Biancorvino, “Cosa Ci Resta?” il singolo d’esordio
Biancorvino, “Cosa Ci Resta?” la domanda che si pone una donna che ha subito una violenza e non ha più fiducia nell’essere umano
“Cosa ci resta?” È il nuovo singolo di Biancorvino, disponibile da venerdì 20 settembre, il primo per Grida Sonore.
Cosa ci resta? È la domanda che si pone una donna che non ha più fiducia nell’essere umano dopo che la sua felicità è stata spezzata da una violenza che non riesce più a dimenticare.
«Il brano nasce dopo l’incontro con una ragazza che mi ha raccontato alcuni avvenimenti spiacevoli del suo passato e che continuano a condizionare le sue scelte sentimentali. È una storia che mi ha colpito emotivamente, che ho sentito la necessità di raccontare per stimolare una riflessione più profonda su questi brutali eventi sempre più diffusi».
Testo di “Cosa ci resta?”
Lei tornerà pensando ai cuori infranti,
a tutti i lividi e a tutti quei pianti,
a quando ha perso la gioia di vivere,
da quando non ha più voglia di ridere.
Ora ha gli occhi di un cervo
che ha perso il sentiero
e privo di un credo.
Cosa ci resta del vento che soffia?
e dove ci porta?
Ricorderà tutti quei sogni spenti,
tutti quei giorni con dei candidi segni
sulle labbra, sul viso, le braccia
e l’aria consumata in quella stanza.
Ora ha gli occhi di un cervo
che ha perso il sentiero
e privo di un credo.
Cosa ci resta del vento che soffia?
e dove ci porta?
Cosa ci resta del tempo che passa?
e cosa ci lascia?
È l’amore che manca
Cosa ci resta del vento che soffia?
e dove ci porta?
Cosa ci resta del tempo che passa?
e cosa ci lascia?
«Biancorvino è la mia rinascita, la mia forza, l’unione di tutto ciò che ho perso e che porto dentro di me.
Biancorvino sono io, una persona con alti e bassi, capace di passare dalla felicità alla profonda tristezza nel giro di pochi attimi.
È l’omaggio a mia madre, una donna gentile che ha saputo combattere durante la sua vita, pronta ad aiutare il prossimo e che mi ha insegnato a rialzarmi sempre nonostante le mille difficoltà che incontriamo in questo nostro cammino».
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Santoianni: il nuovo album “La soglia dei trenta”
Santoianni, Premio Bindi, premio Fabrizio De Andrè e nuovo album “La soglia dei trenta”, un percorso interiore, un vero e proprio scontro con la verità
“La soglia dei trenta” è il nuovo album di Santoianni, anticipato dalla title track e dal singolo “Questa canzone non vale niente”.
A pochi mesi dall’uscita del nuovo disco, il cantautore Santoianni continua a collezionare importanti riconoscimenti. Dopo la vittoria del Premio Bindi, si aggiunge poco dopo il prestigioso Premio Fabrizio De André, vinto nella ventitreesima edizione del concorso. Entrambi i premi sono stati ottenuti grazie al brano “Questa canzone non vale niente”, estratto dal nuovo album, confermando la sua scrittura raffinata radicata nella canzone d’autore, ma aperta a una poetica contemporanea, fresca e puntuale.
Nel 2022 ha contribuito al mondo del cinema con il brano “Litorale”, parte della colonna sonora del film Holiday di Edoardo Gabbriellini, presentato al Toronto International Film Festival. Ha collaborato con Ron, nel 2023 , firmando due brani per l’album “Sono un figlio” e aprendo alcune tappe del suo tour teatrale. Nel 2024 Santoianni ha pubblicato “La soglia dei trenta”, un concept album di otto brani, anticipato dalla title track e dal singolo “Questa canzone non vale niente”.
Un manifesto generazionale, che esplora la delusione e il cinismo di un trentenne oggi in Italia, incapace di trovare il proprio posto e di nutrire speranze per il futuro: una critica decisa a una società svuotata e inerte, votata al consumismo e alla superficialità.
Di canzone in canzone, come fosse un unico percorso emotivo, Santoianni affronta tematiche sociali e culturali rilevanti, toccando argomenti che vanno dall’abuso di sostanze stupefacenti tra i giovani alla mercificazione della musica e della cultura nell’era dello streaming, come raccontato in “Questa canzone non vale niente”, fino alle politiche sull’immigrazione in “Nulla da perdere” e alle profonde riflessioni su “Come ci sono arrivato fin qua”.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra la scrittura di Santoianni e la sinergia musicale di Luca Lanza e Molla, che hanno lavorato insieme alla produzione e agli arrangiamenti.
Santoianni, parlando del nuovo album, dichiara: «”La soglia dei trenta” è un progetto che ha visto una realizzazione piuttosto veloce nella sua fase di scrittura e produzione musicale, ma abbastanza lunga nella sua maturazione finale. Ho scritto tutte le otto canzoni a fine 2023 nel giro di pochissimi giorni. Avevo bisogno di provare a trovare qualcosa di diverso soprattutto nelle sonorità che mi permettesse di esplorare la mia scrittura e questo preciso momento della mia vita.
Un po’ come se fosse dovuto, appena compiuti i miei trent’anni ho tirato una linea netta e ho provato a fare un bilancio che includesse nei suoi “numeri” non solo il mio posizionamento nella società da trentenne ma anche il mio sguardo critico verso l’esterno. Il risultato finale di questo percorso interiore è stato un vero e proprio scontro con la verità che ho cercato di trasformare in canzoni che fossero il più possibile dirette e istintive sia nei contenuti che nella loro costruzione melodica. Senza paura di esprimere la mia personale ma convinta opinione sulle cose».
Tracklist “La soglia dei Trenta”
1- Questa canzone non vale niente
2- IA (Intelligenza artificiale)
3- Nulla da perdere
4- La soglia dei trenta
5- Il cambio di stagione
6- Non ce la posso fare
7- La festa del paese
8- Come ci sono arrivato fin qua
Donato Santoianni, in arte “Santoianni”, è un cantautore milanese con all’attivo due album in studio. Inizia il suo percorso nel 2009 con Sanremo Lab (Area Sanremo) come vincitore più giovane. Dal 2013 affianca altri artisti nella scrittura, come autore e compositore, presso Edizioni Musicali Nuova Gente di Gianni Bella. Nel 2019 da questa collaborazione nasce il suo primo album “Fossi nato prima”; al suo interno, il brano “Il turno infrasettimanale”, finalista a Musicultura nel 2018.
Nel 2022 pubblica da indipendente l’album “Non ho santi in paradiso” distribuito da ADA Music Italia, contenente al suo interno il brano “EXIT” in rotazione su alcuni network radiofonici nazionali, il brano “Stazione di sosta” scelto da Mediaset come sigla della rassegna cinematografica dedicata ai 30 anni di carriera di Leonardo Pieraccioni, il brano “Litorale” inserito nella colonna sonora del film “Holiday” di Edoardo Gabbriellini in concorso al TIFF (Toronto International Film Festival) e al Roma Cinema Fest, il brano “Forfait” in collaborazione con The Andre.
Nello stesso anno collabora con il cantautore romano Cargo (vincitore del 1M NEXT) nel brano “Popolare” e con Cortese nel brano “Bourbon”, inserito nel suo album “Cuori Alcolici”. Partecipa al progetto “Charity Tribute to Chieffo” con la sua interpretazione del brano “Sulla collina”, nato per far conoscere l’eredità umana e musicale di Claudio Chieffo, che ha coinvolto alcune tra le personalità più importanti del cantautorato italiano (Luca Carboni, Giovanni Lindo Ferretti, Omar Pedrini).
Nel 2023 firma come autore i brani “Questo vento” e “Fino a domani” inseriti nell’album “Sono un figlio” di Ron, del quale apre alcune date del tour teatrale. Nel 2024 è uno dei 10 artisti finalisti alla rassegna “Ciao” dedicata a Lucio Dalla. “La soglia dei trenta” è il suo nuovo album, edito da Santoianni & Nufabric Records e distribuito da ADA Music Italia, anticipato dalla title track e dal singolo “Questa canzone non vale niente”. con cui il 6 luglio vince il Premio Bindi 2024, seguita dalla vittoria del concorso Premio De André tenutosi il 21 settembre.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Ivan Segreto: anche a Pescara “La Biddizza è Suvrana”
Ivan Segreto: anche a Pescara “La Biddizza è Suvrana” un messaggio di speranza da diffondere nel mondo, un viaggio spirituale
Al Contemporary Fest di Pescara, che si è tenuto dall’1 al 3 novembre, il cantautore, pianista e compositore siciliano Ivan Segreto si è esibito all’Auditorium Flaiano in un doppio set con il live “La Biddizza è Suvrana” (La bellezza è sovrana) che porta con sé un messaggio di speranza da diffondere nel mondo.
Un viaggio spirituale con la sua musica che fonde jazz e poesia, melodie e ritmi tradizionali insieme a impressioni elettroniche ed elettroacustiche.
“Che cos’è una vibrazione?”: Ivan Segreto è lì sul palco, io lo ascolto e continuo a chiedermelo. “Che cos’è una vibrazione?”, praticamente mi ritrovo ad essere il Jep Gambardella ne “La grande bellezza” di questo concerto. Ivan Segreto muove le mani sui tasti, si perde, e io mi chiedo ancora: “Che cos’è una vibrazione?”. Che cos’è quel senso profondo della vita e dell’arte?
Tra quei tasti e quella voce, quelle vibrazioni profonde mi sembrano indicare la strada per il mondo onirico, lui si culla e mi cullo anche io. Lui, solo su quel palco, il Morfeo delle melodie profonde e avvolgenti, ed io seduta lì tra tutte le altre persone.
Le note escono dal pianoforte e dalle sue dita, disegnano sogni che non penso di aver mai sognato. Mi lascio andare e mi perdo in questa melodia ad occhi aperti.
Le luci della sala e quel telo nero creano un’atmosfera surreale, dove la realtà perde il suo peso.
Mi trasporto in un’altra dimensione. Il social dreaming afferma che i gruppi di persone che vivono eventi simili sognano le stesse cose, e io e il pubblico che lo circonda siamo proprio testimoni di questa teoria.
La voce calda e avvolgente rievoca ricordi lontani.
Ci scambiamo, lui si lascia trasportare dalla musica e noi facciamo lo stesso, è uno scambio interiore che non si esaurisce mai.
E io ascolto, rapita, cercando di afferrare quel senso di tempo e bellezza che invece continua a sfuggirmi nella vita di tutti i giorni, e invece adesso rimane lì, sembra aver trovato il suo posto.
Le vibrazioni della musica mi attraversano. E d’improvviso l’illuminazione: ecco che cos’è una vibrazione. Ogni nota trova il suo posto, la bellezza e l’arte esistono.
Il concerto finisce, io esco dalla sala e vado via, come sempre, ma ora, finalmente, so che cos’è una vibrazione.
Articolo a cura di Vera Nabokov
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Folcast: da padre ho migliorato “Tutti i miei piani”
«Folcast: “Tutti i miei piani”, un inno alle persone che ci incoraggiano a guardare al futuro con ottimismo e una riflessione sulla fluidità delle emozioni
Folcast “Tutti i miei piani”, pubblicato lo scorso 4 ottobre, è un EP autobiografico, sul conflitto interiore tra solitudine e incontro, sulla nostra ambivalenza: l’espressione artistica dell’eterna lotta tra il desiderio di isolamento e il bisogno di connessione, tra fatica e conforto, sostenuta da eventi che possono trasformare radicalmente la nostra vita, come la nascita di un figlio.
L’album verrà presentato con due appuntamenti eccezionali in full band, curati da OTR Live: il 5 dicembre al Biko di Milano e il 21 dicembre al Largo Venue di Roma.
“Tutti i miei piani” è un lavoro di sette tracce che attraversa con grazia e profondità i mondi del pop, dell’R&B, del soul, del flow rap e del funk e parla con sincerità e vulnerabilità di come le relazioni e le esperienze possano modellarci e guidarci nella ricerca di un nostro posto nel mondo.
Affronta temi come il potere delle parole, spesso in grado di infliggere ferite profonde se non pronunciate con attenzione, la bellezza della solitudine, punto di partenza per aprirsi all’altro e riflettere sul delicato equilibrio tra il desiderio di restare nelle nostre comfort zone e abbandonarsi all’incontro, le passioni capaci di sconvolgere e alterare la nostra percezione della realtà. Ma è anche una celebrazione degli amori che mettono ordine nelle nostre vite, un inno alle persone che ci incoraggiano a guardare al futuro con ottimismo e una riflessione sulla fluidità dei numeri e delle emozioni, dove anche un semplice calcolo può diventare simbolo di cambiamento e scoperta.
È lo specchio di un approccio profondamente autentico alla vita: racconta il coraggio di sbagliare, la curiosità di meravigliarsi e la resilienza nell’affrontare le ferite. Folcast non si sofferma sul dolore. Al contrario, mostra come in ogni esperienza ci sia un’opportunità per riflettere e crescere, arricchendo non solo il suo cammino, ma anche il nostro.
«Se mi dovessi fermare a pensare al percorso, a tutto quello che mi ha portato fino a qui, mi dico che in fondo la maggior parte delle volte sono stato meglio quando sono stato solo, da solo. Ma poi ci ripenso e rimetto tutto in discussione: credo di star insieme agli altri, ma non sempre di star bene con me stesso. Se penso a quello che c’è dentro, immediatamente mi ritrovo fuori, in mezzo a tutto, a tutti. E combatto con questa continua precarietà.
“Tutti i miei piani” è la mia resa.
È il luogo dove mi prendo un po’ in giro. Mi chiedo se valga la pena avere una connessione con l’esterno, perché in fin dei conti è un processo complicato e faticoso. Poi mando all’aria tutto, faccio pulizia, e mi ricompongo lasciandomi travolgere dall’ineluttabilità̀ della condivisione.
Questo disco parte da quello che nasce dalla pancia ma che, per forza di cose, deve uscire e confrontarsi con l’esterno. Parla di rapporti, relazioni, giudizio, nascita e ricostruzione, di me, degli amici, dell’amore che salva e non lascia pezzi. Parla soprattutto di mia figlia e di come la sua nascita abbia sconvolto tutto per poi riposizionarlo nel migliore dei modi, riempiendo i vuoti, le crepe e le distanze. Mia figlia è la rivelazione che mi ha reso più forte, duro, tenace e sicuro di me. Lei mi ha restituito tutto intero e mi ha fatto conoscere un nuovo modo di stare insieme».
TRACKLIST
01 – Tutti i Miei Piani
02 – Manifesto Egoista (feat Carlo Amleto)
03 – Nuovo anno
04 – 8 di Mattina
05 – Non ci passa più
06 – Se scoppiassi tu
07 – 1+1
Daniele Folcarelli, in arte Folcast, nasce a Roma nel 1992 in una famiglia di musicisti e divora, fin da bambino, qualsiasi tipo di musica. Inizia a suonare da autodidatta pianoforte, basso e batteria, per scegliere poi, come compagna di vita, la chitarra, che studia fino al conseguimento della laurea al Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone.
Parallelamente agli studi accademici, porta avanti il suo progetto artistico con l’intento di mescolare funk, R&B e soul con il rap che lo circonda e il cantautorato, che da sempre lo attrae. Nel 2015 pubblica l’EP d’esordio omonimo, seguito nel 2017 dal primo album “Quess” e, nei due anni successivi, dai singoli “Narcolessia” e “Cafu”.
Folcast inizia a farsi conoscere attraverso i suoi concerti e nel 2020 incontra Tommaso Colliva: da quell’incontro nasce “Scopriti”, una ballata intensa ed emozionante, orchestrata da Rodrigo D’Erasmo, grazie alla quale nel dicembre 2020 è uno dei 6 vincitori di Sanremo Giovani. Ottiene così l’accesso alla 71esima edizione Del Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte, dove conquista il podio classificandosi al terzo posto.
Sempre nel 2021 è ospite di importanti eventi, come Wired Next Fest e del Concerto del Primo Maggio di Roma. Nell’estate successiva intraprende un nutrito tour in nei principali festival italiani impreziosito da speciali opening ad artisti come Max Gazzè, Daniele Silvestri e Carmen Consoli.
Il secondo album “Tempesticamente”, uscito nel 2022, contiene i singoli “Senti che musica” feat. Roy Paci, suonato dagli Selton, e “Cosa Ci Faccio Qui” feat. Davide Shorty, che posizionano definitivamente l’artista nel panorama musicale nazionale. Nella primavera dello stesso anno Folcast presenta il disco nei principali club italiani, con il “Scopriti Live Club Tour”, prodotto e organizzato da OTR.
Nel 2023 scrive nuovi brani e collabora con l’amico e collega Avincola, Ditonellapiaga e Laura Di Lenola.
Il 7 giugno 2024 esce “1+1”, il nuovo singolo, seguito il 26 luglio da “Manifesto Egoista” feat. Carlo Amleto, primi due estratti di un nuovo EP, “Tutti i miei piani”, pubblicato il 4 ottobre.
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