Premio Pierangelo Bertoli sezione big: nel corso della finale si sono esibiti e sono stati premiati anche Manuel Agnelli, Fulminacci, Mario Venuti e Noemi
Grande successo per la decima edizione del Premio Pierangelo Bertoli, due serate condotte da Andrea Barbi e realizzate con la Direzione Artistica di Alberto Bertoli e Riccardo Benini, conclusosi il 5 novembre, al Teatro Storchi di Modena, con Emanuele Conteche si è aggiudicato il Premio Pierangelo Bertoli – Nuovi Cantautori.
Nel corso della finale si sono esibiti e sono stati premiati anche Manuel Agnelli, Fulminacci, Mario Venuti e Noemi.
Queste le motivazioni che hanno accompagnato il conferimento dei Premi per la sezione BIG:
Manuel Agnelli – Premio Pierangelo Bertoli
«C’è stata una stagione musicale in Italia dove sono proliferati i gruppi rock che preservavano l’indipendenza e l’autenticità della canzone, per raccontare il presente da un punto di vista musicale.
Gli Afterhours, da un certo momento in poi, sono diventati il simbolo di quel movimento, e Manuel Agnelli, il loro fondatore, il leader e la voce in grado di fare da riferimento.
Gli dobbiamo tanto, anche come operatore culturale riflessivo e competente, e come cantautore che, anche nella recente esperienza solista, cerca sempre una strada propria, un proprio linguaggio e un punto di vista non omologato dalle sirene dei click della rete e dalla liquidità di oggi».
Fulminacci – Premio Italia D’Oro
«Fulminacci rappresenta la freschezza e la capacità di saper scrivere canzoni che arrivano immediatamente, dopo aver attraversato il cuore e l’immaginario: perché è lì che prendono sostanza.
Della scuola romana più recente prosegue l’attitudine, ma il linguaggio è del tutto contemporaneo e racconta il mondo di oggi con l’inconfondibile marchio di fabbrica del poetico realismo.
Se la canzone d’autore riesce a proseguire la sua strada importante in un difficile scenario come quello odierno, è anche grazie a voci come la sua».
Mario Venuti – Premio a Muso Duro
«Mario Venuti viene dal rock indipendente, quello che era in grado di indirizzare il mercato attraverso una propria esclusiva cifra stilistica, cantando “le proprie canzoni per la strada e affrontando la vita a muso d’uro”.
E così ha attraversato gli anni Novanta in una Catania raggiante di vita musicale. Da lì sono venute alcune delle cose migliori dell’Italia della canzone e lì si è forgiato il suo stile tra il pop e la canzone d’autore, sempre schietto, chiaro e coinciso anche nell’impegno sentimentale: il più difficile, il più vero».
Noemi – Premio per dirti T’Amo
«Noemi è oggi una delle artiste più importanti del panorama italiano: un prestigio acquisito sul campo, perché la sua voce, il suo graffio, la sua cifra artistica riescono a rappresentare un unicum, un carattere proprio che si fa stile e poetica.
Perché le vere interpreti completano la scrittura di un brano con la performance: portano la canzone nel loro mondo e non prestano mai la propria voce senza cantare se stesse».
Video interviste a cura di Domenico Carriero e Vincenzo Salamina
Humana: “Un altro giorno” il nuovo singolo
Humana: “Un altro giorno” la voglia di vivere un domani migliore perché in fondo tutti noi meritiamo di meglio
È uscito da qualche giorno il nuovo singolo “Un altro giorno” della band elettro rock Humana, tratto dall’omonimo album “Un Altro Giorno”.
Ne parliamo con il frontman, che è anche l’autore delle canzoni, Daniele Iudicone.
Lorenzo Sebastiani, invece, si occupa della produzione, della registrazione, delle musiche e degli arrangiamenti.
Daniele, ci racconti di cosa parla il nuovo singolo “Un Altro giorno”?
Il brano parla della speranza e della voglia di vivere un domani migliore, che sappia in qualche modo ricompensarci per gli alti e bassi del presente.
Lascia trasparire quella particolare sensazione che ci siano delle forze invisibili all’occhio umano, capaci però di guidarci verso destinazioni ignote, con la speranza che il domani sia migliore del presente.
“Un altro giorno arriverà, ci prenderemo tutto quello che ci spetta urlando che siamo qui” è un racconto denso di emozioni, di rivincita, per raccontare quelle sfide, salite e discese, che ogni giorno affrontiamo nel corso della vita.
Il singolo è accompagnato da un video molto particolare, ce ne parli?
Il video, prodotto da Borotalco TV ed Evolution RenTV, con la regia di Giulio Cannata e Cage Moss, racconta le sfumature interiori di tante persone, diverse tra loro, ciascuna con il proprio personale percorso di vita, costellato di decisioni sofferte, momenti felici, come inevitabilmente è la vita umana.
Un racconto di resilienza e forza che, unito al sound rock, narra la percezione della realtà, mia e di Lorenzo Sebastiani.
Nell’omonimo album “Un altro giorno” trattate spesso il tema delle relazioni, da dove nasce questa necessità?
L’album è stato scritto durante la pandemia, quando il Covid ci aveva sottratto la possibilità di vivere la quotidianità liberamente, confinandoci tra le mura domestiche, che spesso non sono il luogo più salubre in cui stare ed esprimere il proprio modo di essere.
Parla di relazioni che si rivelano tossiche, che non ci arricchiscono, ma anzi ci sottraggono energie; da qui la necessità di prendere le distanze, pensare a un futuro migliore, perché in fondo tutti noi meritiamo di meglio, se quel che abbiamo non ci fa stare bene.
Con la pandemia sono stati riscritti i valori e le priorità delle persone, dal lavoro, al modo in cui scegliamo casa, ma anche e soprattutto per quanto riguarda le relazioni.
Quali sono i progetti futuri di Humana?
Il progetto più imminente riguarda il tour promozione dell’album “Un altro giorno” che riprenderà a marzo 2023, toccando diverse grandi città, come Roma, Firenze, Milano, Torino, Bologna, Genova e Salerno.
Il tour ci permette di sperimentare la musica live che è l’aspetto che più ci piace e stimola, oltre a essere la quinta essenza del gruppo stesso.
Gli Humana nascono proprio per fare musica dal vivo e incontrare il pubblico nei concerti. Contemporaneamente io e Sebastiano lavoreremo alla stesura del quarto album, che uscirà sempre per DLM, Digital Music Label.
Il vostro sound attuale trae ispirazione dai Bluvertigo, Subsonica, Depeche Mode. C’è qualche artista con il quale vi piacerebbe particolarmente collaborare?
Uno dei sogni più belli in assoluto per noi sarebbe collaborare con i Subsonica, nostro gruppo di riferimento per il rock elettronico italiano e che probabilmente è stato il primo gruppo a sperimentare sonorità innovative.
Esplorerete nuove sonorità?
Per il quarto album il nostro obiettivo è quello di proseguire con nuove sperimentazioni musicali.
Vireremo verso sonorità più punk, ma sempre con una contaminazione elettronica, proprio perché è questo lo stile nel quale ci sentiamo più a nostro agio, soprattutto durante le performance live e anche il nostro pubblico ha dimostrato di apprezzarlo particolarmente.
Giacomo Grasso, in arte Theft: uscito “Rivalsa”
Giacomo Grasso, in arte “Theft”, recentemente ha pubblicato il suo primo EP “Rivalsa”
Giacomo Grasso in arte Theft nasce a Genova il 21 marzo 1972. Dopo essersi diplomato alla Scuola d’Arte Paul Klee della sua città ed essersi specializzato in nuove tecnologie e video arte, ha lavorato come grafico, designer, musicista e videomaker, riuscendo dunque ad unire molte delle sue passioni.
La musica è sempre stata una delle sue passioni più importanti, oltre che sua compagna di crescita personale. Sa suonare il basso, il contrabbasso, la chitarra acustica ed elettrica, il mandolino, il bouzuki greco e l’ukulele.
Le sinfonie di tutti questi strumenti si uniscono alla sua passione per l’elettronica, attraverso l’uso di sintetizzatori e del theremin (manipolatorie di suoni che utilizza un hardware).
Oltre che di musica, Giacomo si occupa anche di produzione, registrazione e del mixaggio delle canzoni presso il suo studio a Genova, dove si occupa anche di riprese e montaggio video.
Si è esibito in Italia, Francia, Germania e Svizzera. A Genova è stato chiamato a suonare nei locali più importanti della città e in prestigiose location, come la sala mercato Teatro Modena, il Museo d’arte moderna Villa Croce, le Cisterne del Palazzo Ducale, il Palazzo della Commenda di Prè e il teatro Gustavo Modena.
Qual è la tua rivalsa?
Essere riuscito a convogliare generi, stili, strumenti, tecnologia, parole, immagini in modo uniforme e naturale.
Com’è nata la passione per la musica e come l’hai conciliata con il tuo mestiere?
In casa mia fin da piccolo, complice mia madre che aveva una smisurata passione per la musica si sentiva ogni cosa, ogni genere. Lo studio delle nuove tecnologie mi ha permesso di poterlo far diventare anche un lavoro.
Che significato ha il mare nella tua musica?
Il mare è un punto di partenza da dove nascono le idee, come lo sciabordare delle onde che si irradiano. La profondità e la vastità dell’acqua sono le innumerevoli possibilità.
Tra le cinque tracce dell’Ep “Rivalsa”, ce n’è una alla quale sei particolarmente affezionato?
Si, “Cometa” perché ha dato il via a tutto. Era la mia sensazione di essere effimero in questo mondo, tempo, stato. Non sapevo a cosa attribuire questa sensazione. Ed una notte… eccola. La cometa.
Chi è l’uomo di pietra nel tuo singolo omonimo?
L’uomo di pietra sono io visto da fuori. Ora più riflessivo, ferito, attento, disilluso.
Nel brano “Cometa” paragoni te stesso a quest’ultima. Qual è oggi la tua traiettoria?
Non ho certezza di traiettorie. Vediamo che succede al massimo viro di poco prima di impattare.
Quali strumenti consideri più funzionali per l’espressione dei tuoi stati d’animo?
Prevalentemente il basso elettrico e i sintetizzatori.
Da dove trai ispirazione per i tuoi testi?
Da emozioni che vivo o ho vissuto. Da cose che vedo. Amo il cinema e quindi creo storyboard tutti i momenti della mia vita.
Hai un artista o un gruppo che ammiri e con cui ti piacerebbe collaborare?
Si, Nine Inch Nails e Trent Reznor.
Sono in programma altri progetti musicali?
Per ora voglio terminare i prossimi video che chiuderanno i 5 brani dell’EP. Poi si vedrà. Ho un po’ di idee…un libro di poesie e sicuramente altri brani.
Andrea Del Principe: la magia del Natale
Andrea Del Principe: il nuovo album, una raccolta delle più belle canzoni della tradizione Natalizia e il tour negli Stati Uniti d’America
Dall’entroterra torinese al Madison Square Garden sulle orme dei più grandi artisti di tutti i tempi. Non è una favola e neppure un film, e lui non è né Rocky né Spiderman.
Ma un superpotere ce l’ha di certo: la voce.
Andrea Del Principe, tenore italiano da esportazione, ci presenta qui il suo nuovo album, una raccolta delle più belle canzoni della tradizione natalizia, a cui seguirà un tour in lungo e in largo per tutti gli Stati Uniti d’America.
Andrea, cosa dobbiamo aspettarci da questo tour?
Il tour di quest’anno è bellissimo quanto impegnativo. Lo vedo come un regalo del cielo e lo accolgo con grande gratitudine essendo una persona che ama le sfide.
Le tappe principali sono i miei quattro concerti in Florida, Boca Raton, Fort Lauderdale, Naples e Fort Pierce, in un teatro da 1200 posti.
Seguiranno Las Vegas al Caesar Palace, uno dei maggiori Hotel e Casino della città, Villa Versace a Miami, Chicago, Toronto, e la Finale di Miss Italia USA al Madison Square Garden di New York.
Vi lascio immaginare cosa vuol dire per me che sono cresciuto in un paesino nella cintura di Torino, cantare al Madison Square Garden, a Mahnattan dove hanno girato Spiderman e Rocky e dove si sono esibiti i più grandi da Sting a Pavarotti a Frank Sinatra.
Avverti differenze tra il pubblico americano e quello italiano?
Gli americani premiano l’autenticità e amano sentire cantare in italiano.
Oltre ai miei brani originali, scelgo attingendo dal vasto repertorio di canzoni italiane: dai brani d’opera più noti come La donna è mobile e Nessun Dorma ai successi internazionali che i grandi tenori italiani hanno portato nel mondo come, per esempio, Volare (Nel blu dipinto di blu), Un amore così grande e Caruso di Lucio Dalla.
Gli americani ammirano l’Italia, geograficamente siamo un Paese piccolo ma da noi provengono delle eccellenze universalmente riconosciute nel campo della moda, del cibo, delle automobili.
Come mai, secondo te, in America la nostra tradizione lirica ha così tanto seguito?
L’italiano è una lingua che da sempre esprime cultura, Per gli americani la nostra lingua ha un sapore quasi esotico e un fascino unico.
Senza contare poi che le nostre città d’arte sono tra le mete preferite dei turisti stranieri che quindi associano la musica italiana, la tradizione napoletana e l’opera, a momenti felici della loro vita.
I tuoi concerti saranno anche occasione per presentare il nuovo album dedicato al Natale.
Silent Night,Adeste Fideles, Oh Holy night e molte altre canzoni della tradizione natalizia sono in scaletta.
Cantare questi brani durante il periodo natalizio è sempre emozionante, la coreografia e i video di sfondo completano la scena e permettono di celebrare la magia del Natale in un modo unico.
Tendo però a cambiare le scalette durante un concerto in base all’energia che sento dal pubblico, i miei orchestrali che mi conoscono tengono pronte le partiture di tutti i brani del repertorio, sapendo che a volte faccio dei cambiamenti ‘al volo.’
Sono previsti ospiti sul palco?
Credo molto nelle collaborazioni e nel mio percorso ho avuto la fortuna di incontrare persone straordinarie, ai quali mi lega una grande passione per la musica e una profonda amicizia.
Sul palco con me ci saranno Nuccio Giannino, colonna dell’entertainment in Florida e il cantante d’opera Omar Fernandez.
Poi ti aspettiamo in Italia.
Me lo auguro, prestissimo.
CAMILLA “vengo a prenderti all’Havana”
Cuba per me significa libertà, sono tornata indietro con la mente ai luoghi del cuore che hanno definito la mia infanzia
Ciao Camilla, dopo “Valentina” e “FuckGirl”, sei tornata con un brano molto fresco e perfetto per l’estate, nonché una lettera d’amore a Cuba: “Vengo a prenderti all’Havana”. Come è nato il tuo ultimo singolo?
Ciao amici di Musica361! Il mio ultimo singolo è nato dalla penna del mio producer, Sveno Fagotto, che è estremamente legato a Cuba. Questa canzone ha un significato molto speciale per lui. Non essendo mai stata rilasciata, Sveno ha voluto farmi questo regalone e adattarla alla mia voce. Giorno dopo giorno, lavorando in studio, ha preso sempre più forma ed eccoci qua con la mia nuova release!
Cosa rappresenta per te Cuba e come ti influenzano le sonorità legate all’isola?
Cuba è una parte di me. Ci sono molto legata e mi ha dato sicuramente tanto a livello culturale, mentale e musicale. Con questo brano e con queste sonorità, ho voluto confrontarmi con la mia dimensione più latineggiante. Ora ho voglia di sperimentare maggiormente questo genere e di mettermi alla prova.
Nel testo della canzone, tu dici “La valigia era già pronta, solo da una vita intera”. Cosa c’è nella tua “valigia” ad oggi, umanamente e professionalmente parlando?
Nella mia valigiona ci sono tante cose diverse, da quelle più belle a quelle più difficili, come in ognuno di noi immagino. Sicuramente devo ancora aggiungere una valigia in più, dato che non viaggio mai solo con una valigia ahahahahah. Ad oggi, penso di aver vissuto in prima persona molti momenti che mi hanno demoralizzata, ma al tempo stesso sono serviti a costruire mattone per mattone CAMILLA, artisticamente e soprattutto personalmente. Questi momenti davvero tosti mi hanno dato la forza per arrivare fino a questo punto (di partenza) e a buttarmi (sempre con le giuste precauzioni).
Sei stata una delle prime nuovi voci entrate nel roster di Senape Dischi. Com’è lavorare quotidianamente a stretto contatto con un’etichetta discografica indipendente e con un team che cura ogni aspetto del tuo percorso?
È fighissimo! Sicuramente aiuta tanto avere un team che ti segue, che ti sprona e che nelle giornate no ti tira su. Penso sia fondamentale, soprattutto per un’indecisa come me! Oltre a questo, per mio modesto parere, una buona squadra serve sempre perché confrontarsi nel quotidiano con uno o più pareri “esterni” fa sempre bene.
Attualmente Cuba sta affrontando una crisi socio-economica e sanitaria insostenibile. Come stai vivendo questo momento così delicato e complesso al tempo stesso?
Questo periodo per Cuba è micidiale. Lo sto vivendo abbastanza male, anche perché non sento da un po’ di tempo alcuni dei miei parenti. Mi piange il cuore a vedere un’isola così bella e così piena di vita in questa situazione morente. Nel mio piccolo, cerco di appoggiare e supportare il popolo cubano, ma non posso fare molto se non spiegare la situazione a chi me lo chiede personalmente.
Finalmente stanno tornando i nostri amatissimi concerti. Hai già pensato ai tuoi live? Come te li immagini?
Giusto in questo momento stiamo progettando qualcosina, ma ancora è tutto in divenire, perciò aspetterò a diffondere il verbo. Come li immagino? La verità è che non ci riesco proprio! Preferisco non pensarci perché mi emoziono al solo pensiero di ciò che potrebbe essere, ma datemi un microfono, un palco e io canto.
Quali sono i progetti per il futuro?
Per il futuro ho tanti progetti. Non sono una che fa poche cose alla volta, ma va sempre a finire che mi ritrovo un marasma di idee per la testa. Musicalmente, ho in mente un paio di cose: sicuramente un altro singolo (forse anche un EP) e, ad oggi, ho in ballo due progetti con altri due artisti di Senape Dischi che sono una bomba. Restate sintonizzati sui miei canali social per saperne di più!
Giulia di Pierno in arte GIULIA, esce “Fatta di te”
Giulia al suo debutto con il singolo “Fatta di te” in uscita oggi 30 giugno 2021
Giulia Di Pierno, in arte GIULIA, è una giovane cantautrice milanese nata in provincia di Milano, l’abbiamo incontrata per l’uscita del suo primo singolo “Fatta di te”.
Romantica, sensuale ed ipnotica, “Fatta di te” è una canzone dalle sonorità R&B/Soul (con influenze spagnole) che racconta le prime emozioni di una “bella cotta”; ovvero quello stato confusionale pieno di dubbi, incertezze e speranze che segnano e fanno parte della vita di ogni ragazza.
Ciao Giulia! Come è nato il tuo primo singolo, “Fatta di te”?
Ciao Juditta e ciao Musica 361, inizio con il ringraziarvi per le vostre domande e la disponibilità. “Fatta di te” è nata come la maggior parte delle canzoni dell’album su cui sto lavorando, durante il lockdown. Più precisamente in una notte di fine ottobre. Come molti di noi, durante la pandemia ho avuto più tempo libero e ne ho approfittato per scrivere nuovi brani, in modo tale lasciare su carta tutte le emozioni che stavo provando in quel periodo.
Ci puoi raccontare il processo creativo legato al brano?
Parto sempre ricercando una melodia, spesso e volentieri canticchiandola. Dopo di che butto giù le prime righe di quella che diventerà una canzone e da quel poco che scrivo, capisco il mood che voglio comunicare all’ascoltatore. Di conseguenza, inizio a creare il testo prendendo ispirazione dai miei ricordi e aggiungendo un pizzico di fantasia. Come secondo step, porto la bozza in studio ed è in quel preciso momento che nasce una bella sinergia tra la mente creativa del mio producer, Sveno Fagotto, e la mia. Ci si confronta per capire quale strada percorrere a livello di contenuti e di sonorità, fino alla nascita effettiva della canzone. Questo è stato il processo creativo di “Fatta di te” e di tutti i miei brani, è come una routine per me.
Abbiamo letto che le tue influenze principali spaziano dall’R&B al Soul, passando per la musica latino-americana. Come riesci a fondere questi generi e ad integrarli nella tua musica?
Il mix tra questi generi non è una caratteristica che ricerco per ogni mio brano. Anzi, posso anticiparvi che più avanti usciranno anche canzoni con sonorità esclusivamente latine. Essendo fortemente influenzata da molteplici generi, questa miscela si crea quasi involontariamente. Nel caso specifico di “Fatta di te”, l’impronta iniziale era esclusivamente R&B – Soul. Io e Sveno eravamo alla ricerca della chitarra con il giusto suono da aggiungere al pezzo, per dargli più personalità, che poi si è rivelata essere una chitarra spagnola da flamenco.
Come è nata la tua collaborazione con il tuo produttore, Sveno Fagotto?
La mia collaborazione con Sveno è iniziata a fine febbraio, grazie alla mia amica e cantate Camilla (anche lei insieme a me ed altri artisti è parte del roster dell’etichetta Senape Dischi, fondata da Sveno Fagotto ed Emanuele Patti). Pensate che è stata proprio lei a trovarlo e a consigliarmi di incontrarlo per fargli ascoltare la mia musica. Prima di incominciare questa nuova avventura (e tutt’ora) lavoro anche insieme all’etichetta OverTheSound, dove mi concentro esclusivamente sulla musica latina. Per questo progetto, avevo bisogno di un producer che mi aiutasse a sprigionare il mio lato R&B. Fortunatamente, questa figura l’ho trovata in Sveno e così abbiamo dato il via alla nostra collaborazione.
Giulia di Pierno in arte GIULIA giovane cantautrice
Come è essere parte di una realtà indipendente come Senape Dischi?
Mi sento molto fortunata e grata di avere questa meravigliosa opportunità. Ho alle spalle un team preparato, sempre pronto ad aiutarmi e supportami. Sono una cantante emergente che sta per fare uscire il suo primo singolo e non sono da sola a “buttarmi” nell’industria musicale. Non potevo chiedere di meglio.
Se potessi cantare “Fatta di te” con qualche altro musicista, chi sceglieresti e perchè?
Ho più artisti in mente con il quale sarei onorata di poter cantare la mia canzone e che sicuramente la valorizzerebbero, ma credo che il più adatto sarebbe Mahmood. La sua voce e le sue melodie calzerebbero a pennello con il mio brano. Anche lui ha una forte impronta di R&B nella sua musica. Mi piace molto e spero davvero in un futuro di poterci collaborare.
Il 13 luglio uscirà anche il videoclip ufficiale del singolo, diretto da Matteo Maraglino. Cosa possiamo aspettarci?
La progettazione del video è ancora “work in progress”, ma una caratteristica certa è la presenza del colore rosso, che simboleggia l’energia e la passione che voglio trasmettere con “Fatta di te”.
Stai lavorando ad un concept album di prossima uscita. Cosa ci puoi anticipare?
Questo disco è nato per caso. Come vi ho anticipato precedentemente, durante il lockdown ho iniziato a scrivere nuove canzoni e solo dopo andando in studio mi sono resa conto di aver scritto e composto dei brani con un nesso logico. Le canzoni sono 8, ognuna rappresenta una fase di una relazione sentimentale. L’ultimo spoiler che posso darvi è che ci sarà un featuring.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
I miei progetti per il futuro sono tanti, così come i miei obiettivi. Sicuramente ora sono concentrata sulla promozione del mio primo singolo e dell’album, ma sto anche già pensando al secondo, sto lavorando a dei brani in spagnolo per il pubblico che ama anche la musica latino-americana e spero presto di poter fare tanti live con le mie canzoni: sono tanti obiettivi importanti per me. Ho veramente tanta voglia di fare della musica il mio lavoro.
Eugenio Bennato al Tulipani di Seta Nera
Tulipani di Seta Nera chiude con premio e live di Eugenio Bennato
È calato il sipario sulla XIV edizione del Festival Internazionale del Film Corto TULIPANI DI SETA NERA, domenica 6 giugno si è chiuso con un grande protagonista: Eugenio Bennato, autentico portavoce della cultura musicale napoletana, ha ricevuto il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” per l’impegno sociale. Alle 18.30, inoltre, il grande artista partenopeo si è esibito dal vivo sul palco del Cinema Giulio Cesare di Roma, che ha ospitato le quattro giornate della kermesse dedicata a cortometraggi e videoclip a tema sociale.
Presieduto da Diego Righini e realizzato dall’associazione di promozione sociale “Università Cerca Lavoro” su idea di Paola Tassone, direttrice artistica della manifestazione, il Festival promuove infatti il lavoro di autori provenienti dall’Italia e dall’estero che, attraverso le immagini, rappresentano non il semplice racconto di una diversità, ma l’essenza stessa della diversità e della fragilità, delle persone e dei luoghi, valorizzandone i molteplici aspetti ed esprimendoli attraverso l’arte cinematografica, che da sempre ha dato voce alle lotte per l’ecologia e l’emarginazione, con pensieri, opinioni e sentimenti.
Nelle varie sessioni, tanti i premi riservati alla musica, la musica che ha il magico potere di trasformare le immagini in emozioni.
Si sono alternati sul palco, nelle varie sessioni della manifestazione: il ministro Andrea Orlando, che è intervenuto sui temi caldi del lavoro insieme al presidente INAIL, Franco Bettoni, e al presidente Anmil, Zoello Forni; Alfonso Pecoraro Scanio, intervenuto su transizione ecologica e tutela ambientale; il direttore del DAP Bernardo Petralia; artisti quali Dolcenera,Bungaro, Ludovico Fremont, Rossella Izzo, Grazia Di Michele (direttore artistico della sezione #Socialclip), Elena Ballerini – che condurrà con Pino Insegno il Gala televisivo di fine manifestazione – i registi Giulio Base e Mimmo Calopresti (direttore artistico della sezione Documentari), Francesca Rettondini, Saverio Deodato e il maestro Vince Tempera; Esmeralda Calabria, che si è aggiudicata la statuetta per il “Miglior Montaggio” ai David di Donatello. E ancora, i direttori Giovanni Parapini (Rai per il Sociale), Luca Milano (Rai Ragazzi) e Lorenzo Mucci (Centro Produzione Rai Salario), che hanno voluto testimoniare come la prima Azienda televisiva italiana stia investendo su giovani, sociale e nuove tecnologie.
NOTA
Qui di seguito tutti i premi tecnici consegnati nei quattro giorni della rassegna al Cinema Giulio Cesare di Roma.
CORTOMETRAGGI
GIORNO 1
Il Premio ANMIL viene assegnato a Restare di Costanza Giordano
Il premio per la “Migliore Musica” va a Respira di Lele Nucera, musiche a cura di Francesco Loccisano
Il premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Oltre – Oltre il pregiudizio/Oltre la disabilità di Ari Takahashi
Il premio “Valore del Lavoro” va a Ricomincio da me di Enza Lasalandra
Il Premio per la “Miglior Sceneggiatura” viene assegnato a Zagara di Martina Bonfiglio, sceneggiatura di Martina Bonfiglio
Il Premio “Sorriso Rai Cinema Channel” va a Regenerate di Angelo Faraci
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Tropicana di Francesco Romano
GIORNO 2
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Ho disegnato gli occhi al mio pallone di Riccardo Trentadue
il Premio “Miglior Opera per la TV” va a Verdiana di Elena Beatrice e Daniele Lince
Il Premio “Fondazione Univerde” va a The Quarantine Path di Davide Lomma
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Rosaria De Cicco per il corto La voce di Laura di Giuseppe Bucci
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Ostaggi di Eleonora Ivone
GIORNO 3
Il premio Migliore Attrice va ad Anna Cianca, per il cortometraggio La Perdita di Alberto Marchiori
Il premio Miglior Attore va a Saverio Deodato per il corto Capolinea di Saverio Deodato
Il Premio per il “Miglior Corto d’Animazione” va a Roberto di Carmen Cordoba Gonzalez
Il premio “Il viaggio Enit” viene assegnato a Faula di Massimiliano Nocco
Il Premio Miglior Attore Young viene assegnato a Kevin Statzu per il corto Faula di Massimiliano Nocco
Il Premio “Tulipani Fuori Classe – Talenti in Erba” va a Rivoluzione di Alessio Santi
GIORNO 4
Il Premio “COndiVIDiamo Diversità” viene assegnato a Gocce di Luce di Silvia Monga musiche di Beppe Carletti e Nomadi
Il Premio “ASviS” viene assegnato a Gocce di Luce di Silvia Monga
Il Premio Sorriso di VariEtà va a Mi chiamo Eva di Miriam Previati
Va Carlo Brancaleoni il Premio alla Carriera per i 35 anni in Rai Cinema
Il Premio “Miglior Cortometraggio Straniero” viene assegnato a Learning to lose di Sergio Milan
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Mamaville di Irmak Karasu
Il Premio Miglior Sorriso Nascente va a L’Affitto di Antonio Miorin
Il Premio Miglior fotografia va a L’Affitto di Antonio Miorin
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Dietro la notte di Daniele Falleri
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Elisa Visari per Dietro la notte di Daniele Falleri come Miglior attrice emergente 2021
VIDEOCLIP
GIORNO 1
Il Premio per la “Migliore Musica” viene assegnato a Con Sam regia di Luca Ferrari, artisti Mirò Sollecito e Toni Deragna
Il Premio per la “Miglior Regia” viene assegnato a Cavalleggeri è New York nella testa di Laura la regia di Matteo Florio, artista Tommaso Primo
Il Premio per il “Miglior Testo” viene assegnato a Perdere tutto regia di Daniele Barbiero, artista Hale
Il Premio ANMIL viene assegnato a Perdere tutto regia di Daniele Barbiero, artista Hale
Il Premio per il “Miglior Soggetto” viene assegnato a A San Michele regia di Alessandro Ferraro, artista Davide Ambrogio
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Vivo nel Mondo di Pamela D’amico, regia di Daniele Barbiero
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a L’Umarelldi Fabio Concato, regia di Adriano Merigo
GIORNO 2
Il Premio Resilienza viene assegnato a Hey regia di Fabiana Iacolucci – Iaca Studio, artista Vasco Barbieri
Il “Premio della Critica” viene assegnato a Acustico regia di Valerio Matteu, artista Veronica
Il Premio ASviS #SocialClip viene assegnato a Libertàregia di Gianni Cannizzo, artista Peppe Lana
Il Premio Miglior Over #SocialClip viene assegnato a Etica Peletica regia di Antonella Barbera e Fabio Leone, artista Davide Campisi
Il Premio #SocialClip Web viene assegnato a Etica Peletica regia di Antonella Barbera e Fabio Leone, artista Davide Campisi
Il Premio COndiVIDiamo Diversità #SocialClip va a Fragile regia di Emiliano Leone e Max Nardari, artista Max Nardari
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” va a Amaremare di Dolcenera, regia di Nils Astrologo
DOCUMENTARI
GIORNO 3
Il Premio della Critica va a Sisterhodd di Domiziana De Fulvio
Il Premio Migliori Musiche va a Il Direttore di Maurizio Orlandi
Il Premio Miglior Sceneggiatura va a Il Direttore di Maurizio Orlandi
Il Premio ANMIL va a Il Direttore di Maurizio Orlandi
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Burlesque Extravaganza di Grace Hall
Il Premio ASviS Documentari va a NIÑOS MAYAdi Veronica Succi
Il Premio per la “Miglior Regia” va a Libertàdi Savino Carbone
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Il tipo che sorride di Giancarlo Castelli
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a La prima cosa bella di Nicola Prosatore
GIORNO 4
I Premi “Miglior Fotografia” e “Miglior Montaggio” vanno a Briganti di Bruno e Fabrizio Urso
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” viene assegnato a Dell’acqua e del tempo di Gianfranco Pannone
Il Premio della Critica va a Solidarity crime. The Borders of Democracy di Nicolas Braguinsky Cascini e Juan Pablo Aris Escarcena
Il Premio ANAC va a Solidarity crime. The Borders of Democracy di Nicolas Braguinsky Cascini e Juan Pablo Aris Escarcena
Il Premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” va a Musica Identità Rivoluzione di Daniela Riccardi
Va a Eugenio Bennato il premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale” per l’impegno sociale
Tra i partners istituzionali e culturali che si sono distinti per il loro impegno concreto a favore della manifestazione, il Ministero della Cultura, il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione Lazio,Rai Cinema Channel e Rai per il Sociale, Roma Lazio Film Commission,ANAC,ANMIL, ASVIS, ENIT, ENS,INAIL e Fondazione UNIVERDE.
Abbiamo bisogno del calore dei fan e dell’adrenalina del palco
Lui chiama Simone Costantino, in arte China. Come l’inchiostro, perché lui è con l’inchiostro che scrive le sue canzoni. Se il 2020 è stato caratterizzato da una vera metamorfosi musicale, alla ricerca di nuovi sound e nuove collaborazioni, il 2021 si preannuncia per China come l’anno della svolta. È uscito lo scorso marzo il primo EP di China, dal titolo “Frammenti”, disponibile su tutte le piattaforme musicali, distribuito da The Orchard (Sony Music), realizzato grazie al supporto dell’etichetta discografica Clandestin Recordz, di cui China fa parte. Un prodotto intenso, che l’artista ha dedicato a una sua recente storia d’amore chiusa senza lieto fine. Lo abbiamo incontrato
Simone hai ottenuto un grande risultato con il tuo primo EP, “Frammenti”. Cosa, secondo te, ha convinto gli ascoltatori che ti hanno premiato?Raccontare se stessi non è mai facile, ma può essere più semplice rispetto al raccontare gli altri o il mondo che ci circonda?
Il successo fa sempre piacere, come in questo caso, ma non è mai scontato. Penso che la spontaneità dei testi siano la punta della freccia, ma anche il lavoro nella creazione del suono sicuramente ha nuove idee che non possono passare inosservate.
Ogni artista ha il bisogno di raccontare quello che ha dentro, se fai quello secondo me lo farai sempre nel modo migliore ed io avevo tanto bisogno di trasformare in musica tutto ciò. Credo che il pubblico lo abbia compreso e mi posso davvero ritenere soddisfatto per questo risultato
“Frammenti” è uno spaccato di vita, perché racconta un amore finito male. Quindi il lieto fine è quasi sempre solo nelle favole?
Dico al mondo di non arrendersi mai e di credere sempre in sè stessi e negli altri, l’amore è una cosa bellissima a cui non dobbiamo rinunciare. Tuttavia prima di sapere se esiste chiediamoci cos’è il lieto fine? O per lo meno quale sarebbe per noi… Io non ho ancora avuto il mio lieto fine ma l’ho toccato con le mie mani. E il modo migliore per esprimerlo era trasformandolo in una canzone.
E quale sarebbe la tua favola perfetta?
Esattamente quella per cui lavoro tutti i giorni. Fare musica per il resto della mia vita e poter condividere questo percorso con una persona speciale! Come sarebbe la vita senza avere accanto chi si ama? Ma la musica resta al primo posto, come sempre!
In questo EP hai collaborato con Xibeatz, un ottimo supporter. Cosa vi accomuna?
Più di un collaboratore Xibeatz è un amico! Lavoriamo insieme circa da un anno e da subito c’è stata una forte intesa. In più c’è voglia di crescere e di creare una carriera da entrambe le parti! Crediamo molto l’uno nell’altro e quello che stiamo preparando è straordinario, ve lo assicuro. Penso anche che uno degli ingredienti del successo di un artista stia proprio nel rapporto di estrema fiducia e produttività con il proprio staff.
Oggi la musica è più vicina ai giovani rispetto al passato. Credi che sia il contro divismo che un tempo determinava più il successo della bravura che c’è in artisti come te, ad aver cambiato la rotta?
Per i giovani la musica è stata una colonna portante da sempre! Non conosco un ragazzo che non ascolta musica, qualsiasi essa sia. Sicuramente il rap, la trap danno molto più coinvolgimento ai giovani rispetto alla classica musica italiana pop, ma è una corrente naturale che ha il diritto di prendere il suo spazio. Bravura e successo sono divise oggi da mille sfaccettature, penso che se i cavalli buoni si vedono, alla fine il talento sia il cavallo di cui abbiamo bisogno per vincere.
In un’epoca in cui ci si fa andare bene tutto, per il consenso o semplicemente per evitare di affrontare la realtà, China sotto questo aspetto che persona è?
Penso che sia una realtà lontana anni luce da me, penso a fare quello che mi piace divertendomi e lavorando sodo. Non cerco chi mi dice “bravo” e non giudico quello che fanno gli altri. Sono solo contento per le persone a cui piace e ascoltare la mia musica. Faccio questo pensando anche a loro, come fossero persone alle quali dover fare un regalo.
Cos’hanno in comune Simone e China? E cosa li allontana?
Un po’ come “Venom”, Simone e China hanno in comune la musica, il team, e gran parte della vita personale: apro entrambi i miei mondi a chi mi è vicino ma lì allontanano da me, molte scelte prese nella vita! China ha tolto molto a Simone, ma allo stesso tempo lo ha arricchito e fatto crescere.
Senza il ritorno dei live, sopravviverà la musica?
Pensare alla musica senza live è molto triste, ovviamente la musica deve esserci e non si fermerà, le piattaforme streaming faranno tutto il lavoro possibile, ma i fan hanno bisogno dei live e di vedere i loro idoli, anche noi abbiamo bisogno del loro calore e dell’adrenalina del palco.
Cabrio e il sapore retrò di “Scivola”
Il cantautore pop torna a pochi mesi dalla pubblicazione del nuovo album con un singolo inedito e, per lui, particolare
“Scivola” è il nuovo brano di Cabrio, cantautore pop che ha recentemente pubblicato l’album “Duepuntozero”. Sì, scritto in lettere perché, come spiega lui “I numeri non mi piacciono”. Però, in compenso, a Cabrio piace scrivere “Canzoni tristi che sembrano felici”.
Con “Scivola” in realtà il gioco è a carte scoperte, la canzone è triste senza via di fuga: struggente è l’aggettivo che si addice di più a questo brano che non fa parte di un album ma che è un progetto a sé.
“Scivola” è la descrizione di un amore che finisce, nonostante la sua forza. Dal punto di vista musicale, Cabrio prosegue la strada preannunciata nella bonus track contenuta in “Duepuntozero”, con protagoniste sonorità più acustiche: in “Scivola” il pianoforte è malinconico, le sonorità ci fanno fare un salto nel passato.
Cos’altro ci puoi dire di questa canzone?
Il testo parla di una storia d’amore che deve finire. Lui è costretto ad abbandonare lei, nonostante il sentimento che li lega. Per lui è giunto il momento di cambiare rotta, ma il nome di lei gli rimarrà inciso sulla pelle per sempre.
Come mai una canzone a sè stante, non inclusa nell’ep “Duepuntozero”?
Avevo questa canzone nel cassetto, presentata allo scorso Festival di Sanremo: avevo voglia di farla ascoltare. Credo che non sia giusto tenere lì, bloccato, quel ‘qualcosa’ che hai da dire. Secondo me questo periodo è adatto perché la canzone è abbastanza invernale.
Confermiamo che tu componi principalmente canzoni tristi; sfatiamo invece il fatto che tu proponi canzoni con sonorità retrò, addirittura orchestrali, come in “Scivola”. La tua produzione è diversa. Ci racconti qualcosa di questa eccezione?
“Scivola” è stata concepita così come la sentite. Non volevo caricarla di tante cose, e di elettronica. Il testo non è moderno, oggi si usano altre similitudini, si parla di altre situazioni. Le parole mi hanno ispirato ad arrangiarla in questa maniera.
Cabrio e il sapore retrò di “Scivola”
Da lì è spuntata l’idea di presentarla a Sanremo e a quel punto l’ho concepita con l’orchestra. “Scivola” è volutamente retrò per questo motivo: nel 2019 so che poteva suonare ‘old school’, ma negli ultimi Festival abbiamo sentito canzoni ‘old school’ fatte molto ma molto bene.
Penso a Tosca, che l’anno scorso ha cantato quella che è la mia canzone preferita a livello strumentale e orchestrale di quell’edizione. Comunque, ripeto che di solito amo i synth: ascoltate quello che faccio, non vi soffermate solo su “Scivola”.
Parliamo del lavoro che sta dietro a una canzone come “Scivola”?
Per uno che è appassionato di musica elettronica è stata una bella sfida: ci sono solo strumenti acustici. Partire da un’idea elettronica e finire a un prodotto orchestrale ha significato mettere dentro al processo creativo tutto il mio bagaglio di ascolti.
Spazio tra tutta la musica ma ascolto in particolare quella italiana: mi sono soffermato su chi inserisce spesso e con successo parti orchestrali, che mi hanno indirizzato nel lavoro.
Hai prodotto “Scivola” da solo?
No, l’ho prodotta con Stefano Radice, che è produttore artistico e arrangiatore del brano. Aggiungo che “Scivola” è stata scritta insieme a Gionathan Todaro, il basso è suonato da Giuliano Cento e la chitarra da Domenico Giordano.
Fino a qui passato e presente: su quali strade correrà Cabrio, vento nei capelli, in futuro?
Per quello che rimane dei capelli… però il vento Cabrio continuerà a soffiare verso altri progetti. Ci saranno belle collaborazioni durante quest’anno: aggiornerò tutto man mano sui miei social.
Simone Di Matteo: “L’amore dietro ogni cosa”
Dal libro di Simone Di Matteo al Concept album “L’Amore dietro ogni cosa” cantato da Andrea Crimi
La letteratura ha da sempre contaminato la musica, soprattutto la forma canzone dei cantautori.
Ma ciò che è successo con l’opera antologica “L’amore dietro ogni cosa” di Simone Di Matteo, va ben oltre questo.
Il libro edito dalla Draw Up è diventato un concept album musicale.
Un operazione simile, non ci pare rintracciabile prima d’ora nella storia della musica.
Lo scrittore, editore e personaggio tv, dopo aver visto tramutare i suoi racconti in una piece teatrale, ora supportato dal paroliere Simone Pozzati (noto tra l’altro per aver pubblicato un saggio sull’importanza della figura del paroliere all’interno della musica leggera), e spalleggiato dal cantautore torinese Andrea Crimiha dato nuova vita ai suoi racconti.
L’amore dietro ogni cosa
Il disco è infatti un grande contenitore di storie, le sonorità spaziano dalle sfumature rock, all’indie pop per arrivare ad abbracciare il puro cantautorato quello che strizza l’occhio a monumenti della tradizione musicale italiana come Dè Andrè e Battisti.
Pertanto la fortunata opera di SimoneDi Matteo in veste musicale vedrà la luce nei prossimi mesi sotto l’etichetta New Music International di Pippo Landro.
L’album firmato da Di Matteo, Pozzati e Crimi nonché interpretato da quest’ultimo sarà anticipato il 12 febbraio dal singolo Anne.
Il pezzo racconta la storia di una donna insicura e dalle infinite maschere, impegnata nella ricerca spasmodica di un amore che non riesce a trovare.
Ne esplora le fragilità, le stesse che la portano a trincerare il proprio cuore, rendendola di conseguenza incapace di amare, e ad accontentarsi di avventure effimere che, in realtà, non le trasmettono alcun piacere.
All’interno del disco inoltre già si preannunciano interessanti featuring come quello con Laura Bono, la cantautrice ora in forza al gruppo delle Devae vincitrice di Sanremo giovani nel 2005 con la sua Io non credo nei miracoli duetterà con Crimi in Ci vediamo lunedì una delle tredici tracce.
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