Premio Pierangelo Bertoli 2024, “Nuovi cantautori” dal vivo
Gli otto “Nuovi cantautori” si sono esibiti live, accompagnati dalla band composta dai musicisti di Pierangelo Bertoli
Grande successo per il Premio Pierangelo Bertoli 2024 giunto al l’11ª edizione del prestigioso riconoscimento dedicato al grande cantautore sassolese, che si è tenuto al Teatro Carani di Sassuolo (Modena) e si è conclus0 domenica 10 novembre.
Gli 8 Nuovi cantautori si sono esibiti live, accompagnati dalla band composta dai musicisti di Pierangelo Bertoli che comprende Marco Dieci al pianoforte e alla chitarra, Moreno Bartolacelli alle tastiere, Guido Pelati alle chitarre, Alessandro Maria Ferrari al basso, Marco Bolgiani alla batteria e la voce di Giulia Bellei per i cori.
Dopo Mmara, Emanuele Dabbono, Marco Germanotta e Luca Fol, questi gli ultimi quattro finalisti:
Brigida da Chieti con il brano “La La Land”
Abruzzese, allieva del C.E.T. di Mogol e diplomata al Conservatorio di Pescara, la musica la accompagna da sempre. A sei anni inizia a suonare il pianoforte, per poi dedicarsi allo studio del canto e alla composizione.
Nel 2023 pubblica il singolo d’esordio e intraprende una vivace attività live in festival e rassegne. Con il brano che propone al Teatro Carani si avvicina alle sonorità del bedroom pop, mantenendo intatta quella dimensione intima e onirica che da sempre la contraddistingue.
Giacomo Rossetti da Firenze con il brano “Siena Non Ride Più”
Toscano, gira da più di vent’anni come una trottola: ha suonato in oltre mille locali, strade e piazze, consumando chilometri e motori. Nel frattempo, nel 2018 vince il Premio Pierangelo Bertoli – sezione Nuovi Cantautori.
I suoi testi sono istintivi, con parole che evitano fronzoli e cercano di barare il meno possibile. Racconta di solitudini nebbiose, insicurezze e sogni che fanno fatica a realizzarsi.
XGiove da Fermo con “Trattato (Dimmi Che Non Hai Smesso)”
Sono una band marchigiana fondata nel 2018. Combattere le paure di una generazione, lottare contro ogni forma di omologazione per tornare all’autenticità, sono le principali tematiche sulle quali la band intende esprimersi attraverso le sue canzoni.
Già protagonisti di alcuni Festival musicali, hanno aperto i live di Caparezza, Litfiba, Bandabardò e del concerto di Zucchero a Campovolo.
Rng da Genova con il brano “Vorrei”
Stefano Negrino all’anagrafe. È un giovanissimo cantautore, 19 anni. Frequenta il panorama genovese con sonorità indie/hip-hop, e porta con sé influenze di musica elettronica e cantautorato.
Suona in giro nei peggiori postacci prendendo mezzi casuali.
Video interviste a cura di Domenico Carriero
Trucky Trap, “Rimango” la mia presa di posizione
Trucky Trap, “Rimango” la mia presa di posizione, la sua lotta e il suo impegno per rimanere fedele a sé stesso e alle sue radici
Trucky Trap è un trapper emergente della scena musicale italiana di origine campobassana. Con il suo stile unico e i suoi testi penetranti, Trucky Trap ha iniziato a farsi un nome nel mondo della musica trap, guadagnando una crescente base di fan grazie alla sua coerenza stilistica.
Infatti, la sua autenticità e la capacità di raccontare storie attraverso la musica hanno attirato l’attenzione di molti, giovani e non. I suoi brani esplorano temi legati alla vita urbana, le sfide personali e l’ambiente che lo circonda.
Il 2024 ha visto il rilascio di due nuovi singoli:“Rimango” e “Campobassano” e dell’EP “Il prezzo da pagare”, di cui si parla ampiamente nell’intervista. Questi brani rappresentano un’evoluzione del suo stile e un riflesso della sua crescita come artista.
“Rimango”, pubblicato il 4 ottobre 2024, è un brano che parla di resilienza e determinazione. I suoi testi toccano profondamente le esperienze personali di Trucky Trap, raccontando la sua lotta e il suo impegno per rimanere fedele a sé stesso e alle sue radici.
Qui uno stralcio del testo:
In questa città
Non mi comprende nessuno
La gente si lamenta se non vendi del fumo
Ne tanto gli importa del duro lavoro
Cercano di delegarlo sempre a qualcuno
Uno per tutti
Mi ero illuso
Ma Quale tutti per uno
Per loro ero sconosciuto
Ora lo do per scontato come un 2×1
che del male che hanno dato
io ne ho fatto buon uso
Il video musicale, ambientato alla fermata dell’autobus, ha ricevuto un’accoglienza positiva da parte dei fan.
“Campobassano” è un omaggio alla città di Campobasso e alle persone che la popolano. Con un ritmo coinvolgente e testi che celebrano l’orgoglio locale, il brano è diventato rapidamente un inno, non solo calcistico, per molti abitanti della regione. La risposta del pubblico è stata estremamente positiva, evidenziando l’importanza di rappresentare le realtà locali nella musica.
Celebre l’incipit del brano, vero inno dei tifosi campobassani:
“Nuje scim pazz p l cavatiell, nu piatt chin chin e tracchiulell, nuije sem campuascian, la nord è rossoblú, bvimm birra Forst e nient cchiú”
E, come anticipato nell’intervista, sono tanti i progetti sui quali Trucky Trap sta lavorando e che vedranno prossimamente la luce.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Premio Pierangelo Bertoli 2024, Mmara è il vincitore
Grande successo per l’11ª edizione del Premio Pierangelo Bertoli, il prestigioso riconoscimento dedicato al grande cantautore sassolese
La giuria di esperti, composta da Marino Bartoletti, Paolo Giordano, Fio Zanotti, John Vignola, Leo Turrini, Cristiana Merli, Graziella Corrent, Daniele Lucca, Maurizio Tirelli, Bruna Pattacini, Paola Gallo, Mirco Pedretti, Marco Baroni, Alberto Bertoni, Gigi Cervi e dalla Band del Premio Pierangelo Bertoli, ha decretato Mmara come vincitore della sezione Nuovi Cantautori con il brano inedito “La Voce Fa Male“e la cover di Pierangelo Bertoli “C’era un tempo”. Mmara si è aggiudicato anche la Targa Michele Merlo per il miglior testo e la Targa del Bertoli Fans Club.
La borsa di studio ACEP / UNEMIA, è andata a Marco Germanotta.
Qui i 4 superfinalisti della sezione Nuovi Cantautori:
Mmara da Milano con il brano “La Voce Fa Male”
Gabriele Marazzotta all’anagrafe, giovanissimo, 19 anni. Studia al CPM di Milano per cercare di indirizzare le sue emozioni e trasformarle in musica, di cui si innamora già da bambino grazie al padre strumentista. La sua voce è un mix particolare di stili pop-rock e i suoi testi sono autobiografici, ricchi di metafore e similitudini. Il suo canto è una richiesta d’aiuto, di terapia per l’anima.
Marco Germanotta da Messina con il brano “Fai Davvero Come Vuoi”
Inizia a studiare chitarra da bambino, per arrivare poi a un diploma in chitarra classica. Vanta una lunga gavetta. Tra le tante collaborazioni, spicca quella con suo fratello Stefano, con cui raggiunge importanti risultati.
Il suo primo EP conta un totale di mezzo milione di ascolti online. Le esperienze in Tv, incluso il percorso a X Factor nel team di Mika, lo hanno aiutato a comprendere meglio ciò che voleva perseguire nel percorso artistico.
Emanuele Dabbono da Savona con il brano “Oversize”
Ha composto alcuni successi per Tiziano Ferro, tra i quali “Incanto”, “Valore assoluto” e “Il conforto” che Tiziano ha cantato in coppia con Carmen Consoli.
Gli è capitato di suonare nei bar della costa est degli Stati Uniti, come in un teatro a Parigi. Crede nelle parole che possono far cambiare idea sulle cose. Appena gli è “nata” questa canzone ha pensato fosse il brano giusto per rimettersi in gioco.
Luca Fol da Rimini con il brano “Estinguiamoci”
Polistrumentista di Rimini, inizia scrivendo brani in inglese. Il 2020 segna il suo passaggio alla scrittura in italiano. Nel 2021 escono i primi singoli e a marzo 2022 esce il suo primo album “Io sono meno inglese di thè“, seguito da un’esperienza ad X Factor 2022 in cui arriva fino alla fase dei bootcamp.
Nelle sue canzoni parla di umanità e di una perseverante ricerca del proprio equilibrio sociale e spirituale. Il brano“Spogliati” raggiunge i 40mila ascolti su Spotify.
Video interviste a cura di Domenico Carriero
Biancorvino, “Cosa Ci Resta?” il singolo d’esordio
Biancorvino, “Cosa Ci Resta?” la domanda che si pone una donna che ha subito una violenza e non ha più fiducia nell’essere umano
“Cosa ci resta?” È il nuovo singolo di Biancorvino, disponibile da venerdì 20 settembre, il primo per Grida Sonore.
Cosa ci resta? È la domanda che si pone una donna che non ha più fiducia nell’essere umano dopo che la sua felicità è stata spezzata da una violenza che non riesce più a dimenticare.
«Il brano nasce dopo l’incontro con una ragazza che mi ha raccontato alcuni avvenimenti spiacevoli del suo passato e che continuano a condizionare le sue scelte sentimentali. È una storia che mi ha colpito emotivamente, che ho sentito la necessità di raccontare per stimolare una riflessione più profonda su questi brutali eventi sempre più diffusi».
Testo di “Cosa ci resta?”
Lei tornerà pensando ai cuori infranti,
a tutti i lividi e a tutti quei pianti,
a quando ha perso la gioia di vivere,
da quando non ha più voglia di ridere.
Ora ha gli occhi di un cervo
che ha perso il sentiero
e privo di un credo.
Cosa ci resta del vento che soffia?
e dove ci porta?
Ricorderà tutti quei sogni spenti,
tutti quei giorni con dei candidi segni
sulle labbra, sul viso, le braccia
e l’aria consumata in quella stanza.
Ora ha gli occhi di un cervo
che ha perso il sentiero
e privo di un credo.
Cosa ci resta del vento che soffia?
e dove ci porta?
Cosa ci resta del tempo che passa?
e cosa ci lascia?
È l’amore che manca
Cosa ci resta del vento che soffia?
e dove ci porta?
Cosa ci resta del tempo che passa?
e cosa ci lascia?
«Biancorvino è la mia rinascita, la mia forza, l’unione di tutto ciò che ho perso e che porto dentro di me.
Biancorvino sono io, una persona con alti e bassi, capace di passare dalla felicità alla profonda tristezza nel giro di pochi attimi.
È l’omaggio a mia madre, una donna gentile che ha saputo combattere durante la sua vita, pronta ad aiutare il prossimo e che mi ha insegnato a rialzarmi sempre nonostante le mille difficoltà che incontriamo in questo nostro cammino».
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Santoianni: il nuovo album “La soglia dei trenta”
Santoianni, Premio Bindi, premio Fabrizio De Andrè e nuovo album “La soglia dei trenta”, un percorso interiore, un vero e proprio scontro con la verità
“La soglia dei trenta” è il nuovo album di Santoianni, anticipato dalla title track e dal singolo “Questa canzone non vale niente”.
A pochi mesi dall’uscita del nuovo disco, il cantautore Santoianni continua a collezionare importanti riconoscimenti. Dopo la vittoria del Premio Bindi, si aggiunge poco dopo il prestigioso Premio Fabrizio De André, vinto nella ventitreesima edizione del concorso. Entrambi i premi sono stati ottenuti grazie al brano “Questa canzone non vale niente”, estratto dal nuovo album, confermando la sua scrittura raffinata radicata nella canzone d’autore, ma aperta a una poetica contemporanea, fresca e puntuale.
Nel 2022 ha contribuito al mondo del cinema con il brano “Litorale”, parte della colonna sonora del film Holiday di Edoardo Gabbriellini, presentato al Toronto International Film Festival. Ha collaborato con Ron, nel 2023 , firmando due brani per l’album “Sono un figlio” e aprendo alcune tappe del suo tour teatrale. Nel 2024 Santoianni ha pubblicato “La soglia dei trenta”, un concept album di otto brani, anticipato dalla title track e dal singolo “Questa canzone non vale niente”.
Un manifesto generazionale, che esplora la delusione e il cinismo di un trentenne oggi in Italia, incapace di trovare il proprio posto e di nutrire speranze per il futuro: una critica decisa a una società svuotata e inerte, votata al consumismo e alla superficialità.
Di canzone in canzone, come fosse un unico percorso emotivo, Santoianni affronta tematiche sociali e culturali rilevanti, toccando argomenti che vanno dall’abuso di sostanze stupefacenti tra i giovani alla mercificazione della musica e della cultura nell’era dello streaming, come raccontato in “Questa canzone non vale niente”, fino alle politiche sull’immigrazione in “Nulla da perdere” e alle profonde riflessioni su “Come ci sono arrivato fin qua”.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra la scrittura di Santoianni e la sinergia musicale di Luca Lanza e Molla, che hanno lavorato insieme alla produzione e agli arrangiamenti.
Santoianni, parlando del nuovo album, dichiara: «”La soglia dei trenta” è un progetto che ha visto una realizzazione piuttosto veloce nella sua fase di scrittura e produzione musicale, ma abbastanza lunga nella sua maturazione finale. Ho scritto tutte le otto canzoni a fine 2023 nel giro di pochissimi giorni. Avevo bisogno di provare a trovare qualcosa di diverso soprattutto nelle sonorità che mi permettesse di esplorare la mia scrittura e questo preciso momento della mia vita.
Un po’ come se fosse dovuto, appena compiuti i miei trent’anni ho tirato una linea netta e ho provato a fare un bilancio che includesse nei suoi “numeri” non solo il mio posizionamento nella società da trentenne ma anche il mio sguardo critico verso l’esterno. Il risultato finale di questo percorso interiore è stato un vero e proprio scontro con la verità che ho cercato di trasformare in canzoni che fossero il più possibile dirette e istintive sia nei contenuti che nella loro costruzione melodica. Senza paura di esprimere la mia personale ma convinta opinione sulle cose».
Tracklist “La soglia dei Trenta”
1- Questa canzone non vale niente
2- IA (Intelligenza artificiale)
3- Nulla da perdere
4- La soglia dei trenta
5- Il cambio di stagione
6- Non ce la posso fare
7- La festa del paese
8- Come ci sono arrivato fin qua
Donato Santoianni, in arte “Santoianni”, è un cantautore milanese con all’attivo due album in studio. Inizia il suo percorso nel 2009 con Sanremo Lab (Area Sanremo) come vincitore più giovane. Dal 2013 affianca altri artisti nella scrittura, come autore e compositore, presso Edizioni Musicali Nuova Gente di Gianni Bella. Nel 2019 da questa collaborazione nasce il suo primo album “Fossi nato prima”; al suo interno, il brano “Il turno infrasettimanale”, finalista a Musicultura nel 2018.
Nel 2022 pubblica da indipendente l’album “Non ho santi in paradiso” distribuito da ADA Music Italia, contenente al suo interno il brano “EXIT” in rotazione su alcuni network radiofonici nazionali, il brano “Stazione di sosta” scelto da Mediaset come sigla della rassegna cinematografica dedicata ai 30 anni di carriera di Leonardo Pieraccioni, il brano “Litorale” inserito nella colonna sonora del film “Holiday” di Edoardo Gabbriellini in concorso al TIFF (Toronto International Film Festival) e al Roma Cinema Fest, il brano “Forfait” in collaborazione con The Andre.
Nello stesso anno collabora con il cantautore romano Cargo (vincitore del 1M NEXT) nel brano “Popolare” e con Cortese nel brano “Bourbon”, inserito nel suo album “Cuori Alcolici”. Partecipa al progetto “Charity Tribute to Chieffo” con la sua interpretazione del brano “Sulla collina”, nato per far conoscere l’eredità umana e musicale di Claudio Chieffo, che ha coinvolto alcune tra le personalità più importanti del cantautorato italiano (Luca Carboni, Giovanni Lindo Ferretti, Omar Pedrini).
Nel 2023 firma come autore i brani “Questo vento” e “Fino a domani” inseriti nell’album “Sono un figlio” di Ron, del quale apre alcune date del tour teatrale. Nel 2024 è uno dei 10 artisti finalisti alla rassegna “Ciao” dedicata a Lucio Dalla. “La soglia dei trenta” è il suo nuovo album, edito da Santoianni & Nufabric Records e distribuito da ADA Music Italia, anticipato dalla title track e dal singolo “Questa canzone non vale niente”. con cui il 6 luglio vince il Premio Bindi 2024, seguita dalla vittoria del concorso Premio De André tenutosi il 21 settembre.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Ivan Segreto: anche a Pescara “La Biddizza è Suvrana”
Ivan Segreto: anche a Pescara “La Biddizza è Suvrana” un messaggio di speranza da diffondere nel mondo, un viaggio spirituale
Al Contemporary Fest di Pescara, che si è tenuto dall’1 al 3 novembre, il cantautore, pianista e compositore siciliano Ivan Segreto si è esibito all’Auditorium Flaiano in un doppio set con il live “La Biddizza è Suvrana” (La bellezza è sovrana) che porta con sé un messaggio di speranza da diffondere nel mondo.
Un viaggio spirituale con la sua musica che fonde jazz e poesia, melodie e ritmi tradizionali insieme a impressioni elettroniche ed elettroacustiche.
“Che cos’è una vibrazione?”: Ivan Segreto è lì sul palco, io lo ascolto e continuo a chiedermelo. “Che cos’è una vibrazione?”, praticamente mi ritrovo ad essere il Jep Gambardella ne “La grande bellezza” di questo concerto. Ivan Segreto muove le mani sui tasti, si perde, e io mi chiedo ancora: “Che cos’è una vibrazione?”. Che cos’è quel senso profondo della vita e dell’arte?
Tra quei tasti e quella voce, quelle vibrazioni profonde mi sembrano indicare la strada per il mondo onirico, lui si culla e mi cullo anche io. Lui, solo su quel palco, il Morfeo delle melodie profonde e avvolgenti, ed io seduta lì tra tutte le altre persone.
Le note escono dal pianoforte e dalle sue dita, disegnano sogni che non penso di aver mai sognato. Mi lascio andare e mi perdo in questa melodia ad occhi aperti.
Le luci della sala e quel telo nero creano un’atmosfera surreale, dove la realtà perde il suo peso.
Mi trasporto in un’altra dimensione. Il social dreaming afferma che i gruppi di persone che vivono eventi simili sognano le stesse cose, e io e il pubblico che lo circonda siamo proprio testimoni di questa teoria.
La voce calda e avvolgente rievoca ricordi lontani.
Ci scambiamo, lui si lascia trasportare dalla musica e noi facciamo lo stesso, è uno scambio interiore che non si esaurisce mai.
E io ascolto, rapita, cercando di afferrare quel senso di tempo e bellezza che invece continua a sfuggirmi nella vita di tutti i giorni, e invece adesso rimane lì, sembra aver trovato il suo posto.
Le vibrazioni della musica mi attraversano. E d’improvviso l’illuminazione: ecco che cos’è una vibrazione. Ogni nota trova il suo posto, la bellezza e l’arte esistono.
Il concerto finisce, io esco dalla sala e vado via, come sempre, ma ora, finalmente, so che cos’è una vibrazione.
Articolo a cura di Vera Nabokov
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Folcast: da padre ho migliorato “Tutti i miei piani”
«Folcast: “Tutti i miei piani”, un inno alle persone che ci incoraggiano a guardare al futuro con ottimismo e una riflessione sulla fluidità delle emozioni
Folcast “Tutti i miei piani”, pubblicato lo scorso 4 ottobre, è un EP autobiografico, sul conflitto interiore tra solitudine e incontro, sulla nostra ambivalenza: l’espressione artistica dell’eterna lotta tra il desiderio di isolamento e il bisogno di connessione, tra fatica e conforto, sostenuta da eventi che possono trasformare radicalmente la nostra vita, come la nascita di un figlio.
L’album verrà presentato con due appuntamenti eccezionali in full band, curati da OTR Live: il 5 dicembre al Biko di Milano e il 21 dicembre al Largo Venue di Roma.
“Tutti i miei piani” è un lavoro di sette tracce che attraversa con grazia e profondità i mondi del pop, dell’R&B, del soul, del flow rap e del funk e parla con sincerità e vulnerabilità di come le relazioni e le esperienze possano modellarci e guidarci nella ricerca di un nostro posto nel mondo.
Affronta temi come il potere delle parole, spesso in grado di infliggere ferite profonde se non pronunciate con attenzione, la bellezza della solitudine, punto di partenza per aprirsi all’altro e riflettere sul delicato equilibrio tra il desiderio di restare nelle nostre comfort zone e abbandonarsi all’incontro, le passioni capaci di sconvolgere e alterare la nostra percezione della realtà. Ma è anche una celebrazione degli amori che mettono ordine nelle nostre vite, un inno alle persone che ci incoraggiano a guardare al futuro con ottimismo e una riflessione sulla fluidità dei numeri e delle emozioni, dove anche un semplice calcolo può diventare simbolo di cambiamento e scoperta.
È lo specchio di un approccio profondamente autentico alla vita: racconta il coraggio di sbagliare, la curiosità di meravigliarsi e la resilienza nell’affrontare le ferite. Folcast non si sofferma sul dolore. Al contrario, mostra come in ogni esperienza ci sia un’opportunità per riflettere e crescere, arricchendo non solo il suo cammino, ma anche il nostro.
«Se mi dovessi fermare a pensare al percorso, a tutto quello che mi ha portato fino a qui, mi dico che in fondo la maggior parte delle volte sono stato meglio quando sono stato solo, da solo. Ma poi ci ripenso e rimetto tutto in discussione: credo di star insieme agli altri, ma non sempre di star bene con me stesso. Se penso a quello che c’è dentro, immediatamente mi ritrovo fuori, in mezzo a tutto, a tutti. E combatto con questa continua precarietà.
“Tutti i miei piani” è la mia resa.
È il luogo dove mi prendo un po’ in giro. Mi chiedo se valga la pena avere una connessione con l’esterno, perché in fin dei conti è un processo complicato e faticoso. Poi mando all’aria tutto, faccio pulizia, e mi ricompongo lasciandomi travolgere dall’ineluttabilità̀ della condivisione.
Questo disco parte da quello che nasce dalla pancia ma che, per forza di cose, deve uscire e confrontarsi con l’esterno. Parla di rapporti, relazioni, giudizio, nascita e ricostruzione, di me, degli amici, dell’amore che salva e non lascia pezzi. Parla soprattutto di mia figlia e di come la sua nascita abbia sconvolto tutto per poi riposizionarlo nel migliore dei modi, riempiendo i vuoti, le crepe e le distanze. Mia figlia è la rivelazione che mi ha reso più forte, duro, tenace e sicuro di me. Lei mi ha restituito tutto intero e mi ha fatto conoscere un nuovo modo di stare insieme».
TRACKLIST
01 – Tutti i Miei Piani
02 – Manifesto Egoista (feat Carlo Amleto)
03 – Nuovo anno
04 – 8 di Mattina
05 – Non ci passa più
06 – Se scoppiassi tu
07 – 1+1
Daniele Folcarelli, in arte Folcast, nasce a Roma nel 1992 in una famiglia di musicisti e divora, fin da bambino, qualsiasi tipo di musica. Inizia a suonare da autodidatta pianoforte, basso e batteria, per scegliere poi, come compagna di vita, la chitarra, che studia fino al conseguimento della laurea al Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone.
Parallelamente agli studi accademici, porta avanti il suo progetto artistico con l’intento di mescolare funk, R&B e soul con il rap che lo circonda e il cantautorato, che da sempre lo attrae. Nel 2015 pubblica l’EP d’esordio omonimo, seguito nel 2017 dal primo album “Quess” e, nei due anni successivi, dai singoli “Narcolessia” e “Cafu”.
Folcast inizia a farsi conoscere attraverso i suoi concerti e nel 2020 incontra Tommaso Colliva: da quell’incontro nasce “Scopriti”, una ballata intensa ed emozionante, orchestrata da Rodrigo D’Erasmo, grazie alla quale nel dicembre 2020 è uno dei 6 vincitori di Sanremo Giovani. Ottiene così l’accesso alla 71esima edizione Del Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte, dove conquista il podio classificandosi al terzo posto.
Sempre nel 2021 è ospite di importanti eventi, come Wired Next Fest e del Concerto del Primo Maggio di Roma. Nell’estate successiva intraprende un nutrito tour in nei principali festival italiani impreziosito da speciali opening ad artisti come Max Gazzè, Daniele Silvestri e Carmen Consoli.
Il secondo album “Tempesticamente”, uscito nel 2022, contiene i singoli “Senti che musica” feat. Roy Paci, suonato dagli Selton, e “Cosa Ci Faccio Qui” feat. Davide Shorty, che posizionano definitivamente l’artista nel panorama musicale nazionale. Nella primavera dello stesso anno Folcast presenta il disco nei principali club italiani, con il “Scopriti Live Club Tour”, prodotto e organizzato da OTR.
Nel 2023 scrive nuovi brani e collabora con l’amico e collega Avincola, Ditonellapiaga e Laura Di Lenola.
Il 7 giugno 2024 esce “1+1”, il nuovo singolo, seguito il 26 luglio da “Manifesto Egoista” feat. Carlo Amleto, primi due estratti di un nuovo EP, “Tutti i miei piani”, pubblicato il 4 ottobre.
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