Manca l’originalità melodica nel nuovo pezzo di Ligabue dedicato alla Capitale, supportato da un bel testo
Quando canta Ligabue non c’è mai niente di banale. Anzi, ogni suo brano si rivela piuttosto un evento da ascoltare in religioso silenzio, come un istante che bisogna godersi fino in fondo per la sua eccezionalità. Non smentisce le attese nemmeno in questa fine estate 2023. Mentre i suoi colleghi o sono in vacanza o stanno facendo il bilancio di quello che hanno raccolto con questi mesi caldi, ecco che il cantautore emiliano è il primo ad arrivare con un nuovo singolo in questa ultima settimana agostiana.
Il nuovo singolo di Ligabue si intitola Una canzone senza tempo.
Partiamo da un assioma: il ritmo e la musicalità di Ligabue ormai li conosciamo a memoria. Non si fatica dopo poche note a immaginare dove si andrà a parare melodicamente. Sotto questo aspetto il dramma è che non si rimane mai sorpresi rispetto alle attese. Succede anche questa volta. Tuttavia Canzone senza tempo non può essere etichettato come il solito brano alla Ligabue. Almeno nelle intenzioni.
Infatti tutto ci si potrebbe aspettare meno che Ligabue dedicasse una canzone a Roma.
L’idea che emerge è proprio quella di una città eterna, dove anche le sensazioni restano uguali pur con la voglia di rinnovarsi continuamente. Ligabue fa una fotografia di Roma talmente ricca di immagini cinematografiche, da potersi già candidare come possibile colonna sonora di qualunque film girato nella Capitale.
Il panorama mozzafiato di Monte Mario, il vento ponentino, la magia che fa volare Roma come se non esistesse il tempo nemmeno per chi la visita. Da amare proprio e soprattutto per la sua antichità.
Non mancano delle denunce sociali nel brano.
Ligabue rilancia infatti l’annosa questione delle buche di Roma, racconta di un autobus che va a fuoco. Nonostante ciò, però, la città eterna sa farsi amare. E riesce a farlo tanto più la città rimane uguale a se stessa. Senza perdere la sua poetica antichità, capace di funzionare perfettamente anche nella contemporaneità. Il turista vuole tornare sempre nello stesso albergo, ritrovare il solito cameriere nel ristorante preferito. Perché Roma è meravigliosa proprio nella sua capacità di non tradire le attese.
Insomma quella di Ligabue è davvero una bella dedica sul classico rock pop che lo contraddistingue.
Come si diceva, forse è proprio qua che il cantautore si perde un po’. Manca l’emozione creativa nella melodia ed è un peccato per un brano che racconta di sapori piacevolmente malinconici da vivere fino in fondo. Si evincono l’amore di Ligabue per Roma e la sua sincera ammirazione. Distinguerla musicalmente dalle altre sue canzoni però diventa un’impresa. Va bene fare un brano senza tempo, ma così sembra persino mancare l’anima.
Peccato, perché anche il video che vede protagonista l’attrice Coco Rebecca fa respirare proprio quelle atmosfere di antichità che si mischiano con la modernità. Sarebbe bastato forse un ritornello più incisivo: da un cantante non romano e non romanista (ma che loda Totti) ci si poteva lecitamente attendere qualcosa di più.
Le classifiche Fimi della settimana, intanto, non fanno che confermare il successo di Italodisco, nuovamente al primo posto tra i singoli più venduti. Unica novità, la salita di Alfa che giunge al quarto posto con Bellissimissima. Cenere, sette mesi dopo Sanremo, è ancora quattordicesima: merito a Lazza.