Mannarino: “L’imperò crollerà”, il nuovo concept tour
A marzo Mannarino inizierà il suo nuovo concept tour, “L’impero crollerà”. Si tratta di uno spazio live di sperimentazione, in cui Mannarino crea una dimensione più intima con il pubblico.
Mannarino, dopo l’uscita del suo primo album dal vivo “Apriti cielo live” nato sulla scia di un tour da oltre 100 mila presenze, dal 23 marzo ritornerà a esibirsi dal vivo con “L’impreo crollerà”, un nuovo concept tour.
“Qualunque sia il tuo Impero, ovunque si trovi, qualsiasi nome abbia, ci deve essere da qualche parte un suono che lo farà crollare”
Con l’ultimo album di inediti “Apriti cielo”, Mannarino ha conquistato un pubblico sempre più ampio: i numeri dicono che l’album è stato certificato disco d’oro e ha superato i 15 milioni di streaming su Spotify. In più, Alessandro Mannarino ha vinto la Targa Faber (già Premio alla Carriera) al Premio Fabrizio De Andrè, prestigioso riconoscimento che gli è stato consegnato il 25 novembre al Teatro Italia di Gallipoli.
Mannarino, ora, si ritaglia uno spazio live di sperimentazione. “L’impero crollerà” è proprio questo, una tappa nell’evoluzione di Mannarino che segna una dimensione “più intima” con il pubblico.
La parola “impero” è presente in varie canzoni di Mannarino. È un simbolo, una metafora, un luogo immaginario e distopico che fa da sfondo a molte delle sue storie. Con questo tour sarà come entrare dentro a questo impero, e sentirne i suoni e le voci.
“L’impero crollerà”, le date:
23 marzo Fermo (Teatro dell’Aquila), 26 marzo Firenze (Teatro Verdi), 29 marzo Padova (Gran Teatro Geox), 30 marzo Genova (Teatro Carlo Felice) 31 marzo Parma (Teatro Regio), 5 aprile Milano (Teatro degli Arcimboldi), 8 aprile Roma (Auditorium Parco della Musica – Sala Santa Cecilia), 10 aprile Bari (TeatroTeam), 12 aprile Catania (Teatro Metropolitan), 16 aprile Napoli (Teatro Augusteo), 24 aprile Bologna (Teatro EuropAuditorium), 27 aprile Brescia (Gran Teatro Morato), 28 aprile Torino (Auditorium Giovanni Agnelli), 2 maggio Trieste (Politeama Rossetti).
È “Happy Christmas” con Giuliano Palma. L’intervista, fatta in tram
Un Natale a base di ska? Eccolo servito da Giuliano Palma con il suo album “Happy Christmas”. Un Natale anche molto milanese, visto che l’intervista è stata fatta in tram in centro città
Qualcuno si è affacciato alla porta, chiedendo di salire. Qualcun altro rideva vedendo Giuliano Palma seduto su un trono rosso e oro, circondato da palloncini con la scritta “Happy Christmas”, con le canzoni che inondavano l’aria.
L’intervista per la presentazione di quello che è il disco di Natale finora più divertente del 2017, “Happy Christmas” appunto, è stata fatta in tram, passando per il centro di Milano tra occhi curiosi.
Giuliano Palma ha provato a esorcizzare una sorta di malinconia che lo coglie con l’avvicinarsi delle feste: «Il Natale da bambino mi piaceva, poi crescendo mi ha attanagliato un certo senso di mestizia. Per fortuna, ho avuto spesso occasione di suonare il 24 o il 26 dicembre: questo mi ha permesso di evitare pranzi e cene».
Con le canzoni di “Happy Christmas” ci si diverte, e Giuliano Palma non rinuncia ai suoi tratti musicali distintivi regalando ai grandi classici delle feste quel sapore ska che lo contraddistingue da sempre: sembra di essere sotto un albero di Natale in un’isola Caraibica, mentre si sorseggia un painkiller.
Certo, ritrovarlo nei panni di novella Mariah Carey intonando “All I want for Christmas is you” è stato sorprendente: «Perchè?», domanda Giuliano. «Ha un sapore affine ai miei gusti. Questa è una canzone famosissima, che fa Natale, un brano che sa di Motown fatto negli anni ’90 quando quel genere non era più in voga, cantato da una delle voci più belle di sempre».
I brani scelti da Giuliano Palma sono «I grandi classici nonchè i miei brani preferiti, quelli con cui ho voluto omaggiare a modo mio il Natale: balliamo, divertiamoci, viviamolo con allegria». È così che in “Happy Christmas” troviamo “Jingle bell rock”, “Let it snow” e anche “White Christmas” e “Blue Christmas”.
Palma spera anche di riuscire a cantarle su un palco, queste sue canzoni natalizie rivisitate, «Cosa che ovviamente dovrò sapere nei prossimi giorni per organizzare dei live prima del 25 dicembre. Perchè, davvero, mi sono sorpreso a divertirmi mettendo mano a queste canzoni e dandome una mia interpretazione: sarebbe bello proporle dal vivo».
Mentre il tram sferragglia, Giuliano Palma conclude: «Per Natale, da appassionato d’auto vorrei un’Aston Martin usata. Per tutti, augurerei una maggiore serenità: il periodo che stiamo vivendo ne ha bisogno».
Gianna Nannini Fenomenale Il Tour, sold out e raddoppio della data di Milano
Gianna Nannini con Fenomenale Il Tour raddoppia la data di Milano con un nuovo concerto per il 13 aprile 2018. Il live milanese del 4 dicembre e quello di Firenze del 6 dicembre sono sold out
Gianna NanniniFenomenale Il Tour non delude le aspettative. Sono due le date andate esaurite, quella di Milano del prossimo 4 dicembre e quella di Firenze, del 6. A Milano è stata prontamente fissato un nuovo concerto, il 13 aprile 2018.
Un esordio lusinghiero per le prevendite di un tour che porta un nome importante a cui tenere fede, quello di “Fenomenale”, come l’ultimo album della rocker senese. A proposito, con questo fanno 18 dischi di inediti.
A proposito, l’avete vista ieri sera? Gianna è stata ospite di Fabio Fazio su Rai Uno a “Che tempo che fa” e ha mantenuto fede allo slogan che accompagna Fenomenale Il Tour, che recita “Inondiamo il mondo di colori. Inondiamo il mondo di canzoni”.
Riepilogando, questo il calendario degli impegni di Gianna Nannini su una serie di palchi italiani e tedeschi (è amatissima in Germania):
Gianna Nannini Live
Rimini – 30 novembre (RDS Stadium) anteprima
Roma – 2 dicembre (Palalottomatica)
Milano – 4 dicembre (Mediolanum Forum Assago) SOLD OUT
Firenze – 6 dicembre (Nelson Mandela Forum) SOLD OUT
Firenze – 7 dicembre (Nelson Mandela Forum)
Kempten – 9 marzo (Bigbox Allgau)
Frankfurt – 10 marzo 2018 (Aof)
Hamburg – 13 marzo 2018 (Laeiszhalle)
Berlin – 14 marzo 2018 (Friedrichsstadtpalast)
Düsseldorf – 15 marzo 2018 (Mitsubishi Electric Halle)
Ludwigsburg – 17 marzo 2018 (Mhp Arena)
München – 18 marzo 2018 (Philarmonie)
Gianna Nannini Fenomenale Il Tour
Bologna – 29 marzo 2018 (Unipol Arena)
Genova – 3 aprile 2018 (RDS Stadium)
Montichiari – 4 aprile 2018 (Pala George)
Conegliano (TV) – 6 aprile 2018 (Zoppas Arena)
Padova – 7 aprile 2018 (Kioene Arena)
Milano – 13 aprile 2018 (Mediolanum Forum Assago) NUOVA DATA
Torino – 14 aprile 2018 (Pala Alpitour)
Bari – 18 aprile 2018 (Pala Florio)
Eboli (SA) – 19 aprile 2018 (Pala Sele)
Acireale (CT) – 21 aprile 2018 (Pal’Art Hotel)
Milano Music Week, intervista a Matthew Lee il pianista che suona (anche) i cellulari
Samsung District Live propone tre concerti inseriti nel calendario ufficiale di Milano Music Week, introdotti da una performance del pianista Matthew Lee. Che suona anche i cellulari
Samsung District è Live: gli spazi del quartier generale Samsung a Milano – la Smart Home e la Smart Arena di via Mike Bongiorno 9 – diventano un palcoscenico in occasione della prima Milano Music Week, con un programma di tre live sotto la direzione creativa di Fiamma Sanò e la direzione musicale di Davide Ferrario.
Boosta (24 novembre), Lodovica Comello (25 novembre) e Rocco Tanica (26 novembre) saranno i protagonisti dei concerti, tre progetti portati in scena per la prima volta, che condividono lo strumento protagonista al centro del palco: il pianoforte. Alle 20 una conversazione con l’artista protagonista della serata – condotta dalla giornalista Fiamma Sanò – introdurrà il successivo concerto delle 20.30.
Boosta (Davide Di Leo), tastierista e co-fondatore dei Subsonica, venerdì sera inaugurerà il Samsung District Live nella Smart Home con un “Concerto per pianoforte preparato e pensieri”: il piano che userà è stato preparato e modificato per mettersi al servizio della poetica di Boosta. Il pubblico potrà interagire tramite gli strumenti di comunicazione digitale che tutti usiamo, cioè email, app di messaggistica, social network, rispondendo alla domanda: “Cos’è la musica per te?”.
Lodovica Comello sabato sera proporrà il suo omaggio alla musica pop, proponendo il suo repertorio di interprete e alcune cover di brani che hanno fatto la storia della musica. Una serata per piano, voce e violino: a suonare entrambi gli strumenti è Andrea Di Cesare, compagno di viaggio di Lodovica attraverso il mondo della musica pop.
Rocco Tanica, tastierista di Elio e le Storie Tese, torna a suonare dal vivo dopo quattro anni di assenza dal palcoscenico. Per la prima volta si esibisce in un concerto di piano solo con un progetto inedito rigorosamente “A sorpresa”. Nella Smart Arena del Samsung Disctrict Live, domenica sera, racconterà come la tecnologia digitale, unita all’esibizione dal vivo, al pianoforte, sia in grado di creare una nuova magia nella musica.
Le tre serate sono a ingresso gratuito, basta registrarsi sull’app Samsung Members, disponibile in download su Play Store Android. Chi si registrerà, tra l’altro, avrà la possibilità di vincere il meet & greet con l’artista della serata.
Le serate di Samsung District Live inizieranno alle 19 con il pianista Matthew Lee (il suo vero nome è Matteo Orizi), virtuoso del rock’n’roll. Ve lo ricordate vincitore tra i giovani al Coca Cola Summer Festival del 2015, oppure in una delle sue esibizioni ospite all’Edicola Fiore da Fiorello o da Gigi Proietti nel suo programma “Cavalli di battaglia” su RaiUno?
La performance di Matthew Lee è stata concepita insieme con Samsung, ed è un “Concerto per pianoforte e Galaxy Note8”. «Ho iniziato come pianista classico, ma ben presto sono diventato un “rock’n’rollista”», spiega il vulcanico Matthew.
«Avrò con me un Samsung Galaxy Note8 e un Samsung Galaxy Book, che hanno un programmino fantastico, Soundcamp. Praticamente puoi usare diversi strumenti e basi preregistrate e suonarci sopra: sarà come avere sul palco la mia band, mentre invece in realtà sarà uno show piano e voce. Avrò anche la possibilità di aprire un minipianoforte che userò con una mano, mentre con l’altra suonerò il mio piano». In poche parole, «Aggiungerò dei colori alla musica con il resto dei supporti che avrò lì a disposizione».
In effetti, come conferma Matthew Lee, «Nel 2017 noi musicisti siamo così, “drogati” di applicazioni, ed è una figata usarle. Io sono uno sperimentatore da sempre, nei miei dischi ho sempre usato strumentazioni particolari e plug-in. Uso cellulari e tablet quotidianamente: sono sempre in tour, facendo 100 date in un anno passo tantissimo tempo in hotel per cui li uso per fissare le idee. Vado avanti così, a note sul telefonino: la mia musica ha radici che partono dagli anni ’50, ma io sono figlio dei miei tempi».
Per quanto riguarda i tre concerti al Samsung District Live, Matthew Lee proporrà brani tratti dai suoi dischi e canzoni della tradizione del rock’n’roll. «So cosa farò ma pur seguendo un canovaccio e una scaletta andrò un po’ a braccio, come cerco di fare sempre».
I prossimi appuntamenti con Matthew Lee sono alcune date live, la partecipazione al capodanno di RaiUno il 31 dicembre, la pubblicazione del nuovo disco in gennaio e un nuovo tour teatrale che lo impegnerà almeno fino all’estate.
Intervista a Cesare Cremonini: “Possibili scenari” e l’ebbrezza del coraggio
Anticipato da “Poetica”, “Possibili scenari”è il nuovo album di Cesare Cremonini, un disco di pop ricco e libero che Cesare ci ha raccontato così.
Cesare Cremonini e il pop, una storia lunga ormai 18 anni. Il suo nuovo disco, “Possibili scenari”, arriva nei negozi domani, 24 novembre.
È un disco musicalmente ricco, che abbraccia la disco music, il rock venato di psichedelia, la dolcezza delle ballate, l’apertura delle grandi melodie, la tradizione musicale degli anni ’60.
«Questo è un progetto speciale dal punto di vista artistico, professionale e umano. Ho lavorato due anni in maniera incessante con l’intento di alzare l’asticella. È una regola di vita quella di cercare di migliorarmi, con il preziosissimo contributo del mio produttore Walter Mameli: ha difeso questo disco in primis da me, perché nell’insicurezza di riempire il vuoto l’àncora di salvezza spesso è l’ultimo successo che hai fatto. Però il mio percorso è fatto sempre di stazioni diverse».
La nuova “stazione” vede spiccare sulla copertina blu solo il cognome di Cesare: «Cremonini, non per fare come Bond, James Bond», scherza. «Usare il solo cognome dà autorevolezza. Mi piace moltissimo quando i fan mi chiamano Cesare, ma ho pensato fosse giusto usare il mio cognome per prendermi la responsabilità delle canzoni che ho fatto».
A proposito di “Possibili scenari”, «Avevo voglia di essere molto sincero e onesto rispetto a quello che per me è la musica. Empatia è una parola chiave di questo disco e della società in cui viviamo: dobbiamo ricercare l’umanità».
La scelta di “Poetica” come primo singolo non è stata scontata, perché non risponde a certi canoni radiofonici: «Dura 4 minuti e 52, eppure è stato accolto bene dalle radio: che questo potesse accadere l’ho scoperto lanciandomi. Ho provato l’ebbrezza del coraggio, ed è una cosa che consiglio a tutte le persone che fanno il mio lavoro. Con “Poetica” e con questo disco l’asticella si è alzata e il pubblico mi ha ripagato con la fiducia, la stessa che ho avuto dalla mia casa discografica».
Da pochissimo è stato pubblicato anche il video di “Poetica”, «Incentrato sulla mia figura, che è quella di un cantante. Nei miei clip ho sempre interpretato un personaggio, mai un cantante. Forse la mia era una piccola fuga. “Poetica” mi ha chiesto di non essere codardo».
Cesare Cremonini a giugno per la prima volta sarà live negli stadi: nella prima settimana di apertura delle prevendite ha superato i 60 mila biglietti venduti. «Per me è un sogno che si avvera. Sarà splendido cantare a San Siro “Poetica”, con quell’abbracciami ripetuto in coro, e sarà particolarmente emozionante cantare al Dall’Ara di Bologna (la sua città, nda) con mio padre, che a 94 anni mi vedrà cantare in uno stadio».
I dettagli del tour ancora non ci sono, ma Cremonini sa cosa non saranno questi concerti: «Né la mia festa né una celebrazione personale, voglio entrare negli stadi da musicista e da performer. Per me lo stadio è sinonimo di grandi concerti e di bella musica: il pop questo può permetterselo».
Il calendario del tour Stadi 2018 di Cesare Cremonini:
15/6 Lignano, Stadio Teghil
20/6 Milano, Stadio San Siro
23/6 Roma, Stadio Olimpico
26/6 Bologna, Stadio Dall’Ara
Fenty x Stance by Rihanna, la capsule collection dedicata al Natale
Rihanna e Stance annunciano la nuova collezione della linea Fenty x Stance by Rihanna: calze di vari modelli e colori per le feste in arrivo
Rihanna la superstar, l’imprenditrice, la designer è tornata. Insieme a Stance ha annunciato la nuova collezione della linea Fenty x Stance by Rihanna per Holiday 17.
Si tratta di un rinnovo della collaborazione che ha portato alla collezione numero nove realizzata da Rihanna in qualità di direttore creativo, designer e membro della crew Punk & Poet.
La nuova collezione di calze Fenty x Stance by Rihanna profuma di Natale, candele e pan di zenzero: in altre parole, è dedicata alle feste che stanno per arrivare. I colori scelti, infatti, sono rossi natalizi, classici neri, bordeaux eleganti.
Della collezione fanno parte diversi modelli: Anklet Roll Cuff è una calza che arriva alla caviglia declinata in burgundy, navy e crema con logo Fenty.
Sono due le proposte di calze autoreggenti con i modelli Pure Platinum e Fure Fatale: il primo è scintillante e propone le tipiche righe di ispirazione sportiva, il secondo invece è stato realizzato in nero o in rosso ed è dichiaratamente ispirato alle calze sportive, ma aggiunge un tocco iperfemminile di ecopelliccia bianca che va a sostiture le righe.
L’ultimo modello della collezione Fenty x Stance by Rihanna è Thottie or Nice ed è il più spiritoso di tutti. Prende ispirazione come tutti gli altri modelli dallo sportswear ma raffigura Rihanna in forma di illustrazione stilizzata, ribattezzata Rhenna dalle fan da cui è stata realizzata. Rhenna tiene in mano un molto festivo bicchiere di vino, pronta per un brindisi. Il modello è stato realizzato anche nei colori crema e vino, senza alcuna immagine.
La collezione Fenty x Stance Socks by Rihanna è in vendita già da alcuni giorni presso i rivenditori autorizzati e su Blakshop.
Francesco Gabbani, “Magellano Special Edition” chiude un anno di successi. L’intervista
È tempo di un disco live per Francesco Gabbani, “Magellano Special Edition”, doppio cd con l’album originale e un secondo cd registrato dal vivo che racconta l’energia dell’ultimo tour
Più di 140.000 persone hanno applaudito Francesco Gabbani nel suo tour che ha girato l’Italia con 44 date quasi tutte sold out. È stata una conseguenza quasi logica pensare a un disco live, che Gabbani pubblica come “Magellano Special Edition”.
Dentro troviamo il disco originale di “Magellano” accompagnato da un secondo cd live, intitolato “Sudore, fiato, cuore”, gli ingredienti che Francesco ha messo in ogni data del suo tour e che «Ripetono una frase del testo di “Magellano”. Nello specifico, le registrazioni sono state fatte durante le date di Pescara, Torino e Sanremo, e hanno una carica emotiva pazzesca. Abbiamo registrato tutto a priori, poi ci siamo resi conto che in questi tre concerti c’era un’energia particolare che veniva fuori. Abbiamo pensato che potessero trasmettere bene il sapore che c’è nei miei live, facendolo assaporare a chi non è venuto a vedermi dal vivo o facendolo rivivere a chi c’è stato».
Il concerto di Sanremo, in particolare, «Per ovvie ragioni è stato per me molto emozionante. Tutto è partito da lì. Cito anche Carlo Conti, nel cd si sente. Ero emozionato, è stata una serata strepitosa. Considerate che l’ultima volta avevo visto il teatro Ariston da quella prospettiva quando avevo in mano il premio del Festival». A proposito, nel 2018 niente Sanremo: «Riscoprirò cosa si fa in febbraio fuori dall’Ariston», scherza Gabbani.
Venerdì 24 novembre, intanto, arriverà nelle radio il nuovo singolo “La mia versione dei ricordi”, accompagnato da un video «Molto speciale, di cui non voglio anticiparvi niente». Si sa che è stato girato in Alta Badia: «Siamo stati quasi costretti a scegliere di ambientarlo in un paesaggio alpino, una volta che lo avrete visto capirete perchè». Nonostante il suo amore per la montagna, non è stato Francesco a insistere per girarlo lì: «No, l’idea stessa del video ci ha portati in quella direzione, ma il mio amore per le cime è sempre forte».
C’è da dire che dal Festival di Sanremo, Francesco Gabbani non si è fermato praticamente mai, quindi le sue amate montagne le ha frequentate poco: «Purtroppo non ne ho avuto il tempo, però in tutta onestà devo dire che quel purtroppo sarebbe un “per fortuna”».
“La mia versione dei ricordi” è il quarto singolo estratto da “Magellano” (presente in “Magellano Special Edition” anche in versione dal vivo) e «Parla di sentimenti e del fatto che alla fine di un rapporto entrambe le persone coinvolte hanno una loro versione delle cose che pensano sia la verità assoluta, ma in realtà è solamente relativa. In brani di questo tipo tiro fuori il mio lato sentimentale, che magari è meno visibile ma c’è».
Francesco Gabbani è impegnato in un nuovo tour di firmacopie, questi sono gli ultimi appuntamenti – a meno che ne vengano fissati altri:
23 Novembre Valmontone (RM) – Valmontone Outlet ore 17.30
28 Novembre Ascoli Piceno – CC Città delle Stelle ore 17.30
29 Novembre Catania – CC Katanè ore 17.30
Il 20 gennaio, al Mandela Forum di Firenze, Francesco Gabbani farà un concerto per la prima volta in un palazzetto: «Tanta emozione, impegno massimo da parte mia. Sarà l’ultima volata che tirerò di questo 2017 incredibile, poi però un po’ mi dovrò fermare. Confesso di iniziare a sentire la stanchezza. Dovrò pensare anche al nuovo disco». Scommettiamo che il 20 gennaio sarà un bellissimo arrivederci a presto.
Gianni Morandi: “D’amore d’autore” canta gli autori più forti del momento
Il titolo, “D’amore d’autore“, spiega tutto: il nuovo disco di Gianni Morandi mette il più universale dei sentimenti al centro grazie alla penna dei migliori autori del momento. Le classifiche confermano
Gianni Morandi fa 40: sì, “D’amore d’autore“ è il suo quarantesimo disco. Nel titolo c’è già tutto: è un album di inediti (a parte “Onda su onda” di Paolo Conte cantata con Fiorella Mannoia) che ha come filo conduttore il sentimento universale più bello da condividere, l’amore.
A scrivere queste nuove canzoni sono stati gli autori più forti del momento: le classifiche confermano. Si passa da Luciano Ligabue, autore del singolo di lancio “Dobbiamo fare luce”, a Ivano Fossati, da Levante a Ermal Meta, da Paolo Simoni a Elisa, da Tommaso Paradiso a Giuliano Sangiorgi.
Questo disco ci piace raccontarlo con i piccoli aneddoti che Gianni Morandi ha raccontato durante la presentazione; per capire quanto suoni bene (il produttore del disco è Luciano Luisi) basta ascoltarlo.
Per prima cosa, Morandi ha voluto dedicare un pensiero a Luis Bacalov (compositore, premio Oscar per “Il postino”), da poco scomparso: «Non posso non pensare a Luis, incontrato quando avevo 16, 17 anni. Ha scritto “Se non avessi più te”, “La fisarmonica”e altre canzoni, con Migliacci, che per me sono formidabili. “Fatti mandare dalla mamma”, poi, è la prima che viene sempre in mente alla gente: questo spiega quanto sia stato importante per me Luis Bacalov».
E poi, attacca con una domanda ironica: «Il quarantesimo album, ce n’era bisogno? Beh, eccolo: parla d’amore, io ho sempre cantato l’amore. Ho scelto tutti autori nuovi, importanti; Ivano Fossati è l’unico con cui avevo già collaborato. Tutti raccontano la loro maniera di vedere l’amore».
Morandi racconta: «Finito il tour con Baglioni ci siamo detti di cercare un’idea, di trovare qualche nuovo autore che non avessi mai cantato. Da dove si ricomincia? Per esempio da Ligabue. Così ho incontrato Claudio Maioli (manager del Liga, nda) davanti a un piatto di tortelli di zucca. Era il periodo in cui Luciano non stava bene con la voce; mi ha proposto due canzoni, ci siamo incontrati al suo studio con Luciano Luisi, abbiamo fatto dei provini e così è nato tutto».
Aneddoto su “Ultreleggero”: «È bello entrare in una canzone ma non è sempre facile, Ivano Fossati ha una metrica complicata. Lo chiamo e gli esprimo le mie perplessità, ma lui mi dice “Vai che non hai problemi”. Così l’ho cantata».
«Tommaso Paradiso l’ho incontrato due anni fa con Federico Russo al ristorante, mi ha spiegato che la sua band si chiama The giornalisti. Dopo un po’ di tempo sento “Sold out” alla radio e penso: “Ma questo ragazzo qui è quello là”. Allora lo chiamo e gli chiedo di scrivermi una canzone. Mi manda un pezzo che si intitola “Amore indiano”. Gli telefono e gli faccio “Ma io, posso cantare “Amore indiano”? Non fa per me. Se hai voglia me ne scrivi un’altra?”. “E’ una vita che ti sogno” è la più bella canzone che Tommaso abbia scritto».
«Elisa ha mandato un pezzo ma non era definitivo, lei non aveva tempo di lavorarci, poi invece ci ha fatto avere il provino e andava benissimo; abbiamo tenuto la sua voce nei cori di “Se ti sembra poco”».
Capitolo Giuliano Sangiorgi: «Lui mi ha mandato un brano che parlava di un vecchio amico, ma per me era astruso. “Giuliano, lo rivedi?”. Mi ha fatto sentire “Che meraviglia sei”, me la sento molto di più addosso, è melodica, bella».
«”Lettera” è l’unica canzone del disco completamente diversa dalle altre. Scritta da Paolo Simoni, mi riporta alla passione di stare insieme, alle balere romagnole. È un brano molto intenso. Paolo mi fa ricordare il mio amico Lucio Dalla, che aveva molta stima di lui».
Morandi continua a cantare brani delle nuove canzoni e a raccontare aneddoti: «Levante fa parte di quella schiera di cantautori che non vengono da talent o Festival di Sanremo e che si stanno affermando: penso a Le luci della centrale elettrica, Brunori Sas, Coez, Francesco Motta. Levante si è sorpresa che le chiedessi un pezzo, ma io le ho detto “Perchè? Sei brava, sensuale e mediterranea”. E lei lì mi ha promesso che avrebbe pensato al “Mediterraneo”, e così si intitola la sua canzone. Difficilissima da cantare in un punto: sarà bello proporla dal vivo».
«E poi c’è Ermal Meta, che seguo da quando cantava con La fame di Camilla. Penso che la sua “A parte te” sia una canzone notevole. Non ho potuto fare a meno di chiedergli un brano, che infatti è molto bello: “Un solo abbraccio”. Ho ironicamente pensato che Ermal abbia scelto il termine abbraccio perchè su Facebook saluto così».
Il disco si chiude con “Onda su onda”, «Un grande classico scelto e cantato con Fiorella Mannoia; l’idea c’è venuta dopo che ho partecipato al suo programma tv. Abbiamo cambiato qualche parolina, con il permesso di Paolo Conte».
Infine, c’è il capitolo concerti: «Mia moglie mi chiede quando smetto, ma Mick Jagger è più vecchio di me. Non vorrei diventare patetico, ditemelo cinque minuti prima e allora dirò stop». Data zero del nuovo tour, 22 febbraio 2018 a Jesolo (Venezia), al Pala Arrex.
Negramaro, “Amore che torni” è il disco nato dalla crisi
“Amore che torni” è il nuovo album di inediti dei Negramaro, anticipato dal grande successo del singolo “Fino all’imbrunire”. È un disco nato dal buio, in rotta verso la luce
I Negramaro si erano sciolti a causa di una crisi non diversa da quelle che capitano nella vita ventennale di una band: solo, ha richiesto un distacco di due mesi in cui i sei Negramaro non si sono parlati, visti, incontrati. Poi, tutto si è rimesso a posto e si è accesa la scintilla per “Amore che torni”, il loro nuovo album.
È il settimo disco da studio della band, e «Ha una luce incredibile perché viene dal buio, da un buco nero. Ci siamo trovati in un planetario per presentarlo anche per questo. Il nostro buco nero è stata una crisi, provata come mai prima, anche se è stata piccola. Il presente è pieno di luce».
Sul perché i Negramaro abbiano deciso di raccontare questa crisi, è Giuliano Sangiorgi a spiegare che «Ognuno di noi è un esempio per gli altri, e per questo ne parliamo». Il patatrac tra Giuliano, Andrea Mariano e a ruota tutti gli altri è stato un mandarsi a quel paese, non sentirsi per un paio di mesi e risolvere tutto con un abbraccio (proprio fra Giuliano e Andrea, nda) che si è in qualche modo esternato nel nuovo disco.
Spiega, di nuovo, Giuliano: «Di fatto ci siamo sciolti per un breve periodo, io ho preso il primo volo per New York dove sono andato a scrivere e a riflettere; era necessario allontanarci. Se fossimo rimasti vicini al buco nero lo avremmo risolto troppo presto. Non avremmo capito tante cose. Insomma, questa è stata una crisi piccola, come tante capitano a gruppi che suonano insieme da 20 anni, ma dovuta a un momento di cambiamento totale. È stata normale questa crisi ed è stato normale tornare con degli amici come siamo noi: questa di noi sei è la storia più bella del mondo, e non c’entra con la musica e numeri. La cantina da dove veniamo la vogliamo ancora raccontare, perchè si può fare musica venendo da quel tipo di realtà».
«Ho pensato – continua Giuliano – che non saremmo più tornati insieme, e avevo il terrore di questa cosa. Quel “ti prego convincimi” che canto nel testo di “New York e nocciola” in realtà era “ti prego convincili”. Non pensavo più alla musica, pensavo a noi. “Fino all’imbrunire” si apre con “Torneranno i vecchi tempi con le loro camicie fiammanti”, e la spiegazione della crisi e del disco è tutta lì e nei testi delle canzoni».
Dal momento che da questa crisi è nato un disco bellissimo, ci si gira ancora attorno, come i pianeti fanno con il sole. La causa scatenante di questo “buco nero” prova a spiegarla Andrea Mariano: «Forse c’era assuefazione alle abitudini, a causa della quale rischiavamo di dare tutto per scontato. Avevamo paura del futuro, di come avremmo comunicato. Perché noi siamo prima di tutto comunicatori, fin dall’inizio. Avevamo voglia di fare tantissimo o di non fare nulla, eravamo cioè a fine percorso». Hanno fatto tantissimo, come possiamo sentire.
Riecco i Negramaro, dunque: “Amore che torni” è «Anche amore verso noi stessi, che siamo tornati. In pochi mesi abbiamo lavorato a tantissime canzoni, mettendoci dentro tutti i generi che amiamo e tutte le cose che volevamo dire. È un nuovo incredibile inizio».
Quanto ai suoni, «La musica accompagna la nuova essenzialità che abbiamo trovato: ci siamo ripuliti da tutto quello che eravamo per fare qualcosa di diverso».
I Negramaro stanno pensando al tour negli stadi che li vedrà protagonisti la prossima estate: «Vogliamo fare un gran lavoro per questi live» al via il 24 giugno 2018 a Lignano Sabbiadoro allo Stadio Teghil. Le altre date: 27 giugno a Milano, Stadio San Siro; 30 giugno a Roma, Stadio Olimpico; 5 luglio a Pescara, Stadio Adriatico; 8 luglio a Messina, Stadio San Filippo; 13 luglio a Lecce, Stadio Via Del Mare.
Afterhours e Manuel Agnelli nelle loro “Foto di pura gioia”, l’album antologico
Abbiamo incontrato gli Afterhours e Manuel Agnelli che, dopo 30 anni di carriera, hanno voluto fare il punto raccontando chi sono e cosa hanno fatto.
Gli Afterhours e Manuel Agnelli compiono 30 anni di carriera. Hanno sentito che questo era (è) il momento giusto per pubblicare una raccolta antologica, “Foto di pura gioia”, che fissasse un punto fermo su chi sono e cosa hanno fatto.
L’album, che nella bellissima versione deluxe è arricchito da un libro che racconta la storia della band ed è ricco di foto, sarà pubblicato il 17 novembre. L’altra data fondamentale per gli Afterhours è quella del 10 aprile 2018, serata che chiuderà i festeggiamenti del loro trentennale con un concerto al Mediolanum Forum di Assago.
Il disco più recente degli Afterhours è “Folfiri e Folfox“, un disco di atmosfere pesanti ma anche, in qualche modo, di reazione – alla malattia, alla perdita, al dolore. Insomma, eravamo distanti anni luce da quello che gli Afterhours propongono oggi: con questa antologia (4 dischi, 76 brani) già dal titolo si capisce che siamo in tutt’altro clima. “Foto di pura gioia”, spiega Manuel Agnelli, «Mostra che per 51 anni nella musica e nella vita ho fatto quello che ho voluto. Non tutti possono dirlo».
In “Foto di pura gioia” troviamo versioni alternative di brani che sono successivamente finiti su disco, demo varie, 4 inediti del primissimo periodo della band, ci sono i brani più recenti e “Bianca”, ricantata con Carmen Consoli.
Gli Afterhours (in questo caso Agnelli e Rodrigo D’Erasmo) raccontano che «Il materiale selezionato per la raccolta non è altro che una piccola selezione di quello che avevamo raccolto nella nostra sala prove, distrutta da un incendio. Di cose ne abbiamo salvate tante, belle ed emozionanti».
Inevitabile chiedere anche della copertina del disco, di questo Manuel bambino con cinturone e pistola: «La foto l’ha scattata mio padre, dopo uno dei suoi viaggi in Africa. Lì viveva una parte della famiglia e mi portava sempre regali al ritorno. Ero appassionato di film di cowboy, per questo mi aveva regalato il cinturone. Io nella foto cercavo di fare il duro».
Il legame con questo album antologico è forte, per Manuel Agnelli: «Questo è il disco in cui ho cercato di ritrovarmi. Nella foto si vede qualcosa della casetta dove abitavo, ad Abbiategrasso. Per me questa foto è un punto di riferimento. Sul retro c’è uno scatto del periodo di “Germi” (album del 1995, nda), di quando abbiamo iniziato a picchiarci dentro duro. Queste foto sono le due facce della medaglia, per me le radici sono importanti. Quando entravo in crisi, per anni guidavo fino alla casa di mio padre: usavo questo meccanismo per ricordarmi che io esistevo anche prima di quella crisi, e di essere stato bene. Ho avuto un’infanzia felice. “Germi” ha significato strappare le radici, mescolare generi musicali senza etichette».
Il disco è stato anticipato da “Bianca”, cantata con Carmen Consoli perchè «Chi poteva essere ancora in giro dopo anni, con un senso molto forte di quello che fa, con un percorso simile al nostro?».
In conclusione, “Foto di pura gioia” è «Un po’ un mattone, 30 anni sono un mattone, avevamo la necessità di razionalizzarli in un oggetto fisico. Per me andare in tv a X Factor è stato rivelatore: per la maggior parte del pubblico io non esistevo. All’inizio è stata dura, ma ho capito che quello che davamo per scontato per molte persone non lo era. Per questo abbiamo scelto di comunicare le cose che abbiamo fatto, e spero che altri facciano il loro “mattone”. Esiste una vita sensata e intensa, lunga 30 anni, fuori dalla tv».
Vita che porterà a un live che «Durerà per lo meno tre ore in cui racconteremo momenti diversi del nostro percorso. Sarà un concerto che, nel nostro piccolo, vuole riproporre quello fatto recentemente da Nick Cave, uno dei più belli mai visti: c’era un contatto con il pubblico che non si vede più. Noi non siamo Nick Cave, ma quella formula del concerto ci piace tantissimo, slegata dalla necessità dello spettacolo. Sappiamo che avremo molti ospiti, anche ex Afterhours. Però non ci abbiamo ancora pensato nel dettaglio».
In attesa del concerto del aprile, giovedì sera gli Afterhours saranno a X Factor.
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