L’artista, le sue emozioni, il suo modo di essere, la sua quotidianità e le sue passioni.

Newsic: la testata web della musica mainstream
Newsic.it

Marco De Crescenzo è il direttore di Newsic. Un giornalista che prima di tutto ha una grandissima passione per la musica. Il suo cuore musicale è per metà Black: gli piace la black music con tutte le sue contaminazioni soul, urban, dance, hip hop. L’altra metà è all’opposto: è dark e new wave. Combina la passione per gli Earth Wind And Fire con quella dei Joy Division. Dipende da come si sveglia la mattina e dal suo umore. Oltre alla musica è un grande appassionato di arte. Dirige da otto anni il trimestrale Hestetika che definisce una bella sfida!

Perché Newsic?
Newsic è un progetto editoriale che nasce 20 anni fa, nel maggio del 1998. Il suo nome è una fusione di News e Music, proprio l’essenza del portale. News e musica che cerchiamo di raccontare sette giorni su sette. Quando nel 1998 siamo nati, internet era ai suoi albori e la musica sul web era ancora un campo poco esplorato. Oggi lo scenario è completamente cambiato ma la nostra essenza no: quella di informare e raccontare la musica, tutta la musica!

Che tipi di musica esplora?
Non abbiamo un genere in particolare: siamo mainstream. Possiamo parlare del disco pop italiano così come dei nuovi fenomeni che arrivano da oltreoceano, come di mostri sacri o di emergenti talentuosi al loro primo disco. L’importante è che sia buona musica!

Newsic: la testata web della musica mainstream
Marco De Crescenzo, Direttore di Newsic.it

Qual è il taglio che viene dato nelle interviste?
Noi raccontiamo l’artista, le sue emozioni, il suo modo di essere, la sua quotidianità, le sue passioni. Non vogliamo avere un taglio bibliografico: per questo c’è già Wikipedia.

Newsic, per cosa si caratterizza nel panorama delle testate musicali?
Penso che siamo un prodotto editoriale in grado di raccontare tutta la musica. Non abbiamo preconcetti stilistici e ci piace cercare sempre nell’underground i nuovi filoni musicali e i nuovi talenti.

Chi è il “lettore tipo” di Newsic?
Il lettore tipo di Newsic è l’appassionato di musica di qualsiasi età.

Quali sono i traguardi che hanno portato Newsic al successo?
Il successo è sempre relativo. Noi speriamo di dare un servizio ai nostri lettori e soprattutto speriamo di essere una risorsa qualificata nelle scelte musicali. Ci piacerebbe essere un po’ come i vecchi negozi di dischi, dove il negoziante era l’esperto e consigliava i dischi in base ai gusti e alle mode.

Quali i progetti futuri di sviluppo?
Sempre maggiore interattività con i lettori, maggiori contenuti video e una presenza sempre più costante sui social.

Newsic: la testata web della musica mainstream
Newsic.it – 20 anni di Musica mainstream

Che rapporto hai con i direttori delle testate musicali concorrenti?
Per me non esiste competizione. Ognuno di noi fa del suo meglio seguendo una propria idea editoriale. Sin dall’inizio della nostra storia abbiamo sempre collaborato sia con altri portali sia con riviste cartacee e network radiofonici. Un mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di realizzare una sorta di network tra portali di piccola e media dimensione per realizzare sinergie operative soprattutto nella gestione della raccolta pubblicitaria e nell’organizzazione di eventi e iniziative speciali.

Quali ritieni siano, ad oggi, le testate musicali di maggiore riferimento?
Sarei di parte nella risposta. Io sono anche direttore di Rumore, una rivista storica nel mondo della musica. Oltre Rumore leggo e seguo i magazine e siti internet inglesi e americani.

Che caratteristiche hanno i redattori di Newsic?
Ai miei redattori dico sempre che cerco le idee. Mi piace valorizzare sempre la creatività. Interviste e recensioni. Se c’è un artista sul quale scommettere io sono il primo che rischia.

Come scegliete le notizie e gli argomenti da sviluppare?
Seguiamo sempre l’attualità. Le nuove uscite sono il nostro punto di riferimento, anche se spesso pubblichiamo retrospettive e focus su artisti e uscite del passato.
Abbiamo proprio una sezione che si chiama “Disco-Story” dove ogni settimana peschiamo negli infiniti archivi di Newsic e riproponiamo le recensioni di dischi pubblicate in questi vent’anni: le rivediamo e le riascoltiamo ai giorni nostri.

 

Un gatto controcorrente, indipendente… come la musica

Un gatto verde con la coda a “Chiave di Fa” è il logo del Blog della musica, magazine diretto da Silvia Spadon. La linea editoriale si sta dedicando principalmente agli artisti emergenti, di qualsiasi genere musicale, senza tralasciare qualche nome importante, se capita l’occasione di una bella intervista.

Blog della Musica: musica a tuttotondo

Chi è Silvia Spadon?
Eh, cominciamo subito con una domanda difficile. Ho studiato musica al Conservatorio di Rovigo, ho suonato per diversi anni in formazioni cameristiche e orchestrali, poi ho abbandonato e mi sono dedicata al lavoro nella redazione di un giornale. Ma si sa che la musica è brutta bestia e ha deciso che fosse giunto il momento per me di tornare nel suo mondo e così ho unito la passione per la musica a quella per il giornalismo e sono rientrata in punta di piedi nel mondo musicale dopo anni di assenza.

Come hai scelto le sezioni del tuo blog?
A dire il vero all’inizio non avevo idea di come strutturarlo. Volevo iniziare con sole tre sezioni Musica Classica, Leggera e Christian music. Poi mi sono resa conto che era necessario dare una forma un po’ più strutturata e quindi molto semplicemente ho creato le sezioni dischi, artisti, video, libri e Blog che ospita interviste e articoli tematici. Per ora non pubblico eventi, concerti e festival per una mancanza di tempo e risorse nel poter gestire questo tipo di news.

Quando nasce la tua passione per la musica?
E’ nata alle scuole elementari per merito della mia Maestra Paola che ogni sabato a scuola ci faceva ascoltare delle composizioni di musica classica, principalmente le sinfonie di Beethoven; ho anche scritto un articolo su Blog della Musica dove racconto questo episodio. Da lì sono passata al conservatorio dove mi sono diplomata in oboe ascoltando tanta musica classica e tanto Elvis Presley.

…E l’idea di creare un Blog tutto tuo?
L’idea del Blog della Musica è nata nel giugno 2014 quando ho organizzato la Festa della Musica nel mio paese, con cantanti e band della provincia di Rovigo. Parlando con loro ho notato che per quanto bravi potessero essere, era molto difficile avvicinarsi ai media di settore, radio, magazine on line; non parliamo delle tv… e così ho deciso di mettere a disposizione la mia esperienza di web content e di risvegliare quella voglia che avevo di rimettermi in qualche modo a fare musica. Il Blog della Musica ha iniziato le sue pubblicazioni a fine 2014.

Blog della Musica: musica a tuttotondo

Perché hai scelto un gatto verde come logo del tuo blog?
Il gatto è un animale che mi piace molto; ne ho sempre avuti in casa sin da piccola. E’ un animale che si fa rispettare, non si fa menare per il naso, non fa quello che gli dici di fare… Agisce di testa sua come e quando vuole lui. Insomma, è controcorrente, indipendente… come la musica. Il gatto che ho scelto come logo, se noti, porta anche un elemento musicale con sé: ha la coda arricciata come una Chiave di Fa. Per il colore… io vesto sempre di nero, ma il verde “Shrek” mi ispira!

Da chi è composta la tua redazione?
La redazione per ora sono solo io. Ogni tanto mi avvalgo della collaborazione di alcuni amici appassionati di musica che mi danno una mano con recensioni, interviste o articoli.

Quale genere di musica è forte nel tuo Blog?
Trattiamo tutti i generi musicali: rock, pop, punk, rap… e tutti gli altri che ci possono essere, ma non manca giorno in cui un articolo di musica classica non venga letto. Poi Blog della Musica è uno degli ancora pochi magazine che in Italia parla anche di Christian music (che non è musica da chiesa): un genere musicale che all’estero riscuote moltissimo successo, mentre qui è ancora sconosciuto.

C’è un genere musicale che vorresti implementare?
Forse la musica sperimentale; non la capisco e non mi sento ancora abbastanza preparata per trattarla.

Blog della Musica: musica a tuttotondo
Particolare del logo di Blog della Musica

Quali sono, secondo te, le migliori testate di riferimento per la musica?
Blog della Musica, of course! Scherzo ovviamente. Di sicuro quelle che godono di molta considerazione da parte degli artisti sono sicuramente Rockit e Rolling Stone. Personalmente seguo Onda Musicale e Loudd, ma ce ne sono molte di serie e fatte bene.

Come fotografi il panorama musicale italiano di oggi?
Lo fotografo come un panorama molto affollato. Nel senso che ci sono tantissime proposte da ascoltare e nella maggior parte dei casi, bravi, ma alla fine molto simili tra di loro. Il problema di tutto questo affollamento è che si rischia di farsi sfuggire quelle proposte musicali davvero meritevoli, perché magari ti arrivano artisti che sanno promuovere il loro prodotto musicale meglio di altri.

 

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Ritorno al passato o …al futuro?

Vinyl: una rivista di musica con il filtro del vinile

La forza del vinile sta nella riscoperta di un’esperienza di ascolto fisico, quasi rituale. Lo streaming digitale, oggi, ci ha abituati a una fruizione rapida e quasi continuativa della musica. Questo ha reso possibile l’accesso a un universo musicale enorme, ma non ha scalfito la necessità  di momenti fisici, in cui vivere l’esperienza della musica nella sua completezza: estrarre il disco dalla copertina, appoggiare il vinile sul piatto, fare scendere la puntina e partire la magia. Ne abbiamo parlato con Valentina Bramati, Direttore Marketing e Vendite di De Agostini Publishing Italia.

Ci parli del concept della rivista? Chi è il vostro lettore tipo?
Abbiamo voluto realizzare un magazine che parlasse a un pubblico ampio, formato tanto dagli appassionati della prima ora, quanto dai nuovi curiosi. Quello del vinile è un fenomeno vivo e in costante aggiornamento. Per questo motivo abbiamo deciso di evitare in tutti i modi un approccio nostalgico, bensì di far parlare i protagonisti che hanno vissuto il disco nero e continuano a viverlo quotidianamente.
I migliore album da ascoltare, le copertine, le interviste, gli approfondimenti sulle novità del mercato, le grandi storie…
De Agostini Vinyl è una rivista di musica con il filtro del vinile.

Qual è stato il percorso che vi ha portati ad aprire Vinyl?
Il lancio del mensile è una tappa fondamentale del percorso che De Agostini sta portando avanti da anni in questo segmento. Dal 2011 a oggi abbiamo pubblicato più di 300 album e venduto 1,5 milioni di copie solo in Italia; 2,5 milioni in tutto il mondo. La crescita e la trasformazione di questo mercato e del nostro pubblico ci hanno portato un anno fa a lanciare una social community formata da appassionati attivissimi. I tempi ci sono sembrati maturi per questo nuovo passo che dà un’ulteriore voce al nostro mondo e consolida il nostro ruolo come punto di riferimento in questo mercato.

Vinyl: una rivista di musica con il filtro del vinile

Che posto avrà il vinile nel futuro?
Sarebbe troppo ottimistico pensare che il vinile possa tornare ai fasti del suo periodo d’oro. Come dicevamo, i tempi permettono – e, forse, impongono – modalità di fruizione molto diverse per costi e accessibilità. Crediamo però che l’esigenza di ascolto esperienziale e qualitativamente più elevata sarà sempre viva tra gli appassionati e abbia il potenziale per espandersi ulteriormente.

L’Edicola è il nuovo negozio di dischi?
Crediamo molto nel nostro punto vendita, l’Edicola appunto, ma non credo che questo debba o possa sostituirsi ai negozi di dischi. Quello che possiamo fare è sostenere la diffusione e la disponibilità della musica di qualità, cercando di renderla il più possibile accessibile. Proprio questa accessibilità può essere la chiave per tenere vivo il consumo della musica “fisica”.
Anche per questo, sulle pagine della nostra rivista, daremo sempre spazio e visibilità ai Record Store che in Italia e nel mondo continuano a portare avanti questa filosofia.

Qual è il ruolo di De Agostini in questa operazione?
Anche in questa operazione De Agostini non tradisce la sua anima divulgativa, cercando di guidare il nostro pubblico alla scoperta – o alla riscoperta – della migliore musica e delle storie che compongono questo universo.

Vinyl: una rivista di musica con il filtro del vinile

E il criterio con cui scegliete i contenuti?
I contenuti sono un mix di attualità e di storie. Si parla tanto di musica fisica, di copertine, di impianti, ma cerchiamo di approfondire lo spirito e i segreti degli album e degli artisti di cui parliamo. In più, in ogni numero, avremo interviste esclusive a cui teniamo molto e che testimoniano la vitalità del supporto vinile e la sua trasversalità tra generazioni e generi musicali diversi.

Com’è strutturata la vostra redazione?
La spina dorsale rimane il team di De Agostini Vinyl che da anni segue le collezioni di musica in vinile, oltre ai contenuti della community social. A questi si aggiungono, di volta in volta, i collaboratori che riteniamo più adatti.

Magazine cartaceo o anche online?
Al momento siamo concentrati sull’edizione cartacea, a brevissimo sarà disponibile il sito della rivista che non sarà una semplice trasposizione digitale degli stessi contenuti ma, anzi, andrà, ad integrare quelli della rivista. A tutto questo si aggiunge ovviamente la nostra community, di cui siamo molto fieri.

Vinyl: una rivista di musica con il filtro del vinile

Che ruolo hanno le community nella vendita e diffusione dei vinili?
Le community sono un luogo perfetto per confrontarsi e informarsi, a maggior ragione per un pubblico, come quello dei vinilisti che è molto competente e curioso.

Quali gli obiettivi futuri per Vinyl?
Stiamo lavorando su nuove imperdibili collezioni per i prossimi mesi, alcune verranno svelate davvero tra pochissimo.

Oltre la redazione…

Billboard Italia: l'hub creativo della musica
Federico Durante, Direttore di Billboard Italia – Photo di Sebastiàn Pàez Delvasto

Billboard Italia è un hub creativo e produttivo a 360 gradi. Spesso, da parte degli addetti ai lavori, c’è la tendenza a considerare il solo lato redazionale “puro”: sito web e giornale cartaceo, in genere con un’implicita preferenza per quest’ultimo. Tuttavia si tratta solamente di due dei tanti “touchpoint” di quella che intende essere una piattaforma diversificata e totalmente multimediale: Billboard Italia è un progetto dall’estensione cartacea, digitale, social, radiofonica, catodica e così via. E’ già attiva la web radio, che al momento trasmette i brani in classifica e sarà sempre più implementata; il format video delle Billboard Cover Stories si basa su un lavoro autoriale e su uno standard di riprese televisivo; proprio riguardo alla televisione, sarà annunciato nei prossimi giorni un importante progetto che andrà in onda a fine ottobre; infine Billboard Italia è anche eventi: è in cantiere per il 25 novembre a Base il party ufficiale di chiusura della Milano Music Week. Abbiamo incontrato il direttore, Federico Durante e con lui abbiamo fatto un itinerario tra i futuri progetti di Billboard.

Qual è il target a cui vi rivolgete?

Il target ideale di qualsiasi testata musicale “generalista” è ovviamente costituito da quegli young adults – diciamo fra i 25 e i 35 anni – che, oltre ad essere sufficientemente aperti alle novità musicali che le classifiche portano con sé, sono di fatto anche i principali consumatori di musica (soprattutto dal vivo). Detto ciò, ci accorgiamo che fare scelte contenutistiche anche più adult-oriented è spesso apprezzato: allo stato attuale in Italia il marchio Billboard è conosciuto (e stimato) soprattutto dalle generazioni non più giovanissime. Questo è sicuramente un asset da tenere in considerazione.

Quale spazio date all’immagine nel contesto editoriale?

L’immagine fotografica è sempre più centrale nel lavoro editoriale, sia esso online o cartaceo. Oltretutto, da sempre musica e fotografia vanno a braccetto. La nostra rivista vuole offrire sempre di più un’esperienza anche di tipo estetico e visivo. Dal prossimo numero, per esempio, ci sarà una nuova sezione dal carattere esclusivamente fotografico con shooting realizzati da noi: si parte con una giovane artista pop internazionale che abbiamo avuto il piacere di ospitare in redazione.

Billboard Italia: l'hub creativo della musica
La Redazione di Billboard Italia

Quali generi di musica trattate?

Billboard è sinonimo di classifiche, di conseguenza trattiamo quei generi musicali che hanno più attinenza con le chart. Quello delle definizioni di genere è da sempre un terreno spinoso, ma volendo semplificare al massimo potremmo riassumere la questione in quattro macro-generi: pop (in cui includiamo tutta la sfera latin), rock/alternative (di cui non possiamo ignorare il mondo cosiddetto indie, per il peso che ha oggi in Italia), hip hop / R&B, elettronica. Sono esclusi il jazz e la musica classica, a meno che non abbiano punti di contatto con la pop music. Un Kamasi Washington o un Thundercat, per esempio, potrebbero benissimo avere spazio su Billboard Italia.

Qual è il rapporto tra Billboard Italia e Billboard USA?

Da un punto di vista legale, Billboard Italia è un marchio concesso in licenza dalla “casa madre” Billboard USA. Dal punto di vista contenutistico, abbiamo assoluta libertà produttiva e la quasi totalità degli articoli è realizzata dalla nostra redazione e dai nostri collaboratori, senza bisogno di approvazioni o vincoli particolari dall’America. Ovviamente il rapporto con Billboard USA diventa prezioso quando abbiamo la possibilità di riprendere sui nostri media contenuti esclusivi o di difficile realizzazione in Italia (penso per esempio a una lunga intervista ad Eminem con immagini originali pubblicata qualche mese fa).

Quali caratteristiche hanno le anime della redazione di Billboard?

Anche in virtù della multimedialità di cui parlavamo prima, Billboard Italia ha tante anime al suo interno: io sono responsabile di quella prettamente redazionale e contenutistica, ma vi sono anche gli ambiti digital, social, grafico, organizzativo, commerciale, autoriale, produttivo. Ognuno di questi esprime le proprie esigenze ed è tenendo conto di esse che, per esempio, si arriva all’individuazione degli artisti delle Cover Stories.

Come acquisite e selezionate il materiale redazionale? Avete dei criteri particolari?

Una modalità l’abbiamo menzionata prima: Billboard USA è sicuramente una fonte e un punto di riferimento importante. Chiaramente anche il mondo social è una fonte da monitorare perché sempre di più gli artisti comunicano direttamente tramite i loro account Facebook, Instagram, Twitter. Infine c’è la modalità “classica”, quella basata sulla collaborazione con uffici stampa e case discografiche. Per quanto riguarda la selezione del materiale, in un’ottica “mainstream” hanno maggiore peso gli artisti affermati ma guardiamo con curiosità tutte le novità anche emergenti.

Come sei arrivato al timone di Billboard?

Se svolgo questo ruolo devo ringraziare l’editore Andrea Minoia, con cui sono entrato in contatto l’estate scorsa quando il progetto Billboard era in una fase ancora embrionale. A lui è piaciuta l’idea di avere un direttore – oltre che possibilmente competente in fatto di musica – anche musicista a sua volta e under 30. Mi ha dato questa chance ed eccomi qua.

Billboard Italia: l'hub creativo della musica
Federico Durante – Direttore – Photo di Sebastiàn Pàez Delvasto

Che rapporto hai con la musica?

Direi un rapporto completo. Oltre ad essere un ascoltatore compulsivo, ho sempre maneggiato strumenti musicali – anche grazie a una famiglia decisamente “music-friendly”. Come quasi tutti, ho iniziato con lo studio della chitarra, per poi approfondire basso elettrico e batteria. Da autodidatta ho imparato le basi del contrabbasso e del violoncello. Comunque mi identifico prevalentemente (e orgogliosamente) come bassista, ruolo che ho avuto in tutte le band in cui ho suonato.

Che musica ascolti?

Da adolescente ascoltavo esclusivamente rock di matrice anglosassone. Il mio primo amore musicale sono stati i Red Hot Chili Peppers (per via del basso di Flea, ovviamente) e ho il profilo di Jimi Hendrix tatuato su una spalla, se questo può riassumere la cosa. Oggi, sia per lavoro che per curiosità personale, ascolto uno spettro di generi infinitamente più ampio. Oltre al pop di qualità, mi piace molto la techno e ritengo che in Italia l’hip hop e il mondo indie stiano esprimendo in questo periodo artisti di primo piano.

Da grande cosa vuoi fare?

Esattamente quello che faccio ora, in una Billboard ancora più grande e (si spera) influente.

Come vedi tra due anni il progetto Billboard Italia?

Vedo una realtà aziendale consolidata e una voce importante nel panorama musicale italiano. Vedo una totale integrazione fra le estensioni mediatiche di cui parlavamo prima, in una struttura. produttiva moderna che possa davvero essere vista da tutti gli artisti come la loro “casa” naturale.

Dalla terra di Puglia, notizie web in tutto il mondo.

Lifestyleblog, dalla Puglia una testata giovane
Il Direttore Bruno Bellini con Ermal Meta

Lifestyleblog: una testata web giovane, curiosa, al passo con gli eventi e desiderosa di crescere. Il mondo della musica e dello spettacolo sono interattivi con tutti gli aspetti (società, turismo, benessere e tendenze). L’incontro con il Direttore, Bruno Bellini è stato intenso, curioso, ma soprattutto originale: seduti ad un’invitante tavolata, in terra di Puglia, dove – forse per questo motivo – la chiacchierata si è protratta a lungo. E’ vero quando si dice che la tavola predispone!

Chi è Bruno Bellini, direttore di Lifestyleblog.it?
Ho mille curiosità e tanta voglia di apprendere, migliorare e crescere. Giornalisticamente nasco nella mia città, Monopoli, iniziando a scrivere di calcio. Il mondo del pallone è stato sempre una mia passione, tant’è vero che ho iniziato a leggere da solo il celebre quotidiano rosa! Ma anche la musica è stata la mia passione, sin da piccolo: quante puntine di giradischi ho distrutto per la felicità dei miei genitori. Oltre a queste due passioni, mi piace tutto ciò che è tecnologia. Ho iniziato a creare da solo i primi siti web nei primi anni del 2000; ho allargato un po’ gli orizzonti con la grafica (2d, 3d e vettoriale), a cimentarmi con la foto sportiva e non, ma anche con i video, i social, le nozioni di web e motori di ricerca. Insomma, non voglio fermarmi. Devo tanto ai miei genitori che mi hanno permesso di essere quello che sono. Non mi sento arrivato, anzi… la strada è sempre in salita e c’è ancora tantissimo da fare, ma, se guardo indietro, non avrei immaginato mai di vivere da vicino il Festival di Sanremo, che seguo da quattro anni, o vivere i concerti sotto il palco, con la mia reflex, conoscendo tante celebrities, situazioni che probabilmente avrei continuato a vedere solo in tv o leggendo i giornali.

 Com’è nata la tua testata?
In un periodo particolare: lavoravo nel mondo del web; era un momento in cui non percepivo stipendi da mesi ed era tutto fermo. E’ in questa circostanza che mi è venuta voglia di creare una sorta di portale che contenesse al suo interno notizie di vario genere.

Lifestyleblog, dalla Puglia una testata giovane
Il Direttore di Lifestyleblog, Bruno Bellini, con i Negramaro

 E il suo titolo com’è arrivato?
Deriva dal fatto di voler trattare argomenti di Lifestyle. Era il periodo in cui i blog andavano di moda e quindi è diventato Lifestyleblog. A tutti gli effetti, però, è una testata giornalistica registrata.

 Che spazio ha la musica all’interno di Lifestyleblog.it?
E’ diventato uno dei punti cardine del giornale. Oltre a lanciare le varie novità musicali, ogni lunedì aggiorniamo la Top 10 musicale con la nostra classifica. Ogni anno, invece, c’è ampio risalto alla categoria con i Lifestyle Show Awards. Da quest’anno vengono premiati gli artisti musicali votati dai lettori: personaggio maschile, femminile e rivelazione dell’anno. In più c’è un “Premio Speciale” che viene scelto dalla nostra redazione. Vivendo nella mia Monopoli non è sempre facile seguire tutto. Fortunatamente a Bari, a pochi km di distanza, si svolgono diversi eventi, dai concerti agli InstoreTour, per cui diventa facile raccontare il mondo della musica pur non vivendo a Roma o Milano. Purtroppo non è sempre facile avere la disponibilità per le interviste.

 Qual è stata l’intervista più interessante, in ambito musicale?
Le ricordo quasi tutte con piacere. Ad esempio quella con Stefano D’Orazio, nella sua stanza d’albergo a Bari, prima del “congedo” dai Pooh. Senza tralasciare le mie prime interviste sanremesi in hotel con Le Vibrazioni e Lo Stato Sociale. Ma anche quella post Sanremo 2018, con Annalisa in occasione del suo instore tour a Bari: ero emozionatissimo.
Molto piacevole anche quella con Nesli, che mi ha sorpreso in positivo per la sua semplicità.
E poi Federico Zampaglione, che ho avuto il piacere di premiare lo scorso anno con il Lifestyle Show Award. Un vero e proprio “poeta dell’amore”, che adoro musicalmente e anche sul lato umano: ci segue ed è bello ricevere condivisioni e feedback da parte di artisti. Non è da tutti… e diventa un piacere anche per noi dare più spazio.

Quale intervista vorresti inserire? Perché?
I Negramaro. Così come per Zampaglione, mi ha colpito il loro aspetto umano e il fatto che seguano la nostra attività. A luglio, in occasione della loro ultima tappa a Lecce, ho avuto l’onore di consegnargli il Lifestyle Show Award prima del concerto. È stata fantastica la loro accoglienza, in particolare l’abbraccio di Giuliano appena mi ha visto: sembrava che ci conoscessimo da tanto tempo! Eppure ci conoscevamo soltanto “virtualmente”.  Un momento breve ma intenso. Ma adesso il mio desiderio più grande è concentrato tutto su Lele, il chitarrista della band, per il quale faccio un grande tifo.

A chi si rivolge la tua testata?
Trattando di Lifestyle ci rivolgiamo un po’ a tutti. Non abbiamo un target specifico, poiché abbiamo argomenti giovanili e al tempo stesso degli evergreen.

Qual è il fiore all’occhiello di Lifestyleblog.it?
Sto lavorando a migliorare il posizionamento sui motori di ricerca. Oltre a tante notizie, abbiamo da poco inserito una sorta di enciclopedia: in ogni articolo, gli argomenti di maggior interesse hanno un link che rimanda alla spiegazione, che sia un personaggio o un termine tecnico. E poi abbiamo un’ampia vetrina sul calcio, con i risultati dai principali campionati e statistiche dettagliate. Per il mondo della musica, la nostra classifica musicale. Tante cose, insomma, ma spero di arricchire ulteriormente di tanto altro. Punto tanto sui video, anche per un discorso social, ed è per questo che prediligo le videointerviste. Molte volte, per la distanza, sono costretto a quelle testuali.

Quali ritieni possano essere le testate musicali, web e non, di riferimento oggi?Potrei sembrare di parte se dicessi Musica361… Oltre al vostro sito, ben fatto, aggiungerei Tv Sorrisi e Canzoni, Rockol, All Music Italia, Billboard e Earone, quest’ultimo, un ottimo sito che collega la musica al mondo della radio.

Che rapporto hai con i tuoi colleghi direttori?
Per natura cerco di avere buoni rapporti con tutti: non è nel mio dna avere dei nemici o rivali. Oltre a Mauro Caldera, ho una grande stima per Laura Bozzi, direttrice del settimanale Vero.

Lifestyleblog, dalla Puglia una testata giovane
Bruno Bellini

Che consiglio daresti a un tuo collega direttore?
Non mi sento di dare grossi consigli, cerco di guardare nel “mio orto” e semmai cogliere da ognuno il meglio. In ogni caso direi di puntare molto sul web e sui social.

Che caratteristiche hanno i tuoi collaboratori per lavorare con te?
Perseguire obiettivi comuni, mirati alla crescita del progetto editoriale.

Quali i progetti per il futuro?
Crescere e continuare a fare meglio! La strada è sempre in salita. Di idee ce ne sono tante, ma spesso ci si scontra con tanti ostacoli. Il sogno più grande, però, sarebbe quello di una webradio personale.

Secondo te, quali potrebbero essere tre cantanti che parteciperanno alla prossima edizione del Festival di Sanremo?
Domanda difficilissima alla quale non saprei risponderti: potrei azzardare Fiorella MannoiaEmma, Thegiornalisti. Questi ultimi, pur avendo lanciato da poco il loro album, meriterebbero un palcoscenico così importante. Ma restano solo delle mie supposizioni, tutto dipende da chi si proporrà e da chi invece snobba questa kermesse.
Certo, sarebbe bello un Festival con tanti big, una sorta di “Champion’s League” della musica italiana. Sono tuttavia fiducioso perché la kermesse in questi anni è cresciuta notevolmente, prima con Carlo Conti e adesso con Claudio Baglioni.

 

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Parola alla Direttrice, Monica Landro

Incontro con Monica Landro direttrice di M Social Magazine
Monica Landro – Direttrice di M Social Magazine

M Social Magazine è una testata di informazione ed intrattenimento. che cerca le notizie direttamente alla fonte. Approfondisce e si documenta ogni giorno. Le novità legate alla musica, alla televisione, al teatro, ai libri, alla tecnologia e alle curiosità passano da qui. Ne abbiamo parlato con Monica Landro, direttrice di testata.

Chi è il Direttore di M Social Magazine?
Monica Landro; ogni giorno mi faccio questa stessa domanda. Più precisamente mi chiedo chi voglio essere e mi rispondo che desidero essere una persona che si informa, che studia, che impara e che cerca di mettere insieme i frutti degli anni di lavoro in questo settore dell’entertaiment che mi vede operativa oramai da 20 anni.

Con quale spirito sei al timone della testata?
Innanzitutto con grande entusiasmo, al quale seguono dei princìpi ben precisi: dare un prodotto di qualità, originale, variegato e che abbia una personalità ben evidente fatta di etica, buon senso e principi deontologici.

Quale rotta ad oggi ha percorso M Social Magazine?
M Social Magazine è nato nel 2016 come rivista mensile, distribuita da Mondadori. La crisi della carta ci ha subito fatto capire che la rotta era un’altra e non abbiamo perso tempo nel percorrerla! Nell’agosto 2017 siamo passati alla versione online e seppur l’impegno sia diventato più gravoso, in realtà questo ci ha permesso di allargare gli orizzonti.

A quali orizzonti stai puntando?
Oggi la testata offre davvero tante sezioni legate al mondo dell’intrattenimento e della cultura; nel cartaceo gli argomenti erano più circoscritti. Abbiamo 22 redattori sparsi su tutto il territorio ed ognuno si concentra su sezioni ben precise. Siamo affiatati e ben strutturati. Abbiamo un metodo di lavoro ben rodato e questo ci consente di essere un punto di riferimento per chi cerca informazioni di musica, di televisione, di teatro, di cinema, di novità legate ai libri, ai viaggi, agli osservatori sugli usi della popolazione italiana.

Che spazio dai alla musica?
La musica ha lo stesso peso delle altre sezioni ma va tenuto presente che io ho una formazione musicale maturata in moltissimi anni di attività discografica e che la conosco dall’interno, da addetta ai lavori. Questo permette a me e a tutta la squadra di M Social Magazine di trattarla sempre con grande attenzione.

Quali sono i vostri lettori “tipo”?
Il pubblico che ci segue è variegato. Dati alla mano abbiamo un’utenza ben precisa oltre che preziosa che ci segue per la Televisione. M Social ogni giorno informa sui programmi della tv, sugli ospiti delle trasmissioni; segue in diretta e commenta i talent e i reality show. C’è poi un’utenza altrettanto importante che ci segue per le rubriche, che sono davvero interessanti e molto varie: dall’oroscopo dell’astrologa Alessandra il lunedì, alle chiacchiere scientifiche dell’antropologo della mente, il Prof. Alessandro Bertirotti, che ci illumina ogni martedì con spiegazioni scientifiche sulle dinamiche mentali che muovono le azioni quotidiane.

Incontro con Monica Landro direttrice di M Social Magazine

Le rubriche sono il fiore all’occhiello di M Social Magazine?
Decisamente! Ogni giorno ne esce una ed anzi, a breve diventeranno due al giorno, perché stanno raddoppiando. Il pubblico conosce il giorno di uscita, le aspetta e le condivide. A tenerle sono esperti degli argomenti che trattano. La rubrica più attesa e seguita è quella di Simone Di Matteo, noto personaggio pubblico, scrittore e autore che si concentra sul variegato mondo dei personaggi della tv e dello showbiz in generale. La sua rubrica si intitola L’Irriverente perché è esattamente così che ogni mercoledì analizza un argomento: con irriverenza.
Abbiamo la rubrica che tratta il tema delle emozioni, dello studioso Michele Casula, una di psico-design curata dalla Dott.sa psicoterapeuta Ernestina Rossotto, la rubrica dei dischi in uscita, curata dall’autore e scrittore Simone Pozzati. C’è poi la rubrica di Fabio De Vivo, speaker di M2O che intervista i personaggi della radio. Da qualche tempo ne abbiamo una curata da Marco De Domenico, noto speaker e doppiatore pubblicitario che tiene delle videolezioni sull’arte di usare correttamente la voce. Ti spoilero una novità: prossimamente avremo una rubrica di moda ed una di chirurgia estetica!

Quali caratteristiche hanno i redattori di MSocial Magazine?
Sono tutti bravi, coscienziosi, attenti e mostrano la stessa passione che abbiamo io e Christian De Fazio, fondatore e ideatore della rivista. Citarli tutti non posso, ma permettimi di ringraziarli attraverso questa tua intervista. Grazie ragazzi, siamo una bella squadra!!

Quanto siete social?
Beh, ça va sans dire! Si chiama M SOCIAL Magazine!

Ci puoi fare il nome di tre testate a cui fai riferimento quando si parla di musica?
Rockol, la bibbia ogni mattina. Seguo il sito di Radio Italia. E poi, in verità, mi oriento sulle generaliste come l’Ansa e Tgcom.

Quale consiglio potresti dare a un tuo collega direttore?
Il Direttore di All Music Italia, Massimiliano Longo, è un grande amico oltre che collega. Lo stimo molto. Abbiamo un confronto costante e continuo sulla musica. A lui vorrei dire: adoro i tuoi editoriali sempre nitidamente a fuoco, calzanti e che non la mandano a dire ma… sintetizza i concetti!

 

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Il faro della musica italiana: parola al Direttore

Incontro con il direttore del magazine All Music Italia
Massimiliano Longo – Direttore di All Music Italia

Nasce dalla passione di Massimiliano Longo che nel tempo ha saputo creare una squadra motivata che ha fatto della musica italiana il proprio obiettivo. Oggi è un punto di riferimento musicale: una vetrina autorevole che accende i riflettori sia su artisti noti sia su quelli che hanno meno visibilità mediatica. Il segreto? Una redazione competente, appassionata, altamente selezionata e obiettiva.

Come sei arrivato alla direzione della testata? Qual è il tuo percorso professionale?
Di All Music Italia, oltre che Direttore, sono il fondatore. Quando creai All Music Italia ero in un periodo della mia vita particolare; dopo tanti anni mi stavo chiedendo se la musica potesse essere ancora la strada della mia vita o se il mio percorso lavorativo dovesse prendere altre direzioni. Avevo vent’anni quando ho iniziato e da allora ho ricoperto diversi ruoli.

Ho iniziato gestendo fan club ufficiali: un’esperienza che porto sempre nel cuore perché mi permette ancora oggi di non perdere mai di vista l’orizzonte di chi la musica la compra e l’ascolta; sono diventato assistente personale di Gianluca Grignani (per ben 7 anni) e di Niccolò Agliardi. Ho collaborato spesso con Syria e ho avuto una breve parentesi da tour manager.

Negli ultimi anni prima di fondare All Music Italia ho seguito anche in prima persona un’artista emergente, prima in veste di manager, poi come produttore esecutivo. Un’esperienza difficile perché gli artisti molto spesso sono complicati, ma non mi posso lamentare dei risultati visto che sono arrivato addirittura a farla duettare con Laura Pausini.

Dopo quell’esperienza mi distaccai dalla musica tentando altre strade lavorative con ottimi risultati; sentivo il bisogno di “normalità”. Alla fine però succede che la musica torna a bussarti alla porta e così un giorno è avvenuta la cosa più semplice del mondo: è nato All Music Italia.

Com’è nata la testata?
Da una chiacchierata notturna con Cristian Scarpone, un amico con cui condivido la passione per la musica italiana. Ci siamo trovati a constatare l’assurdità del fatto che in Italia, nel 2014, non esistesse un sito dedicato esclusivamente alla musica italiana e che le notizie sugli artisti meno noti erano di difficile reperibilità. Nacque tutto per gioco; il nostro intento era solo quello di creare un blog per appassionati. Cinque giorni dopo eravamo online.

E il suo nome?
Confesso che il nome è stato un bel grattacapo: inizialmente volevo un nome in italiano vista la natura del sito, ma tutto suonava male. In quel momento ho capito cosa vogliono dire gli artisti quando affermano che l’inglese ha un suono più musicale. Nessun nome era abbastanza d’impatto, iconico. Il mio punto di riferimento era Tutto Musica, storica rivista della Mondadori con cui sono praticamente cresciuto. Alla fine mi sono arreso ed ho tagliato la testa al toro: ho deciso di tradurre in inglese quel nome aggiungendoci la parola “Italia” per sottolineare il fatto che trattavamo solo musica italiana. Verificato che il nome fosse libero siamo andati online.

Quanti anni ha?
Compirà cinque anni esatti il 22 febbraio 2019. A molti sembra che ci siamo da sempre, in realtà paragonati a colossi come Rockol Rockit siamo dei neonati.

Com’è cresciuta nel tempo?
E’ stato qualcosa che nessuno di noi si aspettava. Nel nostro primo mese i visitatori unici erano 500 e nel giro di un mese quelle 500 visite erano diventate giornaliere. Ci è parso da subito chiaro che qualcosa stava accadendo. Da allora siamo sempre cresciuti costantemente sui social, sul nostro canale YouTube ma, cosa che per me resta la più importante, soprattutto nella credibilità che pubblico e addetti ai lavori ci riconoscono.

Quali sono le figure che compongono la redazione? Quali requisiti hanno?
Siamo una decina sparsi per tutta Italia. Il nucleo fisso è formato da me, Oriana Meo, Simone Zani, Fabio Fiume, Alessandro Genovese e Fabio Gattone. Poi ci sono persone che collaborano più o meno in modo continuo come Gianmarco Regaldi, lo scrittore Federico Traversa, Davide Maistrello, Massimo Vogliotti e Simone Caprioli.

Tutte persone molto diverse tra loro. Alcuni sono giornalisti professionisti, altri sono appassionati in cui ho riconosciuto una marcia in più. Ti faccio l’esempio di Regaldi: lui ha un fiuto pazzesco per quel che riguarda gli emergenti ed ha una capacità unica per me di raccontarne le storie ricostruendo tutto quel che hanno fatto prima… riesce a dar vita ad un vero racconto. Un giorno ricevetti una chiamata dalla Sony Music in cui ci chiedevano di usare il materiale di un suo articolo per realizzare la biografia di Sergio Silvestre: conteneva informazioni che nemmeno loro avevamo e che non erano riusciti a reperire visto che Sergio era chiuso dentro la scuola di Amici.

Queste cose ti fanno capire che sì, ci devono essere dei requisiti, ma che la passione e il rispetto per la musica non possono mancare tra questi.

Gli obiettivi erano chiari sin dall’inizio o sono maturati nel tempo?
Ci siamo adattati e siamo cresciuti nel tempo. All’inizio c’erano solo uno slogan, “Rimettiamo al centro la musica italiana” e l’obiettivo di dare spazio alla nostra musica. Ovviamente come per tutti i siti alcuni artisti trovavano più spazio in quanto più attivi, altri invece semplicemente perché crediamo in loro. Da noi non è mai esistita una divisione per “classi” e i nostri lettori questo lo hanno capito sin da subito.

Oggi cosa ne pensi?
Oggi penso che non serva già più quel vecchio slogan sotto al nostro logo in home page perché in questi quattro anni e mezzo la musica italiana è realmente tornata al centro. Anche per questo nella nuova versione del sito (la lanceremo nei prossimi giorni, completamente bianco e ridisegnato graficamente sia su fisso che mobile) verrà sostituito con “Il Sito della musica italiana”. Qualcuno magari lo leggerà in modo un pò “presuntuoso”. Io penso che semplicemente col tempo maturi delle consapevolezze e che siano le persone a confermartele; a quel punto puoi prenderti il titolo che ti sei guadagnato.

Qual è la fascia forte dei lettori?
Se fossimo un programma televisivo direbbero che siamo forti nel target commerciale (ride .Ndr). Il 54% dei nostri lettori ha tra i 18 e 34 anni e se arriviamo fino alla soglia dei 44 anni, saliamo al 75%. Siamo inoltre leggermente più forti sul pubblico femminile: il 60% contro il 40% dei maschietti.

Qual è il fiore all’occhiello della testata?
Indicarne uno solo è difficile per me. Di sicuro non posso non citare Fabio Fiume, il nostro critico musicale che si occupa delle recensioni dei dischi e dei singoli in uscita. Per noi è un grande valore aggiunto. Inizialmente avevamo più persone ad occuparsi delle recensioni e col tempo ho volutamente deciso che fosse solo una persona ad occuparsi di questo lato più critico.

In una redazione non ci si troverà mai (o quasi) tutti d’accordo su un disco quindi tanto vale che sia qualcuno con competenze musicali, anche tecniche ad occuparsene. Fabio da noi gode di totale libertà. Oggi le recensioni sui siti di musica sono strane, 10 righe, 3 stellette e via. Un artista ci mette anche anni a realizzare un disco e Fabio per poterne parlare si ritrova ad ascoltarlo fino a notte tarda anche per una settimana: mi sembra giusto che il lettore capisca il lavoro che c’è dietro ad entrambe le cose. E poi quando capita di dover stroncare un disco devi necessariamente argomentare le tue motivazioni.

Un altro fiore all’occhiello per noi è Simone Zani ed il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti: è un grande professionista del settore musicale e sono convinto che sia sempre stato sottovalutato per logiche che poco hanno a che vedere con la meritocrazia.

E’ una macchina da guerra: l’ho visto arrivare a realizzare fino a 20 video interviste in un pomeriggio risultando sempre preparato anche quando un incontro con un artista non era previsto. Ha una preparazione e una capacità di improvvisazione che sono tipiche dei grandi della radio. Con le sue video interviste il nostro canale YouTube nel solo 2018 ha raddoppiato gli iscritti, ad oggi oltre 4.100, e le views delle nostre interviste sono passate da 800.000 ad oltre 1.600.000. Son pochi i siti che riescono ad attirare così tanta attenzione su interviste musicali.

Avete molta concorrenza?
Oggi sì. Nel 2014 quando siamo nati non esistevano siti di sola musica italiana che godessero dell’attenzione degli addetti ai lavori oltre che del pubblico. Oggi qualcuno, compreso il vostro, c’è. Penso ci vada dato atto di aver riaperto una strada che ai tempi sembrava “fallimentare”. Io al concetto di concorrenza non credo. Con Franco Zanetti, direttore editoriale di Rockol, che  chiamo “maestro” e che considero il mio punto di riferimento, ci sentiamo e confrontiamo spesso, citandoci anche sui nostri rispettivi siti.

Penso che non esista concorrenza se ognuno fa bene il suo lavoro con un proprio stile e una propria linea editoriale. Certo, contemporaneamente sono nati dei siti che riprendono notizie senza citare la fonte e che copiano intere rubriche, ma del resto vieni copiato solo quando diventi un punto di riferimento, quindi…

Qual è la formula del vostro successo?
Questo dovresti dirmelo tu da esterno. Io posso dirti solo che cerchiamo di valorizzare il bello della musica italiana, dagli autori agli artisti già noti che però godono di meno esposizione.

E’ una testata social?
Se non sei social limiti la portata del tuo lavoro, quindi saremmo stupidi non esserlo. All Music Italia, al momento tra Instagram, Twitter e Facebook conta oltre 80.000 follower. Al momento usiamo i social più che altro come cassa di risonanza per comunicare le news che escono sul sito giornalmente ma sicuramente contiamo di espanderne l’utilizzo in futuro.

Io sono un direttore social. Mi piace confrontarmi con i lettori, con i fan degli artisti, far capire che puoi essere credibile e professionale pure facendo vedere il tuo lato più leggero. Alla fine parliamo di canzonette come diceva Bennato, no? Certo, poi vedo alcuni blogger che ci credono al punto da aprire un profilo Instagram che al giorno conta già 10.000 follower e mi accorgo che alcuni ci credono realmente.

Progetti futuri?
Ora siamo concentrati sulla nuova e imminente rivoluzione grafica del sito. Quando siamo nati per distinguerci abbiamo scelto di essere neri. Poi col tempo la mole di articoli (quasi 12.000) è diventata tale che lo “switch” grafico ha richiesto più tempo del previsto. Ora per fortuna ci siamo quasi.

C’è un artista che vorresti intervistare che non è ancora passato dalla vostra redazione?
In realtà no. Tanto per dire, ho intervistato Fiorella Mannoia, Simone Zani Laura Pausini…  ecco al massimo ci piacerebbe un giorno intervistare con più calma proprio Laura perché su di lei ci sarebbe tanto da raccontare. Al di là di questo posso dirti che personalmente io mi diverto a realizzare interviste con quegli artisti che  chiamo “interrotti”, ovvero quelli che il successo se lo sono sudati dopo una caduta, uno stop o semplicemente col tempo… per esempio AmaraRomina FalconiIrama o Virginio. Più che altro mi piacerebbe che tutte le interviste video potessero durare almeno 12 minuti di media. Lo troverei un segno di rispetto più che nei nostri confronti in quelli dell’artista stesso. Del resto, loro ci mettono anche due anni a realizzare un disco: come possiamo riuscire a farlo comprendere ai lettori e valorizzarlo in soli 3/4 minuti?

 

La testata online a servizio del mondo dello spettacolo.

Incontro con il direttore della testata Spettacolinews
Cristian Pedrazzini – Direttore di Spettacolinews

Musica361 ha incontrato Cristian Pedrazzini, direttore della testata online Spettacolinews: news dal mondo dello spettacolo, tendenze, libri, serie tv, film e tanta musica sono gli ingredienti della ricetta vincente che sa essere sempre al passo con i tempi anche grazie alla continua ricerca di una redazione di appassionati.

Com’è nata la testata?
E’ nata nel 2007 dalla voglia di scrivere di un gruppo di amici colleghi giornalisti accomunati dalla passione per lo spettacolo in tutte le sue forme espressive.

E il nome Spettacolinews?
In realtà è nato di getto: l’obiettivo era un nome che racchiudesse tutte le news dal mondo dello spettacolo!

Com’è cresciuta nel tempo?
Durante gli anni, grazie anche all’evoluzione del web, abbiamo apportato numerose modifiche sia a livello di contenuti ma anche nella grafica cercando di rendere la testata sempre più fruibile ai nostri lettori, ascoltando anche i loro suggerimenti che sono sempre molto preziosi.

Quali sono le figure che compongono la redazione?
La redazione è composta da un gruppo di colleghi giornalisti accomunati dalla passione di scrivere, ma soprattutto con la voglia di comunicare lo spettacolo. Un mondo nel quale convivono diverse arti, dove ognuna regala emozioni, sensazioni, ma soprattutto permette di creare dialoghi tra gli artisti ed il loro pubblico.

Incontro con il direttore della testata Spettacolinews

Gli obiettivi erano chiari sin dall’inizio o sono maturati nel tempo?
Come si dice…l’appetito vien mangiando: come in tutte le cose ti poni degli obiettivi per realizzarle, poi in corso d’opera cerchi sempre di migliorarle. Questo ti permette di mettersi sempre in discussione per migliorarsi.

Qual è la fascia forte dei lettori?
Principalmente la fascia che va dai 18 ai 35 anni.

Qual è il fiore all’occhiello della testata?
I contenuti che proponiamo sono svariati, ma la musica sicuramente la fa da padrona!

Avete molta concorrenza?
Oggi non vi è settore in cui la “concorrenza” non esista, soprattutto se parliamo del mondo web. Ognuno può sviluppare le proprie idee come meglio crede, anzi, se la concorrenza è leale e costruttiva è anche un incentivo all’evoluzione.

Qual è la formula del vostro successo?
Non credo esista una formula per il successo; cerchiamo di dare il nostro meglio creando il giusto spazio per ciascuna delle nostre attitudini che rendono unici ognuno di noi.

E’ una testata social?
Il mondo del web ormai si evolve giorno dopo giorno; siamo la società degli algoritmi; a riprova di questo, tutte le testate online risentono del traffico degli utenti. Ovviamente i social sono uno “strumento” importante ma non sono e non devono essere l’unica via di divulgazione per una testata.

Progetti futuri?
Non mancano! Invito i lettori a seguirci cosi li potranno scoprire  passo dopo passo.

C’è un artista che vorreste intervistare che non è ancora passato dalla vostra redazione?
i settori di cui ci occupiamo sono parecchi: musica, cinema, tv e teatro quindi la lista sarebbe lunga: questo è uno stimolo per non rimanere fermi!

 Cercate collaboratori?
Attualmente no, ma stiamo lavorando ad alcuni progetti che svilupperemo nel tempo.

Grande successo per il lancio di piccoli talenti nella puntata zero del got talent ABEO’s

Abeo’s got talent

ABEO’s got talent è il nome della prima edizione del talent dedicato al mondo junior, dai 6 agli 11 anni, organizzato dall’associazione ABEO che si prende cura dei bambini malati oncologici attraverso iniziative di sostegno e di animazione durante il percorso di degenza.

Una finale che ha raccolto le migliori 13 esibizioni su 24 semifinalisti. Arti varie: dal canto alle arti circensi, alla danza ai musicisti fino ai performer atletici. Nell’attuale società mediatica, che riflette spesso l’esibizionismo, talvolta forzato e scontato, ABEO’s got talent si è distinto per la sua originalità di contenuti; le proposte dei singoli partecipanti hanno visto presenti anche le famiglie in supporto, a dimostrazione che “insieme si può'” coltivare talenti e passioni.

Grande qualità di esibizioni sul palco del Teatro Ariston di Mantova dove la giuria ha decretato il primo posto assegnato al batterista in erba Giacomo Capisani, il secondo alla danzatrice Anita Scaravaggi e il terzo posto ad Acro Airone, gruppo femminile di ginnastica artistica.

I tre vincitori hanno rispettivamente ricevuto in premio borse di studio del valore di €uro 500, 300 e 200. Non si sono aggiudicati il podio, seppur meritevoli, Mattia Caramaschi che, assieme al papà si ė esibito in un originale numero di arti circensi, facendosi piccolo piccolo all’interno di un trolley.

Che dire della fresca originalità e personalità della piccola Aurora Bernardelli, che, pur senza aver portato un’esibizione di tecnica perfetta, ha saputo comunicare una grande personalità artistica di fronte ad un pubblico di 450 persone.

Un messaggio importante ė uscito da questa prima importante edizione: ė relativa la posizione in classifica quando, nonostante la gara ė presente la passione è la voglia di mettersi in gioco, mettendo in secondo piano l’agonismo fine a se stesso.

La serata ė stata brillantemente animata da due conduttori d’eccezione, ormai accreditati ad honorem dall’Associazione: Armando Madella e Mary Artioli.

Gaia Gozzi da Xfactor, Julia Rose e Anna Lupi sono state le ospiti della serata, portando sul palco la musica come testimonianza dì sensibilità verso l’impegno sociale di ABEO.

Il ricavato della serata andrà a sostegno dei vari progetti dell’associazione.

Dopo quattro anni tornano sulla scena musicale i Baustelle con l’album “L’amore e la violenza”, preceduto dal singolo di successo “Amanda Lear” e, da febbraio, in un tour che attraverserà tutta Italia.

Il lato violento dell’amore. Il grande ritorno dei Baustelle.
I Baustelle.

Nasce dall’idea di un occidente in guerra “L’amore e la violenza”, il nuovo album  dei Baustelle,  uscito il 13 gennaio. Da lì la sequenziale scelta di scrivere “canzoni d’amore in tempo di guerra”, una fuga musicale di dodici brani , di cui due strumentali, che il gruppo formato da Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini utilizza come mezzo per descrivere questi tempi difficili che stiamo vivendo.

«Quando penso a questo disco l’aggettivo che mi viene in mente con più frequenza è colorato» afferma Francesco Bianconi. «Volevamo fare un disco di canzoni pop che non sentiamo mai alla radio, un disco di canzoni pop che non temano di rivelare una propria eccitante complessità».

Il settimo lavoro del gruppo fiorentino formatosi nel 1996, che a detta di Francesco Bianconi è anche il loro disco più libero, ha quasi il sapore di una sfida: quella di poter scrivere canzoni tanto intime e private in un violento contesto bellico. «Un disco oscenamente pop: è musica che non si vergogna di esibire la propria libertà. In questo senso è colorato: nella maniera in cui gioca a essere libero. Chi l’ha detto che non si può far suonare Haydn e Moroder nella stessa stanza? Dipende dal modo in cui li fai suonare, e dal coraggio che hai nel lasciarli provare».

A quatto anni di distanza dall’ultimo album “Fantasma” i Baustelle tornano in radio con il singolo “Amanda Lear” che la band senese ha presentato con un post su Facebook: «Amanda Lear ha un plot molto semplice: lei ama lui e lui ama lei, ma lei ripete ogni giorno che “niente dura per sempre”. Lui prende la massima di lei abbastanza alla lettera e decide di tradirla con la prima che passa. Il tutto è volutamente scomposto e raccontato fra presente e flashback, perché, ormai lo sanno tutti, ci sono sempre piaciute le canzonette-sceneggiatura. E Amanda Lear che c’entra? È una donna magnifica, una parola tronca spettacolare, e una azzardata similitudine (l’amore è come un LP di disco music, si balla il lato A, si balla il lato B, e chi s’è visto s’è visto). Amanda Lear c’entra e non c’entra, c’è e non c’è, come ogni Dio che si rispetti».

Il lato violento dell’amore. Il grande ritorno dei Baustelle. 1
I Baustelle sono tornati con L’amore e la violenza.

Oltre l’uscita del nuovo album, che ha già riscosso gran consenso di critica e pubblico, ci sarà un tour che porterà i Baustelle in teatri prestigiosi di tutto il territorio nazionale: la data zero il 26 febbraio a Foligno (Auditorium S. Domenico) per proseguire poi il 4 marzo a Varese (Teatro Apollonio), il 5 marzo a Trento (Auditorium S. Chiara), il 6 marzo a Firenze (Teatro dell’Opera), il 13 marzo a Roma (Auditorium Parco della Musica / Sala S. Cecilia), il 14 marzo a Bologna (EuropAuditorium), il 15 marzo a Pesaro (Teatro Rossini), il 20 marzo a Milano (Teatro degli Arcimboldi), il 28 marzo a Venezia (Teatro Goldoni), il 29 marzo a Tomezzo (Udine, Teatro Candoni), il 7 aprile a Torino (Teatro Colosseo), il 12 aprile a Genova (Teatro Piazza Delle Feste / Anteprima Supernova), il 13 aprile a Massa (Teatro Guglielmi), il 18 aprile a Bari (Teatro Petruzzelli), il 19 aprile a Pescara (Teatro Massimo), il 21 aprile Napoli (Teatro Augusteo).

L’atteso ritorno di una rock band che ha dimostrato ancora di saper raccontare sfaccettature di contemporaneità in maniera attenta e innovativa, attraverso uno stile modernamente rétro.

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