Iscrizioni aperte fino al 3 luglio 2016 per partecipare all’evento musicale dedicato alla giovane artista scomparsa. Finalissima in programma per il 23 e 24 luglio a Pozzo della Chiana.

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Valentina Giovagnini, scomparsa il 2 gennaio 2009.

«Io sono libera, sono in volo, non ho confini intorno a me, sono un pensiero, sono musica». Parole che a leggerle, fanno un certo effetto; ancor di più se si pensa che a scriverle e a cantarle è stata Valentina Giovagnini, meravigliosa artista prematuramente scomparsa il 2 gennaio 2009. Messasi in luce al Festival di Sanremo 2002 con Il passo silenzioso della neve, conquistò il secondo posto nella sezione “Giovani”e il “Premio Volare” per il miglior arrangiamento, ricevendo consensi da parte della stampa, degli addetti ai lavori e soprattutto del pubblico. La sua parabola artistica è stata sì breve, ma allo stesso tempo fulgida e significativa, lasciando il segno nel cuore di molti fan ed estimatori.

Per tenere viva la memoria della sua splendida arte, nel settembre 2009, è stato istituito dai fratelli Giacomo e Benedetta un premio a suo nome che si svolge annualmente a Pozzo della Chiana, in provincia di Arezzo, paese natale di Valentina.

Il premio è giunto alla sua ottava edizione e anno dopo anno acquista prestigio e risonanza nazionale grazie agli ospiti invitati (Serena Autieri, Piero Mazzocchetti, Mietta, Jalisse, Mario Venuti, Daniele Groff, Massimo Di Cataldo, Valerio Scanu, Roberta Faccani), alla giuria di qualità, presieduta da Vincenzo Incenzo, alla prerogativa fondamentale che lo caratterizza, valorizzare canzoni inedite, al clima di serenità e trasparenza che si respira e ai progetti di beneficenza finanziati dalla “Valentina Giovagnini Onlus.

Le iscrizioni per l’edizione 2016 sono già aperte e proseguiranno fino al 3 luglio prossimo. Al premio possono partecipare solisti e gruppi provenienti da tutta Italia che presentino un brano inedito. La finale si svolgerà a Pozzo della Chiana sabato 23 e domenica 24 luglio 2016.

Per info e iscrizioni, consultare il sito ufficiale: www.premiovalentinagiovagnini.it.


Il tenore pescarese Piero Mazzocchetti torna con un nuovo progetto discografico di altissimo livello che si fregia della produzione del Maestro Peppe Vessicchio, arrangiatore e direttore d’orchestra oltre che autore di molti brani dell’album.

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Piero Mazzocchetti.

È risaputo che il belcanto italiano continua a essere uno dei marchi doc dello stivale nel mondo. A tenerne alta la bandiera c’è Piero Mazzocchetti, valoroso tenore abruzzese la cui storia sembra perfetta per la sceneggiatura di un film.

Appassionato di musica fin da piccolo, a sette anni inizia a studiare pianoforte e a tredici canto lirico; dopo aver vinto vari festival regionali, a sedici anni si avvia all’attività del pianobar ricevendo molti consensi sia come pianista che come cantante. A questo punto la storia inizia a farsi interessante: Piero, terminati gli studi, contro il volere dei genitori, invece di iscriversi all’università, accetta un buon contratto di pianobar in Germania, precisamente a Monaco di Baviera. Correva l’anno 1998, Piero ha solo vent’anni, fa la valigia e parte. Ecco che qui arriva il colpo di scena: il locale dove il ragazzo suona e canta è frequentato da famosi calciatori come Karl-Heinz Rummenigge, Mario Basler, Franz Beckenbauer e dal dirigente sportivo Roger Wittmann, guarda caso grande appassionato di canzone italiana. Che succede a questo punto? Wittmann lo scrittura e diventa il suo primo manager.

Mazzocchetti inizia la sua escalation in terra straniera incidendo nel 1999 il suo primo album intitolato L’eternità, a cui segue nel 2002 Parole nuove e nel 2004 Amore mio. Il successo è notevole: partecipazioni a programmi televisivi prestigiosi, dischi d’oro, concerti nei più grandi stadi tedeschi, duetti con famosi cantanti come José Carreras, Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, Al Bano, Milva e via dicendo. Arriva il 2007: il nostro eroe torna nella sua terra e Adriano Aragozzini gli propone di partecipare al Festival di Sanremo dove si classifica terzo con una bella canzone giusta per le sue corde, Schiavo d’amore, composta da Maurizio Fabrizio e Guido Morra. La storia è a lieto fine: Piero Mazzocchetti, dopo quasi dieci anni di consensi internazionali, finalmente riceve la giusta consacrazione anche nella sua Italia.

Istanti-Piero-MazzocchettiUna storia esemplare, intrisa di talento e passione ma anche di umiltà e sacrificio, di pazienza e attesa. Una storia che continua, che non si ferma, che prosegue con una dignità e una verità artistiche altissime. Lo testimonia Istanti (Italiana Dischi), nuovo album di Piero Mazzocchetti che si avvale della preziosa collaborazione e produzione del Maestro Peppe Vessicchio, ma soprattutto nato dalla stima e dall’amicizia reciproca. Ascoltando l’intero disco, emerge subito la maturità vocale e interpretativa del tenore che va a sposarsi perfettamente con brani/romanze come L’eterno respiro del mare, Amor perduto e Per tutto il tempo, tutti e tre dotati di una melodia bella e sana, ricercata ed elegante, non banale e scontata, merito della penna ispirata di valenti autori come Francesco Morettini, Luca Angelosanti e dello stesso Vessicchio, artefice di altri episodi tra cui Istante, Incanto e Voglio soltanto che ritorni, in pieno stile “musical” cantato in duetto con la bella voce di Linda Ross. L’accoppiata Fabrizio-Morra è presente con L’attimo fuggente, composizione intensa e piena di patos di cui Mazzocchetti regala un’interpretazione da brivido.

Due sono gli omaggi graditissimi ai geni musicali “made in Italy” di Domenico Modugno e Nino Rota, rispettivamente con Amara terra mia e Brucia la terra, quest’ultima versione siciliana di Parla più piano, tratta dalla colonna sonora del film Il Padrino, ingemmata dalla straordinaria tromba di Fabrizio Bosso. Altra partecipazione da segnalare è quella dell’eccellente flautista Andrea Griminelli nella classicheggiante Canta il canario. Non poteva mancare un momento in tedesco, una sorta di ringraziamento alla terra artistica di adozione, con Frühlingsmorgen del musicista austriaco Gustave Mahler (1860-1911); mentre l’anima più jazzy del nostro si ritrova in Goodbye Philadelfia di Peter Cincotti. Album di elevata caratura che mette in luce un diamante fulgido come Piero Mazzocchetti in evidente “stato di splendore”.

Tracklist di Istanti:

  1. L’eterno respiro del mare
  2. Amore perduto
  3. Voglio soltanto che ritorni – con Linda Ross
  4. Brucia la terra (Parla più piano) – feat. Fabrizio Bosso
  5. Per tutto il tempo
  6. Goodbye Philadelfia
  7. L’attimo fuggente
  8. Istante
  9. Amara terra mia
  10. Frühlingsmorgen
  11. Canta il canario – feat. Andrea Griminelli
  12. Incanto

La recente partecipazione al programma televisivo “I migliori anni” della famosa coppia di “Non amarmi“, alias Aleandro Baldi & Francesca Alotta, ha riacceso gli animi di tanti fan ed estimatori dei due artisti che trionfarono nella categoria Giovani del Festival di Sanremo 1992. Dalla discografia dell’Alotta, ripeschiamo un album interamente dedicato alla Luna.

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Buonanotte alla luna rappresenta l’ultimo album di Francesca Alotta, brava cantante siciliana venuta alla ribalta nazionale grazie a quella famosa Non amarmi, proposta in duetto con Aleandro Baldi al Festival di Sanremo 1992, poi successo planetario della coppia glamour Marc Antony & Jennifer Lopez nella versione spagnola intitolata No me ames.

Il disco, pubblicato per l’etichetta Pensiero Stupendo con distribuzione Sony Music nel 1997, raccoglie tredici tracce interamente dedicate all’astro che tanti poeti e musicisti ha ispirato (Leopardi e Beethoveen, per fare due esempi illustri). Ascoltando l’intero disco, anche Francesca Alotta si rivela molto ispirata nell’interpretare classici come Verde luna e Luna caprese, o canzoni pop come Luna di Gianni Togni e Tintarella di luna di Mina, arrangiata da Demo Morselli e suonata dalla “Demo Band”. La traversata lunare prosegue con l’intensa Dillo alla luna di Vasco Rossi, la leggera Dammi la luna di Eros Ramazzotti e la trascinante Soleluna di Jovanotti, tra gli episodi migliori, cantata con Fernando Proce.

cover-fancescaalotta-1997Altri ospiti d’eccezione sono Loredana Bertè nella sua E la luna bussò e Federico Salvatore nella già citata Luna caprese. Arricchiscono la compilation due inediti: Buonanotte alla luna e Chissà dov’è la luna, scritti da Marco Falagiani (tra gli autori di Non amarmi insieme a Giancarlo Bigazzi e allo stesso Baldi) e Alessandro Battaglioli, a cui si aggiungono Damiano Nincheri e Luca Nesti per la title track.

L’album, prodotto da Nando Sepe, arriva dopo due buoni lavori pubblicati per la Dischi Ricordi: l’omonimo del ’92 e Io e te del ’93, contenente il brano Un anno di noi con cui l’Alotta partecipò tra i Big al Festival di Sanremo.

Dal ’97 a oggi nessuna pubblicazione, tranne una nuova versione da solista e un po’ black di Non amarmi nel 2005 (disponibile su CD singolo) e un album del 2006 dedicato al Natale in cui Francesca interpreta quattro brani.

La voce, oltre che la personalità semplice e limpida di Francesca Alotta, meriterebbe di ritrovare uno spazio proprio di espressione. La sua “mission” prosegue con ampi consensi nei concerti live in tutta Italia, dove con passione ed energia propone successi sia italiani che internazionali e le sue canzoni, tra cui la bella e sentita Amuri miu, dedicata al padre scomparso. La speranza per molti fan ed estimatori è quella di un nuovo album per gustare la maturità, sia vocale che interpretativa, acquistata da Francesca in questi anni. Chissà, magari tornando alle sue radici siciliane…

Le Voci di Corridoio, quartetto vocale torinese, omaggia con un disco il musicista triestino, anche cantante, attore, conduttore radiofonico e televisivo, tra i personaggi più rappresentativi dello spettacolo italiano. Special guest è la cantante Jula de Palma.

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Il quartetto torinese Le Voci di Corridoio.

Tre sono i motivi per considerare “Speciale per Lelio” (Zanetti Records) un “documento” straordinario: primo, è dedicato all’indimenticabile Lelio Luttazzi, presente anche con la sua voce e al pianoforte; secondo, l’eccezionale partecipazione di Jula de Palma, tornata a cantare dopo più di quarant’anni dal suo ritiro dalle scene; terzo, la bravura del quartetto vocale Le Voci di Corridoio, attivi dal 1995 e da sempre devoti allo swing.

Non ci sono grandi parole da tirar fuori, in questi casi. Gli aggettivi qualificativi sarebbero tutti superlativi, correndo il rischio di risultare retorici e alquanto stucchevoli. L’ascolto del disco dice tutto, anzi i vari ascolti che sono come le ciliegie, uno tira l’altro.

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Lelio e Jula nel 1949 (Foto © Fondazione Lelio Luttazzi).

Come non restare ammaliati dalla voce, certo più matura d’un tempo, di Jula de Palma mentre sussurra “Mi piace” o swingheggia in “Eccezionalmente sì“? La sua raffinatezza ed eleganza sia vocale che interpretativa sono rimaste intatte, confermandola – così la soprannominò il Maestro Gianni Ferrio – la “perfetta”, la “signora” del jazz italiano, l’incarnazione più autentica del talento reso manifesto attraverso il canto,

Se poi una voce del genere incontra il genio musicale di Luttazzi, il gioco è fatto! Un incontro, quello tra Jula e Lelio, avvenuto nel 1949, quando esisteva solo la radio e si trasmetteva da Torino. «Quanti viaggi in macchina, nella nebbia, al mattino presto – ricorda la cantante milanese – per arrivare in tempo alle prove. Poi, la sera, la trasmissione in diretta, con la bocca secca per l’emozione. Ma Lelio era lì e bastava che si sedesse al pianoforte per darmi coraggio». Altro che talent show televisivi dei giorni nostri pieni zeppi di emozioni dopate, lacrime fasulle, sproloqui imbarazzanti, litigi spiccioli! Dietro artisti come Luttazzi e tanti altri di quei tempi (davvero) d’oro c’erano una consapevolezza e una dignità altissime, unite a passione, sacrificio, umiltà e professionismo incredibili.

Di questi valori, meno male, qualcuno oggi ne è ancora portatore, ad esempio la formazione torinese Le Voci di Corridoio, composta da Roberta Bacciolo, Elena Bacciolo, Fulvio Albertini e Paolo Mosele, tutti pazzamente innamorarti dell’arte di Luttazzi. Questo sconfinato amore li ha portati a realizzare un album a lui dedicato e da lui approvato, come testimonia la moglie Rossana, depositaria e attenta valorizzatrice dell’eredità musicale (e non solo) del Maestro attraverso una Fondazione che porta il suo nome, nata a ottobre 2010, pochi mesi dopo la sua scomparsa.

CD-Speciale-per-Lelio-Le-Voci-di-CorridoioIl disco è un concentrato di buon gusto, un’oasi in mezzo al deserto, fatto di armonizzazioni vocali e di arrangiamenti musicali freschi e leggeri, in perfetta simbiosi con brani storici come “Vecchia America“, “Mia vecchia Broadway“, “Quando una ragazza a New Orleans“, “L’importanza del microfono“, “Perché domani“, “Troppo tardi“, “Lullaby“, “Sentimentale e Canto (anche se sono stonato)“, episodi fondamentali nell’evoluzione della canzone italiana, in particolare per la sua sprovincializzazione e dunque contaminazione.

Ciliegina sulla torta: la voce di Luttazzi spunta in “Dr. Jekyll Mr. Hyde“, provocando un certo effetto, soprattutto a chi della sua arte ne è sincero estimatore. L’album si chiude con “Messaggio“, brano strumentale suonato al pianoforte dal Maestro che lascia una segno positivo in chi ascolta al pari del suo sorriso: sornione, speciale, unico.

Tracklist di “Speciale per Lelio”:

01. Eccezionalmente sì (con Jula De Palma)
02. Vecchia America
03. Mia vecchia Broadway
04. Quando una ragazza a New Orleans
05. Medley: Perché domani/Troppo tardi/Lullaby/Sentimentale
06. L’importanza del microfono
07. Rabarbaro Blues
08. Incredibile amor
09. Uno come me
10. Canto anche se sono stonato
11. Mi piace (con Jula De Palma)
12. Dr. Jekyll Mr. Hyde (con la voce di Lelio Luttazzi)
13. Messaggio (al pianoforte Lelio Luttazzi)

Nomi di prestigio nella Commissione artistica del Premio Mia Martini 2016.

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Il Premio Mia Martini continua la sua inarrestabile ascesa. Dopo aver consegnato agli annali una ventunesima edizione in grande stile, la macchina organizzativa capitanata da Nino Romeo è pronta a ripartire per metterne a segno un’altra che si farà ricordare. Terminata la prima fase delle audizioni, svoltesi in lungo e in largo per l’Italia, ci si prepara per gli incontri artistici previsti a fine maggio.

Per tale occasione, il Patron Romeo ha messo a punto con cura la Commissione Artistica della 22ª edizione del Premio Mia Martini che conferma presenze già note e collaudate come Franco Fasano (Direttore Artistico) e Mario Rosini (Presidente della Commissione Artistica) a cui si aggiungono due donne di valore: Simona Bencini e Danila Satragno.

Ai quattro spetterà un compito importante durante gli incontri artistici: la scelta dei giovani che proseguiranno nel percorso presentando un brano inedito per aggiudicarsi l’ambita finale di Bagnara Calabra.

Premio-Mia-Martini-2016Una commissione ben assortita e di qualità che annovera la pluriennale esperienza nel campo musicale di Franco Fasano, autore e interprete di grande talento, artefice di successi per Mina, Fausto Leali, Anna Oxa, Peppino Di Capri, Drupi, Nicola Arigliano e tanti altri, oltre che fautore di famosi brani per Lo Zecchino d’Oro e per le sigle dei cartoni animati.

Mario Rosini incarna il musicista di altissima caratura, capace di spaziare con estrema disinvolta dal pop al jazz grazie alla sua straordinaria capacità di immergersi totalmente nella musica unita a un background che annovera collaborazioni con Pino Daniele, Rossana Casale, Gino Vannelli e la stessa Mia Martini.

A loro si aggiungono, Simona Bencini, cantante dei Dirotta su Cuba, dotata di voce soul e forte carisma, artista di notevole esperienza che vanta collaborazioni con Massimo Ranieri, Irene Grandi, Sarah Jane Morris, Stefano Bollani e Danila Satragno, jazz singer e vocal trainer, ideatrice del metodo “Vocal Care” che annovera allievi come Roby Facchinetti e Red Canzian dei Pooh, Ornella Vanoni, Giuliano Sangiorni dei Negramaro, Mario Biondi, Giusy Ferreri.

Le premesse per un’edizione straordinaria ci sono tutte così come l’impegno di portare avanti un evento che ha come unico obiettivo la valorizzazione dei giovani talenti sempre e solo nel ricordo di un’artista indimenticabile come Mia Martini.

Sito Web Ufficiale: www.premiomiamartini.it
Canale FB Ufficiale: Premio.MiaMartini

Il 16 aprile 2016, presso il Teatro Politeama di Prato, si terrà la prima edizione del concorso internazionale di canto dedicato a Elisa Turlà. Ospiti della serata: Giovanni Caccamo, Karima e il tenore Giuseppe Filianoti.

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Il I Premio Elisa Turlà si svolgerà il 16 aprile, alle 21, presso il Teatro Politeama di Prato.

Il mondo della musica, in particolare della canzone, non è fatto solo di ribalte, luci e cantanti ma anche di tanti “addetti ai lavori” che fanno parte di una filiera alquanto articolata. Dietro un cantante, ad esempio, c’è tutto uno staff che lavora: dall’assistente personale all’ufficio stampa, dal management all’art director e via dicendo. Quanti vogliono svolgere tale mestiere con professionalità e tutelando il proprio strumento vocale, si affidano a una figura che negli ultimi anni (dall’avvento dei talent, bisogna dirlo) ha assunto un ruolo sempre più importante: il cosiddetto “vocal coach”, letteralmente “addestratore vocale”. Tra i tantissimi spuntati come funghi, è necessario ovviamente capire chi è preparato e chi no, chi è competente e chi si improvvisa, chi ha il dono di educare al corretto uso della voce cantata (ma anche parlata) e chi invece procura solo danni.

Lasciando stare quei vocal coach famosi, presenti in tv e in quasi tutti i concorsi canori dello stivale, meglio puntare l’attenzione su una categoria che non appare, non fa rumore o clamore ma che con serietà opera nel campo ed è composta da “operai silenziosi” del canto. Tra questi, è doveroso ricordare Elisa Turlà, donna, artista e insegnante di altissimo spessore umano e professionale, scomparsa nel giugno 2015. Diplomata in canto lirico nel 1994, ha abbracciato con tutta se stessa il metodo Estill EVT (VoiceCraft), messo a punto dall’americana Joe Estill da cui prende il nome, diventando un riferimento assoluto in Italia e nel mondo per quanto riguarda l’addestramento vocale funzionale per i professionisti della voce.

«Elisa è stata una dolcissima amica, la prima con cui ho vissuto a Milano, all’inizio degli anni Novanta, i primi seminari di EVT alla scoperta di nuove metodologie e nozioni sul canto, oltre alle belle serate trascorse a confrontarci e a cucinare» – ricorda la cantante Antonella Bucci, indimenticabile voce insieme a Eros Ramazzotti di “Amarti è l’immenso”, oltre che autrice e insegnante di canto.

Una vita, quella di Elisa, dedicata totalmente alla musica e passata attraverso numerose esperienze sia come artista sia come didatta nell’ambito lirico e pop. Per non far morire il suo ricordo e per dar valore alla grande eredità lasciataci, è stato istituito un Premio a suo nome organizzato dal Centro Studi “Estill Italia”, associazione fondata dalla stessa Elisa, in collaborazione con l’attuale presidente Alejandro Saorin Martinez, anche direttore artistico dell’evento.

Il Premio Elisa Turlà si svolgerà il prossimo sabato 16 aprile alle ore 21:00 presso il Teatro Politeama di Prato e vedrà esibirsi i finalisti delle due categorie previste, ovvero Canto Moderno e Canto Lirico. A presiedere una folta giuria di artisti/addetti ai lavori ci sarà l’amico, prima di tutto, e Dottor Franco Fussi, foniatra di tante stelle della musica italiana, da Laura Pausini ad Andrea Bocelli, solo per citarne due.

Ospiti della serata saranno alcuni “noti” allievi della Turlà: Giovanni Caccamo, Karima e il tenore Giuseppe Filianoti. «Elisa era una persona speciale, amata da tutti!» – afferma Filianoti. E ancora: «Non ho conosciuto donna più buona, gentile e intelligente di lei. Mi ha insegnato tanto e con estrema umiltà; mi ha sempre sostenuto e consigliato nella mia difficile carriera. Essere presente al Premio a lei dedicato è il minimo che io possa fare per dar voce a ciò che il mio cuore mi dice da quando non è più tra noi: Elisa, grazie ancora, sarai sempre nei miei pensieri!». Un grazie che si unisce a tantissimi altri diventando corale ed elevandosi unicamente per una grande Donna, Artista e Insegnante.

Sito Web: www.vocaltraining.it

Articolo di Andrea Direnzo

Iskra Menarini, storica vocalist di Lucio Dalla, mette a segno un nuovo progetto discografico in cui trovano spazio brani inediti e importanti featuring con Gianni Morandi, Renato Zero, Gigi D’Alessio, Andrea Mingardi, Stefano Di Battista, Lino Banfi e Sabrina Ferilli.

“Ossigeno”: un viaggio nell’anima di Iskra Menarini 2

 

«Io credo che Iskra sia una delle grandi cantanti che mai nella mia vita mi sia capitato di incontrare. Credetemi, è veramente un miracolo vocale!». Queste le parole con cui Lucio Dalla presentò Iskra Menarini al Festival di Sanremo 2009, in occasione della sua partecipazione nella sezione “Proposte” con la canzone Quasi amore.

Sono trascorsi sette anni da allora. Nel frattempo, il 1° marzo 2012, il cuore di Lucio è volato via e la sua pupilla è rimasta orfana di un “padre artistico” che ha seguito fedelmente con tutta se stessa per oltre vent’anni. Il percorso di Iskra è andato avanti, arrivando fino a oggi, alla pubblicazione di un album vero e proprio intitolato Ossigeno – Un viaggio nell’anima (2016, I-Company), che racchiude quasi 50 anni di carriera, ma ancor di più la sua essenza di artista, di viaggiatrice, di sperimentatrice, di donna sempre innamorata dell’amore.

Il suo canto è “soul” perché sgorga dall’anima e di questa ne è il “respiro”. Iskra quando canta, fa respirare la sua anima che ha bisogno di ossigeno. Ossigeno che è la musica in cui è racchiuso l’amore che, a sua volta, si trasforma in preghiera universale senza tempo, senza spazio, senza limiti, che abbraccia tutto e tutti. Lo spirito di Lucio aleggia per l’intero disco, non c’è dubbio, ma insieme a tutto il bagaglio che la Menarini ha messo su passo dopo passo, esperienza dopo esperienza, con sacrifico e passione, silenziosamente, quasi in una sorta di nascondimento che l’ha aiutata a tirare fuori il meglio di sé e a diventare un’artista libera, al di fuori e al di sopra di ogni logica commerciale.

Il “viaggio nell’anima” parte nel migliore dei modi con C’era una volta l’amore, brano emotivamente coinvolgente composto dalla stessa Iskra che si nutre di un bel crescendo sia musicale sia interpretativo. Traccia dopo traccia emergono la sua grande versatilità e la capacità di immergersi in diversi territori musicali con disinvoltura e credibilità: dall’elettronica Ossigeno alla disco La resurrezione dell’amore, fino alle sonorità ethno-world di Madre Terra in cui si avverte forte il suo “respiro” più profondo, quello che più le appartiene.

Non mancano riletture personali di Lascia ch’io pianga di Händel ed Et maintenant di Bécaud, ma anche di brani provenienti dal canzoniere di Dalla, ad esempio Stella di mare e la versione live di Amore disperato, tratta dall’opera moderna scritta dal cantautore bolognese nel 2003 e liberamente ispirata al melodramma Tosca di Puccini.

Molto bello vedere Iskra attorniata da tanti amici-colleghi suoi e di Lucio che rendono il progetto davvero speciale: da Gianni Morandi (Oggi no) a Renato Zero (Lu), da Andrea Mingardi (Disperato erotico stomp) a Gigi D’Alessio (Caruso), più interventi di attori come Lino Banfi (Caro raghezzo Lucio) e Sabrina Ferilli (Sono qui in questo disco…) o di musicisti quali Stefano Di Battista (Et maintenant) e Simone Baroncini (Showing Good By) o ancora di formazioni corali come il Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna (Silenzio) e il Coro di San Rocco diretto da Marialuce Monari (La resurrezione dell’amore).

Il “viaggio nell’anima” di Iskra non ha bisogno di cinture di sicurezza, ma solo di libertà per lasciarsi andare ed entrare così in quella dimensione che sa andare “oltre”.

“Ossigeno”: un viaggio nell’anima di Iskra Menarini 1
L’album di Iskra Menarini “Ossigeno, un viaggio nel’anima”.

Tracklist di Ossigeno – Un Viaggio nell’anima:

  1. C’era una volta l’amore
  2. Ossigeno (KeeJay Freak Remix)
  3. Stella di mare (Tu similis mei) – con il Coro di San Rocco diretto da Marialuce Monari
  4. La resurrezione dell’amore (Love Resurrection) – con il Coro di San Rocco diretto da Marialuce Monari
  5. Oggi no – con Gianni Morandi
  6. Lascia ch’io pianga
  7. Lu – con Renato Zero
  8. Madre Terra
  9. Caruso – con Gigi D’Alessio
  10. Silenzio – con il Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna
  11. Et maintenant – feat. Stefano Di Battista
  12. Disperato erotico stomp (Taranta Rap) – con Andrea Mingardi e Gergo Morales
  13. Showin Good By – feat. Simone Baroncini
  14. Caro raghezzo Lucio… (Lino Banfi)
  15. Ossigeno… un viaggio nell’anima – con l’ensamble vocale “Musica e Oltre” di Paolo Li Rosi
  16. Sono qui in questo disco… (Sabrina Ferrilli)
  17. Madre Terra (Dj Thor Mix)
  18. Amore disperato (Live in concerto)

Sito web ufficiale: www.iskramenarini.com

Dopo l’omaggio a Sergio Endrigo, “La tartaruga” è il secondo progetto discografico dell’etichetta “Maremosso”, stavolta dedicato alle canzoni per bambini di Bruno Lauzi, rilette da artisti contemporanei.

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La Tartaruga: 13 canzoni per bambini di Bruno Lauzi, rilette da artisti contemporanei (© Cover di Laura Cortini).

Il macrocosmo della canzone italiana abbraccia in sé tanti microcosmi per niente trascurabili: la canzone dialettale, la canzone umoristica, il teatro canzone, la canzone di ispirazione religiosa, la canzone per l’infanzia. Quest’ultima, in particolare, ha dato vita a veri e propri fenomeni canori arrivati fino ai giorni nostri, ad esempio “Lo Zecchino d’Oro”, manifestazione nata nel 1959 da un’idea di Cino Tortorella, e che ha messo in luce personalità valorose e indimenticate come Mariele Ventre.

Anche alcuni cantautori di casa nostra hanno compiuto incursioni nell’universo dei piccoli, producendo risultati di tutto rispetto. Due nomi su tutti: Sergio Endrigo e Bruno Lauzi. Il primo, grazie all’incontro con i poeti Vinicius De Moraes prima e con Gianni Rodari dopo, ci ha lasciato canzoni quali “La casa” e “Ci vuole un fiore”, per citarne solo due. Il secondo, invece, sferzante nella sua vena intelligentemente ironica, pare quasi avesse una vocazione per la composizione di brani destinati a diventare sigle di programmi televisivi: “La tartaruga” (da Un colpo di fortuna del 1975), “Johnny il bassotto” (da Anteprima di CHI? del 1976, cantata da Lino Toffolo) e “Cicciottella” (da Bis del 1979, cantata da Loretta Goggi).

Tutta questa fantasiosa eredità è stata ripresa e valorizzata dall’etichetta romana “Maremosso” che, assoldato un collettivo di validi artisti, nel 2013 ha pubblicato un album dedicato alle canzoni per bambini di Sergio Endrigo intitolato “Il pappagallo”. Da qualche mese è disponibile il secondo capitolo di questa lodevole iniziativa discografica “immaginata” da Alessandro Hellmann e Rosario Di Bella, stavolta in omaggio a Bruno Lauzi.

La tartaruga“, questo è il titolo del disco, racchiude 13 canzoni rilette – come recita il sottotitolo – da artisti contemporanei e molto bravi, bisogna aggiungere. È intrigante e suscita curiosità ascoltare le nuove versioni di brani come “Al pranzo di gala di Babbo Natale” (essenziale ed elettronica ad opera di Giuseppe Righini & Fabio Mina), “Il mio bambino e il suo papà” (marcetta proposta da Paolo Brancaleoni insieme al coro di una scuola primaria) o ancora “La buona volontà” (ripescato da Alessandro Hellmann da “Lo Zecchino d’Oro” del 1977) e “I bambini d’Italia” (teatrale nella ripresa di Vito e le Orchestrine).

Interessanti, ognuna a modo proprio, le riletture “in rosa” da parte di Marydim (Il dubbio e la certezza), Viviana Houston Cottone (Babbo blu), Noemi Garbo (Cicciottella), Alessia Perilli (La biscia striscia), Anna Maria Castelli (La ninna nanna) e Donata Guerci (Ueila).

Forte davvero, e merita una segnalazione particolare, la cover di Johnny Bassotto reinterpretata con energico piglio rock, che a un certo punto si trasforma in raggae alla romanesca, dai Presi Per Caso (date un’occhiata al loro sito www.presipercaso.it per capire chi sono).

Ad aprire e a chiudere il cd è “La tartaruga”, presente in doppia versione, proposta rispettivamente da Carmine Torchia (menestrello-cantautorale) e da Isa (decisamente bossa). Visto e considerato l’alto valore dei due progetti prodotti dalla “Maremosso” Edizioni, si spera che la collana possa proseguire su questa scia. Zecchino d’Oro? Sigle dei cartoni animati? Staremo a vedere, o meglio a sentire…

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Bruno Lauzi ( 8 agosto 1937 – 24 ottobre 2006).

La Tartaruga: la tracklist dell’album:

01. La tartaruga – Carmine Torchia
02. Il dubbio e la certezza – Maryduim
03. I bambini d’Italia – Vito e le Orchestrine
04. Babbo blu – Viviana Houston Cottone
05. Al pranzo di gala di Babbo Natale – Giuseppe Righini & Fabio Mina
06. Cicciottella – Noemi Garbo
07. La buona volontà – Alessandro Hellmann
08. La biscia striscia – Alessia Perilli
09. Johnny Bassotto – Presi Per Caso
10. La ninna nanna – Anna Maria Castelli
11. Il mio bambino e il suo papà – Paolo Brancaleoni
12. Ueila – Donata Guerci
13. La tartaruga – Isa.

 

Sito web ufficiale: www.maremossoedizioni.com

Irene Fornaciari non è soltanto una figlia d’arte ma un’artista con un background di tutto rispetto, oltre a una gavetta passata attraverso svariate esperienze. “Questo tempo” è il nuovo album con 11 brani tutti da ascoltare.

È un concetto universale che i “figli d’arte” hanno una vita non semplice, in particolare quando si mettono in testa di proseguire le orme paterne o materne, a seconda dei casi. Raccomandati, privi di talento, falliti e “chi più ne ha, più ne metta”, sono le espressioni che solitamente accompagnano il loro percorso artistico. E se il papà o la mamma sono dei monumenti, tutto diventa ancora più complicato: occorre mettersi l’anima in pace e vivere sempre sotto la loro ombra, a volte troppo ingombrante o addirittura schiacciante.

Irene Fornaciari appartiene alla schiera dei sopracitati, è un dato di fatto. La dilagante superficialità che, troppo spesso, attanaglia le masse porta a dire: “ah, la figlia di… se sta lì deve dire grazie a…”, senza nessuna pietà e, cosa più grave, senza aver effettivamente ascoltato nulla dell’artista in questione, né un disco, né un concerto, insomma nulla di nulla. Per fortuna c’è chi preferisce andare oltre tutti i fiumi di (inutili) parole, prestando attenzione a un’artista come Irene Fornaciari che, checché se ne dica, ha un background di tutto rispetto, oltre a una gavetta passata attraverso svariate esperienze.

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La cover di “Questo-tempo”, il nuovo album di Irene Fornaciari (2016, Believe Digital).

Poco più di un mese fa, ha timbrato la sua quarta presenza al Festival di Sanremo proponendo “Blu“, una canzone diversa dalle precedenti con cui aveva gareggiato da solista nel 2009 e nel 2012 (nel 2010, invece, era insieme a I Nomadi).

C’è da dire che Irene non è più una ragazzetta, è ormai una donna consapevole, dotata di una spiccata sensibilità che la porta a essere in continua ricerca, a mettersi in discussione, a evolversi. “Questo Tempo (2016 Believe Digital)“, titolo del suo ultimo album pubblicato in concomitanza con la kermesse festivaliera, è una sorta di fermo immagine, o meglio di fermo emozione sulla sua vita di donna e di artista, profondamente innestata nel suo presente, appunto in “questo tempo”.

Non a caso il brano sanremese, tra i più ispirati e riusciti dell’intero disco (tra gli autori figura Beppe Dati), affronta con un pizzico di poesia il dramma dei migranti, attuale, senza tempo e vicino alla nostra realtà. Episodi a cui è bene dedicare qualche ascolto in più sono “L’altra faccia della luna”, “È solo un attimo”, “Un amuleto” e “Dalla finestra di casa mia”, firmati da autori come Nicolò Agliardi, Luca Chiaravalli, Federica Abbate, Andrea Amati, Diego Calvetti (anche in veste di produttore) e la stessa Irene, a cui si aggiungono Emiliano Cecere e Saverio Grandi per la title track “Questo tempo”.

Una menzione speciale per l’autore della foto di copertina, Angelo Trani, che ha fissato il volto della Fornaciari in un primissimo piano intenso e molto espressivo che ben rappresenta il contenuto dell’album.

Se la strada proseguisse nella direzione intrapresa in questo lavoro, sicuramente più acuta e introspettiva, Irene potrebbe regalare tanto ai suoi estimatori, sia dal punto di vista interpretativo, sia come autrice, tracciando un percorso in crescendo, in piena sintonia con la sua maturità e la sua evoluzione. Lo scatto è stato fatto, ora bisogna solo tenerla d’occhio.

Sito web ufficiale: www.irenefornaciari.it.

«Questo tempo»: tracklist dell’album di Irene Fornaciari

01. Blu
02. L’altra faccia della luna
03. La comprensione
04. È solo un attimo
05. Questo tempo
06. Il giorno perfetto
07. Il paradiso è perduto
08. Dalla finestra di casa mia
09. Draghi nel cielo
10. Giorni
11. Un amuleto

Pochi giorni fa, Riki Cellini ha pubblicato l’album “Rettoriano“, un tributo a Rettore di cui il cantautore varesino rilegge alla propria maniera otto “perle (quasi) nascoste”. A queste, si aggiunge l’inedito #iosonorettoriano.

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Riki Cellini (© Foto Sem Pezzotta).

Correva l’anno 1974 quando una giovane cantautrice ventenne di Castelfranco Veneto, castana e un po’ paffutella, esordì al Festival di Sanremo con la canzone Capelli sciolti. Il suo nome: Donatella Rettore. Non accadde nulla.

Ci riprovò nel 1977 con Carmela, ancora sul palco della più famosa kermesse canora di casa nostra, lanciando caramelle al pubblico presente in sala. Anche stavolta non accadde granché. Tempo un anno, nel 1978, accorciato il nome (solamente Rettore), dimagrita, look decisamente rinnovato, chioma ossigenata, la ragazza pubblicò per l’Ariston un 45 giri, Eroe (Lato B: L’aquila nera), che mise subito in evidenza il nuovo corso musicale improntato su sonorità pop-rock ammiccanti alla imperversante disco. Qualcosa iniziò a muoversi. Fu solo l’anno dopo che Rettore centrò il suo primo grande successo: Splendido splendente, a cui seguirono vorticosamente le hit Kobra (1980), Donatella (1981), Lamette (1982) e Io ho te (1983), tutte firmate insieme al talentuoso musicista Claudio Rego, compagno di arte e di vita.

Dopo la metà degli Anni ‘80, cominciò la parabola discendente della nostra che, però, ha sempre mantenuto fino a oggi la sua originalità e unicità, oltre a quel tocco di genialità e irriverenza che l’hanno elevata a icona/modello insuperata per generazioni di artisti dopo di lei. Nel 2002, addirittura, un collettivo di giovani leve (ad eccezione della gloriosa Carla Boni) le dedica un disco tributo dal titolo ClonAzioni – Tutti pazzi per Rettore.

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La cover di “Rettoriano”, l’album di Riki Cellini.

Pochi giorni fa, l’ecclettico Riki Cellini (“cresciuto a Rettore, amore e fantasia”) ha pubblicato Rettoriano, “un sincero atto d’amore – come egli stesso dice – nei confronti della cantautrice più innovativa e all’avanguardia del panorama musicale italiano, ancora oggi con uno sguardo avanti”.

Il cantautore varesino rilegge alla propria maniera otto “perle (quasi) nascoste” del vasto canzoniere rettoriano, riversandoci tutta la musica che gli scoppia dentro: dal pop al soul, passando per il jazz e il funk. L’operazione è ben riuscita; l’ascolto dei remake è piacevole e, in alcuni casi, riesce a mettere maggiormente in luce i testi delle canzoni, svelandone significati sottesi che, forse forse, negli originali restavano un po’ in penombra.

La rilettura inizia dalla morbida Eroe, passando per le convincenti Il mimo e Femme fatale, arrivando a episodi più sferzanti e insinuanti come Le mani e Benvenuto, concludendo con la più intima Se morirò. A impreziosire la raccolta c’è l’inedito tutto da ascoltare #iosonorettoriano (2016, D’Altro Canto), scritto da Cellini insieme a Michele Gentilini, quest’ultimo tra i produttori artistici (ci sono anche Valerio Baggio e Alberto Venturini) e valido arrangiatore dell’intero disco.

I fan di Dada (così la chiamano affettuosamente) forse si sarebbero aspettati qualche altro titolo, o magari l’inserimento di alcune hit sopracitate, chissà? La scelta di Cellini è stata intelligente, oltre che rispettosa; “una scelta di cuore ma anche di istinto” – ribadisce lui – dove “ho rubato in punta di piedi quelle canzoni che più mi appartenevano, ma anche quelle che potevano essere più interessanti nel delineare i passaggi dalla voce femminile a quella maschile”. Il risultato? Splendido splendente!

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Riki Cellini (© Foto Sem Pezzotta).

La tracklist di Rettoriano

1. Eroe
2. #iosonorettoriano
3. Il mimo
4. Femme fatale
5. Le mani
6. Canta sempre
7. Diva
8. Benvenuto
9. Se morirò

                        

Sito web ufficiale: www.rikicellini.it
Videoclip Eroe: https://youtu.be/OzScWn0CenE
Promo Rettoriano: https://youtu.be/Z-3ngicLfZQ

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