… stavolta si è presa la Luna!
Dopo la vicenda della canzone di Rino Gaetano, utilizzata come “sigla” in una manifestazione politica senza alcun consenso degli aventi diritto, pensavamo davvero che i politici non si sarebbero spinti oltre. Ci sbagliavamo.
Un noto personaggio politico (un senatore, professore universitario, già ministro della Repubblica Italiana) ha avuto l’ardire di utilizzare la celeberrima canzone “Luna” di Gianni Togni e Guido Morra per uno spot politico per le elezioni amministrative nella città di Bari; con la sfrontatezza di cambiare il testo della canzone (in modo molto discutibile) e di sincronizzarne il risultato della dilettantesca registrazione nel video promozionale.
Il filmato ha iniziato a circolare in rete dal 6 maggio scorso, mentre Gianni Togni – accortosi pochi giorni dopo della deprecabile iniziativa – ha espresso pubblicamente di dissociarsi dalla vicenda, con ogni più ampia riserva di tutela.
Il politico si sarebbe chiarito e scusato con l’artista; ma, ciò nonostante, il video è ancora in rete.
Il fatto riveste una particolare gravità (maggiore rispetto agli episodi già trattati in queste pagine): stavolta l’utilizzo strumentale del brano musicale,
violare le canzoni senza autorizzazione a scopo di propaganda politica
senza autorizzazione e a scopi di propaganda politica, è stato anche inciso e sincronizzato in un video; ed ha subìto la grave “deformazione e modificazione” che, a norma di Legge, configura la violazione del diritto morale d’autore.
Come abbiamo già visto, infatti, ogni atto a danno dell’opera stessa, che possa essere di pregiudizio all’onore o alla reputazione dell’autore, è vietato dall’art. 20 della Legge sulla protezione del diritto d’Autore.
Oltre al danno di natura morale ricevuto, gli autori potrebbero contestare e rivendicare un pregiudizio di natura economica, commisurabile – come minimo – con il c.d. “prezzo del consenso”, salvo ulteriore ristoro per aver la possibile perdita d’immagine nell’opinione pubblica.
Dopo questo ennesimo “scivolone” a danno della musica, la speranza è che almeno i politici si informino meglio sulle leggi che tutelano gli autori e gli interpreti; proprio loro che le leggi le scrivono e dovrebbero conoscerle.