Caroline Pagani, in ricordo di mio fratello Herbert, a teatro con “Per amore dell’amore” progetto multimediale, in tutte le sue forme, per ricordare un grande artista

Caroline Pagani - Palcoscenico - Cover
Caroline Pagani – Palcoscenico – Cover

Un genio ricordato da una grandissima artista. Quello di Caroline Pagani a suo fratello Herbert è un qualcosa di sentito, vero e intimo. Un omaggio in vera regola. Dal 14 al 19 maggio l’attrice e cantante sarà in scena al Teatro Franco Parenti di Milano con “Per amore dell’amore”. Un progetto multimediale, in tutte le sue forme, per ricordare un grande artista, dove oltre a Caroline, in questo spettacolo, troviamo la regia di Giuseppe Marini e Giuseppe Di Benedetto al pianoforte. Lo spettacolo-concerto, racconta la figura poliedrica di Herbert il cantapittore, che cantava con la penna e disegnava con la voce e che faceva danzare insieme musica, prosa, poesia, canzone, radio, scenografia, scultura, pittura e teatro.

Inoltre, il 14 maggio, sarà anche l’occasione per l’uscita di “Palcoscenico”, cover di Herbert reinterpretata dalla stessa Caroline. Il brano anticiperà anche l’album di prossima uscita dell’artista.

Com’è portare in scena uno spettacolo così intimo e personale?

L’emozione c’è ed è tanta. Per me è una grande responsabilità portare in scena uno spettacolo come questo. Al momento provo un misto di paura e preoccupazione, anche perché dovrò gestire la mia emotività durante lo spettacolo. Inoltre, mi occupo anche dell’allestimento, quindi ho diverse cose a cui fare attenzione. Insomma, non mi farò mancare niente per questo spettacolo.

Caroline Pagani, in ricordo di mio fratello Herbert
Caroline Pagani, in ricordo di mio fratello Herbert

In una sua precedente intervista, ha dichiarato che questo progetto è nato perché durante il lockdown sentire le canzoni di suo fratello la faceva stare bene. Questo è anche un modo per ricordarlo e farlo conoscere sotto un profilo diverso?

Desideravo da tanto realizzare uno spettacolo che testimoniasse tutta la sua attività artistica. Sicuramente il lockdown ha rallentato i tempi, ma ne ho approfittato per scrivere il testo di questo spettacolo. Avevo e ho tuttora le idee chiare e spero infatti di essere riuscita a rappresentare tutto il suo mondo. Ovviamente cercherò di mostrare un ritratto e anche un percorso alternativo, non solo quello che si sa, ma anche il dietro le quinte. Il suo approccio come autore di testi (Gaber, Dalida, Ferradini ndr.), il suo contributo in radio come Speaker a Radio Montecarlo, la sua carriera come artista visivo nelle sculture e il suo essere un pacifista convinto ed ecologista. È stato un artista a 360° e spero di far emergere tutto questo nello spettacolo.

Herbert Pagani è stato un personaggio che per temi trattati e pensieri espressi, era avanti. Infatti, oggi, molti suoi brani e molti dei suoi concetti sono attualissimi…

Certamente! Herbert nella sua carriera artistica ha trattato temi molto attuali. L’uso indiscriminato della tecnologia, il potere politico, l’ambiente, l’inquinamento ecc. Tutti questi temi, lui lì aveva già cantati e scritti molti anni prima. Scritti in italiano e anche nella sua produzione francese. Un esempio in tal senso è “Megalopolis”. In questo spettacolo andrò quindi a toccare, in modo molto variegato, tutti i percorsi di Herbert. Posso quindi dire che sarà uno spettacolo divertente, ma anche emozionante.

Caroline Pagani locandina Teatro Franco Parenti
Caroline Pagani locandina Teatro Franco Parenti

In concomitanza con l’uscita di questo spettacolo uscirà anche la sua versione di “Palcoscenico”, che anticiperà anche il suo album. Come mai la scelta di questo brano?

È una canzone molto teatrale ed è una di quelle che rientra nella categoria del teatro canzone che porterò in questo spettacolo. “Palcoscenico” è un brano che parla di alcuni aspetti del mondo dello show business che sono sempre attuali e che non cambieranno mai. Aspetti trattati in modo divertente, ironico e brillante. È un brano che riguarda il mondo degli artisti e da attrice mi piace molto come brano.

Questo spettacolo nasce dalla volontà anche di ricordare e di far scoprire Herbert Pagani anche alle nuove generazioni?

Lo spero, ma posso anche dire che ci sono tanti giovani che negli anni hanno approfondito il personaggio di Herbert e che hanno riscoperto le sue canzoni. Diversi artisti hanno reinterpretato i suoi brani, ad esempio Colapesce e Dimartino hanno cantato “Da niente a niente”, altri artisti hanno reinterpretato “Cin Cin con gli occhiali” o “Albergo ad ore”. Insomma, le nuove generazioni sono molto attente ad Herbert.

Caroline in ricordo di mio fratello Herbert
Caroline Pagani

“Per amore dell’amore”, è il titolo di questo spettacolo. Questa scelta nasce dal suo amore per suo fratello e perché è stato lui a farla innamorare del palco e del mondo artistico?

Sicuramente questa è una motivazione; ma la realtà, è che mi colpì una frase che disse sui rifiuti e su tutti quei prodotti di riciclo che spesso utilizzava per le sue opere visive. Lui diceva: «che questi scarti, non avevano alcun valore; e che noi esseri umani buttiamo via le cose perché pensiamo che non ci rendano nulla in cambio e non avendo prezzo, non hanno valore. In realtà, essi, sono Inestimabili, perché vengono amati in maniera incondizionata, senza aspettarsi nulla in cambio, solo per amore dell’amore». Quindi, sì può essere amati e salvati solo per amore, senza doversi aspettare nulla in cambio.

In conclusione: questo spettacolo andrà in scena dal 14 al 19 maggio al teatro Parenti di Milano, ma c’è la possibilità di organizzare anche altre date in giro per l’Italia o per l’Europa?

Ci sarà sicuramente una versione francese dello spettacolo, con certamente qualche canzone diversa, ma con lo spirito di omaggiare Herbert sempre uguale. Spero poi di riuscire a distribuire questo spettacolo in Italia e spero di farlo arrivare a tutti. Questo, è il frutto di un lungo lavoro e desidero che piaccia come piace a me.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Gisella Cozzo: 30 candeline e un tour per “JOY (I feel good, I feel fine)” celebre brano del famoso spot della “Coppa del Nonno” che accompagnava l’inizio di tante estati italiane

Gisella Cozzo: 30 anni di “JOY (I feel good, I feel fine)" 
Gisella Cozzo

E’ uscito da poco su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica “JOY, (I feel good,I feel Fine)” l’attesissimo singolo, remake di Gisella Cozzo, cantautrice e producer italo-australiana, ideato e prodotto con il noto Dj Maxwell per festeggiare il trentesimo anniversario della prima apparizione TV di JOY, celebre brano del famoso spot della “Coppa del Nonno” che accompagnava l’inizio di tante estati italiane.

Il remake di JOY (I feel good, I feel fine) è un remix, in puro stile Anni 90 caratterizzato da tratti radiofonici che ripercorrono le sonorità in voga, in quel periodo. Melodie ed arrangiamenti che ancora oggi riscuotono grande apprezzamento, anche tra il pubblico più giovane.

Gisella Cozzo nasce da genitori italiani, in Australia, nella città di Melbourne. Studia canto e recitazione dall’età di nove anni e si diploma alla St. Aloysius College, in Arte Drammatica. A 16 anni Gisella vince il talent show più importante in Australia “Young Talent Time” con “The Greatest love of all” di Whitney Houston.

Esordisce aprendo i grandi concerti di Eros Ramazzotti, Marcella Bella, Pupo, Ricchi e Poveri e tanti altri artisti in tour in Australia.

Ha poi pubblicato i suoi primi dischi in inglese pop/dance con brani prodotti dai Fratelli La Bionda e Silvio Amato.

Gisella Cozzo - JOY (I feel good, I feel fine) - Cover 30° anniversario
Gisella Cozzo – JOY (I feel good, I feel fine) – Cover 30° anniversario

Gisella è nota soprattutto per gli innumerevoli spot interpretati, ma molto spesso, anche da lei ideati. Tanti e così popolari da farla diventare la “Regina degli Spot.”

Tra le pubblicità più celebri ricordiamo: Ciobar, Chanteclair, Rio Casa Mia, Poste Italiane, Coca Cola, Levi’s (Dockers), Saratoga e tante altre ancora.

Gisella Cozzo: 30 anni di “JOY (I feel good, I feel fine)"  2
Gisella Cozzo

Il remake di Joy sarà accompagnato da un tour “JOY – 30th Anniversary Tour”.

Queste le prime date del calendario in continuo aggiornamento:

Falcomics: 24-26 maggio Falconara Marittima (AN)

Molfest: 29-30 giugno – Molfetta (BA)

San Marino Comics: 23-25 agosto -San Marino

Chiavariincosplay: 27-29 settembre -(Chiavari-GE)

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Kama, “Come falene” feat. Lele Battista il nuovo singolo del poliedrico cantautore lombardo, il brano descrive il rapporto tra libertà e omologazione, tra individualismo e collettività

Kama, “Come falene” il nuovo singolo feat. Lele Battista
Kama

Dal 1° marzo è disponibile su tutte le piattaforme “Come Falene” (Moquette Records), il nuovo singolo di Kama, .

La canzone, che vede la partecipazione straordinaria di Lele Battista, segue la pubblicazione del disco “Dalla Certezza Alla Puodarsità”, già disponibili in CD, un progetto concettuale che tra anagrammi e immagini con inside jokes (curate dalla fotografa/artista Cristina Mariani) vuole suggerire una visione alternativa alle poche, sintetiche certezze delle quali ci nutriamo tutti i giorni.

Siamo sempre più uguali

Come i negozi di calze e mutande ai centri commerciali

Fare a gara a sembrare animali normali

Kama commenta così il lavoro: «E se ci divertissimo a trovare finali diversi al “Si sta come…” di Ungaretti? Con il testo di “Come Falene” ho voluto descrivere poeticamente la condizione umana e il rapporto tra libertà e omologazione, tra individualismo e collettività».

 “Come Falene” è stata scritta da Alessandro Camattini e Lele Battista, musica di Alessandro Camattini. Kama: voce, synth, programmazioni, percussioni, chitarra classica; Lele Battista: voce; Tiziano del Cotto: contrabbasso, violoncello. Foto di copertina: Lakeroom Grafica di copertina: il Billificio.

Biografia

Nel 2005, esce “Ho detto a tua mamma che fumi” con Eclectic Circus / V2.  Il primo singolo “Ostello Comunale” Ottiene un discreto successo e permette a Kama di partecipare al MiAmi, di aprire il tour dei Marta Sui Tubi e di imbastire un tour di un centinaio di date in tutta Italia.

Il video girato da Fabio Luongo con Saverio Costanzo alla fotografia entra in alta rotazione su Mtv e All Music.

Seguono partecipazioni a diversi programmi TV. Escono successivamente altri due singoli “Icaro” e “Sapore Sapido”. Realizza con Bugo anche la registrazione di un brano per Mucchio Selvaggio, tributo a De Gregori.

Successivamente Kama, sotto la guida dell’allora manager Stefano Clessi, firma un contratto con Sony BMG con obiettivo Sanremo, per partecipare con il brano “Dimmelo” che venne escluso proprio alla fine delle audizioni.

A seguire il singolo “Stupide Creature”, prodotto da Luca Mattioni. Dopo un periodo di pausa, Kama torna nel 2016 con un disco autoprodotto intitolato “Un Signore Anch’io”, presentato al Serraglio di Milano.

Kama - Come falene - cover
Kama – Come falene – cover

Con il primo singolo “Sentirsi come Robert De Niro” inizia il sodalizio con il regista Andrea Sartori, che da allora segue tutte le produzioni video di Kama.

Altri singoli estratti dal disco sono “Acqua” e “Città paradiso”. Dopo un periodo necessario a ritrovare la propria direzione artistica, Kama torna nel 2023 con il disco “Dalla certezza alla puodarsità”, anticipato il 16 novembre dal primo singolo omonimo e il 15 dicembre da “Banane”.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

LaNobileA, in “Zagara miele e sale” tutti i colori e sapori della Sicilia, l’amore immenso verso le proprie radici, la propria casa, la propria terra

LaNobileA il nuovo singolo “Zagara miele e sale”
LaNobileA

Si intitola “Zagara miele e sale” (Dmb Production/Sony Music Italia) il nuovo singolo della cantautrice siciliana LaNobileA (Angela Nobile) che vede la collaborazione con il soprano lirico Barbara Catera e la produzione di Rory di Benedetto.

Come racconta la cantautrice: «Questo brano rappresenta per me l’urgenza di manifestare un amore immenso verso la mia casa, le mie radici, la mia vita, la mia storia, la mia terra, le mie origini. Una canzone che se ne frega di quello che fa tendenza; una canzone libera di esprimere tutta la passione che si può anche rischiando di essere fuori luogo; una canzone che è la mia più grande verità mai espressa; una terra la Sicilia che non ti lascia scampo».

Il singolo “Zagara miele e sale” ha vinto il primo posto del concorso internazionale promosso dalla Rai Vertical Music con il relativo video realizzato dai ragazzi di Just Maria, che vuole portarci tra rabbia, pathos, leggerezza e semplicità, alla vita di alcuni ragazzi che ritornano forse per un periodo di vacanza o per sempre e che, legati ad un passato di gioie semplici, sentono il peso e l’importanza delle cose vere della vita.

Angela Nobile, cantautrice siciliana classe 86, inizia per gioco a cantare all’età di 24 anni con la vocal coach Barbara Catera, oggi anche collega ed amica.

LaNobileA - Zagara miele e sale - Cover
LaNobileA – Zagara miele e sale – Cover

Dopo aver iniziato a lavorare sul campo con la sua band, proponendo musica jazz, swing e pop,  ha avuto molte esperienze artistiche importanti: The voice of Italy 2014 su Rai 2, Domenica in 2015 su Rai 1, Festival del cinema italiano RAI 1 nel  2019 e nel 2021,

Diverse le partecipazioni inoltre su Canale 5 nello show di Maria De Filippi “Tu si que vales” nel 2018 e su Rete 4 ospite della brillante Jo Squillo nel 2017.

Ha aperto i concerti di JAX e Fedez nel 2015 e nel 2017 e le date di Mario Biondi nel 2022.

LaNobileA il nuovo singolo “Zagara miele e sale” 1
LaNobileA

Ha pubblicato due album tra il 2020 ed oggi, firmati dalla stessa, dal soprano Lirico Barbara Catera, dal grande autore Lorenzo Vizzini (autore di Mr Rain, Emma, Renato zero, Ornella Vanoni, ecc), dal Talentuoso autore e produttore Rory di Benedetto (autore per Mengoni, Tecla Insolia, ecc), da Mario Incudine cantautore siciliano e dal Big Mario Biondi.

Attualmente impegnata con il nome d’arte LaNobileA nella promozione del suo ultimo singolo.
Nel febbraio 2024 appena trascorso, presso casa Sanremo, vince il primo posto al Vertical music fest promosso dalla Rai con l’inedito “zagara miele e sale” in feat con il soprano lirico Barbara Catera “e il terzo posto con “Fidati di te”, brano che affronta il tema dei disturbi alimentari.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

AdriaCo: l’amore per salvarsi dall’ “Assedio”, il nuovo brano riflette sulle dinamiche che appesantiscono gli anni di passaggio alla vita adulta, l’amore unica strada che dà un senso al tempo finito che abbiamo

AdriaCo: l’amore per salvarsi dall’ “Assedio”
Assedio – Cover – AdriaCo

AdriaCo, cantautore romano, cresce con la musica insieme ai suoi genitori e molto presto trasforma questa passione nella sua professione. La musica per lui è sempre stata uno sfogo e un passatempo, ma anche una fonte di ispirazione. AdriaCo è la naturale evoluzione di ACo e ne conserva l’idea di fondo, che non possa esistere Adriano senza il Co, fatto di persone che credono nel progetto e lo portano avanti insieme.

Inizio subito col chiederti, come hai scelto il tuo nome d’arte AdriaCo?

Questa scelta ha una lunga storia, nasce dal vecchio nome del progetto, ossia ACo, fuso con il mio nome di persona. ACo viene dall’età adolescenziale, perché a 12 anni andai ad un campo estivo con un mio gruppo di amici, senza genitori, e ci siamo attribuiti a vicenda dei nomignoli, e da lì è nato tutto. Da quel momento in poi iniziai a scrivere le mie prime canzoni, cercavo un nickname che potesse rappresentarmi.

La passione per la musica te la porti dietro da sempre?

Assolutamente sì, la mia è una famiglia molto musicale anche se sono il primo ad averla coltivata come professione. Quando ero bambino si cantava tanto soprattutto in macchina ed erano tutti intonatissimi. C’era una predisposizione e allo stesso tempo anche un’esposizione alla musica. Loro non mi hanno mai scoraggiato ma devo dire che tutte le scelte in merito a questo lavoro le ho prese tutte in modo autonomo e libero.

Qual è lo strumento che senti più tuo?

Sicuramente il pianoforte è lo strumento su cui scrivo e mi fa ritrovare con me stesso; poi nel tempo la voce è diventata più importante.

In questo percorso hai preso anche lezioni di canto?

All’inizio con la mia famiglia vedevamo tutto questo come un gioco quindi non prendevo lezioni di nessun genere, era come un passatempo. A 19 anni mi sono accorto che la mia voce non era abbastanza educata e quindi mi sono rivolto ad un insegnante di canto, e da lì è iniziato un percorso che mi ha fatto appassionare sempre di più alla tecnica vocale.

C’è un artista a cui ti ispiri maggiormente?

Tra gli italiani, una mia musa è sicuramente Elisa. Anche Daniele Silvestri è sempre stato un punto di riferimento, mi ispira dal punto di vista testuale perché ha un’ottima capacità di concatenare le parole. A livello internazionale, ti dico Peter Gabriel per il suo mondo dei suoni e di ricerca. Sono tutti artisti con i quali sono cresciuto e infatti si sente la mia impronta anni ‘90.

Ora sposto il focus sul tuo ultimo singolo “Assedio”. Ci racconti com’è nato questo brano?

È un brano recente dal punto di vista del testo rispetto a molti altri presenti nell’album che, come dice il titolo, sono “Collezioni di arretrati” di canzoni mai uscite ma rimaste parcheggiate. “Assedio” è un po’ la chiave di volta dell’album perché in qualche modo al conflitto presente nel disco risponde nell’ottica dell’amore rivolto alle persone più care che abbiamo intorno. Avevo in mente quest’idea di una vita sotto assedio.

AdriaCo: “Assedio” il nuovo brano
AdriaCo

Cosa vuoi comunicare di preciso a chi l’ascolta?

Di non aver paura di essere sé stessi, di lasciare che tutti possano vederci per quello che siamo.

Quale sonorità hai scelto di utilizzare?

Questo brano mette insieme la natura più rock della mia scrittura con la ricerca di suono che passa attraverso samples elettronici. Abbiamo inserito anche contaminazioni un po’ tribali per richiamare l’idea della guerra, quindi dell’assedio.

Tra questo singolo e quelli precedenti c’è un filo che li tiene uniti?

In origine l’idea era proprio quella di pubblicare tutte le canzoni dell’album come se fosse una sorta di storia. C’è un senso filologico da seguire, “Cicatrici” è un ottimo punto di partenza perché mette al centro il conflitto ma è ancora poco definito e non risolto. Già in “Amati” si capisce che tutto è rivolto verso me stesso e l’immagine che ho di me. “Assedio” è una presa di posizione chiara ed evidente. Tutto quello che pubblicherò da adesso in poi sono tutte tracce positive, segnano una rinascita interiore.

Quando uscirà questo album?

In teoria dopo un anno di “Cicatrici”, quindi stiamo parlando del prossimo autunno.

Ci spieghi in “Amati” la scelta di mischiare l’inglese con l’italiano nel testo?

In realtà io ho sempre scritto più in inglese che in italiano, mi veniva più facile e l’ho sempre studiato da autodidatta attraverso la musica. “Cicatrici” è nata così e poi l’ho tradotta in italiano ed è stato un momento di svolta per me. L’inglese è stato un rifugio perché nei primi tempi avevo un po’ paura di mettermi a nudo e di far capire agli altri di cosa stessi parlando, mi aiutava a filtrare dolori e disagi che potevo inserire nei testi. Avevo creato una strana situazione per cui le canzoni tristi le scrivevo in inglese e quelle felici in italiano. Ora mi sono sbloccato ed infatti ho voluto che questo album venisse fuori tutto in italiano. Volevo un disco che potesse parlare al pubblico a cui ho più accesso in questo momento.

Come trovi l’ispirazione per mettere nero su bianco?

Sono molto istintivo e anche un po’ caotico. Tendenzialmente parto sempre dalle emozioni, mi sembra di fotografare un istante emotivo. Ho idee musicali che ripesco dal cassetto e le plasmo sul testo.

Come hai vissuto il passaggio dall’età giovanile alla vita adulta?

C’è sempre un impatto un po’ traumatico nel realizzare che il mondo spesso ci mette difronte a dei limiti. Questa è una pillola da mandar giù. Il tempo è il limite più grande per me, non c’è tempo per fare tutto, bisogna darsi delle priorità. “Assedio” risponde con l’amore a questo problema. Quello che mi rimette al mondo e al centro della mia vita sono sempre i rapporti umani, l’amore in tutte le sue sfaccettature.

AdriaCo: l’amore per salvarsi dall’ “Assedio” 2
AdriaCo

Tu che sei di Roma, che ne pensi della scena musicale romana attuale?

È una scena molto ricca e complessa. Ma, secondo me, è più giusto parlare di scene al plurale, Roma è piena di microclimi e microhabitat. È una realtà in cui c’è tanta carne al fuoco ma non c’è spazio per tutto e tutti. Si insegue ciò che è più vendibile ma questo non è un problema solo della capitale. È uno sbaglio commesso in primis da noi musicisti che abbiamo paura di non bucare, tendiamo quindi ad omologarci. Alcune varietà però riescono a salvarsi, ci sono progetti di nicchia interessanti da ascoltare nei concerti. C’è musica di tutte le età che parla ad una fascia più ampia di persone.

Come occupi la tua quotidianità oltre alla musica?

Bella questa domanda e ti ringrazio per avermela fatta! Ci sono stati tanti anni in cui avevo messo solo la musica al centro della mia vita e non sapevo più cos’altro mi piacesse fare. La pandemia mi ha aiutato a rallentare e a ritrovare un po’ me stesso; sono andato a caccia dei miei hobby, e ho riscoperto la passione per i giochi da tavolo che presuppongono sempre una compagnia intorno e quindi non ti fanno mai sentire solo. Mi piace passeggiare nei parchi e nel mentre ascolto sempre valanghe di musica.

C’è una canzone che avresti voluto scrivere?

È una canzone di Sara Bareilles, artista canadese bravissima, dal titolo “Islands”. Mi piacciono moltissimo sia la melodia che il testo. Dal significato che ne viene fuori si impara ad essere come delle isole.

Se non avessi fatto il cantautore cosa avresti fatto nella vita?

Probabilmente avrei proseguito con il percorso di studi di scienze naturali e chissà poi che opportunità si sarebbero aperte.

Hai un sogno musicale nel cassetto che vorresti realizzare?

A me piacerebbe tantissimo fare una tournée europea, anche come opening di qualche artista celebre.

Programmi per il futuro?

Tante belle cose in arrivo, tra cui nuovi singoli. Insieme all’album poi ci sarà una live session in cui registreremo altri brani. È un’occasione per ricominciare a suonare e a viverci di più. Sto allestendo anche un piccolo studio a casa perché mi piacerebbe fare delle cover tra le mura domestiche.

Articolo a cura di Simone Ferri

GianMà con il nuovo singolo canta le tante “Coincidenze”…. Ora sono tornato, e non ho né soldi né cartine, ma una certezza. Che America, è ovunque sei te stesso, ovunque sei tu!

GianMà con il nuovo singolo canta le tante “Coincidenze"
GianMà

Si intitola “Coincidenze (America)” il nuovo singolo di GianMà, giovane cantautore romano che ha all’attivo anche un progetto in duo con i Nuvel, oltre quello da solista. Il brano, uscito lo scorso 22 marzo, è stato scritto dallo stesso Gianmarco Rossi e da Alessandro Spagnolo.

Nasce e coltiva la sua passione per la musica ad Ostia, un quartiere sul mare a Roma

Studia canto dall’età di otto anni per poi integrare lo studio da autodidatta di pianoforte con cui inizia a scrivere e comporre i suoi brani.

Uscito con il suo primo singolo lo scorso 22 marzo, intitolato “Coincidenze” (America), il cantautore ha lasciato intendere che arriverà tanta musica da qui all’estate prossima, probabilmente con una raccolta di brani legati da un sottile riferimento alla metafora del viaggio (in America).

Gianmà si esibisce in vari locali di Roma, ma soprattutto nel locale dove organizza, insieme al suo team, Il senza Zucchero Live, l’unica grande realtà di musica Live sul lido di Ostia.

Ora a 22 anni, Gianmarco Rossi, si ritrova con una gran penna fra le mani, una voce che riesce ad emozionare dal vivo e tanta voglia di esprimersi.

E come recita nel discorso pubblicato sul suo profilo instagram:

«…Ho viaggiato su una lastra sottile che galleggiava a largo. Poche energie. Tanti rischi. Ora sono tornato, e non ho né soldi né cartine, ma una certezza. Che America, è ovunque sei te stesso, ovunque sei tu!»

GianMà con il nuovo singolo canta le tante “Coincidenze" 1
GianMà

I Nuvèl sono due ragazzi di Ostia, Gianmarco (cantante) e Alessandro (produttore, in arte Faust) e il progetto è stato caratterizzato da subito dall’unione dei due mondi da cui provengono, ossia cantautorato, pop, rap e la musica elettronica.

“Dopo 5 mesi di sperimentazione, pratica e modo di conoscersi a fondo abbiamo incontrato Anemic. Dunque, ci siamo trovati a costruire il nostro studio e da lì è nato effettivamente il progetto Nuvèl.

Parola rubata al francese “Nouvelles” ed italianizzato poi in Nuvèl sta a significare la ricerca del nuovo sempre, del per sempre giovani e di un senso di freschezza che è ciò che ricerchiamo nella nostra musica.

Stiamo lavorando alla ricerca di nuove esperienze da aggiungere come tasselli sui nostri passi per crescere artisticamente e personalmente. ”

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Evelina, essere oltre l’apparenza. Marta D è il suo singolo d’esordio, un brano che ci fa immergere in un mondo astratto, fatto di insicurezze, ansie e paure

Evelina "Marta D" è il suo singolo d’esordio
Evelina

Curiosità e mistero dietro Evelina, ma chi è realmente? Evelina è una nomade delle arti e dei paesaggi è narratrice e tessitrice di quel che resta. È una creatura fragile, che oscilla tra il trauma e la gentilezza. Danza liberata e leggera, finché potrà, tra gli specchi di questa fraintesa realtà, sul piano inclinato di questa slavina. Evelina è tutto e niente, sono le emozioni che si nascondono ed emergono nei momenti opportuni. Marta D è il suo singolo d’esordio, un brano che ci fa immergere in un mondo astratto, fatto di insicurezze, ansie e paure. L’inizio di un lungo viaggio per la consapevolezza e la curiosità.

 Innanzitutto, complimenti per questo singolo d’esordio. Tuttavia, per iniziare questa chiacchierata partirei da questo progetto: come nasce Evelina?

 Ciao e grazie dei complimenti! Evelina è il risultato di una serie di potenti scintille che si sono succedute e alimentate in un tempo dilatato e ancora in evoluzione. La scintilla madre che ha scatenato il processo è scoccata ai Trafalgar Studios di Roma nel 2015 e da quel momento la temperatura emotiva è salita costantemente generando un vortice creativo da cui è stato impossibile sottrarsi.

Evelina non è un progetto nato a tavolino, non è una band, nulla è stato programmato o studiato con lo scopo di compiacere, distrarre o intrattenere. Evelina è una sorta di evocazione, è un’anima salvata dalla musica e dalla poesia, che ha urgenza di comunicare, e sono io e sono qui.  I miei confini, le visioni, le note e le parole di cui sono mera e libera tramite, continuano a ridefinirsi come un processo, un sentimento del tempo, un punto di vista sulla Storia e su questo presente crudele, ingiusto, asfissiante e ipocrita, che isola i privilegiati ed esclude i dannati.

“Marta D” è invece il titolo del tuo singolo d’esordio. Come racconteresti questo brano?

Come un termometro e un termostato allo stesso tempo. Sulla carne viva di Marta D sono incise per sempre tutte le sue lacerazioni, ferite la cui portata viene rilevata con la brutale accuratezza e precisione di un termometro, senza omissioni né edulcorazioni. Ma è anche un termostato, perché sin dalla sua prima nota reagisce alla temperatura e cambia il clima. In bene o in male, questo non lo so. È un viaggio lento e distruttivo sprofondamento nei sentimenti indicibili, nelle paure, nelle ansie e nelle dipendenze. Allo stesso tempo è un atto di rivolta dagli esiti incerti, nel tentativo disperato di aprire una fessura tra le pietre di una fortezza che opprime fuori e dentro le sue mura imprecise.

Un brano che vive in un tempo, che potremmo dire sospeso, ma come nasce questa idea di musica e di racconto?

La musica e il testo si sono incontrati molti anni dopo la loro genesi, cosi come le due diverse persone che se ne sono fatte sismografo. Ed è incredibile come la corrispondenza tra queste due forme sia stata precisa al millimetro, sin dal primo istante.  Sono ancora stupita da questo incastro non solo metrico ma soprattutto emotivo, forse anche nevrotico: la musica e il testo infatti raccontavano senza saperlo la stessa storia, lo stesso dolore, si sono desiderate e cercate, fino a collidere.

Evelina - Marta D - Backstage
Evelina – Marta D – Backstage

Non è certo la prima volta che accade nella musica e nelle arti, ma se sperimenti sulla tua pelle l’impatto violento di queste inspiegabili attrazioni magnetiche, capisci subito che ti trovi dentro a qualcosa di più potente di te, che ti devi lasciare attraversare, sequestrare, se necessario anche consumare, da questo dono improvviso e immeritato. Hai però il dovere di restituirlo e in una condizione migliore di quando lo hai ricevuto.

E in questo esatto punto sono arrivate le due levatrici che hanno fatto propria questa ricongiunzione, l’hanno raccolta e se ne sono prese cura, facendola ulteriormente evolvere e portandola alla sua completa maturazione armonica e poetica. Te l’ho detto che sono un coro di urgenze.

Emozioni, ansie e paure, con questa musica coinvolgente ma non invadente. Queste sono solo alcune delle sensazioni che si percepiscono ascoltando. In questo brano vai a raccontare un qualcosa che ti riguarda o che comunque hai vissuto in passato?

In questo brano avviene una sorta di restituzione di emozioni che sicuramente riguardano anche me ma mi trascendono, vengono prima e vanno oltre me. Sono fratture antiche e nuove, stratificate. È il risultato dello sguardo di un cuore nudo sulle proprie ombre e su quelle altrui, che sono personali e politiche, intime e storiche.

Sentimenti che vengono trasfigurati in suoni e parole e che insieme costruiscono un immaginario e poi lo mettono in crisi. Sicuramente la musica “leggera” italiana degli anni 70 e 80, la sua profondità e il patrimonio sconfinato che ci ha lasciato, è parte e motore di questo immaginario, sul piano etico ancor più che estetico.

Non so quali sensazioni possa suscitare in chi la ascolta, non mi riguardano nel senso che una canzone non appartiene a chi l’ha fatta. La sua sostanza viene vissuta, digerita, magari fraintesa o ridisegnata a ogni ascolto e da ciascuna persona. Spero solo non susciti indifferenza, piuttosto preferisco lo sdegno, che è pur sempre un sentimento. Che la trovi coinvolgente mi fa piacere. È scattato il termostato!

Chi è Marta in questa storia?

Più che un “chi”, Marta è una che ti manipola e poi ti mena. Marta è lo specchio che prima ci mostra belle, e l’istante successivo si trasforma nell’impietoso riflesso capace di mostrarci esattamente quello che non vorremmo, la nostra carne ferita, il nostro personalissimo mostro, il ritorno di tutto quel rimosso perso senza neanche sapere se l’abbiamo mai davvero amato, vissuto o desiderato. E poi torna tragicamente a dirci che siamo le più belle del reame. Insomma, la più funesta delle dame di compagnia.

Evelina - Marta D - Cover
Evelina – Marta D – Cover

Essere oltre l’apparenza, è questa l’idea di arte che si porta dietro Evelina?

Andare oltre l’apparenza è un punto di partenza e parte del metodo esistenziale di Evelina. Non mi interessa mostrare la mia faccia, le mie biografie e questa scelta è un mezzo, non un fine, con il quale cerco di proteggere la musica da sovradeterminazioni, pregiudizi e mistificazioni. Voglio che la musica sia la mia unica faccia. I dettagli, i frammenti di vita, i volti, servirebbero soltanto a creare l’ennesimo personaggio.  Non voglio vendervi i miei cocci, voglio raccogliere i miei e gli altri nel mio vagare, curarli e restituirli sotto forma di canzoni. È ancora possibile che la musica e le sue sorelle siano “solo” questo?

Prodotto e arrangiato da MuČe Čengić, com’è stato unire culture e storie musicali così diverse tra loro?

Traumatico, a volte. Stimolante e maieutico, sempre. L’incontro con MuČe è stato il lievito di questo processo, l’incontro più decisivo e più importante per Evelina. Il percorso fatto insieme è stato durissimo, gli ostacoli e le insidie innumerevoli.

Con lui una certezza ha una aspettativa di vita più breve di quella di una effimera. Ogni accordo, ogni suono è stato scomposto, vivisezionato e analizzato fino all’ossessione. Ma soltanto perché, come direbbe MuČe, “è lei che ce lo chiede”, col dito puntato verso l’alto a indicare la Musica. Per MuČe il vero ostacolo della musica è l’ego, e nel lentissimo artigianato che mi ha insegnato, questo necessario lavoro di sottrazione al solo fine di farsi tramite della musica, è stato forse il regalo più grande che mi ha fatto.

MuČe non è solo il produttore artistico e l’ingegnere del suono di questo progetto, ma ne è stato e ne sarà parte integrante. Spero davvero che il lavoro fatto insieme gli dia anche in Italia il riconoscimento che merita e che ha avuto nella sua Ex Jugoslavia, dove ancora è venerato.

Il progetto di Evelina, iniziato con questo brano, cosa prevede in futuro?

A brevissimo uscirà appunto il primo disco di Evelina, di cui Marta D è solo la prima emersione. Quello che posso dire è che si tratta di un concept album, suonatissimo e vissutissimo, non vedo l’ora che possa scorrazzare libero. Dal 24 aprile è anche disponibile il video di Marta D. Prima o poi tutto questo vivrà anche su un palco.

Cosa speri di far arrivare con la tua musica?

Uno schiaffo e una carezza. E un invito a fare tutto quello che serve per imparare a distinguerle.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli

Nicholas continua il suo percorso artistico con il suo nuovo singolo “La metà dei tuoi respiri” in collaborazione con Felice

Nicholas “La metà dei tuoi respiri” feat Felice
Nicholas “La metà dei tuoi respiri” feat Felice

Il cantautore milanese Nicholas continua il suo percorso artistico con il suo nuovo singolo “La metà dei tuoi respiri”, in collaborazione con Felice. Il brano è disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 5 aprile 2024 per Indieffusione.

«Questo brano rappresenta per me una vera e propria esplorazione dell’anima. Sono una persona molto riflessiva e spesso finisco per perdermi nei pensieri.

I miei ricordi più belli sono legati a momenti in cui ho seguito l’istinto senza contare fino a tre, ed è proprio questo che mi ha portato a scrivere “La metà dei tuoi respiri”. – Racconta Nicholas – Ho scelto di collaborare con Jonathan perché nutro una grande stima verso di lui e per la sua capacità unica di dare voce alle emozioni più profonde.

Quando qualche mese fa ho riascoltato casualmente questo pezzo, che avevo scritto nel 2016 e lasciato in un cassetto, ho subito pensato che avrebbe dovuto essere cantato anche da lui. Gliel’ho inviata e gli è piaciuta subito».

La collaborazione tra Nicholas e Felice, nome d’arte di Jonathan Di Felice, nasce a distanza tra Milano e l’Abruzzo da un’amicizia e un rispetto reciproco maturati nel corso degli anni che ha portato alla creazione di un brano che guida gli ascoltatori in un viaggio emotivo.

“La metà dei tuoi respiri”, co-prodotto insieme ad Andrea Brussolo e Morgan Caprio per Indieffusione, è una riflessione profonda sui momenti in cui la vita ci sfida a seguire il nostro istinto. Il brano esplora la bellezza dell’attimo, incoraggiando gli ascoltatori a vivere pienamente senza lasciarsi trascinare o bloccare dai dubbi.

Nicholas Marconcini è un cantautore milanese classe 1998.

All’età di 12 anni, dopo aver visto il Festival di Sanremo, scrive la sua prima canzone e da lì non ha più smesso.

Dopo qualche mese inizia a prendere lezioni di chitarra con il maestro Andrea Brussolo e di canto; dal 2020, anche di pianoforte.

Nicholas, un featuring per “La metà dei tuoi respiri”

Forma, nel 2017, una cover band con la quale inizia ad esibirsi per alcuni contest come il Tour Music Fest. Nel 2019 decide di seguire un percorso da solista per mettere al centro le sue canzoni.

Da sempre influenzato dai grandi della musica italiana, come Mia Martini, Lucio Dalla e Lucio Battisti fino ad arrivare ai contemporanei Marco Mengoni, Tiziano Ferro e Francesco Renga, i brani di Nicholas seguono un’impronta pop con qualche sfumatura indie e rock.

A Marzo 2021 entra nella Community Indieffusione dedicata alla musica nuova ed emergente italiana, con la quale pubblica i singoli “Parole poco libere” e “Stella cadente” feat. Arianna (2022): entrambi i brani entrano in rotazione su Radio 105 Indie.

Nicholas, un featuring per “La metà dei tuoi respiri” 2
Nicholas

Il 14 Aprile 2023 Nicholas pubblica il nuovo singolo “Se manchi” e il 5 Aprile 2024 fa il suo ritorno con il singolo “La metà dei tuoi respiri” (feat. Felice).

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

leomecomi canta il suo nuovo singolo “guastafeste” feat Load, storia d’amore travagliata con ritornello da cantare a squarciagola 

leomecomi - guastafeste - cover
leomecomi – guastafeste – cover

Dal 22 marzo è in radio il nuovo singolo di leomeconi “guastafeste” feat. Load, disponibile in digitale (Zero4leo Music / The Orchard). Fuori anche il video.

«”Guastafeste” è un brano nato da una session in studio a Parma tra me e  Andrea Blanc Spigaroli – dice leomeconi – il nostro intento era quello di raccontare una storia d’amore travagliata in chiave pop/punk, con un ritornello incisivo da poter cantare a squarciagola durante i concerti.

Anche per questo, in fase di produzione, abbiamo preferito mantenere un approccio “live” della canzone, registrandola insieme ai miei amici Load a Rimini durante una studio session con il produttore Gianluca Morelli. Il lavoro è stato poi mixato e masterizzato a Como da Filadelfo Castro».

«Per il video – racconta Federico Rettondini che ha curato la regia – leomeconi, ha voluto coinvolgere la sua band, i Load, ricostruendo un live nel quale trovarsi a suonare davanti ad amici e fan.

Con Mimmo Fuggiano e Riccardo Franchetti abbiamo piazzato telecamere, controllato luci e tutto il resto è venuto così naturale che a metà delle riprese non abbiamo lanciato la base e leomeconi e i Load hanno cominciato a suonare dal vivo scatenando il pubblico in sala e ciò che doveva essere un giorno di riprese è diventato un evento, una festa.”

Leonardo Meconi, in arte leomeconi, Bologna, 13 maggio 2004, è un cantautore e chitarrista con all’attivo 2 album, I’ll Fly Away (2019) eLato A Side B (2021).

leomecomi canta il suo nuovo singolo “guastafeste" 1
leomeconi

Ha partecipato ad X-Factor 2020 ed è stato finalista al Festival di Castrocaro 2021. Nel 2022, dopo aver partecipato come artista invitato al Ferrara Buskers Festival, inizia a collaborare con il produttore irlandese multiplatino Don Mescall, registrando a Quivvy (Irlanda) il suo prossimo album.

Nel frattempo, dà vita al progetto Load, formando una band nata sui banchi di scuola che lo accompagna durante i live tra il 2022 e il 2023.

Oltre a leomeconi alla chitarra e voce, i Load sono composti da Il Santo alla batteria (Marco Santosuosso), Matras alla chitarra solista (Mattias Manocchia) e Il Matto al basso (Matteo Stagni).

leomeconi & load è il progetto che Leo porta sul palco con il proprio repertorio originale arricchito da alcune cover di brani dei suoi artisti preferiti.

leomecomi “guastafeste" feat Load
leomecomi “guastafeste” feat Load

A luglio 2023 Leo termina gli studi al liceo musicale Lucio Dalla di Bologna e partecipa alle Clinics di Umbria Jazz; al termine viene convocato per una audition che lo porta a vincere una borsa di studio per 4 anni al Berklee College of Music di Boston.

In attesa della pubblicazione dell’album prodotto in Irlanda, Leo decide di far uscire i brani più amati dai fan durante i live.

A dicembre 2023 viene pubblicata la versione studio de La notte più bella alla quale faranno seguito altri singoli che in alcuni casi vedono la partecipazione dei Load in studio, come “guastafeste

Video intervista a cura di Domenico Carriero

The Beatbox “Magical Mistery Story” è il concerto tributo ai Beatles che la band sta proponendo al pubblico, con standing ovation di parecchi minuti

The Beatbox: tributo fedelissimo ai Beatles
The Beatbox: tributo fedelissimo ai Beatles

“Magical Mistery Story” è il concerto tributo ai Beatles che la loro più celebre tribute band sta proponendo al pubblico, riscuotendo un continuo crescendo di consensi, con ovunque standing ovation di parecchi minuti, a confermare la fedeltà ed impressionante cura nel riproporre il più celebre repertorio della band di Liverpool.

Due coinvolgenti ore per questo straordinario viaggio attraverso la storia e la musica dei Fab Four che si sviluppa unendo la performance impeccabile dei The Beatbox al fascino narrativo di Carlo Massarini, dando vita ad uno show che mescola musica e racconti avvincenti di coloro che hanno rivoluzionato la storia della musica.

Durante i cinque atti che caratterizzano lo spettacolo, Carlo Massarini svela gli aneddoti e le curiosità più affascinanti della straordinaria avventura dei quattro baronetti di Liverpool.

I The Beatbox sono una tribute band italiana che rende omaggio ai Beatles. Sono conosciuti per essere uno dei tributi più fedeli al famoso quartetto di Liverpool.

The Beatbox: tributo fedelissimo ai Beatles 1
The Beatbox

La band è composta da quattro musicisti con un’esperienza notevole: Filippo Caretti, Marco Breglia, Jacopo Finazzo e Federico Franchi.

Il loro obiettivo è quello di far rivivere l’energia e il fascino dei Beatles attraverso esibizioni fedeli agli originali, con strumentazione identica a quella usata dai Beatles nei loro concerti storici e abiti di scena realizzati dalla stessa sartoria che vestì i Fab Four per le tournée americane.

The Beatbox: tributo fedelissimo ai Beatles 2
The Beatbox

Uno show che attraversa i ricordi e le scoperte di più generazioni, riscoprendo l’entusiasmo e la positività dei mitici anni ’60

Video intervista a Federico Franchi a cura di Domenico Carriero

Top