Francesco Guccini apre gli archivi: prevista per il 3 novembre la pubblicazione di una raccolta di registrazioni dal vivo incise presso L’Osteria delle dame, proprio per festeggiare, dopo 32 anni, la prossima riapertura del locale bolognese da lui fondato insieme a Padre Michele Casali.

Francesco Guccini: nuovi inediti dal passato e non solo
Francesco Guccini, a breve la raccolta dei suoi inediti

Si era già sentito parlare recentemente di Francesco Guccini lo scorso 13 settembre, ma in veste di scrittore, in occasione della pubblicazione per Giunti editore del suo nuovo romanzo giallo, Tempo da elfi, scritto a quattro mani insieme a Loriano Macchiavelli: un libro che sancisce la ventennale collaborazione della coppia, che giusto nel 1997 esordì col romanzo Macaronì.

Nonostante tuttavia il successo come romanziere e l’eclettismo artistico, che lo ha portato nel corso degli anni a interessarsi oltre alla canzone anche a colonne sonore, teatro, fumetti, studi e traduzioni linguistiche, nell’immaginario collettivo Guccini continua ad essere noto e apprezzato soprattutto come cantautore.

Per questo probabilmente la notizia più ghiotta per i suoi fan è che recentemente la Universal Music ha confermato la prossima pubblicazione di un nuovo progetto discografico. Non si tratta di un nuovo album in studio ma di inediti ripescati dalla casa discografica e finalmente stampati su approvazione di Guccini: una raccolta di live che testimonia l’atmosfera goliardica e creativa di alcune serate presso L’Osteria delle Dame di Bologna, celebre locale fondato nel 1970 dallo stesso Guccini insieme a Padre Michele Casali, situato in una antica cantina al civico 2 di vicolo delle Dame.

Francesco Guccini: nuovi inediti dal passato e non solo
Bologna – 23/01/1982 – Francesco Guccini durante il concerto all’Osteria delle Dame (Roberto Serra / Iguana Press)

L’ “Ostaria”, come veniva chiamata, attiva fino al 1985 e frequentata da personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura tra cui Fabrizio De André, Giorgio Gaber e pare perfino Karol Wojtyla prima di diventare Giovanni Paolo II, divenne a Bologna il tempio della musica folk e rock, una vera vetrina per le esibizioni di numerosi artisti come Roberto Vecchioni, Lucio Dalla, Bruno Lauzi e Paolo Conte, che proprio lì incise Messico e nuvole, ma anche per spettacoli di cabarettisti in erba come Gigi e Andrea, Gino e Michele e i Giancattivi.

Dopo 32 anni, grazie all’interessamento dell’avvocato Andrea Bolognini, la cantina sarà restituita alla città di Bologna nella sua forma originaria – compreso il pavimento in cotto, il bancone del bar, le scritte sui muri di pietra, il palco e i tavolini recuperati da cantine e solai – ma in qualità di circolo culturale: “La casa della musica d’autore”, che ospiterà un paio di sere alla settimana incontri, esibizioni, concerti, presentazioni, mostre e proiezioni.

A inaugurarla proprio Francesco Guccini che presenterà qui alla stampa il prossimo 27 ottobre queste memorabili registrazioni conservate dallo storico fonico delle Dame, in omaggio al periodo d’oro di quella che è stata una vera fucina di talenti a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.

Nell’attesa di avere altre e più precise informazioni su questa raccolta è già possibile stimare il valore di queste registrazioni per i fan più fedeli: un altro affascinante tassello della storia del cantautore modenese, un altro territorio inesplorato dell’universo gucciniano da custodire e ascoltare per rivivere, attraverso musica e parole, un emozionante viaggio nel passato.

Avrebbe compiuto oggi 70 anni Mimì Bertè, in arte Mia Martini, considerata insieme a Mina una delle voci femminili più belle ed espressive della musica leggera italiana di sempre. Musica361 festeggia l’interprete calabrese ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera attraverso i suoi più grandi successi.

Buon compleanno Mimì: 70 anni di Mia Martini
Buon compleanno Mimì: 70 anni di Mia Martini .

Anche se non ha sempre goduto in vita di consensi costanti e unanimi, Mia Martini ha tristemente avuto la sua vera rivincita soltanto dopo la morte. Giudicata oggi tra le protagoniste più raffinate della canzone d’autore italiana e internazionale, con il suo timbro potente e graffiante e le sue interpretazioni struggenti e intense ha cantato amori, donne, uomini e universi. Per lei hanno scritto in tanti, da Lucio Battisti a Riccardo Cocciante, da Biagio Antonacci a Fabrizio De André, ma anche Paolo Conte, Francesco De Gregori, Amedeo Minghi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri, solo per citarne alcuni. E non solo. Ripercorriamone allora con ordine la carriera, attraverso quelle canzoni che hanno contribuito a crearne la fama di cui ancora oggi gode.

Domenica “Mimì” Bertè nasce a Bagnara Calabra nel 1947, ma la passione per la musica, che ascolta avidamente alla radio fin da piccola, sboccerà poco dopo durante l’infanzia e l’adolescenza a Porto Recanati: qui si esibisce nelle prime serate dal vivo in feste e balere e si iscrive ai primi concorsi per voci nuove. A Milano nel 1962, a seguito di un’audizione, grazie al discografico Carlo Alberto Rossi incide il primo singolo I miei baci non puoi scordare (1963). Lo scarso successo di quella prima esperienza non è sufficiente ad intaccare i sogni della tenace Mimì, che, sempre desiderosa di emergere, si trasferisce a Roma e fonda un trio assieme alla sorella Loredana e all’amico Renato Fiacchini (il futuro Renato Zero).

Nella capitale, a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, si fa conoscere come corista, fino all’incontro col produttore discografico Alberigo Crocetta: sarà proprio Crocetta che, pensando di lanciarla sul mercato internazionale, definirà il suo look zingaresco e conierà il suo nome d’arte, Mia Martini (Mia come Mia Farrow, attrice da lei prediletta, e Martini scelto fra i nomi italiani più famosi all’estero). Con questo nome Mimì debutta con Padre davvero (1971), dissacrante canzone che vince il Festival di Musica d’Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio; nello stesso anno pubblica il bellissimo album di debutto, Oltre la collina, che contiene alcuni brani scritti da Claudio Baglioni.

Da allora comincia la vera ascesa con una serie di successi tra cui Piccolo uomo (1972), testo di Bruno Lauzi e Michelangelo La Bionda, musica di Dario Baldan Bembo e Leonardo Ricchi. Il suo secondo album, Nel mondo, una cosa, viene premiato dalla critica come miglior LP del 1972.

Nel 1973 incide una delle canzoni più amate dal pubblico, Minuetto col testo Franco Califano – che ne registrerà anche una sua versione – e musica di Dario Balan Bembo:

Nel 1975 viene proclamata miglior cantante donna dell’anno dal referendum “Vota la Voce”: e ancora i succcessi Donna con te (1975) e Che vuoi che sia…se t’ho aspettato tanto (1976) la consacreranno tra le dive assolute della musica italiana, facendole ottenere grandissima popolarità nazionale e internazionale – nel 1978 persino Charles Aznavour la scelse per una fortunata serie di esibizioni in duo, reputandola una delle pochissime voci femminili in grado di emozionarlo. Nel 1977 con l’album Per amarti ha inizio lo storico sodalizio artistico e personale con Ivano Fossati, che porterà anche alla realizzazione di Danza (1979), nel quale si trova La costruzione di un amore, brano dello stesso Fossati.

Dopo un anno di pausa, a seguito di un intervento alle corde vocali che le modificheranno la timbrica, realizza il suo primo album da cantautrice, Mimì (1981) ma è finalmente nel 1982 che partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo, presentando un altro brano di Fossati, E non finisce mica il cielo, che arriva in finale ma non riesce a piazzarsi tra i primi tre posti: proprio in quell’occasione e in suo omaggio nascerà il Premio della Critica, che dopo la sua morte diventerà “Premio della critica Mia Martini”.

Nel 1983, dopo un concerto documentato dall’album Miei compagni di viaggio, si ritira dalle scene: è a partire da questo periodo che, visibilmente provata anche dalla fine del rapporto con Fossati e a causa di una serie di maldicenze a sfondo superstizioso circolanti nel mondo dello spettacolo, resterà di fatto emarginata per diversi anni.

Sarà comunque ancora una volta il suo indiscusso talento a rilanciarla: tornerà alla ribalta partecipando al Festival di Sanremo nel 1989 con Almeno tu nell’Universo, fortunatissimo brano composto da Bruno Lauzi (testo) e Maurizio Fabrizio (musica), lasciato in un cassetto dal 1972. La canzone non solo ha il merito di aggiudicarsi ancora una volta il Premio della Critica ma la incoraggerà a tornare ad esibirsi dal vivo, partecipare ad apparizioni televisive e pubblicare un nuovo album, Martini Mia.

Tornerà ancora a Sanremo nel 1990 con La nevicata del ’56 di Carla Vistarini, Franco Califano, Massimo Cantini e Luigi Lopez – Premio della Critica per la terza volta – e nel 1992 con Gli uomini non cambiano di Giancarlo Bigazzi, Marco Falagiani e Giuseppe “Beppe”, classificandosi al secondo posto:

La sua ultima partecipazione a Sanremo è del 1993 con Stiamo come stiamo, brano in cui duetta con la sorella Loredana, autrice della canzone insieme a Maurizio Piccoli; le due si piazzano al quattordicesimo posto. Nel 1994  pubblica La musica che mi gira intorno, suo ultimo album.

I tanti progetti in cantiere, tra cui una collaborazione con Mina, svaniscono tutti inaspettatamente il 14 maggio 1995, quando, a soli 47 anni, viene ritrovata senza vita nella sua abitazione a Cardano al Campo (Varese), dove si era trasferita da qualche anno per stare vicina al padre. Numerose le ipotesi fatte negli anni su quell’episodio, spesso sgradevoli o inquietanti quanto le immeritate etichette che le furono appiccicate nel corso della vita. Senza entrare nel merito di morbosi commenti, pettegolezzi insensati o invidie professionali, oggi abbiamo voluto solo ricordarla per quello che ci ha veramente lasciato: quelle interpretazioni memorabili indelebili nel ricordo di chi l’ha vissuta e canzoni diventate parte della storia della musica italiana, in eredità alle nuove generazioni, perché la riscoprano e ne custodiscano la fama che meritano.

Dopo anni dall’ultimo lavoro in studio è stato ufficialmente lanciato lo scorso venerdì 15 settembre il nuovo singolo della PFM, primo estratto dall’album “Emotional Tattoos”. Eccovi tutte le anticipazioni sul nuovo disco e sul tour mondiale.

PFM, Quartier generale primo estratto da Emotional Tattoos
PFM, Premiata Forneria Marconi.

Quartiere generale è il titolo del primo singolo in rotazione radiofonica estratto da Emotional tattoos, nuovo atteso album di inediti della Premiata Forneria Marconi, in uscita il prossimo 27 ottobre per InsideOutMusic/Sony Music.

L’album, a 14 anni di distanza dall’ultimo disco di inediti, segna il ritorno sul mercato musicale della band italiana più eclettica e famosa al mondo, da sempre caratterizzata dal tipico sound capace di combinare la potenza espressiva della musica rock, progressive e classica in un’alchimia affascinante.

Attiva dagli anni Sessanta e presente in numerosi dischi di artisti italiani tra cui Mina, Battisti e De Andrè, fin dal 1972, anno del debutto discografico con Storia di un minuto, la PFM è stata una delle rarissime band del nostro paese che ha rapidamente guadagnato un posto di rilievo nella scena mondiale, entrando nel 1973 nella classifica di Billboard con Photos Of Ghosts e vincendo un disco d’oro in Giappone: recentemente premiata con la posizione n° 50 nella “Royal Rock Hall of Fame” tra i 100 artisti più importanti del mondo, continua ancora oggi a rappresentare un vero e proprio punto di riferimento nel mondo musicale.

Anche a motivo di questa fama planetaria dunque, il diciannovesimo album in studio – il primo con in formazione il virtuoso chitarrista Marco Sfogli dopo l’abbandono di Franco Mussida nel marzo 2015, dopo 45 anni di carriera – verrà pubblicato, in contemporanea, in due versioni differenti, una italiana e una in inglese.

Quartiere generale, il primo singolo, oltreché in Italia, sarà passato in rotazione radiofonica contemporaneamente anche nel resto del mondo appunto nella versione inglese dal titolo Central district, con un testo completamente differente da quello italiano. Scopo della band, con questa operazione, è «raccontare due facce della stessa medaglia» cercando di stimolare la diversa sensibilità dei paesi nei quali verrà proposto il disco e favorendo in questo modo il contatto con distanze culturali e non solo geografiche.

Emotional Tattoos, in linea alla filosofia della band, promette di essere un album non solo al passo con i tempi ma proiettato nel futuro, come anticipa l’immagine di copertina creata da Stefano e Mattia Bonora con la direzione artistica di ArtKademy (Concept Aereostella): «Sulla copertina si vede una fantastica nave spaziale guidata da Franz Di Cioccio e Patrick Djivas, una nave – ha commentato la band – che ci porta in luoghi mai esplorati prima, accompagnando il pubblico nel nuovo mondo PFM, dove la musica non ha solo un’identità ma si evolve e abbraccia molti generi. Emotional Tattoos è un album che lascerà emozioni sulla pelle».

E se siete curiosi di vedere in anteprima la copertina del disco pare sia già possibile ammirarla, nelle dimensioni di uno spettacolare murales, sulla circonvallazione esterna dopo il ponte delle Milizie sullo svincolo per viale Cassala a Milano…

In attesa di ulteriori informazioni sul nuovo disco restano intanto confermate le date del tour mondiale: le prossime saranno il 29 settembre a Modena, il 30 settembre a Montesarchio (BN) per poi proseguire a Torino (14 novembre), Genova (15 novembre), Rovereto (23 novembre), Zoetermeer in Olanda (25 novembre), Padova (1 dicembre) e Varese (2 dicembre). A gennaio 2018 la band sarà in Giappone tra Tokyo (9 e 10) e Osaka (11 gennaio) e il 31 gennaio di nuovo in Italia a Bologna, poi Milano (2 marzo, al Teatro dal Verme), Assisi (11 marzo), Roma (12 marzo) e Napoli (13 marzo). Dal 9 al 19 aprile la PFM sarà in tour tra Brasile, Argentina e Chile, poi in Messico (dal 25 aprile al 3 maggio) e ancora in U.S.A. (dal 4 al 9 maggio), per tornare in Italia a Legnano (11 maggio).

http://www.pfmworld.com

 

40 anni fa, all’apice del successo in Italia, Battisti decise di lanciare sul mercato anglofono i suoi successi tradotti nell’album “Images” (1977). Un curioso capitolo quasi dimenticato della carriera del celebre cantautore di Poggio Bustone raccontata da Musica361.

Images, l'album di Lucio Battisti per il mercato americano
Images, l’album di Lucio Battisti per il mercato americano.

Il 1977 è un anno segnato, nella storia della musica leggera, dalla consacrazione di diverse tendenze dall’estero: nel panorama discografico da un lato guadagnava sempre più consensi quella musica ritmata da sintetizzatori chiamata disco music, dall’altro andavano affermandosi le sonorità più nichiliste e distruttive del punk.

In quel periodo Lucio Battisti è al lavoro sul suo nuovo album, Io tu noi tutti, che sta registrando a Hollywood. Come sempre da attento osservatore, anzi ascoltatore delle nuove tendenze in circolazione e fedele a quella voglia di superare formule già collaudate e prevedibili, cerca di assimilare con buon gusto i nuovi stimoli nordamericani partorendo un album dal sound fresco e innovativo, caratterizzato da influenze rhythm n’ blues, disco, funk e southern rock insieme a sfumature synth-pop, declinate con un occhio al folk italiano: pubblicato nel marzo 1977, Io tu noi tutti diventerà immediatamente un moderno riferimento per il pop tricolore, oltreché il secondo album più venduto in Italia in quell’anno.

Proprio durante le registrazioni a Hollywood, già pregustando il nuovo successo, la RCA, soddisfatta delle doti di uno dei migliori elementi della sua scuderia e in cerca di visibilità in terra anglofona, decide di tentare il colpaccio: lanciare sul mercato americano un disco di Lucio Battisti cantato in inglese. D’altra parte Battisti aveva ormai alle spalle più di una decina di album, era affermato da anni e apprezzatissimo da critica e pubblico in Italia: a questo punto la prossima tappa doveva essere il mercato statunitense. O per lo meno questo era il piano dell’etichetta.

Un piano che Lucio lì per lì considerò rischioso credendo di fare, come si dice, il passo più lungo della gamba, dato che veramente pochi altri musicisti italiani negli ultimi anni avevano riscontrato risultati significativi esportando il proprio stile e le proprie canzoni all’estero. Dopo alcune esitazioni iniziali però Battisti si lascia comunque convincere, probabilmente assuefatto dal mood americano, così come era in qualche modo accaduto per Anima latina (1974) qualche anno prima: confidando nel supporto della RCA, che non baderà a spese per agevolare uno dei suoi artisti di punta, finanziando generosamente la trasferta, il cantautore decide di mettersi in gioco.

Il progetto dell’album non prevedeva brani inediti ma doveva essere una sorta di “best of” di Battisti, un biglietto da visita per il mercato internazionale: si scelse dunque di inserire, insieme alle canzoni più belle di Io tu noi tutti (Amarsi un po’, Sì viaggiare, Soli, Ho un anno di più e Neanche un minuto di “non amore”) anche i due successi La canzone del sole e Il mio canto libero, che poi avrebbero dovuto essere tradotte. La traduzione dei brani di Mogol fu in principio affidata alla cantautrice Marva Jan Marrow ma la sua interpretazione troppo libera rispetto al testo originale non soddisfò il paroliere che si rivolse allora a Peter Powell, raccomandando una versione più letterale e fedele.

Images, l'album di Lucio Battisti per il mercato americano
La copertina di Images di Lucio Battisti.

Una volta definito il progetto, tra ottobre 1976 e marzo 1977, Lucio Battisti, Bones Howe e Joe Reisman si misero a produrre negli studi della RCA di Hollywood – supportati dai migliori musicisti locali a disposizione tra cui Ray Parker Jr., Danny Ferguson, Mike Melvoin, allo scopo di ottenere un convincente sound d’oltreoceano – quello che passò alla storia come il famigerato “album in inglese”: Images.

Quando finalmente fu pubblicato in America nell’agosto del 1977 l’aspettativa era alta ma l’accoglienza di critica e pubblico fu fredda : quelle canzoni tradotte in un inglese grammaticalmente troppo simile all’italiano e l’accento un po’ maccheronico del canto di Battisti non convinsero gli ascoltatori statunitensi. In Italia verrà distribuito a settembre ma la sorte sarà identica, tanto da essere ritirato dal mercato dopo poche settimane: da quel momento diventerà una vera rarità per collezionisti fino alla ristampa su CD nel 1998.

Secondo i critici del tempo si trattava di un lavoro troppo “all’italiana” che non avrebbe potuto essere apprezzato dai gusti americani, cosa che constatò anche Battisti. Nel 1979, poco prima del suo silenzio stampa che durerà fino alla morte (“Non parlerò mai più perché un artista deve comunicare col suo pubblico solo per mezzo del suo lavoro”), nella sua ultima intervista per la Radio Svizzera, dichiarerà: «Images è un album che mostra i limiti di una cosa che doveva essere fatta già molto tempo prima […]. Dopo aver raggiunto certi risultati in italiano era un po’ ridicolo da parte mia aspettarmi di avere immediatamente gli stessi risultati in una lingua per me quasi sconosciuta […] ma ne è valsa la pena: ha aggiustato il mio tiro per la produzione italiana e mi ha dato materiale nuovo e nuova linfa».

Dopo Images in effetti Battisti sembrò riprendere il filo interrotto pubblicando Una donna per amico (1978), anche se probabilmente, lì per lì, non accettò subito il fallimento dell’album in inglese: pare, infatti, che avesse lavorato anche ad un seguito di Images dal titolo Friends, che avrebbe dovuto contenere la versione inglese dei brani di punta de Una donna per amico (Perché no, Nessun dolore, Donna selvaggia donna, Al cinema, Prendila così, Aver paura di innamorarsi troppo, Una donna per amico) più due classici, I think of you (E penso a te) e Baby it’s you (Ancora tu) e le cui traduzioni questa volta sarebbero state molto più curate nell’adattamento di Frank Musker.

L’ideale rivincita però non vide mai la luce: quando uscì il singolo Baby it’s you in Gran Bretagna il 28 febbraio 1979 passò quasi inosservato, per cui, constatata ancora la scarsa attenzione, la pubblicazione di Friends, regolarmente prevista per quell’anno, fu annullata probabilmente su consiglio dei discografici. Ad oggi, nonostante sia reperibile sul web qualche brano, quelle registrazioni restano ancora inedite.

E così insieme a Friends tramontò anche, incompiutamente, l’ultimo tentativo della RCA e di Battisti di conquistare il mercato americano con le sue hit tradotte in inglese. L’ultimo tentativo poco prima di interrompere il sodalizio artistico con Mogol e dare inizio all’ultima stagione sperimentale con gli album composti dai testi ermetici di Pasquale Panella. Quegli album che comunque, pur sicuramente più ricordati di Images, secondo alcuni affezionati fan del primo Battisti meriterebbero ancora oggi, per essere apprezzati, più di armoniose traduzioni in inglese, una traduzione in italiano.

Images (1977)

  1. To Feel in Love (Amarsi un po’)
  2. A Song to Feel Alive (Il mio canto libero)
  3. The Only Thing I’ve Lost (Ho un anno di più)
  4. Keep on Cruising (Sì, viaggiare)
  5. The Sun Song (La canzone del sole)
  6. There’s Never Been a Moment (Neanche un minuto di “non amore”)
  7. Only (Soli)

Un mese fa, lo scorso 5 agosto, si è spento a Roma, in maniera quasi inosservata, Aldo Tirone, storico autore televisivo e radiofonico della Rai nonché importante protagonista del mondo discografico italiano. Il ricordo di Musica361.

Aldo Tirone, morto lo storico autore RAI
Aldo Tirone (Foto dal profilo Facebook).

Quasi nessun trafiletto o coccodrillo dalle testate nazionali o locali: probabilmente per la complicità del periodo estivo o per la rispettabile riservatezza della famiglia, la morte di Aldo Tirone, storico autore e conduttore di numerosi programmi Rai, azienda nella quale il suo nome circolava da circa quarant’anni, è stranamente passata inosservata. Stranamente e ingiustamente se si considera il contributo di Tirone anche al mondo della discografia italiana, in qualità di paroliere, promoter e direttore artistico di importanti manifestazioni.

La sua carriera ebbe inizio, si può dire, alla fine degli anni ’50 quando, subito dopo la maturità, fece il suo primo viaggio da Termini Imerese, dove era nato, a Roma: qui, sedotto dal fascino della città eterna decise di non fare più ritorno in Sicilia, guadagnandosi da vivere prestando servizio come portiere presso prestigiosi alberghi di via Veneto e potendo così conoscere artisti, cantanti, musicisti e addetti ai lavori del mondo dello spettacolo dell’epoca. «I cosiddetti anni della “Dolce Vita” erano veramente scanzonati, un altro mondo», aveva dichiarato in una recente e lunga intervista realizzata qualche mese fa per Musica361 ma ancora inedita, «ai tempi era più facile entrare direttamente in contatto con gli artisti, si poteva diventare amici di tutti o quasi. Niente di paragonabile al “coprifuoco” di oggi…Non è che voglia parlar male della contemporaneità per esaltare la mia giovinezza ma quell’epoca fu veramente d’oro: o forse la verità è che oggi sono cambiati i rapporti nel mondo dello spettacolo e della musica».

Amante delle sette note fin da adolescente quando si esibiva cantando nei locali, in quel primo periodo romano Tirone comincia a scrivere le sue prime canzoni diventando paroliere e poi socio SIAE. E a poco a poco, da portiere d’albergo, grazie alle conoscenze maturate di anno in anno, si introduce sempre più nell’ambiente dello spettacolo romano, bazzicando anche il cinema come aiuto regista, finché, alla metà degli anni Sessanta, mette finalmente piede in Rai, quando ancora la sede dell’azienda si trovava in via del Babuino, prima di essere trasferita in viale Mazzini: «Uno dei primi personaggi che mi presentarono e col quale lavorai fu Ezio Radaelli: cominciai la mia esperienza in azienda come suo aiutante in qualità di responsabile per i rapporti con le televisioni europee nelle ultime edizioni del mitico Cantagiro e Cantaeuropa». Nel corso degli anni Sessanta e Settanta Tirone si conquista ruoli importanti in diverse manifestazioni, quali il Festival del Reggae con Bob Marley, fino alla nomina di responsabile della formazione orchestrale del Festival di Sanremo delle edizioni tra il 1988 e 1990.

Da ricordare anche la sua firma ne La notte è fatta per rubare (1968) cantata da Catherine Spaak e Daniela (1982) di Christian, sebbene il suo nome in campo musicale, tra gli anni Settanta e Ottanta, resterà soprattutto legato alla promozione per importanti case discografiche come RCA e BabyRecords, portando alla fama hit come Bella senz’anima (1974) di Riccardo Cocciante o Blue Dolphin (1975) di Stephen Schlaks ma anche brani di Antonello VendittiClaudio BaglioniEugenio Finardi, passando anche per gli Area di inizio carriera, Jefferson Airplane, David BowieLou Reed.

Date le competenze di Tirone in ambito artistico e musicale fu poi naturale nel corso degli anni Ottanta, approdare gradualmente alla radio e alla tv: «Grazie a contatti di lavoro in Rai riuscii a proporre alcune idee per nuovi programmi: fu così che mi invitarono a lavorare come autore per qualche trasmissione radiofonica, nonostante venissi dal mondo musicale. Motivo di più per capire quanto rimpianga quegli anni, quando Mamma Rai ti premiava sempre se portavi idee vincenti». E fu così che Tirone regalò a Mamma Rai una serie di popolari trasmissioni di successo: da quelle televisive come Linea Bianca e Uno mattina estate a quelle radiofoniche come Taxi TaxiC’ero anch’io, programma sui mitici anni Sessanta condotto con Elsa Martinelli e Che lavoro fai?, trasmissione tra intrattenimento e informazione molto utile ai giovani in cerca di lavoro in onda il sabato sera dal 1998 al 2011.

Una lunga esperienza professionale la sua, ricca di numerosi incontri, da Alberto Lupo a Claudio Villa, da Alberto Sordi a Mino Reitano, tanto da suggerirgli la realizzazione di un libro, oggi rimasto incompiuto, costituito proprio da curiosi aneddoti legati alla sua carriera, che, nonostante l’allontanamento definitivo dalla Rai nel 2013, considerava tutt’altro che conclusa, continuando a ideare nuove proposte rimaste tuttavia inascoltate.

Pur non potendo permetterci di entrare nel merito di strategie d’azienda o presunte ingratitudini, alla luce dei fatti Aldo Tirone non è comunque un personaggio che meriti di non essere ricordato. Sarebbe un destino tanto più paradossale nei confronti di un professionista come lui che, cordiale quanto passionale, aveva proprio ribadito l’importanza della memoria storica di quei personaggi che hanno contribuito alla tradizione musicale italiana: «Ho vissuto, col cuore e con le orecchie, gli anni di Adriano Celentano, Bruno Martino e Nico Fidenco, quando la melodia era parte fondamentale in una canzone. Oggi quel periodo non mi sembra essersi solo esaurito, dico addirittura perso: sempre più raramente sento passare in radio quei brani, lasciando molto più spazio alle novità e ai “neourlatori”. Non discuto ed è chiaro che possa piacere la novità ma non si può dimenticare il passato: mi rammarica vedere che, mentre si scoprono nuovi artisti di qualità, altri non vengano più o, immeritatamente, poco ricordati».

Siete cinefili ma non potete permettervi di andare a Venezia? Allora seguite la celebre rassegna lagunare con Radio Monte Carlo: in programma musica, dj set esclusivi, interviste ai protagonisti e retroscena dal Lido.

Radio Montecarlo alla Mostra del Cinema Radio Monte Carlo è oggi l’emittente di riferimento del cinema. Come è noto la radio ha sempre avuto un feeling speciale con la settima arte: segue i più importanti eventi cinematografici internazionali, dagli Oscar a Cannes, da Berlino al Festival de la Comédie, che ha sede proprio nel Principato, e vanta collaborazioni eccellenti con prestigiose case di produzione e distribuzione.

Radio Montecarlo alla Mostra del Cinema di Venezia
RMC, radio ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia.

Da domani 30 agosto e fino al 9 settembre, sarà la radio ufficiale della 74° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia: ogni giorno doppio appuntamento con Rosaria Renna che dalle 10.00 alle 13.00 condurrà la diretta dall’elegante postazione all’interno del Palazzo ex Casinò, e alle 19.15 riporterà gli aggiornamenti con le interviste ai protagonisti della giornata e le anticipazioni della serata in corso.

Previsto inoltre ogni sera un raffinato dj set firmato RMC che accompagnerà la sfilata sul red carpet, a testimoniare quanto la musica sia parte integrante del cinema.

E nelle edizioni quotidiane di RMC News non mancheranno naturalmente anche anteprime e approfondimenti, con un occhio di riguardo alla mondanità e allo stile.

A completare il reportage di Radio Monte Carlo anche le immagini: i momenti più curiosi e interessanti della kermesse saranno disponibili online sul sito radiomontecarlo.net, in un’ampia sezione ricca di video, fotografie, podcast con rimandi alle pagine ufficiali Facebook, Twitter, Google+ e Instagram di RMC.

A conferma, ancora una volta, che “Il grande cinema si racconta solo su Radio Monte Carlo”.

Disponibile in tutti gli store digitali la compilation ufficiale della prima fortunata edizione del contest targato Mescal, i cui ricavati andranno in beneficenza.

MemoLive Volume 1, la compilation del contest milanese#MemoLive volume 1 è il titolo della compilation ufficiale della prima edizione del contest totalmente gratuito, svoltosi dallo scorso gennaio ad aprile 2017 nella suggestiva location del Memo Music Club di Milano, in via Monte Ortigara.

La compilation non rappresenta solo un atto di generosa solidarietà e promozione nei confronti di artisti emergenti ma avrà un merito anche in termini sociali: i ricavati delle vendite della compilation, che potrà essere acquistata  sulle migliori piattaforme digitali on-line, andranno completamente in beneficenza, destinati a favore della Fondazione Oxiamo Onlus – associazione nata con l’obiettivo di studiare e vincere le malattie polmonari, dalle neoplasie alle patologie che necessitino di trapianto, nonchè impegnata a investire i proventi in attività quali assistenza sociale, sociosanitaria e ricerca scientifica.

Partner dell’operazione oltre a Mescal, celebre etichetta indipendente che promuove la raccolta a sotegno del progetto, sono il portale della musica italiana All Music Italia, il Memo Music Club, il Mei-Meeting degli indipendenti a sostegno degli artisti emergenti, L’Altoparlante, agenzia di promozione musicale ufficio stampa del concorso e Synapsy, agenzia di comunicazione integrata.

La raccolta contiene 12 tracce, quanti sono stati i partecipanti alla finale del contest: la prima traccia è quella della vincitrice assoluta del #Memolive, Marte Marasco.

Tracklist

1) Marte Marasco La casa che non avremo mai insieme

2) Elisabetta Gagliardi feat. Nicola Bruno Immagina

3) Tamrida Staring at the stars

4) VHSupernova LA90

5) Giacomo Cascone Grigio Scuro

6) Sweet as shit Up yours

7) ZuiN Fantasmi

8) Alfonsina Venosa Sarebbe un gran peccato

9) Alfredo Bruno L’amore ha sempre ragione

10) Bellot Il vojeur

11) Pasquale Sculco (Carboidrati) Anita

12) Helèna Twice

Nella consueta incantevole località tra Langa e Monferrato, avrà luogo dal 19 agosto la nuova edizione del festival sulla canzone d’impegno. Il programma e tutti i dettagli.

Programma Festival conto 2017 -  Castagnole delle Lanze
Festival conto 2017, a Castagnole delle Lanze dal 19 al 30 agosto.

In Piemonte, a Castagnole delle Lanze (Asti), da sabato 19 a mercoledì 30 agosto sarà nuovamente di scena la manifestazione Festival Contro, il festival della canzone d’impegno. Un evento divenuto sempre più interessante nel panorama musicale italiano e che negli anni ha visto esibire sul suo palco artisti come Luciano Ligabue, Vasco Rossi, Zucchero, Claudio Baglioni, Fabrizio De André e molti altri.

Quest’anno, oltre al tradizionale appuntamento con le nocciole delle langhe e il rituale raduno nazionale del fan club di una delle band italiane più longeve e apprezzate, i Nomadi – che dal 1967, durante i festeggiamenti estivi nella frazione di San Bartolomeo, si esibisce qui quasi ininterrottamente – sono attesi anche Francesco Gabbani, trionfatore al Festival di Sanremo, Brunori Sas, vincitore del Premio Tenco, il cantautore romano Antonello Venditti e il cabarettista Pucci.

Programma Festival conto 2017 -  Castagnole delle LanzeI concerti e le esibizioni avranno inizio il prossimo sabato e ogni sera a partire dalle 21.30 in piazza San Bartolomeo, per un totale di dodici date, alcune ad ingresso gratuito, altre a pagamento, che animeranno l’edizione 2017. Di seguito il calendario dettagliato:

SABATO 19 AGOSTO

GRIDO

Open act Ex – Xylema

Ingresso libero

Pseudonimo di Luca Paolo Aleotti, rapper e cantautore italiano, ex membro del gruppo musicale pop-rap Gemelli DiVersi. Fratello minore di J-Ax, ha collaborato anche con gli Articolo 31. A marzo 2017 ha pubblicato il nuovo album da solista, Segnali di fumo.

DOMENICA 20 AGOSTO

PUCCI

Serata di cabaret con lo spettacolo “Recital”

Ingresso € 20,00

Cabarettista, monologhista nonché presentatore ed animatore delle notti milanesi, attento osservatore della quotidianità, ama dialogare e scontrarsi con il pubblico improvvisando situazioni grottesche.

LUNEDì 21 AGOSTO

TRELILU

Musica e cabaret con lo spettacolo “Baciamoci i gomiti”

Ingresso libero

Quartetto comico-musicale piemontese portavoce del genere “new folk comico”. Melodie originali di genere popolare, testi esilaranti, spontaneità dei personaggi proposti, voglia di ridersi addosso: questi gli elementi che caratterizzano i Trelilu.

MARTEDì 22 AGOSTO

ANTONELLO VENDITTI

In concerto

Ingresso € 35/50,00

Considerato uno fra i più popolari esponenti della Scuola Romana, il cantautore vanta 30 milioni di copie vendute per 48 album pubblicati. Fra i suoi successi più popolari: Notte prima degli esami, Roma capoccia e Alta marea.

MERCOLEDì 23 AGOSTO

EXPLOSION

open act Dj Tonino

Ingresso libero

Due ore di spettacolo senza pause in cui le migliori hit, dagli anni 70 ad oggi, ballabili ma non solo, vengono impreziosite da coreografie acrobatiche, repentini cambi d’abito, una scintillante scenografia e tanto coinvolgimento.

GIOVEDì 24 AGOSTO

STATUTO

open act Free SoundDj Kind

Ingresso libero

Il volto italiano italiano dello ska composto da oSKAr, Naska, Rudy Ruzza, Enrico Bontempi. Il loro coerente ma evoluto stile mod, con l’immediatezza e sfrontatezza di testi impegnati, ironici o sarcastici, hanno conquistato anche il palco di Sanremo nel 1992.

VENERDì 25 AGOSTO

FRANCESCO GABBANI

In concerto

Ingresso € 20,00

Ha trionfato a Sanremo nella sezione Nuove Proposte nel 2016 e nei Big nel 2017. Con il suo Occidentali’s Karma si è confermato l’artista italiano con il videoclip più visto in un unico giorno e ha travolto l’Euro Vision Song Contest.

SABATO 26 AGOSTO

I NOMADI

open act Bassapadana Social Club

Ingresso € 20,00

Alle 18.30 inizierà il XXVI Raduno Estivo Nomadi Fans Club

Sono il gruppo musicale pop rock italiano fondato nel 1963 dal tastierista Beppe Carletti e dal cantante Augusto Daolio. Sono uno dei più conosciuti e longevi complessi della musica leggera italiana: hanno pubblicato fino al 2012 settantuno album tra dischi registrati in studio, dal vivo e raccolte varie.

DOMENICA 27 AGOSTO

I CUGINI DI CAMPAGNA

In concerto

Ingresso libero

Diciotto album pubblicati per l’amatissimo gruppo musicale pop fondato nel 1970, che ha da sempre conciliato la musica all’immagine e alla presenza scenica. Indimenticabile Anima mia, successo del 1973.

LUNEDì 28 AGOSTO

158° FIERA DELLA NOCCIOLA

Orchestra Marianna Lanteri

L’orchestra Marianna Lanteri debutta il 20 marzo 2011 al Palaliabel di Salsomaggiore Terme (PR), sede storica del concorso di Miss Italia. Otto musicisti di talento, versatili e pronti a dar vita, con la loro professionalità, a note e melodie che vi accompagneranno durante tutta la serata.

MARTEDì 29 AGOSTO

LOU DALFIN

open act Pitakass – Robi Arena Group

Ingresso libero

Gruppo musicale piemontese nato nel 1982 che rivisita la musica tradizionale occitana rielaborandola e contaminandola con la musica moderna, affiancando in più agli antichi trumenti acustici quelli più noti della musica rock, jazz e reggae.

MERCOLEDì 30 AGOSTO

BRUNORI SAS

open act Brenneke

Ingresso € 20,00

Classe 1977, origini cosentine, imprenditore mancato ma considerato uno dei migliori cantautori italiani del momento e vincitore della Targa Tenco come miglior disco e miglior canzone.

Secondo una nuova ricerca realizzata da Idealo, la piattaforma internazionale di comparazione prezzi per gli acquisti digitali, il vinile sta lentamente riconquistando il mercato musicale in Europa.

Ritorno al vinile? Il mercato sembra confermarlo
Ritorno al vinile? Il mercato sembra confermarlo

È da qualche anno che si sente parlare di un progressivo ritorno del vinile. In particolare, dopo le notizie diffuse lo scorso fine dicembre da diverse testate – probabilmente a partire da un report fornito dalla Entertainment Retailers Association – relative ad un vero e proprio superamento, in termini economici e non numerici, delle vendite dei vecchi supporti rispetto a quelle dei download digitali, le ultime statistiche descrivono il 2016 come un anno caratterizzato da streaming in continua corsa, cd e download che calano e il vinile che acquista maggior importanza e diffusione in alcuni paesi, specialmente in Europa.

I dati sembrano confermare un trend positivo al punto da ipotizzare una probabile ricomparsa del vinile sul mercato musicale. Per questo motivo, date le recenti notizie sul tema, la piattaforma internazionale Idealo ha deciso di analizzare nello specifico, per la categoria “vinile”, i dati relativi ai suoi principali portali europei (Germania, Austria, Francia, Spagna, Regno Unito e Italia) nel periodo compreso tra gennaio 2015 e giugno 2017, allo scopo di fotografare la situazione dal punto di vista del web e meglio comprendere il ruolo dell’ e-commerce e degli e-consumer in questo processo.

Ritorno al vinile? Il mercato sembra confermarlo
La ricerca di Idealo.

I numeri raccolti tracciano un quadro che descrive quanto le recenti abitudini dei consumatori digitali, nell’acquisto o nell’interazione con i nuovi canali di vendita offerti dall’e-commerce, abbiano contribuito al rilancio di un supporto tradizionale che, pare, ancora attrae appassionati, nostalgici, puristi e cultori della “vera musica”.

Il primo risultato infatti riguarda proprio l’interesse manifestato dagli utenti verso l’oggetto vinile, con un incremento, tra 2015 e 2016, circa dell’80%: il che significa che, qualora questo trend continuasse a mantenersi costante, entro fine anno si potrebbe arrivare ad un +110% (secondo le intenzioni di acquisto a giugno 2017 rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente).

Il genere privilegiato di questa vinil-mania è il rock, con il 33,1% sul totale dei vinili disponibili; a seguire il pop (19,1%) e l’alternative (8,7%). A scendere troviamo il jazz (6%), metal & hard rock (5,3%), musica classica (3,9%), elettronica & dance (3,5%), hip hop & rap (3,4%); ultimi posti della classifica, occupati da blues e musica country (rispettivamente 2,9 e il 2,7%).

Verso il futuro ritorno del vinile? 3

Sul podio dei dischi più gettonati per anno di uscita, al primo posto gli album dell’universo musicale anni Ottanta, a seguire le produzioni del primo decennio del 2000 e al terzo posto la discografia anni Settanta.

Lo studio di Idealo dimostra anche che scopo dell’acquisto del vinile da parte dei consumatori non sia solo collezionismo, o possedere un feticcio da conservare anziché “far suonare” ma, al contrario, deriverebbe proprio dalla qualità musicale, considerando molti questo supporto in grado di riprodurre un suono più “caldo”.

 

L’ipotesi pare confermata anche da un sempre maggiore interesse per i giradischi da parte dei consumatori digitali: sempre nel biennio 2015-2016 si riscontra un trend positivo del +28,2 % in Europa e in particolare in Italia, dalla metà del 2016 ad oggi, questa crescita sembra essere aumentata del 70,10%, curiosamente con picchi di richiamo soprattutto nel periodo pre-natalizio.

Ritorno al vinile? Il mercato sembra confermarlo
Un giradischi.

Le ultime cifre dai portali europei di idealo riguardano gli shop che mettono a disposizione i vinili: il loro numero su tali portali tra il 2015 e il 2016 è aumentato del 10,5%; e se si considera la quantità di negozi attivi nei primi sei mesi del 2016 a confronto con quelli attivi da inizio 2017 ad oggi, l’aumento appare ancora più significativo, visto che sfiora il +27%.

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Fabio Plebani, Country Manager idealo Italia

«Dalla nostra ricerca abbiamo riscontrato un reale aumento dell’interesse da parte degli utenti europei verso il mondo del vinile, nel senso più ampio possibile», ha commentato Fabio Plebani, Country Manager di Idealo per l’Italia. «Il mondo della tecnologia e di internet ha portato ad una rivoluzione senza precedenti negli ultimi decenni, con la diffusione della musica su supporti digitali, i cambiamenti nelle abitudini di ascolto e la nascita di piattaforme dedicate e servizi in streaming; è interessante vedere come quello stesso mondo sia capace di contribuire oggi ad un rilancio dei vecchi supporti fisici e dei sistemi per ascoltarli.

L’e-commerce, forse ancor più in questo settore che in altri, si rivela una risorsa in termini di offerta […] non solo dal punto di vista del consumatore, che può avere accesso a titoli e ad album di qualunque tipo ed epoca, magari introvabili o difficili da reperire tramite i canali tradizionali, ma anche per i negozianti.

Ci auguriamo che i negozi di dischi che scelgono il commercio digitale come canale di vendita e fonte di nuove opportunità siano sempre di più e che continuino ad aprirsi all’universo dell’e-commerce per raggiungere un numero sempre maggiore di appassionati, anche al di là dei loro confini».

Dopo lauree ad honorem conferite in passato ad artisti musicali per i contenuti delle loro opere o per la loro capacità comunicativa, per la prima volta è stata assegnata ad un chitarrista italiano un’onorificenza per la propria attività da musicista.

Dodi Battaglia: laurea honoris causa in Chitarra elettrica
Dodi Battaglia: laurea honoris causa in Chitarra elettrica.

Donato “Dodi” Battaglia, noto chitarrista dei Pooh, ha ricevuto lo scorso 24 luglio dal Dipartimento di Nuovi linguaggi e nuove tecnologie del Conservatorio Egidio R. Duni di Matera, capitale europea della cultura 2019, un diploma accademico honoris causa di secondo livello in “Chitarra elettrica”.

Piero Romano, direttore del Conservatorio, ha così commentato il conferimento: «Dodi Battaglia è uno straordinario esempio di artista di successo: ha coniugato lo studio alla passione, il lavoro ai suoi sogni. Il Conservatorio di Musica di Matera crede fortemente nella sua missione di forgiare gli artisti italiani di oggi e di domani che, come in passato, riusciranno a colonizzare il mondo con la loro arte. L’esempio di Dodi Battaglia rimarrà nella storia del nostro Conservatorio e della città di Matera».

Dodi Battaglia: laurea honoris causa in “Chitarra elettrica” 1
Hank Marvin degli Shadows

Durante la serata, moderata dal critico musicale de Il Mattino Federico Vacalebre e alla quale hanno partecipato il sindaco Raffaello De Ruggieri, il Presidente della Provincia di Matera Francesco di Giacomo e il Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, si è celebrato il percorso di questo artista. Proveniente da una famiglia di musicisti, Battaglia ha imparato a leggere la musica all’età di 5 anni, il suo primo strumento è stato una fisarmonica e dapprima si è appassionato al tango e al walzer, finché intorno ai 14 anni scoprì gli Shadows del leggendario Hank Marvin, chitarrista idolo per lui e una generazione di futuri guitar hero, da Eric Clapton a David Gilmour, da George Harrison a Brian May, da Pete Townshend a Mark Knopfler.

Orientando i suoi gusti musicali fra la musica italiana degli anni Sessanta e vari artisti stranieri del periodo, tra cui Beatles, Chicago e Bee Gees, comincia a suonare come chitarrista in vari gruppi dell’area bolognese, tra cui i Meteors, con i quali aprì la serata della data bolognese del tour italiano di Jimi Hendrix.

A 17 anni, notato proprio ad un concerto da Roby Facchinetti e Valerio Negrini, gli viene proposto di entrare nei Pooh per sostituire Mario Goretti, che avrebbe lasciato il gruppo dopo gli impegni dell’estate del 1968: cavalcando la fortuna del celebre singolo Piccola Katy, accetta entusiasta dando inizio ad una stagione di successi. E non solo per il contributo come chitarrista: esordisce quasi immediatamente anche come voce solista in Buonanotte Penny (1968) tanto che, quando i Pooh passano alla CBS sotto l’egida del produttore Giancarlo Lucariello, questi lo convince a interpretare Tanta voglia di lei (1971), che non solo diventa uno dei classici del gruppo ma qualifica di fatto anche la sua voce, insieme alla sua chitarra, quali elementi peculiari del sound della band. Interpreterà altre pietre miliari come Noi due nel mondo e nellanima (1972), Infiniti noi (1973) Parsifal (1973) e Canterò per te (1980), primo singolo dei Pooh firmato da Battaglia ad attestare la sua crescita anche come autore.

Dodi Battaglia: laurea honoris causa in “Chitarra elettrica” 2
I Pooh nel 1973: da sinistra Dodi Battaglia (chitarra), Stefano D’Orazio (batteria), Roby Facchinetti (tastiere) e Riccardo Fogli (voce).
Dodi Battaglia: laurea honoris causa in “Chitarra elettrica” 3
Logo storico dei Pooh

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dodi Battaglia: laurea honoris causa in “Chitarra elettrica” 4
Più in alto che c’è ?! (1985)

Nella sua parallela attività come solista – pubblica gli album Più in alto che c’è?! (1985), lo strumentale acustico D’assolo (2003) e Walzer d’un blues (1993) insieme al supergruppo Adelmo e i suoi Sorapis, con Zucchero, Maurizio Vandelli, Umbi dei Nomadi, Fio Zanotti e Michele Torpedine – ha firmato canzoni per Riccardo Fogli, Mia Martini, Lorella Cuccarini, Massimo Ranieri, Alice e Annalisa Minetti, senza contare il suo tocco nelle celebri Una canzone per te, Va bene va bene e Toffee di Vasco Rossi o ancora nei dischi di Gino Paoli, Enrico Ruggeri, Raf, Gianluca Grignani, Mia Martini, Giorgio Faletti e la partecipazione in  Dov’è andata la musica (2015) di Tommy Emmanuel.

Sempre attento all’evoluzione e ai nuovi sound nel panorama offerto dalla scena musicale internazionale, da Chick Corea e Al Di Meola dell’area fusion o Pat Metheny e John McLaughlin, fino ai più contemporanei The Edge e Steve Lukather, Battaglia ha continuato a testimoniare la sua innata e viscerale passione per ogni contributo legato al mondo delle chitarre, di cui è anche grandissimo collezionista, al punto da vedersi pure dedicare due modelli signature, rispettivamente dalla Fender e dalla Maton su sue specifiche indicazioni.

Anche se modestamente e ironicamente si è sempre definito solo come «il più bravo chitarrista dei Pooh», Dodi ha invece nel tempo annoverato anche numerosi premi, fra cui quello conferitogli dal prestigioso giornale tedesco Die Zeitung come “Miglior chitarrista europeo” nel 1981, confermato poi nel 1986 da parte della rivista Stern. Nello stesso 1986 il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, gli ha conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica italiana e per i due anni consecutivi anche la critica italiana, sebbene tardivamente, lo ha decretato miglior chitarrista italiano – il primo anno su tutti, il secondo come chitarrista pop.

Dodi Battaglia: laurea honoris causa in Chitarra elettrica
Dodi Battaglia al Conservatorio di Matera

«Grandi e tante sono state le gratificazioni che ho avuto grazie al mio amore per la musica ma questa Laurea Honoris Causa mi tocca nel profondo e mi fa vibrare di felicità», ha dichiarato Dodi Battaglia riferendosi all’attestato conferito al cospetto di Piero Romano e del Presidente dell’Istituto Arnaldo Greca, poco prima di tenere una breve lectio magistralis agli alunni del Conservatorio. «Grazie a coloro che mi hanno scelto quale unico artista per questo riconoscimento che unisce per la prima volta un grande conservatorio di musica alla grande ”università del palcoscenico” in cui mi sono formato».

 

Che vuoi che sia

"Che vuoi che sia" – Olevano di Lomellina (PV) 08.07.2017

Ciao a tutti, dal concerto tenuto ad Olevano di Lomellina l'8 luglio, un estratto da "Che vuoi che sia".Dodi

Pubblicato da Dodi Battaglia su Martedì 18 luglio 2017

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