Chiarita, la giovane venticinquenne questa settimana lancia un nuovo brano: Dimmi

Chiarita, con Dimmi, è la novità più bella di questa settimana musicale 

 

La seconda settimana musicale di agosto, la vogliamo raccontare partendo da Chiarita. Mentre i Big sono in vacanza, nell’attesa di poter sfornare nuovi successi autunnali, agosto rappresenta l’occasione per farci conoscere tanti emergenti che vale la pena ascoltare. La giovane cantante, classe 1997, lancia un ritmato e ballabilissimo Dimmi, che le consente di esprimere al meglio la sua voce in grado di toccare falsetti davvero affascinanti. La sua canzone racconta di un amore pieno di sentimenti ma soprattutto sensazioni difficili da descrivere. Sarà merito della luna? Della mezzanotte? Della musica? O forse degli occhi blu del partner in cui sembra perdersi la protagonista?

In ogni caso Chiarita presenta un brano di un amore bello proprio perché non si pone troppe domande e ancor meno cerca risposte: si è creata una sinergia fortissima e l’unica cosa che merita di essere fatta è di vivere quel momento.

Chiarita, prodotta da Orangle Records, fa quindi ballare con un ritmo diverso dal solito latino o dal consueto reggaeton.

Per questo si fa notare e potrebbe essere davvero una perla rara del nostro panorama musicale contemporaneo. Teniamola d’occhio, perché tra qualche tempo Chiarita potrebbe rappresentare uno di quei nomi che sentiremo più spesso nominare dai giovani, che finalmente hanno l’occasione di ascoltare musica autentica.

Di proposte innovative, rispetto ai canoni a cui ci ha abituato il mercato discografico ultimamente, ce ne sono diverse in questa settimana. Una di queste è Tatooine, dedicata al deserto che abbiamo conosciuto in Star Wars. Michelangelo, noto produttore di Blanco, la fa cantare da un coro in pieno stile orientale. Sembra di ascoltare un rito propiziatorio, capace di donare serenità con le sole voci umane e qualche tamburo. Essenzialità e originalità in una sola canzone.

C”è molto pop ballabile nel Tanger Cafè di Paolo Karim, mentre Carola e Camille Cabaltera aggiungono quella sensualità che, unitamente ad atmosfere più che mai internazionali, fanno di I just told you no una delle novità più interessanti degli ultimi tempi. Raro infatti trovare due giovani donne che hanno voglia di collaborare come loro con un brano che propone entrambe allo stesso modo come protagoniste. Anche loro, come Chiarita, sono prodotte da Orangle Records.

L’etichetta milanese questa settimana presenta ben quindici nuovi brani. Uno di questi è il rap di Fusorario con Alix Cole: Ogni volta ha anche un assolo piuttosto lungo di note alte che sembra riportarci al celebre I like Chopin di gazebiana memoria. Più proiettato verso la trap Davide Calandra col suo Sere d’estate che, tuttavia, canta senza servirsi ambiguamente di un pedissequo autotune.

Pertanto è chiaro come anche in questa nuova settimana, a cominciare da Chiarita, vi siano tante novità rispetto ai generi a cui siamo ormai stati abitutati.

Le classifiche Fimi intanto continuano a premiare sempre le stesse canzoni che da due mesi trionfano in hit parade: La dolce vita, Giovani Wannabe, Tropicana sono costantemente posizionate nei primi quattro posti dei singoli più venduti della settimana.

Ormai è chiaro che per ascoltare le grandi novità dei Big dovremo attendere settembre. Non tutti, probabilmente, saranno presenti quest’autunno. Per esempio, Gigi D’Alessio starebbe pensando di fare uscire solo a febbraio, al Festival di Sanremo, il suo nuovo duetto con LDA. Il ragazzo, ex Amici, mira al palcoscenico dell’Ariston e il cantautore napoletano potrebbe essere il passepartout vincente per entrare in quella magica cornice. Non ci resta che attendere quando, sempre a settembre, forse Amadeus inizierà a scoprire qualche tessera del puzzle che via via va costruendo per il Festival.

Si chiama Tony D. Il suo inno venne composto per la prima in Europa della sua Udinese

Vinci per noi: l’inno dell’Udinese è cantato da una donna
Nella nuova puntata di MusiCalcio parliamo dell’inno dell’Udinese

L’Udinese è una di quelle squadre che è sempre stata simpatica un po’ a tutti. Certo, magari non nella domenica in cui batte la propria squadra del cuore, realtà non troppo rara essendo ormai una presenza fissa in Serie A da tanti anni, con risultati molto spesso importanti. In ogni caso possiamo dire che quando parliamo di Udinese siamo sicuri di incontrare il sorriso di molti lettori. La squadra friulana, con fenomeni del calibro di Zico, Bierhoff, Jorgensen, Amoroso, Sensini (solo per citarne alcuni), ha sempre saputo costruire un gruppo affiatato, sorprendente e decisamente particolare, dal punto di vista calcistico. Ebbene, siccome gli inni sono lo specchio delle loro società, la stessa cosa vale dal punto di vista musicale. Basterà raccontare i due inni principali della squadra.

Continuiamo quindi il nostro percorso tra gli inni di calcio, andando a scoprire la storia delle canzoni che riguardano l’Udinese.

Era il 1979 quando la squadra bianconera approdava per la terza volta nella sua storia calcistica, cominciata nel 1911. Il cantautore Dario Zampa, appassionato di Gaber e Celentano, ma anche di musica dialettale, di cui ha fatto la sua cifra stilistica, compone Alé Udin. Il brano, completamente in friulano, deve colmare un vuoto: l’Udinese merita il suo inno come tutte le grandi squadre. C’è nell’aria una sensazione di novità: in effetti, a differenza del passato, questa volta sembra proprio che la permanenza in Serie A possa durare più di una sola stagione. Sarà così, l’Udinese vincerà anche la Mitropa Cup. Tutto grazie al portafortuna di Zampa? Chissà. Vero è che Alè Udin coinvolge tutti e sembra dare una carica in più dagli spalti.

C’è folclore, unitamente agli immancabili cori perentori degli storici inni calcistici. Lo stile non si avvicina infatti a quello tipico della fine anni ’70, che strizza l’occhio alla dance. Il primo inno guarda piuttosto a un’atmosfera provinciale: sembra di ascoltare la musica per una grande festa dedicata alla promozione della squadra più seguita in zona. Una canzone da fare tutti insieme, come suggerisce in dialetto la voce di Zampa: a ritmo di tamburi e trombe, si esalta il risultato storico.

C’è anche un pensiero per una realtà purtroppo oggi inesistente, a rendere più poetico il brano. Si parla infatti di giocatori friulani che giocano per la loro Udinese.

Emozioni che il calcio di oggi, popolato principalmente di stranieri, fatica a capire. In ogni caso negli anni i tifosi continueranno ad amare questa canzone, cantando il ritornello allo stadio e concedendosi, così, la licenza di cantare in dialetto anche nel 2020 (in un’epoca in cui la globalizzazione sta praticamente cancellando i modi di dire provinciali).

Nel 1997 l’Udinese allenata da Alberto Zaccheroni (che l’anno dopo arriverà al Milan insieme a Bierhoff e Helveg vincendo subito lo scudetto) approda per la prima volta nella sua storia in Coppa Uefa. Il caso vuole che si tratti anche del centenario dalla fondazione della polisportiva (una delle più antiche in Italia) di cui fa parte la sezione calcio (creata appunto qualche anno più tardi). Impossibile non celebrarne le gesta in questa doppia occasione di festeggiamenti. Arriva così un nuovo inno che, sorpresa, viene cantato da una donna.

Lei si fa chiamare Tony D., la canzone si intitola Vinci per noi.

Si tratta di un pop interpretato da una voce graffiante come quella della cantautrice, che rivolgendosi ai giocatori dichiara nel testo: “Che vada come vada, sarete i nostri eroi”. C’è ancora una visione favolesca insomma in questo inno che viene risuonato per la prima volta allo stadio Friuli il 4 novembre 1997. Quel giorno i tifosi comprendono subito che l’inno porta bene. La loro Udinese, infatti, vince 2-1 contro l’Ajax, battendo anzitutto ogni previsione. In ogni caso, dunque, i giocatori sono eroi. La voce femminile dell’inno rende tutto ancor più vero: il calcio, vissuto così, appassiona uomini e donne indistintamente unendoli in un grande coro.

I vocalizzi di Tony D. quindi coinvolgono la curva che, da quell’anno, non abbandonerà mai più l’inno. Al termine di quella stagione 1997/1998, l’Udinese arriverà terza in campionato. Si tratta del miglior piazzamento mai ottenuto dalla squadra in Serie A. Talvolta la musica sa davvero portare fortuna, oltre a raccontare la storia.

 

Sanremo 2021, la terza serata. Ancora Ermal, emozione Orietta
Fedez (qui nella foto di Marco Piraccini con Francesca Michielin a Sanremo 2021) è sempre in vetta alla hit parade anche in questo inizio agosto

Classifiche Fimi quasi invariate, ma agosto è appena iniziato: ci sono tante novità in arrivo


Anche l’inizio di agosto sembra decretare una certezza ormai incontrastabile: Fedez è il vero re di questa estate musicale.
La dolce vita non ha avuto una sola settimana in cui non fosse al primo posto nelle classifiche Fimi dei singoli più venduti. Il sound anni ‘60 piace e tutto sommato un po’ contrasta con il successo di una certa trap che, seppure alternando i suoi protagonisti, continua a essere molto seguito. Questo inizio agosto, per esempio, sancisce un successo importante per Rhove e la sua Shakerando. Frutto probabilmente anche di una campagna pubblicitaria che negli ultimi tempi ha fatto balzare il brano agli onori della cronaca. Tutto utile a far conoscere il brano anche a un pubblico più adulto

Dunque dicevamo, è agosto ma l’hit parade sembra dare già dei responsi che a settembre troveranno solo conferme. Il tormentone assoluto è proprio quello di Fedez, Tananai e Sattei, seguiti da Giovani Wannabe (Pinguini Tattici Nucleari) e Tropicana (Boomdabash e Annalisa). A proposito di Annalisa, ieri 5 agosto era il suo compleanno e lei in serata, per ringraziare i suoi fan degli auguri ha lasciato su Instagram un post con cui fa capire di avere in serbo una grande sorpresa per l’inizio dell’autunno. “Adesso andate in vacanza. Ma poi tenetevi pronti. Io lo sono”.  Album in arrivo?

La cantante savonese dunque non si ferma e, anzi, sembra ormai essersi definitivamente slegata dalle etichette di Amici o Sanremo: in questo momento è senza dubbio una delle certezze più belle e convincenti della nostra musica.

Agosto sembra già cancellare dalla memoria alcune canzoni uscite due mesi fa ma mai davvero emerse.

Non è però il caso di Finimondo. Il brano con cui Miss Keta omaggia Edoardo Vianello sta infatti riscuotendo ancor più successo ora, facendo ballare tutte le spiagge. Agosto è infatti il periodo in cui la musica più richiesta è quella orecchiabile e ballabile: anche per questo sta spopolando più di un mese fa Caramello, la canzone di Rocco Hunt con Elettra Lamborghini e Lola Indigo.

È comunque anche l’occasione per parlare di novità più nascoste ma non per questo meno importanti.

In un’epoca che non richiede l’intonazione come qualità principale del canto (incomprensibile come questo sia ormai da assumere quale dato di fatto), si fanno ancora notare alcuni cantanti che, al contrario, hanno qualità da mettere in risalto.

È il caso di Celeste Gaia (ve la ricordate la sua Carlo, che spopolò a Sanremo 2012?) che lancia Almeno tu, una canzone con cui riflette tra contraddizioni stereotipate e la necessità di certezza almeno nell’amore.

Lo fa con la sua voce che sembra quasi sussurrare ogni parola, regalando sensualità e grande dolcezza al brano. Almeno tu è la novità più convincente di questo inizio agosto: non ha le pretese di diventare un tormentone, ma vale la pena di essere ascoltato, magari davanti a un bel tramonto estivo, per chiudere positivamente una giornata guardando con serenità al futuro.

Tra le novità di questo inizio agosto rileviamo anche Uno Solo.

Il giovane cantautore romano debutta con Nun fa la stupida, una ballata che si fa piacevolmente ascoltare e non nasconde il talento dell’artista. Uno solo sa essere pop, malinconico e allegro al tempo stesso. Ma soprattutto intonato. Ecco una bella promessa per la canzone italiana.

Tanto ritmo con tono deciso e risolutivo in Basta, la canzone che vede protagonista Elena Camo. Il brano racconta di una donna che prende in mano completamente la sua vita, imparando a dire dei no fin qui sempre negati. Occorrono anche quelli per giurarsi amore eterno e guardare avanti senza perdere se stessi con la certezza di non alienarsi.

Insomma, agosto non sembra regalare una hit parade troppo diversa da quella già vista nei mesi scorsi, ma probabilmente ci prepara a grandi novità  sanremesi.

Qualche giovane promettente potremmo infatti rivederlo in gara al Festival a febbraio. Di stoffa nella musica italiana ce n’è tanta: un bravo sarto come Amadeus saprà senza dubbio farla esprimere al meglio.

L’inno più storico della Serie A? Oh Fiorentina
Nella nuova puntata di MusiCalcio parliamo dell’inno della Fiorentina

Composto nel 1931, l’inno della Fiorentina non è (quasi) mai stato cambiato 

“Oh Fiorentina, di ogni squadra ti vogliam regina”. Quante volte abbiamo sentito questo ritornello in tv. Erano gli anni Novanta, quelli in cui Firenze gongolava per i gol di Batistuta; il regista Paolo Beldì omaggiava la sua squadra del cuore facendo risuonare, a ogni rete, il celebre ritornello. Così tutti, anche gli acerrimi rivali della Juventus, si ritrovavano a conoscere quell’inno. Tanto orecchiabile quanto allegro e diverso da tutti gli altri, Oh Fiorentina è una delle dediche musicali più note. Anche perché televisivamente parlando è stato diffuso negli anni Novanta, ma il brano risale al 1931.

Continuiamo dunque il nostro viaggio nella storia degli inni calcistici, con quello che è il brano più longevo della Serie A.

Tutte le squadre, infatti, hanno cambiato, negli anni, il loro coro di riferimento: la Fiorentina è sempre (eccetto una breve parentesi) rimasta fedele al celebre ritornello.

Cominciamo subito col dire che Oh Fiorentina, in realtà, si intitola Canzone Viola.

Introdotto da una marcetta veloce e alquanto allegra, il pezzo fu composto nel 1931 dal Maestro Marco Vinicio sulle parole del poeta Enzo Marcacci.

Con suoni e ritmi dalle atmosfere quasi medievali, la terra di Dante non poteva rinunciare a parole di altissimo livello che identificassero proprio la patria della lingua italiana. Così ecco che la prima strofa esordisce con un “Garrisca al vento il labaro Viola”. Certo, si sarebbe potuto dire “Sventola al vento la bandiera Viola”, ma Marcacci volle evidentemente  rimarcare la cultura Fiorentina. A distanza di oltre 90 anni dalla sua composizione, quelle parole in effetti ci sembrano perfette non solo per una questione di metrica. Così, in quella strofa, appaiono come le più consuete e inevitabili.

L’idea del testo è sempre la medesima che troviamo in quelli di tutte le altre squadre.

Una speranza sola unisce tanti tifosi in un solo cuore, condiviso con gli undici uomini in campo: la vittoria della Fiorentina.

Per quasi trent’anni a cantare la Canzone Viola furono i tifosi allo stadio, muniti di foglietto con le parole di Marcacci. Poi, nel 1959, tre anni dopo il primo storico scudetto, ci pensò Narciso Parigi a inciderla su un disco, il cui lato B era un’altra piacevolissima Alè Viola.

Narciso Parigi, storico stornellatore, nonché protagonista di varie pellicole cinematografiche, acquisì così anche i diritti di Canzone Viola. Lui intonava la strofa con il suo inconfondibile timbro d’altri tempi, quindi arrivava il coro a cantare il celebre ritornello. Un coro alquanto singolare, visto che Parigi incise il brano in uno studio di Milano e, quel giorno, erano disponibili solo…giocatori dell’Inter!

Oh Fiorentina di ogni squadra ti vogliam regina, Oh Fiorentina combatti ovunque ardita e con valor. Nell’ora di sconforto e di vittoria, ricorda che del calcio hai tu la storia.

Un inno vero e proprio per rammentare alla squadra il suo valore storico e culturale, oltre che sportivo. Firenze, patria del calcio italiano, si rende così giustamente orgogliosa del suo passato per guardare con fiducia al futuro.

Negli anni, dicevamo, solo una breve parentesi vide un nuovo inno per la squadra Viola. Si tratta di Alè Fiorentina, pop ricco di cori e strumenti, dall’arrangiamento scoppiettante è molto moderno. Nel 1982 la Fiorentina sfiora lo scudetto perdendo solo all’ultima giornata a favore della Juve di Trapattoni: il nuovo inno, non associandosi così a un successo, non riesce davvero a sostituire quello di Parigi. Pertanto, dopo pochi anni, Canzone Viola torna a essere l’inno ufficiale.

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“Firenze ti amo da sempre”: la canzone composta da Pupo nel 1998 non è solo una dichiarazione d’amore per la Fiorentina, ma anche per la stessa città, a cui il cantautore aveva già dedicato “Firenze Santa Maria Novella”

 

Nel 1998 Trapattoni, il “grande rivale” arriva proprio in riva all’Arno.

La Viola di Batigol, Rui Costa, Toldo, Edmundo è Campione d’Inverno e sogna finalmente quel tricolore che non arriva da trent’anni. Così Pupo, ospite fisso di Quelli che il calcio, incide una nuova canzone nella speranza di uno scudetto. Si intitola È Fiorentina ed è una dolcissima e romantica dichiarazione d’amore che cresce col tipico climax che piace ai tifosi. Lo scudetto, però, alla fine della stagione sarà del Milan e, si sa, se non arrivano risultati particolari, il pubblico preferisce non slegarsi dai ricordi.

Così l’inno ufficiale continua a rimanere quello cantato da Narciso Parigi. Canzone Viola, il più antico inno della Serie A, per la città che per prima si accorse dell’esistenza del calcio. E che per questo crea sempre tanta simpatia, proprio come la sua canzone.

Dolcenera
Dolcenera questa settimana lancia il suo nuovo singolo “Calliope”: un inno di pace afro beat

Dolcenera, Prati, Stanzani: le grandi novità della settimana

A 20 anni dal debutto sanremese, Dolcenera continua a essere una ventata di originalità nella nostra musica


Dolcenera è tornata. La cantautrice tra qualche mese festeggerà i 20 anni dalla sua vittoria sanremese con Siamo tutti là fuori, con cui diede una sferzata novità stilistica al Festival. Ancora oggi, Dolcenera si conferma una delle più eclettiche musiciste, mai uguale a se stessa e con una gran voglia di esprimere la sua vitalità. 
Lo fa anche nella nuova canzone Calliope (Pace alla luce del sole).

Cominciamo proprio da Dolcenera dunque l’analisi delle novità musicali di questa settimana.

Inizia così la seconda fase dell’estate che, a differenza di quanto accaduto negli anni passati, non sembra proporre tanti nomi di Big assoluti. D’altra parte con un Festival di Sanremo tornato a grandissimi livelli, le ambizioni dei cantanti iniziano a proiettarsi verso la riviera ligure. In molti, vedendo anche il successo di Dargen D’Amico e La Rappresentante di Lista, preferiscono tenere i brani più forti che hanno nel cassetto, per tentare di convincere Amadeus. Naturalmente, il successo estivo non escluderebbe comunque la possibilità di concorrere al prossimo Sanremo. Anzi, a tal proposito Dolcenera potrebbe decidere di presentarsi nuovamente sul palco dell’Ariston proprio per festeggiare la sua folgorante carriera che prese il volo da lì.

Una cantautrice, dicevamo, sempre piena di energia e positività. Nel nuovo brano, dal ritmo e dalla musicalità così moderne che qualcuno l’ha già definito esempio di world music, Dolcenera esprime la voglia di sentire notizie positive dal mondo.

Si appella alla natura, che continua a presentare la primavera e l’estate per omaggiarci serene novità nonostante le guerre e i momenti difficili creati dall’umanità. Si appella a Calliope, la musa della poesia epica dalla bella voce. Questa volta, dice Dolcenera, vogliamo solo parole di pace, per godere della bellezza dell’universo, con le sue sorprese ma, a questo punto, persino con tutta quella normalità che sembriamo aver perso per strada.

Calliope è un brano convincente che, come nello stile di Dolcenera, parte piano per farsi ascoltare in una ritmica destinata a rimanere nelle orecchie soprattutto dopo il secondo ascolto. Una vera ballata con richiami tribali, dal ritornello più che mai incalzante.

Insomma, questa Dolcenera stile afro-beat ci piace molto, anche per le citazioni di spessore (dall’Iliade a Battiato) di cui si fa fregio la canzone.

Chissà che non abbia ambizioni anche Pamela Prati, ormai diventata assidua frequentatrice di discografia estiva. Anche quest’anno ci propone un brano sognante, dalle atmosfere romantiche e ballabili nello stesso tempo. Sale del sud è carica della sua sensualità e della passionalità tutta dell’orgoglio meridionale di Pamela. L’aria della sua terra si rivela benefica e protettiva: un bel messaggio a non abbandonare mai le proprie radici. Lei, troppo spesso dimenticata come cantante a favore di una brillante carriera televisiva, meriterebbe una vetrina importante con la sua voce intonata e molto musicale.

Sta prendendo sempre più forma nel frattempo anche il percorso del ballerino e cantante Tommaso Stanzani.

Già due anni sono passati dalla sua partecipazione ad Amici ed eccolo con un nuovo brano che fa respirare l’estate come una magia: Flor de luna.

In attesa del videoclip (girato nel centro di Genova), ieri è uscita questa canzone fresca e divertente, che consente di catturare tutto il talento di Tommaso. Frasi veloci, ottima intonazione (e non è scontato di questi tempi), grande senso del ritmo che non ha nulla da invidiare ai protagonisti della musica spagnola. Ora i nuovi fenomeni li abbiamo in Italia. Tra tanta produzione distorta che talvolta si ascolta, per fortuna abbiamo ancora molto di cui essere orgogliosi.

La festa dei tifosi per la promozione storica del Monza in Serie A


Un brano di Baldan Bembo, uno di Grignani e uno di un calciatore: il Monza poteva scegliere fra tre inni

Fino a pochi mesi fa quasi nessuno avrebbe pensato al Monza in Serie A. Invece, dopo un campionato combattuto che ha visto il team di Berlusconi arrivare ai playoff, il Monza per la prima volta nella sua storia è approdato nel calcio che conta. Ora si fa sul serio. Ergo, occorre prendersi sul serio anche dal punto di vista musicale.

Per questo motivo la società ha sottoposto i tifosi a un sondaggio: bisogna scegliere l’inno ufficiale del Monza.

Quello che rappresenterà la squadra nelle partite contro Milan, Inter, Juve e via dicendo.

Il team uno suo inno già ce l’ha dal 2006 e a comporlo fu nientemeno che un ex calciatore biancorosso: Michele Magrin. Pochi mesi prima di lasciare la Brianza per trasferirsi alla Pro Vercelli, il centrocampista scrisse Monza Alè. Un coro da stadio in versione pop, con giri armonici di chitarra e una dichiarazione d’affetto immenso per la squadra che quell’anno arrivava ai playoff di serie C, sfiorando la Serie B dopo tanti anni.

La canzone nacque come uno spontaneo grido d’amore che nessuno meglio di un calciatore tifoso avrebbe saputo esprimere.

Tutto regolare, nessuna obiezione. Per ogni tifoso brianzolo l’inno ufficiale è Monza Alè. Perlomeno fino all’arrivo della coppia Silvio Berlusconi-Adriano Galliani. Come noto, il Cavaliere ama vincere e presentarsi in modo convincente. La forma ha sempre una sua essenzialità.

È così che, come aveva fatto anni prima con l’amico Tony Renis, Berlusconi contatta Dario Baldan Bembo.

Il cantautore de L’amico è accetta subito la sfida: comporrà un inno corale in stile anni ‘80 per celebrare le gesta del Monza. Una squadra in cui ancora in pochi credono. E fanno male.

Il Monza vince, arriva ai playoff e perde ma, in fondo, si capisce che qualcosa è cambiato. Fino al maggio 2020. La squadra arriva in Serie A spinta dal dodicesimo uomo in campo: il pubblico. Proprio quel pubblico che ha intonato per mesi allo stadio Destinazione Paradiso, con una metafora che paragona la massima serie al giardino dell’Eden.

È per questo che il Monza ha proposto anche la canzone di Gianluca Grignani come nuovo inno.

Una strada in mezzo al cielo, il nuovo lavoro di Gianluca Grignani
Gianluca Grignani: la sua Destinazione Paradiso stava per diventare inno ufficiale del Monza

Parliamo di un brano pop simbolo di un’epoca, dunque con una sua storia (partecipò a Sanremo nel ‘95, ma soprattutto fu la consacrazione di Grignani al grande pubblico). L’idea è proprio quella per cui, in una grande competizione, ci voglia un grande inno.

Ricapitolando, da una parte una emozionante coralità di Baldan Bembo che ha saputo regalare alla squadra un inno prezioso e sentito. Una canzone che, diciamocelo, ha portato anche fortuna visto che il Monza è arrivato in A dopo la sua composizione. Da una parte una canzone piena di arrangiamenti e strumentazioni pop.

Eppure sembra che i risultati del sondaggio premino ancora Monza Alè.

Ossia il brano dei tre meno strutturato, quello scritto da un calciatore, ma il più amato affettivamente. Allo stadio è giusto che il tifoso canti ciò che sente. Il pubblico del Monza, non abituato alle grandi occasioni, si disinteressa di tutto quel che è mercato commerciale: il calcio è ancora la passione pura, che va oltre ogni logica artefatta.

Dunque tra tre settimane inizierà il campionato e il Monza avrà nuovamente il suo ormai storico inno, che ha una storia di sedici anni. La curva inciterà in questo modo i suoi undici eroi in campo a respirare della sua stessa passione: “lotta con il cuore siam con te”.

Sanremo 2021, la seconda serata. Ermal e Irama incantano 2
Se ci fosse il Festivalbar, Elodie (foto di Marco Piraccini) potrebbe portare in gara ben due brani quest’estate

L’estate musicale ha già offerto tante nuove hit. Ecco le novità di questa settimana


L’estate continua a far sognare gli appassionati di musica anche con il caldo torrido di queste settimane. Merito di un primo mese ricco di grandi novità, che ogni venerdì ci ha regalato tante sorprese. Ora ce le godiamo tutte.

Aldilà delle classifiche, che questa volta vedono Thatsup e Sfera Ebbasta con Lazza (S!R!) superare il trio Fedez-Tananai-Sattei, l’estate sta fornendo tante hit che molto probabilmente ricorderemo a lungo. A dircelo sono le radio.

Dopo solo una settimana La Ola di Gianni Morandi è tra i brani più ascoltati dell’estate.

Con lei anche Tropicana di Boomdabash e Annalisa.

Resistono ormai da tanto tempo anche Finimondo, il brano con cui Miss Keta ha aperto l’estate omaggiando in chiave contemporanea Il capello di Edoardo Vianello, e I love you baby, una delle due canzoni di Jovanotti.

È una estate cominciata un po’ prima rispetto al solito, infatti anche Elodie ha ben due brani in classifica: Bagno a mezzanotte e Tribale.

Se esistesse ancora il Festivalbar tutti questi cantanti avrebbero diverse canzoni a farsi concorrenza. Diciamocelo francamente: oggi sarebbe impossibile ripetere una kermesse come il Festivalbar, anche perché durante l’estate sono davvero tante le canzoni prodotte. La risonanza mediatica, con Spotify e le varie piattaforme, è senz’altro più amplificata rispetto a un tempo. Anche per gli emergenti o i più giovani.

Questa settimana, per esempio, non ci sono superbig con una nuova hit da lanciare, tuttavia la qualità non manca.

Il web ci consente di recuperare presto i nuovi brani del venerdì.

Ci si accorge subito della giovane cantante maltese Muscat che, in coppia con lo spagnolo Blas Cantò, propone un ritornello latinoamericano per viaggiare tra la lingua iberica e quella italiana. Lingue latine, molto simili non vi è dubbio. Ma comunque diverse. Muscat ci fa ballare senza costringerci ad ascoltare con attenzione tutte le parole che, tuttavia, non sono affatto banali. Anzi, giustificano esattamente quanto compie la canzone. Il titolo è La stessa lingua. In effetti Spagna e Italia (e tutto il resto del mondo) si trovano accomunate da una lingua universale: la musica. Con quella ci si capisce al volo, specie in estate quando ci si lascia trasportare dal ritmo per farsi distrarre da tutti i pensieri quotidiani.

Non sappiamo se davvero tutto questo sia parte della mentalità Anni ‘90, come cantano Neima Ezza e Room9. Di sicuro la loro canzone punta su un tormentone fondato sulla ripetizione della vocale e del decennio tornato in gran spolvero. La sintesi: siamo conosciuti in tutto il mondo per la Ferrari, la pizza e, ahinoi, la mafia. A salvare la nostra reputazione italiana è proprio la musica. Di fronte a questa tutto intorno scompare (lo diceva già la Lamborghini due anni fa a Sanremo).

La musica suona alla radio anche nel testo di Caterina (Cropelli) che propone Povera me. Si tratta di una entusiasmante ballata pop piena di energia e altrettanto esame di coscienza. La protagonista del brano deve ricostruire la sua vita, e non sempre invidiarsi. Anche perché deve farlo senza immaginare quale sarà il destino, ma ha la curiosità di vedere come andrà a finire.

Ovviamente è anche l’estate dei brani internazionali.

Questa settimana tocca ai Meduza, protagonisti di Bad Memories. Con loro anche James Carter Feat. Elley Duhè, Fast Boy. Saranno anche cattivi ricordi quelli citati dalla canzone, ma le sensazioni che lascerà saranno più che positive.

Tutto il pop contemporaneo, pieno di arrangiamenti e strumentazioni internazionali, lontane dall’idea di diventare tormentone, ma pronte a emozionare tante platee. Anche così ci si distingue: trovando le chiavi diverse da quelle usate dalla maggior parte durante questo periodo. E se fosse questo il vero modo per emergere nell’estate 2022? O ricorderemo davvero La dolce vita come il migliore dei tormentoni riusciti?

Le sorprese ovviamente non sono finite. Per venerdì prossimo, stanno arrivando grandi pezzi…

Dalle marce ai pop, ma sempre trionfali: gli inni della Juventus
Il primo inno della Juventus è di Corrado Corradino, poeta e poi anche Presidente della squadra più vincente d’Italia

La storia degli inni della Juventus nasce nel 1915


La Juventus è chiaramente la storia del calcio italiano. Nessuno ha vinto altrettanti scudetti (inutile sindacare in questa sede quanti siano effettivamente, in ogni caso quelli assegnati ufficialmente dalla FIGC bastano a confermare quanto stiamo dicendo). Nessuno ha una storia così ampia da poter raccontare. Anche in termini musicali. Tantissime le canzoni dedicate alla squadra degli Agnelli, ossia quella che conta più tifosi di tutte in Italia. Impossibile ricordarle tutte, ci fermeremo quindi agli inni ufficiali.

Sono cinque gli inni ufficiali della Juventus, nella sua lunga vita di oltre 120 anni.

Il primo risale al 1915, si intitola proprio Inno Juventus, ed è composto da Corrado Corradino. Chi era costui? Un poeta, letterato che aderì al movimento della scapigliatura, nonché storico d’arte. Tifoso della Signora, nel 1915 pubblica il primo numero della rivista Hurrà Juventus. Ebbene, nello stesso anno Corradino scrive anche il primo inno della storia bianconera, quello che ne descrive l’essenza.

Juventus, Juventus, la squadra dei grandi sei tu che non tramonta più.

Così cita il ritornello, sottolineando il concetto che torna più volte nel brano: l’eterna giovinezza di una squadra che fa della forza fisica il suo valore. La gioventù, da cui il nome del team, contrapposta a una vecchiaia prima della quale bisogna raccogliere quanti più titoli possibili. Non manca uno sfottò nei confronti degli avversari definiti “vecchioni” e “rammolliti”, ma leggendo alcune strofe di questo testo si percepisce la mano di un poeta. “Sovra il terren la palla vaga e balza veglia il terzino e l’half ricaccia a vol dalla tribuna un plauso al ciel s’innalza quando l’avanti pronto segna il goal”. Parole antiche ed eleganti che elevano una canzone per una squadra di calcio a pura poesia.

La melodia è una marcia scandita, interpretata da un coro con voce baritonale e perentoria, ma non priva di ironia proprio per il trattamento riservato agli avversari. Fiati e tamburi regalano quella atmosfera da banda di paese, che sarà amata dai tifosi bianconeri anche negli anni Sessanta, quando l’inno continuerà a essere suonato allo Stadio Comunale prima di ogni partita.

Per la cronaca, nel 1919, pochi anni prima di morire, Corradino diventa anche presidente della Juventus.

Passano gli anni, si arriva al 1973 prima di trovare un nuovo inno bianconero. Si intitola Juve, Juve.

Gli autori del testo sono nientemeno che Paolo Limiti, Maurizio Seymandi e Lubiak (pseudonimo di Felice Piccaredda che collabora, tra gli altri, anche con Nuovi Angeli e Fausto Papetti). La musica è composta da Piero Cassano e Renzo Cochis. Quest’ultimo è il batterista del gruppo musicale I Jet che vanta nella sua formazione, oltre a Cassano, anche Carlo Marrale, Antonella Ruggiero: praticamente la band antesignana dei futuri Matia Bazar.

Juve, Juve tuttavia non ha le arie delle sognanti canzoni su cui volteggia la voce della Ruggiero. Potremmo piuttosto considerarla una versione moderna che riecheggia sempre l’idea della marcetta conosciuta col precedente inno. Ora però non c’è una voce imponente sulle altre, a cantare sono giovani voci con i rumori dello stadio in sottofondo. Insomma, molto meno imponente, più aperto e allo stesso modo vincente. L’inno, che arriva nell’anno del 15esimo scudetto, rimarrà infatti attivo fino al 1991. Sarà dunque quello degli anni gloriosi di Trapattoni e Platini e per questo in molti storcono il naso quando a inizio anni Novanta c’è un cambio di rotta.

È l’anno del ritorno del Trap sulla panchina torinese, dopo che il tecnico di Cusano Milanino ha vinto anche all’Inter.

 Il professor Natalio Capranico compone testo e musica di Sempre Juve, con un ritmo quasi scanzonato e vicino alla samba nelle strofe, ma senza rinunciare al consueto coro marcistico nel ritornello. Quasi un marchio di fabbrica insomma nella storia bianconera, che si interrompe nel 1998, quando arriva il quarto inno.

Grande Juve Bella Signora è un pop sereno, pieno di ritmo e assolutamente moderno. Proprio come la Juventus di Marcello Lippi che, tornato sulla panchina nel 2001, vince subito lo scudetto ed esalta Torino.

I fatti di Calciopoli e la conseguente retrocessione a tavolino in Serie B impongono un cambiamento totale alla Juventus.

 

La nuova dirigenza vuole dare un segnale forte: bisogna dimostrare che il futuro sarà altrettanto vincente, ma diverso da quello ormai macchiato dalle vicende legali.

Ecco che così viene incaricato Paolo Belli, cantautore di formazione blues, amato per il suo lavoro di ricerca con cui costruisce i pezzi, ma anche per la sua simpatia ed umiltà. Proprio così dovrà essere la nuova Juventus che ripartirà dalla serie cadetta. Orgogliosa di una storia che, comunque non si cancella.

Arriva dunque il nuovo inno: Storia di un grande amore. Una vera dichiarazione d’amore e di fiducia in una squadra che non deluderà mai.

Paolo Belli and the city: la big band torna a Milano
Paolo Belli, autore dell’inno Storia di un grande amore, in vigore dal 2006

 

Così su un pop romantico da cantare in coro, Paolo Belli compone questa autentica poesia di un amore immenso, dove il bianco abbraccia il nero. Con un messaggio quindi anche antirazzista, la Juventus riparte con la consapevolezza che “solo chi corre può fare di te la squadra che sei”.

Passano sei lunghi anni, ma alla fine la Juventus torna a vincere e lo farà per ben nove stagioni consecutive, nelle quali arriverà anche per due volte in finale di Champions League.

E così, la squadra delle storiche marce, si scoprì vincente anche con un inno romantico. Perché la musica da fare esprimere col cuore anche il più accanito dei tifosi della curva.

Cover, Morandi primo. Quest’anno la serata speciale è uno show! 1
Gianni Morandi e Jovanotti sono un’altra volta la coppia musicale dell’estate. Foto di Marco Piraccini


Gianni Morandi guida le novità settimanali a tempo di Ola


Quella che sta terminando è stata la settimana di Gianni Morandi. Prima l’annuncio della sua presenza a Sanremo 2023 in veste di conduttore insieme ad Amadeus (e così zitto zitto il buon Gianni supera persino Bonolis nelle conduzioni del Festival, salendo a quota 3). Ieri, 15 luglio, è uscita la sua nuova canzone estiva, La Ola. Mentre tutto abbiamo ancora nelle orecchie il suo “Stai andando forte” dello scorso febbraio, Gianni Morandi fa ballare tutti passando dal twist invernale alla 
bachata estiva. Un ritmo latino per una ballata romantica, che si staglia in una dichiarazione d’amore mai banale, dove le anime si uniscono e persino gli angeli esultano. Come? Naturalmente facendo la ola, come se fossero allo stadio. Umanizzandosi più che mai insomma.

Autore del pezzo, ancora una volta, Lorenzo Jovanotti, diventato ormai il punto di riferimento musicale e poetico di Gianni Morandi.

La Ola probabilmente non sarà il tormentone estivo più ridonante, ma nasconde quella piacevole e serena poesia per cui a fine anno possiamo stare pur certi ci sarà rimasto in testa. E poi che bello sentire parlare di angeli, amore, luoghi tropicali. Di una temperatura che sale non a causa di Caronte, ma per una passione travolgente. C’è bisogno di respirare questa aria gioiosa e, come al solito, Gianni Morandi sa trovare anche il momento giusto per ricordarcelo.

La Ola di Gianni Morandi è il brano più importante della settimana, che tuttavia non manca di fornirci novità interessanti.

Sono tornati i Sonohra, per esempio. La loro canzone si intitola Cosmopolitan e non è solo il videoclip, ambientato a bordo di una piscina, a regalare quell’aria frizzante dell’estate. Il duo, vincitore a Sanremo tra i Giovani nel 2008, regala un pop energico e pieno di ritmo, a suon di falsetti grazie all’unione di due voci ancora singolari è da valorizzare.

Non solo loro meriterebbero maggiore attenzione. A questi aggiungiamo infatti Shine.

Con Ancora un’altra volta la giovane cantante si afferma come una vera promessa a metà tra il genere house e quello dance. Poche altre canzoni quest’estate fanno ballare come la sua, con suoni e ritmi su cui è impossibile trattenere il movimento della gamba. Va ascoltato anche il testo: è la ammissione di un errore che, probabilmente, alle medesime condizioni si ripeterebbe. Eppure in tutto questo c’è anche una richiesta di perdono in nome della fiducia. Insomma, sbagliamo e sbaglieremmo sempre, non conoscendo gli effetti delle nostre azioni. La seconda chance dice davvero chi siamo e merita di essere data a chi ci ama.

Infine riecco anche gli Zero Assoluto.

La loro Psicologia Sociale ci riporta a quella musica leggera autentica che tanto amiamo, tra atmosfere nostalgiche e romantiche al tempo stesso. Il brano narra della fine di una estate passata all’ombra di una ragazza che, ora, non si vedrà più per un anno. Quando poi si tornerà e ci si ritroverà come se fosse passato un giorno. È la psicologia sociale dell’estate, che tutti conosciamo ma nessuno aveva mai pensato di mettere in musica. Ecco perché gli Zero Assoluto funzionano ancora così bene: si possono anche usare temi retorici, ma se lo si fa con una melodia serena e vincente anche quei temi assumono tutt’altra importanza.

Come sempre uno sguardo va dato alle classifiche Fimi dei singoli più venduti nella settimana. Non c’è nulla da fare, a metà luglio è ancora La dolce vita il brano più scaricato. Attenzione però ad Annalisa con Boomdabash: la loro Tropicana è lì al quarto posto in leggera risalita. In fondo le spiagge stanno iniziando ad affollarsi solo ora. La vera sfida estiva inizia adesso.

Empoli, quell’inno di Maestrelli che fa sognare
L’inno dell’Empoli è di Andrea Maestrelli: “La tua squadra del cuore”

L’inno dell’Empoli non fa proclami ma garantisce ciò che serve: sognare


Tifare Empoli non è certo la stessa cosa che tifare Milan. Gli obiettivi sono completamente diversi, gli stadi hanno capienze imparagonabili. Per non parlare quindi del bacino di pubblico in giro per l’Italia e per il mondo. Tuttavia, a livello sportivo, non cambia davvero nulla. Non solo perché anche l’Empoli, quando sconfigge le grandi, ha la possibilità di ricavare soddisfazioni di cui si parla per mesi. Ad accomunare le squadre provinciali con le Big di Serie A sono i valori. Concetti che emergono, guarda un po’, sempre attraverso gli inni musicali.

In questa nuova puntata di MusiCalcio andremo allora a raccontare l’inno dell’Empoli.

È il 1985 quando i toscani approdano per la prima volta in Serie A. Così i Roberto Talarico lancia l’inno Azzurro che si muove, che coinvolge subito i tifosi. Un brano romantico, pieno di emozione e con l’intento di unire tante anime sotto l’abbraccio di una musica corale.

Per la prima volta l’Empoli poteva lanciare la sfida alle grandi, girando negli stadi più importanti d’Italia.

Passano gli anni, arriva anche Calciopoli che porta l’Empoli di diritto, dopo le squalifiche degli avversari, in Coppa Uefa.

Nel 2015 quell’inno, Azzurro che si muove, viene nuovamente inciso con il featuring del giovane duo Cecco e Cipo.

Parte del pubblico non gradisce, non tanto per la qualità de brano, ora più lento per accentuarne il lato romantico, quanto perché ormai quella canzone sembra essere vecchia. E, soprattutto, ormai l’Empoli è tornato a rappresentare una certezza della massima serie.

Così il cantautore Andrea Maestrelli compone testo e musica di La tua squadra del cuorearrangiata da Davide Maggioni.

La canzone di Maestrelli diventa subito inno dell’Empoli e merita un’attenzione ben precisa.

Nessun proclama di vittorie assolute, ma una dichiarazione d’amore a prescindere dai risultati. Perché quello che conta nello sport, più dei risultati, è ciò che si prova durante le gare.

Si tratta di un urlo di orgoglio per un tifoso che spesso si è sentito domandare cosa costi supportare la squadra azzurra. Un vero atto di fede dettato dal cuore più che dalla ragione.

Non manca lo sfottò nei confronti dei vicini di casa Viola, i fiorentini lontani appena 30 km dalla cittadina di 40 mila abitanti su cui fa provincia.

La Fiorentina, che a sua volta chiama gli azzurri i “cugini di campagna”, dopo gli anni Settanta non ha mai più vinto uno scudetto. Quale occasione migliore, se non un inno calcistico, per ricordarlo con la consueta ironia toscana?

La tua squadra del cuore è un pop cantato con passione dallo stesso Maestrelli, in questo caso tifoso prima ancora che cantautore. Voce giovane, giri armonici di chitarra: è il modello della musica che si fonde con lo sport che ci piace. Quella che guarda al futuro immaginando di realizzare obiettivi mai raggiunti fino a prima. Perché, come dice la canzone, la favola la si può vivere partita dopo partita.

Scegliere l’Empoli è un fatto di fede e passione nel contempo. Una ammissione di sofferenze inevitabili per una squadra votata a continui cambiamenti  (piangerai per davvero per una retrocessione, vedrai la nascita di un nuovo campione). Si sa, i valori veri sono quelli che vanno oltre i milioni del calcio. Bastano quelli cantati dalle note musicali.

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