Ha realizzato tante cover e oggi arriva il suo singolo d’esordio. Lui è Mario Castiglione, catanese, figlio degli anni ’90 e di una famiglia di musicisti, che lo ha incoraggiato da sempre a seguire la sua passione per la musica.

Mario Castiglione all’esordio con “Come non ci fossi stata mai”. L'intervista

A 5 anni Mario studia il pianoforte, a 14 la chitarra, ascolta moltissimo i cantautori italiani e inizia a scrivere le sue canzoni. Durante l’università approfondisce la conoscenza del mondo della musica elettronica e della produzione. Mario scrive tantissimo, impara a suonare da autodidatta i principali strumenti e mette a fuoco il suo stile, in equilibrio tra la migliore tradizione della canzone italiana e le sonorità internazionali che spaziano dal pop alla trap.

“Come non ci fossi stata mai” è il suo brano d’esordio, scritto e prodotto dallo stesso Mario: “È un pezzo pop contaminato come gran parte della musica oggi. Non mi piace essere incasellato dentro un genere, prendo quello che mi piace senza badare a quale stile appartenga. Nelle mie canzoni c’è dentro quello che io penso della musica”.

Mario Castiglione: guarda il video di “Come non ci fossi stata mai” 

Le sonorità contemporanee di questa canzone, un pop d’autore con influenze R’n’B e trap, raccontano “Una storia d’amore con sguardo sincero, perché c’è la voglia di viverla la massimo nonostante la consapevolezza che domani sarà tutto finito. È un po’ come dire cogli l’attimo”.

L’ R’n’B, la trap, ma forte per Mario Castiglione è l’ispirazione datagli dagli Imagine Dragons, “Perché mentre scrivevo le mie nuove canzoni ho consumato il loro ultimo disco (“Evolve”, nda). La mia formazione però si basa sui cantautori italiani, De Gregori e Dalla (il mio primo concerto è stato il loro), De Andrè. Come produttore però ascolto cose nuove e in generale se mi piace un disco non lo ascolto per tutta la vita, comunque vario”.

Arriviamo dunque alle sonorità più contemporanee possibili, quelle della trap: “A me piace quello che c’è dietro, le basi, la produzione. Interessantissimo il lavoro, ad esempio, che fa Charlie Charles (il producer trap più sulla cresta dell’onda, nda). Chiaramente la scrittura della trap è diversa dalla mia, ma la trovo affascinante e coraggiosa”.

Dopo questo primo singolo, Mario Castiglione continuerà a lavorare su altre canzoni, “Scrivo sempre: quando hai un singolo lo pubblichi. Non so che forma avranno i miei prossimi lavori, se di album o appunto di singolo, ma sicuramente ci sarà qualcosa. Credo in questo progetto, di cui ho in mano la direzione artistica ed è un grande privilegio per cui non smetto di ringraziare Sugar”. Per quanto riguarda le esibizioni live, lui che ha aperto i concerti tra gli altri di Francesco Gabbani, spera “Di avere presto l’occasione di salire su un palco”. Arriva l’estate, potrebbe essere il momento propizio e noi glielo auguriamo.

Il primo Forum non si scorda mai, soprattutto se lo si è conquistato con tenacia, impegno e costanza: per Ermal Meta è stato così.

Ermal Meta, il suo concerto incanta il Forum di Milano
Il Forum di Milano sold out per il concerto di Ermal Meta

Al Forum di Assago Ermal Meta aveva già suonato con la sua band del tempo, La Fame di Camilla, ma in apertura di un concerto dei Negrita.

Sabato sera è stata tutta un’altra storia: Ermal Meta proprio da qui ha aperto il suo tour (le prossime date saranno in estate, sparse lungo tutta l’Italia), il primo dopo aver vinto il Festival di Sanremo, il primo dopo aver conquistato con un sudatissimo e intensissimo concerto anche l’Alcatraz. Di più non restava che il Forum. Ed eccolo qua, con il pubblico che aumenta a ogni nuovo album, a ogni nuova canzone. E che non lo lascia “mai solo” (come ricordano a ogni concerto), sta sempre accanto a lui, salta, canta e si emoziona.

Al Forum questo pubblico – sold out, davvero tutto quello che la struttura poteva accogliere – era anche il più variegato visto in questi anni di live di Ermal: diverse famiglie con bambini, ragazzi, ragazze, adulti, anche coppie di anziani. Non è scontato avere un pubblico così, tra l’altro anche diligentissimo nel partecipare con trasporto alle fan action proposte dal fanclub, I Lupi di Ermal, su diverse canzoni.

Non c’è voluto niente perché Ermal catturasse il pubblico (apertura con “Non abbiamo armi”, secondo brano “Gravita con me” e già non ce n’era per nessuno) e lo accompagnasse lungo una serata carica di emozioni e ospiti che hanno arricchito il concerto: i successi di La Fame di Camilla, almeno per una sera tornata a suonare insieme (assolutamente fantastici, che piacere rivederli su un palco!); il duetto con l’amico Fabrizio Moro, con cui sta per presentarsi all’Eurovision Song Contest di Lisbona, cantando come sappiamo “Non mi avete fatto niente”; il piccolo Giuseppe, 8 anni, che con sicurezza ha suonato e cantato proprio “Non mi avete fatto niente” tra le lacrime di Ermal, che aveva visto un video con l’interpretazione di questo bambino tenerissimo e deciso; e poi il duetto su “Che fantastica storia è la vita” con l’amico Antonello Venditti, “Voodoo love” con Jarabe de Palo, “Piccola anima” con Elisa.

Ermal Meta, il suo concerto incanta il Forum di Milano
Antonello Venditti ospite di Ermal Meta al Forum di Milano

Tra i momenti più intensi sicuramente c’è proprio questa “Piccola anima” (che voci), “9 primavare”, “A parte te”, i cori più forti forse su “Odio le favole”, “Vietato morire”, “Ragazza paradiso”… e, ancora una volta, “Piccola anima”. Il finale è stato al pianoforte, con “Schegge”, brano fuori scaletta. Menzione d’onore per “Straordinario”, bella nell’interpretazione di Chiara per cui è stata scritta, esplosiva in quella di Ermal.

Come canta Ermal c’è differenza tra il trucco e la magia: in questo suo concerto al Forum non c’è stato trucco, solo magia, resa possibile non solo dal modo naturale per non dire umile con cui esprime il suo talento, ma anche dalla complicità di tutti i musicisti sul palco, bravissimi.

Scrivere di un concerto di un artista (la parola è adeguata) che si segue da anni perché incontrato all’inizio della gavetta non è semplice: perché di lui si è già detto tanto, perché di lui si è scritto in molte occasioni, perchè mi piacerebbe evitare banalità. E bisogna cercare come sempre di essere obiettivi. La verità è che, sì, c’è stata qualche imprecisione tecnica, ma l’intensità di una serata del genere non può essere annacquata da piccolezze di questo tipo. L’unico aggettivo che si può usare è coinvolgente, e aggiungerei: appuntamento da ripetere.

Quello del Forum è stato il primo palco “grande” per Ermal Meta, non lo definisco “importante” perché ognuno lo è stato: i club, i piccoli appuntamenti estivi, i chilometri macinati per pochi spettatori lo sono stati anzi probabilmente di più. È da quelli che si è costruito il percorso verso altre mete (nessun gioco di parole), trovando il suo partner ideale in Mescal – o più probabilmente si sono trovati a vicenda. La strada continua, ci sono altri palchi, altri fan, altre belle canzoni, perchè puoi metterci attorno anche uno stadio, ma senza la buona musica non vai da nessuna parte.

Aggiornamento sulle date del tour di Ermal Meta

Queste sono le date confermate finora del tour di Ermal Meta:

28 giugno Velodromo Attilio Pavesi – Fiorenzuola D’Arda (PC) nuova data

29 giugno Rimini Fiera Park Ovest – Rimini

5 luglio Il Centrale Live – Roma

10 luglio Anima Festival – Cervere (CN)

12 luglio Lime Space – Reggio Emilia nuova data

19 luglio Banchina San Domenico – Molfetta (BA)

20 luglio Real Belvedere di San Leucio – Caserta nuova data

22 luglio Ippodromo – Varese nuova data

23 luglio Villa Manin – Codroipo (UD)

26 luglio Musart Festival – Firenze

27 luglio Piazza del popolo – Todi (PG)

28 luglio Castello Scaligero – Villafranca di Verona (VR)

1° agosto Piazza Giacomo Leopardi – Recanati (MC)

2 agosto Castello – Castellano (TN)

4 agosto piazza G. Libertini – Lecce nuova data

8 agosto Bolgheri Festival – Marina di Castagneto Carducci (LI)

12 agosto Anfiteatro di Tharros – San Giovanni di Sinis – Cabras (OR) nuova data

13 agosto Arena Fenicia – Sant’Antioco (CA) nuova data

17 agosto Teatro Antico – Taormina (ME)

19 agosto Anfiteatro M. De Rossi – Rossano Calabro (CS)

22 agosto Riviera Music Festival – Alassio (SV)

25 agosto Anfiteatro La Civitella – Chieti

1° settembre piazzale Celso Melli – Langhirano (PR)

8 settembre piazza Duomo – Brescia nuova data

Nuovo disco per Lorenzo Fragola, inteso come più recente ma anche come nato in maniera nuova. Da un Lorenzo per certi versi nuovo. Ecco tutto quello che ci ha raccontato.

Lorenzo Fragola presenta il nuovo album "Bengala".

Lorenzo Fragola. Foto: © Chiara Mirelli

“Ho esplorato mondi che volevo esplorare da tempo”. Così Lorenzo Fragola riassume lo spirito del suo nuovo album, “Bengala”. E continua: “Questo album è la mia gavetta, non è un approdo ma la ricerca della mia strada. Con la vittoria di X Factor mi sono trovato dentro un mondo, quello del pop italiano, che non conoscevo: io scrivevo solo in inglese. Non ho avuto il tempo di riflettere su quale musica volessi fare, che tipo di artista volessi essere. L’ho fatto ora, con queste canzoni”.

I brani di “Bengala” non sono un approdo, quindi quello che ascoltiamo è un Lorenzo Fragola ancora in ricerca (che gioca la carta anche di alcune interessanti collaborazioni): “Non lo so se questo è e sarà il mio mondo musicale. Ho scritto tutte le canzoni in italiano tranne una, “Echo”. Prima di scrivere “Siamo uguali” (canzone che Lorenzo ha presentato al Festival di Sanremo nel 2015, nda) io non avevo mai composto nella nostra lingua; non avevo mai ascoltato il pop italiano prima di farne parte. Il mio percorso musicale è nato all’improvviso, da un contesto televisivo. Per “Bengala” mi sono preso il mio tempo per capire dove volevo andare: adesso lo so, ho una visione diversa da quella che avevo a 19 anni”.

Lorenzo Fragola presenta il nuovo album "Bengala"
Lorenzo Fragola. Foto: © Chiara Mirelli

Condensato tutto in una frase: “Se faccio qualcosa è perché lo voglio, non perché lo devo fare”. Per presentare questo “nuovo” Lorenzo Fragola (perché in un certo senso lo è) si è scelto di lanciare sul web il brano “Bengala” che, spiega Lorenzo, “Non è mai stato un singolo: doveva essere un’anteprima. Sono molto cambiato e volevo che la gente lo sentisse, sono lontano dal me stesso di tre anni fa”.

Il rapporto di Lorenzo con i talent è sereno: “Non rinnego il mio percorso, quello che ho fatto dopo X Factor è stato dettato dall’istinto ed era genuino proprio per questo. Però consiglierei di presentarsi a un talent a chi ha già idee chiare e precise su chi e cosa vuole essere, altrimenti potresti finire in un vortice che ti travolge”.

La riflessione scivola sui fan: “Chi mi segue dal primo giorno non ha mai smesso di farlo, ha fiducia in quello che realizzo e propongo”. Guardando al passato, “Non ho conflitti con qualche mia vecchia canzone. Alla fine con questo nuovo album abbracciato tutto, le mie canzoni, le mie fragilità”.

Venendo al tour, dimensione che a Lorenzo è mancata molto, ci sarà: “Penso di cantare per intero o quasi “Bengala”. Anzi, il brano omonimo me lo vedo già nella mia testa che chiude un concerto”.

Secondo appuntamento con I Lupi di Ermal, graditi ospiti e attenti frequentatori di queste pagine. Questa nuova incursione nel loro mondo parla di quanto siano importanti i concerti per loro.

I Lupi di Ermal Fanclub News: puntata #2
Ermal Meta durante un concerto. Foto: © Andrea Brusa

I live sono contenitori di emozioni in cui i fan di Ermal Meta (I Lupi di Ermal che da qualche settimana ospitiamo su Musica361) danno e ricevono, in assenza di barriere tra pubblico e palco. E poi, proprio grazie ai concerti di Ermal sono nate tante amicizie. Ecco cosa scrivono I Lupi a proposito dei live e di cosa rappresentino per loro.

Vi portiamo a un live di Ermal Meta.

Dopo aver ben spiegato chi siamo e da dove veniamo, resta da capire il PERCHÈ di tutto questo, perché un’allegra compagnia eterogenea per età, provenienza geografica e gusti musicali si sia trovata e si sia trasformata in una realtà in continuo divenire. Per questo è necessario conoscere il nostro rapporto e quello di Ermal Meta con l’evento “concerto”.

Ermal ha detto centinaia di volte che l’Artista si misura con il live e non con gli instore, e noi possiamo testimoniare che è assolutamente la verità.

Quando eravamo gruppi più… “intimi”, si arrivava al più presto nella località in cui si sarebbe tenuto il live perché diventava necessario condividere l’attesa con chi portava la stessa luce negli occhi; qualcuno pur di guadagnare la transenna si è anche accampato la notte prima del concerti, cominciando la numerazione che di lì a qualche ora avrebbe “disciplinato” la corsa verso la transenna. Numeri sulle mani, appelli colorati, preparare un divano per accogliere chi arriva in trasferta: questo e molto altro con un unico fine, quello di ricreare la magia di un concerto di Ermal.

L’avvicinarsi del live è scandito da tempi tecnici ben precisi: l’arrivo di Ermal che scatena sorrisi, il soundcheck dove ci facciamo trasparenti per non condizionare i preparativi ma dentro di noi a ogni accordo si muove il lupo. Poi si fa buio, la sera e le luci, le prime note di Odio le favole” e non esiste più nulla, un’alchimia perfetta, energia libera che contagia chiunque si trovi lì. Siamo amanti folli e ci amiamo attraverso le nostre voci e la sua musica, con un rispetto che solo chi ama può dedicare. Ci sono canzoni che sentiamo talmente forti nel cuore che nel cantarle le accarezziamo con la voce: non si gridano certi pensieri, si sussurrano.

Tra pochi giorni tutto questo accadrà di nuovo… nel tempio della musica, al Mediolanum Forum (il 28 aprile per la prima data dal nuovo tour di Ermal Meta). Le proporzioni sono giganti ma l’essenza sta tranquillamente nella tasca a destra in alto. Ci vediamo là!

I Lupi di Ermal

In Italia i CNCO sono stati lanciati dal singolo “Reggaetón lento”, doppio disco di platino. La boyband latina ha da poco pubblicato l’album omonimo “CNCO”, mentre i loro fan stanno aumentando a vista d’occhio.

CNCO, intervista alla band boy band di "Reggaetón lento”

La prima volta in Italia, confidano i ragazzi dei CNCO, all’aeroporto c’erano 2 o 3 fan ad attenderli. In questi giorni se ne sono presentati davvero molti di più e li seguono in tutte le tappe milanesi della promozione. Effetto boyband fenomeno mondiale, gruppo messo insieme grazie al talent La Banda (tra i giudici Ricky Martin e Laura Pausini) che i ragazzi hanno vinto nel 2015.

I componenti, giovani, carini e che sentono una certa malinconia per le famiglie che vedono pochissimo, sono tutti emigrati o figli di emigrati che oggi vivono negli Stati Uniti: Richard Camacho è dominicano, Erick Brian Colon è cubano, Christopher Velez è nato in Ecuador, Zabdiel De Jesus è di Puerto Rico, Joel Pimentel ha origini messicane.

Il singolo che li ha resi il gruppo latino di maggior successo degli ultimi anni è “Reggaetón lento”, che era inserito nel loro primo disco “Primera cita” e che ripropongono in versione remix insieme alle Little Mix nel nuovissimo album “CNCO”.

Un bel miscuglio questi ragazzi, che confessano: “All’inizio, quando ci hanno uniti come gruppo, non ci eravamo tutti simpatici. Anche la lingua che parlavamo aveva modi di dire e accenti diversi. Alla fine abbiamo sviluppato una specie di linguaggio comune tra noi, quando chiamiamo a casa ogni tanto le nostre madri ci chiedono come parliamo e da che paese veniamo”, scherzano.

I CNCO vedono in Ricky Martin il loro modello, il loro mentore, “Una guida saggia visto che ha iniziato la sua carriera in una boyband. Sa bene quello che stiamo vivendo”. I consigli più importanti ricevuti da lui? I ragazzi non hanno dubbi: “Ricky ci ha detto di ricordarci sempre da dove veniamo e di essere noi stessi in ogni occasione”.

CNCO, intervista alla band boy band di "Reggaetón lento” 1
CNCO. Foto: © Omar Cruz

Essere quello che sono: “Abbiamo costruito tra noi una connessione di cuore, è divertente stare insieme. Stiamo vivendo il nostro sogno di bambini”. Già, quello per cui “Sentiamo la mancanza delle nostre famiglie ma del resto stiamo facendo quello che abbiamo sempre voluto. Ci manca anche il cibo di casa”. Si proclamano tutti single, sono ben consapevoli della presa che hanno sul giovane pubblico femminile: “Qualcuna ci vorrebbe come fidanzati, altre come amici, sentiamo forte la loro passione. Arrivati all’aeroporto erano in tantissime, è stato fantastico per noi. Ci sono anche dei ragazzi che ci seguono, ed è meraviglioso perché non è semplice per una boyband intercettarli. Noi ci siamo riusciti con la musica, perché i maschi difficilmente vengono ai meet&greet, però ascoltano le nostre canzoni”.

Perché i CNCO sono un modello: “Sì, sentiamo la responsabilità di questo ruolo ma ne siamo anche fieri. Noi siamo l’esempio che i sogni si possono realizzare: non pensare che non puoi, perché si può”.

I piani per il futuro sono di un’ulteriore espansione del bacino della loro musica, iniziata già con il duetto con le Little Mix presente in “CNCO”, un remix di “Reggaetón lento”: “Parliamo e cantiamo in inglese, possiamo sfondare anche in paesi non latini”. Per l’Italia hanno pronto per l’estate un duetto con Riki, “In cui abbiamo cantato in italiano”.

E i concerti? “Sicuramente verremo in Italia, dobbiamo preparare un nuovo tour”. Le fan, sempre più numerose, aspettano. E anche i fan.

M¥SS KETA diva e divina, sempre mascherata. La definizione di rapper è riduttiva dal momento che è un’icona pop in occhiali scuri. “Una vita in capslock” è l’album in uscita domani, 20 aprile, a cui ha lavorato come sempre insieme al collettivo di creativi milanesi Motel Forlanini.

M¥SS KETA chi è? La diva mascherata di "Una vita in capslock"

M¥SS KETA ha raccontato il suo album “Una vita in capslock” presentandosi con maschera e occhiali da sole, com’era prevedibile Da sempre nasconde la sua identità.

Surreale e realissima, sfacciata e sincera, diva e divina, M¥SS KETA è tutto questo. “Una vita in capslock” è “Un album con senso e significato. Ci siamo fatti – io e Motel Forlanini – le spalle su singoli e lavori one shot, stavolta abbiamo creato un disco che avesse un senso in sé, e siamo entrati anche un po’ più nel profondo”. Perchè, va precisato, “M¥SS KETA è un progetto mio e di Motel Forlanini. Prima di tutto siamo amici, poi vediamo il mondo alla stessa maniera. Questo progetto ci permette di  rivelare questa visione, ed è una cosa che ci fa bene”.

Le sonorità del disco sono “Molto scure, questo è un album per certi versi che guarda all’interno. Mentre scrivevamo le canzoni ci siamo accorti che si trattava davvero di una discesa agli inferi, umilmente in questo senso ci paragoniamo a Dante. Però alla fine si risale nel paradiso. Che poi sia artificiale o di un solo momento è un’altra storia. Non per niente “After amore”, la canzone che chiude il disco, è una luce che entra.

I nuovi brani di M¥SS KETA sono nati “Andando in giro, ascoltando tante cose, magari solamente da una frase o da un beat che ricordiamo di aver sentito. Il titolo “Una vita in capslock”, ad esempio, lo avevamo nel cassetto da anni”. L’ingrediente che non manca nelle nuove canzoni è “L’ironia, che è il modo con cui guardo il mondo, non potrei vederlo in altra maniera”.

M¥SS KETA chi è? La diva mascherata di "Una vita in capslock" 1Personaggio di cui si sa poco, o meglio nulla che non siano le sue canzoni, M¥SS KETA si definisce “Donna di spettacolo, spettacolo di donna. Però le definizioni mettono le cose in una gabbia. È molto razionale incasellare le cose, lo capisco, ma a me piacerebbe uscire dalle gabbie”. M¥SS KETA si presenta sempre a volto coperto, maschera e occhiali scuri: “Tutti indossiamo maschere, quante ne abbiamo nei cassetti? M¥SS KETA invece la mostra”. Ma portarla sempre non è di per sè una definizione, quelle da cui questa diva enigmatica vuole fuggire? “La maschera mi definisce tanto, spaventa anche tanto, ma iosono una donna coraggiosa. In una persona guardi le espressioni del viso, gli occhi, cose che di me non si possono vedere. Questo riempie di mistero e affascinante sensualità, scrivilo pure. Tu non sai se questa sono io o una mia sosia, non sai chi c’è qui dietro. La maschera sicuramente pone dei limiti ma ne fa rompere altri, quindi è una scelta che ripaga. In realtà lo faccio per non truccarmi (per M¥SS KETA l’ironia è essenziale, ricordate?, nda)”.

M¥SS KETA da stasera sarà in tour: “Dai concerti vi dovete aspettare uno spirito di ribellione punk. I miei live sono un momento performativo di assoluto sfogo, sono caldi, sono carichi. Stiamo pensando a come mettere tutto in scena, in una sorta di performance art. Con me sul palco ci saranno un dj e Le ragazze di Porta Venezia (con cui Keta collabora da tempo, nda). Avremo molti visual con cui trasmettere il mood di ogni canzone”.

Le date dell’#UVIC Tour:

19 aprile Milano Magazzini Generali

20 aprile Caserta Smav

30 aprile Roma Monk

4 maggio Bologna Locomotiv

5 maggio Livorno The Cage

26 maggio Molfetta (Ba) Eremo Club

Carmen Consoli ha presentato a Milano il suo nuovo album, “Eco di sirene”. Non è il classico disco dal vivo ma una raccolta con due inediti registrata in presa diretta, un lavoro con “un’orchestrina”, definizione sua, in cui c’è tutta l’anima della cantantessa siciliana.

Carmen Consoli, il ritorno con il doppio album "Eco di sirene"

L’“Eco di sirene” di Carmen Consoli torna a farsi sentire, e lo fa in una forma nuova: dopo un tour fortunato e apprezzatissimo, “Eco di sirene” è diventato un album di 22 canzoni arrangiato e orchestrato da Carmen Consoli e registrato in presa diretta al Forum Village di Roma.

Il Forum Village è uno studio aperto da Ennio Morricone, Armando Trovajoli e Louis Bacalov sul finire degli anni ’60 è già di per sé, solo per questo, emana echi di bellezza. “Eco di sirene” ha acquisito il suono caldo dei pannelli di betulla, delle chitarre acustiche di Carmen e degli archi, suonate da Emilia Belfiore (violino) e Claudia Della Gatta (violoncello).

“Avevo voglia di vedere i miei pezzi sotto un’altra luce. Ho messo su un’orchestrina da camera con le mie amiche Emilia e Claudia, e abbiamo riarrangiato i miei brani, per violino, violoncello e chitarra. Abbiamo provato a fare 9 date live. Le date sono andate bene e sono diventate tantissime, è stata una bella soddisfazione. Vuol dire che il pubblico mi incoraggia in questi miei esperimenti, non si è addormentato nessuno, anche se consiglio di non ascoltare queste canzoni in auto (dice con una battuta, nda). Poi abbiamo pensato di registrare queste canzoni, in uno studio storico. Mi sono levata questo sfizio”.

Carmen Consoli, il ritorno con il doppio album "Eco di sirene" 1La scelta di registrare in una sala storica ha portato un tocco di magia, “Ci ha portate a suonare con una intenzione diversa. Abbiamo registrato in analogico, su nastro. Ci siamo dette che visto che siamo fuori moda con questo esperimento, continuiamo a esserlo e facciamo così. Nel disco ci sono imprecisioni umane che noi chiamiamo licenze poetiche, ma non potevamo farci niente: era tutto cantato e registrato sul momento, era impossibile intervenire come si può fare con le tecnologie odierne”.

Nel disco ci sono due inediti: per “Uomini topo” Carmen Consoli ha pensato a “Una fanstastoria in cui gli scienziati incrociano il dna dell’uomo con quello dei ratti. Cerchiamo di mutare noi stessi per adattarci a un pianeta che sarà, mentre stiamo rovinando quello di oggi. L’uomo si modifica, ma quando emerge il topo sapiens cosa succederà? Sarà privato dei suoi sentimenti perché fanno perdere tempo; non si può perdere tempo perché tutto deve essere profitto. Ma noi non siamo uomini topo, siamo uomini”. Si tratta cioè di una critica a una società che toglie empatia, che corre, che anestetizza le relazioni.

Le relazioni sono presenti anche nell’altro inedito, “Tano”. O meglio, come lo chiama Carmen, “L’uomo-Tano. Quello che le donne dovevano sopportare”.

Federica Carta torna con un nuovo disco e un nuovo tour, e tutto l’entusiasmo di una carriera che sboccia

Federica Carta, intervista e chiacchiere sul nuovo "Molto più di un film"Cantautrice, innamorata della musica soul e del pop, come si sa finalista al talent Amici nel 2017, attualmente conduttrice della trasmissione “Top Music” su Rai Gulp dedicata alle classifiche musicali. Instancabile Federica Carta, con l’energia dei suoi 19 anni ha pubblicato il nuovo disco, “Molto più di un film”. Dopo gli incontri con il

pubblico negli instore (a dire la verità anche durante questi appuntenti, in un sovrapporsi di impegni), dal 3 maggio

prenderà il via il suo tour.

Una bella responsabilità per una ragazza di 19 anni, che si è impegnata in un nuovo album che “è stato un po’ sofferto perché ci ho messo tanto, un annetto, per trovare i brani giusti e valorizzarli nella maniera più adeguata”.

Il nuovo disco contiene 11 canzoni inedite prodotte da Dario Faini, Antonio Filippelli e Andrea Rigonat; in questa occasione Federica Carta ha “scritto molti più brani rispetto al primo album. C’è molto più di me in questo nuovo lavoro perché ho avuto più voce in capitolo”. Eppure il primo album si intitolava “Federica”: “Sì, diciamo che questa è Federica.2 semplicemente perché ho potuto fare di più. Giustamente nel tempo si cresce”.

“Molto più di un film” è dunque un disco personale, anche nelle canzoni che non vedono Federica tra gli autori: “Descrive tutto quello che ho vissuto dall’ingresso ad Amici alla quotidianità di oggi, da cantante. Sono cambiata in meglio, sono cresciuta, so affrontare meglio lo stress in studio. Adesso se sbaglio una nota non sbrocco ma mi metto lì tranquilla e la ricanto. Più cresco e più so che quello che c’è nella mia testa vale qualcosa”.

Una parola le viene spontanea per descrivere il suo sound, “Figo. Ma forse è troppo scontato definirlo così”, ride Federica. “È un sound che funziona molto dal vivo, mi rappresenta perché ho avuto voce in capitolo sugli arrangiamenti, nel primo disco non avevo potuto dire la mia perché facevo Amici. Sono stata contenta di aver espresso la mia opnione nel rispetto di chi ha lavorato al disco”.

Sul duetto con i La Rua , “Sull’orlo di una crisi d’amore”, Federica racconta che “Si è presentato Daniele (Incicco, cantante della band, nda) con questo brano di cui mi sono subito innamorata; l’ho immaginato cantato dalla mia voce e dalla sua voce. È un pezzo veramente bellissimo, sono molto contenta dei complimenti che stiamo ricevendo”.

Il legame con Amici per Federica è vivo in varie forme, ad esempio “Elisa ha ascoltato il disco, anche perché suo marito è uno dei produttori dell’album (Andrea Rigonat, nda). L’ho vista, l’ho sentita, mi ha scritto che ho realizzato un disco bellissimo e mi ha fatto un sacco di complimenti. Quando registravo mi ha detto che potevo chiederle consiglio. Non l’ho fatto (anche se mi dicono che mi prestano qualcosa io non la uso) però sapere che lei per me c’è mi dà un bel po’ di carica”.

In queste settimane Federica è impegnata con gli instore (“Non mi va di stare ferma, sento il bisogno di incontrare le persone, mi manca il contatto con loro”) e poi, da maggio, con il tour: si parte il 3 da Treviso. “I primi concerti erano pieni di cover, stavolta farò soltanto brani miei. Io sono sempre la stessa quindi il concerto non cambierà sostanzialmente, il mood è quello, però farò un vero e proprio tour per la prima volta. Sono molto emozionata e felice di questo. Sul palco ci sarà la mia band, che è fortissima”.

Federica Carta e La Rua: guarda il video di “Sull’orlo di una crisi d’amore”

La rubrica di Musica361 sulla vita dei fanclub si arricchisce di un nuovo contributo, quello del Virginio Official Fanclub

Virginio Fanclub News: puntata #01

La “famiglia virginauta”: così li chiama Virginio. A loro abbiamo chiesto di raccontarsi, li ringraziamo per aver accettato l’invito e aver scelto di descrivere così com’è nata la loro passione per Virginio (che piace anche a noi!)

La parola, quindi, al Virginio Official Fanclub.

Sanremo 2006.

Un Sanremo diverso da tutti gli altri. Passa la mezzanotte, ma noi, un piccolo gruppo di amici con la passione per la musica, restiamo incollati davanti alla tv per ascoltare i giovani, le nuove proposte.

È sempre un momento atteso per noi quello dell’ascolto dei brani dei giovani, ma quest’anno è un momento unico. Infatti si esibirà in veste di cantautore un ragazzo di Fondi, Virginio, nostro compaesano.

Quante volte lo abbiamo sentito cantare da bambino nelle piazze e quante volte siamo rimasti incantati dalla sua voce. Quest’anno lo possiamo ascoltare con un suo brano inedito sul palco più importante d’Italia, il palco dell’Ariston.

Che emozione, non stiamo più nella pelle. Siamo tutti molto ansiosi.

Ci piacerà il brano che porta a Sanremo? Ci farà emozionare come quando lo sentivamo cantare da bambino?

Finalmente annunciano il suo brano:

“Davvero”, canta… Virginio!

Virginio Fanclub News: puntata #01 1

In silenzio ascoltiamo l’esibizione e ci rendiamo conto da subito che è una canzone straordinaria, una di quelle canzoni che non potremo dimenticare.

Ancora oggi, a distanza di più di 10 anni “Davvero”, che non abbiamo paura di ritenere una delle canzoni più belle della musica italiana, è uno dei brani che non può assolutamente mancare quando andiamo ai concerti di Virginio.

Ed è proprio con “Davvero” che ufficialmente nasce questo fanclub. Si, perché da quel momento molti altri fan si sono uniti e oggi siamo diventati una grande famiglia, la “famiglia virginauta”, termine con cui ci chiama Virginio, ad indicare il viaggio in cui lo accompagniamo e che compiamo tutti insieme.

Tante storie di amicizia sono nate da allora e tante canzoni hanno unito tutti noi sotto lo stesso cielo in tantissime parti d’Italia.

Cosa ci ha colpito del Virginio cantautore, oltre la sua sensibilità umana e artistica?

La voglia di “sperimentare”, di “contaminare”, se così possiamo dire, la sua musica, il suo gusto con altri generi musicali. La voglia di confrontarsi e di collaborare con altri artisti, nazionali e internazionali, per crescere, per produrre quell’arte mai fine a sé stessa, ma che, oltre che espressione interiore, diventa un ponte tra persone diverse e riesce a essere un linguaggio senza tempo, senza territori e senza confini.

Una musica che parla a tutti.

Il nuovo singolo di Eman, “Icaro”, ha esordito al secondo posto della classifica Viral 50 Italia di Spotify. Il brano anticipa l’uscita del nuovo album di Eman, di prossima pubblicazione.

"Icaro" di Eman, il viaggio è appena iniziato
Eman. Foto: © Henrik Hansson

Eman (Emanuele Aceto) ha scritto e composto il brano, raccontando di un moderno Icaro che trova nuova forza nella caduta. Una bella storia o meglio una lezione di vita, che affonda le radici nella sempre attuale mitologia greca.

Eman ha iniziato appassionandosi al reggae e alla dancehall, e da lì in poi facendo tutti i passi della classica gavetta che lo hanno portato, nel 2016, a pubblicare il suo primo album ufficiale, “Amen”. A giudicare dalle canzoni che ha scritto e cantato finora, Eman non sembra interessato agli album di genere: “No, non mi interessa farli. Ho un’identità musicale che si percepisce in ogni disco, ma non seguo un genere. Anzi, diciamo che il “mio genere” è lasciarmi influenzare dalle sonorità più diverse. Applicare un’etichetta alla musica che si fa significa autolimitarsi”.

L’essenza di quanto fa Eman è quella del cantautorato perché, alla fine, Emanuele Aceto è un cantautore, “Scrivo canzoni che abbiano un senso per me”. “Icaro” trova la sua motivazione nel racconto dell’uomo “Che sfida i suoi limiti e a volte cade. Nella caduta io non ci vedo niente di male, anzi cadere ci insegna cosa siamo e cosa potremmo essere”. E comunque, continua Emanuele, “Nella musica si cade sempre perché hai delle aspettative. Quando ho firmato il contratto con Sony mi è stato chiesto “Adesso, cosa pensi?”. La risposta è stata che penso a fare quello che ho sempre fatto, come prima”.

"Icaro" di Eman, il viaggio è appena iniziato 1

In che modo il brano “Icaro” è rappresentativo del prossimo disco? “Rappresenta l’album perché c’è molta elettronica, con suoni grossi e grassi, con testi che parlano. Sarà un album movimentato, un’evoluzione nel mio percorso: niente reggae, aspettatevi altro. E sarà un concept, il soggetto è Icaro che sono io, tu o chiunque altro. Icaro è la vita”.

Eman presenterà in due anteprime live il nuovo album il 20 aprile al Largo Venue di Roma e il 27 aprile al Santeria Social Club di Milano.

Per chiudere, una curiosità: il nome Eman è un’abbreviazione di Emanuele, “Perché non volevo costruire un personaggio, non c’è differenza per me tra uomo e artista”. Eman, Amen, ma anche name. “Certo, tutto rimanda a tutto”, dice ridendo.

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