La più importante raccolta musicale privata del mondo si trova a Milano, ospitata dalla Biblioteca Braidense: è l’Archivio Storico Ricordi

Archivio Storico Ricordi, uno scrigno di bellezza dedicato alla musica
Uno dei preziosi spartiti custoditi presso l’Archivio Storico Ricordi

Milano ospita la più importante raccolta musicale privata del mondo: è l’Archivio Storico Ricordi, e ha a che fare come si intuisce con la casa discografica Ricordi.

Editori, talent scount, innovatori, appassionati, alla Ricordi hanno segnato la storia dell’opera lirica, della musica classica e del pop, con un’attività editoriale portata avanti nel corso di oltre due secoli.

L’Archivio Storico Ricordi, fondato nel 1808, è la memoria storica dell’editore musicale omonimo (è stato acquistato nel 1994 dalla multinazionale tedesca Bertelsmann); oggi si trova all’interno del Palazzo di Brera a Milano.

Raccoglie partiture, bozzetti per scenografie e figurini di abiti, libretti e lettere di compositori, autori e cantanti, così come foto d’epoca e manifesti art nouveau.

Al suo interno sono conservate le opere immortali di Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e di altri grandissimi autori classici, così come le audaci sperimentazioni dei compositori contemporanei.

Davanti agli occhi scorrono le scene e i costumi di “Madama Butterfly”, “Aida”, “Il trillo del diavolo” e di tantissime altre opere, bigliettini, appunti di lavoro e bozzetti schizzati da macchie di caffè – erano fogli di lavoro, anche se oggi le consideriamo opere d’arte.

Guardando questi documenti si scopre che Verdi era preciso e correggeva poco, al contrario di Puccini, che ripensava, correggeva e rivedeva costantemente le sue composizioni mille e mille volte, per renderle immortali.

Archivio Storico Ricordi, uno scrigno di bellezza dedicato alla musica 1
Uno dei figurini disegnati da Titina Rota, dalla collezione dell’Archivio Storico Ricordi

Entrando nell’Archivio e vedendo – meglio, ammirando – i suoi documenti si comprendono l’arte, la cultura e anche la società lungo lo scorrere del tempo. E anche Milano, perché c’è molto della vita della città attraverso gli anni.

Purtroppo, la meraviglia dell’Archivio Storico Ricordi non è aperta al pubblico. Si può solamente accedere al servizio di consultazione, solo dopo aver comunicato lo scopo e l’oggetto dello studio. Però, proprio per superare in qualche modo questa limitazione, l’Archivio organizza e partecipa spesso a mostre ed esposizioni.

Ad esempio fino al 3 dicembre, in occasione del Festival Milano Musica dedicato al compositore Salvatore Sciarrino, è aperta la mostra “Salvatore Sciarrino – il segno e il suono”: presenta una selezione di documenti provenienti dall’Archivio Storico Ricordi e dalla Fondazione Paul Sacher di Basilea che comprende diagrammi musicali, bozze, appunti e disegni, caratterizzati dal particolare tratto grafico del compositore (visitabile a Palazzo Reale di Milano con ingresso libero).

“Le canzoni alla radio” è il nuovo disco di Max Pezzali, con inediti e i successi che hanno segnato i suoi 25 anni di carriera

Le canzoni alla radio è il nuovo disco di Max Pezzali
Max Pezzali.

Max Pezzali con Francesco Renga e Nek insieme nel singolo Duri da battere“, ma non solo: “Le canzoni alla radio”, il nuovo disco di Max, contiene due cd con inediti e una selezione dei suoi successi (sì, “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” c’è).

Come ricorda Max, 25 anni fa aveva 25 anni, e la voglia che tutti potessero ascoltare alla radio le sue canzoni. Non solo è riuscito a realizzare questo sogno, ma dopo tutto questo tempo le sue canzoni si ascoltanto ancora, piacciono ancora.

Sei diventato una sorta di jukebox intergenerazionale.
Sì, (ride, nda), tanti miei brani sono entrati nel vissuto collettivo. L’obiettivo di chi scrive canzoni è intercettare i gusti e tradurre emozioni per renderle decodificabili dagli altri, e quando si riesce a farlo è molto gratificante. Senti anche la responsabilità di non deludere le aspettative di chi ti segue, o quantomeno devi essere onesto il più possibile in quello che scrivi. Questa è la chiave per far sì che le canzoni restino nel tempo: mi racconto in maniera diretta. Non c’è altro modo per me di lavorare.

Vediamo di definire questo album: “Le canzoni alla radio” contiene sette canzoni nuove più un remix, un singolo in trio, un greatest hits.
Sì, siccome sono 25 anni di carriera per me, e tutti mi avrebbero chiesto di questo passaggio, ho pensato di raccogliere le canzoni del passato. Per me “Tutto ciò che ho” è stato un po’ sottovalutato, e invece lo trovo un brano molto attuale per come mi ci identifico: per questo ho voluto farne un remix. E poi, dovevo chiudere “Duri da battere”, ma non girava. La soluzione è stata chiedere a Francesco e Filippo (Renga e Nek, nda). Il problema me lo hanno risolto le loto voci. Siamo contrabbasso, violoncello e violino, strumenti diversi ma che suonano molto bene insieme. Questa in trio è una delle cose più stimolanti che potessero succederci, penso di poterlo dire anche per gli altri.

Max Pezzali canta "Le canzoni alla radio" 1Che rapporto hai con la radio?
Oggi come tutti ho cambiato il mio modo di ascoltare la musica: abbiamo un rapporto più attivo, abbiamo tutta la musica del mondo a disposizione. Però quando ci sono troppe voci, forse ti disamori un po’. La radio per me era la vetrina che mi mostrava le canzoni che poi compravo. Oggi non è più così, ma il fascino della radio per me resta: mi serve che ci sia qualcuno che mi fa ascoltare qualcosa scelto da lui, dando il suo punto di vista e facendo in qualche modo la sua selezione. Mi dà ancora il brivido sentire le mie canzoni in radio e pensare che tante persone le stiano ascoltando nello stesso momento.

In 25 anni com’è cambiato il ruolo del cantante?
È difficile parlare di “un ruolo” perché devi fare i conti con un mercato e un pubblico che cambia i gusti velocemente. Devi gestire i media, social o meno, devi tenere d’occhio tutto, devi fare un tot di Instagram stories, devi essere un po’ “imprenditore” di te stesso. Il pubblico passa in fretta a qualcosa di più cool in quel momento.

Tu sei sempre cool, visto che le tue canzoni ci accompagnano nel tempo. Cosa resterà secondo te della musica di oggi?
Non tutto. Io credo che resteranno quelle canzoni che superano la stretta attualità, sganciate dalla contingenza del momento. Un testo rimane se a distanza di tempo continua a evocare qualcosa, emozioni indipendenti dagli oggetti usati per raccontarle. Bisogna attaccarsi alle persone e non ai tempi che hanno generato la canzone. Io ricordo le emozioni che hanno fatto nascere le mie canzoni, e l’evoluzione di quelle emozioni: oggi ne canto la memoria.

“Who built the moon?” è la domanda che ci lanciano Noel Gallagher e gli High Flying Birds con il nuovo album in uscita il prossimo 24 novembre. Un disco intriso di gioia, e per questo rivoluzionario

Noel Gallagher e gli High Flying Birds, Who built the moon
Noel Gallagher (Foto © Lawrence Watson).

Sono trascorsi due anni dall’ultimo disco di Noel Gallagher’s High Flying Birds, e l’ex Oasis ha scelto di lanciarle il nuovo lavoro con il singolo “Holy mountain”. L’album segna l’inizio della collaborazione tra Noel Gallagher e il produttore David Holmes, a cui Gallagher attribuisce un ruolo importante nella realizzazione delle nuove canzoni.

La domanda nel titolo cosa significa e che risposta ha?
C’è un libro con questo titolo. Non credo alle teorie cospirative, sono noiose. Ma comunque, questo libro dice che la luna è un oggetto estraneo al sistema solare. Forse chi l’ha scritto ha visto troppe volte “Guerre stellari” … ma è un titolo fantastico per un disco.

“Who built the moon?” contiene canzoni diverse da quelle che hai fatto in passato.
La maggior influenza su questo disco viene da David Holmes. Non voleva che le cose che scrivevo suonassero troppo simili a quelle degli Oasis. Per un anno è stato frustrante, poi ho iniziato a divertirmi.

Una definizione giusta per questo album quale sarebbe?
Cosmic pop. Ma è anche il mio disco più rock’n’roll. La gente pensa che il rock’n’roll sia giacche di pelle e wisky, per me invece è sinonimo di libertà, di essere e fare ciò che si vuole. Ed è quello che ho fatto quando ero in studio. Poi, questo disco è anche rivoluzionario.

Noel Gallagher e gli High Flying Birds, Who built the moon
Noel Gallagher (Foto © Lawrence Watson).

In che senso?
È facile prendere le notizie del tg e metterle in musica. Le news sono noiose, la politica è noiosa, oggi invece è rivoluzionario scrivere canzoni di gioia e speranza. Avevo urgenza di trasmettere questi sentimenti. Come potevo metterli in musica? L’ho fatto con “Holy mountain”, ci sono riuscito perché sono bravo.

Come vivi i tuoi panni da cinquantenne?
Non diciamolo.

Non vuoi parlarne?
Certo che ne parlo (Noel non si tira indietro di fronte a nessuna domanda, nda). Arrivato a un certo punto della vita tendi a ripeterti. Del resto non è che prendi tutto quello che hai fatto in passato e lo butti via per ricominciare da capo, però David Holmes ha scoperto uno spirito avventuroso in me, musicalmente parlando. La vita è troppo breve per non fare tutto bene. Se questo fosse il mio ultimo disco (a dire la verità li affronto tutti come fossero l’ultimo) ne sarei molto orgoglioso.

Anche tuo fratello Liam ha pubblicato un disco in questo periodo.
Del suo disco non mi importa. L’altro tizio (lo chiama così, nda) sembra molto arrabbiato per qualcosa ma nessuno sa veramente per cosa. Se lo scoprite, ditemelo.

Per vedere Noel Gallagher’s High Flying Birds ci sarà un’unica data live in Italia, l’11 aprile 2018 al Fabrique di Milano.

Dopo il grande successo con i Jet, Nic Cester è tornato con il suo primo album solista, “Sugar rush”

Nic Cester è tornato con Sugar rush, il suo primo album
Nic Cester. (Foto © Mark Wilkinson)

I Jet nei primi anni 2000 avevano scalato le classifiche internazionali, vendendo più di 6 milioni di dischi: ricordate singoli come “Rollover dj” o “Are you gonna be my girl”.

Della band australiana faceva parte Nic Cester, che oggi gioca la carta dell’album solista presentando “Sugar rush”. È un disco che sorprende, visto che mescola soul, blues, ritmi tropicali e colonne sonore italiane vintage. E c’è anche molto altro. Insomma, siamo lontani dal sound che eravamo abituati ad associare al suo nome, visto che i Jet mettevano sul piatto abbondanti dosi di rock. Dall’ultimo album da studio della band sono passati 8 anni.

Ed eccoci ora qua, con la voglia di Nic di fare ancora musica: da Milano, la città dove ha scelto di vivere. Di italiano in “Sugar rush” c’è anche altro, oltre alle suggestioni delle soundtrack nostrane (e alle origini friulane della famiglia Cester): questo è un disco “made in Italy”, registrato da Tommaso Colliva tra le Officine Meccaniche di Milano e gli Air Studios di George Martin a Londra.

Nic Cester, ciao ciao Jet: arriva "Sugar rush"Complici di questo lavoro sono il produttore Jim Abbiss (che ha lavorato in passato con Adele, Arctic Monkeys, Queens of the Stone Age) e la band Calibro 35. Dal vivo, Nic Cester è accompagnato dalla The Milano Elettrica, e rieccoci in Italia: è una band di nove elementi con due batterie e una sezione di fiati, di cui fanno parte anche Sergio Carnevale (dei Bluvertigo), Daniel Plentz (Selton), Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Roberto Dragonetti e Raffaele Scogna.

 

Il nuovo singolo “Eyes on the horizon” vede Nic Cester and The Milano Elettrica suonare in un’atmosfera modern kitsch. Questo è il video:

 

Fan di Tiziano Ferro, ecco tutte le ultime news che lo riguardano. In tv vedremo il suo concerto per “Radio Italia Live” e da domani, 10 novembre, sarà disponibile la special edition di “Il mestiere della vita”

Appuntamenti con Tiziano Ferro e Il mestiere della vita Urban vs Acoustic
Tiziano Ferro durante la registrazione di “Radio Italia Live”

Volete gustarvi un concerto di Tiziano Ferro? Segnatevi l’appuntamento per mercoledì 15 novembre alle 21.10: potrete ritrovare Tiziano e la sua musica su Radio Italia, Radio Italia Tv (canale 70 dtt e 35 TvSat, in HD can 570 dtt, 725 Sky, 135 Tivùsat e via cavo su Video Italia HD in Svizzera), e in contemporanea su Real Time (canale 31 del dtt). Ovviamente, c’è anche lo streaming sul sito di Radio Italia. Per finire, i concerti saranno disponibili anche su Dplay.

Quello con Tiziano Ferro è il primo appuntamento per il nuovo ciclo di “Radio Italia Live”, il programma dedicato alla musica italiana e ai suoi protagonisti prodotto e realizzato da Radio Italia, che vede alla conduzione la speaker della radio Manola Moslehi: a lei il compito di intervistare gli artisti protagonisti dei concerti. Lo speaker Mirko Mengozzi, invece, ha il compito di interagire con il pubblico, particolarmente caloroso al lvie di Tiziano Ferro.

Tutti gli appuntamenti con Tiziano Ferro e “Il mestiere della vita Urban vs Acoustic” 1
Tiziano Ferro durante “Radio Italia Live” con Manola Moslehi e Mirko Mengozzi

L’appuntamento del 15 novembre è davvero imperdibile, e regalerà agli spettatori alcune chicche: Tiziano infatti proporrà alcuni brani nelle nuove versioni pensate per “Il mestiere della vita Urban vs Acoustic”, la special edition del suo ultimo album – un successo 4 volte disco di platino.

Come si intuisce dal titolo, Tiziano Ferro ha realizzato versioni diverse dei suoi brani più recenti, dando loro una veste urbana o acustica e interpretandoli di nuovo (perchè, come dice spesso, le riedizioni che non danno qualcosa in più a canzoni già edite a lui non piacciono). A questo si aggiungono il cd album originale e quattro bonus track.

Una di queste canzoni speciali non poteva che essere “No vacancy”, interpretata con i One Republic; Tiziano Ferro ha anche inserito la sua emozionante cover di “Mi sono innamorato di te”, cantata al Festival di Sanremo dello scorso anno.

Gli altri due brani sono i remix di “A ti te cuido yo (lento/veloz)” con Dasoul, e “Valore assoluto” proposto nel remix di Prinzt Board, re della musica urban.

Ospite speciale di questo disco è Levante, giudice di X Factor e qui interprete con Tiziano di Valore assoluto. «Il suo ultimo disco è stato secondo me il più bell’album del 2017», ha spiegato Ferro. «Non riuscivo a smettere di ascoltarlo. Conoscevo già lei come artista ma “Nel caos di stanze stupefacenti” è diventato una dipendenza per me. Ho voluto a tutti i costi iniziare una collaborazione con lei, e questo progetto è arrivato al momento giusto».

A proposito di questa nuova versione di “Il mestiere della vita”, Tiziano Ferro ha precisato che questo «È il disco degli estremi. Da una parte il ritorno a una produzione più elettronica e R&B, dall’altra l’anima cantautorale quasi spoglia di arrangiamento. Ho voluto giocare aumentando il grado di “bipolarità” di questo album, riprendendo in mano alcune delle canzoni più significative di questo disco».

“Il mestiere della vita Urban vs Acoustic” è «Quasi un disco nuovo, prodotto e cantato pensando di far scontrare al massimo questi due generi, portandoli ad una sorta di convivenza forzata».

Tiziano Ferro nell’ultimo periodo è stato anche impegnato (come fa da tempo) con Save The Children, nel sostegno della campagna di “Fino all’ultimo bambino” che vuole garantire acqua, cibo e cure ai piccoli malnutriti.

Dalla A di Annalisa alla N di Noemi, 16 cantanti per 16 sigle di cartoni animati. Più lei, la regina Cristina D’Avena, insieme nell’album “Duets”

Cristina D’Avena, Duets è l'album di duetti con 16 big
Cristina D’Avena.

“Duets – Tutti cantano Cristina” è il nuovo sorprendente disco della regina dei cartoni animati, Cristina D’Avena. In uscita il 10 novembre, vede 16 grandi nomi della musica italiana duettare con l’usignolo dei cartoon.

Ma, attenzione, tutti i brani hanno preso una nuova veste proprio per l’occasione, attualizzandosi. «Le sigle sono state tutte riarrangiate. Ogni pezzo ha acquisito un valore aggiunto. Non ho voluto togliere la sua anima a ogni sigla, ma aggiungere qualcosa dandole un abito moderno. Sì, è e resta un disco di sigle ma alcune sono diventate dei pezzi a sè stanti. E, ovviamente, ognuna è adatta al cantante che la interpreta con me».

Non è stato facilissimo scegliere 16 brani, soprattutto perché nella sua carriera Cristina D’Avena ne ha cantati «Più di 750. Quelli famosissimi saranno una cinquantina. Sono orgogliosa perché sono single entrate a far parte della cultura popolare».

Già, è proprio questa popolarità che ha fatto nascere il progetto che, per la verità, «Era in cantiere da tempo. Ma, pensavo, come riuscirò a mettere insieme 16 artisti? E invece. Qualcuno non ha potuto, ma chi era libero da impegni ha risposto con entusiasmo sincero alla mia telefonata. L’idea si è concretizzata dopo la mia partecipazione al Festival di Sanremo nel 2016: lì tutti, da Alessio Bernabei ad Arisa a Rocco Hunt erano entusiasti e cantavano le mie canzoni. Io rimasi spiazzata. Li ringraziai, e mi dissi di provare a fare un disco di duetti».

I nomi che troviamo in “Duets” sono quelli di «Artisti che stimo e seguo». La stima è reciproca, anche se qualcuno alla telefonata di Cristina D’Avena lì per lì non ha creduto: «Michele Bravi pensava fosse uno scherzo e ha riattaccato, poi però mi ha richiamata “Scusi, davvero era lei?”. Quanto abbiamo riso» (Versione di Michele Bravi: «Ho chiuso il telefono in faccia a Cristina D’Avena. Che figuraccia!).

La curiosità è sull’attribuzione delle canzoni ai vari interpreti: «Ho suggerito io la sigla a ognuno. Certo che però Benji & Fede non potevano non cantare “Che campioni Holly e Benji”!».

A Cristina i brani piacciono tutti (alcuni, ad esempio quello con Elio, sono davvero irresistibili), però si sofferma un po’ di più su “Piccoli problemi di cuore”, cantato con Ermal Meta. «Ermal si è fidato molto di me quando gli ho proposto la canzone, e si è fidato anche di sua sorella che da bambina guardava il cartone animato. È un brano che ha fatto soffrire tutte le ragazzine (sorride Cristina, nda) e lui lo canta benissimo. È venuto fuori un capolavoro. Il finale è bellissimo, ascoltatelo. Ermal mi ha detto: «Forse non avrei dovuto cantarlo così», mentre io lo rassicuravo. Andava benissimo perché gli era venuto di getto ed era bello proprio per quello».

Sapete una cosa? L’idea è estremamente complessa per ovvi problemi di impegni, ma a Cristina D’Avena piacerebbe far vivere su un palco queste sigle, in duetto. Ci sta pensando. Noi incrociamo le dita.

Questi i duetti di “Duets – Tutti cantano Cristina”:

Cristina D’Avena, Duets è l'album di duetti con 16 big
La cover di “Duets”.

1. Pollon, Pollon combinaguai (feat. J-Ax)
2. Nanà Supergirl (feat. Giusy Ferreri)
3. L’incantevole Creamy (feat. Francesca Michielin)
4. Occhi di gatto (feat. Loredana Bertè)
5. Kiss me Licia (feat. Baby K)
6. Magica, magica Emi (feat. Arisa)
7. Mila e Shiro due cuori nella pallavolo (feat. Annalisa)
8. Jem (feat. Emma)
9. I Puffi sanno (feat. Michele Bravi)
10. Siamo fatti così (feat. Elio)
11. E’ quasi magia, Johnny! (feat. La Rua)
12. Una spada per Lady Oscar (feat. Noemi)
13. Che campioni Holly e Benji (feat. Benji & Fede)
14. Sailor Moon (feat. Chiara)
15. Piccoli problemi di cuore (feat. Ermal Meta)
16. All’arrembaggio! (feat. Alessio Bernabei)

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli presentano “Insieme”, nuovo album con 8 brani inediti e 3 storici – due dei Pooh e uno di Fogli (cosa potevano scegliere, se non “Storie di tutti i giorni”?).

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli presentano Insieme
Roby Facchinetti e Riccardo Fogli. (Foto © Luisa Carcavale).

Per la prima volta Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, dopo il gran finale di carriera dei Pooh, hanno realizzato un disco in due, “Insieme”.

Lo abbiamo ascoltato con loro, che sono davvero entusiasti di questo progetto, lo coccolano, lo spiegano, ci tengono a raccontarci tutto delle nuove canzoni. Ecco perchè con Roby Facchinetti e Riccardo Fogli è stato facile trovare tanti motivi per ascoltare “Insieme”.

Qui eccone cinque.

  1. Perché è un inno all’amicizia, quella vera che non finisce mai. Perché, come dice Riccardo Fogli «Nella vita bisogna sempre avere l’umiltà di ascoltare i veri amici. Sono gli unici che possono aiutarci davvero». E perché nell’album ci sono anche canzoni scritte con «L’amico per sempre» Stefano D’Orazio.
  2. Perché omaggia la figura femminile in maniera poetica con il brano “Le donne ci conoscono”, firmato Facchinetti-Negrini, con l’arrangiamento di Diego Calvetti. Roby Facchinetti spiega che con questa canzone «Credo che Valerio (Negrini, storico autore dei Pooh, nda) abbia scritto la più completa dedica che un uomo possa fare a una donna, da lui definita come colei che ha inventato l’amore, svelata nella sua superiorità rispetto a noi uomini – a livello emotivo, per coraggio nell’affrontare la vita, per sincerità nel viverla». Una canzone che scalda il cuore.
  3. Perché “Notte a sorpresa” diventa rock. Scritta per l’album “Viva” dei Pooh, del 1979, punta su un arrangiamento energico per questa versione a due targata 2017. È Roby a spiegare come «Questa canzone sposti i suoi accenti dalla solarità alla grinta, verso un’aggressività rock fatta non solo di chitarre. Penso proprio che spiazzerà», ed è un’ottima cosa che riesca a farlo. C’è anche la chitarra di Stef Burns in “E vanno via”, brano scritto da Valerio Negrini pochi giorni prima della sua scomparsa. «Chi ha lavorato con noi a questo disco ha fatto un ottimo lavoro».
  4. Perché c’è «Un tangaccio che si rifà musicalmente un po’ alla tradizione partenopea»: definizione di Riccardo Fogli per “Arianna”, che è forse la canzone «Più particolare, senz’altro più inaspettata di “Insieme”, prova della poliedricità compositiva di Roby».
  5. Perché i Pooh, nella loro essenza, sono ancora presenti. «Siamo carne e pesce, spiega Fogli, «Siamo questo e quello. È inevitabile che i Pooh si sentano in queste canzoni, però ad esempio c’è anche un testo scritto da me». Il discorso si sposta su altre canzoni, magari ancora nel cassetto, su nuove idee, nuovi progetti… Il futuro di questa nuova coppia artistica di vecchi amici sembra molto vivace.

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli presentano InsiemeSul futuro, inevitabile un pensiero al prossimo Festival di Sanremo, che per ora non è nei programmi.

Adesso che avete finito di ascoltare il disco, sappiate che Roby Facchinetti e Riccardo Fogli nei prossimi giorni saranno impegnati in diverse date di instore tour, in cui incontraranno i fan.

Ad aprile sono in programma due appuntamenti live a Milano e Roma, il 7 al Mediolanum Forum e il 9 al Pala Lottomatica.

Autore di alcuni dei più recenti successi di Tiziano Ferro, Emanuele Dabbono ha pubblicato il suo nuovo album, “Totem”. Ed è fatto di musica intima e libera

Emanuele Dabbono, esce Totem il suo album
Emanuele Dabbono, esce Totem il suo album.

Lasciate per un attimo da parte “Incanto”, “Il conforto”, “Lento/Veloce” e “Valore assoluto”: sono grandi successi, interpretati da Tiziano Ferro e scritti insieme a Emanuele Dabbono.

Stavolta, con “Totem”, Emanuele Dabbono veste i panni di cantautore, che gli appartengono esattamente come quelli di autore. E lo fa con un disco acustico, registrato in tre giorni in una chiesa sconsacrata nella sua Liguria, ad Arenzano, «Perchè non volevo un’atmosfera asettica» (quindi no, non suona come un disco di Tiziano Ferro, ed è giusto che sia così).

È un album che ha un’origine lontana, pensato per 20 anni. «Quando è mancato mio padre», spiega Emanuele, «sono partito per l’Irlanda: lì sono rimasto più del previsto, facendo il busker e suonando nei pub. Ho deciso che quel luogo era da amare, anche se l’Irlanda è rimasta a lungo soltanto la mia amante segreta. Poi, Tiziano (Ferro, nda) mi ha detto “Perché non sveli il lato dolce di te? Quello che piace di più delle canzoni che scrivi secondo me è proprio la tua dolcezza”. Ho quindi buttato giù la maschera e fatto la musica che amo».

Con “Totem” Emanuele trova un suono intimo, «Slegato dalle logiche di mercato, da quello “che va” e anche dai sintetizzatori. Però è un disco molto libero e molto mio». Ed è un manifesto, «Un simbolo sacro come lo sono i totem per gli indiani d’America. Valori come fedeltà, amore e amicizia mi rappresentano. Quello che ascoltate nel disco sono io».

Fedeltà, amore e amicizia sono anche tre concetti che si ritrovano in uno dei simboli dell’Irlanda, l’anello claddagh: l’Irlanda aleggia in tutto questo disco. Così come aleggia la presenza di Tiziano Ferro, che di “Totem” è l’editore. Quindi, apriamo una parentesi: «Scrivere con e per Tiziano significa dire la verità, comunicare qualcosa che duri più di un’estate. Significa cercare la bellezza. Quando scrivo per me il principio base, la verità, è uguale; come artista però hai più responsabilità, devi guardarti allo specchio con assoluta sincerità. Con “Totem” ho fatto proprio questo: ho cercato la mia verità e l’ho detta, senza pressioni».

Emanuele Dabbono e Tiziano Ferro insieme? Stavolta no, è tempo di "Totem" 1E Tiziano, cosa pensa del tuo album? «Mi ha detto “Compro il cd e me lo metto in macchina”. Lui, essendo l’editore, il disco ce l’ha, è suo. Questa frase dimostra il suo sostegno concreto».

Se vi state chiedendo qual è il primo singolo di “Totem” sappiate che non c’è: «Questo progetto non cerca di pompare un singolo nelle radio. Non è il mio intento, perchè il disco va presentato nella sua interezza. Ringrazio chi ha creduto a questa mia follia».

Salutiamo Emanuele Dabbono con un pensiero sul prossimo Festival: «Sanremo non si sposta. Prima di andarci mi piacerebbe dimostrare ancora qualcosa». Emanuele, sappi che noi ti aspettiamo.

Per chi volesse apprezzare “Totem” dal vivo, è in programma una presentazione live nella chiesa sconsacrata di Arenzano il 15 dicembre. Il tour arriverà nell’estate 2018. Intanto, Emanuele Dabbono ha regalato un assaggio di “Piano” a Musica361.

“Amore gigante” è il nuovo album di Gianna Nannini, lanciato dal singolo “Fenomenale” e da un party in cui è stato annunciato anche il prossimo tour

Gianna Nannini, un Amore gigante fenomenale
Gianna Nannini (Foto: © Alexandra Waespi).

Gianna Nannini fenomenale lo è da sempre, ma da adesso lo è anche, in maniera ufficiale, la sua musica. Si intola proprio così infatti, “Fenomenale”, il brano che ha preannunciato e presentato il suo nuovo album, “Amore gigante”.

Gigante, precisa Gianna, non grande. L’amore gigante è una cosa diversa, e ha tanti colori: almeno cinque, quanti sono quelli usati per le diverse copertine dell’album.

“Amore gigante” è stato pubblicato in formato cd semplice e in versione deluxe, che comprende anche un secondo cd con il live “Sotto la pioggia – Live a Verona”.

Siccome Gianna Nannini fa le cose in grande, del disco è stato realizzzato anche un box superdeluxe in edizione limitata e numerata, disponibile in esclusiva su Amazon: oltre al doppio cd, ci sono il vinile accompagnato da un libro di 24 pagine, un block notes, una t-shirt esclusiva e una foto autografata. “Amore gigante” è stato realizzato anche in vinile nella versione classica e in una versione “picture”, in edizione limitata e numerata.

Gianna Nannini, un Amore gigante fenomenale
Gianna Nannini (Foto: © Alexandra Waespi).

“Amore gigante” è il diciottesimo album in studio di Gianna Nannini e, naturalmente, avrà una vita live: oltre all’anteprima del tour il 30 novembre a Rimini, seguono 4 date a dicembre. Successivamente Gianna farà tappa il 10 marzo dall’Alte Oper di Francoforte per poi proseguire il tour sui palchi tedeschi e italiani.

Queste le prime date del tour di Gianna Nannini:

30 novembre (RDS Stadium) anteprima a Rimini
Roma – 2 dicembre (Palalottomatica)
Milano – 4 dicembre (Mediolanum Forum Assago)
Firenze – 6 dicembre (Nelson Mandela Forum)
Firenze – 7 dicembre (Nelson Mandela Forum)

Per seguire la conversazione sui social: #roadtoAmoreGigante

Se fai musica, dovresti. Gigfound è una app pensata per mettere in connessione i professionisti del mondo della musica, le strutture, i cantanti.

Gigfound connette i professionisti della musica con una app
Parte del team di Gigfound: Pietro Orlandini, Samer Gaber, Alessandro Torreggiani, Alessandro Melioli.

Si fa presto a dire “andiamo a suonare”, o “registriamo un disco”. Sì, certo, oggi uno può fare tutto con pochi investimenti economici nella sua camera o nel garage di casa, ma se solo si mette su una band e serve una sala prove,  e poi vuoi diffondere la tua musica, le cose già si fanno meno immediate.

E qui interviene Gigfound, nata da un’intuizione di Samer Gaber – un musicista, non per niente – e di Silvia Fiorino, esperta di SEO e digital marketing con la passione per il canto. Gigfound è una start up ambiziosa, che porta avanti il messaggio “Fare musica non è mai stato così facile”. Come?

Come funziona Gigfound

Gigfound è una app, molto pratica per chi vuole fare musica, dietro alla quale c’è il lavoro di un gruppo di professionisti del settore, che aiutano a trovare spazi, creare una rete di contatti, a dare voce alla creatività di cantanti e musicisti: in altre parole, professionisti che promuovono la cultura musicale sotto ogni punto di vista, sostenendo la realizzazione di progetti musicali.

Andando sul pratico, la app Gigfound permette di cercare e prenotare locali adibiti alla produzione musicale, dalle sale prove agli studi di registrazione, dalle scuole di musica a qualsiasi altra struttura utile a realizzare e condividere la musica.

Perché si è sentita la necessità di un servizio del genere? Perché non sempre ci sono informazioni sugli spazi disponibili, a partire dall’indirizzo della struttura di cui si ha bisogno – banale, ma serve, no?

Con la app di Gigfound ogni utente ha accesso a un profilo personale in cui organizzare e rendere visibili le informazioni: gli altri utenti possono visualizzare la disponibilità dei locali e prenotarli, verificare le attrezzature presenti nelle sale di produzione musicale, condividere le esperienze con la community fornendo un riscontro al servizio.

Il tutto, per agevolare il lavoro alle varie figure professionali coinvolte nella realizzazione e distribuzione della musica, e per creare nuovi canali per il mercato musicale.

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