Locali361 si sposta questa settimana dalla Martesana alla Darsena per raccontarvi Le Trottoir, storico locale diretto dalla signora Vasseur e K.O. Mannarelli
Molti ricordano Le Trottoir come locale milanese alternativo nato agli inizi degli anni ’90, originale ex sede della Fernet Branca e poi bar all’entrata di Brera in corso Garibaldi, a pochi passi dall’attuale Teatro Strehler. «Alle spalle c’era l’Hotel Napoli nel quale signorine un po’ attempate accoglievano i loro vecchi clienti e al diroccato piano superiore una bisca, secondo la tradizione dell’autentico popolo di Brera, almeno fino all’alba di una certa espansione economica», ricorda la fondatrice Michelle Vasseur, elegante signora laureata alla Sorbona con una tesi in storia dell’arte che ancora giovane giunse nel nostro paese per motivi di studio. «Mi affermai negli anni ’70 come paroliere, ho lavorato in Francia con Joe Dassin e in Italia con Vito Pallavicini scrivendo alcuni dei più bei successi per Mina, Marcella Bella, Massimo Ranieri, Adriano Celentano e Toto Cutugno. Un giorno mi fecero conoscere questo locale e mi proposero di gestirlo insieme a Max Mannarelli: lo trasformammo in uno dei ritrovi intellettuali più interessanti di Milano, esponendo quadri di giovani talenti e organizzando i primi concerti. Ho visto molti pittori, scrittori e musicisti passare a Le Trottoir, non solo per esibirsi ma come habitué».
Il locale ha vita in Brera fino al 2003 quando trova nuova collocazione in Porta Ticinese, in quella che era l’antica palazzina di una ex dogana progettata dall’architetto Cagnola: «Questa casa daziale fu eretta per riscuotere la gabella di transito dalle chiatte dei commercianti che lavoravano lungo le mura spagnole per volontà di Napoleone. E oggi, per destino, ci “vive” un’altra francese che fa onore al suo nome (sorride)». Riguardo invece al nome del locale aggiunge: «Trottoir significa ‘marciapiede’, insegna che funziona anche qui in Darsena, così come prima in Brera: d’altra parte Porta Ticinese è chiamata dai milanesi Porta Cicca perché anche qui c’erano molte “signorine” (chica significa ragazza in spagnolo) che si concedevano sur le trottoir». Prima che ci mettesse piede la signora Vasseur l’edificio fu una farmacia fino alla prima metà del ‘900, poi «dagli anni ’60 si avvicendarono diverse gestioni ma con alterni successi, per lo meno finchè i navigli furono una zona impestata da nebbia e gente poco raccomandabile».
Oggi il pubblico de Le Trottoir è formato da curiosi turisti ed eclettici intellettuali che lo bazzicano fino a tarda ora: «Vogliamo essere un contenitore culturale a disposizione dei tanti creativi ai quali viene dato poco supporto. Purtroppo senza denaro e visibilità non c’è neppure cultura, per questo bisogna sostenere il più possibile le menti creative per garantire artisti di qualità in eredità alle future generazioni, siano musicisti come Malika Ayane e i The Kolors ma anche personaggi come Sebastian, il nostro estroso barman». À la carte si trovano piatti della tradizione e prodotti biologici ma soprattutto cocktail, come spiega proprio Sebastian Bejan, al servizio dietro al bancone: «Ultimamente va molto anche il Moscow Mule, dalla versione passion fruit a quello rivisitato da noi oltre naturalmente all’originale».
Sulle pareti dell’ex casa daziale, tra gusti retrò e avanguardistici, colpisce ogni dettaglio disseminato nelle opere di talentuosi che attendono solo di essere apprezzate: «Al piano superiore abbiamo una sala affrescata da Jean Charles Metiase all’attenzione di Andrea G. Pinketts, nostro nume tutelare e uno dei geni letterari che avete, anzi abbiamo in Italia. È uno dei pochi intellettuali nel quale riconosco un cuore grande quanto il suo cervello ed è raro. Come molti sanno ha scritto a Le Trottoir quasi tutti i suoi romanzi». Max Mannarelli, detto K.O., ci spiega invece come viene selezionata la programmazione musicale: «Sul nostro palco, che è un decimo del locale, ospitiamo formazioni minime di tre elementi a un massimo di sette – garantisco che i musicisti sanno stare stretti pur di suonare qui (sorride)! Di preferenza band francesi, canadesi e inglesi ma anche italiane purchè dal repertorio swing, rock, funky e comunque internazionale, così come lo è la nostra clientela: al momento i nostri gruppi di punta sono i Bang Bang Vegas e i The Sunset».
A Le Trottoir non manca mai musica per frequentatori abituali o avventori occasionali, soprattutto nel fine settimana: «Al piano terra l’Open Concert ha inizio dalle prime ore pomeridiane fino alle 22 e con la bella stagione facciamo suonare anche dj e cantautori sotto il padio, tra i nostri alberelli davanti alla piazza. Il piano superiore invece viene dedicato al jazz dal vivo, prevalentemente di lunedì e martedì; anche se, più precisamente, siamo sempre stati sostenitori del free jazz, fin dai tempi di Brera». La cornice di questo singolare simposio artistico, «nel quale si danno pure appuntamento alcuni poeti che erano soliti frequentare la vicina casa di Alda Merini», si presta anche a eventi come concorsi di cortometraggi, mostre, competizioni letterarie, reading e presentazioni di libri dalle tematiche sociali accuratamente selezionate: «Proponiamo quasi sempre romanzi legati alla cultura contemporanea, mentre per gli amanti della poesia il Navigli Poetry Slam due domeniche al mese e il FIPM. Accontentiamo tutti: come nella vita c’è chi ama la prosa, chi la poesia».
www.letrottoir.it