Claudia D’Ottavi: “Sono una funambula, perennemente in equilibrio, tra musica e fotografia che hanno la stessa ragione di essere: sono il mio modo di comunicare, la mia voce interiore e pertanto irrinunciabili”
Claudia D’Ottavi è l’esempio lampante di come l’arte non conosca confini e separazioni.
Per lei la musica, il canto e la fotografia sono ragioni di vita, amiche e compagne che determinano e scandiscono ogni giorno della sua vita.
Claudia è una “vera” creativa che non si è mai neanche posta il problema di dover scegliere.
Alla domanda diretta di quale sia il suo mestiere, lei risponde senza esitazioni, che lo sono entrambe, allo stesso modo.
Lei è argento vivo e nella nostra chiacchierata, lo sento scorrere.
Questa è la bellezza, la forza vera di ogni arte, che tracimando rende più fertile e bella la vita di tanti.
Claudia parlami di te…
Sono nata a Roma il 23 aprile dell’82 e da sempre ho amato la musica e il canto. Ho fatto il liceo socio pedagogico, mi sono iscritta all’università, ma nel frattempo, facevo qualche seratina qua e là.
Sempre seguendo l’istinto, andai ad un’audizione per Notre Dame de Paris, di Riccardo Cocciante dove mi presero per la parte di Fiordaliso, l’antagonista di Esmeralda e dal 2002, per sette anni è stato il mio mondo all’interno della produzione facendo anche altri musical.
Debuttai a soli diciotto anni, un ruolo complicato per la mia età, ma nonostante le difficoltà e il lavoro, la ricordo come un’esperienza incredibile con Riccardo Cocciante che mi ha davvero insegnato moltissimo.
Cosa ti ha insegnato quell’esperienza così importante?
Mi ha insegnato a vivere con disciplina, seconde regole e con applicazione e studio. Lasciando che la vita e l’arte si mescolino in un’unica energia creativa.
Una carriera che ti ha vista oltre che protagonista di musical, anche parte del cast di Domenica In, corista del Maestro Mazza in Mezzogiorno in famiglia. Com’è entrata nella tua vita la fotografia?
La passione per la fotografia nasce a teatro, dove passavamo tanto tempo con tutta la crew.
C’era una truccatrice che con una macchinetta molto semplice, ancora col rullino, ci scattava foto artistiche che, ovunque fossimo in tournée, stampava ogni settimana per poi attaccarle sul container dove ci truccava.
Questo fece scattare in me qualcosa, al punto che con la prima paga, a Genova dove recitavamo, comprai la mia prima macchina fotografica.
Per istinto e da autodidatta, ho cominciato a fare fotografie lasciandomi guidare da quello che sentivo.
Solo molto dopo ho fatto dei corsi e studiato per approfondire, lavorando soprattutto a fianco di professionisti dai quali ho cercato di imparare.
Non so neanche come e quando esattamente, ma poco alla volta fotografando prima gli amici, poi gli amici degli amici, col passaparola, mi sono ritrovata a farlo per mestiere.
In realtà la fotografia non mi ha lasciato scampo, perché mi emozionava mi costringeva ad osservare le piccole cose che avevo intorno. La fotografia mi aiutava a soffermarmi sui dettagli. Da lì sono partita per alzare poi lo sguardo e vederne anche l’insieme.
La tua vita è sempre in “bilico” tra musica e fotografia o l’una, ha preso il sopravvento sull’altra?
Sono una funambula, perennemente in equilibrio, tra musica e fotografia che hanno la stessa ragione di essere: sono il mio modo di comunicare, la mia voce interiore e pertanto irrinunciabili. Sono la mia essenza.
Come cantautrice, ho da poco pubblicato un singolo Turn You On e il mio nome d’arte è Mia Elison. Sono Claudia D’Ottavi quando firmo i miei progetti fotografici e le mie mostre.
Che fotografa sei?
Passionale ed istintiva: l’amore per la fotografia, mi è letteralmente scoppiato tra le mani diventando un lavoro, anche se parallelamente ho continuato a cantare.
Come fotografa sono chiamata spesso per artisti, in teatro, per concerti o eventi musicali per i quali credo di avere una particolare predisposizione.
So perfettamente cosa significhi stare su un palco e sono molto attenta a cogliere particolari che possono raccontare nel modo giusto quel determinato momento.
L’aver recitato e cantato mi ha affinato sicuramente l’occhio e ancora una volta, conferma come non ci siano separazioni, ma un’elevazione alla massima potenza quando l’arte si esplicita in diverse discipline.
Ho imparato a coniugare queste due passioni che sono l’una funzionale all’altra, perché anche la musica ha bisogno di immagini.
Tutto funziona a braccetto ormai: musica, video e foto che con l’avvento dei social, viaggiano molto velocemente.
Fai un identikit di te…
Nata con l’attitudine di aggiungere alle mie foto, la musica che ho ascoltato, i palchi che ho calcato le persone che ho amato. Mi rappresenta.
Qual è la tua “firma”?
Mi sono resa conto che nel ritrarre le persone, non amo particolarmente i ritratti sorridenti. Se dovessi scegliere, i più intensi, sono quelli dove sono seri, con luci e ombre. Questo mi muove dentro qualcosa, mi scava.
Se sorridono, non mi arriva allo stesso modo. Probabilmente, viene fuori un po’ di quella timidezza che ho combattuto da ragazza, con la quale, inconsapevolmente torno a fare i conti. La provo a nascondere, ma c’è.
Le mie fotografie apparentemente semplici hanno in realtà uno studio, una composizione che parte dallo stesso che farebbe un pittore per dipingere. L’impressionismo, il surrealismo sono fonte d’ispirazione.
Se sei libera di fotografare, cosa attira la tua attenzione?
Le persone, di qualunque età e con tutte le loro imperfezioni. Ritrarle mi restituisce il senso della realtà.
Come ci fai “vedere” la musica?
Mi piacciono molto le silhouette, un viso illuminato a metà, con una luce roca che è poesia, per un’intimità speciale.
Se la musica è rock, è il movimento che cerco. Non scatto subito ma cerco di studiare attentamente.
Non voglio fotografie banali, ma arrivare al cuore dell’artista o della band.
Credi che arriverà un momento in cui dovrai scegliere?
Prima della pandemia, pensavo che la musica avrebbe potuto diventare solo un hobby, ma poi le cose sono cambiate e l’isolamento mi ha “rovistato” dentro al punto che ho sentito l’esigenza di scrivere una nuova canzone, Turn You On il singolo uscito il 3 di settembre.
Al momento, più che divisa, mi rendo conto che l’una va di pari passo con l’altra. Sono funzionali e non riesco ad immaginare di separarmene.
Claudia D’Ottavi durante un evento musicale dove si esibiva, incontra lo sguardo del fotografo sottopalco che non riesce a toglierle l’obiettivo di dosso.
Claudia mi confida nel salutarci, che da quel fotografo non si è mai più separata. Un amore a prima vista per Claudia e Simone Orgitano che oggi sono felicemente sposati grazie alla complicità della musica e della fotografia.
E vissero felici e contenti…