale (Mon amour), fino ad arrivare a Ron (Sono felice). Le “chicche” trovano spazio nell’ultimo capitolo, dove scorrono all’ascolto brani come Qualcosa di mio (dalla commedia musicale Angeli in bandiera di Garinei e Giovannini), Cantare e vai (sigla finale del programma televisivo Al Paradise), tre pezzi tratti dalla Cantata di un mostro lusitano di Peter Weiss (Diego Cao, Nel buio, Juana), più le versioni in lingua giapponese di Ho capito che ti amo, Da troppo tempo e Canzone.

Antologia preziosa sia per chi ha voglia di iniziare a scoprire questa monumentale Artista, sia per i tanti estimatori che da anni la seguono con grande passione. Altro merito non sottovalutabile, anzi di considerevole importanza, è quello di ricordarci una questione fondamentale: quanto ci manca e quanto manca alla Canzone Italiana e non solo un’Artista unica e talentuosa – ovvero dotata di personalità, carisma, spessore, profondità e via dicendo – come Milva.

Sito Web Ufficiale: www.milvalarossa.it

La cantante ferrarese, ormai salentina d’adozione, sarà protagonista di una serie di concerti con la prestigiosa orchestra pugliese, ripercorrendo celebri motivi delle più belle colonne sonore del cinema e non solo.

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Un momento dello spettacolo “CineSinfonia e…” con Patrizia Bulgari.

Nel grande marasma virtuale, in particolare dei social network, capita sovente di trovarsi di fronte a domande cruciali del tipo: «Quell’artista è sparito, non si vede più in televisione, né si sente più, chissà che fine ha fatto?». Seguono dibattiti accesi, dove ciascuno dice la sua, a volte facendo illazioni non di poco conto. La risposta, in molti casi, è davvero semplice: «Stanno bene, godono di ottima salute e soprattutto fanno cose molto belle!». È il caso di Patrizia Bulgari, bionda e talentuosa cantante ferrarese emersa nei primi anni ‘90 grazie a un paio di Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte (Giselle nel ‘91 e Amica di scuola nel ‘92), dotata di una voce carismatica e suadente oltre che di una presenza scenica autorevole ed elegante. La sua discografia conta sei album a cui si aggiunge un carnet ricco di concerti, manifestazioni, programmi televisivi e radiofonici e, negli ultimi quindici anni, l’attività di produttrice e autrice per la tv (Premio Oscar TV, Premio Barocco, Lecce Art Festival andati in onda su Rai 1).

La musica, però, resta per la Bulgari un amore immenso. È con piacere che si segnala un bell’evento in programma il prossimo 31 luglio ore 22 presso il “Giugrà” di Ostuni, in provincia di Brindisi, di cui sarà protagonista insieme all’Orchestra Terra d’Otranto intitolato CineSinfonia – Colonne sonore e…, condiviso con la voce del soprano Grazia D’Aversa e per la regia di Carlo Dilonardo.

Patrizia-Bulgari-e-Orchestra-Terra-OtrantoL’orchestra, diretta dal M° Antonio Palazzo, compirà uno straordinario viaggio di due ore nell’universo delle colonne sonore del cinema, eseguendo grandi autori come Nino Rota, Ennio Morricone, Luis Bacalov e Nicola Piovani, più alcuni omaggi a Maria Callas e Astor Piazzolla o a compositori quali Bizet e Ravel. Tra i principali obiettivi artistico-culturali dell’orchestra, che quest’anno festeggia i 15 anni di attività, c’è quello di diffondere presso i giovani  momenti coinvolgenti di musica di qualità. Il ricavato della serata sarà devoluto in beneficenza per il Villaggio SOS di Ostuni, in particolare per l’assistenza di bambini e ragazzi provenienti da famiglie in difficoltà.

«Ho abbracciato con entusiasmo il progetto dopo una pausa di 20 anni – racconta Patrizia – ed è stato come ritornare alle mie origini, quando da ragazzina mi cimentavo con i grandi classici. Ecco dunque reinterpretare il mio mito in assoluto, Edith Piaf, alla quale credo di assomigliare nel temperamento interpretativo o riscoprire la mia “anima latina” con una particolare versione di Amado mio, passando per The way we were della Streisand e arrivando a La vita è bella. Del resto, il sogno di ogni cantante è esibirsi con un’orchestra sinfonica! La mia libertà espressiva ora è al massimo, senza indugi e senza intermediari rispetto al periodo Sanremo; ora ci siamo solo io e il pubblico ed è una bella energica emozione!».

Da segnare in agenda anche la date del 12 agosto e del 25 settembre prossimi, quando l’evento sarà riproposto rispettivamente a Gallipoli e ad Alberobello; per aggiornamenti sulle date, consultare la pagina www.facebook.com/orchestraterradotranto.

Sabato 23 e domenica 24 luglio si svolgerà a Pozzo della Chiana, in provincia di Arezzo, la fase finale dell’ottava edizione del premio dedicato alla giovane cantante de “Il passo silenzioso della neve“.

Premio-Valentina-Giovagnini-2016Terminata la fase delle iscrizioni, ora è tempo di volgere l’attenzione alla finalissima dell’ottava edizione del Premio Valentina Giovagnini, in programma sabato 23 e domenica 24 luglio a Pozzo della Chiana, in provincia di Arezzo. L’evento, nato nel 2009 e organizzato dalla “Valentina Giovagnini Onlus”, oltre a tenere vivo il ricordo della straordinaria artista toscana scomparsa prematuramente nel gennaio 2009, ha il fine di promuovere senza scopo di lucro i giovani talenti emergenti.

Per le serate conclusive sono attesi a Pozzo della Chiana due artisti di spicco del panorama musicale italiano: il 23 luglio Gerardina Trovato e il 24 luglio Paolo Vallesi. La cantautrice di Catania, artefice di successi come Ma non ho più la mia città (Sanremo 1993), Non è un film (Sanremo 1994), Vivere (in duetto con Andrea Bocelli), Gechi e vampiri (Sanremo 2000), dopo otto anni di assenza dalle scene, è da poco tornata con un nuovo singolo, Energia diretta, preludio a un album di inediti. Il secondo, fiorentino doc, ha lanciato a giugno il singolo Estate 2016 che dà il titolo al suo tour in cui non mancheranno in scaletta hit come Le persone inutili (Sanremo 1991), La forza della vita (Sanremo 1992), Sempre, Non mi tradire, Non andare via (Sanremo 1996), più brani recenti come E’ bastato un momento e Il bello che c’è.

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Valentina Giovagnini.

Ad arricchire le due serate ci saranno inoltre la napoletana Roberta Nasti, vincitrice dell’edizione 2015 con l’inedito Nobody Can Be Alone e tra i partecipanti a The Voice 2016; Benedetta Giovagnini con il suo nuovo progetto musicale intitolato La Tanière d’Amèlie, condiviso con Andrea Boldi e Riccardo Lanzi; Giacomo Salvietti, ex X-Factor 2009 e tra i protagonisti della famosa opera popolare Notre Dame de  Paris.

A presentare la prima serata sarà Giulia Nannini (da La vita in diretta); la seconda dall’ormai conosciuto e di casa Omar B., inviato del programma televisivo Estate in diretta, in onda su RaiUno. La commissione artistica sarà capitanata dal noto autore Vincenzo Incenzo e composta da musicisti e addetti ai lavori tra cui Andrea Direnzo, Gianni BruschiMassimiliano Longo, Ronny Aglietti, Antonio “Escher” Pagano, Antonio GabelliniMauro Caldera, direttore di Musica361, a cui si aggiungeranno Gerardina Trovato e Roberta Nasti.

Tra oltre duecento candidature provenienti da tutta Italia, sono stati scelti 16 semifinalisti che si esibiranno con un brano inedito. Di seguito i nomi, il titolo della canzone e la provenienza:

1) Clarissa Vichi “Un fiore” – Pesaro (PU)
2) Sara Borgogni “Senza paura” – Montevarchi (AR)
3) Roberto Pezzini “Il mondo alla rovescia” – Gubbio (PG)
4) Cristoforo Nania “Vorrei ma” – Ragusa
5) Pierluigi Aliberti “In cerca di me” – Baronissi (SA)
6) Rossella Fornaroli “Sempre contenta” – Robecco (MI)
7) Claudia Zinno “Sarrà” Casalnuovo di Napoli (NA)
8) Manuel Saraca “Ci balliamo su” – Roma
9) Francesco Sportelli “Come una moneta” – Avezzano (AQ)
10) Metrò “Uno qualunque” – L’Aquila
11) Sara Magdalena “Non sono clandestina – Capaccio Paestum (SA)
12) Vito Palmisano “Uomo a metà” – Laterza (TA)
13) Saver “Libero da un’ora” – San Giorgio a Cremano (NA)
14) Raffaele Manfredonia “Una storia da raccontare” – Castel Volturno (CA)
15) Fabrizio Sanna “Riconoscersi” – Sassari
16) Marc Lee “Ballare e danzare” – Firenze

L’ingresso all’intera manifestazione è gratuito e tutto il ricavato andrà a sostenere un nuovo progetto della Valentina Giovagnini Onlus che verrà presentato durante la serata finale.

Sito Web ufficiale: www.premiovalentinagiovagnini.it

Il celebre Fausto Cigliano, accompagnato dal chitarrista Gianluca Marino, propone “Sarrà… chisà!”, recital di grande spessore in cui si conferma tra le poche voci che ancora danno lustro a quel patrimonio immenso rappresentato dalla tradizione musicale classica napoletana.

Fausto Cigliano propone “Sarrà… chisà!”
Fausto Cigliano.

Tra i pochi artisti che tengono ancora alta la bandiera della Canzone napoletana classica in Italia e nel mondo, è doveroso annoverare Fausto Cigliano. Voce tra le più belle e vibranti del panorama musicale partenopeo, nella sua ultra cinquantennale carriera ha collezionato una serie di esperienze prestigiose che lo hanno portato a calcare palcoscenici importanti come il Festival di Napoli e il Festival di Sanremo (nel 1964 presentò E se domani in coppia con Gene Petney), oltre a partecipare come attore a pellicole come Classe di ferro di Turi Vasile (1957) o Guardia, ladro e cameriera di Steno (1958). Chitarrista raffinato, vanta una carriera discografica copiosa, contraddistinta da una serie di preziosi lavori incisi con il Maestro Mario Gangi (ad esempio la collezione Napoli concerto) e da solista (L’oro di Napoli 1 & 2).

 Fausto-Cigliano-Sarrà… chisà
La locandina del recital “Sarrà… chisà!” di Fausto Cigliano, accompagnato dal chitarrista Gianluca Marino.

Lo scorso aprile, insieme al valente chitarrista Gianluca Marino, Cigliano ha dato vita a un bel recital che è un vero e proprio viaggio nella Canzone Napoletana, intervallato da un’attenta guida all’ascolto e comprendente episodi storici come Me voglio fa’ ’na casa (1835), Marzo (1982), I’ te vurria vasà (1900), Reginella (1917), Silenzio cantatore (1922); ancora Passione (1934), ’Na sera ’e maggio (1937), Simme ’e Napule paisà (1944), Che m’è ’mparato a ffà (1957) e Sarrà… chisa! (1959), quest’ultimo brano con cui trionfò al Festival di Napoli e che dà il titolo all’intero concerto.

Per la gioia e il piacere di tantissimi estimatori della Canzone napoletana classica, Cigliano&Marino porteranno il recital in giro per alcuni importanti festival della nostra penisola. Di seguito il calendario:

  • 09 Luglio 2016 > 24° Festival della Chitarra di Mottola (Taranto);
  • 10 Agosto 2016 > Festival Cilento in Musica di Gioi Cilento (Salerno);
  • 11 Agosto 2016 > Velia Festival di Marina di Ascea (Salerno);
  • 14 Agosto 2016 > Pescara International Music Festival di Pescara.

Un’occasione imperdibile per apprezzare l’Arte di Fausto Cigliano sostenuta dalla maestria di Gianluca Marino.

Atteso ritorno discografico per i Dirotta su Cuba, la famosa “acid jazz & funky band italiana” con il singolo Sei tutto quello che non ho, ad anticipare l’album The Studio Session Vol. 1 in uscita il 23 settembre prossimo per la Warner.

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Dirotta su Cuba.

Quando spuntarono i Dirotta su Cuba nel rassicurante panorama musicale italiano, correva l’estate 1994. Pochi mesi prima, infatti, il podio big del Festival di Sanremo era stato conquistato rispettivamente da Aleandro Baldi (Passerà), Giorgio Faletti (Signor Tenente) e Laura Pausini (Strani amori). Ovvero nulla di nuovo sotto il cielo di casa nostra. Per non parlare del podio Nuove Proposte: Andrea Bocelli (Il mare calmo della sera), Antonella Arancio (Ricordi del cuore) e Danilo Amerio (Quelli come noi). Insomma, per farla breve, melodia à gogo.

Il gruppo fiorentino, nato nel 1989 e composto da Rossano Gentili, Stefano De Donato e Simona Bencini, fu davvero uno scossone gradito, una ventata di aria nuova, un’energia che non s’era mai sentita. Finalmente qualcuno aveva osato, creando un buon prodotto “made in Italy” che però strizzava l’occhio all’universo musicale black, in particolare a quel pianeta chiamato acid jazz. La vera novità, in particolare, stava nei testi in italiano. Uno dietro l’altro, i DSC inanellarono una serie di singoli di successo, suonatissimi dalle radio: Gelosia, Solo baci, Liberi di – Liberi da, Dove sei?, Legami, Sensibilità, Ridere, Tribù, Io con te via da te, È andata così, più l’ottimo remake di Jesahel dei Delirium.

Anni intensi quelli tra il ’94 e il ’97: dischi di platino, Festivalbar, Sanremo, concerti in lungo e in largo per l’Italia, attenzione mediatica, consensi di pubblico e critica. Dopo la pubblicazione del quarto album, Dentro ogni attimo (2000), l’uscita di De Stefano; dopo il quinto, Fly (2002), quella della Bencini. L’estate 2009 vede la reunion del gruppo in occasione del ventennale di fondazione; poi una serie di nuovi singoli (Ragione o sentimento, Essere o non essere, Parole) e di tour live che permettono alla acid jazz & funky band di riprendere in pieno il percorso musicale insieme.

Dirotta-su-Cuba-tour

Dal 10 giugno scorso è disponibile in tutti i negozi e digital store Sei tutto quello che non ho, uno dei tre inediti che anticipa l’album The Studio Session Vol. 1 in uscita il 23 settembre prossimo per la Warner. «Questo album – dichiara Simona Bencini – è l’occasione per i DSC di riprendere le fila di un discorso interrotto tempo fa, cercando di farsi conoscere anche dalle nuove generazioni. Per questo facciamo un tributo al nostro primo disco del 1995, rinnovato negli arrangiamenti e con importanti collaborazioni». Ospiti speciali impreziosiscono il progetto, tra cui Mario BiondiNeri per caso, Gegè TelesforoBengi dei Ridillo e Max Mbassadò. L’album verrà presentato al Blu Note di Milano nella stessa data di pubblicazione.

«Ci siamo resi conto – aggiunge la Bencini – che in tutti questi anni di assenza discografica, nessuno aveva colmato il nostro vuoto, nessuno aveva più fatto del buon funky in italiano. Sonorità simili le abbiamo ritrovate in Mario Biondi, ad esempio nell’album Sun prodotto dagli Incognito, ma in inglese. Ci sono tanti appassionati del genere che per anni che sono rimasti “orfani” e noi siamo tornati soprattutto per loro!».

Una due giorni di musica, incontri, dibattiti, proiezioni e letture per ricordare il “piccolo uomo” della canzone italiana, a cui sarà dedicata anche una via. Attesi tantissimi ospiti tra cui Maurizio Lauzi, Gino PaoliPaolo Conte, Iva Zanicchi, Mario Lavezzi, i fratelli La Bionda, Omar Pedrini e Andrea Mirò.

Ritornerai-una-strada-nel-parco-Bruno-LauziBruno Lauzi e la canzone d’autore. Bruno Lauzi e il cabaret. Bruno Lauzi e la poesia. Bruno Lauzi e il mondo dell’infanzia. Bruno Lauzi e il pop. Bruno Lauzi e il jazz. Bruno Lauzi cantautore. Bruno Lauzi canta Lucio Battisti. Bruno Lauzi e la canzone dialettale genovese. Bruno Lauzi autore per altri. Bruno Lauzi e il Brasile. Potrebbe essere l’indice di un’eventuale pubblicazione dedicata all’indimenticato artista, nato ad Asmara l’8 agosto 1937, cresciuto a Genova e scomparso a Peschiera Borromeo dieci anni fa, esattamente il 24 ottobre 2006. Eclettico, ironico, arguto, personalità unica nel panorama musicale italiano, Lauzi rappresenta senza ombra di dubbio l’ideale di artista libero, anticonformista (come lo ha definito Ivano Fossati), non imprigionato in nessun clichè o imbrigliato in nessuna appartenenza.

Per tenere viva la sua memoria, giovedì 23 e venerdì 24 giugno si terrà a Rocchetta Tanaro, in provincia di Asti, l’evento Ritornerai, c’è una strada nel parco…, una due giorni di musica, proiezioni, incontri, dibattiti e letture a cui prenderanno parte moltissimi amici e colleghi del cantautore, ma anche giornalisti e operatori culturali, che ricorderanno l’enorme statura artistica del “piccolo uomo” della canzone italiana e promuoveranno una raccolta fondi per la ricerca sul morbo di Parkinson, malattia da cui egli era affetto. Momento speciale sarà l’inaugurazione della via a lui intitolata: “Passeggiata Bruno Lauzi, c’è una strada nel parco”. Rocchetta Tanaro, per chi non ne fosse a conoscenza, era un luogo particolarmente caro a Lauzi: paese “della quieta follia”- come egli stesso lo definiva – di circa 1.500 anime, immerso tra vigne e boschi del parco naturale nel cuore del Monferrato astigiano, qui vi era arrivato nel 1972 insieme alla moglie Giovanna, comprando una cascina chiamata “La Celesta” che era poi diventato il nome di una sua barbera.

Il titolo delle due giornate, Ritornerai, c’è una strada nel parco, non è una scelta a caso: «è il suo più grande successo – dichiara Franco Fasano, anima dell’iniziativa insieme al medico/cantautore rocchettese Paolo Frola – ma è anche il desiderio che Bruno torni con tutti noi quella sera. È lui il vero direttore artistico di ciò che succederà nella lunga giornata di 48 ore che avrà inizio il 23 giugno». Dietro le quinte ci sono il Comune di Rocchetta Tanaro, la Pro Loco e tanti amici; l’iniziativa gode del patrocinio del Club Tenco.

Tantissimi gli ospiti attesi: Maurizio Lauzi, Gino Paoli, Paolo ContePippo BaudoFranco Mussida, Iva Zanicchi, i fratelli Carmelo e Michelangelo La Bionda, Michele, Mario Lavezzi, Aberto Radius, Dario Baldan Bembo, Memo Remigi, Oscar Prudente, Giorgio Conte, Marco e Charlotte Ferradini, Jocelyn, Omar Pedrini, Andrea Mirò, Danilo Amerio, Giampiero Alloisio, Silvia Annichiarico, Maurizio Ferrini, Enzo Cortese, Vladi Zullo dei Trilli, Mark Baldwin Harris, Sante Palumbo, Enrico De Angelis, Claudio Bonivento, Paolo Massobrio, Gianni Coscia, Luca Ghielmetti, Lauro Ferrariri (storico chitarrista di Bruno, promotore dell’associazione culturale “Il Dorso della Balena” che cura immagine e memoria del cantautore); ancora Franchino Piccolo, Sergio Alemanno, Riccardo Zara, Andy Surdi, Ellade Bandini, Alberto Bertoli, Laura Troschel, Davide e Alessandro De Muro, Caterina Frola, Piccolo Coro I.C. “Fabrizio De André”, Piccolo Coro del Silenzio “Mariele Ventre”, i critici musicali Marinella Venegoni e Franco Zanetti, i rocchettesi Paolo Tomalino, i Frustatori di Rocchetta, la Banda musicale al completo diretta da Corrado Schialva.

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Bruno Lauzi con Franco Fasano.

Di seguito, il programma dettagliato delle due giornate.

GIOVEDÌ 23 GIUGNO

Ore 17 c/o Salone Roceta: proiezione del filmato Incontro Lauzi-De Angelis (Verona, Teatro Nuovo, 13 febbraio 1990);

Ore 18,45 c/o Località Maccona: taglio del nastro per l’inaugurazione della via dedicata dal Comune di Rocchetta Tanaro all’artista, intitolata “Passeggiata Bruno Lauzi, c’è una strada nel parco” con il figlio Maurizio Lauzi. Atteso il cantautore Gino Paoli.

Ore 21: Ritornerai c’è una strada nel parco… Parte prima, serata con ospiti.

VENERDÌ 24 GIUGNO

Ore 17 c/o Salone Roceta: proiezione del filmato Ora dicono fosse un poeta con l’intervento del regista Antonio De Lucia e dello scrittore Dario Voltolini. Lettura delle poesie di Bruno Lauzi a cura di Lidia Sbalchiero.

Ore 21: Ritornerai c’è una strada nel parco… Parte seconda, serata con ospiti.

Per info:

Massimo Fungo (3385030493 – massimo.fungo@gmail.com)

Comune Rocchetta Tanaro (0141644123 – sindaco@comune.rocchettatanaro.at.it)

Nuovo album per l’interprete bresciana che esordì al Festival di Sanremo venticinque anni fa, classificandosi seconda nella sezione “Novità” con La donna di Ibsen. Il disco, prodotto dalla PressingMusic, è composto da sette brani inediti più tre omaggi dedicati a Lucio Dalla, Mango e Domenico Modugno.

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«Non tollero più canzoni che non sento mie. Ciò che chiedo è che una canzone sia una cosa nella quale possa credere fino in fondo». Ecco una delle tante dichiarazioni, se non proprio massime, lasciateci in eredità dall’indimenticata Mia Martini, che la dice lunga su cosa significhi “interpretare” una canzone. Trasportando questa idea e applicandola a un’interprete come Irene Fargo, considerando il suo spessore artistico e una serie di vicissitudini umane attraversate, si può affermare senza ombra di dubbio che il nuovo album, intitolato Il cuore fa, contiene una manciata di belle canzoni credute e vissute fino in fondo.

Non si dice nulla di nuovo ribadendo che Flavia Pozzaglio – questo il suo nome di battesimo – ha una voce meravigliosa, incantevole, un’ugola preziosa, di quelle sempre più rare, che difficilmente si ascoltano oggi. E difatti quando nel 1991 esordì – occhialoni e carrè nero – al Festival di Sanremo con La donna di Ibsen, fu subito successo. Stessa storia l’anno dopo presentando Come una Turandot. L’anima della sua voce conquistò sia il pubblico, sia la stampa, sia gli addetti ai lavori, ma anche tanti personaggi noti che le dichiararono pubblicamente stima e ammirazione.

Per non parlare del valore dei dischi pubblicati nella prima metà degli anni Novanta: l’omonimo Irene Fargo (1990/1991), La voce magica della luna (1992), Labirinti del cuore (1993), quest’ultimo inghirlandato di brani firmati da validi autori come Mariella Nava, Ivan Graziani, Daniele Fossati, Kaballà, Roby Facchinetti e Valerio Negrini. Ancora ’O core ’e Napule (1995), Fargo (1997), Appunti di viaggio (1999) e Insieme, capolavoro del 2005 composto da noti episodi in lingua napoletana, francese e portoghese, magistralmente riletti dalla Fargo con il supporto del gruppo Axis Mundi.

Questo breve excursus per confermare, ancora una volta, la straordinaria caratura di un’artista come Irene Fargo, interprete sensibile, introspettiva, empatica, piena di passione, di quelle poche che sa scendere in profondità e dare un’anima a ciò che canta. Basta ascoltare canzoni come Harem e Ho vinto io, dove si avverte forte che Irene canta un pezzo della sua vita e del suo essere donna. E lo canta con tutta se stessa, tanto da entrare a meraviglia nelle parole e nella musica degli autori delle canzoni, tra cui si distinguono firme talentuose come Umberto Rivarola e Giulio Petruccelli.

Irene è perfetta in quel tipo di brani tesi a portare a galla un sentimento, un’emozione, uno stato interiore o psicologico, inserendosi in quella categoria di grandi interpreti e relative canzoni come Mina (Bugiardo e incosciente), Ornella Vanoni (E così per non morire), Milva (Da troppo tempo), Patty Pravo (Tutt’al più), Gilda Giuliani (Senza titolo) e la già citata Mia Martini (Minuetto). A sottolineare questa sua essenza, anche il fatto di saper infondere la propria cifra stilistico-interpretativa, unica e originale, nella rilettura di Amore disperato di Lucio Dalla, Mediterraneo di Mango e Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno, riusciti omaggi a tre monumenti della nostra cultura musicale. Ritorno degno di nota per un’artista pregiata che sa dipingere con la voce i variegati colori dell’anima.

Irene-Fargo-il-cuore-faLa Tracklist di Il cuore fa

  1. Harem
  2. La presenza
  3. L’amore fa risplendere
  4. Amore disperato
  5. Il cuore fa
  6. Ho vinto io
  7. Libellula
  8. Le mani nel cuore
  9. Mediterraneo
  10. Nel blu dipinto di blu

Sito Web Ufficiale: www.irenefargo.com

 

Il cantautore carrarese Francesco Gabbani, trionfatore nella Sezione Giovani del Festival di Sanremo con Amen, ha da poco lanciato in radio Eternamente ora, secondo singolo estratto dall’omonimo album.

francesco-gabbani-eternamente-ora
Francesco Gabbani.

Scrivere qualcosa a proposito di un disco pubblicato circa quattro mesi fa, quando l’artista titolare ha fatto boom vincendo in maniera stramba la Sezione Giovani del Festival di Sanremo, non è poi così male. Anzi, permette di prendere un po’ le distanze dal polverone mediatico che inevitabilmente gli si crea intorno e attuare una sana riflessione. Francesco Gabbani è il protagonista di tutto ciò, Amen la canzone imputata, Eternamente ora il disco in questione.

Si può dire che la faccia giusta c’è, segnata da quel baffetto che contorna un sorriso sornione e catturante, in più l’aspetto dinoccolato (il video di Amen è tutto dire), una voce alquanto originale e infine una copiosa presenza sui social con tanto di foto o video ammiccanti a ogni passo. Un contorno che non guasta quando è associato a una sostanza esistente. Sì, perché Gabbani – classe 1982 – non è uno di primo pelo, ma ha alle spalle una lunga gavetta iniziata a 18 anni con il gruppo Trikobalto (due album incisi e una serie di live in tutta Italia e Oltralpe), un precedente disco da solista (Greitist iz contenente I dischi non si suonano e Clandestino), un contratto di esclusiva come autore con la BMG Right Management italiana.

francesco-gabbaniLa partecipazione sanremese, dunque, ha rappresentato per il nostro non certo un punto di partenza ma un passaggio, neanche tanto obbligato, per farsi conoscere dal grande pubblico. Tornando a Amen, anche Premio della Critica (Sezione Giovani) e Premio Sergio Bardotti come miglior testo (scritto da Fabio Ilaqua), è un brano che acchiappa al primo ascolto, ben costruito nelle parole e nella musica, oltre che nell’arrangiamento incalzante ed elettronico, che fa battere il piede, spacca in radio – ma attenzione, alla lunga potrebbe anche stancare – e si stampa nella mente in quel “dimentichiamo tutto con un amen”.

Gli altri episodi, otto in tutto, seguono la scia della hit sopra citata, variando nelle intenzioni, a volte introspettive (La strada), a volte sociologicamente attuali (Software), a volte spruzzate di sentimento (Eternamente ora), dotati di testi non prevedibili e di facile consumo ma ironicamente intelligenti e acuti. Certo, l’album non brilla per varietà, nel senso che i pezzi girano suppergiù intorno allo stesso loop; non c’è una canzone emotivamente coinvolgente o d’atmosfera, di quelle che ti inchiodano o ti fanno vibrare qualcosa dentro come potevano essere Il re del mondo o Luna indiana in L’era del cinghiale bianco (1979) di Franco Battiato. È solo un antipasto, e come tale va preso. Un disco che, si spera, sia preludio a un lauto pasto.

francesco-gabbani-cd-eternamente-oraTracklist di Eternamente ora:

  1. La strada
  2. Amen
  3. Per una vita
  4. Software
  5. Eternamente ora
  6. In equilibrio
  7. Prevedibili
  8. Il vento si alzerà.

I Camaleonti, in occasione del cinquantennale di carriera, pubblicano un nuovo album composto per metà di successi e per metà di inediti. Un viaggio tra passato e presente accompagnato dalle memorabili voci di Tonino Cripezzi e Livio Macchia, nel gruppo fin dalla sua fondazione datata 1963.

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I Camaleonti.

Favolosi, mitici, indimenticabili: così sono spesso definiti i nostri anni Sessanta. Certo, a considerare quello che è venuto dopo in ogni ambito, davvero quel periodo storico racchiude in sé qualcosa di unico e irripetibile. Il boom economico ha fatto la sua parte, ma la società di allora aveva dentro una voglia e una passione di essere “uomini e donne” molto diverse da quelle di oggi. La musica suonava e come suonava! Il mondo della discografia era al top, i dischi si vendevano, gli artisti avevano dentro gli occhi un sogno. Un sogno che si manifestava nella loro voce, nelle loro canzoni, nel loro modo di essere. Un sogno che li rendeva vivi, vibranti, con le antenne ben alzate; curiosi, dinamici, con il cuore spalancato sul mondo. Il fenomeno dei gruppi imperversava anche nel nostro Paese, lanciando lo sguardo ai leggendari Beatles e Rolling Stones, giusto per fare due esempi.

Tra le formazioni che, in quegli anni, iniziavano il loro glorioso percorso nel mondo della canzonetta di casa nostra, c’erano i Camaleonti, in origine Beatniks, nati nel 1963 al “Santa Tecla” di Milano per idea di Riki Maiocchi (nel 1966 li abbandonerà per intraprendere la carriera da solista) e composti da Tonino Cripezzi, Livio Macchia, Gerry Manzoli e Paolo De Ceglie.

Il 1965 è l’anno del loro debutto con il 45 giri Ti saluto/Ti dai troppe arie, pubblicato dalla casa discografica milanese Kansas. Poi vari cambi: di formazione (l’entrata di Mario Lavezzi nel 1966), di casa discografica (CBS nel 1967) e di genere musicale (dal beat al pop melodico). Nel 1967 il loro primo colpo da Hit Parade: L’ora dell’amore, versione italiana di Homburg dei Procol Harum e, di qui, una serie di successi come Io per lei (1968), Applausi (1968), Viso d’angelo (1969), Mamma mia (1969), Eternità (1970), Ti amo da un’ora (1970), Lei mi darà un bambino (1970), Come sei bella (1973), Perché ti amo (1973), Amicizia e amore (1973), Il campo delle fragole (1974), Piccola Venere (1975), Quell’attimo in più (1979).

Dopo gli anni Settanta, l’inevitabile declino che ha colpito un po’ tutti, ma giammai l’interruzione dell’attività arrivata fino ai giorni nostri con il traguardo raggiunto dei 50 anni di carriera.

I Camaleonti sono ancora qui, con la loro importante storia musicale ben illustrata nel libro Camaleonti – Storia di un’idea (2014, Lupetti Editore) e soprattutto con le loro canzoni impresse nella memoria collettiva e di continuo riscoperte.

Per festeggiare in pompa magna il loro cinquantennale (più uno), è uscito nelle edicole qualche settimana fa il loro ultimo album intitolato 50 anni di applausi (Clodio Management), contenente 10 tracce di cui metà inediti e metà successi riarrangiati e ricantati. Della storica formazione sono – detto simpaticamente – “sopravvissuti” Tonino Cripezzi (voce e tastiere) e Livio Macchia (voce e basso) a cui si sono aggiunti nel corso del mezzo secolo Valerio Veronese (chitarre), Massimo Brunetti (tastiere) e Massimo Di Rocco (batteria).

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50 anni di applausi (I Camaleonti, 2016).

Il disco scorre bene, è piacevole all’ascolto; gli inediti sono in perfetta sintonia con il memorabile repertorio dei Camaleonti creando una bella alternanza tra presente e passato di tutto rispetto. Quattro di questi sono scritti dall’accoppiata Francesco Moretteni & Luca Angelosanti, nomi già noti in altre produzioni (Mina, Gianni Morandi, Bobby Solo, Renato Zero, Mietta, Piero Mazzocchetti e varie stelline da talent show), validi autori – di quelli che sanno fare il “mestiere” e sanno come si crea una “canzone” – per l’occasione anche curatori della produzione artistica del progetto.

Sui “cavalli di battaglia” nulla da dire: arrivano potentemente e si stampano nella mente grazie alle voci (e che voci!) personalissime di Tonino e Livio che sanno interpretare ancora con gusto e passione, dando peso e valore a ogni singola parola in musica. Come già scritto in un pensiero inserito nel loro libro sopra citato, «i Camaleonti hanno mantenuto intatta l’essenza di quel periodo irripetibile; le loro canzoni aprono uno “scrigno” incredibile, pieno di ricordi, emozioni, colori, sapori e profumi; sono “frammenti” di vita, di storie, di sentimenti. Memoria e rispetto a chi ha fatto e fa ancora grande la canzone italiana, a chi ha donato e dona ancora “quell’attimo in più di eternità”».

Tracklist di 50 anni di applausi:

  1. Questo vento *
  2. Io per lei
  3. L’amore non è niente *
  4. Eternità
  5. Un uomo libero *
  6. Perché ti amo
  7. Sei tutto per me *
  8. L’ora dell’amore
  9. Vorrei dimenticarmi di te *
  10. Applausi

* Inedito

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