Lupo & Giovannelly, ironia e satira contemporanea con “BLOCCAMI!” il nuovo singolo, una fusione unica di sonorità moderne e classiche

Lupo & Giovannelly il nuovo singolo "Bloccami"!
Bloccami il nuovo singolo di Lupo & Giovannelly

“BLOCCAMI!”, il nuovo singolo e video di Lupo & Giovannelly, è uscito su tutte le piattaforme digitali lo scorso 7 giugno. Il brano, edito da Sins Records e prodotto da Alessandro Giovannelli, Luca Scarfidi e Mattia Micalich, accompagnato dal videoclip (27 Entertainment), rappresenta una fusione unica di sonorità moderne e classiche, mantenendo la freschezza e l’ironia che caratterizzano il duo romano.

Lupo & Giovannelly descrivono “BLOCCAMI!” come un pezzo ironico e critico, che affronta temi come il servilismo e il cambiamento di sé per ottenere vantaggi personali. Con una chiave giovane e satirica, il brano mette in luce come spesso ci si trovi a modificare il proprio comportamento e atteggiamento per piacere agli altri o per ottenere benefici, perdendo di vista la propria autenticità. Attraverso testi pungenti e un approccio ironico, il duo critica queste dinamiche, evidenziando le contraddizioni e le pressioni sociali che spingono le persone a conformarsi alla realtà che li circonda.

Musicalmente, “BLOCCAMI!” si distingue per la sua capacità di unire influenze che spaziano dall’indie al pop italiano, creando un’identità musicale variegata e attuale. Il brano evoca sonorità del passato combinandosi con elementi contemporanei, un mix perfetto tra classico e moderno che rende il pezzo fresco e attuale catturando immediatamente l’ascoltatore. Questa alchimia sonora, arricchita da testi pungenti e ironici, fa di “BLOCCAMI!” un brano destinato a lasciare il segno, preannunciando ulteriori sorprese musicali da parte di Lupo & Giovannelly nei prossimi mesi dell’anno.

Alessandro Giovannelli, in arte Giovannelly nasce a Roma nel 2002. Ha iniziato a suonare la chitarra, regalatagli dal padre, all’età di undici anni.  Col passare del tempo si è appassionato, prima alla musica in generale e poi alla produzione di canzoni vere e proprie. Gli artisti a cui si ispira sono molti, ad esempio i Coldplay, gli U2, i Paramore, oltre a tutte le grandi band del passato che conservano per lui un valore simbolico e affettivo come Beatles, Pink Floyd, Queen, Led Zeppelin.

Negli ultimi anni ha prodotto vari pezzi, alcuni dei quali con riscontri in opere cinematografiche.  Nel 2021, durante il lockdown, compone assieme ai suoi amici Lupo De Matteo (in arte HELP! oggi semplicemente Lupo) e Niccolò De Donatis (in arte DEDØ) la musica di “Roma Deserta” pubblicata dall’etichetta Bonimba Records. Il brano è stato inserito nella colonna sonora del docufilm “From My House In Da House – A History of Rome” di Giovanni La Gorga e Alessio Borgonovo. Lo stesso brano è stato utilizzato anche per lo spot promozionale della manifestazione cinematografica romana “Il Cinema in Piazza”.

Sempre nel 2021 ha composto il brano “Trastwest”, che è stato utilizzato nell’omonimo cortometraggio “TRASTWEST” di Ivano De Matteo, ma mai reso disponibile sulle piattaforme digitali.

Nel 2023 per Sins Records, ha prodotto le musiche del brano intitolato “Occhi” in collaborazione con Lupo. Il brano è stato inserito nella colonna sonora del film “Mia” di Ivano De Matteo prodotto da RAI cinema e distribuito da 01 Distribution. Nel cast Edoardo Leo.

Lupo & Giovannelly - Bloccami - Cover
Lupo & Giovannelly – Bloccami – Cover

Nel mese di dicembre del 2023 è uscito su tutte le piattaforme digitali il singolo “Dove (?)” che ha riscosso un discreto interesse radiofonico grazie alla permanente rotazione su Radio NONAME (ex RadioRai Indie) e su la web radio (Hits Italia).

Giovannelly è attualmente in studio con Lupo per preparare l’uscita di un EP previsto dopo l’estate 2024. Nel frattempo ci regalano Bloccami. Un lavoro che tende a coniugare uno stile più moderno ad un sound classico old school sebbene non lo si voglia etichettare o riconoscere in nessun genere.

Il suo obiettivo in campo musicale è riuscire a trovare una sintesi tra le grandi sonorità rock/pop-rock del passato e un sound invece più elettronico e contemporaneo.

Tra le altre cose ha la passione per la chimica e dal 2020 è iscritto al relativo corso di laurea presso l’Università La Sapienza di Roma.

Lupo De Matteo, in arte Lupo nasce a Roma nel 2001. Si avvicina al mondo della musica fin da piccolo, studiando pianoforte. Comincia a scrivere i suoi primi pezzi a 16 anni, ispirandosi all’indie pop italiano e provando fusioni con altri generi fra cui rap, R&B pop rock.

Lupo & Giovannelly il nuovo singolo "Bloccami"! 2

Con il sodalizio di Giovannelly alla produzione, comincia a crearsi un’identità musicale in linea con le nuove tendenze wave del pop elettronico e del pop rock leggero. Rimane però sempre presente la leggera influenza data dal mondo Hip Hop, da cui continua ad attingere e prendere ispirazione, soprattutto per quanto riguarda liriche e stile tendente allo streetwear.

Spazia molto tra generi e artisti con le proprie playlist musicali, e non ha dei veri e propri cantanti di riferimento, sebbene l’impronta di autori come Frah Quintale, Franco 126, Bresh sia stata importante per la sua evoluzione.

Nel 2021, con lo pseudonimo HELP!, pubblica il singolo “Roma Deserta” edito da Bonimba Records. Lupo è autore del testo mentre la parte musicale nasce dalla collaborazione con Alessandro Giovannelli (Giovannelly) e Niccolò De Donatis (DEDØ).  La canzone racconta la voglia di ricominciare a vivere la città dopo il periodo di lockdown causato dal Covid-19. Per questo motivo il singolo viene inserito all’interno della colonna sonora del docufilm “From My House In Da House  – A history of Rome” realizzato da Giovanni La Gorga e Alessio Borgonovo. La canzone viene anche sincronizzata nello spot ufficiale della manifestazione cinematografica intitolata “Il Cinema in Piazza – edizione 2021”.

Lupo & Giovannelly il nuovo singolo "Bloccami"! 3
Lupo & Giovannelly

Nel 2023 esce il brano intitolato “Occhi” edito dall’etichetta indipendente romana Sins Records. Il brano viene subito inserito nella colonna sonora del film “Mia” con Edoardo Leo, prodotto da RAI cinema e distribuito 01 distribution.

Nel mese di dicembre del 2023 è uscito su tutte le piattaforme digitali il singolo “Dove (?)” che ha riscosso un discreto interesse radiofonico grazie alla permanente rotazione su Radio NONAME (ex RadioRai Indie) e su la web radio (Hits Italia).

Lupo è attualmente in studio con Giovannelly per preparare l’uscita di un EP previsto dopo l’estate 2024. Nel frattempo ci regalano Bloccami! in uscita su tutte le piattaforme il 7 giugno per Sins Records.  Un lavoro che tende a coniugare uno stile più moderno ad un sound classico old school sebbene non lo si voglia etichettare o riconoscere in nessun genere.

Lupo è impegnato ormai tre anni, nel mondo cinematografico, lavorando come assistente segretario di produzione. Oltre ai vari impegni professionali, è sempre stato un amante dello svago, dei concerti (soprattutto di artisti contemporanei), e della vita notturna romana, che ha ispirato probabilmente buona parte delle sue liriche.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Walter Ricci, a Bagnoli il concerto evento per “Naples Jazz” album che unisce due culture quella napoletana e quella musicale di New Orleans

Walter Ricci presenta il nuovo album "Naples Jazz" 2
Walter Ricci

Il 4 luglio, all’Ex Base Nato di Bagnoli, un concerto evento da non perdere. Infatti, sarà l’occasione per ascoltare “Naples Jazz”, l’ultimo lavoro del cantante e pianista Walter Ricci. Disponibile su tutte le piattaforme digitali da maggio, “Naples Jazz” è stato anticipato dall’uscita dei brani “Uè” e “Tarantella Jazz”, brani con cui l’artista ha saputo conquistare tutti, anche i social. L’album unisce così i due mondi e le due culture principali del pianista: quella napoletana e quella musicale di New Orleans. Dalla tarantella al mondo del jazz, unendo così la musica che ha sempre suonato e le radici di un artista legato alla sua terra.

Ciao Walter, benvenuto nelle pagine di Musica 361. Inizierei chiedendoti come stai?

Sto a tremila! La musica è parte della mia vita e mi prende le giornate. È fantastico definire questo un lavoro.

Walter Ricci - Naples Jazz - locandina
Walter Ricci – Naples Jazz -locandina

Un periodo particolarmente importante e che vivrà nella serata evento del 4 luglio, nella Ex Base Nato a Bagnoli il suo culmine. Un momento speciale per te…

È un momento ricco ed emozionante per me. Questo concerto è per me un grande momento e sarà la presentazione di un album che è nato quasi per caso, ma con forte entusiasmo. Ricordo, che eravamo al bar, in un momento di ricreazione, io e un autore magnifico come Alessio Bonomo. Con lui, parlando del più e del meno, abbiamo pensato ad un disco di cover americane, però adattandole in dialetto napoletano. Questa idea, ha fatto nascere “Naples Jazz”. È stata un’esperienza magnifica ed emozionante, per me sono dei pezzi nuovi veri e propri. In questa serata, tra l’altro, sarò supportato da una band fantastica e non vedo quindi l’ora che arrivi il 4 luglio per vivere una serata magica.

Un concerto che vedrà ospiti anche Karima e Joe Barbieri, come mai hai deciso di invitarli?

Con Karima c’è stima reciproca, ci siamo incontrati in diverse occasioni e siamo diventati amici. Inoltre, con lei sto organizzando anche delle date per portare avanti un progetto insieme. Anche con Joe Barbieri c’è grande stima reciproca, adoro la sua musica e lo seguo da tanto. Sarà poi l’occasione per me per ricambiare il suo invito per il concerto a Roma.

In questa occasione, come detto, presenterai “Naples Jazz”, un progetto partito con “Uè” e che poi si è andato a realizzare con un concept. Come nasce però questa idea?

Senza “Uè” non sarebbe nato questo progetto. Infatti, dal successo di questo brano è nata poi “Tarantella jazz”, e visto anche il suo successo, abbiamo deciso di fare un album che in qualche modo omaggiasse Napoli e quei brani che ascolto e suono abitualmente nei concerti. Questo è il mio personalissimo tributo alla mia terra e alla musica che amo. Una fusione perfetta tra le mie radici e il jazz.

Walter Ricci
Walter Ricci

“Uè” è anche il tuo incontro con i social…

È stato bello e inaspettato. Grazie al mio incontro con i social sono riuscito a diventare più noto anche ad un pubblico diverso. I social oggi creano possibilità diverse. Le opportunità di crescita e di farsi scoprire sono più alte. È stato divertente toccare fasce di pubblico così diverse e che non ascoltano abitualmente il jazz. È bello aver generato affetto anche sui social.

Domanda provocatoria: oggi ha ancora senso proporre un album?

Secondo me sì! Credo molto nei concept album. I dischi che più mi hanno appassionato sono quelli che hanno raccontato una storia. Oggi, per fare musica, le piattaforme sono essenziali, ma credo che alla fine, il fascino di un album completo e quello di una storia ben raccontata, sia inarrivabile.

Tanti gli impegni che partiranno proprio da questo 4 luglio. Insomma, sarà un’estate piena di musica per te?

Stiamo lavorando e abbiamo già pronte diverse date. Poi, suonerò con Karima e infine sto organizzando anche altri progetti con dei musicisti bravissimi. Insomma, sarà un’estate ricca e dove non mi fermerò praticamente mai. Questo è un disco che ha bisogno del live per esprimere il suo vero potenziale.

In conclusione: come speri che il pubblico accolga l’album?

Il rischio che c’è sempre per ogni artista: spero di non essere frainteso!

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli

Ragazze Punk “La Moto” il nuovo singolo della band multietnica, una girls band europea che prova a innovare e a portare nuove fusioni di stili diversi

Ragazze Punk “La Moto” il nuovo singolo
“La Moto” il nuovo singolo delle Ragazze Punk

Dal 31 maggio è in rotazione radiofonica “La moto”, il nuovo singolo della band multietnica Ragazze Punk.

“La moto” è un brano che racconta un lungo viaggio in due, per raggiungere il mare, lungo la costa su una moto.

Dopo il successo virale a XFactor2023, la band ha deciso di provare a guadagnarsi un posto nel panorama musicale come una girls band europea che prova a innovare e a portare nuove fusioni di stili diversi.

Le ragazze sono più unite che mai e propongono un brano moderno, che ha un sapore di tormentone, accattivante che riflette le esperienze e le emozioni dell’adolescenza di oggi.

La band commenta così la nuova release: “Nessuna di noi ha la patente per la moto. Questo non toglie che sulla moto ci puoi andare in 2”.

Il videoclip ufficiale del nuovo singolo “La moto” uscirà prossimamente e sarà anticipato da alcuni contenuti sui canali ufficiali di Tik Tok e Instagram della band.

Ragazze Punk “La Moto” il nuovo singolo 1
Ragazze Punk

Le Ragazze Punk sono una girl band multietnica composta da quattro giovanissime ragazze, Lisa, Sofia, Christel e Naike. Le ragazze si sono ritrovate nella stessa classe di una scuola artistica e hanno deciso di formare una band.

Il primo brano che hanno scritto si chiama “RagazzePunk” che non è mai stato pubblicato e che parlava di ragazze che  sono in giro a divertirsi in maniera libera e sbarazzina.

Così hanno deciso che il nome di quella “folle energia” poteva essere adatto a loro. Pur non essendo punk a loro piace il nome e il concetto che sta dietro alla parola e lo legano alla libertà di vivere e di esprimersi delle ragazze in modo da non venir giudicate sbagliate quando un maschio fa le stesse cose e viene giudicato un figo.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Mois G: “Minorenne” l’album d’esordio, il debutto da record di un bambino che è cresciuto grazie alla musica

Minorenne l'album d'esordio di Mois G
Minorenne l’album d’esordio di Mois G

Simone Sensi, in arte Mois G, è un giovanissimo cantante toscano. La sua carta d’identità potrebbe svantaggiarlo ma lui fa della sua età un punto di forza che lo contraddistingue. Nasce così “Minorenne”, l’album d’esordio composto da otto tracce con un sound molto versatile. L’ultimo singolo pubblicato che arricchisce il disco è “Piove”, un brano caratterizzato da un testo malinconico in cui i due artisti, Mois G e NIGU, raccontano il finale di una relazione d’amore tossica.

Simone, sei giovanissimo e stai veramente bruciando le tappe, complimenti davvero. Ripercorriamo insieme i tuoi esordi: qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?

Quando avevo cinque anni mio padre mi accompagnò ad uno spettacolo musicale e rimasi veramente colpito; da qual momento capii che volevo fare il cantante e dedicai tutto me stesso.

Quando hai capito che la musica fosse veramente il tuo futuro?

Fin da subito ero convinto che sarebbe stata la mia strada, all’età di 12 anni scrissi i miei primi testi. Il primo risale ai tempi della scuola, scrissi un testo sul quaderno di matematica durante la lezione.

La scelta di Mois G, il tuo nome d’arte, da dove viene?

L’abbreviazione del mio nome è Simo, l’anagramma è Mois. Questo nome però era già utilizzato da un artista canadese che aveva diversi ascoltatori e non potevo usarlo. Il ragazzo dal quale andavo a registrare all’epoca mi chiamava piccolo G quindi da lì ho deciso di scegliere Mois G.

Hai avuto qualche punto di riferimento riguardo il tuo approccio alla musica?

Un esempio lampante per la mia generazione è sicuramente Lazza perché è riuscito ad emergere e ad arrivare ad un pubblico più ampio anche partecipando a Sanremo.

Ti ispiri a lui qualche volta?

Lo ascolto ma di base cerco di non ispirarmi mai a nessuno, quando scrivo sono sempre me stesso e di cerco di essere più unico possibile.

Mois G: “Minorenne” di nome e di fatto 1
Mois G

A casa tua si ascolta musica di tutti i generi?

Da piccolo mia madre mi faceva ascoltare i rapper americani, Eminem, Tupac. Mio padre invece ha sempre ascoltato rock italiano principalmente, quindi Vasco Rossi e quanto altro. Personalmente ho seguito più il rap ma andando al passo con i tempi ho sperimentato anche il pop.

Sposto l’attenzione sul tuo nuovo singolo “Piove”: come nasce questo pezzo?

Questa canzone parla di una relazione che è finita male, un amore tossico. Soltanto la mia voce sul pianoforte poteva esprimere al meglio l’emozione che provavo nel momento in cui l’ho scritta.

Che significato ha per te?

Penso sia uno dei brani più importanti del mio percorso perché può arrivare a quelle persone che si trovano nella stessa situazione.

Invece riguardo il tuo primo album, “Minorenne”, che emozioni hai provato dopo l’uscita?

Indescrivibile, da un lato ero molto preso perché, dopo un anno e mezzo di lavoro, quando vedi che un progetto si realizza sei super contento; dall’altro, sono rimasto un po’ dispiaciuto perché da lì in poi non sapevo più cosa fare perché non avevo più l’impegno di andare in studio a chiudere l’ultima canzone. Un’emozione strana ma che rivivrei mille volte. Ricordo ancora che, quando chiusi il primo brano, Minorenne appunto, tornai a casa e subito ho pensato che quello dovesse diventare un disco. Minorenne era proprio uno slogan. Dal singolo poi ho traslato il titolo all’intero progetto.

Cosa c’è di tuo dentro questo disco? Cosa hai messo in evidenza?

Essendo giovanissimo, minorenne di nome e di fatto, ho iniziato a scrivere questo disco perchè spesso tante persone avevano dei pregiudizi nei miei confronti. Hanno sempre pensato che, data l’età, non potessi mai arrivare a fare un prodotto di qualità. Ho trasformato questo mio difetto in un punto di forza e ne vado fiero.

Mois G: “Minorenne” di nome e di fatto 2
Mois G

All’interno ci sono diverse collaborazioni. Come scegli l’artista con cui vuoi condividere un pezzo?

All’inizio il disco era pensato senza featuring. Però a volte mi capita che, quando faccio una canzone, scrivo prima strofa e ritornello; poi passo alla seconda strofa ma a volte capita che non ci riesco a superare quest’altro step e mi affido a qualcun altro. Di conseguenza, penso a chi ci potrebbe star bene con quel brano e così viene fuori il prodotto finito.

In te è prevalsa questa forte voglia di riscatto. Che consiglio daresti ai tuoi coetanei? Come bisogna reagire in queste situazioni?

Sicuramente non abbattersi, continuare e credere sempre in sé stessi. È giusto ascoltare gli altri e accettare le critiche a patto che siano costruttive. Se si sfocia negli insulti lasciano il tempo che trovano.

Le tue tristezze sono diventate i tuoi punti di forza. Qual è l’insegnamento più importante che hai ricavato da quei momenti?

Una di queste tristezze era il sentirsi inferiore rispetto agli altri. L’ho superata soprattutto grazie alla musica, dedicandole tutto il mio tempo; ho toccato con mano i risultati ottenuti e ho notato un cambiamento in me come persona, mi vedevo più sicuro e determinato. Senza di lei sarei cresciuto molto meno.

Che rapporto hai con la tua città? Ti fornisce degli spunti per la tua attività?

Ho un rapporto strano, da una parte ci sono affezionato perché ci sono cresciuto, dall’altra in generale in Toscana non ci sono molte opportunità a livello musicale. Questo fattore è stato ed è tuttora un’arma a doppio taglio.

Pensi di trasferirti?

Sì, il mio obiettivo è trasferirmi a Milano.

Durante il tuo percorso c’è stato un episodio o un evento significativo che ti ha segnato in modo particolare?

Il mio primo live, avevo 15 anni e cantai per la prima volta nella mia città davanti a quasi mille persone. Andai oltre le mie aspettative perché superai tutte le mie paure e sul palco mi trasformai completamente.

Mois G: “Minorenne” di nome e di fatto 3
Mois G

Come te lo vivi il palco durane i live?

Mi diverto e penso a quanto sto bene in quel momento. Stare sul palco è una terapia, per un artista è la cosa più bella in assoluto.

Che legame hai creato con il tuo pubblico?

Li amo perché sono sempre contenti di me a prescindere dal contenuto. Sono un elemento fondamentale per la creazione dei miei brani, sono coinvolti e coinvolgenti, a volte mi danno anche delle idee.

Programmi per il futuro?

Ho due date a giugno vicino la mia città, Montecatini Terme. Le prossime sono in aggiornamento.

Hai mai partecipato a qualche concorso?

Sì, un paio. L’anno scorso ho partecipato al Tour Music Fest e sono arrivato in finale nazionale e quest’anno al Fantastico Festival sono arrivato in semifinale.

Il tuo sogno nel cassetto?

Diventare un artista internazionale e andare a vivere in America.

Articolo a cura di Simone Ferri

KuTso si esibiranno a Roma il prossimo 29 giugno, presso il Casilino Sky Park, altra tappa del Tatanka Tour 2024

KuTso: "Tatanka Tour 2024" tappa live il 29 giugno a Roma
KuTso

Tatanka tour, la tournée del bisonte, il prepotente animale poco incline ai compromessi: così gli irriverenti kuTso hanno chiamato questa ennesima serie di concerti che li sta portando in giro per lo stivale.

La storica band capitolina, punto di riferimento della scena indipendente romana, dopo essersi classificata seconda a Sanremo nel 2015 ed essere entrata nella top 20 con il brano Elisa, non si è più fermata, pubblicando 4 album e una miriade di singoli, anche durante la Pandemia.

Il concerto proporrà i brani più conosciuti della band e anche le ultime strambe composizioni “social/virali” con cui stanno mantenendo caldo il proprio pubblico in attesa dell’uscita imminente del prossimo album.

Tatanka Tour 2024 prossime date

29 – 06 Roma – Casilino Sky Park

13 – 07 Sofia – Toplocentrala

15 – 07 Peja – Anibar Festival

20 – 07 Lerici – TEDxLerici

Questa la loro storia, dal 2023 al 2011:

2023

I KuTso tornano live con il Tatanka Tour.  Il 21 aprile vede la luce il terzo singolo estemporaneo “è NO è” prodotto in solitaria dal leader Matteo Gabbianelli a nome della band.

2022

La band conclude la produzione del quarto album in studio, la cui uscita è ancora in fase di definizione. Nel frattempo il cantante Matteo Gabbianelli, anche produttore e leader della band trova il tempo di produrre dei brevi brani virali accompagnati da video live distribuiti esclusivamente sui social della band e su Spotify.

2021

Esce il terzo ed ultimo singolo “Casa dolce Casa” dall’ep “Potete Uscire” (Aloha Dischi /Artist First), con la collaborazione del cantautore punk Chiazzetta. Distribuito esclusivamente attraverso i social e accompagnato da un video in pieno stile “lockdown” girato, diretto e interpretato da Valerio Desirò (Maccio Capatonda e The Pills).

2020

La band pubblica a gennaio 2020 “Strade Interrotte” dal fortunato e prolifico album “Che Effetto Fa”, uscito due anni prima; questa ballata struggente e intensa viene eseguita dal vivo durante il programma di Radio 2 Rai “Prendila Così” condotto da Diletta Parlangeli e Francesco De Carlo.

Il 2020 è anche l’anno di uscita dell’ep “É andata così”.

Dopo pochi giorni dall’inizio dell’epidemia, la band ha composto e prodotto in soli due giorni il singolo “Potete Uscire” e il relativo video, distribuito il 30 marzo da Artist First per Aloha Dischi. Il brano ispirato alle difficoltà causate dalla pandemia, è stato trasmesso più volte da John Vignola all’interno del programma Music Club di Radio 1 Rai e dallo Zoo di 105 su Radio 105.

Il 23 aprile è stato pubblicato il brano “Non Sarà Così Strano” patrocinato dalla Croce Rossa Italiana a cui andranno i proventi dei diritti autorali e per il quale Matteo, ha prestato la propria voce. All’iniziativa, che riunisce più artisti, è stato dedicato un servizio su Studio Aperto e il brano è andato in onda su Radio Rai.

É uscito su Rockit il 12 maggio il video del brano “Santa Madonna” de Le Case Chiuse, all star band indie che oltre a Matteo Gabbianelli, comprende nella propria formazione Dente, Lodo Guenzi, Andy dei Bluevertigo, Alexia, Eugenio Finardi, The Libertines e altri artisti fra i più rappresentativi della scena indipendente e non.

In estate la band ha potuto intraprendere un piccolo tour estivo che li ha portati ad esibirsi al Castello Sforzesco di Milano per lo Slow Club Live organizzato da Barley Arts insieme a Saturnino e altri grandi artisti e successivamente al grande concerto del MEI di Faenza condividendo il palco tra gli altri con Piero Pelù, Colapesce e Di Martino. Nell’autunno dello stesso anno il singolo “Ti chiamo Lunedì” passa in rotazione su Radio Rai 1 e la band viene intervistata all’interno del programma “Un Giorno Da Gambero”.

2018/2019 

Esce “Che Effetto Fa”, l’ultimo full length dei kuTso, promosso con un tour protrattosi per ben due anni fino all’interruzione dovuta al Covid 19. Dopo il singolo “Il Segreto Di Giulio”, presentato a marzo del 2019 in anteprima su Rai Tre all’interno del programma Stracult.

Il 16 giugno I kuTso aprono il concerto di Fabrizio Moro allo Stadio Olimpico di Roma.

2017

Dopo la seconda stagione di Bring The Noise, in estate i kuTso sono tornati nuovamente in tour in tutta la Penisola e si esibiscono dal vivo ancora una volta in piazza Grande a Bologna all’interno del festival La Repubblica Delle Idee, organizzato dal quotidiano La Repubblica e condotto da Gino Castaldo e Ernesto Assante.

2016

Partecipano come resident band alla prima stagione di Bring The Noise in prima serata su Italia 1. Nel gennaio durante una sessione promozionale televisiva, sono diventati protagonisti di un video virale che li riprende durante un’accesa diatriba con il ministro Maurizio Gasparri nel salotto della trasmissione Revolution in onda su TV2000 e proseguita poi a colpi di tweet.

KuTso: "Tatanka Tour 2024" tappa live il 29 giugno a Roma 1
KuTso

2015

I ragazzi si sono classificati secondi tra le Nuove Proposte del Festival di SANREMO 2015 con il brano “Elisa”, entrato in alta rotazione su RTL 102.5 come “New Hit”. “Elisa” è stata anche la più alta nuova entrata nella classifica airplay italiana, piazzandosi al 30° posto a gennaio.

A febbraio esce il loro secondo album “Musica per persone sensibili” (IT.POP/Universal Music) prodotto da Matteo Gabbianelli e da Alex Britti. I singoli estratti dall’album sono “Elisa” (brano vincitore a Sanremo 2015 del premio “RTL 102.5”, del premio Asso Musica e primo classificato nella categoria “Indie Music Like” del MEI 2015) e “Io rosico” e “Spray Nasale”.

Il primo maggio partecipano a due eventi importanti: per la seconda volta a Roma, al grande concerto in piazza San Giovanni e a Bologna in piazza Maggiore al concerto organizzato da Eugenio Finardi. Durante l’estate dello stesso anno la band si esibisce in oltre 60 città tra festival e clubs.

Il tour si protrae per tutto l’autunno e nel frattempo i kuTso sono impegnati nella promozione radiotelevisiva, che si conclude con un bellissimo servizio del Tg2.

2014

Il passato più lontano della band è costellato da grandi eventi: dopo un tour di oltre 120 date,

i kuTso partecipano al Concerto del Primo Maggio a Roma, durante il quale si esibiscono davanti a 500.000 persone, aprono poi i concerti di Caparezza: a Miami (USA) in occasione dell’Hitweek Festival e al Postepay ROCK IN ROMA 2014: due grandi occasioni che trovano l’appoggio di un pubblico particolarmente partecipe e divertito. Altro evento memorabile è la partecipazione all’Hard Rock Live Roma in Piazza del Popolo insieme ai Negramaro e i The Fratellis.

2013

Producono il loro primo album ufficiale “Decadendo (su un materasso sporco)” pubblicano da 22r, Cose Comuni e Metatron, presentato live allo storico club Circolo Degli Artisti di Roma. Il primo singolo estratto, “Lo sanno tutti“, è accompagnato da un video irriverente girato con la crew di comici “The Pills”; il secondo singolo “Alè” resta nella top 10 della classifica Indie Music Like (MEI web) per più di 4 settimane.

2012

La band parte in un tour estenuante, denominato appunto “Perpetuo tour”, che il vede girare per l’intero stivale italico con oltre 100 date in ogni dove ed in apertura ad importanti artisti della scena indie e non, quali Motel Connection, Fabrizio Moro, A Toys Orchestra, Marta sui Tubi e Linea 77.

2011

L’ep Aiutatemi (22r) segna ufficialmente la nascita dei kuTso.

Video intervista al frontman Matteo Gabbianelli a cura di Domenico Carriero

Andrea Dellapiana, Milioni di scintille per l’Artico Festival l’ottava edizione Evento ricco di grandi ospiti per ogni genere e per ogni gusto

Artico Festival Parco della Zizzola_(crediti di Tino Gerbaldo)
Artico Festival Parco della Zizzola_(crediti di Tino Gerbaldo)

Dal 26 al 29 giugno, andrà in scena al Parco della Zizzola di Bra (Cuneo), l’ottava edizione dell’Artico Festival “Milioni di scintille”. Evento ricco di grandi ospiti per ogni genere e per ogni gusto. Da Vasco Brondi a Ditonellapiaga, da Lucio Corsi a Giorgia Fumo, passando per Sandro Cappai, Gaia Morelli, Elso, Napoli segreta e Thru Collected.

Un festival imperdibile, che regalerà emozioni, risate e tanta buona musica. Noi, in attesa di vivere queste suggestioni, abbiamo raggiunto Andrea Dellapiana direttore artistico dell’evento, per farci raccontare qualche aneddoto, qualche curiosità e le sensazioni che si nascondono dietro a questa manifestazione.

Ciao Andrea, manca poco all’inizio di questa ottava edizione. Quali emozioni si provano in questi momenti?

Sono molto più tranquillo rispetto agli inizi (ride ndr.). Otto anni fa è stata la prima edizione e in questi anni mi sono occupato di tutto, con annesso stress e ansia. Ovviamente con il passare delle edizioni, è arrivata la tranquillità delle mie competenze. Quindi, anni fa arrivavo al festival più agitato, ora sono invece abbastanza sereno. Sono orgoglioso di tutto quello che abbiamo fatto e di quello che faremo.

Artico Festival, Andrea Dellapiana: "Milioni di scintille" 3
Andrea Dellapiana

Un festival legato alla provincia è questa la forza dell’Artico Festival?

Artico è più della programmazione nuda e cruda. Siamo orgogliosamente di provincia perché vogliamo distaccarci un po’ dalla tipica forma del festival cittadino. Una forma abusata e forse anche mangia soldi. In noi invece, c’è la volontà di creare un rapporto di fiducia con il pubblico! Mi farebbe piacere che la gente tornasse a casa con un qualcosa di remunerativo per l’anima.

Altra forza della manifestazione, una line up variegata e adatta a tutti per un viaggio tra mille sfaccettature nella musica…

Sicuramente sì! Da un po’ di anni Artico propone due serate musicali per cercare di proporre sfumature diverse. Quest’anno la prima serata vedrà Vasco Brondi e Lucio Corsi, per una serata più contemporanea, ma cantautorale. Invece, la seconda serata vede un’anima più urban con Ditonellapiaga, Napoli Segreta e i Thru Collected. Per ognuno degli artisti in programma, la data ad Artico Festival sarà l’unica in Piemonte quest’estate e quindi sono felice ed orgoglioso di questa line up.

Artico Festival locandina
Artico Festival locandina

Musica e comicità. Infatti, l’Artico Festival partirà con due nomi importanti della stand-up comedy come Giorgia Fumo e Sandro Cappai…

Abbiamo iniziato a fare Stand-up nel 2020 per via del covid e in quel periodo abbiamo dovuto risistemare l’organizzazione del Festival. Abbiamo così scoperto, che il pubblico della stand-up è un pubblico numerosissimo, caldissimo e affamatissimo. Non si limita ai nomi già noti, ma anzi, non si perde una serata. Nomi importanti o emergenti, non importa è un pubblico molto fedele. Ci tenevo così a creare una line up il più possibile omogenea anche tra i generi.

Il claim di questa edizione è “Milioni di scintille”. Un modo per ringraziare chi lavora nel dietro le quinte e anche chi viene a vedere queste serate?

Assolutamente sì! Milioni di scintille perché volevamo rappresentare i diversi tipi di luce che si hanno in un festival. Dalle luci delle stelle, alle scintille come metafora per un nuovo inizio e una nuova speranza. La luce come valore di scoperta, artistica o personale. La scintilla come il simbolo di un futuro luminoso, che noi illuminiamo con il festival e con l’arte.

La condivisione è sicuramente l’obiettivo ampiamente raggiunto, ma qual è il sogno per questa edizione?

La condivisione è una solida realtà per questo festival. Il mio sogno, che provo a realizzare da un paio di anni, ma alla quale non mi arrenderò mai; è di rendere l’Artico un festival dal respiro internazionale. Riuscendo magari a portare anche qualche artista straniero.

Un sogno per la line-up della prossima edizione?

Dico un nome fattibile: i Big Thief. Sono molto conosciuti in America, ma non ancora così irraggiungibili. Quindi spero di realizzare questo mio desiderio. Dormirei sogni tranquilli per almeno un paio d’anni.

In conclusione: questa è l’ottava edizione, tanti sono stati i momenti, le emozioni e i punti di crescita di questa manifestazione in questi anni. C’è un momento particolare che ricordi con maggior affetto di queste edizioni?

Ci sono almeno tre momenti che vorrei ricordare!

Artico Festival (Foto di Aurora Fea)
Artico Festival (Foto di Aurora Fea)

Vai con il primo…

Il primo momento è avvenuto durante la scorsa edizione, abbiamo fatto mille persone e il presidente dell’associazione, mentre suonava Venerus, mi ha fatto vedere una foto di tutte le persone presenti. Lì mi sono commosso, ho capito che stavamo facendo un qualcosa che stava realmente lasciando il segno nel cuore delle persone.

… il secondo…

Un mio amico, mi ha detto che ha iniziato a fare musica dopo aver visto un concerto di Colapesce all’Artico nel 2018. Questo cantautore, che si chiama Leandro, ha trovato la forza e la voglia di fare musica ascoltando un artista che non conosceva. Si è fidato di noi e questa cosa mi emoziona ancora oggi.

… e a concludere?

Forse il momento più personale per me. Era il 2021 e siamo riusciti a organizzare la prima data del tour di Iosonouncane per il suo disco in uscita. Lui era sette anni che non suonava live e la data zero per questo suo tour, l’ha fatto da noi facendo un sold out. Ricordo bene quando è salito sul palco e ha fatto le prime note. Lì mi sono sentito realizzato e felice. Non ho mai dimenticato quell’esibizione.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli

Marco Carta “Voragine” il nuovo singolo “sperimentale” ricco di novità a livello sonoro, ci sono influenze molto attuali e dei ritmi moderni

Il nuovo singolo e Tour di Marco Carta "Voragine"
Il nuovo singolo e Tour di Marco Carta “Voragine” (Foto Enrico Palmosi)

È partito da pochi giorni il Tour “Voragine” che segna il ritorno di Marco Carta con un singolo “sperimentale” ricco di novità. L’artista sardo ha debuttato nella trasmissione di Amici vincendo l’edizione del 2008 e conquistando l’edizione di Sanremo nel 2009. Da quel momento è iniziata una carriera che lo ha visto impegnato nella realizzazione tra il 2008 e 2019 di 6 album in studio, 9 tournée e una partecipazione al programma “Tale e quale show” su Rai 1.  Inoltre ha ottenuto  tanti riconoscimenti,  tra cui vari TRL Awards e Music Awards, due Latin Music Italian Awards, un Premio Barocco, un Premio Roma Videoclip.

Marco Carta ci racconta il suo “ritorno” e il percorso artistico dagli inizi a oggi.

Questo nuovo singolo prende il nome di Voragine. Una canzone che fotografa i tuoi 16 anni di carriera con tutte le emozioni positive e negative. Perché hai scelto un titolo un po’ negativo?

È inusualmente usato in accezione positiva. Ma non è detto che una voragine sia per forza qualcosa di negativo. Sicuramente in natura è così, ma concettualmente parlando si può usare anche in termini positivi. Ho voluto dare la capacità a questa voragine di poter contenere tutto queste cose, tra le quali ci sono anche quelle belle.

Da un punto di vista del suono è un’evoluzione verso l’elettronico. Sei in una fase di sperimentazione?

È sicuramente un singolo più elettronico. Come dici tu è un’evoluzione che realizza novità a livello sonoro, che non avevo fatto precedentemente. Ci sono influenze molto attuali e dei ritmi moderni.

Non è auto-tune ma è un plugin che dà un suono leggermente più metallico alle note nella parte finale della canzone, ma non le corregge. È qualcosa di molto impercettibile.  È un nuovo sound e   volevo vedere come mi poteva stare addosso: anche un modo per mettermi in gioco.

Ci saranno altri singoli e poi arriverai a un album, o solo singoli?

Voglio arrivare a fare un album perché ho sempre fatto così nell’arco degli anni. Non ho ancora ben definito i tempi, ma voglio fare questo regalo ai miei fan.

Marco Carta
Marco Carta (Foto Enrico Palmosi)

Hai iniziato anche un Tour con diverse date nel sud e nelle isole.  Ci saranno delle date anche al Nord?

Il calendario è ancora incompleto. Tra 2 settimane ce ne saranno altre. Ci potranno essere dei live in autunno anche nel contesto lombardo.

Sei stato il primo vincitore di Amici del 2008 che ha sbancato Sanremo nel 2009.  Quali sono stati secondo te, i pro e contro di questo clamoroso successo?

L’ho vissuta consapevole di aver fatto la cosa della mia vita. Un qualcosa di straordinario, che ha avuto dei pro e dei contro. Quando realizzi qualcosa di “pionieristico” ci saranno delle figure che guardando al passato e non saranno d’accordo. C’erano critici di vecchio stampo che mi dicevano, “non puoi vincere Sanremo perché hai fatto un Talent”.

Tanti critici attuali elogiano alcuni artisti, ma all’epoca sono stati esagerati. In rete ci sono i video di “Domenica in” dove emerge questa contraddizione. Tante critiche sono state anche molto offensive.

Il pubblico era pronto, ma la critica e il giornalismo non lo erano.

Si parla del fatto che avevi la potenza di fuoco di “Amici” alle spalle, ma poco di un singolo importante come “la Forza mia “, firmato da un grande musicista come “Paolo Carta”. Che ne pensi?

La forza che avevo alle spalle può essere stata importante sulla vittoria di Sanremo, ma non sulla durata della canzone nel tempo. Se tu oggi intoni “La forza mia”, la gente ricorda il brano, perché magari l’ha ascoltata il giorno prima.

Hai avuto la sfortuna di perdere i genitori da piccolo, hai subito tanti attacchi con la vittoria di Sanremo e i fatti della Rinascente di Milano che si sono rivelati infondati. Come fai a non perdere mai il tuo sorriso?

Non do peso a tutto questo, perché in passato abbiamo visto situazioni analoghe con cattiverie che hanno danneggiato artisti come Mia Martini. Ho imparato a schermarmi in qualche modo. È importante dare il giusto significato alle parole, anche in base al tipo di profili dai quali vengono mosse le critiche.

Voglio vivere tranquillo e sereno. La guerra non mi piace.

Marco Carta "Voragine" il nuovo singolo 3
Marco Carta (Foto Enrico Palmosi)

Nella tua carriera artistica hai fatto il doppiatore nel cartone  Impy Superstar – Missione Luna Park e anche l’imitatore nel programma televisivo Tale Quale e Show. Quando è nato questo tuo talento?

Quando mi hanno chiesto di fare le imitazioni, gli ho detto che non avevo mai fatto qualcosa del genere e non sarei stato in grado di farle bene. Ho dovuto lavorarci per portarle a termine e avere dei buoni risultati.

Hai un timbro vocale particolare e una voce che nel corso degli anni ha mantenuto la potenza di quando eri giovane. Come la curi?

La voce bisogna tenerla allenata ed è il risultato dello stile di vita condotto, come per i muscoli, il viso e la pelle. C’è una componente genetica ma, bisogna darle una mano. Devi avere una vita senza eccessi e la voce è risultato di questo percorso. Io faccio una vita molto sana, mangio bene, faccio sport e cerco di non eccedere nelle cose che fanno male. Un po’ di frittura e un bicchierino di vino fanno bene a tutti.

Ora ho 39 anni e trovo che la mia voce sia più potente rispetto a quando ne avevo 22, perché la curo di più e ho smesso di fumare qualche anno fa.

Sogni un ritorno a Sanremo? Cosa ne pensi di questo cambio della direzione artistica?

Ho battuto il chiodo e ci ho provato. Ora devo trovare una bella canzone per ritornarci.

Credo che sia una cosa positiva questo cambio di direzione artistica. Conosco Carlo Conti – un grandissimo professionista – e sono molto felice per lui, e sicuramente farà un ottimo lavoro per il Festival di Sanremo.

Marco Carta - Voragine - Cover
Marco Carta – Voragine – Cover

Le date di “Voragine Tour”:

 13 GIUGNO – Tito PZ

29 GIUGNO – Forte dei marmi LU

8   LUGLIO – Serino AV

16 LUGLIO – Pimentel SU

5   AGOSTO – Cuglieri OR

7   AGOSTO – Ruoti PZ

10 AGOSTO – Villa S. Maria CH

27 AGOSTO – Foggia

8 SETTEMBRE – Burcei SU

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Articolo a cura di Raffaele Specchia

Dj Skizo, “Portami lontano” è il nuovo brano che vede la collaborazione del rapper napoletano e noto volto televisivo Clementino

Dj Skizo - Portami lontano - Cover
Dj Skizo – Portami lontano – Cover

“Portami lontano” è il nuovo brano di Dj Skizo, nome d’arte di Maurizio Bonizzoni, uscito lo scorso 31 maggio. Il brano vede la collaborazione del rapper napoletano e noto volto televisivo Clementino.

“Portami lontano” è un brano dedicato alla musica in generale come via di salvezza e di risoluzione nella vita, Clementino si destreggia tra rime appuntite e un ritornello estremamente solido e di impatto, la produzione magistrale di DJ Skizo e Chryverde, impreziosita da Guarinoni non lascia dubbio questa traccia possa essere un Istant Classic. Da tenere sempre in una playlist Urban e HipHop.

Nato a Milano, Maurizio Bonizzoni in arte DJ Skizo, inizia la sua avventura come produttore e DJ nel 1984 dando vita al primo collettivo Hip Hop Italiano i Radical Stuff, creando così le basi per la crescita di una generazione a venire.

Negli anni seguenti si conferma come uno dei più grandi produttori musicali e DJ di altissima qualità e perfeziona il suo stile di produzione vivendo a New York, dove lavora con una varietà di produttori.

Negli anni ’90, in Italia, produce e lavora in tour con: Gente Guasta, OTR, Fucking Camels, La Pina, Frankie, Neffa, Gruff, Alien Army, Kaos, Bungalow Zen. Sempre nel 1996 fonda il leggendario gruppo Alien Army e si trasferisce in Australia dove partecipa svariati tour.

Incontra, nel 2001, Mike Patton (USA), con il quale inizia un tour e una collaborazione di un paio d’anni che arricchirà il suo bagaglio di esperienze.

Nel 2006 crea la competizione per DJ “Killa Combat Scratch” e collabora con Flyng-Records, Warner Bros, Relief Records EU, Irma, This play Music, Kappa Records, Schema Records. Con il suo ultimo progetto “Prima del Prima”, vuole unire le generazioni sotto lo stesso tetto, coinvolgendo un’ampia varietà di Mc’s, Produttori, Dj’s e Musicisti per creare un vero e proprio masterpiece.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Subsonica “La bolla tour” che li vedrà impegnati nei prossimi mesi, è una nuova occasione per vivere ancora una volta tutta la loro potenza sul palco

Subsonica: dai palazzetti ai Festival con "La bolla Tour"
Subsonica (credits_ Francesco Dornetto)

La tournée nei palazzetti e gli appuntamenti estivi dei Subsonica danno vita live ai brani del nuovo album “Realtà Aumentata”: il disco è composto da undici canzoni, scritte nell’arco del 2023 – che hanno assorbito molta realtà nei suoni, nei ritmi e nelle parole.

Questi brani zoomano tra pixel e quotidianità e visioni cosmiche, tra energie luminose e penombre, tra presente e futuro, viaggiando sempre su un binario ritmico avvolgente.

Samuel, Max Casacci, Boosta, Ninja e Vicio nel 2024 sono una band che ha visto il mondo cambiare radicalmente più volte, ma che ha mantenuto la percezione di ciò che non cambierà mai.

Per esempio il live «vissuto come momento di fortissima connessione tra di noi e tra noi e il resto delle persone che, seguendoci, scelgono di fare parte di una storia che continua a essere scritta su ogni palco, ad ogni singolo e irripetibile concerto».

“La Bolla Tour” vi vedrà protagonisti nell’estate 2024 in tutta Italia nei principali Festival: come vorreste fosse ricordato questo tour dopo l’ultima tappa? In cosa si differenzierà rispetto ai vostri precedenti live?

Ci piacerebbe riuscire a trasmettere la gioia di quello che facciamo dopo così tanto tempo insieme, incluso l’esserci ritrovati dopo un momento di maggiore attenzione per i singoli progetti individuali.

“Realtà Aumentata” è l’album che ci ha rivisti allineati in modo armonioso come non succedeva da anni – stiamo comunque parlando di dinamiche e fasi comuni a tante band –  e quindi avrà un suo spazio speciale anche sul palco estivo, come già successo nei palazzetti.

Sulla scelta del repertorio storico, che sarà corposo, ci siamo orientati verso brani adatti all’atmosfera estiva, al concerto all’aria aperta, all’energia più adatta ad essere sprigionata e condivisa, sotto le stelle.

Subsonica: dai palazzetti ai Festival con "La bolla Tour" 1
Subsonica (credits_ Francesco Dornetto)

“Realtà aumentata” è il vostro decimo album uscito a inizio anno, a quasi 30 anni di carriera. Un album che racconta il presente come parte di un mondo in divenire, in tutti i suoi limiti e contraddizioni. Come avete negli anni mantenuto la capacità di ascoltare e interpretare il presente per poi riversarlo in musica?

Si dice che Torino sia una città osservatorio e anche laboratorio; forse è un po’ vero e forse un po’ ci appartiene questa sua attitudine. Di sicuro la musica è uno strumento piuttosto rapido di rilevazione del presente e quindi delle dinamiche in divenire. Inoltre, il guardarci intorno senza troppi preconcetti, letture preconfezionate o eccessive distorsioni ideologiche ha sempre fatto parte della dinamica di scrittura delle nostre canzoni.

Dalla pandemia ai cambiamenti climatici, dalle tensioni internazionali alle guerre, dalla migrazione dei popoli alla globalizzazione, dalle distorsioni delle informazioni all’individualismo: sono tutti temi che ci toccano e che sono “aumentati” negli ultimi anni. Può la musica aiutare a fornire risposte collettive alle necessità di cambiamento che individualmente avvertiamo?

La musica è sovente in grado di oscillare con grazia tra la speranza e l’ambizione verso un mondo migliore, e la disillusione del presente con le sue quotidiane sconfitte dalla quale è impossibile trascendere.

L’essere umano è animale sociale e la musica esalta questa predisposizione, anche in un’epoca di disgregazione sociale, di isolamento tecnologico e di sostanziale individualismo.

Subsonica: dai palazzetti ai Festival con "La bolla Tour" 2
Subsonica (credits_ Francesco Dornetto)

Tra i brani dell’album anche “Adagio”, parte della colonna sonora originale dell’omonimo film di Stefano Sollima, la cui musica è stata insignita del Premio Speciale Soundtrack Stars Award alla ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Siete stati insigniti anche del David di Donatello come Miglior Compositore. Cosa ha significato per i Subsonica questo riconoscimento?

Ricevere un David di Donatello ed essere premiati alla Mostra del Cinema di Venezia è stato incredibile, soprattutto perché eravamo alla prima esperienza con una colonna sonora come band, anche se come Boosta o Max Casacci, ma anche lo stesso Samuel, avevamo già lavorato per il cinema.

Siamo grati di essere stati scelti da Stefano Sollima, che è sempre stato abituato a relazionarsi con musicisti e band internazionali. Il suo è stato un invito a osare fino a smaterializzare la fisionomia dei nostri singoli strumenti all’interno del tessuto narrativo della pellicola.

Questa esperienza e il lavoro condiviso con lui – che è stato una guida preziosa e attenta ad ogni minimo dettaglio – ci ha arricchito più di quanto potessimo immaginare.

Sono quasi 30 gli anni di carriera ma è evidente in “Realtà aumentata” una rinnovata ispirazione compositiva, di testi e di musica: quale è stato il processo di rigenerazione?

Nemmeno a farlo apposta, è partito tutto dalla realizzazione della colonna sonora di “Adagio”.

Abbiamo lasciato da parte tutti i nostri dubbi per metterci in gioco e questa nuova esperienza ha giovato davvero molto alla band: abbiamo infatti riscoperto il piacere di suonare e di sperimentare assieme, senza essere schiavi della costruzione della hit perfetta, di ritornelli e strofe che meccanicamente funzionano.

Il frutto di tutto questo lavoro, il piacere di tornare a giocare con suoni e strumenti, si è poi tramutato nella costruzione di un nuovo album.

Subsonica: dai palazzetti ai Festival con "La bolla Tour" 3
Subsonica (credits_ Francesco Dornetto)

I vostri testi e martellamenti sonori raggiungono zone dell’io che l’ascoltatore non sa di avere, attivando leve emotive che non sempre emergono. È questa una delle finalità indirette della produzione dei Subsonica?

Qualcuno una volta ha scritto, “il suono nutre il pensiero”. Non si può certo partire con una finalità così ambiziosa, ma continuare a lavorare e lavorare, fino a quando un brano un beat, un bpm, un incastro ritmico non sono in grado di smuovere prima di tutto qualcosa in te, è parte del percorso che descrivi.

Essere esigenti con il proprio lavoro, senza arrivare all’accanimento perfezionista, e non giudicarlo sufficiente fino a quando emotivamente non risulta capace di emozionarti, è un passo necessario per realizzare musica in grado di lasciare qualche segno.

Articolo a cura di Domenico Carriero 

 

CALENDARIO “LA BOLLA TOUR”

27 giugno 2024 – Legnano (MI) @ Rugby Sound Festival

28 giugno 2024 – Collegno (TO) @ Flowers Festival

11 luglio 2024 – Roma @ Cavea – Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone

12 luglio 2024 – Napoli @ Noisy Naples – Arena Flegrea

18 luglio 2024 – Genova @ Arena del Mare – Porto Antico

19 luglio 2024 – Cento (FE) @ Piazzale della Rocca

20 luglio 2024 – Cattolica @ Arena della Regina

2 agosto 2024 – Trento @ Trentino Arena

3 agosto 2024 – Lignano (UD) @ Arena Alpe Adria

10 agosto 2024 – Locorotondo (BA) @ Locus Festival Masseria Ferragnano

21 agosto 2024 – Brescia @ Radio Onda d’Urto Festival

I biglietti sono disponibili su www.livenation.it

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang”, un’esplosione di esperienza umana che pone tanti interrogativi e poche risposte

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang”
Big Bang il nuovo singolo di Enula

Enula Bareggi, in arte Enula, è una giovanissima ed eclettica artista milanese che ha già tanta strada alle spalle. Vive l’arte a 360° in tutte le sue forme, possiede un talento eccezionale fin da bambina e ha sviluppato un timbro vocale molto raffinato. Il suo nuovo singolo, “Big Bang” coglie l’essenza della vita: se non si vive nel presente, tutto si trasforma immediatamente in un ricordo. Diventa quindi cruciale stare sempre sul pezzo.

Apro questa intervista partendo proprio con il tuo “Big Bang”. Come nasce questa canzone e cosa c’è dentro questa esplosione sonora?

È stato un processo inevitabile per me, fin da bambina ero molto curiosa e mi facevo sempre tante domande su chi fossi e dove sarei andata. Teorizzavo molto sul concetto di vita e morte ed è diventato realtà nel mio nuovo singolo, “Big Bang”. È importante il viaggio che si fa per rispondersi ma non tanto la risposta. D’altronde avere già la risposta equivale a guardare un film ma sapere già il finale. Amo questo mistero che è la vita e ne sono innamorata.

Cosa vuoi comunicare al prossimo con questo brano?

Quando un artista scrive un pezzo e rilascia al mondo la sua arte, il messaggio è di libera interpretazione. Non mi chiedo mai cosa voglio che gli altri percepiscano. Creo la mia emotività e poi la lascio andare nel mondo.

Credo che una delle frasi slogan del brano sia: “Tutti vogliono il paradiso ma nessuno vuole morire”… cosa vuoi esprimere con questo concetto? Cosa c’è nel mezzo?

C’è una grande verità. Tutti vogliono un posto bellissimo ma nessuno vuole lasciare questa vita. Se oggi mi proponessero il paradiso in cambio della mia vita io direi sempre di no perché non sono pronta a lasciare questo posto. Nessuno sceglie di andarci. E nonostante tutte le difficoltà che ci sono oggi, credo che il paradiso sia prima qui che là.

Credo che questa frase possa essere interpretata anche come una metafora. Il paradiso è la confort zone in cui tutti vogliono accedere ma nessuno vuole passare per la strada più tortuosa. Che ne pensi?

Assolutamente sì, è veramente così. Tutti vogliono la bella vita ma allo stesso tempo nessuno vuole arrivarci faticando o sudando un po’. Finché non passiamo per le nostre ombre non possiamo passare per la nostra luce. C’è sempre prima il buio che il sole.

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang” 1
Enula

Che consiglio ti senti di dare alla gioventù di oggi?

L’unico consiglio che darei a chiunque in modo molto umile è proprio la ricerca di sé stessi. Se noi non sappiamo chi siamo non potremo mai raggiungere il prossimo. Bisogna sempre avere la consapevolezza di sé perché alcune volte il mondo non funziona proprio perché le persone non si conoscono.

Il tuo nome, Enula, mi ha incuriosito, è la prima volta che lo sento. Che significato ha?

È un fiore selvatico, l’ha scelto mia madre durante il periodo di gravidanza. Mia nonna studiava i fiori e lei li raccoglieva. È un fiore che nasce a settembre e io per puro caso sono stata concepita proprio in quel mese lì.

La passione per la musica è qualcosa di genetico a casa tua?

Ho una famiglia di artisti, mia madre dipinge così come entrambe le mie nonne; quella paterna suonava il piano, era una cantante. Ho ereditato sicuramente una parte di questo DNA. Io ho scelto la musica in modo naturale e conscia, perché mi sembrava quella più vicina e immediata rispetto alle altre forme come l’arte e la scrittura in cui comunque mi esprimo. In questo caso posso far valere la mia voce e il mio corpo.

Per te la musica è terapeutica?

Assolutamente sì, è proprio la mia terapia. Quando sono triste o felice devo scrivere e creare, aiuta ad espandere le mie emozioni. Preferisco fare questo anziché andare dallo psicologo. La scrittura aiuta a conoscermi e in questo modo scelgo chi essere nella mia vita. Devo sapere da dove derivano i miei comportamenti, visto che oggi siamo tutti molto influenzati e influenzabili.

Quando hai scritto la tua prima canzone?

Sì in età adolescenziale, in realtà non le avevo dato neanche un titolo però parlava dei sogni, in senso sia onirico che filosofico, cioè i sogni dei bambini. Io volevo fare musica e parlavo di ciò che sognavo di notte e di quello che poi volevo fare nella realtà. Era un invito a crederci sempre.

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang” 2
Enula

Il tuo sogno musicale più grande l’hai già realizzato?

Ancora no e quando lo farò probabilmente non me ne renderò conto. La natura intrinseca degli esseri umani è anche quella di volere qualcosa, realizzarla e volerne subito un’altra. È come se non ti basta mai quello che hai. A dir la verità spero non arrivi mai il momento in cui potrò dire di aver realizzato tutto quello che avevo in testa perché poi non saprei più cosa fare.

Come trascorri di solito le tue giornate?

Non ho una routine ben precisa ma l’arte fa sempre parte di me. Adesso sto scrivendo anche un libro che occupa molto del mio tempo durante le giornate. Faccio girotondo con tutte le forme d’arte che pratico.

Che libro stai scrivendo?

Un romanzo che è ispirato a me ma non alla mia vita; è una storia di fantasia ma ogni personaggio ha una parte di me ed infatti lo sto scrivendo in terza persona. In qualche modo dovevo sbarazzarmi di tutte le personalità per non impazzire.

Quando uscirà più o meno?

Di preciso ancora non lo so perché per scrivere un libro ci vuole tempo, però sono già a metà dell’opera.

Tra le tante opportunità che hai avuto, sei stata anche scelta come protagonista per la colonna sonora di un film. Com’è andata questa esperienza?

È stato veramente magico e inaspettato, ho trascorso due mesi intensi; anche il cinema è una mia grande passione che però non ho sviluppato appieno. Mi sono trovata a mio agio con tutto il cast e con il regista, ho capito benissimo le sue direttive. È stato molto bello recitare, a ripensarci mi viene nostalgia.

Con il tuo pubblico che tipo di rapporto hai cucito in questi anni?

Abbiamo un rapporto molto vivo. I ragazzi e le ragazze che mi seguono quando li incontro dal vivo sono come fratelli per me, gli voglio veramente tanto bene e li ringrazio per starmi sempre vicini. Non c’è per niente lontananza, è come se loro avessero sempre qualcosa da insegnarmi.

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang”

Questa vicinanza è data anche dai social? Ho visto che sei molto seguita, magari questo fattore ha contribuito a creare questo legame…

In realtà per me i social sono un po’ difficili da gestire perché, essendo una persona molto empatica, non mi permettono di capire chi ho davanti. Preferisco molto di più il contatto diretto e visivo.

Che emozioni provi quando sei sul palco?

È come se mi innamorassi per la prima volta, il palco è sempre il mio primo amore. L’ultima volta è sempre più forte della precedente e lì capisci che stai provando amore vero.

Descrivimi la tua musica con tre parole…

Nuvole, sfumatura e dualismo.

Hai una tua canzone manifesto?

Ti direi “(Con)Torta”, è stata la prima e parla di me nonostante sia già passato qualche anno e mi sono evoluta. Parlo dei miei contrasti che si ripetono sempre dentro di me.

E invece una strofa o un verso che hai scritto che più ti rispecchia?

Credo proprio l’inizio di “(Con)Torta”, ossia: “Io non voglio scapole, voglio ali.”

 Adesso su cosa stai lavorando?

In questo momento mi sto dedicando alle prove per i live estivi e sto lavorando in studio sui nuovi pezzi.

Articolo a cura di Simone Ferri

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