Camera A Sud: “Guardo Gli Asini Che Volano Nel Ciel”
Camera a Sud reinterpretano l’evergreen “Guardo Gli Asini Che Volano Nel Ciel”, “Un modo diverso di intendere la Musica, quella fatta di Ricerca, Passione e Buone Vibrazioni”
Disponibile in digitale e in streaming “Guardo gli asini che volano nel ciel”, il nuovo singolo della band Camera A Sud. Il brano, cover del grande classico di Gino Filippini, anticipa il prossimo disco della formazione siciliana, che ha fatto della reinterpretazione delle più importanti hit vintage italiane la propria cifra stilistica.
I Camera a Sud commentano così il lavoro: «Abbiamo scelto questa canzone per il suo motivo principale, composto da Gino Filippini nel 1942. Questo brano non solo riflette la nostra visione musicale, ma rappresenta anche un’opera poetica in cui il significato letterario viene ridotto all’essenziale per far emergere la musicalità delle parole, un po’ come avveniva nelle poesie di D’Annunzio. La melodia rivela un aspetto di “arte totale”, poiché fu utilizzata da Stanlio e Olio nella scena finale del loro film I Diavoli Volanti, scena rappresentata magistralmente dalla danza dei due attori. Una voglia e una ricerca di suggestioni oniriche e spensierate in un mondo sempre più meccanico e artificiale».
Grazie a questa combinazione di elementi, “Guardo gli asini che volano nel ciel” risulta essere il singolo ideale per anticipare il nuovo album della band: una musica piena di significato ma al tempo stesso leggera e spensierata.
I Camera a Sud reinterpretano la canzone del 1942 portandola nel nostro mondo, con sonorità e arrangiamenti moderni e attuali. Ognuno dei musicisti ha voluto vestire col proprio strumento e con i propri colori questa melodia d’altri tempi che attraversa come un treno a vapore i quasi cent’anni dalla sua nascita.
Hanno suonato: Camera A Sud – Manuel Castro (voce); Giuseppe Nasello (chitarra); Carmelo Siracusa (contrabbasso); Frederick Papie (batteria). Prodotto da Camera A Sud. Arrangiamenti Salvo Bruno Dub e Camera a Sud. Mix e Master NuevaArte Studio di Carlo Longo.
Nel cuore della Sicilia, nel 2011, nascono i Camera a Sud, fondati da Carmelo Siracusa, a cui si uniscono Giuseppe Nasello alla chitarra, Frederick Papie alla batteria e Manuel Castro, voce avvolgente e carismatica. Questi quattro straordinari musicisti, accomunati dalla passione per lo swing e il rock ‘n roll, hanno ispirato la loro arte agli indimenticabili Fred Buscaglione, Renato Carosone, Nicola Arigliano e Renzo Arbore.
Il nome “Camera a Sud” riflette non solo la provenienza geografica dei membri, ma anche una visione del mondo e della musica intrisa di calore, energia ed enorme passione. Un viaggio musicale che si affaccia a Sud, dove le note diventano emozioni e il palco si illumina di colori vividi.
Dal debutto nel 2011, la band ha conquistato il pubblico in tour in Germania e Belgio, guadagnandosi consensi entusiastici nelle Associazioni di Italiani all’Estero. La loro presenza sulla scena nazionale è stata consolidata attraverso partecipazioni a trasmissioni televisive e programmi radio, spaziando dal circuito Rai a Rai Cultura e Isoradio.
Con due album all’attivo, “Italian Party” (2013) e “Pane Amore e Fantasia” (2015), i “Camera a Sud” hanno ridefinito il panorama swing italiano. Il loro terzo lavoro, l’omonimo “Camera a Sud” (2017), mescola con audacia il sound modernamente retrò con rivisitazioni elettroniche di classici di Buscaglione e Carosone, accompagnati da due brani inediti.
Il riconoscimento internazionale è arrivato con l’inclusione del brano “Pippo non lo sa” nella compilation “Italian Playground” della prestigiosa etichetta americana Putumayo Records nel 2017. Con il singolo “Donna” (marzo 2018), una reinterpretazione electroswing di un classico di Nicola Arigliano, i “Camera a Sud” continuano a dimostrare la loro versatilità e la capacità di portare il calore del Sud in ogni nota. Il percorso della band ha toccato Londra nel 2019, durante il Sicily Fest a Brick Lane, dove il loro spettacolo ha conquistato il cuore di un pubblico proveniente da tutto il mondo.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Massimo Priviero, “Diario di Vita” il nuovo album
Massimo Priviero: “la voce più bella e più vera del rock d’autore italiano” ha presentato dal vivo lo scorso 9 novembre a Legnano, “Diario di Vita” il nuovo album
È uscito lo scorso 25 ottobre il nuovo album del rocker Massimo Priviero, “Diario di Vita” anticipato dal secondo estratto “Il suono”
L’album è stato presentato per la prima volta dal vivo lo scorso 9 novembre a Legnano (Mi), presso il Teatro Tirinnanzi.
Relativamente a “Il Suono” è lo stesso Priviero a descriverlo:
«Nel testo della canzone mi è venuto di chiamarlo “suono ragazzino”. Non lo è, naturalmente. Anzi. Ma è quel suono di band soprattutto di matrice americana, se volete molto ben sublimato da Springsteen e soci, di cui io e i miei amici ci eravamo innamorati intorno ai vent’anni durante lunghe sere meravigliose trascorse a incrociare strumenti. Per tale ragione il testo si rivolge ad un amico mio carissimo.
E per tale ragione il testo si aggrappa con forza al passato per poi approdare ad un sorriso nel presente. Come se questo suono, come se questa energia non potesse essere sconfitta dal tempo che scorre. Per cui immaginate ritmiche sempre in spinta, chitarre spianate, pianoforte puntato sulle note acute e tutto il resto che ci va insieme. Piacere assoluto di suonare. Rock d’autore o dategli voi un nome. Progressioni armoniche dritte come dei fusi. Voce tirata e felice, occhi chiusi quasi a nascondere commozione senza tempo. Questo era. Questo è. E sono semplicemente felice e anche orgoglioso di aver vissuto tutto questo fino in fondo.»
Massimo Priviero nasce ad inizio degli anni Sessanta e cresce a Jesolo sul litorale veneziano. Dall’ascolto e dall’amore per il folk, il blues e il rock d’autore prende forma la sua cifra artistica unitamente a una ricerca poetica che ne caratterizza presto suono, scrittura e composizione.
Allo stesso tempo, i suoi interessi di vita lo portano da un lato a un tempo di vagabondaggi in giro per l’Europa (“…suonare per esempio Dylan alle fermate di metropolitana o in piccoli club, quando avevo vent’anni, e anche solo vivere “sulla strada” fu una lezione di vita indimenticabile”) e dall’altro ad approfondire studi letterari e storici all’Università di Venezia dove tra l’altro si laurea in Storia contemporanea.
Proprio ciò che chiamereste poetica “di strada” nel suo senso più lirico caratterizzerà soprattutto i primi anni della sua produzione musicale. Trasferitosi a Milano alla fine degli anni ’80, dopo aver firmato per Warner Music, nel 1988 incide a Londra e pubblica a ruota l’album d’esordio intitolato “San Valentino”. Il disco, che inaugura il suo lungo viaggio nel rock d’autore, avrà anche un notevole successo.
Nel 1990 esce “Nessuna resa mai” con la produzione di “Little” Steven Van Zandt, chitarrista e coproduttore di Springsteen e la partecipazione di vari membri della PFM. Al di là dell’ottimo riscontro anche in termini commerciali, questo tempo vede spesso Priviero impegnato anche sul fronte sociale.
L’artista è per esempio chiamato da “Sos Racisme” per essere il testimonial italiano delle sue battaglie. È rilevante l’attività live, con la sua band ma anche insieme a grandi artisti internazionali. Citiamo a memoria, tra le tante del periodo, le performance live insieme a David Crosby.
Nel 1992 pubblica “Rock in Italia”. Una parte della produzione artistica è affidata tra l’altro a Massimo Bubola. Seguiranno “Non mollare” (1994) e “Priviero” (1998), quest’ultimo con la produzione artistica di Lucio “violino” Fabbri. “…In quegli anni era difficile spiegare che avevi scelto tu di uscire dal gioco delle multinazionali della musica. Prima di tutto perché non eri un uomo in vendita o perché eri scomodo e dicevi quel che pensavi.
Detto in due parole. Non andare più in televisione e non sentire più le tue canzoni nelle radio commerciali voleva dire per la massa che tu sparivi o che avevi perso e che non eri diventato la star come sembrava dovesse succedere. Questo era.
Ma, a torto o a ragione, sentivo che era la scelta giusta per me. Volevo vivere dei miei dischi e dei miei concerti. Il resto, comprese etichette discografiche grandi o piccole, manager, produttori eccetera eccetera veniva molto dopo e contava molto poco”
Nel 2000 esce “Poetica”, nel 2003 “Testimone” e nel 2006 “Dolce Resistenza”. In quest’ultimo, inizia la collaborazione col chitarrista e arrangiatore Alex Cambise che lo affiancherà poi per molto tempo. In “Rock & Poems”, 2007, Priviero reinterpreta i grandi classici americani dei ’60-’70: da Dylan a Waits, Fogerty e tanti altri. Nel 2009 esce anche l’antologia “Sulla strada” distribuita, come già accaduto anche per molti suoi precedenti lavori, in vari paesi europei.
Nella primavera del 2010 esce il primo live ufficiale anche con Dvd intitolato “Rolling Live” a timbrare i tanti tour dell’artista. Energia. Impatto emotivo. Rock d’autore nella cifra più alta. Voce. Forza di vivere. E a tirare anche le somme dal punto di vista dei numeri, c’è da dire che i suoi album finiscono comunque nei top 50 delle classifiche ufficiali di vendita. Esce in questo periodo anche un libro/biografia scritto su di lui dallo scrittore Matteo Strukul intitolato “Nessuna resa mai. La strada, il rock e la poesia di Massimo Priviero”.
Priviero si dedica in questi anni anche a spettacoli di musica e teatro civile (citiamo tra gli altri “Dall’Adige al Don” insieme allo scrittore Roberto Curatolo, le “Storie dell’altra Italia”, firmato coi Gang e Daniele Biacchessi fino al più recente concept sull’emigrazione italiana nel mondo tra ieri e oggi) e incide, servendosi però di uno pseudonimo, anche alcuni album di musica gospel con taglio davvero originale e che ottengono ottimi riscontri.
Nel 2012 esce l’album “Folkrock”, realizzato con il violinista Michele Gazich, un viaggio acustico che rilegge e reinventa classici della musica internazionale. Nel 2013 pubblica “Ali di libertà”, un nuovo album di inediti sempre in bilico tra rock d’autore e poesia, assai denso di tracce autobiografiche. Chiude il lungo tour, in Italia e non solo, con un sold out all’Alcatraz di Milano, registrato e successivamente pubblicato col titolo “Massimo”.
A fine 2014 insieme a un gruppo di musica etnopopolare (i“Luf”), realizza un lavoro intitolato “Terra e pace” dove vengono rilette le più celebri melodie della tradizione alpina italiana.
Numerosi, in tutti questi anni, oltre ai concerti, i riconoscimenti di pubblico e di critica, insieme ai premi (citiamo solo Premio Lunezia e Premio Enriquez, tra i tanti ed è più volte ospite all’Ariston per il premio Tenco).
A fine 2017 esce “All’Italia”, un concept che omaggia storie di vita degli italiani di ieri e di oggi, vero atto d’amore per il nostro paese. Segue un lungo tour, italiano e non solo, che terminerà a Città del Messico dove è invitato dall’Università e dall’Istituto di cultura italiano, dopo esser comunque stato precedentemente in vari paesi come Spagna, Francia, Belgio e Croazia.
Alla fine del 2018 celebra 30 anni di carriera nella prestigiosa cornice del Teatro della Triennale di Milano. Le canzoni di “All’Italia” diventano colonna sonora del docufilm Italia Addio non tornerò, tra l’altro presentato al Senato della Repubblica oltre che in vari istituti di cultura italiana del mondo.
Durante questo periodo, scrive di getto il libro “Amore e Rabbia” che esce nella primavera del 2019. Un mix di autobiografia, romanzo di vita e percorso di autocoscienza scritto in un inverno trascorso in riva al suo mare d’alto Adriatico. Le numerose presentazioni si trasformano in un vero e proprio spettacolo di parole e musica che viaggia parallelo ai concerti.
Nel 2021 esce “Essenziale”. Di matrice prevalentemente acustica, con forti tinte esistenziali e scritto durante il tempo dell’epidemia. Forza e fragilità in equilibrio felice ad alto impatto poetico dove scrittura e vocalità toccano il loro punto più alto. La rivista Buscadero, che più volte in passato aveva votato i suoi album come dischi dell’anno definendolo “la voce più bella e più vera del rock d’autore italiano” gli dedica, fatto rarissimo per un italiano, la copertina.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Cosmonauti Borghesi: “Aurora Tropicale”
I Cosmonauti Borghesi approdano a Sanremo Giovani con “Aurora Tropicale”: un inno alla bellezza imperfetta della nuova generazione
Dopo un’estate in giro tra festival e concerti, la giovane band romana Cosmonauti Borghesi si prepara al Sanremo Giovani, traguardo molto importante a questo punto del loro percorso artistico.
La formazione – Leonardo Rese (voce e tastiere), Alessandro Mastropietro (chitarra) e Marco Cestrone (batteria) – si esibirà con “Aurora Tropicale”, una traccia che fonde influenze pop, funk, rock e disco, catturando l’anima della generazione contemporanea.
L’amore imperfetto come un “disastro da ammirare”, la canzone parla delle contraddizioni e della bellezza dell’essere autentici. Con questo inno all’imperfezione, i Cosmonauti Borghesi vogliono rispondere alle pressioni sociali che spingono i giovani a conformarsi a standard spesso irraggiungibili.
«Viviamo in una società che ci porta a cercare di apparire perfetti per essere accettati,” dichiara la band, “ma ‘Aurora Tropicale’ vuole ricordare a tutti che sono proprio le imperfezioni a renderci unici e speciali».
Il messaggio forte e universale del brano ha già iniziato a risuonare: il video è stato pubblicato sul sito della RAI / Sanremo Giovani ed è possibile vederlo a questo link: https://shorturl.at/OR9kI
Il pezzo è pronto per catturare l’attenzione del pubblico di Sanremo Giovani e di tutta Italia.
I Cosmonauti Borghesi non sono solo una band, ma un gruppo di amici uniti da ideali e visioni comuni. La loro musica, un’esplosiva combinazione di suoni vintage e moderni, ha già conquistato un vasto seguito.
Dopo l’esordio nel 2023 con il singolo “Tutto Inutile” e il successivo successo di “Lemon Gin” e “Quel Che Sarà”, il 2024 ha segnato un ulteriore passo avanti nella loro carriera con l’uscita del loro primo album Felicità di Sale.
Nel 2025, la band sarà pronta a pubblicare un nuovo album, prodotto dalla label CinicoDisincanto / ADA, che promette di portare il loro sound in una nuova dimensione.
Con il loro sound coinvolgente e il messaggio potente di “Aurora Tropicale“, i Cosmonauti Borghesi si preparano a far vibrare le corde dell’anima e a lasciare un segno indelebile nel panorama musicale italiano.
Sanremo Giovani li attende, e loro sono pronti a portare la loro energia esplosiva e il loro spirito autentico sulla scena nazionale.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Francesco Balasso, “Goccia a Goccia”
Francesco Balasso, “Goccia a Goccia” il nuovo singolo, per dare un futuro al mondo, una canzone che invita all’azione consapevole ma anche alla riflessione
È uscito lo scorso 12 settembre “Goccia a Goccia”, nuovo singolo del cantautore Francesco Balasso.
«Il brano “Goccia a Goccia” è una riflessione profonda e poetica sull’importanza di ogni piccolo gesto e contributo individuale nel contesto più ampio del mondo e dell’ambiente. Attraverso il simbolismo della goccia d’acqua, emergono temi come il cambiamento climatico e l’azione personale.
Nel complesso, “Goccia a Goccia” è una canzone che invita all’azione consapevole, ma anche alla riflessione. Il tema dell’acqua come elemento trasformativo è centrale, suggerendo che ogni piccolo contributo personale è parte di qualcosa di più grande, capace di creare un cambiamento sostanziale», dichiara Francesco.
Come indicato nell’intervista, Francesco ha coinvolto i suoi follower sui social per scrivere assieme dei versi del brano: «Sono emozionato di condividere con voi questo reel speciale, dove ognuno di voi ha lasciato il suo segno. Grazie per aver reso questa canzone ancora più potente con le vostre storie e la vostra energia» ha scritto appena il brano è uscito.
Come lo stesso Francesco ha riportato sui social, “Goccia a goccia l’ho scritta in pochissimi giorni a ridosso del Ted X ispirato da questo macro tema incredibile che l’acqua è un brano fresco-come l’acqua-ritmato, e festaiolo; sì perché non avrei potuto festeggiare questo elemento, se non con aria di festa oltre che di gratitudine.”
Francesco Balasso ha pubblicato il suo album d’esordio “Via Marconi 38” nel 2016. Nel 2017 ha quasi raggiunto la finale nazionale di Musicultura e aprendo concerti per band e artisti nazionali.
È uscito nel 2020 il singolo “Have a Goodnight Again”, seguito da “Origami” nel 2021, “Come Una Canzone” e “Polaroid” nel 2022, e “Chi Sono”.
Nel 2023 ha suonato live a Casa Sanremo e ha partecipato a Una Voce Per San Marino, pubblicando anche il suo secondo album “Come Una Canzone”. Nel 2024 è tornato alle semifinali di Una Voce Per San Marino con il singolo “Eiffel”. “Goccia a Goccia” esce a settembre 2024 in occasione dell’esibizione del cantante al Ted X.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Mario Biondi: il live “Crooning – Teatri Italiani” a Pescara
Mario Biondi: anche a Pescara il live “Crooning – Teatri Italiani” uno spettacolo elegante ed essenziale, calandosi in un’atmosfera più intima e raccolta
Sta registrando ovunque sold out il live di Mario Biondi “Crooning – Teatri Italiani” grazie al quale il progetto “Crooning Underground” ha raggiunge i 100 concerti in tutto il mondo nel biennio 2023-2024.
Un progetto che dal vivo è stato declinato in vari modi. Nel precedente tour teatrale 2023 è stata proposta una formazione orchestrale di 19 musicisti senza ausilio di amplificazione per esaltare la purezza del suono degli strumenti e la sonorità dei teatri oltre alla stessa voce dell’Artista, una sfida vinta dal punto di vista musicale e molto apprezzata dal pubblico (è stato registrato il Sold Out in tutte le città in calendario).
L’Orchestra è stata riproposta ed ampliata a 34 elementi in occasione della recente “Crooning Special Night” al Teatro Antico di Taormina, un evento unico e speciale a cui hanno preso parte 16 ospiti tra artisti nazionali e internazionali, tra cui nomi di spicco a livello mondiale come Gregory Porter, Rumer, Fabrizio Bosso e altri.
Nei molti concerti all’estero (47 show in 23 paesi nel mondo in questo biennio) Biondi si è esibito con la sua storica band di 6 elementi, formazione a cui negli ultimi due tour estivi in Italia si sono aggiunti rispettivamente un violino ed un corno francese.
Anche al Teatro Massimo di Pescara lo scorso 17 novembre, in questo nuovo atto Mario Biondi ha proposto uno spettacolo elegante ed essenziale, calandosi in un’atmosfera più intima e raccolta, accompagnato sul palco da un trio inedito: Elisabetta Serio al pianoforte, Aldo Capasso al basso e contrabbasso e Francesca Remigi alla batteria.
Con questa nuova formazione, l’Artista ha arricchito e rinnovato ulteriormente il proprio repertorio live, proponendo nuovi brani oltre ai maggiori successi e ai progetti di più recente pubblicazione (Crooning Undercover, L’Oro).
In una serata d’autunno, illuminati dai profili delle insegne luminose del Teatro Massimo di Pescara, in centinaia aspettiamo davanti le porte tappezzate di locandine di uno dei quattro teatri più famosi della città. È infatti il Teatro Massimo ad accogliere stasera lo spettacolo di Mario Biondi.
Seduti nelle nostre poltrone, le luci si spengono e lo spettacolo inizia con la sua “No Show”, un ossimoro annunciato, poiché il suo è uno Show eccome! La sua presenza scenica è elegante, tutti siamo incantati a guardarlo. I brani in inglese, sua lingua di adozione, si susseguono, il pubblico lo segue, lo canta. Ogni nota, ogni parola sembra avvolgere la sala in un metaverso musicale.
La scaletta si snoda e d’un tratto ci sorprende con il ritorno alla sua lingua natia: “La Voglia La Pazzia L’idea”. Le voci del pubblico si fanno più decise, sottolineando un legame ancor più profondo grazie alle radici culturali comuni. In questo susseguirsi di lingue, scopro l’Esperanto della musica: “Bom De Doer” cullata dal suo accento portoghese trova spazio nella sua versatilità linguistica. La melodia si diffonde dolcemente, creando un ponte tra culture diverse.
Il concerto continua in questa montagna russa di idiomi. Ogni canzone è un viaggio, un’esperienza unica che ci trasporta in paesaggi sonori differenti. D’un tratto riconosco le note del suo omaggio a Francesco De Gregori “Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle, giuro che lo farò…”, la sua “Donna Cannone” fa riapprodare l’Ulisse della musica internazionale alle coste italiane, e noi, Penelopi di questo concerto in attesa del suo successo planetario, arriviamo alla fine, cantando ad occhi chiusi “This is what you are”. Ed io vado via, come sempre, lasciandomi alle spalle le porte piene di locandine del Teatro Massimo, cammino e vedo la mia ombra che mi segue “La, la, this is what you are”.
CROONING – TEATRI ITALIANI
03 dicembre: Monfalcone, Teatro Comunale
05 dicembre: Torino, Teatro Colosseo
06 dicembre: Mestre, Teatro Toniolo
08 dicembre: Napoli, Teatro Augusteo
10 dicembre: Bologna, Teatro Duse
11 dicembre: Milano, Teatro Arcimboldi
13 dicembre: Schio, Teatro Astra
14 dicembre: Firenze, Teatro Verdi
15 dicembre: Genova, Teatro Della Corte
Articolo a cura di Domenico Carriero e Vera Nabokov
Gioacchino Costa, “Un Cane” il nuovo singolo
Gioacchino Costa, “Un Cane” il nuovo singolo che anticipa l’album, scritto con Zibba che ha seguito la direzione artistica
Il ritorno di Gioacchino Costa dopo un po’ di silenzio è anche una rinascita. “Un cane” è il singolo che anticipa il prossimo disco del cantautore ligure, che esplora mondi profondi e si tuffa nei temi del tempo, dell’autenticità e della percezione di sé, mescolando ricordi e consapevolezza in un viaggio dove il silenzio diventa il teatro dei conflitti interni.
La lotta interna tra l’egoismo e la severità con la quale ci giudichiamo. Primo singolo scritto con Zibba, che ha seguito la direzione artistica del nuovo progetto di Gioacchino Costa, “Un cane” è un ritorno sulle scene potente che non lascia dubbi sul mood del disco e sul suo potenziale di diventare una piccola perla del cantautorato attuale.
“Questa canzone, come quasi tutte quelle del disco, è nata parlando di cose pesanti, tra il fumo e le paranoie di ognuno dei presenti. Sono io che mi chiedo scusa e mi capisco, che mi chiedo come mi vedono gli altri per capire cosa sono”.
Gioacchino Costa, cantautore ligure di Chiavari, inizia i suo percorso sin da bambino (nel gruppo folk U castellu de Ciavai). Dai primi anni duemila inizia la collaborazione con diverse formazioni significative, fondando dapprima la band combat folk Kappa-Rooach e i più tardi I Maghi di (Carr)Oz, formazioni con i quali realizza diversi album in studio e tour di centinaia di esibizioni tra Italia e Svizzera.
Nel 2011 entra a far parte deiI rusenenti, progetto del musicista e comico Andrea Ceccon, e nel 2014 inizia una meravigliosa collaborazione con il chitarrista Armando Corsi, poeta e genio dello strumento con il quale inizia un rapporto umano e musicale intenso.
La sua versatilità lo vede partecipare a progetti di diverso tipo negli anni e ad aprire concerti per molti big della musica, oltre a calcare palcoscenici internazionali in Cile, Argentina, Austria e Francia. Nel duemilasedici inizia la sua carriera solista, con la produzione del disco “Sottopelle-Sottoterra”, che ottiene un grande successo e inaugura il tour di presentazione con un sold out teatrale sorprendente. Nel 2024 inizia la collaborazione con Zibbaper la realizzazione del suo nuovo disco, che segna l’inizio di un nuovo percorso per il cantautore.
Crediti
Scritta da Gioacchino Costa, Zibba
Prodotta da Zibba
Master: Eleven Mastering
Sax: Stefano Riggi
Violino: Alice Nappi
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Gianluca De Rubertis: “L’Equazione Del Destino”
Gianluca De Rubertis, il nuovo album “L’Equazione Del Destino”, un album pop attuale con rimandi ad un passato glorioso di tradizione cantautorale italiana
È uscito il nuovo album di Gianluca De Rubertis: dieci tracce di pop cantautorale, con echi della tradizione italiana, e un linguaggio ricercato nei testi, tipico dell’artista e polistrumentista.
Il quarto disco di Gianluca De Rubertis ha un taglio decisamente pop cantautorale che segna una sintesi del percorso artistico fin qui attuato e fonde, nelle sue dieci tracce, l’immediatezza melodica del precedente album “La violenza della luce”, all’usuale ricercatezza dei testi, testi che agilmente percorrono argomenti cruciali dell’esistenza: dall’amore puro a quello più passionale, dal ricordo all’incombere dei destini degli uomini, dal dolore alla paura, dal mistero alla società.
Il suono è solido e improntato alla sintesi, la voce in primo piano ci fa immergere immediatamente nella profondità delle parole.
Il disco vede le featuring di Dente (ne “Il concetto di virtù”) e di Camilla dei ROS (in “Eterno rosso”).
TRACK BY TRACK
1 L’equazione del destino – È un brano granitico e orecchiabile al contempo, in cui ci si domanda quando e se riusciremo mai a risolvere le distanze del comunicare umano.
2 Il concetto di virtù feat. Dente – Il concetto di virtù è un brano che elegge, come protagonista assoluto, l’amore; è una lettera da amante ad amata in cui ci avvediamo che l’amore vero supera quello carnale e si trasfigura in empatia e delicatezza. De Rubertis racconta: «Ho chiesto a Dente, cantautore con il quale sono legato da lunga e viva amicizia, di prestare la sua voce eterea e gentile a questa canzone, convinto sin da subito che fosse particolarmente collimante al mondo sonoro espresso».
3 Il Pellicano – È una canzone immaginata, sognata. Un sogno così vivido da combaciare con la vita, con la storia che si ricorda, non così diversa per ognuno di noi, una storia che, sebbene appannata dal tempo, resta sempre, per ognuno di noi, toccante. Tra le memorie che affiorano, il pellicano vola alto e maestoso, simbolo di un amore che spiega le sue ali con il sacrificio di un amore semplice (video lyrics https://www.youtube.com/watch?v=3UFkhU7SGJg ).
4 Il Tragitto di un lampo – Su un tessuto musicale démodé si snoda una riflessione lucida e spietata sul vano pullulare degli effimeri divertimenti, uno sguardo ad un cielo squarciato dalla luce folgorante del lampo: simbolo del repentino mutare dei tempi, delle vite, monito infallibile alla caducità dell’uomo.
5 L’intelligenza del dolore – È una canzone che accoglie al suo interno innumerevoli spunti di riflessione; la musica, leggera e orchestrale, quasi Mozartiana, sembra cullarci, mentre il testo affronta con disincanto le molte sfaccettature che il dolore possiede.
6 Notte oscura – Forse la traccia più densa di tutto il disco, che si snoda su di un pianoforte delicatissimo e sugli accenti della tessitura orchestrale (di Enrico Gabrielli); un viaggio tormentato tra ricordi e coscienza, tra la paura che la notte non abbia più alcuna fine e la disperata voglia di alleviare la sofferenza che la vita comporta.
7 Le Piramidi – Un brano completamente verticale, quasi fantascientifico; l’uomo e le piramidi sono entrambi “serbatoi di linguaggi nascosti”, e questo mistero stesso diventa elettrico e megalitico per trionfare sui misteri dei millenni passati. Il brano ha un sapore pop e sinfonico, le trame orchestrali traghettano l’ascolto in uno spazio celeste e stellare.
8 Sua discografica maestà – Questa traccia, smaccatamente pop, denuncia ironicamente il mercato discografico attuale, e tra chitarre elettriche e sintetizzatori gioca prima alla sferzata e poi all’inchino reverenziale; è il cantautore che si rimette, impotente, alle volontà di “sua discografica maestà”.
9 Eterno Rosso feat. Camilla dei ROS – Brano già uscito nel 2020, scritto e poi donato alla voce di Camilla Magli. De Rubertis ha voluto riprendere in mano il progetto originale, registrato a “Le ombre studio” di Lele Battista e prodotto da Leziero Rescigno (anche alla batteria). L’artista dichiara: «Il pezzo esce con una featuring di cui vado molto fiero, quella di Camilla dei ROS, cantautrice e chitarrista di grande talento, recentemente impegnata nel tour di Rosa Chemical, che ha cantato assieme a me ed ha aggiunto delle bellissime parti di chitarra».
10 Era già tutto previsto – Unica cover di questo album, titolo profetico di una bellissima e struggente canzone di Riccardo Cocciante, di cui Gianluca De Rubertis racconta «Un brano che mi riporta alle festicciole mal pettinate dei tredici anni, con i traboccanti imbarazzi dipinti sui visi di chi ardiva invitare una fanciulla alla danza, quando già mi pareva di capire appieno l’amore ancora mai esperito, già ne pregustavo tutto il dramma». La produzione di Michele Arcidiacono trasporta questa canzone in un interessante territorio dance-acustico.
Gianluca De Rubertis nasce a Lecce. Nel 2001 fonda, assieme alla sorella Matilde, a Riccardo Schirinzi e Giancarlo Belgiorno, gli Studiodavoli, che vincono l’Arezzo Wave festival 2002 e nel 2003 firmano per Recordkicks con cui pubblicano “Megalopolis” (2004) e “Decibels for dummies” (2006), imponendosi sin da subito come band unica in Italia per suono, stile e riferimenti.
Nel 2006 De Rubertis si trasferisce a Milano e decide di collaborare con Alessandra Contini, con la quale fonda la band Il Genio. La scalata alla ribalta per questa nuova formazione è rapidissima: nel 2007 i due vengono contattati dalla storica etichetta Cramps e il primo album omonimo esce nel marzo del 2008. Contemporaneamente, grazie all’immagine ricercata del duo e all’enorme curiosità destata dal singolo “Pop porno”, Il Genio si affaccia prepotentemente anche nel mondo delle riviste di costume e di moda. Il videoclip del singolo “Pop porno”, diviene un vero e proprio “fenomeno”.
A settembre Il Genio vince il premio Indie Music Like 2008. Nello stesso mese, il duo si esibisce a “Quelli che il calcio”, di Simona Ventura. In ottobre la Universal Music Italia acquisisce l’album in licenza, preparando una nuova ristampa del disco, che esce a novembre. Anche il 2009 si presenta un anno ricchissimo di appuntamenti live, durante il quale si consolida l’interesse dei media, che confermano Il Genio come uno dei gruppi rivelazione degli ultimi anni. Terminato il tour, che vede il duo impegnato in più di 100 concerti in un anno, nel febbraio 2010 viene registrato il nuovo album “Vivere negli anni ‘X” che esce nel giugno 2010 da cui il singolo “Cosa dubiti” riscuote un ottimo successo.
In ottobre esce “Romanzo Criminale – il CD”, che vede la partecipazione de Il Genio con il brano “Roberta”. Sempre a ottobre, viene realizzato il video del secondo singolo, “Tahiti Tahiti”, che entra subito in rotazione su Radio Deejay e sulle principali televisioni musicali.
Il 2011 vede l’uscita dell’ultimo video e singolo estratto da “Vivere negli anni ‘X”, “Amore chiama terra”.
Nel frattempo, Gianluca lavora al suo disco solista e decide di stampare il primo album solista “Autoritratti con oggetti”, che esce il 28 marzo 2012. In questo disco De Rubertis mostra al pubblico il lato più personale e cantautorale di sé, con dodici tracce intense e densamente arrangiate. All’album collaborano tra gli altri Dellera, Rodrigo D’Erasmo ed Enrico Gabrielli; le reazioni della critica di settore sono eccellenti e il disco viene molto bene accolto. In un fitto tour con Lino Gitto, Giovanni Pinizzotto e Silvio Pirovano, De Rubertis porta in giro, tra il 2012 e il 2013, un concerto elegante e pregno di significati testuali e musicali. Questo album diviene anche uno spettacolo teatrale che De Rubertis porta in scena al Teatro Tertulliano di Milano.
Nel frattempo, collabora alla realizzazione degli ultimi due album di Federico Fiumani, “Niente di serio” (2012) e “Preso dal vortice” (2013). Il 2013 è anche l’anno in cui, assieme ad Alessandra Contini, torna a scrivere nuove tracce per il terzo album de Il Genio che esce in dicembre con il titolo “Una voce poco fa”, per le indie label EgoMusic.
Il nuovo album, rilasciato solo in formato digitale, contiene il cliccatissimo “Bar Cinesi”. Per il tour Il Genio si circonda per l’occasione di due nuovi musicisti, Alessandro Deidda (Le Vibrazioni) e Dario Ciffo (Afterhours, Lombroso). Contemporaneamente collabora con il cantautore Mauro Ermanno Giovanardi (La Crus) e con lui si produce in numerose esibizioni al pianoforte, in Italia e all’estero.
Con Leo Pari, Dario Ciffo e Lino Gitto porta in giro una retrospettiva musicale su Lucio Battisti che riscuote notevole successo in molti club italiani.
Nel maggio 2015 entra in contatto con MarteLabel, già etichetta per Dellera e Nobraino, ed è con quest’ultima che esce il suo secondo album da solista, “L’universo elegante”. L’album riscuote un notevole interesse da parte degli addetti ai lavori. All’interno di questo disco le collaborazioni con Amanda Lear e Mauro Ermanno Giovanardi. Con la prima De Rubertis interpreta il videoclip per il brano “Mai più” (per la regia di Pierluigi De Rubertis) che giunge agli ascolti televisivi tramite il programma “Che tempo che fa” condotto da Fabio Fazio. Nell’aprile 2016 l’album “L’universo elegante” esce in formato vinile e con la bonus track “Prima del tuo cuore”, cantata ancora una volta assieme ad Amanda Lear.
Tra il 2016 e il 2017 comincia anche un fittissimo tour assieme a Roberto Dellera, suggellato dall’EP “Dellera De Rubertis” che viene distribuito nel novembre 2017. Il 2019 vede De Rubertis impegnato nelle registrazioni del programma di Morgan “Cantautoradio”, in veste di polistrumentista.
È invece del 2020 l’approdo alla casa discografica Sony Music, con cui esce il suo nuovo album, “La violenza della luce”, il terzo da solista, nell’ottobre dello stesso anno. Dopo lo stop imposto dal fermo delle attività a causa della pandemia, De Rubertis torna con un nuovo singolo, la title track del disco, che vede il featuring con Brunori Sas: il brano è in rotazione nelle più importanti radio italiane, e De Rubertis è impegnato in un fitto tour promozionale in cui spiccano le apparizioni a Radio2 Social Club, al Tg3 nazionale e Rainews24.
Il 2022 è un anno che lo vede ancora impegnato in numerosi concerti e dedito alla scrittura di nuovi brani, esce infatti il 27 aprile 2023 il suo nuovo singolo “Le Piramidi”, brano che inaugura il progetto del suo quarto album solista e in cui si scandagliano i misteri del linguaggio su più livelli, da quello umano a quello megalitico. L’autunno si apre con la pubblicazione dei singoli “Il pellicano”, segue l’omaggio a Riccardo Cocciante dal titolo “Era già tutto previsto” e si arriva al 22 dicembre con la pubblicazione di “Eterno rosso” brano che vede la featuring della cantautrice Camilla dei ROS. Il 26 gennaio 2024 esce il nuovo singolo “Il concetto di virtù” che vede la collaborazione di Dente.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Premio Pierangelo Bertoli 2024, “Nuovi cantautori” dal vivo
Gli otto “Nuovi cantautori” si sono esibiti live, accompagnati dalla band composta dai musicisti di Pierangelo Bertoli
Grande successo per il Premio Pierangelo Bertoli 2024 giunto al l’11ª edizione del prestigioso riconoscimento dedicato al grande cantautore sassolese, che si è tenuto al Teatro Carani di Sassuolo (Modena) e si è conclus0 domenica 10 novembre.
Gli 8 Nuovi cantautori si sono esibiti live, accompagnati dalla band composta dai musicisti di Pierangelo Bertoli che comprende Marco Dieci al pianoforte e alla chitarra, Moreno Bartolacelli alle tastiere, Guido Pelati alle chitarre, Alessandro Maria Ferrari al basso, Marco Bolgiani alla batteria e la voce di Giulia Bellei per i cori.
Dopo Mmara, Emanuele Dabbono, Marco Germanotta e Luca Fol, questi gli ultimi quattro finalisti:
Brigida da Chieti con il brano “La La Land”
Abruzzese, allieva del C.E.T. di Mogol e diplomata al Conservatorio di Pescara, la musica la accompagna da sempre. A sei anni inizia a suonare il pianoforte, per poi dedicarsi allo studio del canto e alla composizione.
Nel 2023 pubblica il singolo d’esordio e intraprende una vivace attività live in festival e rassegne. Con il brano che propone al Teatro Carani si avvicina alle sonorità del bedroom pop, mantenendo intatta quella dimensione intima e onirica che da sempre la contraddistingue.
Giacomo Rossetti da Firenze con il brano “Siena Non Ride Più”
Toscano, gira da più di vent’anni come una trottola: ha suonato in oltre mille locali, strade e piazze, consumando chilometri e motori. Nel frattempo, nel 2018 vince il Premio Pierangelo Bertoli – sezione Nuovi Cantautori.
I suoi testi sono istintivi, con parole che evitano fronzoli e cercano di barare il meno possibile. Racconta di solitudini nebbiose, insicurezze e sogni che fanno fatica a realizzarsi.
XGiove da Fermo con “Trattato (Dimmi Che Non Hai Smesso)”
Sono una band marchigiana fondata nel 2018. Combattere le paure di una generazione, lottare contro ogni forma di omologazione per tornare all’autenticità, sono le principali tematiche sulle quali la band intende esprimersi attraverso le sue canzoni.
Già protagonisti di alcuni Festival musicali, hanno aperto i live di Caparezza, Litfiba, Bandabardò e del concerto di Zucchero a Campovolo.
Rng da Genova con il brano “Vorrei”
Stefano Negrino all’anagrafe. È un giovanissimo cantautore, 19 anni. Frequenta il panorama genovese con sonorità indie/hip-hop, e porta con sé influenze di musica elettronica e cantautorato.
Suona in giro nei peggiori postacci prendendo mezzi casuali.
Video interviste a cura di Domenico Carriero
Trucky Trap, “Rimango” la mia presa di posizione
Trucky Trap, “Rimango” la mia presa di posizione, la sua lotta e il suo impegno per rimanere fedele a sé stesso e alle sue radici
Trucky Trap è un trapper emergente della scena musicale italiana di origine campobassana. Con il suo stile unico e i suoi testi penetranti, Trucky Trap ha iniziato a farsi un nome nel mondo della musica trap, guadagnando una crescente base di fan grazie alla sua coerenza stilistica.
Infatti, la sua autenticità e la capacità di raccontare storie attraverso la musica hanno attirato l’attenzione di molti, giovani e non. I suoi brani esplorano temi legati alla vita urbana, le sfide personali e l’ambiente che lo circonda.
Il 2024 ha visto il rilascio di due nuovi singoli:“Rimango” e “Campobassano” e dell’EP “Il prezzo da pagare”, di cui si parla ampiamente nell’intervista. Questi brani rappresentano un’evoluzione del suo stile e un riflesso della sua crescita come artista.
“Rimango”, pubblicato il 4 ottobre 2024, è un brano che parla di resilienza e determinazione. I suoi testi toccano profondamente le esperienze personali di Trucky Trap, raccontando la sua lotta e il suo impegno per rimanere fedele a sé stesso e alle sue radici.
Qui uno stralcio del testo:
In questa città
Non mi comprende nessuno
La gente si lamenta se non vendi del fumo
Ne tanto gli importa del duro lavoro
Cercano di delegarlo sempre a qualcuno
Uno per tutti
Mi ero illuso
Ma Quale tutti per uno
Per loro ero sconosciuto
Ora lo do per scontato come un 2×1
che del male che hanno dato
io ne ho fatto buon uso
Il video musicale, ambientato alla fermata dell’autobus, ha ricevuto un’accoglienza positiva da parte dei fan.
“Campobassano” è un omaggio alla città di Campobasso e alle persone che la popolano. Con un ritmo coinvolgente e testi che celebrano l’orgoglio locale, il brano è diventato rapidamente un inno, non solo calcistico, per molti abitanti della regione. La risposta del pubblico è stata estremamente positiva, evidenziando l’importanza di rappresentare le realtà locali nella musica.
Celebre l’incipit del brano, vero inno dei tifosi campobassani:
“Nuje scim pazz p l cavatiell, nu piatt chin chin e tracchiulell, nuije sem campuascian, la nord è rossoblú, bvimm birra Forst e nient cchiú”
E, come anticipato nell’intervista, sono tanti i progetti sui quali Trucky Trap sta lavorando e che vedranno prossimamente la luce.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Premio Pierangelo Bertoli 2024, Mmara è il vincitore
Grande successo per l’11ª edizione del Premio Pierangelo Bertoli, il prestigioso riconoscimento dedicato al grande cantautore sassolese
La giuria di esperti, composta da Marino Bartoletti, Paolo Giordano, Fio Zanotti, John Vignola, Leo Turrini, Cristiana Merli, Graziella Corrent, Daniele Lucca, Maurizio Tirelli, Bruna Pattacini, Paola Gallo, Mirco Pedretti, Marco Baroni, Alberto Bertoni, Gigi Cervi e dalla Band del Premio Pierangelo Bertoli, ha decretato Mmara come vincitore della sezione Nuovi Cantautori con il brano inedito “La Voce Fa Male“e la cover di Pierangelo Bertoli “C’era un tempo”. Mmara si è aggiudicato anche la Targa Michele Merlo per il miglior testo e la Targa del Bertoli Fans Club.
La borsa di studio ACEP / UNEMIA, è andata a Marco Germanotta.
Qui i 4 superfinalisti della sezione Nuovi Cantautori:
Mmara da Milano con il brano “La Voce Fa Male”
Gabriele Marazzotta all’anagrafe, giovanissimo, 19 anni. Studia al CPM di Milano per cercare di indirizzare le sue emozioni e trasformarle in musica, di cui si innamora già da bambino grazie al padre strumentista. La sua voce è un mix particolare di stili pop-rock e i suoi testi sono autobiografici, ricchi di metafore e similitudini. Il suo canto è una richiesta d’aiuto, di terapia per l’anima.
Marco Germanotta da Messina con il brano “Fai Davvero Come Vuoi”
Inizia a studiare chitarra da bambino, per arrivare poi a un diploma in chitarra classica. Vanta una lunga gavetta. Tra le tante collaborazioni, spicca quella con suo fratello Stefano, con cui raggiunge importanti risultati.
Il suo primo EP conta un totale di mezzo milione di ascolti online. Le esperienze in Tv, incluso il percorso a X Factor nel team di Mika, lo hanno aiutato a comprendere meglio ciò che voleva perseguire nel percorso artistico.
Emanuele Dabbono da Savona con il brano “Oversize”
Ha composto alcuni successi per Tiziano Ferro, tra i quali “Incanto”, “Valore assoluto” e “Il conforto” che Tiziano ha cantato in coppia con Carmen Consoli.
Gli è capitato di suonare nei bar della costa est degli Stati Uniti, come in un teatro a Parigi. Crede nelle parole che possono far cambiare idea sulle cose. Appena gli è “nata” questa canzone ha pensato fosse il brano giusto per rimettersi in gioco.
Luca Fol da Rimini con il brano “Estinguiamoci”
Polistrumentista di Rimini, inizia scrivendo brani in inglese. Il 2020 segna il suo passaggio alla scrittura in italiano. Nel 2021 escono i primi singoli e a marzo 2022 esce il suo primo album “Io sono meno inglese di thè“, seguito da un’esperienza ad X Factor 2022 in cui arriva fino alla fase dei bootcamp.
Nelle sue canzoni parla di umanità e di una perseverante ricerca del proprio equilibrio sociale e spirituale. Il brano“Spogliati” raggiunge i 40mila ascolti su Spotify.
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