Scopriamo insieme i nomi e i titoli delle canzoni degli aspiranti artisti delle Nuove Proposte che potrebbero varcare il foyer del Teatro Ariston.

Sarà Sanremo - I sedici finalisti e le loro canzoniA meno di tre mesi dall’inizio del Festival della canzone italiana di Sanremo 2018, la macchina organizzativa è partita a pieno ritmo, capitanata dal neo direttore artistico Claudio Baglioni. In seguito alle audizioni dal vivo avvenute a Roma lunedì 6 novembre (https://www.musica361.it/sanremo-giovani-2018), la commissione selezionatrice (composta anche da Claudio Fasulo, Massimo Giuliano, Duccio Forzano, Massimo Martelli e Geoff Westley), ha scelto quali cantanti riascoltare il prossimo 15 dicembre, nel corso della serata-evento “Sarà Sanremo” in programma su RaiUno.

«Quest’anno Sanremo darà grande spazio ai giovani – commenta il cantautore romano messo a capo dell’organizzazione della kermesse – per questo motivo abbiamo deciso di modificare il regolamento e portare alle fasi finali 16 e non più 12 concorrenti. Scegliere è stato particolarmente difficile, perché le proposte e le voci erano tutte estremamente interessanti. Il mio augurio a questi ragazzi è che sorprendano voi, come hanno sorpreso noi». 

In corsa per i sei ambiti posti disponibili, troviamo il duo femminile Aprile & Mangiaracina, composto da Sade Farina Mangiaracina e Silvia Aprile, già in gara nel 2009 con un pezzo firmato per lei da Pino Daniele. Tra gli altri “volti noti”, troviamo Eva Pavarello (ex concorrente della decima edizione di X Factor) e Antonio Laganà (che aveva preso parte alla prima stagione di The Voice), uniche due leve provenienti da talent show.

Per le quote-rap, troviamo l’italo-zairiano Michael Mudimbi e Niccolò Moriconi, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Ultimo. Dal pianeta-indie proviene Mirko Mancini, alias Mirkoeilcane, mentre è considerato ormai un affermato autore Davide Petrella, che ha composto brani per Cesare Cremonini, Elisa e Gianna Nannini. Nessun grado di parentela con l’organizzatore del Festival per il comico toscano Lorenzo Baglioni, che propone uno dei brani più divertenti tra quelli in concorso. Tra gli stranieri in lizza, troviamo il portoghese Jose Nunes e la lussemburghese Nyvinne, protagonisti di due pezzi dal respiro internazionale. Concludono il cast di finalisti: Santiago (al secolo Marco Muraglia), Giulia Casieri, Ilaria Ceccarelli alias Iosonoaria, Dave Monaco, Carol Beria e Lucia Carmignani, in arte Luchi. Ogni singolo artista avrà un mese di tempo per farsi conoscere e apprezzare dal pubblico, i video e le canzoni sono già disponibili sul sito della Rai.

Sarà Sanremo – I sedici finalisti

Mudimbi – “Il mago”

Santiago – “Nessuno”

Mirkoeilcane – “Stiamo tutti bene”

Lorenzo Baglioni – “Il congiuntivo”

Ultimo – “Il ballo delle incertezze”

Dave Monaco – “L’eternità è di chi sa volare”

Jose Nunes – “Parlami ancora”

Davide Petrella – “Non può fare male”

Nyvinne – “Spreco personale”

Iosonoaria – “Un cerchio”

Giulia Casieri – “Come stai”

Carol Beria – “Nessuna lacrima”

Luchi – “Gli amori della mente”

Aprile & Mangiaracina – “Quell’attimo di eternità”

Eva – “Cosa ti salverà”

Antonia Laganà – “Parli”

Un film che racconta il mondo di oggi attraverso la dipendenza dai social, che ha come target un pubblico giovane, così come si evince sbirciando la playlist che compone la colonna sonora.

Colonna sonora del film Non c’è campoConclusa la parentesi politica come sindaco del comune di Rosello in provincia di Chieti, Federico Moccia torna alla sua prolifica attività di regista cinematografico con la commedia “Non c’è campo”, nelle sale a partire dall’1 novembre.

Nel cast Vanessa Incontrada, Gian Marco Tognazzi, Corrado Fortuna e Claudia Potenza, più diverse giovani nuove leve del grande schermo, tra cui Mirko Trovato, Leonardo Pazzagli, Caterina Biasol, Federico Cesari, Neva Leoni, Eleonora Gaggero, Serena Iansiti e Beatrice Arnera.

La pellicola racconta la storia della professoressa Laura Basile e della sua classe di un liceo romano, protagonisti di una gita nel piccolo paesino dell’entroterra salentino chiamato Scorrano. Giunti a destinazione scoprono loro malgrado che non è presente alcuna rete di comunicazione con il resto del mondo, con smartphone e tablet completamente isolati. Un blackout telematico che causa non pochi problemi e scatena una serie di situazioni grottesche, che pone l’accento su come le nuove generazioni siano immerse totalmente nel mondo digitale.

«Per il mio ritorno alla regia ho scelto di raccontare una storia di grande impatto emotivo – racconta Moccia – unendo la mia conoscenza del mondo dei giovani con l’attualità della società moderna. Facebook, WhatsApp, Snapchat, Twitter, Instagram: la nostra esistenza è intasata da cose che fino a pochi anni fa erano impensabili, ed ora invece appaiono essere indispensabili».

Un film che racconta il mondo di oggi attraverso la dipendenza dai social, che ha come target un pubblico giovane, così come si evince sbirciando la playlist che compone la colonna sonora, a cominciare dal tema centrale affidato all’elegantissima voce di Elodie, reduce dal secondo posto al talent show “Amici” di Maria De Filippi dello scorso anno e dalla buona prova di debutto al Festival di Sanremo 2017. “Semplice” è il brano scelto per trainare questa divertente ma riflessiva commedia, insieme agli inediti: “Non c’è campo” del rapper Sergio Andrei, “Get to the top” e “Il tuo cuore sempre accanto” di Margherita Principi, talentuosa artista che abbiamo già conosciuto e apprezzato nel corso della nona edizione italiana di X Factor. Una pellicola che ha il nobile intento di raccontare i ragazzi di oggi, gli stessi che costruiranno la società di domani, anche attraverso la nuova e giovane musica italiana.

A tre mesi esatti dall’inizio della nuova edizione del Festival della canzone italiana, scopriamo insieme quali saranno le nuove proposte che potrebbero calcare l’ambito palco del Teatro Ariston.

Sanremo Giovani 2018, conosciamo i 68 finalistiAl via oggi, lunedì 6 novembre, le audizioni dal vivo dei 68 finalisti di Sanremo Giovani, sessantotto come il numero delle edizioni della kermesse canora più longeva d’Italia. Artisti selezionati dalla commissione presieduta dal neo direttore artistico Claudio Baglioni e composta da: Geoff Westley (noto musicista e produttore britannico), Claudio Fasulo (vicedirettore di RaiUno), Massimo Giuliano (ex amministratore delegato di Warner Music Italia), Massimo Martelli e Duccio Forzano (entrambi registi e sceneggiatori televisivi), un dream team che ha scelto quali proposte riascoltare tra le 648 candidature pervenute.

Scorrendo la lunga lista degli emergenti, troviamo tre nomi di artisti che hanno già già partecipato in passato al Festival: Silvia Aprile (con “Un desiderio arriverà” nell’edizione 2009), Nicolas Bonazzi (con “Dirsi che è normale” nel 2010) e il rapper Kaligola (con “Oltre il giardino” nel 2015). Tra i volti noti emersi dai vari talent show, ricordiamo: Silver, Davide Mogavero, Eva Pavarello, Andrea D’Alessio, Davide Papasiedro, Veronica Marchi e Loomy, ma anche interessanti autori come Daniele Magro e Davide Petrella, che hanno composto brani per diversi big della musica leggera italiana.

Numerosi i candidati che hanno già bazzicato le classifiche, da Artù ai Dari, passando per la star del web Gionnyscandal e I Desideri, vincitori della sezione giovani dell’ultimo Wind Summer Festival. Presente di diritto il vincitore di Castrocaro 2017, il siciliano Luigi Salvaggio, mentre per le quote rap segnaliamo Mudimbi, Santiago e Ultimo.

Menzione particolare per il comico toscano Lorenzo Baglioni che dichiara non avere nessun grado di parentela con l’organizzatore del Festival, mentre Loredana Daniele, invece, è nipote dell’indimenticato Pino.

Solo dodici brani accederanno alla serata-evento in programma il 15 dicembre, trasmessa in prime time sulla rete ammiraglia della Rai, nella quale verranno decretati i sei artisti che comporranno il cast delle Nuove Proposte del Festival 2018, a cui si aggiungeranno i due talenti selezionati dall’accademia di Area Sanremo. Insomma, come cantava lo stesso Baglioni nel lontano ’81: “buona fortuna, che non basta mai” e che vinca… la musica!

«Un viaggio di ritorno verso casa», così Roberta Di Mario descrive la sua nuova fatica discografica Illegacy”, nei negozi e negli store digitali a partire dal 13 ottobre, in cui il pianismo contemporaneo sposa arrangiamenti orchestrali.

Roberta Di Mario descrive Illegacy, il nuovo album
Roberta Di Mario, la cover di Illegacy.

Dieci tracce inedite che raccontano il mondo musicale dell’artista parmense, tra cui spicca Musica bianca”, l’unico pezzo solo piano, che lascia all’ascoltatore il compito di colorarlo a proprio piacimento, esattamente come una pagina vuota.

Dopo due album realizzati anche in veste di interprete, Roberta Di Mario fa ritorno alle sue origini incentrando l’intero progetto intorno al suo estro compositivo, un talento che trova la sua massima forma di espressione nelle esibizioni dal vivo: «La potenza della musica è la condivisione, il contatto con il pubblico, una vera e propria magia che rende unica ogni singola performance e, di conseguenza, sempre autentica». Due intensi anni di lavoro per realizzare questo raffinato progetto edito da Warner Music Italy (con publishing a cura di Red&Blue, Abiudico e I Mean), motiva l’artista: «Dietro ogni proposta musicale vorrei ci fosse sempre un bel lavoro alle spalle, non condivido molto la velocità con cui spesso escono progetti nuovi, è fondamentale avere tempo per far sì che le idee possano sedimentare, per arrivare al risultato finale con la massima qualità possibile». 

Tra gli obiettivi e i desideri della talentuosa compositrice, quello di prestare al mondo della cinematografia le sue songs, confezionate e vestite con i giusti arrangiamenti in modo da poter diventare delle elegantissime soundtracks.

Oltre al pianismo contemporaneo, non nasconde il suo interesse per il cantautorato italiano e la musica pop internazionale: «Io vivrei di Bach, Rachmaninoff, Debussy e Sting, infatti il mio sogno sarebbe proprio collaborare con lui», aprendosi a qualsiasi tipo di contaminazione: «Sono sempre stata abituata ad ascoltare ogni tipo di musica, sonorità che non posso fare a meno di riprodurre anche nelle mie composizioni. Noi siamo quello che ascoltiamo e l’unicità di questo mio ultimo progetto è dettata dal fatto che sia influenzato da stili diversi, adattandosi a un tipo di pubblico davvero trasversale».

 

Greta Manuzi, Roberta Pompa, Laura Bono e Verdiana Zangaro lanciano l’album che segna il loro debutto discografico insieme, intitolato “4”.

Le Deva: esordio con 4, il primo album
Le Deva: esordio con 4, il primo album.

Dopo il successo ottenuto con i precedenti singoli “L’amore merita“, “L’origine“, “Un’altra idea” e “Semplicemente io e te”, per Le Deva (al secolo Greta Manuzi, Roberta Pompa, Laura Bono e Verdiana Zangaro) è tempo di lanciare l’album che segna il loro debutto discografico insieme, intitolato “4”.

Quattro giovani e talentuose ragazze, una più brava dell’altra, voci equilibrate che sin dal primo ascolto si mescolano e diventano essenziali l’una per l’altra, al punto da chiedersi come abbiano fatto ad armonizzarsi a questi livelli in così poco tempo. Sembra che cantino insieme da una vita, invece, tutto è successo per caso e per gioco.

Quattro artiste che hanno avuto percorsi diversi, dotate di caratteri differenti, proprio come i quattro elementi della vita che simboleggiano per ciascuna la propria identità e personalità: «L’acqua rappresenta per me la purezza e la trasparenza – racconta Greta – in più si fa strada da sola abbattendo qualsiasi ostacolo pur di arrivare al proprio obiettivo»; «Io ho scelto subito la terra – dichiara Roberta – per i suoi colori e il suo significato che richiama le origini, le radici e la famiglia»; «Indovinate un po’? – scherza Laura – io sono il fuoco e, sinceramente, penso che non ci sia bisogno di troppe spiegazioni, è un elemento che ha a che fare con la passione, la creatività e l’energia, quindi mi rappresenta in toto»; «Ho scelto l’aria per vari motivi – conclude Verdiana – vocalmente desidero toccare sonorità tecnicamente ariose e poi, soprattutto, mi piace pensare di essere sempre presente nella vita delle persone, se non fisicamente almeno come percezione».

Tanti gli autori che hanno contribuito alla creazione di questo progetto: da Zibba a Marco Rettani, passando per Andrea Amati,  Nicolas Bonazzi, Antonio Maggio e Luca Sala, oltre alla presenza di due featuring d’eccezione con il cantautore Alessio Caraturo e il rapper GionnyScandal. Il risultato? Un album che strizza l’occhio all’electropop e che unisce la tradizione melodica italiana a sonorità dal respiro internazionale, un mix espresso attraverso quattro delle nostre migliori ugole emergenti. Insomma, molto di più di una semplice nuova proposta discografica, ma un gruppo coeso capace di tirare fuori cuore e carisma.

In occasione della pubblicazione del suo nuovo album “Metà amore metà dolore”, disponibile nei negozi e nei digital store a partire dal 29 settembre, abbiamo incontrato Marcella Bella che ci ha raccontato l’evoluzione di questa sua ultima fatica discografica.

Intervista a Marcella Bella: amori passionali vissuti intensamente
Marcella Bella presenta il suo nuovo album: “Metà amore metà dolore”

Otto tracce prodotte da Mario Biondi, uno dei nostri massimi rappresentanti del soul nel mondo, presente anche in veste di ospite nel duetto scelto come prossimo singolo. A cinque anni dal precedente lavoro “Femmina bella“, l’artista siciliana ritorna con un progetto elegante e raffinato, degno della sua prestigiosa carriera.

Ciao Marcella, per questo tuo venticinquesimo album hai affidato la produzione artistica a Mario Biondi. Com’è nata questa collaborazione?
L’incontro con Mario è avvenuto tanti anni fa, lui ha cominciato a lavorare con i miei fratelli all’inizio della sua carriera. Ci siamo rivisti a distanza di tempo in occasione della serata televisiva dedicata a Gianni, dove abbiamo cantato insieme L’ultima poesia”, da lì è nata l’idea di unire le nostre voci e i nostri generi musicali, apparentemente differenti, in questa specie di soul-pop.

Come mai la scelta di chiamarlo “Metà amore metà dolore”?
Il titolo dell’album prende il nome dalla canzone eseguita in duetto con Mario, che parla degli amori passionali, di quelli che fanno soffrire ma vengono vissuti in maniera intensa, ma non come negli ultimi anni… in cui si arriva ad uccidere per amore, l’amore deve essere e rimanere una cosa meravigliosa e non deve essere sporcata da certe azioni irrispettose nei confronti della vita stessa.

Alla luce della conferma di Claudio Baglioni a Sanremo, ti piacerebbe tornare al Festival?
Lo scorso anno c’è stata una mia iniziale volontà di partecipare, poi abbiamo preferito soprassedere per terminare la produzione di questo disco, chissà che non succeda qualcosa per il prossimo anno. Mi sembra davvero strano il dovermi rivolgere a un collega come Baglioni per proporre la mia canzone sanremese, io che di Festival ne ho fatti tanti, con organizzatori del calibro di Baudo e Ravera, ma sicuramente Claudio darà la giusta attenzione alle canzoni e all’interpretazione, essendo lui stesso un grande conoscitore di musica.

La tua carriera è stata contraddistinta spesso da momenti di assenza discografica, con quale spirito torni ogni volta?
Nella mia carriera ho ricominciato un sacco di volte, mi sono sempre assentata per dedicarmi alla mia famiglia, a crescere i miei figli. Ho avuto un percorso altalenante, ogni volta ricomincio da zero e questo mi dà entusiasmo, perché è sempre un’avventura anche se ogni volta trovo il mondo discografico cambiato e non sempre in meglio.

Molti tuoi colleghi realizzano sempre meno album di inediti, riproponendo rivisitazioni di brani del passato o cover di altri artisti. Non ti senti un po’ controcorrente?
Io non sono tanto attaccata al revival, mi sento legata molto al presente, questa è un po’ la mia filosofia di vita, tant’è che sono qui a presentare un progetto nuovo e, per certi versi, completamente inedito per la mia carriera. Dico sempre che non mi interessa quello che ho fatto o quello che farò, per me conta fare oggi qualcosa che mi piace, con questo spirito sono arrivata ad affrontare questo disco e questo genere che ho scoperto essere davvero meraviglioso, trovando una nuova linfa musicale e un grande entusiasmo.

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