Solo la musica riesce a trasmettere un messaggio di universalità tanto forte, che viene festeggiato durante la Festa della Musica.

Festa della Musica 2017, la strada suona è il temaLa musica è uno dei mezzi di comunicazione che riesce a coinvolgere persone di età, ceti, culture e religioni differenti. Quest’anno, in particolare, lancia un messaggio ancora più forte. «Ci ricorda che essere dalla parte dell’arte e della cultura è l’unica posizione da prendere contro la politica del terrore nei difficili giorni che viviamo, giorni in cui incontrarsi per ascoltare musica insieme assume il significato di una scelta precisa, di vita e di libertà» come ha affermato il Presidente di SIAE Filippo Sugar.

La musica trasmette un messaggio di universalità, di unione: perché non festeggiarla allora? Forse non tutti sanno che questa festa è nata 25 anni fa in Francia, dove ogni anno i cittadini si esibiscono all’aperto con i propri strumenti, unendosi agli artisti che partecipano all’evento. Ed è alla Francia che l’Italia si è ispirata per questa nuova edizione della festa, sempre il 21 giugno, dandogli come titolo “La strada suona”.

«La strada suona è il tema scelto per la Festa della Musica 2017 che torna quest’anno con un’importante partecipazione di artisti e un significativo incremento delle città coinvolte, cresciute dell’85% rispetto al 2016» ha dichiarato Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Nel nostro paese, infatti, ci saranno più di 9 mila eventi in piazze, strade, parchi, musei, luoghi di culto, carceri, ambasciate, ospedali, centri di cultura, stazioni, aeroporti e metropolitane, per un totale di 511 città e borghi.

A questa bellissima iniziativa partecipano tutti coloro che fanno musica, sia a livello professionale che amatoriale: enti locali, accademie, conservatori, scuole di musica, università, solisti, cori, fanfare, bande dell’esercito, orchestre, gruppi e bande musicali.

A promuoverlo ci sono il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la SIAE, l’Associazione italiana per la promozione della Festa della Musica, in collaborazione con l’Anci, l’Unpli, la Conferenza delle Regioni, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, il Ministero della Salute, il Ministero della Difesa e quello della Giustizia. Media partner dell’evento è Rai Radio 3, mentre a collaborare c’è il Carrefour Market.

Noi di Musica361 abbiamo intervistato La Differenza, band in uscita con un nuovo album.

La Differenza: la band pubblica Il tempo non d(esiste)
La Differenza: la band pubblica Il tempo non d(esiste).

Riprendere il passato per descrivere il contesto storico che oggi ci circonda e disegnare il nostro futuro. Questo è l’obiettivo de “Il tempo non d(esiste)“, il nuovo album de La Differenza che si è raccontata ai microfoni di Musica361.

Nel vostro quinto album, dal titolo “Il tempo non (d)esiste”, riprendete canzoni del passato e le presentate in una luce differente. Come mai questa scelta?
Ci siamo voluti concentrare sulla storia della musica italiana. Avevamo voglia di approfondire la bellezza del repertorio meno conosciuto di grandi big del nostro paese: siamo ripartiti dal passato per disegnare il nostro futuro.

Come brano di presentazione avete lanciato “Tira a campare” di Edoardo Bennato. Ha qualcosa in più delle altre?
È il brano che più di ogni altro descrive il contesto storico attuale. Edoardo Bennato l’aveva scritta per Napoli, ma secondo noi oggi è perfetta per l’Italia intera. La canzone è bellissima e si adatta perfettamente alle nostre corde. Edoardo Bennato ha cantato e suonato l’armonica nel brano. Ci è sembrato il modo migliore per iniziare questa nuova avventura.

L’unico inedito è “Molecolare”. Perché avete fatto questa scelta?
Molecolare” è una canzone scritta da Davide Di Maggio, una delle più belle penne della musica leggera italiana e dal nostro cantante Fabio Falcone. Sentivamo la necessità di inserire una canzone inedita all’interno di un album come questo. Molecolare rappresenta senza ombra di dubbio il nostro sguardo verso il futuro, verso il nostro prossimo disco, di sicuro di inediti.

La Differenza: la band pubblica Il tempo non d(esiste)Per questo disco avete collaborato con artisti molto importanti. Come è stato lavorare insieme a loro?
Per noi è stato molto importante: ci siamo dovuti confrontare, abbiamo dovuto alzare l’asticella, ci siamo trovati a relazionarci con artisti che hanno fatto la storia della musica italiana. All’inizio non è stato facile, poi mano a mano che l’album prendeva forma, le cose sono cambiate, ci siamo divertiti tantissimo a inciderle e alla fine avremmo voluto non finisse mai.

Tra i vari personaggi, c’è qualcuno con il quale avete preferito lavorare? Se si, perché? Raccontateci qualche aneddoto.
Il pomeriggio trascorso insieme ad Eugenio Finardi ce lo porteremo dentro per molti anni. Eugenio è entrato in studio, ha cantato buona la prima la sua parte in “Trappole” poi è tornato in sala regia e abbiamo iniziato a chiacchierare di musica. Tempo utile per il lavoro cinque minuti, tempo utile alla successiva discussione cinque ore.

Avreste voluto cantare con qualche altro artista?
Si e non è escluso che possa succedere in futuro. Questo per noi è stato il primo esperimento, ma ci siamo resi conto che alle volte è più facile collaborare con i veri grandi artisti della musica italiana che con degli emergenti con un piccolo grande successo alle spalle. I veri grandi non hanno paura di confrontarsi e anzi danno tutto loro stessi facendoti sentire alla loro altezza.

Farete un tour per promuovere il disco?
Sì, siamo già in tour e continueremo per tutta l’estate e poi porteremo quest’album anche nei club. Sul nostro canale Facebook ufficiale puoi seguire tutte le date.

Altri progetti dopo l’uscita di questo album?
Sicuramente un nuovo disco di inediti e tanta musica dal vivo, che è come sempre la realtà che più di ogni altra ci rappresenta e ci rende felice di far parte di questa grande famiglia, quella della musica italiana.

Da The Voice all’album di esordio “RadioFoxy in FM“, ecco l’intervista alle Foxy Ladies.

Foxy Ladies di The Voice of Italy
Le Foxy Ladies.

Sono state il primo gruppo musicale a partecipare a The Voice of Italy, nella squadra di Raffaella Carrà, e da poco hanno pubblicato il loro primo album dal titolo “RadioFoxy in FM“. Stiamo parlando della Foxy Ladies, il gruppo formato dalle tre sorelle Federica, Ambra e Sara Baccaglini, che si sono raccontate a Musica361.

Siete tre sorelle, unite dall’amore per la musica. Come è nata questa passione?
In casa nostra si respirava continuamente aria di musica e per noi è stato molto naturale iniziare a cantare. La nostra passione condivisa ci è stata trasmessa da nostro padre, che cantava e suonava diversi strumenti, oltre ad essere appassionato di blues e musica black: è stato lui il primo a farci calcare il palco e non abbiamo più smesso. 

Lo scorso anno avete partecipato a The Voice of Italy. Che cosa vi ha dato questa esperienza?
L’esperienza di The Voice è stata importantissima per noi. Innanzitutto ci ha fatto ricominciare a cantare assieme, dopo  un periodo di pausa in cui ognuna di noi si era dedicata ad esperienze da solista. Poi ci ha fatto vivere la musica in una modalità diversa da quella dei live e delle sale di registrazione, ovvero nella dimensione televisiva, in cui devi imparare a condensare la tua energia in un tempo brevissimo per arrivare al pubblico a casa. Infine ha rinforzato moltissimo il nostro rapporto di sorelle, perché abbiamo affrontato non solo momenti di gioia molto grande, ma anche momenti di stress in cui la nostra unione è stata fondamentale.

Nel talent eravate nel team di Raffaella Carrà. Che rapporto avete con lei?
Con Raffaella abbiamo interagito essenzialmente per lavorare assieme: lei supervisionava la preparazione delle nostre performances e dava tantissimi consigli utili che ci portiamo ben stretti nel nostro bagaglio artistico. Non abbiamo più avuto modo di contattarla, ma ci piacerebbe moltissimo.

A The Voice siete state il primo gruppo vocale. Vi siete sentite in qualche modo responsabili a ricoprire questo ruolo?
Il fatto di ricoprire questo ruolo ci ha fatto sentire molto onorate. Era strano che fino a quel momento nessun gruppo vocale avesse partecipato, ma ciò significa che dovevamo essere noi le pioniere.

è uscito a maggio “RadioFoxy in FM”, il vostro album d’esordio. Che cosa volete comunicare con le vostre canzoni? Quanto c’è di voi e della vostra storia nel disco?
Abbiamo seguito la preparazione del nostro disco e la sua uscita con molta cura e molte attenzioni. Questo è il nostro album d’esordio con brani inediti scritti da noi -i due album precedenti erano dedicati a cover soul e gospel- e nei brani abbiamo messo i nostri messaggi più importanti. Abbiamo parlato di squarci di vita, di emozioni, di sensazioni, in cui molte persone possono riconoscerci, però ciò che è trasversale a tutti brani è l’amore per se stessi e per la vita, la voglia di dare sempre il meglio di sé e la ricerca di un senso positivo alle cose che ci accadono. Queste siamo proprio noi e, anche se a volte siamo state tacciate di “buonismo”, noi la vita la vediamo proprio così; ormai  l’attenzione delle persone è catturata molto di più dalle notizie negative, dal gossip, o da cose simili, ma noi siamo molto ferme nel non fare una scrittura di brani lamentosi o negativi. “Radiofoxy in FM” è una carezza all’anima.

Come mai avete scelto il brano “Nero pastello” per presentare l’album?
L’abbiamo scelto per il groove della musica e  per i colori che camminano a fianco di questo “nero pastello”: qui le nostre voci si sono espresse con un approccio black che ci rappresenta molto bene. In realtà amiamo tutti i brani del disco per cui non è stato semplice scegliere, però abbiamo deciso di farlo con una canzone carica di energia. 

Se ve lo proponessero, partecipereste nuovamente ad un talent show?
Nella strada artistica non si può escludere nulla, anche perché la tv si diletta ad inventare sempre nuovi format. Dal 21 maggio sta andando in onda il programma di Real Time “Cose da non chiedere”, a cui abbiamo partecipato per dare un segnale contro i pregiudizi e la mancanza di rispetto verso le persone; per cui nella scelta delle apparizioni televisive ci guidano molte variabili. Un talent non lo escludiamo.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Nel nostro futuro vediamo sicuramente tantissimi concerti live in cui comunicare e condividere la nostra musica a più persone possibili. Poi vogliamo continuare a scrivere, magari anche in inglese.

Animali, uomini & occasioni: ecco tutto quello che c’è da sapere sul nuovo album di Daniele Meneghin.

Animali, uomini & occasioni: tutto sul nuovo album di Daniele Meneghin
Daniele Meneghin.

Da poco è uscito il suo quarto album, dal titolo “Animali, uomini & occasioni”: si tratta di un disco molto particolare, dalle canzoni che lo compongono alla copertina del cd, che Daniele Meneghin ha raccontato a noi di Musica361.

È uscito il tuo nuovo album “Animali, uomini & occasioni”. Raccontaci la scelta di questo titolo.
Il titolo è una conseguenza di come abbiamo fatto il lavoro: già da tempo volevo far un album intitolato “Animali” e avevo scritto più di una quindicina di canzoni con tutti i titoli di animali. Ho avuto l’occasione di fare un album con Osvaldo Di Dio e, durante quel periodo, avevo voglia di incidere anche altro materiale all’infuori degli animali, come canzoni che parlano del mio vedere la vita. Abbiamo inciso sette canzoni che riguardano gli animali e sette canzoni che riguardano il mio vedere il mondo: da lì è uscito di conseguenza il titolo.

Animali: come vivi il tuo rapporto con loro?
Bene, ho sempre avuto molto rispetto per gli animali, nel senso che non mi sono mai avvicinato per toccarli ed accarezzarli, a meno che non siano loro ad avvicinarsi. Si tratta di un rispetto innato.

La copertina dell’album è molto particolare. Come è nata l’idea?
La copertina non è merito mio e mi ha colpito molto. Collaboro con Giacomo Triglia, un creativo di Cosenza: gli ho spiegato cosa volevo, lasciandogli libera creatività, e ha fatto questa immagine che secondo me è molto azzeccata.

Nel disco molte canzoni hanno come titolo il nome di un animale. Poi, però, c’è “Londra”. Come la collochi, che significato ha per te?
“Londra” è una delle canzoni di ultima scrittura, l’ho scritta poco prima di entrare in studio. Io scrivo le canzoni comandato dal sentimento, quando ho l’esigenza di dire qualcosa o di esprimere qualcosa che mi è successo. Londra è stata una canzone di quel tipo. Ho vissuto lì per due anni una ventina di anni fa e ci sono tornato per lavoro l’anno scorso: al rientro ho avuto il bisogno di fare questa riflessione su com’era vivere là allora e su com’è adesso.

Si tratta del tuo quarto disco. Che cos’ha questo album in più dei precedenti?
È un disco dove l’esperienza degli anni si fa sentire, sia a livello di scrittura che di composizione. è un disco suonato in studio, quindi con un approccio un po’ diverso rispetto ai precedenti. Ci sono meno sovrascrittura e meno editing, è più fresco e penso sia più fruibile anche a livello di scrittura.

Animali, uomini & occasioni: tutto sul nuovo album di Daniele Meneghin
Animali, uomini & occasioni:, il nuovo album di Daniele Meneghin.

Collabori con Gilberto Martellieri e Osvaldo Di Dio. Che cosa hai imparato dai due famosi musicisti?
Gilberto è uno dei pianisti più grossi della musica italiana, specialmente degli anni ’60 e ’70: da lui ho imparato sicuramente l’approccio lavorativo al comporre una canzone per gli uditori. Osvaldo per me è creatività pura unita alla tecnica, ha una capacità di far musica che è quasi naturale ed è sempre un onore lavorare con lui perché sono lavori veloci e ci intendiamo subito.

Hai in progetto un  tour estivo?
Da questo lato sono un po’ atipico perché non mi interessa fare live, non sento l’esigenza di andare in giro ad esibirmi.

Quale sarà il tuo prossimo progetto?
Sto già scrivendo e penso di fare un altro album nel giro di due anni. Stiamo facendo i video di questo album e siamo molto presi con la promozione.

Milano e Palermo ospitano il concerto di Radio Italia, con artisti italiani e anche di fama internazionale.

Radio Italia Live: i concerti a Milano e PalermoAncora una volta Radio Italia realizza il più grande evento gratuito di musica italiana, grazie alla collaborazione del Comune di Milano e del Comune di Palermo. Quest’anno, infatti, le date di “Radio Italia Live – Il concerto” son ben due: si inizia domenica 18 giugno a Milano e si finisce venerdì 30 a Palermo.

Entrambe le serate saranno condotte dal duo comico composto da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, mentre Serena Rossi avrà il compito di incontrare ed intervistare tutti gli artisti che si esibiranno sul palco. A sentire il pubblico, con le sue opinioni e le sue emozioni, ci penserà Manola Moslehi, la speaker di Radio Italia.

Ma chi saranno gli artisti ad esibirsi durante queste due serate? In Piazza Duomo a Milano, domenica 18 giugno, ci saranno Alessandra Amoroso, Benji e Fede, Andrea Bocelli, Emma, Francesco Gabbani, Giorgia, J-Ax e Fedez, Fiorella Mannoia, Nek, Samuel ed Umberto Tozzi. Per Radio Italia 3.0, invece, Elodie e Lele, e per Radio Italia World Anastacia.

Al Foro Italico di Palermo, invece, canteranno Alessio Bernabei, Gigi D’Alessio, Lorenzo Fragola, Eros Ramazzoti, Francesco Renga, Nina Zilli e le Vibrazioni – per la prima volta nuovamente insieme. Ci saranno anche alcuni artisti della serata precedente, come Francesco Gabbani, J-Ax e Fedez, Nek e Samuel. Per Radio Italia 3.0 Marianne Mirage e Sergio Sylvestre e per Radio Italia World Bob Sinclair.

Ad accompagnare gli artisti durante le esibizioni sarà l’Orchestra Filarmonica Italiana, diretta dal M° Bruno Santori.

I due concerti saranno trasmessi in diretta su Real Time – canale 31 del Digitale Terrestre –  su Nove – canale 9 – su Radio Italia, Radio Italia Tv, in streaming audio e video sul sito della radio e su Dplay – o sul sito o sull’applicazione. Anche i social network di Real Time e le app gratuite di iRadioItalia seguiranno entrambe le serate in diretta insieme ai propri followers.

Le finali delle sezioni Jazz e Pop Rock dedicate a Pino Daniele: ecco dove e quando si svolgeranno e i premi che verranno assegnati.

Premio Nazionale delle Arti 2017
Premio Nazionale delle Arti 2017

Come ogni anno, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca “Direzione Generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore” ha promosso il concorso “Premio Nazionale delle Arti“. Si tratta della dodicesima edizione, che dedica a Pino Daniele le sezioni riguardanti il Jazz e il Pop Rock: i vincitori otterranno premi e borse di studio grazie alla Pino Daniele Trust Onlus, l’Ente no profit per le iniziative culturali e musicali in nome del musicista scomparso. L’obiettivo principale dell’associazione, infatti, è proprio quello di valorizzare ciò che Daniele ha lasciato, promuovendo iniziative nel mondo musicale e sostenendo gli artisti giovani e talentuosi.

Il concorso per le due sezioni dedicate al grande artista sono quasi giunte al termine. Per quanto riguarda il Jazz, la finale si svolgerà sabato 17 giugno presso la Sala Verdi della sede del Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano, in via Conservatorio 12. Ad intrattenere il pubblico saranno presenti la “Verdi Jazz Orchestra”, diretta dal M° Pino Jodice, e Tullio De Piscopo e Dave Douglas, già parte della commissione del genere musicale. A presentare l’evento, invece, la storica voce di Radio Monte Carlo Nick The Nightfly, che proclamerà anche il vincitore.

Il primo nel podio avrà diversi premi. Prima di tutto, gli verrà assegnata una borsa di studio dalla Pino Daniele Trust Onlus, in collaborazione con SIAE, la Società Italiana degli Autori ed Editori. Poi, avrà la possibilità di tenere un concerto nel Conservatorio milanese nella stagione prossima, “I suoni del Conservatorio 2017/2018”.

Premio Nazionale delle Arti 2017Anche gli altri concorrenti, però, potrebbero vincere qualcosa. I semifinalisti e i finalisti potrebbero ottenere il premio come “Miglior chitarrista”, “Miglior bassista” e “Miglior solista”. In palio ci saranno degli strumenti musicali regalati dalla Pino Daniele Trust Onlus insieme a Mogar Music, distributore italiano dei marchi Ibanez, Zoom e IK Multimedia e dalla Galli Strings, produttore di corde vocali.

Per la sezione dedicata al Pop Rock, invece, la finale si terrà il 24 giugno al Teatro Romano  di Benevento, in via Port’Arsa 1. Durante la serata, si esibiranno l’orchestra Ritmo Sinfonica del Conservatorio Nicola Sala, diretta dal M° Gianluca Podio,  e Teresa De Sio. A condurre, invece, Ida Di Martino di Radio Kiss Kiss Italia, partner della finale.

Anche in questo caso, il vincitore otterrà diversi premi: una borsa di studio dalla Pino Daniele Trust Onlus con SIAE e la possibilità di incidere i propri brani nello studio di registrazione del Conservatorio di Musica “Nicola Sala” di Benevento.

Oltre a ciò, saranno assegnati i due premi speciali, con tanto di strumenti musicali, come “Miglior chitarrista” e “Miglior interprete vocale”.

Rai Movie dedica tre giorni al mondo della musica in occasione della Festa della Musica il 21 giugno: ecco la programmazione.

Festa della Musica 2017: programmazione Rai Movie | Musica361
Festa della Musica 2017: programmazione Rai Movie.

Il 1985 è conosciuto come l’Anno Europeo della Musica: dal quel momento in poi, la Festa della Musica si svolge il 21 giugno. In Europa e in tutto il mondo è un vero e proprio fenomeno sociale che trasmette quel messaggio che solo attraverso la musica tutti riusciamo a comprendere. In occasione di questo evento, Rai Movie ha deciso di dedicare la programmazione al mondo musicale proprio per quell’importante giornata.

Martedì 20, mercoledì 21 e giovedì 22 giugno verranno trasmessi diversi film che parlano della musica: si passa dalla storia della musica all’impegno e alla fatica di chi vuole emergere in questo campo, fino ad arrivare agli esordi dei cantanti. Ecco qual è la programmazione speciale per quelle giornate.

Martedì 20 giugno andranno in onda “Johnny Suede” e “Freda – La segretaria dei Beatles“. Il primo, in onda alla 1, ripercorre la storia di Johnny, aspirante musicista rockabilly, preso tra lavori saltuari e storie d’amore; il secondo, invece, alle 2.45, racconta la storia dei Beatles grazie ad una lunga intervista a Freda Kelly, la loro segretaria.

Il 21 giugno, invece, si inizia alle 5 con “A Hard Day’s Night“, su una serie di disavventure dei Beatles, per continuare con “Nowhere Boy” alle 15.40, che tratta la difficile adolescenza di John Lennon. Alle 19.30 verrà trasmesso “Saxofone“, la storia d’amore tra una donna sposata e un sassofonista girovago. Per ultimo, alle 23.45 verrà mandato in onda “L’ottava nota – Boychoir“, la storia di un giovane che entra a far parte di un coro accademico, con il quale ha numerose discussioni.

Infine, giovedì 22 giugno vanno in onda “A modo mio – Quand j’étais chanteur” alla 1.25 su una cantante cinquantenne, e “I più grandi di tutti“, sul ritorno del gruppo rock dei Pluto, alle 3.20. Per finire, alle 5 “Sacro e profano“, la storia di un musicista arrivato a Londra dall’Ucraina.

Festa della Musica 2017: programmazione Rai Movie | Musica361
Festa della Musica 2017: programmazione Rai Movie.

X Factor, Sanremo Giovani e testi per artisti importantissimi: Tony Maiello racconta la sua esperienza nel mondo della musica a Musica361.

Intervista a Tony Maiello: "La musica deve smuovere l'anima" 2Tony Maiello, all’anagrafe Antonio Maiello, è un cantautore italiano che vanta numerose esperienze nel mondo della musica, tra cui la partecipazione ad X Factor e la vittoria a Sanremo Giovani tra le nuove proposte. Il ragazzo si è raccontato ai microfoni di Musica361.

Ad aprile è uscito il tuo nuovo singolo “In alto”. Come è nato il brano?
“In Alto”, in un primo momento, è nato come una sorta di mantra, un modo per predispormi al pensiero positivo. Successivamente, è diventato un brano per poter estendere questo mio pensiero di vita e guardare le cose da un’altra prospettiva.

In autunno, poi, uscirà il tuo nuovo album. Ci dai qualche anticipazione?
È un album con tanta verità, valore che si sta perdendo di vista negli ultimi tempi. Ogni tanto ci sta la canzone “usa e getta”, ma poi bisogna ritornare alla vita di tutti i giorni, parlare di cose vere, quelle che smuovono l’anima e non fare della musica e delle parole uno strumento per non so quale business.

Hai partecipato alla prima edizione di X Factor, arrivando in finale. Quanto è stata importante questa esperienza per la tua carriera?
Molto, porto dentro di me tutti quei momenti. È stata la mia prima vera esperienza, mi ha aperto le porte verso la musica.

Dopo il talent, hai avuto un contratto dall’etichetta discografica indipendente “Non ho l’età” di Mara Maionchi, che è stata anche tua coach. Che rapporto hai con lei?
Ho un bel rapporto con Mara, tra alti e bassi ci siamo sempre rispettati. Ci sentiamo poco, ma è sempre un grande piacere.

Nel 2010, invece, hai vinto Sanremo Giovani. Ti aspettavi questa vittoria?
No. Puntavamo a fare almeno una bella figura nella prima puntata. Già andare in finale era tanto, figuriamoci vincerlo.

Intervista a Tony Maiello: "La musica deve smuovere l'anima" 1
Copertina del nuovo singolo “In alto” di Tony Maiello.

Hai scritto canzoni per Laura Pausini, Francesco Renga e Giorgia. Ti piacerebbe collaborare con qualche altro artista?
Mi piace collaborare e non competere, citando Jodorowsky. Ogni persona ti regala nuove esperienze, nuove emozioni: è bello mettersi in gioco. Collaborerei con chiunque, purché stimoli la mia parte artistica.

Nel 2013 sei stato un giurato dello Zecchino d’oro. Ti sei trovato bene in quel ruolo? Lo rifaresti?
Mi sono divertito e lo rifarei. Stare a contatto con i bambini ti rigenera, sono anime ancora non plagiate da una società sempre più competitiva e in rovina.

Hai già nuovi progetti dopo l’uscita dell’album?
Mi piacerebbe fare un po’ di in-store: vorrei presentare il disco in giro personalmente. Sto già scrivendo per il futuro e spero che, dopo l’uscita di questo album, la musica continui ad essere una costante della mia vita.

14 anni, esperienze eccezionali alle spalle e sogni nel cassetto: Matteo Markus Bok si è raccontato ai microfoni di Musica361.

Intervista a Matteo Markus Bok, 14 anni italo-tedesco
Matteo Markus Bok, 14 anni italo-tedesco.

Ha solo 14 anni, ma vanta una carriera eccezionale: stiamo parlando di Matteo Markus Bok, giovane talento italo-tedesco, che si è già fatto strada nel mondo della musica, e non solo, collezionando un successo dietro l’altro. Noi di Musica361 lo abbiamo intervistato: il cantante ci ha raccontato le sue esperienze passate e i suoi sogni futuri.

Il tuo nuovo brano “Just One Lie” ha avuto subito un grandissimo successo in Germania. Te lo aspettavi? Sinceramente no, ma lo  speravo tantissimo perché quando l’ho scelto, con il mio produttore tedesco Oliver De Ville, mi ha subito coinvolto.

Sei arrivato in semifinale ad Italia’s Got Talent 2017. Com’è stata quest’esperienza?
Sicuramente interessante, anche se molto diversa da The Voice Kids in Germania. In quest’ultima c’era più coinvolgimento con gli altri concorrenti, che erano ragazzi come me, ed era più impegnativa perché era una competizione di solo canto.

Hai partecipato al talent con “È diventata primavera”, canzone molto importante per te. Com’è nata?
Questa canzone l’ho scritta a 11 anni, quando mio papà si è allontanato da noi per andare a vivere in Piemonte! L’ho scritta con mia sorella Micol e poi Rossano Eleuteri, un nostro amico produttore, ne ha reso possibile la realizzazione. Mi piace cantarla ai ragazzi che, come me, vivono la separazione dei genitori. Magari li aiuta a superare la lontananza.

Intervista a Matteo Markus Bok, 14 anni italo-tedesco
Intervista a Matteo Markus Bok.

Sei stato anche finalista di “The Voice Kids Germany 2016”. Che cosa hai imparato da quell’esperienza? Quali sono stati i pro e i contro?
È stata un’esperienza meravigliosa ed indimenticabile, anche perché ho vissuto a contatto con ragazzi che hanno la mia stessa passione e con i quali sono rimasto amico. Non vedo nessun contro, anche perché ho capito cosa avrei voluto fare nel mio futuro.

Hai avuto esperienze nei talent sia in Italia che in Germania. Quali sono le differenze tra i due paesi? Dove hai preferito lavorare e perché?
Erano talent completamente diversi. In Italia mi sono sentito più “limitato” nell’esprimermi, mentre in Germania, pur essendo più severi nell’organizzazione, lasciano più libertà di espressione. Questa possibilità di mostrare veramente me stesso in Italia mi è mancata.

Hai interpretato anche personaggi a teatro. Cosa ti porti a casa da questa esperienza?
Mi porto a casa tanta disciplina, ma anche grande divertimento. Ho imparato a rispettare tempi, orari e ruoli e ho conosciuto gente bellissima di tutte le età. Amo questo mondo.

Nel 2011, invece, hai partecipato a Sanremo Junior, arrivando secondo. Ti piacerebbe prendere parte al Festival?
Amo più la musica internazionale, ma mi piacerebbe: Sanremo è Sanremo.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Diventare un cantautore e musicista e vivere a Los Angeles.

Hai altri progetti per il futuro?
Tanti. Per ora parliamo di altri due singoli e di un album entro marzo 2018, oltre a tantissimi live in Germania, in televisione, in teatri e piazze importanti. Spero presto anche in Italia, perché comunque sono metà italiano.

Un cantautore che non ama racchiudersi in una semplice etichetta: Valentino Negri racconta la sua esperienza in ambito musicale.

Valentino Negri: esce Black, il primo album del cantautore
Valentino Negri: esce Black, il primo album del cantautore.

Valentino Negri non ama autodefinirsi e rinchiudersi in una semplice etichetta: a noi di Musica361 ha raccontato il suo amore per la musica, nato grazie al padre, e le sue esperienze in ambito musicale, che lo hanno portato a diverse collaborazioni al di fuori dell’Italia e sul palco di Sanremo Giovani.

“Black” è il tuo primo album. Come definiresti il suo stile?
Non amo molto autodefinirmi, anche se qualcuno mi ha definito Glam Rock, qualcun’altro Grunge o Rock Blues. In “Black” non nascondo la musica che mi ha influenzato e con la quale sono cresciuto, anche se credo che le etichette lasciano un po’ il tempo che trovano. A parte i generi, credo che ci sia solo la buona musica -che più la ascolti e più ti piace- e la musica di consumo, che finisce nella spazzatura dopo un ascolto.
“Black” e’ difficilmente etichettabile con un genere nel panorama italiano, anche perché è un album di 15 brani scritti da me in stile old school. Ora si e’ abituati a dischi di 8-10 brani massimo, di cui si ascoltano solo uno o due singoli, mentre io ho voluto far ascoltare e svelare tutto il mio mondo in uno stile che è puro rock.

Come primo singolo di presentazione hai scelto “Pensavo”. Come mai questo brano?
È il brano che più mi rappresenta a livello di testo e di significato ed è quello che più si differenzia per gli arrangiamenti molto più morbidi rispetto a tutto il resto dell’ album. Volutamente è stata data più importanza alla voce che è quasi una narrazione e permette a chi ascolta di rimanere concentrato sul testo.

Quando e come è nata la passione per la musica?
È nata da dentro, dal sangue. Mio padre era cantante, compositore e bassista per alcuni famosi artisti italiani e da piccolo in casa si respirava arte e musica in ogni angolo: sono cresciuto sui palchi durante le sue tournée e a 14 anni ho fondato la mia prima band. A 15 anni, dopo la sua perdita, la passione si è rafforzata e mi ha portato fino a qua. Credo che la musica abbia il potere di annullare le distanze per qualche istante.

Si legge di te che sei attratto dall’America. Che cosa ti ha avvicinato a questo mondo?
Sicuramente la loro musica in ogni aspetto. A 16 anni ho avuto la fortuna di andare per la prima volta negli Stati Uniti, a Los Angeles, insieme a Drupi per registrare il suo Best. Mio padre aveva suonato per moltissimo tempo con lui ed avevano un amicizia rara, così mi portò con sé e mi ritrovai in studio con alcuni tra i musicisti più quotati e conosciuti al mondo e da lì capii quello che avrei voluto fare nella vita ad ogni costo. A contatto con questi artisti capii cosa significasse davvero fare musica e ne fui affascinato e completamente rapito. In seguito, ho continuato a viaggiare e a passare molto tempo negli Stati Uniti on the road, venendo a contatto con molte culture musicali e assorbendo moltissimo, soprattutto della scena Californiana. Questo mi faceva e mi fa sentire molto più a casa là di quanto non mi senta qua. Adoro l’America, ma quella ribelle naturalmente.

Valentino Negri: esce Black, il primo album del cantautore
Valentino Negri.

Hai suonato dappertutto. Hai notato delle differenze tra il nostro paese e gli altri?
Purtroppo si. Abbiamo una cultura storica musicale incredibile, eppure non trattiamo la nostra musica come andrebbe trattata e cosi molte volte è più apprezzata e coccolata all’estero che nella nostra patria. I media, i giornali e le major non danno alla musica la giusta importanza socioculturale che dovrebbe avere e la trattano invece come un gioco . La musica è una parte molto importante della crescita e della cultura di un paese e al momento noi siamo messi male.

Hai provato ad entrare a Sanremo Giovani, cosa non ha funzionato?
Ha funzionato tutto: la giuria di qualità si è alzata ad applaudirmi dopo la mia performance e la gente che mi scopriva era entusiasta. È stata una bellissima esperienza: mi ha permesso di far conoscere la mia musica e, soprattutto, ho avuto un grande seguito. Come tutti ormai sanno, però, queste cose non bastano.

Sei cantautore, musicista e fondatore discografico. A quale di queste professioni ti senti più vicino?
Sicuramente cantante ed scrittore, anche se non riesco a definirla una professione. Tutto il resto ho dovuto imparare a farlo per bisogno, anche se amo ogni aspetto di tutto quello che faccio.

Hai qualche altro progetto per il futuro?
Troppi. Intanto uscirà a breve il nuovo videoclip di “Due”, brano che canto in featuring con Drupi, che si è anche divertito a fare il video. Poi continuerò le aperture ai suoi concerti in tutta Europa e la promozione di “Black”, anche sto già lavorando al prossimo album.

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