5 motivi (più uno) per cui Cristina D’Avena è una fatina rock – e “Duets Forever” un disco da ascoltare

Volete conoscere una fatina rock? È Cristina D'Avena

Cristina D’Avena, interprete iconica delle sigle dei cartoni animati (un’altra come lei non c’è, inutile cercare), si è definita una “fatina rock”.

Sicuramente ha una bacchetta magica (primo motivo) che la rende fatina, e un atteggiamento rock verso la vita, “Anche se sono una persona timida, in particolare da ragazza lo ero”. L’ultima magia è la sua presenza nei piani alti della classifica con il nuovo disco “Duets Forever – Tutti cantano Cristina”, raccolta di 16 sigle dei “suoi” cartoni animati proposte in duetto con altrettante voci note della musica italiana. Duetti che hanno dato un nuovo abito, contemporaneo e non da sigla potremmo dire, a questi brani. L’album al debutto si è piazzato al terzo posto della classifica, e al primo nella chart dedicata ai vinili. L’anno scorso, tirando le somme, una sola donna è entrata nella top 20 della classifica italiana: chi è, se non Cristina D’Avena?

Il secondo motivo è che ha convinto artisti come Patty Pravo, Federica Carta, Il Volo, Carmen Consoli, Fabrizio Moro e così via, a cantare con lei. Tutto questo dopo che già aveva raccolto tanti nomi “big” per il primo disco di duetti, “Duets”. “Ho telefonato io a tutti personalmente. Solo sentendo la voce dei miei amici e colleghi, tutte persone che stimo, avrei potuto capire se davvero avessero voglia di cantare con me. Non è stato facile, né l’anno scorso né quest’anno, perché ci sono molti impegni, dischi e tour di cui occuparsi. Però, tolti alcuni che non hanno potuto per questioni di agenda, tutti gli altri hanno accettato”. Con un’eccezione: “Ho mandato mille messaggi a Jovanotti. Non ho mai avuto risposta, magari Lorenzo non li ha ricevuti. Mi spiace un po’ perché lo stimo molto e mi piacerebbe tanto cantare con lui”.

Motivo numero tre: ci fa tornare bambini con le sue sigle che tutti conosciamo. “A tutti serve un po’ di leggerezza ogni tanto”.

Cristina D’Avena: “La mia è musica pop”

Volete conoscere una fatina rock? È Cristina D'Avena 1Numero quattro, la sua vita è un po’ magica e fatata. “Non ho fatto concorsi per fare quello che ho fatto, è semplicemente accaduto. Ho iniziato da piccolissima al Coro dell’Antoniano, quando poi sono cresciuta l’ho lasciato ma nel frattempo ero diventata amica della signorina Mariele Ventre (storica direttrice del coro, nda) e avevo fatto una trasmissione in radio con lei. Intanto ho iniziato a cantare le sigle dei cartoni animati, che erano considerate musica di serie b. Anche se sono sempre state scritte cose carine dei miei confronti, è grazie alla partecipazione a Sanremo e ad altre trasmissioni di Carlo Conti che ci si è accorti che ho una voce. Io ho sempre considerato la mia musica pop”.

Il numero cinque è un vero superpotere che salta ogni barriera tra generazioni – cosa che non riesce così spesso oggi: “Le mie sigle possono cantarle le persone che sono cresciute guardando i cartoni animati, e anche i bambini di oggi che mi conoscono grazie ai due dischi di duetti”.

Il motivo “più uno”? Perchè è vestita di pizzi e abiti svolazzanti, con anfibi da rocker e chiodo di pelle nera. Più fatina rock di così non si può.

Pacifico prima fa quattro live in cui presenta alcuni brani inediti, poi pubblica il disco. Un po’ al contrario di tutti, ma ci piace proprio per questo.

Pacifico, “ElectroPo” per quattro date live
Pacifico. Foto: © Daniele Coricciati

Dal 30 novembre Pacifico terrà quattro concerti speciali, pensati per presentare in anteprima alcuni brani che faranno parte del suo prossimo album, oltre ai successi del suo repertorio. Queste canzoni sono state raccolte in un ep speciale quanto i concerti, dal titolo “ElectroPo”. Non pop, proprio Po, come il fiume. Sarà un disco a tiratura limitata, acquistabile esclusivamente nei luoghi dove si terranno i live.

Partiamo dal fiume Po: “Non ho mai scritto una canzone dedicata a mio figlio, ho avuto pudore di questo. Non ho composto niente per lui se non una ninna nanna che conosciamo solo noi, e mi prende in giro per quanto è svenevole. Però ho fermato tanti inizi, il calcio, le figurine dei calciatori, la scrittura… seguendo questa suggestione ho scritto una cosa che parla di un fiume, che nasce e non torna indietro. Il fiume che mi è venuto in mente è il Po, e da qui il titolo”.

Pacifico, “ElectroPo” per quattro date live 1

Invece il tour “È nato dalla mia voglia di tornare a suonare dopo questo appartarmi in Francia (dove vive, nda), e dopo tanto lavoro come autore (Pacifico scrive per molti interpreti, una per tutti: Gianna Nannini, nda)”, un tour che, come detto, serve a presentare l’ep “Che non ha versione digitale ma i primi due brani (“Sarà come abbracciarsi” e “Molecole”) sono presenti sulle piattaforme di streaming. Non ho niente contro il digitale, nel mio gruppo di lavoro abbiamo discusso se avesse senso oggi fare un disco fisico. Per me è bello pensare che sarà disponibile durante i concerti. Mi rincuora il pensiero che ci sia della carta, del lavoro attorno alle canzoni, a suggellare quanto fatto quest’anno”.

Un 2018 di lavoro che vedrà il suo frutto discografico nel 2019, con la pubblicazione dell’album di inediti. “Il disco è finito, sto togliendo i rifusi e sistemando le dimenticanze nei ringraziamenti, che ci sono sempre. Ci metto il mio tempo, un po’ sono puntiglioso, un po’ ho difficoltà a volte a mettere insieme le cose, vorrei essere più capace di individuare una strategia puntuale”.

Certamente Pacifico non ha cavalcato l’onda lunga della popolarità televisiva, scaturita dalla sua ultima partecipazione al Festival di Sanremo, lo scorso febbraio con Bungaro e Ornella Vanoni con “Imparare ad amarsi”. “Io non ho una fanbase, devo andarmi a cercare i fan e questo mi permette tempi diversi da quelli dei dischi blockbuster. Certamente dopo Sanremo arrivano nel tuo pubblico persone che prevedi meno. A volte ci sono anche i giovani, e questo mi stupisce”. Pacifico dice tutto questo ma ricordiamoci che ha vinto il Premio Tenco per l’opera prima e anche la Targa Tenco, e tra gli altri ha scritto per Andrea Bocelli e Adriano Celentano: parliamo di un signor artista, che ama stare defilato ma questo non toglie nulla a quanto ha fatto e farà.

Per quanto riguarda questi live speciali, di anteprima del disco, sul palco con Pacifico “Ci sarà una band nuova, per ora in trio. Ecco, direi un trio ingegnoso. L’atmosfera dei concerti sarà molto raccolta ma comunque il suono sarà sostenuto”.

Pacifico: le date dei concerti

30 novembre Teatro San Francesco, Alessandria

10 dicembre Campo Teatrale, Milano

11 dicembre Teatro Bloser, Genova

15 dicembre Rocca di Borgonovo, Borgonovo Val Tidone (Pc).

Giorgia per la prima volta in carriera realizza un disco di cover. La sua voce meravigliosa ripercorre le note di brani di Zucchero, Eros Ramazzotti, Tiziano Ferro e del mai dimenticato Mango

Il cuore pop di GiorgiaGiorgia ha un cuore pop e lo dichiara con le scelte e il titolo del suo nuovo disco, “Pop heart”. Un album di cover, esperienza inedita nella sua carriera, dal punto di vista discografico: “Perchè ho iniziato cantando le cover”.

 

Con la sua etichetta, la Sony, l’idea di un album – appunto – di cover era nell’aria da tempo. “Però i pezzi li scelgo io”, questo voleva Giorgia e così ha fatto.

“Il titolo “Pop heart” è nato alla fine del disco. Avevo fatto scelte di cuore, e mi sono accorta di avere un cuore pop. Da giovane ero già schizofrenica quando sceglievo le cover da cantare, passando da un genere all’altro, da Etta James a Jimi Hendrix. Stavolta ho scelto le canzoni da ascoltatore, selezionando quelle che mi sono appartenute attraverso gli anni, da “Le tasche piene di sassi” di Jovanotti a “Dune mosse” di Zucchero a “Lei verrà” di Mango. Quelle degli anni ‘80 ad esempio mi riportano alla mia giovinezza. Poi volevo cantare anche qualcosa che non ho mai proposto dal vivo. Ecco quindi le mie scelte di cuore, e pop. Avevo una lista di partenza di 100 canzoni, forse di più. Tante le ho lasciate da parte perché non ero adatta io a cantarle, non valorizzavo il pezzo”.

Com’è stato confrontarsi con canzoni famose anche se sei Giorgia e hai una grande voce? “Non è facile cantare i brani degli altri, anche se nei tour ne canto sempre. Volevo fare un’interpretazione che rispettasse l’originale, dando al tempo stesso qualcosa di mio”. La chiave di questa interpretazione poteva essere solo una: “Mi sono concentrata più sulla voce che sulla tecnica: la voce ti rappresenta”.

Giorgia: “Canzoni scelte col cuore”

Il cuore pop di Giorgia 1
La copertina di “Pop heart”. Il cuore è un’opera di Marco Bettini.

Tra i brani proposti c’è “Il conforto”, duetto tra Tiziano Ferro e Carmen Consoli. Un brano recente, di grande successo, ricantato da Giorgia con Tiziano: quando le si chiede il perché di questa scelta la risposta è “Perché no? È un grande brano. Da tempo io e Tiziano volevamo cantare insieme, e la scelta di questa canzone l’ho fatta per farle un omaggio, per dire che “Il conforto” è bella, fantastica cantata con Carmen Consoli. Tiziano ha risposto felicissimo al mio messaggio, è venuto a Milano e l’ha ricantata. Io e lui abbiamo fatto un po’ una versione black, con un sacco di cori, abbiamo messo le cose che sono la nostra matrice comune e le abbiamo messe dentro a questa versione”.

Non mancherà un tour con “Pop heart” al centro, a partire dal prossimo aprile: “Non so cosa succederà sul palco. Qualcuno lo inviterò, ma sono tutti in giro, Elisa, Eros, Marco Mengoni. So che sarà divertente perché le canzoni le conoscono tutti. Sicuramente metterò anche qualche brano che non fa parte del disco”. Pare esserci nell’aria una certa voglia di ascoltare repertori del passato, pensiamo al tour di Max Pezzali, Francesco Renga e Nek, e al prossimo di Raf e Umberto Tozzi: “Forse una certa voglia di riascoltare canzoni di qualche anno fa c’è nella mia generazione, anche se i pischelli a volte vanno a riscoprire cose passate ed è una sorpresa. Abbiamo avuto i cantautori, il rock, i cantanti pop, adesso credo sia iniziato un secondo ciclo e noi abbiamo voglia di rivivere un po’ il primo. Anche se questa seconda fase la trovo molto interessante”.

Prima del tour però, il 23 novembre, Giorgia sarà la prima artista a cantare all’interno de duomo di Milano presentando il proprio repertorio pop, accompagnata dalla sua band e dall’Orchestra Roma Sinfonietta. Il concerto, organizzato dall’associazione Per Milano, è un’iniziativa benefica a favore di bimbi disabili e per iniziative di beneficienza.

Il titolo del nuovo disco di Michael Bublè è un cuore. Si legge “Love”, come altrimenti?

"Love", il ritorno di Michael Bublè

Forse non c’erano reali alternative per Michael Bublè, quando ha scelto il titolo del suo nuovo album. Non una parola, ma un cuore. Si legge Love”, e del resto dopo anni difficili in cui Michael e la sua famiglia hanno ricevuto moltissimo amore (uno dei suoi bambini si è ammalato di cancro, oggi sta meglio), come poteva fare una scelta diversa per il suo ritorno alla musica? In più, le sue canzoni pescano a piene mani in un repertorio che fa dell’amore la sua bandiera. È quello dei crooner, da Frank Sinatra in poi.

Michael Bublè la bandiera dei grandi classici interpretati con il cuore la tiene in alto con orgoglio, e con una voce inconfondibile. Ecco quindi anche in “Love”, come già è stato per il passato, qualche inedito e brani immortali, da “When I fall in love” a “Unforgettable”, passando per “La vie en rose”.

Michael Bublè ci presenta “Love”

Come hai scelto le canzoni?

Sto per dire un luogo comune, ma io non ho scelto le canzoni: le canzoni hanno scelto me. Ho sentito versioni di questi brani fatti da altri artisti prima di me, però io ho visto una visione dell’album come un tutt’uno, con un filo conduttore che lega tutte le canzoni e ho puntato a quello.

Cosa le unisce?

Il filo rosso è l’amore in tutto le tue sfumature. “Outliers” è un libro che amo; spiega la teoria del successo secondo il suo autore (Malcolm Gladwell, nda). Così mi è venuta l’idea di raccogliere brani che fossero brevi racconti che esponessero la mia teoria sull’amore, così come nel libro si fa con il successo.

"Love", il ritorno di Michael Bublè 1La tua teoria sull’amore qual è?

Per quanti momenti bui viviamo -e capitano a ognuno di noi- la risposta a tutto è sempre l’amore. Fare il disco è stato terapeutico. Le canzoni che ho inserito mi sono venute in maniera naturale, perché questa è l’essenza di Michel Bublé. In onestà posso dire che non mi interessa se l’album venderà o come si comporterà in classifica. Non è facile per chi lavora con me, ma non voglio confondere chi sono con quello che faccio. Cioè faccio quello che amo, e basta (e continuerà a farlo, dato che ha smentito il ritiro, nda).

Quando ti è tornata la voglia di cantare?

Tutte le canzoni dell’album nascono da un pomeriggio con gli amici, tra pizza e birra. Quando ci siamo stufati dei videogiochi ci siamo messi a suonare. Dopo un po’ sono uscito in giardino, il mio amico Brian fumava una sigaretta: lì gli ho detto che mi ero dimenticato quanto fosse bello fare musica. Sette mesi dopo ero in studio ed era tutto pronto (Michael mostra dal suo cellulare un video con le canzoni di quel pomeriggio casalingo, nda).

Ti dà fastidio l’etichetta del “Bublè natalizio”, quello che arriva con le canzoni da cantare sotto l’albero?

No. Non voglio liberarmi di questa etichetta. Quello natalizio è un periodo così bello… io sono onorato di entrare nelle case delle persone quando c’è amore e c’è famiglia. Prima, devo dire, mi preoccupava la percezione che la gente potesse avere di me, e quindi essere legato al Natale mi impensieriva. In un momento, però, ho capito che non mi devo interessare di quello che la gente pensa di me. Lo stupore incantato dei bambini di fronte al Natale è anche il mio: questo mi piace, è la mia essenza. Sono un ragazzino nel corpo di un quarantatreenne.

E adesso che sei tornato?

Ho bisogno di fare un tour. Verrò anche in Italia il prossimo anno, ma non so quando (Aggiornamento: sul sito ufficiale di Michael le date sono indicate, 23 e 24 settembre al Forum di Milano, nda).

Raf e Umberto Tozzi tornano a cantare insieme nel nuovo brano “Come una danza”. Il 30 novembre sarà pubblicato il cofanetto “Raf Tozzi” e nel 2019 saranno per la prima volta insieme in tour.

Raf Tozzi, dopo il singolo arrivano una raccolta e il tour
Raf e Umberto Tozzi. Foto: © Luisa Carcavale

Sono due pezzi da 90 della musica italiana, che dopo i successi del passato tornano a collaborare tra loro: Raf e Umberto Tozzi, che non hanno una, non due, ma tre novità da comunicare al pubblico.

La prima è l’uscita di una canzone inedita, “Come una danza”, scritta da Raf. Il brano è stato pubblicato in digitale, non è nella tracklist della raccolta “Raf Tozzi” (la seconda notizia), ma potrebbero esserci sviluppi futuri che la riguardano.

Spiega Raf che “Come una danza” “Era già in embrione prima di questa idea di tornare a collaborare con Umberto. Era un abbozzo musicale, successivamente il testo l’ho scritto pensando che dovevamo cantarla insieme, noi due. Ci uniscono tante cose, abbiamo scritto e cantato insieme “Gente di mare”, abbiamo scritto “Si può dare di più”, e siamo anche stati vicini di casa, a Formello. Abbiamo visto crescere i figli uno dell’altro. È stato quasi naturale tornare a lavorare insieme. Prima o poi sapevamo che avremmo avuto l’esigenza di fare qualcosa l’uno con l’altro, di nuovo”.

“Io”, interviene Tozzi, “Credo di dover aggiungere solo che la foto che ci ritrae insieme rappresenti esattamente quello che siamo io e Raffaele: ironia, complicità, stima reciproca, il mondo che abbiamo vissuto insieme dagli anni ’70 a oggi. Questo momento di nuova uninone prima o poi sarebbe dovuto accadere, finalmente è avvenuto e ne sono molto felice”.

Raf Tozzi, il tour

Il discorso così si sposta sulla raccolta e sul tour (in partenza il 30 aprile da Rimini), entrambi portatori sani di canzoni da cantare in coro, o inni se preferiamo: “Senza nulla togliere alle pagine scritte dai colleghi”, precisa Umberto Tozzi, “Noi abbiamo la fortuna di avere dei repertori forti, pensiamo a “Gloria” e a “Self Control”, due titoli che hanno fatto parlare tutto il mondo”.

Nella raccolta è stato tutto rimasterizzato. In particolare, è stata inserita la versione 2o18 di “Gente di mare”, prodotta da Tozzi: “Questo brano lo abbiamo rifatto in maniera essenziale, è ancora un  successo in tutta Europa e meritava di essere riproposto. Lo abbiamo riarrangiato in maniera pulita, con le nostre voci di oggi”.
Il momento dei concerti sarà una vera e propria festa per il pubblico: “Alla scaletta del live non abbiamo ancora pensato”, dice Tozzi, “Ma i brani non saranno in ordine cronologico”. Le canzoni, tutte famosissime, certamente saranno un scrigno di ricordi per il pubblico, anche se è sempre Umberto Tozzi a ricordare che “Abbiamo acquisito nuove generazioni, speriamo di poter vedere anche altri giovani”. E Raf: “Il nostro pubblico è eterogeneo, di certo non ci saranno i fan della trap”.
Ospiti? Ancora presto per dirlo, è tutto ancora in via fi organizzazione. La chiusura spetta a Tozzi: “Ci sarà tanta musica, il resto lasciamo che sia una sorpresa”.

Torna l’appuntamento – il quarto – con i Lupi di Ermal, che con le loro parole cariche di emozioni ricordano il tour appena concluso. In attesa dei nuovi appuntamenti live.

I Lupi di Ermal Fanclub News: #puntata 4
Ermal Meta. Foto: © Impressioni 61

I Lupi di Ermal tornano a raccontare le loro emozioni su Musica361, e lo fanno raccontando un capitolo da poco concluso, che per il pubblico è stato meraviglioso. Il capitolo è quello del tour di Ermal Meta, che intanto sta già lavorando sui prossimi live. Qui ricordiamo con i Lupi le emozioni più recenti, in attesa delle prossime che stanno già aspettando con trepidazione.

Il terzo capitolo del libro di Ermal Meta: il “Non abbiamo armi tour”

Si è da poco concluso il capitolo del “Non abbiamo armi tour”, un capitolo fatto di 39 emozionanti pagine scritte su e giù per tutta l’Italia, e sono già impazienti le pagine bianche che accoglieranno il tour nei teatri a partire da febbraio 2019.

Ogni data è stata unica, piena dell’amore che Ermal trasuda per la sua musica e per la sua gente, è stata un tripudio di colori, emozioni, mani alzate, piedi in movimento, parole urlate e sussurrate.

I Lupi grazie anche ai gruppi regionali hanno organizzato fan action sempre diverse e fantasiose cercando di stupire ogni volta quei due “occhi profondi” lassù sul palco, riuscendo sempre a strappare un sorriso, una lacrima, un grazie sentito.

È stato un tour lungo e articolato ma Ermal e la sua fedele band sono stati instancabili, non hanno mostrato nessun segno di cedimento nonostante i chilometri, il caldo, i ritmi forsennati. Si sono sempre presentati su quel palco data dopo data con rinnovata energia, quella raccolta da migliaia di cuori che vanno insieme a tempo e quella che trovi solo quando stai realizzando il sogno di una vita e fai quello per cui sei nato… ed Ermal è nato per fare la rockstar!

E la luce nuova che ha negli occhi basta a far capire quanto abbia aspettato questo momento, quanto ci abbia lavorato e sperato.

Fortunatamente il suo anno sabbatico pare sfumato al momento, lo lasciamo riposare qualche mese (ma sappiamo che non lo farà!) e lo aspettiamo a teatro dove i suoi pezzi si vestiranno della magia del quartetto d’archi Gnu Quartet, e sarà un capitolo strepitoso.

Anno sabbatico addio: Ermal Meta, concluso un tour di grande successo, non si ferma. Anzi, sarà impegnato ai prossimi MTV Ema come inviato e poi, dal prossimo 2 febbraio, sarà in tour nei teatri con gli GnuQuartet.

Ermal Meta, da MTV Ema al tour nei teatri
Ermal Meta. Foto: © Andrea Brusa

“Finchè ce n’è vado avanti”. Niente più anno sabbatico per recuperare energie e raccogliere le idee, per Emal Meta. Che nell’ultimo anno ha pubblicato un album (“Non abbiamo armi”), vinto il Festival di Sanremo con Fabrizio Moro, partecipato all’Eurovision Song Contest, fatto un tour in cui la parola sold out è apparsa molto spesso. Staccare sarebbe stato fisiologico, e invece no.

La notizia più recente lo dà inviato speciale o ambassador che dir si voglia ai prossimi MTV Ema del 4 novembre (in diretta da Bilbao su MTV, canale 130 di Sky, dalle 20 per il red carpet e alle 21 per lo show), pronto a raccontare con Yuri Gordon i segreti e il backstage del premio di MTV.

Il 2019, poi, si aprirà per Ermal Meta il 2 febbraio con la prima data del tour in teatro con i talentuosi GnuQuartet, quartetto d’archi e flauto che però suona “Più come una band, che sa anche tirare fuori un’attitudine rock”, parola loro. In 24 ore la data del 2 febbraio al Teatro degli Arcimboldi di Milano è andata sold out, giusto per non perdere il “vizio” (seguono poi Napoli il 4 febbraio, Pescara il 5 e via via per i teatri d’Italia fino al 24 marzo con la chiusura a Torino).

Ermal Meta, da MTV Ema al tour nei teatri 1
Ermal Meta. Foto: © Rosa Piserà

“Sono molto felice”, spiega Ermal Meta, “Da tre anni vivo nel modo in cui volevo vivere e cerco di farlo 24 ore su 24, perché ritengo sia giusto così. Probabilmente ho un debito con la fortuna, e lo ripago mettendo tutte le energie in quello che faccio”.

L’idea di suonare nei teatri gli frullava in testa da un po’, poi l’incontro con gli GnuQuartet (che hanno pubblicato sei album e collaborato a numerosi lavori discografici, colonne sonore e sigle tv) e la sintonia che hanno trovato ha portato alla concretizzazione del progetto.

“Negli ultimi tre anni non mi è mancato niente ma se devo fare il pignolo – e lo sto facendo – è mancata l’escursione dinamica sul palco da 2 a 127: fatta in un teatro ti permette di godere a pieno della musica che stai facendo. Si crea un cambiamento di ritmo incredibile, come se quelle che ascolti fossero le onde del mare. Sono contento già solo di immaginare questa cosa, perché stiamo iniziando a lavorare solo adesso sulle canzoni. O meglio, gli arrangiamenti li faranno gli GnuQuartet: abbiamo selezionato una trentina di brani più un paio di cover che credo saranno dei Muse e dei Radiohead e alcune canzoni di La fame di Camilla, in modo da poter cambiare in parte la scaletta di ogni concerto”.

Il cambiamento è qualcosa che nella vita artistica di Ermal non è mai mancato: “Non ho mai cercato di ostacolarlo perché nella stagnazione sia emotiva sia del pensiero non c’è niente di buono. La vita è come una scatola piena di cose, non puoi scartare quelle che non ti piacciono ma devi prenderle tutte”.

Ermal sul palco canterà e suonerà, “Chitarra acustica, pianoforte, drum machine e synth. Qualche anno fa lo facevo già, davanti a 10 o 12 spettatori. Mi gasa ritrovarmi in questa situazione e non vedo l’ora. Con la musica bisogna giocarci, se no non ti diverti granché”. Altra cosa certa, “In qualche modo questo tour verrà documentato, non ho ancora pensato se con un cd o con un dvd”.

Insomma, a fermarsi Ermal non pensa proprio (anche se esclude una nuova partecipazione a Sanremo: “No di sicuro, non scherziamo”): “Forse sono strano, ma a stare fermo mi annoio. Magari mi prenderò una pausa dopo questo tour, adesso mi andava di fare una cosa diversa. Volevo rallentare dal punto divisa sonoro. Sono un musicista e ho sempre la chitarra in mano, non riesco a fermare i pensieri e questo mi porta a suonare, mi piace farlo e vado avanti”. Finché ce n’è.

Per questo nuovo appuntamento con i fan di Virginio ci buttiamo nel passato, ricordando come il fanclub ufficiale ha vissuto il compleanno di Virginio, alcuni anni fa. Sempre con tanta emozione, ma anche molto altro.

Virginio Fanclub news: puntata #4
La festa di compleanno di Virginio a Fondi, nel 2015.

Il nuovo appuntamento con il Virginio Official Fanclub per la quarta volta ci racconta un momento intenso, questa volta andando tra il privato – il compleanno di Virginio – e il pubblico – i festeggiamenti nella scuola che frequentava da ragazzino. Un momento di amarcord, certo, ma anche il racconto di come la musica faccia concretamente qualcosa per le persone. Non dimentichiamolo mai.

1° febbraio 2015
Sono passati un po’ di anni e il nostro fanclub è cresciuto ancora. Tanti nomi e tanti volti nuovi tutti uniti dalla stessa passione.

Anche quest’anno, come ogni anno, si avvicina il compleanno di Virginio (il 31 gennaio, ndr) e il fanclub si sta preparando con una sorpresa che possiamo dire unica. L’idea nasce quasi per gioco. Ma è una bella idea, una bellissima idea che tutto il fanclub abbraccia. Avevamo sentito dichiarare da Virginio in un’intervista che il più bel regalo che lui avrebbe desiderato ricevere era quello di poter far felice qualcun altro.

Proprio da questa dichiarazione nasce l’idea di raccogliere una somma di denaro e di destinarla a qualche ente legato in qualche modo a Virginio. Ma a chi? A chi possiamo fare un dono così particolare?

Pensando alle varie possibilità ci ricordiamo che Virginio nella sua città natale, Fondi, ha frequentato la Scuola Media “G. Garibaldi” con indirizzo musicale. Ma allora perché non contattare la scuola e organizzare un incontro con i ragazzi dell’indirizzo musicale e donare loro degli strumenti nuovi?
Quale miglior modo di far felice Virginio se non quello di dare possibilità a giovani musicisti di inseguire il loro sogno?

Ma come poter organizzare il tutto in maniera sorprendente? Le idee e la voglia di fare non ci mancano. Vogliamo che questo sia un incontro davvero sorprendente e che rimanga nel cuore di Virginio oltre che in quello di ognuno di noi. E vogliamo anche che sia l’inizio di un appuntamento annuale.

Ci serve un gancio… sì, ci serve un gancio perché Virginio non deve assolutamente sapere nulla. Tutto viene preparato in gran segreto. Vogliamo che Virginio al suo arrivo nel luogo dell’incontro venga accolto dalla sua musica e vogliamo che questa “musica” venga eseguita da giovani musicisti del territorio. Chi può aiutarci in questa folla idea? Ma Virginio da ragazzo quando era a Fondi con chi suonava? Con chi cantava? Si prendono i contatti… tutti abbracciano la nostra folle idea.

I tempi ci sono, manca qualche mese al compleanno di Virginio, abbiamo il tempo per organizzare tutto per bene. Ci siamo, arriva il giorno tanto atteso. Siamo tutti emozionati e tesi. Virginio non sa nulla… sarà felice di questa sorpresa? Ma non possiamo più tornare indietro!

Il Fanclub, così, nel cuore della città di Fondi, a due passi dal Castello medievale, nell’elegante Palazzo Caetani, ha accolto a sorpresa Virginio che pensava di andare a visitare una mostra. Entrando nel Palazzo, infatti, Virginio si è trovato in una sala gremita di fan provenienti da tutta Italia ed accolto da giovani musicisti della sua città (Francesco De Simone, Lorenzo Carroccia, Gabriele Faiola, Gianluca Cavaiola, Alessandra Mosconi della Scuola di Musica ARS) che hanno eseguito “Limpido”, brano scritto per la grande Laura Pausini che in quel periodo era in rotazione radiofonica in tutto il mondo.

Virginio Fanclub news: puntata #4 1
Un momento della festa con e per Virginio.

L’incontro a sorpresa era stato preparato nei minimi dettagli. Momenti ricchi di emozione anche durante la lettura, da parte di una Virginauta, di una lettera di auguri di buon compleanno. All’incontro poi hanno partecipato gli alunni, i docenti e la preside della Scuola Media alla quale è stato fatto il dono degli strumenti. Momenti pieni di significato anche durante le domande poste al cantautore da parte dei giovani alunni della sezione musicale.

Continue sorprese per Virginio che ha assistito anche alla dedica di una sua canzone che il Fanclub ha voluto fare ai ragazzi della scuola media. E così è stato eseguito dai giovani musicisti dell’ARS il brano “Sei”, brano al quale tutto noi virginauti siamo legati per il significato, nel quale, appunto, si mette in risalto l’importanza di essere sé stessi, sempre, per poter essere felici.  A sorpresa poi, come dono per i suoi fan, Virginio ha eseguito accompagnato alla chitarra da Sandro Sposito “Halleluja” e poi al piano “Davvero”, “Limpido” e “Dove resto solo io”, altro brano scritto per Laura Pausini.

Vedere il viso sorpreso di Virginio e anche la sua commozione per ciò che eravamo riusciti ad organizzare è stato per noi il più bel gesto di affetto che potessimo ricevere. Ma da allora la cosa più sorprendente è che il compleanno di Virginio è diventato un appuntamento annuale per poter unire musica e sociale.

Ecco alcune chicche raccolte durante la conferenza stampa di Andrea Bocelli per il lancio del suo nuovo album “Sì”. Un disco ricco di tanti nomi importanti del mondo della musica, e con un esordiente speciale: Matteo Bocelli, figlio di Andrea

Andrea Bocelli, tra pochi giorni potremo ascoltare "Sì"

Quando Andrea Bocelli canta lo fa in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo e cinese: in tante lingue verrà pubblicato il prossimo 26 ottobre “Sì”, il  suonuovo album di brani pop inediti. Il disco conterrà 12 canzoni più 4 bonus track che celebrano l’amore, la famiglia, la fede e la speranza.

“Sì” arriva 14 anni dopo “Andrea”, il tuo ultimo – finora – album. Con i tempi attuali della discografia, una voragine.

Non è facile trovare canzoni belle, degne di occupare il tempo delle persone. In 14 anni abbiamo collezionato questi brani, scegliendoli con cura. Poi non è stato semplice trovare il titolo del disco. Un giorno mi ha chiamato mio figlio Amos e mi ha suggerito “Sì”, la parola di cui oggi c’è veramente bisogno. È una parola bella, funzionale, positiva, che allarga il cuore perché tutti vorremmo sentirci rispondere sì in amore, quando chiediamo di aprire una finestra in casa, o quando domandiamo qualcosa alla pubblica amministrazione.

Tu sei uno degli alfieri dell’Italia nel mondo, come ti senti con un nuovo disco in mano?

Canto da quando sono nato, lavoro da parecchi anni, ma non mi piace pensare tanto a quello che ho fatto perché è ancora il momento di guardare avanti. Spero di avere ancora un po’ di tempo per fare altra musica.

Nel disco ci sono autori come Tiziano Ferro, Riccardo Del Turco (sì, proprio quello di “Luglio”, nda), Raphael Gualazzi: come li hai scelti?

Io ho scelto più le canzoni che gli autori, quando si fa arte l’amicizia va messa da parte.

Com’è andato l’incontro con Dua Lipa ed Ed Sheeran?

Con Ed Sheeran è successa una delle cose più esilaranti degli ultimi anni. Di lui ho grandissima stima, sia artistica sia umana. Ed voleva cantare questo duetto con me e io ho accettato (il testo di “Amo soltanto te” è scritto da Tiziano Ferro, la musica è di Matt Sheeran, fratello di Ed che è un musicista classico, nda). Mi ha mandato la canzone a casa e io l’ho cantata come mi sembrava meglio. Dopo qualche giorno, Ed è arrivato da me perché non gli piaceva come l’avevo fatta. Io non volevo cantarla come un tenore ma lui era determinatissimo, voleva che la interpretassi così. Ed è un artista autentico, e mi ha colpito il fatto che abbia preso un volo da Londra per venire a casa mia a spiegarmi la sua idea. Dua Lipa (che canta “If only (qualcosa più dell’oro)”, nda) invece non l’ho conosciuta, duettare con lei è stato un suggerimento della casa discografica: il brano ci ha guadagnato, lei ha proprio cantato in maniera ispirata.

A giugno Sheeran è in tour in Italia. Tu che impegni hai?

Non conosco il mio calendario, ma se sono da queste parti vedremo…

Cosa ci dici di Tiziano Ferro, autore del testo di “Amo soltanto te”?

Lui è stato bravissimo a entrare nel brano. Non si tratta di metrica, anche se tutti conosciamo la bravura di Tiziano nello scrivere, ma di sensibilità. Lui ha capito quello che serviva.

In “Vertigo”, scritta e suonata da Raphael Gualazzi, canti più da Gualazzi che da Bocelli.

Ho sentito la canzone e ho capito che era lontana dal mio mondo, però mi piaceva. L’unica soluzione era fare meglio che potessi quello che aveva fatto Raphael, cantando alla Gualazzi.

C’è praticamente tutta la tua famiglia in questo album.

A Matteo un bel giorno è venuto in mente di cantare, non lo aveva mai detto. Si vergognava a farlo davanti a me. Credo che lui abbia quello che non si insegna; quello che si insegna gli manca ancora un po’. Si è iscritto al conservatorio perché gli ho detto che le cose si fanno per bene, intanto abbiamo provato. In tutta onestà mi sembra ben riuscito quello che ho fatto. Amos, invece, suona il pianoforte.

C’è la fila di cantanti che vogliono cantare con te…

No, non c’è la fila di cantanti che vogliono cantare con me, specialmente nel pop. Se si entra nel loro repertorio invece è più facile collaborare.

Ciliegina sulla torta, ricordiamo che nei cinema dal 31 ottobre si potrà vedere il lungometraggio live action “Lo schiaccianoci e i quattro regni”, di Disney. La canzone che accompagnerà i titoli di coda sarà “Fall on me”, duetto tra Andrea Bocelli e il figlio Matteo, autore anche del brano insieme a Fortunato Zampaglione.

Andrea Bocelli parla di Michael Bublè: hai visto il video?

Michael Bublé dice addio alla musica.. ecco la reazione di Andrea Bocelli.Grazie a Nico Donvito per il video

Pubblicato da Musica361 – Il Giornale della Musica su Lunedì 15 ottobre 2018

Valerio Scanu presenta “Dieci”, il nuovo album che vuole festeggiare la sua carriera. L’intervista è stata fatta durante un incontro con i fan, in cui Valerio ha fatto ascoltare alcuni brani dal vivo

Valerio Scanu, "Dieci" è l'amore
Valerio Scanu. Foto: © Fabrizio Cestari

“Dieci” di Valerio Scanu è un disco che parla d’amore, inteso non solo come sentimento che ci lega a un’altra persona ma anche come l’attitudine da cui scaturisce la nostra visione del mondo. “Dieci” è un bell’album che festeggia i 10 anni di carriera, appunto, di Valerio Scanu.

Ma iniziamo col dire che lo stesso giorno sono stati pubblicati il tuo “Dieci” e quello (“10”) di Alessandra Amoroso.

Infatti mi sono un po’ arrabbiato (dice ridendo Valerio, nda). Alessandra ha comunicato il titolo prima di me, qualche fan più acceso di altri mi ha dato del “copione”. Siamo entrati lo stesso giorno ad Amici, sono 10 anni che facciamo entrambi musica, quindi… Onestamente se il titolo l’avessi comunicato io prima di lei per un minuto avrei pensato la stessa cosa, ma uno può scegliere il titolo due settimane prima dell’uscita del disco? No, ci sono troppe cose da fare, basti pensare solamente al tempo che ci vuole per realizzare la grafica.

10 anni di carriera e solo 28 d’età. Sei giovanissimo, ma quanti anni ti senti dentro?

Mah, non so. A 8 anni a La Maddalena ho cantato in piazza per la prima volta. A 12 anni avevo vinto Bravo bravissimo. Ho scritto due autobiografie. La prima (“Quando parlano di me”, del 2010) è stata scritta sull’onda del tritatutto di quel periodo. La seconda, “Giuro di dire la verità – Dalla A alla Zia Mary”, mi è stata chiesta. Però non sono uno scrittore, questo libro non è un’opera letteraria, è un testo leggero scritto perché avevo delle cose da raccontare.

Amici: che effetto ti fa ripensarci?

Abitualmente non mi riguardo molto. I video di Amici invece li conosco a memoria. In quelle immagini vedo un ragazzo che fondamentalmente è lo stesso di oggi, solo che adesso ho un bagaglio più grande di esperienza e di vita.

“Dieci”  è un disco d’amore

I nuovi brani parlano d’amore, inteso verso se stessi, verso gli altri e anche verso il mondo che ci circonda. Come sono nate le canzoni?

Ho voluto affidarmi a giovani e grandi autori, io ho collaborato solamente a scrivere una delle nuove canzoni (“Dannata distanza”, nda). Volevo fare la mia musica ma con il loro punto di vista, per cui non ho dato indicazioni specifiche sul genere musicale o sull’argomento. Volevo solo che il disco parlasse d’amore perché questo sentimento è il motore di tutto.

Tra gli autori dei nuovi brani c’è anche Pierdavide Carone, che aveva scritto “Per tutte le volte che” con cui hai vinto il Festival di Sanremo. Ci spieghi quel “in tutti i luoghi, in tutti i laghi” diventato un tormentone?

Facciamolo spiegare a Pierdavide (Valerio ride e Carone se la cava così: “In Puglia non ci sono laghi, il testo era molto immaginifico. Era tutta una metafora, intendevo dire che per l’amore non importa il luogo)”.

Come ogni anno, Valerio è al lavoro per preparare il consueto concerto natalizio. L’appuntamento con “A Christmas Carol” è per sabato 15 dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Infine, uno sguardo a come sta andando il disco: bene. Valerio Scanu e Alessandra Amoroso con i loro rispettivi album sono volati in testa alle classifiche. Due 10 e lode.

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