Ermal Meta e Fabrizio Moro, archiviato il rischio di esclusione dal Festival di Sanremo, si avviano alla finale in arrivo tra poche ore. E lo fanno da favoriti.

Ermal Meta e Fabrizio Moro hanno raccontato il loro brano, “Non mi avete fatto niente”, un inno alla vita anche quando viene travolta da fatti drammatici come gli attacchi terroristici a cui il testo fa riferimento. Al momento, sono indicati tra i favoriti alla vittoria finale del Festival di Sanremo.

Com’è nata la canzone?

Fabrizio Moro: Come abbiamo fatto? In questo modo: la frase finale, non ci avete fatto niente, mi ha riportato indietro nel tempo, a una cosa che già esisteva. La canzone, di cui ben sapete (quella che ha scatenato il caso con rischio di esclusione, poi superato, nda), si chiudeva con “non mi avete fatto neinte”, ma parlava di altro. Io, Ermal e Andrea (Febo, nda) ci siamo chiusi in studio e abbiamo scritto questo nuovo brano.

Meta: Tutto il processo di brainstorming sarà durato al massimo mezzora, in un rimbalzare di pensieri. Ogni cosa che ti accade ti dà qualcosa e, al tempo stesso, ti toglie qualcosa. Noi cantiamo non mi avete fatto niente ma in realtà qualcuno ha sofferto e una parte di quella sofferenza se la porterà con se per sempre. Però ogni volta che qualcosa entra di te qualcos’altro esce. Così fa la musica: le canzoni nascono perché non riesci a tenere dentro tutto.

Moro: Tutto questo è avvenuto senza nessuna difficoltà. In studio poi abbiamo registrato con un’istintività che non mi aspettavo.

Come si fa a far arrivare un messaggio importante come quello della vostra canzone?

FM: Noi non volevamo sottolineare un messaggio importante con un testo pesante, e già così il testo è denso. Una musica un po’ più “leggera” tra virgolette ha reso più fruibile il messaggio.

Come si può combattere la paura?

EM: La paura la proviamo tutti, per diversi motivi. È la paura della paura che ci frega molto spesso. Lo scorrere del tempo tende a edulcorare anche ciò che sembrava immenso, e quando questo qualcosa te lo metti alle spalle comincia ad affievolirsi. Con la nostra canzone vogliamo dire di affidarci di più al presente pensando al futuro. Il mondo si rialza col sorrido di un bambino: è questo.

FM: La musica può aiutare a trasformare l’odio in amore. Questo significa “non mi avete fatto niente”.

Andreste all’Eurovision?

FM: Ma noi andremmo ovunque a divulgare questo messaggio.

EM: E in italiano, non in inglese. Al massimo farei una traduzione in albanese. Iniziamo a esportare, invece di importare musica.

E dopo Sanremo?

FM: Il mio album “Parole rumori e anni” è una raccolta dei brani più rappresentativi del mio percorso, riarrangiati e rimasterizzati. Il tour è la parte più bella per noi: il 16 giugno a Roma, all’Olimpico tornerò a cantare dal vivo, e ho invitato Ermal con me sul palco.

EM: “Non abbiamo armi”  è il mio nuovo disco di inediti. L’appuntamento live è fissato per il 28 aprile al Forum di Milano, e ci sarà anche Fabrizio. Non vedo l’ora.

Ermal Meta e Fabrizio Moro, una coppia artistica con altri progetti in cantiere?

EM: Le nostre strade si incroceranno ancora perché abbiamo voglia di scrivere insieme.

Enrico Nigiotti, ospite con i The Kolors – e insieme a Tullio De Piscopo – al Festival, ci racconta il suo Sanremo. Quello passato (ve lo ricordate?), quello che non c’è stato, e la presenza da ospite in questa edizione.

Dicono di Sanremo: Enrico Nigiotti, ospite con i The KolorsEnrico Nigiotti, finalista di X Factor 11, torna al Festival di Sanremo. Lo farà esibendosi con  i The Kolors, in gara nella sezione Big con il brano “Frida (mai, mai, mai)” stasera, venerdì 9 febbraio.

“Sono molto felice dell’invito dei The Kolors perché sono una band con un sound preciso e il loro pezzo è veramente forte. Oltretutto avrò l’onore di suonare con il grande Tullio De Piscopo: da fan di Pino Daniele sarà un’esperienza ancora più unica”.

Enrico Nigiotti, ospite con i The Kolors: e gli altri Festival?

Enrico Nigiotti nel 2015 ha preso parte al Festival di Sanremo, tra i giovani, cantando “Qualcosa da decidere”, e “Nel 2016 ho provato a presentare un altro brano che però non è stato scelto, era “Cercando miracoli”. A me Sanremo piace, rappresenta un momento che consiglierei di vivere”.

Forte di queste passate esperienze, il Festival dovrebbe creare a Enrico Nigiotti poca ansia, e invece: “Ci penso, anche per stasera e anche se non sono  in gara. Il palco è lo stesso, la vetrina è importantissima. Ovviamente da ospite sono molto più tranquillo. La sera della gara nel 2015 l’ansia era forte”.

Eppure, Enrico ha fatto Amici e X Factor, dimestichezza con la tv ce l’ha: “Sì, ma quello di Sanremo è il palco più storico che esista in Italia per la musica. La vera carta da giocare per fare bene credo sia portare una canzone che sia nelle tue corde al 100%”.

Un lato complesso delle partecipazioni sanremesi? “A volte si concentrano troppi giudizi sulla performance. Il vero risultato, lo sappiamo, si vede quando le radio iniziano a trasmettere i brani: lì si trova il vero vincitore”.

Lapo Consortini, endorser per le chitarre Gibson, è a Sanremo per il suo ruolo di arrangiatore e musicista: si occupa dietro le quinte ma in maniera fondamentale di 6 tra gli artisti in gara. Cosa dice, da tecnico, del Festival?

 

Dicono di Sanremo: Lapo Consortini, musicista e arrangiatore
Lapo Consortini, con una chitarra Gibson N-225.

Lapo Consortini è un arrangiatore e chitarrista, endorser ufficiale delle chitarre Gibson: per lavoro, utilizza ogni tipo di modello Gibson che vi possa venire in mente, “Il suono di questo strumento è il mio suono”, anche se “Ogni chitarra esprime una sua personalità”.

Si trova in questi giorni al Festival di Sanremo dove si occupa di 6 artisti, 4 nei Campioni e 2 tra le Nuove Proposte; in 7 anni ha preso parte a 5 Festival, lavorando principalmente con Diego Calvetti, che è all’Ariston come direttore d’orchestra per Ermal Meta e Fabrizio Moro, Noemi, Lorenzo Baglioni e Ultimo).

La domanda è: qual è il ruolo di un arrangiatore in questa settimana festivaliera?

Dicono di Sanremo: Lapo Consortini

Dicono di Sanremo: Lapo Consortini, musicista e arrangiatore 1“Il nostro lavoro inizia ovviamente in studio, con la realizzazione di un disco, suoni e arrangi le canzoni. Poi, nel mio caso alcuni brani sono arrivati in gara al Festival e quindi sono stati riadattati per essere suonati dall’orchestra”.

Seguono le prove a Roma e a Sanremo: “Le prime prove si concentrano in 50 minuti, in cui bisogna far sì che un artista senta bene, che i musicisti (che sono superprofessionisti) leggano e abbiano chiaro il pezzo, e ci si coordina con il direttore dell’orchestra”.

Il ruolo dell’arrangiatore è quello di indicare qual è il suono da ottenere, “Perchè ogni spartito è interpretabile”. Poi si arriva all’Ariston e “Bisogna sentire come suona tutto l’insieme”. E quindi, l’arrangiatore – in questo caso Lapo – sta in sala durante la diretta del Festival, mentre un’ altra persona è in regia: tutto deve suonare come deve suonare, in pratica.

E l’agitazione che tutti provano a Sanremo? “Un po’ di agitazione c’è perchè è una settimana in cui raccogli quello che hai seminato nei mesi precedenti. Se lavori bene, getti le basi anche per il lavoro dell’anno che segue”.

Fabio Mercurio è al Festival di Sanremo come fashion stylist per Ermal Meta. Come si svolge il suo lavoro qui?

Dicono di Sanremo: Fabio Mercurio, fashion stylist
Fabio Mercurio al Festival di Sanremo.

Fabio Mercurio è un fashion stylist. Si fa in fretta a pensare “sceglie gli abiti”: in realtà lavora in strettissima sintonia con l’artista di cui si occupa per dare maggiore incisività al messaggio che si vuole comunicare. In questo caso, come per il Festival di Sanremo dell’anno scorso, l’artista in questione è Ermal Meta.

Quando è iniziato il tuo lavoro per il Festival, con Ermal?

Questo è il mio secondo Sanremo. Come l’anno scorso, c’è dietro un lavoro di più di due mesi: io scelgo i brand e seleziono le cose che mi sembrano più interessanti. Poi, quando abbiamo avuto la conferma delle selezione del brano per il Festival, abbiamo iniziato a correre. Praticamente, lo facciamo da metà dicembre.

Il ruolo dell’immagine è fondamentale…

Fa da cornice a quanto si canta.

Com’è la tua giornata qui a Sanremo?

Con Ermal ci vediamo al mattino e decidiamo i capi che indosserà durante la giornata. Entrambi siamo molto istintivi, andiamo “a sentimento”. Alla sera, poi, iniziamo a stabilire la giornata successiva. Cerchiamo di avere un look il più possibile personale, di differenziarci anche dagli altri. A me piace mescolare vari stili, ma ovviamente tutto viene discusso e scelto con Ermal.

Dicono di Sanremo: Fabio Mercurio, fashion stylist 2
Little Bug Robot Flowery di Roberto Lonoce.
Dicono di Sanremo: Fabio Mercurio, fashion stylist 3
Little Bug Robot Flowery di Roberto Lonoce.

 

 

 

 

 

 

 

 

La prima sera, elegante in un abito Tagliatore, indossava una spilla particolare.

Sì, è un insetto robot. La spilla è stata disegnata appositamente per Ermal da un designer bravissimo che si chiama Roberto Lonoce.

Il Festival di Sanremo è iniziato. Oltre a tutti i cantanti in gara, gira qui attorno un mondo di musicisti e autori, tra gli altri addetti del settore: come vivono il Festival?

Autori e musicisti cosa dicono del Festival di Sanremo? Sicuramente sono meno esposti degli interpreti, ma la loro presenza è essenziale. Come vivono queste giornate all’Ariston?

Roberto Casalino autore da classifica, cantautore con “Errori di felicità” 1
Roberto Casalino.

Uno degli autori di cui abbiamo recentemente parlato perché ha pubblicato il suo nuovo disco è Roberto Casalino, autore per moltissime voci della musica italiana. Roberto è uno degli autori di “L’essenziale”, canzone che ha vinto il Festival del 2013, interpretata da Marco Mengoni.

“Quella vittoria non me la sono goduta, dal giorno dopo ho iniziato a chiedermi: bene, e ora? Mi domandavo se sarei riuscito a fare di più, perché quello era un termine di paragone importante. Sentivo il peso di questa responsabilità, sapevo che sarei tornato a scrivere ma per due mesi non l’ho fatto”.

Quest’anno nel gruppone di autori e musicisti presenti al Festival Roberto Casalino non c’è: “Ci sono stato sei anni di fila come autore, non ci sono in questa edizione, per cui non ho scritto alcun brano. Penso che a volte sia necessario fermarsi e fare le cose quando hanno un senso. Ho lavorato per il disco di Emma, ad esempio, e ho scritto per altri”. E quindi, quest’anno “Sanremo me lo guardo in tranquillità con gli amici, mangiando una pizza. Niente frullatore emotivo stavolta, perché il Festival alla fine è questo: mi ci è voluto un mese ogni volta per riprendermi”, ride. “Il mio primo Sanremo è stato devastante, ero autore di Nina Zilli: appena tornato a casa ho avuto 40 di febbre per lo stress”.

Emozioni ed esperienze di autori e musicisti a Sanremo

Dicono di Sanremo: autori e musicisti, come vivono il Festival?
Il musicista Giulio Rosa tra una prova e l’altra all’Ariston.

Invece chi c’è e torna, per la seconda volta, è il musicista Giulio Rosa: ha suonato la tuba (insieme ad altri due fiati) in “Adesso”, canzone di Diodato e Roy Paci. Giulio era già stato a Sanremo tre anni fa con Biggio e Mandelli, con Roy Paci (che conosce e con cui collabora da anni) come direttore d’orchestra: “Sono contento che Roy mi abbia chiamato, è un onore ogni volta. È emozionante tornare qui. L’altra volta con Biggio e Mandelli rappresentavamo una parentesi allegra, questa volta portiamo un brano differente: con la tuba diamo suoni scuri alla canzone, creiamo atmosfera”.

Giulio Rosa definisce “Una famiglia il gruppo di persone con cui siamo qui. Diodato e Roy sono davanti, è chiaro, ma sento anche io la responsabilità di suonare con loro. Questa responsabilità non è altro che la “pietra” che porta sulla schiena ogni musicista che suoni dal vivo; la devi sollevare e respirare per rendere al massimo la canzone e amplificare le emozioni del testo. Poi pensi anche ai milioni di persone che seguono il Festival, e allora l’emozione si ingrandisce e rende Sanremo diverso dalle altre esibizioni… ma solo per questo aspetto”.

Tutti parlano di Sanremo. C’è anche chi fa analizzare i testi delle canzoni per trarne indicazioni. Noi? Noi chiediamo a una giornalista che ha fondato un book club cosa può esserci di “letterario” al Festival: lei è Zelda Was a Writer.

Dicono di Sanremo: Zelda Was a Writer
Zelda Was a Writer

Zelda Was a Writer – al secolo Camilla Ronzullo – è una giornalista appassionata di libri e letteratura, che ha iniziato la sua carriera nelle radio.

La passione per la scrittura l’ha portata a creare Zelda Was a Writer, un blog sui libri e sulla lettura che negli anni è diventato un punto di riferimento per molti lettori: il suo book club, il BookEaterClub in Galleria Rizzoli a Milano, aggrega molti appassionati delle belle parole. Zelda-Camila è anche autrice del romanzo “Farfalle in un lazzaretto”, ha un gatto che sui social è ormai molto più “influencer” di lei: si chiama Blu Piovasco di Rondò.

Con lei abbiamo scambiato due chiacchiere sul Festival di Sanremo in partenza.

Zelda Was a Writer dice di Sanremo 2018

Quanti Festival hai visto o seguito? E in generale che legame hai con Sanremo?

Ho con Sanremo un legame discontinuo ma di grande familiarità – come quello che hai con un parente vicino che ha un certo punto della tua vita ripudi ma che avrà sempre una collocazione certa nel tuo spazio vitale. Il primo Festival che ricordo è quello in cui vinse Eros Ramazzotti con “Adesso tu”. Era la metà degli anni ‘80 e io pendevo letteralmente dalle labbra di una mia cugina adolescente. Camminavamo nella sua zona mano nella mano: lei guardava i ragazzi e canticchiava quella canzone di continuo, io avevo occhi solo per lei e la emulavo senza vergogna. Fu grazie a lei che conobbi anche i Duran Duran e gli Wham. Ricordo ancora i quadretti a specchio di queste due band appesi nella sua cambretta. Ma questa è un’altra storia…

Sei una persona da gruppo d’ascolto? 

Adoro i gruppi d’ascolto! Mi piacciono talmente tanto che parteciperei anche a gruppi improbabili, in cui la mia competenza fosse ridotta ai minimi sindacali. In passato ne organizzai uno a casa mia ma, sulla scorta dell’entusiasmo, invitai troppa gente per la capienza effettiva del salotto… Fu scomodo ma divertente. Quest’anno non ho impegni e mi dichiaro disponibile a inviti dell’ultimo minuto!

Cosa speri che ti lascino le canzoni in gara a Sanremo 2018?

Spero che ci lascino un melodia “madeleine”: un motivo anche semplice ma che, ascoltato tra qualche anno, sia in grado di regalare il sentimento di questo presente – i suoi tentativi, le gioie più sfumate e sì, anche qualche malinconia.

Sanremo e i libri, ci avete mai pensato?

Un gioco più che una domanda: da appassionata di libri ed esperta di scrittura, hai mai pensato a quale libro potrebbe essere abbinato al Festival di Sanremo perché molto musicale? Tolti i libri di genere musicale, se no sarebbe troppo facile!

Ci sono un sacco di libri italiani in cui potrebbe tranquillamente comparire una canzone del Festival o che potrebbero essere abbinati alla manifestazione. Più che alla loro musicalità formale, penso alle storie di cui sono portatori. Sanremo è sempre stato lo specchio di una realtà patria semplice e ludica ma anche teatro di momenti duri (pensa, per esempio, alla morte di Tenco), fornendo qualche buono spunto per riflettere. Il Festival ha iniziato la sua storia nel 1951, quattro anni prima nasceva il Premio Strega… Sarebbe bello provare ad abbinare i reciproci vincitori per capire se presentano una qualche affinità! Si dice che si scriva sempre la stessa storia e che, nelle differenze, questa accomuni noi tutti, donne e uomini piccoli e fragili, abitati da passioni enormi e fagocitanti, pure parecchio musicali. Le canzoni raccontano.

Proviamo davvero a giocare con qualche titolo?

Non escludo che qualcuno dei brani passati per il Festival abbia tenuto compagnia alla Mara de “La ragazza di Bube” o sia arrivato con i turisti che approdavano nella Procida de “L’Isola di Arturo”. Qualche melodia potrebbe avere accolto il Luciano de “La vita agra” nella grigia Milano del miracolo economico o accompagnato l’ossessione di Antonio per Laide in “Un amore”. Tutto è possibile quando c’è di mezzo una storia!

Per chi fai il tifo quest’anno? A scatola chiusa, prima ancora di aver sentito le canzoni in gara.

Per ora sulla fiducia, poi si vedrà, tifo per due gruppi: i Decibel (qualche mese fa una mia cara amica mi ha regalato un biglietto per assistere al loro concerto milanese: è stata un’esperienza incredibilmente energica e galvanizzante) ed Elio e le Storie Tese: ricordo ancora la sorpresa di quando, alle medie, mi ritrovai ad ascoltare la cassetta di un loro concerto che girava di mano in mano per la scuola. Allora – come oggi – pensai fossero dei fottuti geni.

Eva a X Factor era nella squadra di Manuel Agnelli. La ritroviamo al Festival, dove ha superato le selezioni di Sarà Sanremo. Ecco come affronta l’Ariston.

Sanremo 2018: Eva, in gara per vincere e soprattutto convincere
Eva. Foto: © Andrea Mododorico Ghigliazza.

Eva e la sua caratteristica voce calda sono arrivate al Festival di Sanremo. Dopo la gavetta e X Factor, Ev06a conquistato la stima di nomi eccellenti della musica come Manuel Agnelli (suo padre artistico), Giuliano Sangiorgi (autore del suo primo brano inedito pubblicato, “Voglio andare fino in fondo”) e Carmen Consoli (che l’ha scelta per l’apertura di alcuni suoi concerti).

Al Festival Eva ha presentato “Cosa ti salverà,  un brano che “Ho scelto immediatamente, mi è entrato subito dentro. Il testo, di Antonio Di Martino, è molto bello. Se canti un brano scritto da un’altra persona devi stare attento a quello che vuoi dire. Mi sono molto riconosciuta, mi piace molto il messaggio che ci invita a riflettere su di noi e sulla felicità. Alla fine niente ci salva se prima non prendiamo coscienza noi”.

Eva di Sanremo 2018 dice che…

Il Festival di Sanremo è sia un punto di partenza sia di arrivo. Per te in questo momento è più l’uno o più l’altro?

Io sono super emozionata. Sono tre settimane che non dormo, fa strano dire che sono a Sanremo. Non sto realizzando bene, per me è un sogno che si realizza. È il massimo per una cantautrice italiana. Vediamo se il Festival mi darà la giusta partenza… Come tutti punto alla vittoria, se no me ne sarei rimasta a casa, ma quello che mi interessa davvero è sapere di aver dato il massimo.

Quanto incide al Festival il contesto mediatico e televisivo sulla canzone?

Non so se al Festival l’aspetto mediatico possa distrarre, spero che il messaggio del mio brano arrivi alle persone e credo che possa farlo perché è un messaggio limpido. Però non lo so come sarà quel palco, è la prima volta per me, la vivrò e vedrò come andrà.

Sanremo tende ancora a fare rima con cuore-amore, cioè è legato come da tradizione ai sentimenti, oppure c’è sempre più aria nuova all’Ariston?

Con un arrangiamento orchestrale qualsiasi brano acquista un sapore differente. La mia canzone si presta molto a essere suonata con l’orchestra, diventa super emozionante. Sento gli archi e mi emoziono, devo dire la verità. Diventa molto più da Festival, vestita così. Quindi forse l’occasione preziosa di essere accompagnati dall’orchestra rende i brani sanremesi.

Forte del successo di “L’amore è”, il cantautore toscano Enrico Nigiotti è al lavoro su un nuovo disco. Intanto venerdì sera sarà a Sanremo per accompagnare i The Kolors insieme a Tullio De Piscopo.

"L'amore è" di Enrico Nigiotti. L'intervistaLa chiacchierata con Enrico Nigiotti inizia con un caffè e con la sua chitarra appoggiata sul tavolo. Una casualità ci porta a parlare di Cesare Cremonini, “Lo stimo molto da sempre. Trovo sia bravissimo e si è evoluto costantemente”. Scopro così che “Poetica” è un brano che Enrico ascolta molto ultimamente: “L’ho scoperto dopo essere uscito da X Factor, là non potevamo ascoltare la radio. Sto recuperando un po’ con gli ascolti”.

Ma veniamo a noi. È giusto dire che “L’amore è” di Enrico Nigiotti non solo è stato il singolo finalista di X Factor ma ha anche conquistato il disco di platino e ha confermato il talento del cantautore livornese (aveva preso parte ad Amici e ha partecipato al Festival di Sanremo tra i Giovani nel 2015). “È una canzone nata in 15 minuti, di getto. Ha una struttura lineare, forse anche questo la rende accessibile a chi la ascolta. E poi tratta un tema universale come l’amore: prima o poi tutti viviamo le stesse situazioni, compatibilmente con l’età che abbiamo. È impossibile non esserci passati o passarci in futuro”.

E sui risultati gratificanti di “L’amore è” confessa che non se li aspettava, perché “È una canzone dal sapore classico che ho cercato di rendere attuale, ma non segue i canoni di quello che oggi va per la maggiore. Sono fiero dei numeri fatti anche su Spotify, che non sono da cantautore: di solito quel numero di ascolti oggi li fa la trap”.

Insomma, quel “credimi, credimi, credimi sempre” è diventato un tormentone, tanto “Che ne ho viste diverse parodie su internet, e fanno molto ridere. Credo che sia un gancio che ha funzionato. Quando scrivi una canzone non sai se sarà un successo, è il pubblico che lo decreta. Se esistesse la ricetta per la hit la sfrutteremmo tutti”.

Enrico Nigiottti sta lavorando sul suo nuovo album, di cui per ora non anticipa molto se non che “La verità come sempre è alla base delle canzoni che scrivo. È pronto un nuovo singolo che è un po’ il seguito di “L’amore è”, però è tutta un’altra cosa”. Va bene, per capire non ci resta che aspettare e ascoltare.

Enrico Nigiotti: guarda il video di “L’amore è”:

 

Dicono di Sanremo: Roberto Bolle può dire la sua sul Festival di Sanremo, visto che ne è stato ospite acclamato ed elegante nel 2016. Ve lo ricordate?

Dicono di Saremo: Roberto Bolle
Roberto Bolle a Sanremo 2016. Foto: © Marco Piraccini

Roberto Bolle nel 2016 è stato ospite al Festival di Sanremo. E che ospite. Ha infatti presentato una coreografia ideata per un celebre brano dei Queen, “We will rock you”, con cui ha aperto la serata finale del Festival.

Proprio allora a Roberto Bolle e alla Rai è nata l’idea di portare la danza classica in prima serata in tv, come poi è stato con “La mia danza libera” e, recentemente, con “Danza con me”.

Uno degli intenti di Bolle, da sempre dichiarato, è infatti quello di far capire a chi non si è mai avvicinato alla danza che non è un’arte per pochi, ma che sa emozionare in maniera intima ognuno di noi, con il gesto e l’espressività.

Tanto è vero che a Sanremo Bolle non ha portato un brano di repertorio classico ma gli immortali Queen di Freddie Mercury, ballando sulle note di una canzone molto popolare: il risultato è stato un trionfo.

Dicono di Sanremo: Roberto Bolle e le emozioni del Festival 2016

Dicono di Sanremo: Roberto Bolle
Roberto Bolle a Sanremo 2016. Foto: © Marco Piraccini

Proprio in occasione della presentazione della serata-evento “Danza con me”,  andata in onda a inizio anno, Roberto Bolle ha ricordato la sua esperienza sanremese.

“Sanremo sa emozionare in maniera particolare, ti carica di adrenalina e incute timore”, ha detto lui che è abituato a calcare i palchi più importanti del mondo.

“Tutti dietro le quinte sono stra agitati e creano frenesia, non credo che ci possa essere persona che sia stata nel backstage dell’Ariston che mi possa smentire. Erano tutti impanicati e hanno contagiato anche me (ride, nda), l’unico tranquillo era Carlo Conti. Quell’ambiente ti mette una grande ansia, è un palco molto importante dal punto di vista mediatico. La mia esperienza al Festival è stata molto positiva: quello che fai lì lo ricordano tutti”.

Annalisa torna in gara al Festival di Saremo con il brano “Il mondo prima di te”. Il 16 febbraio verrà pubblicato il suo nuovo album, “Bye bye”.

Sanremo 2018: Annalisa, "Il mondo prima di te" al FestivalAnnalisa Scarrone torna a Sanremo. Sarà la sua quarta volta, e canterà il brano “Il mondo prima di te”, che ha scritto con Davide Simonetta e Alessandro Raina.

Interprete raffinata, impegnata come tutor ad Amici (il talent che l’ha lanciata) Annalisa arriva a Sanremo spinta da “Direzione la vita”, canzone di lancio del nuovo album che ha debuttato al primo posto della classifica di iTunes e ha raggiunto la certificazione oro per le vendite. “Direzione la vita” e “Il mondo prima di te” fanno parte del nuovo album di Annalisa, “Bye bye”, in arrivo il 16 febbraio.

Annalisa spiega che “Il mondo prima di te” è stata “La canzone che più di tutte quelle che stavo scrivendo mi ha fatto capire che ero diversa. Ho fatto un percorso umano che mi ha fatto cambiare, ma non me ne accorgevo: sono state le canzoni che ho scritto a farmelo capire”.

Annalisa ci racconta il suo Sanremo

Il Festival di Sanremo è sia un punto di partenza sia di arrivo. Per te in questo momento è più l’uno o più l’altro?

Sanremo è il valore aggiunto di un percorso, un’opportunità grande per la musica di andare il più lontano possibile.

Quanto incide al Festival il contesto mediatico e televisivo sulla canzone?

Il fatto che le persone si riuniscano in casa e si mettano davanti alla tv è uno dei motivi per cui si va a Sanremo. Ci sono elementi che possono aiutare a far arrivare la canzone o che al contrario distraggono, ad esempio penso al vestito che si indossa; se però quadra tutto, allora è bellissimo.

Sanremo 2018: Annalisa, "Il mondo prima di te" al Festival 1
Annalisa sulla copertina dell’album “Bye bye”

Chi è la persona che ti ha supportato (e sopportato, magari!) in tutto il percorso verso Sanremo? E chi sarà con te al Festival?

Sono fortunata: le persone con cui lavoro mi danno tanta sicurezza.

Sanremo tende ancora a fare rima con cuore-amore, cioè è legato come da tradizione ai sentimenti, oppure c’è sempre più aria nuova all’Ariston?

Per quanto mi riguarda, ho deciso che “Il mondo prima di te” era la canzone giusta per i suoi contenuti, ho fatto una scelta congruente con quella che sono e spero che si veda. Questa canzone mi rappresenta e può farlo bene su quel palco. Questo è più importante. Sono felice andare a Sanremo con questo brano.

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