L’Aura annuncia il suo ritorno sulla scena musicale con il nuovo singolo “Pastiglie”, per parlare di fragilità e di cosa  facciamo nelle situazioni in cui ci sentiamo persi e abbiamo bisogno di aiuto

L’Aura annuncia il suo ritorno con il singolo "Pastiglie"
L’Aura (Foto credit Imad Skhairi)

Un ritorno tanto atteso, per i fan e non solo, quello di L’Aura, l’eclettica artista bresciana, che debuttò sulla scena musicale nel 2005. Cantante, compositrice, musicista e interprete che ha saputo coniugare originalità e grande tecnica vocale, con un timbro di voce molto particolare. A sedici anni si è trasferita in California per proseguire gli studi della scuola secondaria. Lo studio dell’inglese le ha dato una padronanza nella scrittura dei testi con una dimensione da artista internazionale.

Nella sua carriera artistica ha pubblicato 3 album (2005 – 2007 – 2017), una raccolta (2008) e un Ep nel 2010.  Molto intense le sue collaborazioni con diversi artisti, tra i quali Grignani nel 2008 con il singolo di successo “Vuoi vedere che ti amo”,  con Nek nel 2011 con la cover in italiano di “Total Eclipse of the Heart e nello stesso anno un’altra collaborazione con Ezio Iacchetti per un album benefico, nel 2012 un duetto con  Enrico Ruggeri con il brano “Quello che le donne non dicono” in una versione molto più intima e un po’ magica.

L’Aura si cimenta anche con cover dei Beatles, Cat Stevens e recentemente una cover di “Girls Just Want To Have Fun”, disponibile dal 16 febbraio, e contenuta nella colonna sonora del film “The Cage – Nella gabbia”, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023, nella sezione Alice nella città.

A distanza di sette anni dalla sua ultima uscita discografica, L’Aura annuncia il suo ritorno sulla scena musicale con il nuovo singolo “Pastiglie”, disponibile da venerdì 26 aprile per ADA Music Italy in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme streaming.

L’Aura un ritorno dopo sette anni sulla scena musicale.  Nonostante questa assenza, sei stata presente sui social con tanti video, racconti dei tuoi viaggi e della tua famiglia. Come sei cresciuta in questo periodo?

Per mia natura non so fingere, non sono mai stata brava a farlo. Non ho gli strumenti per cercare di impostare un personaggio. Ovviamente tutti noi conteniamo moltitudini perché all’interno di noi abbiamo tante sfaccettature.  A seconda della persona con cui interagiamo possiamo assumere un’espressione diversa.  Per me è sempre stato importante non nascondere gli aspetti più fragili che sono quelli che ci rendono più particolari e umani.

I nostri difetti ci rendono unici e speciali. Mettere davanti un’immagine di perfezione è una cosa non raggiungibile, e purtroppo è imposta dalla società in cui viviamo ed è la cosa più lontana dal nostro benessere.

Siamo alle prese con i nostri piccoli fallimenti quotidiani e impariamo a conviverci con il tempo che passa. Io sono la prima a cadere in questi meccanismi, perché non sono mai contenta: sono una persona che ama mettere a disposizione le proprie debolezze per cercare di parlarne e intavolare una riflessione. I sette anni sono passati in fretta anche per questi motivi. Mettere in equilibrio la casa, la famiglia, il lavoro e i rapporti non è facile.

Sei tornata con un singolo “Pastiglie”. Come è nato questo nuovo progetto musicale, sicuramente un po’ diverso con la tua precedente produzione.

È stato un lavoro naturale, nato durante una giornata di qualche mese fa.

Andrea Bonomo è venuto a trovarmi nello studio di casa mia, dove principalmente lavoro. Gli ho fatto sentire i demo che avevo registrato nell’ultimo periodo e abbiamo cominciato a parlare a ruota libera di un tema sul quale lavorare assieme: tutto questo perché sentivo che mancavano delle cose importanti per ripartire.

Durante questa chiacchierata siamo arrivati a parlare del concetto di pastiglie, anche metaforico. Entrambi abbiamo in comune un animo un po’ tormentato e in momenti differenti delle nostre vite abbiamo avuto bisogno di aiuto. Questo termine “pastiglie” è venuto in mente ad Andrea, che ha iniziato a improvvisare al piano ed è partito un beat, sul quale ci abbiamo appoggiato questa parola. Da quel momento abbiamo capito quale poteva essere la strada per proseguire dal pezzo e abbiamo costruito il testo.

L’Aura - Pastiglie - Cover
L’Aura – Pastiglie – Cover

Quindi è un testo autobiografico?

Assolutamente. L’idea era quella di parlare di fragilità e di quali sono le cose che facciamo per tamponare le situazioni in cui ci sentiamo persi e abbiamo bisogno di aiuto.

Le pastiglie sono un elemento metaforico, possono essere reali o immaginarie. Sono quel qualcosa che può consentire di stare al passo con quanto ci viene chiesto dalla società.

Musicalmente, l’inizio del pezzo richiama gli anni ’80, poi parte un ritmo compulsivo e dei falsetti accattivanti.  Con questo pezzo diventa ancora più difficile inquadrarti, come artista perché continui ad attraversare più generi (rock, indie, pop, dance pop).

È per quel motivo che forse è sempre stato difficile inquadrare che tipo di natura avesse il mio progetto.  Sicuramente mi piace la ripetitività, che possiamo trovare nel pop o rock, soprattutto per quanto riguarda il ritornello. Il mio orecchio cerca quella cosa perché è rassicurante. Io ho una mentalità un po’ ossessiva che mi porta ad ascoltare un brano tantissime volte.  Non è qualcosa che fanno tutti, però per me sono quelle le sonorità che rimangono e che tendo ad amare.

Ci sarà anche un video su YouTube, dove su sarai protagonista?

È in lavorazione e uscirà nelle prossime settimane. Ho lavorato con lo stesso regista con cui ho realizzato il video del brano “I’m An Alcoholic”. Questo videoclip sarà molto diverso dal precedente, racconterà sicuramente la stessa tematica del brano ma in chiave diversa. Da un brano colorato e pop ci si aspetta un video con lo stesso mood, ma non sarà così.

Nel tuo precedente lavoro “Il contrario dell’amore” hai presentato anche un libro. Ci sarà un nuovo libro e un’altra storia con “Pastiglie”?

Era legato a quel progetto. Non credo che ci sarà un libro, al momento ci stiamo concentrando solo sul creare nuove canzoni con cui raccontare diverse storie.

Andiamo verso una prospettiva solo di singoli. Diventa sempre più difficile partorire un cd o bel vinile, secondo te?

La musica, come tanti altri settori, riflette la realtà dei tempi e della società in cui tutto è più veloce e immediato. Per questo è importante individuare una storia o una tematica e cercare di raccontarla al meglio. A me piace arricchire il mio racconto un passo alla volta.

Anche Sanremo riflette questa evoluzione? Un palcoscenico che tu hai vissuto nel 2006 (Sezione Giovani), 2008 (Sezione Big) e duetto con Nathalie nel 2011.

L’ho sempre seguito, per me è anche una tradizione di famiglia. Mio padre è cresciuto con Sanremo e l’abbiamo sempre guardato. Negli anni c’è stata un’evoluzione, naturalmente riflette il cambiamento dei gusti musicali, ma c’è spazio per tutti. Dal punto di vista musicale ogni Festival ha regalato canzoni che poi sono rimaste nel tempo.

L’offerta musicale oggi è aumentata con le piattaforme digitali e non si comprano più cd. C’è un ritorno sul vinile. Come vedi questo scenario da artista?

Oggi ci sono molte offerte a livello musicale rispetto agli anni precedenti. È più facile produrre musica e ci sono più artisti. Se vuoi ritagliarti uno spazio devi esser determinato. Abbiamo lo strumento dello streaming che sicuramente riesce a raggiungere molti utenti e rende la musica accessibile a tutti a costi molto contenuti.

L’Aura annuncia il suo ritorno con il singolo "Pastiglie" 1
L’Aura (Foto credit Imad Skhairi)

Recensione finale 

Il nuovo singolo di L’Aura va verso una dimensione pop, ritmica e avvolgente che entra nella testa, cercando di fare ballare chi l’ha ascolta.  Il brano racchiude un testo intriso di significato: le fragilità e le paure quotidiane, spesso nascoste e timorose, vengono finalmente fuori e affrontate.

L’Aura non ha paura di mostrarsi al mondo nelle sue debolezze, perché fanno parte del viaggio della vita.

Ringraziamo Laura per la sua disponibilità e la sua voglia di raccontare senza filtri. Ci ha condotto nella sua stanza dove lei immagina e crea, e seduta accanto al suo pianoforte ha fatto parlare le sue note.

Articolo a cura di Raffaele Specchia

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Mogol e Gianmarco Carroccia, tante “Emozioni” cantate e raccontate sul palco, uno spettacolo travolgente che ripropone gli evergreen di Lucio Battisti 

Mogol e Gianmarco Carroccia, tante “Emozioni” 1
Mogol e Gianmarco Carroccia

Abbiamo intervistato Giulio Rapetti Mogol e Gianmarco Carroccia prima dello spettacolo “EmozionI – la mia vita in canzone” che si è tenuto al Teatro Nuovo di Martina Franca (TA) lo scorso 18 aprile.

Mogol non ha bisogno di presentazioni: è il più grande autore italiano. Da un calcolo della SIAE le canzoni scritte da Mogol hanno venduto 523 milioni di dischi in tutto il mondo, terzo dopo Beatles ed Elvis Presley. Dal 2006 “Mogol” è diventato parte del suo cognome, con Decreto del Ministero dell’Interno.

Gianmarco Carroccia, diplomatosi al CET di Mogol, è straordinario interprete delle canzoni del repertorio Mogol-Battisti nonché cantautore con un percorso artistico di tutto rispetto. Nel suo repertorio anche un brano, “Un vero amore” (2022), scritto a quattro mani con lo stesso Mogol.

Uno spettacolo emozionante e travolgente che ha riproposto gli evergreen di Lucio Battisti con la scrittura dei testi di Mogol, da “Mi ritorni in mente” a “Un’avventura”, da “Con il nastro rosa” a “Emozioni”, da “Il mio canto libero” a “Dieci ragazze”.

A Mogol il compito di raccontare sul palco gli aneddoti legati alle canzoni interpretate da Carroccia, un racconto che ha aiutato a comprendere a pieno il significato degli stessi.

Lo spettacolo nasce nel 2014 e nel corso di questi 10 anni ha raccolto tanto successo e tanto entusiasmo da parte del pubblico e quella di Martina Franca è stata una nuova occasione per rivivere la magia di canzoni che hanno segnato la storia della musica e hanno fatto sognare generazioni di italiani.

Mogol e Gianmarco Carroccia
Mogol e Gianmarco Carroccia

Grande è stato il coinvolgimento del teatro, sold out, da parte di Mogol che ha cantato incitando la platea. Come indicato nell’intervista, lo stesso Mogol spiega il potere benefico della musica e del cantare assieme sulla nostra salute.

L’intervista è stata anche l’occasione per parlare di “Capolavori nascosti” (2023), album di Mogol realizzato con Mario Lavezzi che ripropone i tanti bellissimi brani scritti assieme e che meritano di essere oggi riscoperti per la loro unicità: da “Momento delicato”, scritta per Fiorella Mannoia, ai tanti brani cantati da Lavezzi con colleghi: da “Bianche raffiche di vita” con Mango, Laura Valente e Luca Carboni, a “Giorni Leggeri” con Riccardo Cocciante e Lucio Dalla, a “La bandiera” con Biagio Antonacci.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Jimmy “Schegge di 66” il suo album d’esordio, un racconto di più storie nella stessa storia, avendo l’amore unico comune denominatore

Jimmy, “Schegge di 66”: una notte per ricominciare!
“Schegge di 66” il nuovo disco di Jimmy

Jimmy, nome d’arte scelto in omaggio alle passioni della sua famiglia, è un giovane cantautore e musicista nato a Voghera e cresciuto con la musica nel sangue. Egli crede che quest’ultima possa ancora essere un potente veicolo di emozioni e riflessioni, un ponte che unisce anziché dividere. Il suo primo disco rappresenta sia un punto d’arrivo che di partenza in cui non si limita solo a raccontare ma anche ad infondere un messaggio di speranza e di coraggio. “Schegge di 66” funge da monito e celebra i sentimenti in ogni loro forma ed espressione. Nonostante tutte le ferite che l’amore può causare, la capacità di emozionarsi e di amare di nuovo è una forza che tutti possediamo.

Jimmy com’è nata l’idea del tuo nome d’arte?

Il mio nome viene da un cantante che seguivano i miei genitori, si chiamava James William Buffett, in arte Jimmy Buffett, e loro hanno voluto chiamarmi James William. Iniziando il mio percorso artistico ho voluto fare un omaggio al cantante preferito dei miei e quindi per questo ho scelto “Jimmy”.

La passione per la musica te l’hanno trasmessa loro fin dalla nascita quindi?

Assolutamente sì, tra l’altro io con le mie sorelle cantavamo sempre insieme con nostra nonna e seguire il festival di Sanremo era una tradizione di famiglia.

Durante questo cammino hai preso spunto da qualche artista per approcciare alla musica?

Principalmente io mi rifaccio ad artisti come Marco Mengoni, Ultimo, Tiziano Ferro, tutti molto contemporanei. Prima ancora prendevo spunto anche da Paolo Meneguzzi, avevo portato una sua cover a “Una voce per la poesia”, un evento musicale che organizzava la mia scuola, in cui arrivai secondo e fu una bellissima esperienza. A livello di look, mi piace essere un po’ stravagante, portare il cappello alla Michael Jackson per esempio.

In merito all’esperienza che hai avuto nella scuola, ci racconti le tue sensazioni?

Tantissima emozione mischiata con un po’ di paura, perché era la prima volta che salivo sul palco davanti a tutta la scuola. È stato veramente bello iniziare a fare quello che amavo di più, ed è stato il mio primo approccio in una dimensione live.

Adesso sposto l’attenzione sul tuo primo album “Schegge di 66”. Da dove viene la scelta del titolo e cosa è contenuto al suo interno?

Insieme alla canzone è nata anche l’idea dell’album, ho voluto raccontare un’esperienza vissuta che mi ha toccato profondamente in modo negativo. Per un amore non corrisposto ho esagerato nel bere ad una festa e sono finito in coma etilico. Da tutto quel miscuglio fatto quella sera sono rimasti un po’ di strascichi; ho voluto far capire a chi lo ascolta che da tutto questo male provocato da quella persona mi rimangono nelle vene delle schegge di questa bottiglia da 66 cl.

Jimmy - Schegge di 66 - Cover
Jimmy – Schegge di 66 – Cover

Cosa ti ha insegnato quella notte? Cosa hai metabolizzato dopo aver realizzato quello che era successo?

Non ho ricordi di quella sera ma ho molta consapevolezza su cosa non bisogna più fare. Questo episodio lo tratto come un qualcosa di personale che mi ha insegnato ad andare avanti, ad essere la persona che sono ora. Da lì infatti è nato tutto, ne ho fatto tesoro.

Questo disco che tipo di comunicazione vuole lanciare a chi lo ascolta?

In questo disco ho voluto raccontare l’amore sotto otto sfaccettature diverse. Non bisogna chiudersi in questo sentimento, ma trovare sempre qualcosa di positivo per poter andare avanti e cercarlo, il famoso bicchiere mezzo pieno. Il disco si apre con “Solo io”, l’elogio alla persona amata, si passa all’amore passionale, la delusione, poi c’è la ripresa e infine questo invito a non rassegnarsi mai e lasciarsi andare a qualcosa che potrebbe essere.

Tra queste otto tracce qual è quella a cui sei più legato?

A parte Schegge di 66, ti direi “Saltami addosso”, che parla dell’amore rivolto ai nostri animali da compagnia. Io l’ho dedicata alla mia gatta e spero che chiunque l’ascolti la possa dedicare al proprio animale domestico. È un tema che non viene spesso trattato nelle canzoni e mi è sembrato giusto affrontarlo in questo progetto inclusivo.

In questo album c’è un verso o una strofa che ti identifica e ti rispecchia maggiormente?

Mi piace molto la frase che ho messo come voce telefonica in “Via amore lasciati emozionare”, che non è proprio una frase mia ma è presa da un film che mi piace molto che si chiama “Vi presento Joe Black”. Quando dico Lo so che può sembrarti troppo dolce, ma l’amore è passione, ossessione, quella persona senza cui non vivi…perché non ti regali…

Una volta che hai terminato di lavorare al disco cosa hai provato nel vedere il prodotto finito?

All’inizio non mi è sembrato vero, rimane sempre quello che è un po’ un sogno nel cassetto, poi quando esce e diventa realtà quasi non ci si crede. È stato emozionante stamparlo e poterlo avere in mano, non solo a livello digitale ma anche e soprattutto fisico. Poterlo condividere con tutti gli altri e sentire tutti i riscontri. Adesso voglio sperimentarlo anche durante i live per inquadrarlo anche in questo tipo di contesto.

Quanto hai lavorato sul tuo timbro vocale?

Ci sto lavorando tanto anche adesso, sono molto autodidatta in questo, ho preso già diverse lezioni. Nel nuovo contratto con il mio studio ho inserito anche un vocal coach per essere seguito e spronato al meglio perché voglio migliorarmi sempre di più. È un progetto che sto portando avanti in questi mesi.

Se dovessi collocare i tuoi brani in un genere quale sceglieresti?

Mi piazzerei nel pop cantautorato, ma mi piace molto sperimentare perché vengo da un’influenza country e vedere come viene accolto.

Jimmy, “Schegge di 66”: una notte per ricominciare! 2

In che modo cerchi l’ispirazione per scrivere?

Quando mi metto a scrivere di solito lo faccio su un determinato argomento e comincio a buttare giù tutte le idee che riguardano quel tema, faccio una sorta di brain storming.

Oltre alla musica, cos’altro ti piace fare? Come organizzi il tuo tempo?

Faccio tante attività. Oltre a lavorare in un supermercato, studio storia all’università di Genova, sono molto impegnato sotto questo punto di vista. Faccio parte anche di un coro in Val Curone, sto iniziando a prendere lezioni di chitarra acustica per riuscire a suonare più strumenti possibili.

Come mai hai scelto proprio storia all’università?

È una materia che mi è sempre piaciuta fin dai tempi del liceo. Mio padre è laureato in storia e mi ha trasmesso questa sua passione fin da quando ero bambino. Mi sono voluto buttare su questo indirizzo.

Hai mai pensato di inserire questa tua passione per la storia in un tuo brano?

Sì, l’idea ce l’ho avuta a dir la verità. Ma dato che siamo all’inizio di un percorso voglio essere sicuro di ciò che dico. Parlando dell’amore eterno, avevo anche pensato di utilizzare la figura di Marcantonio e Cleopatra, mi sarebbe piaciuto molto. Magari in futuro la tengo in considerazione perché è un mio pallino.

Programmi per il futuro?

Stiamo lavorando su nuove canzoni, la prima dovrebbe uscire tra aprile e maggio e stiamo aspettando la copertina. È scritta e prodotta da Alessio Bernabei, è stato fantastico collaborare con un artista che ho visto in televisione. Entro la fine dell’anno dovrebbero uscire altri 2 o 3 singoli. Poi in questi giorni mi sto occupando di organizzare qualche data tra ottobre e novembre con l’obiettivo di portare la mia musica in giro.

Come lo descriveresti il tuo più grande sogno?

Partecipare al festival di Sanremo portando la mia musica.

Se non avessi fatto il cantautore cosa ti sarebbe piaciuto fare nella vita?

Si collega a quello che sto studiando, mi piacerebbe insegnare o lavorare nei musei o nelle biblioteche. Anche come guida turistica non mi dispiacerebbe.

Articolo a cura di Simone Ferri

Carlo Massarini  con “Vivo dal Vivo” il suo ultimo libro conduce i lettori in un viaggio attraverso i meandri della musica dal vivo, lasciandosi trasportare dalle emozioni che solo un concerto dal vivo può suscitare

Carlo Massarini: in “Vivo dal Vivo” le emozioni di 120 concerti

Abbiamo incontrato Carlo Massarini durante la due giorni campobassana (6 e 7 aprile) in cui ha presentato il suo ultimo libro “Vivo dal Vivo 2010-2023” e accompagnato i The Beatbox, formidabile tribute band dei Beatles, nella parte narrativa del loro live.

Nel vasto panorama della musica, c’è un elemento che continua a resistere al trascorrere del tempo e alle evoluzioni tecnologiche: l’emozione di assistere a una performance dal vivo. In “Vivo dal Vivo”, l’ultimo lavoro di Carlo Massarini, questa esperienza unica viene celebrata, analizzata e disseminata in modo affascinante e coinvolgente.

Massarini, noto giornalista e critico musicale, conduce i lettori in un viaggio attraverso i meandri della musica dal vivo, esplorando le sue molteplici sfaccettature e lasciandosi trasportare dalle emozioni che solo un concerto dal vivo può suscitare.

Uno degli aspetti più affascinanti di “Vivo dal Vivo” è la capacità di Massarini di far emergere la magia e l’energia che si sprigionano durante un concerto.

Carlo Massarini: in “Vivo dal Vivo” le emozioni di 120 concerti 2
Carlo Massarini

Ogni pagina trasuda passione e profonda conoscenza, portando il lettore ad apprezzare non solo la musica in sé, ma anche tutto ciò che le ruota attorno: dall’atmosfera del locale, al sudore degli artisti sul palco, alla connessione unica che si crea tra performer e pubblico.

Come indica il sottotitolo, un “foto-racconto di 120 concerti in un’epoca musicale in cui tutto è ancora possibile, e non ci sono più confini” come ha anche sottolineato durante l’intervista. Ad impreziosire il libro anche l’introduzione di Vasco Rossi.

Carlo Massarini: in “Vivo dal Vivo” le emozioni di 120 concerti 1

“Vivo dal Vivo” non è solo un libro per gli amanti della musica, ma per chiunque voglia comprendere appieno il potere trasformativo e universale della performance dal vivo. È un invito a lasciarsi trasportare dalle emozioni, a immergersi completamente nell’esperienza unica che solo la musica dal vivo può offrire.

120 concerti visti e fotografati da lui dal 2010 al 2023. Il tutto arricchito da QR code che permettono di rivedere brani di quello stesso concerto o di altri che riportano a quell’atmosfera.

 “Vivo dal Vivo” le emozioni di 120 concerti 3

Nella personale selezione fatta da Massarini ci sono gli highlander e gli artisti delle nuove generazioni, sia italiani, sia stranieri, e le leggende che non sono più con noi. Da Edoardo Bennato a Elvis Costello, da Little Steven a Paul Mc Cartney, da Salmo a Eugenio Finardi, da Pino Daniele a Caetano Veloso, da Kraftwerk a Peter Gabriel, da Marisa Monte a Nina Zilli, da Gianni Morandi a Fatoumata Diawara.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Avincola canta Carella: quindici brani proposti dal vivo che hanno permesso al pubblico di riascoltare la musica di Enzo Carella 

Avincola omaggia e canta Enzo Carella

Avincola canta Enzo CarellaSi è appena concluso il minitour di 4 tappe (Roma, Pesaro, Milano, Torino) del cantautore Avincola che ha permesso al pubblico di riascoltare le note del compianto Enzo Carella (1952-2017), la cui musica da alcuni anni viene sempre più riscoperta.

Tutti gli album di Enzo Carella vedono come autore dei testi Pasquale Panella, autore tra gli altri anche degli ultimi cinque album “bianchi” di Lucio Battisti.

Abbiamo intervistato Avincola nella tappa di Pesaro. Quindici brani proposti dal vivo, incluso i due bis, eseguiti in ordine cronologico pescando da ogni album di Carella.

I brani tratti da “Vocazione” (1977), primo album di Carella, sono stati “Fosse vero”, brano d’esordio uscito nel 1976, e la celeberrima “Malamore”, in una inedita versione reggae.

Lo stesso album, come ricordato nell’intervista, compare nel video di “Barrì” di Avincola, brano che vede la scrittura dello stesso Pasquale Panella.

Come dichiara lo stesso Avincola, «con quel gesto volevo lanciare un messaggio subliminale e scoprire chi è cultore della musica italiana. Un omaggio, un modo per far rincontrare Panella e Carella».

Avincola omaggia e canta Enzo Carella 1

Da “Barbara e altri Carella” (1979) Avincola ha scelto per il suo live: “Carmè” semi-jazzata, “Foto”, “Amara”, “Parigi” e “Barbara”, classificatasi seconda al Sanremo 1979.

L’esibizione viene oggi ricordata per aver introdotto, forse per la prima volta in TV, il karaoke dato che la sua esibizione fu accompagnata da ballerine con indosso cartelli-sandwich che riportavano stralci di testo del brano.

Dall’album “Sfinge” (1981) i brani “Lei no” e il bis “Mare sopra e sotto”, con una voce e chitarra emozionante. “Se non cantassi sarei nessuno” (1995), album che Carella amava particolarmente come confidato dallo stesso Panella ad Avincola, sono stati tratti i brani “My baby is back” e “Partire”, già sigla del programma televisivo di Telemontecarlo “Appunti disordinati di viaggio”, in versione Blue beat/Ska.

Avincola omaggia e canta Enzo Carella

Dall’ultimo album di Carella, “Ahoh Ye Nana” (2007) Avincola ripropone “Banalità”, “Oggi non è domani” e “Lavorare no”.

Straordinari i musicisti che lo hanno accompagnato: Luca Monaldi alla batteria, Toto Giornelli al basso e Edoardo Petretti alle tastiere. Superbi gli assoli di Avincola alla chitarra.

Quella di Avincola è una vera e propria operazione culturale, di quella cultura underground assolutamente da riscoprire.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

fefe, “Mi innamoro male” album d’esordio che esplora le sfaccettature più intime delle relazioni umane e abbraccia la bellezza e la complessità dell’amore

fefe - Mi innamoro male - cover
fefe – Mi innamoro male – cover

“Mi innamoro male” è l’album d’esordio di fefe, all’anagrafe Federica Sartori, cantautrice di Bolzano, ma cresciuta in diverse città italiane che l’hanno plasmata e l’hanno resa l’artista di oggi. “Mi innamoro male”, raccoglie il lavoro di anni, dai singoli già presenti nelle piattaforme ad altri brani ancora da scoprire. Un album ricco, con influenze che spaziano dalle ballad all’elettronica, dal pop alla dance, dove ogni brano offre un’esperienza sonora unica che arriva dritta al cuore dell’ascoltatore.

Una tracklist ricca e variegata, dove la cantautrice, attraverso testi profondi e melodie avvolgenti, esplora le sfaccettature più intime delle relazioni umane e abbraccia la bellezza e la complessità dell’amore.

Un’opera prima di grande valore e che mette in mostra un grande talento nella scrittura e nell’interpretazione di brani emotivamente forti e profondi.

Ciao Federica, benvenuta tra le nostre pagine. Inizierei chiedendoti delle emozioni di questo tuo album d’esordio.

Il piacere è tutto mio. L’album è stato un lungo lavoro, partito anni fa e concluso solo adesso. Sono felicissima di questa uscita, anche per l’impegno che è stato messo per la realizzazione di questo progetto. Non mi sembra ancora vero che sia disponibile per tutti. Sono veramente entusiasta ed elettrizzata.

In “Mi innamoro male” racconti diverse sfaccettature dell’amore, ma questo album nasce anche dalle tue emozioni e dalle tue esperienze dirette?

Inizialmente mi impauriva parlare di me, ma in realtà ho trovato tante persone che in questo album si sono rispecchiate. Infatti, sono riuscita a fare entrare tante persone nel mio mondo artistico e non era una cosa scontata. È un album emotivamente importante ed è stato bello far uscire un qualcosa che raccontasse me. Sono riuscita ad esprimermi e a condividere la mia musica con gli altri.

fefe, con “Mi innamoro male” racconto il mio percorso 1
fefe

Forse questo coinvolgimento degli ascoltatori è la chiave di questo album…

La mia paura era quello di raccontare troppo di me e poco sul mondo intorno a me. Invece, quello che mi ha regalato questo album, è stata la vicinanza delle persone. Ed è stato fantastico sentire il pubblico così vicino. È stato tutto così inaspettato!

Un album che raccoglie diverse esperienze, tra brani inediti e brani già pubblicati nelle varie piattaforme. Possiamo considerare questa tua raccolta come il racconto di un tuo percorso artistico?

Certamente sì! Questo è stato un lavoro lunghissimo, che parte da lontano, ben prima del covid e che arriva fino ad oggi. Tutto questo tempo mi ha dato la possibilità di crescere, studiare e imparare, senza che il mondo musicale andasse troppo più veloce rispetto a me. “Mi innamoro male” non è solo un disco d’esordio, ma è il mio racconto e il racconto di tutte le mie esperienze e le mie emozioni vissute.

fefe, con “Mi innamoro male” racconto il mio percorso 2
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Come mai un titolo così forte come “Mi innamoro male”?

Ad aprire questo album c’è “Che schifezza che è l’amore” e nel testo faccio riferimento al titolo. Capisco che possa sembrare negativa come accezione, ma io la interpreto in una forma più positiva. I sentimenti che ho provato mi facevano stare male e quindi mi sono chiesta: ma è normale che io stia così male o sono io che mi innamoro male? Ecco, io credo che se il sentimento è così forte allora vale la pena viverlo.

Qual è il brano che ti ha fatto capire di voler realizzare questo progetto?

Nella mia testa è sempre “Che schifezza che è l’amore” che è il brano su cui ruota tutto, ma forse potrei dire anche “If the Music goes”, che è stato proprio il primo brano del progetto.

Questo percorso che racconti nel disco, ti ha influenzato anche nei generi e nelle sonorità?

Avevo un po’ paura a portare così tanti generi in un unico album. Infatti, una delle mie preoccupazioni, era che il pubblico non accogliesse appieno la mia idea musicale con tutte queste sonorità. Invece, credo che al pubblico abbia fatto piacere scoprire tutti questi lati di me. Mi piacerebbe continuare a portare avanti questa mia idea, anche perché così posso spaziare in più universi.

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In conclusione, ti stai preparando per l’estate con qualche live?

Ho presentato l’album a Roma e ho già fatto una data a Vicenza. Unendo così il mio polo artistico e quello personale. Sto lavorando anche ad altre date e spero di poterle comunicare presto. La mia idea è di portare un format molto semplice, dove la musica farà da padrona.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Rosa Chiodo “Vasame”, l’ultimo singolo, nella Giornata del Bacio. Una canzone senza tempo, un viaggio di emozioni e musica 

Rosa Chiodo - Vasame - cover
Rosa Chiodo – Vasame – cover

Il 13 aprile, nella Giornata Internazionale del Bacio, è uscito “Vasame”, ultimo singolo di Rosa Chiodo. Già virali su Tik Tok e sui social i video di coppie che si baciano sulle sue note. Il DJ Gigi Soriani inoltre realizza uno dei suoi iconici mas-up con Vasame.

“Vasame” è una traccia che viaggia da sempre, trovando ospitalità in voci che le hanno restituito certamente notorietà e spessore. Eppure, il suo papà artistico Enzo Gragnaniello (suoi testo e musica), non ha risparmiato orgoglio e soddisfazione per questa nuova release firmata Rosa Chiodo.

Una canzone senza tempo, proprio come i baci di chi si ama davvero. E non importa se il finale sia o no a lieto fine: quei baci avranno sempre il sapore dell’eterno. Ed è proprio con questa canzone che Rosa Chiodo per la Giornata Internazionale del Bacio, ripropone quello che si può definire un evergreen della canzone napoletana, con la direzione artistica di Pippo Seno e gli arrangiamenti dello stesso Seno e di Lorenzo Maffia.

Un viaggio di emozioni, musica e qualità, ormai firma inconfondibile di Rosa Chiodo e del suo team.

Rosa Chiodo partecipa a diversi concorsi nazionali, tra cui “Premio Mia Martini” , aggiudicandosi la vittoria ,con il brano inedito dal titolo: “il Tuo respiro”. Negli anni ha collaborato con artisti di levatura nazionale ed internazionale tra questi il M° Mario Rosini, in un duetto con il brano inedito “Se ci sei tu”.

L’incontro con Fausto Mesolella, che seguirà e firmerà la direzione artistica del primo disco di Rosa, dal titolo “Si vo’ Dio”, titolo che prende spunto dall’unico inedito presente nell’album, firmato da S. Palomba e R. Afieri, in una raccolta di classici Napoletani, rivisitati, con solo pianoforte dal M° Aldo Fedele.

Viene invitata e accompagnata dallo stesso Mesolella, come ospite, al “Premio Bianca D’Aponte” e condivideranno il palco insieme anche in altre occasioni. Vince diversi premi: “Premio Li Curti” al “Festival Di Napoli” per due volte nel quale si aggiudica la Critica consegnatole da Mario Castiglia.

Nel 2016, approda al Festival di Castrocaro, in prima serata su Rai Uno, arriva in finalissima aggiudicandosi il “Premio Radio” con il brano: “Quanto costa la felicità”. Comincia un tour, con lo spettacolo “Song Sud”, insieme ai suoi musicisti, in diversi teatri.

Rosa Chiodo: “Vasame” nella Giornata del Bacio
Rosa Chiodo: “Vasame” nella Giornata del Bacio

Supportata anche dal patrocinio del comune di Napoli, promuove non solo la canzone classica Napoletana, ma anche il territorio, individuando e scegliendo tra i luoghi più suggestivi della città. Altre collaborazioni: Peppino Di Capri, Tony Esposito, Gianni Donzelli (Audio 2), Paolo Caiazzo, i quali hanno poi preso parte al suo ultimo progetto discografico.

Il 15 ottobre del 2020 infatti, ha visto la nascita del suo ultimo album “Cenerentola è nata a Napule”, 7 inediti, 3 cover + 1 bonus track, con la produzione esecutiva della “Zeus Record”, e la direzione artistica di Pippo Seno. In questo album, arriva anche la maturità di scrittura, 5 dei 7 brani inediti, ne firma i testi.

Ma sono diversi gli autori e compositori che hanno collaborato alla realizzazione di questo album: Bruno Lanza, Peppe Sica (in arte Peppoh), Sally Monetti, Gianni Donzelli (audio2), Andrea Sannino, Sergio Iodice, Mauro Spenillo.

In più un duetto con il M° Peppino Di Capri, con uno dei suoi successi “Nun è peccato” incorniciato in un videoclip musicale, con il quale partecipa a diverse trasmissioni televisive Rai e Mediaset.

Rosa Chiodo: “Vasame” nella Giornata del Bacio
Rosa Chiodo

Con Tony Esposito nel brano inedito “Femmene”. Nel 2020, conosce e prende parte ad un lavoro realizzato dall’immenso Geoff Westley, il quale sceglie tra alcune voci, anche quella di Rosa Chiodo, per la rivisitazione del brano “Orgoglio e dignità” di Battisti. Sempre nel 2020, collabora con Federico Salvatore, per un progetto dedicato agli Squallor.

Attualmente, in attivo con lo spettacolo “Cenerentola è nata a Napule”. e “Eppure sorrido summer show” di e con Paolo Caiazzo. Inoltre sono diverse le Ospitate in programmi Tv Nazionali per: Bruno Vespa, Serena Autieri, Gigi Marzullo.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Her|Mess  “Fottutissime Promesse”, brano che esprime il dolore e la rabbia di chi si sente tradito e abbandonato, ma determinato a trovare la propria strada verso la guarigione e la rinascita

Her|Mess e le “Fottutissime Promesse"

Dal 29 marzo 2024 è in rotazione radiofonica “Fottutissime promesse” (distribuito da Ada Music Italy), il nuovo singolo di Her|Mess disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 22 marzo.

“Fottutissime promesse” è un brano che esprime il dolore e la rabbia di chi si sente tradito e abbandonato, ma anche la determinazione a trovare la propria strada verso la guarigione e la rinascita.

Le liriche, immerse in un vortice di emozioni contrastanti, riflettono la lotta interiore di chi si trova a confrontarsi con la delusione e la disillusione.

Il testo, intriso di oscurità e introspezione, cattura il peso delle aspettative non realizzate e dei legami spezzati, esplorando il senso di smarrimento e la ricerca di una via d’uscita da un ciclo di promesse infrante e di speranze deluse.

Il sound è avvolto da un’atmosfera minimal e dark, caratterizzata da suoni evocativi e malinconici che lasciano spazio alla profondità delle liriche.

Le melodie cupe e avvolgenti si fondono con arrangiamenti suggestivi, creando un paesaggio sonoro che riflette la complessità delle emozioni espresse nel testo.

Con una combinazione di elementi elettronici e strumentali, il brano trasmette un senso di tensione emotiva e vulnerabilità, invitando gli ascoltatori a immergersi nelle profondità della propria anima e a confrontarsi con la realtà dolorosa dei propri sentimenti.

Spiega l’artista a proposito del brano: «Questo brano nasce da un profondo periodo di depressione generale, un tumulto emotivo scaturito dai dolorosi contrasti nel rapporto con la mia ragazza e dalle promesse non mantenute da parte di mio padre».

Her|Mess - Fottutissime Promesse - Cover
Her|Mess – Fottutissime Promesse – Cover

Hermes Giordano Leandri, nome d’arte di Her|Mess (il suo disastro), è un giovane cantautore di 25 anni originario di Marino. Nato da madre cubana e padre italiano, fin da bambino ha iniziato a coltivare la sua passione per la musica dilettandosi tra le note di un pianoforte.

Dopo aver scritto canzoni per diversi anni come autore per cantanti sia affermati che emergenti, ha deciso di dare voce alla sua musica personale, mettendo da parte il ruolo di autore per terzi e permettendo alla sua voce e alla sua vena artistica di esprimersi appieno.

Her|Mess ha anche partecipato a vari concorsi musicali a livello pianistico, tra cui il “V concorso nazionale Musica e Cinema”, dove ha ottenuto vari premi sia individualmente che con l’orchestra giovanile Giacomo Carissimi.

Her|Mess
Her|Mess

Nel 2018 ha partecipato al suo primo concorso come cantautore, il Tour Music Fest, dove ha avuto l’opportunità di avere un’esperienza formativa unica grazie alla presenza di Mogol nella commissione artistica. I consigli e i suggerimenti di Mogol sono diventati una preziosa parte del suo bagaglio artistico.

Nel 2019, Her|Mess ha partecipato ad Area Sanremo e nel 2021 giunge fino alla finale del Premio Internazionale Je so Pazzo. Durante questo periodo, ha anche iniziato a lavorare come autore, collaborando inizialmente con Stefano Borzi e successivamente con altri artisti nel panorama musicale.

Un passo cruciale nella sua crescita artistica è stato l’incontro con il rinomato Vocal Coach David Pironaci, che ha contribuito e sta contribuendo in modo significativo alla tecnica vocale dell’artista e alla sua evoluzione artistica.

Her|Mess e le “Fottutissime Promesse" 3

Un altro momento importante della sua carriera è stato l’incontro con il produttore Alberto Lattanzi, noto come Latta. Insieme, hanno lavorato per combinare uno stile più cantautorale con ritmi dance e influenze sonore internazionali, creando così un suono unico.

A fine 2023 sono usciti i brani “Insieme a te” e “Tic Tac”.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Pocsh, giovane cantautore romano presenta l’EP “Punto a capo”,  un ep che nasce con l’esigenza di raccontare e descrivere umori, sensazioni e i vari step di vita degli adolescenti

Pocsh, giovane cantautore romano presenta “Punto a capo”
Pocsh, giovane cantautore romano presenta “Punto a capo”

Abbiamo intervistato il giovane cantautore romano Pocsh, con la “c” per distinguerlo dal termine inglese “posh” (di alta classe, signorile) che comunque lo contraddistingue.

L’aggiunta della “c” a Posh, per ricordare il suo cognome (Pocci), ha portato al suo nome d’arte da quando aveva 17 anni.

Classe 2003 ma con le idee chiare, anzitutto sul fatto che la musica è il suo piano A nel quale sta investendo tutto sé stesso “per non avere rimpianti un domani”, come ci ha raccontato. Giovanissimo ma già con un EP all’attivo, “Punto a capo” che vanta la presenza in tutti i brani di un altro giovane cantautore romano, Caffa, anch’egli classe 2003.

L’incontro con Caffa avviene alla finale di un contest a Largo Venue a Roma: Pocsh gli fa sentire una bozza di uno dei brani che sarà contenuto nell’EP e da lì è partita la collaborazione artistica: due caratteri complementari, ma da questa diversità nasce la potenza e la freschezza dell’EP che capitalizza l’equilibrio tra loro trovato.

Questa la tracklist di “Punto a capo”: Maturità, Canzone triste, Settembre (ladro), Diazepam, Punto a capo.

Oltre a Pocsh una menzione speciale anche a Flavio Remedia che ha curato la comunicazione del disco e autore dell’idea di creare un filtro ad hoc per il video di “Maturità” su Tic Tok, facendo sì che lo stesso esplodesse sul social.

Pocsh nell’intervista condivide come è nata “Maturità”, diventata una sorta di “Notte prima degli esami” versione 2023.

Pocsh: l'EP “Punto a capo”
Pocsh: l’EP “Punto a capo”

Così Pocsh parla del suo EP: «Punto a capo è un ep che nasce con l’esigenza di raccontare e descrivere umori, sensazioni e i vari step di vita degli adolescenti.

Ogni canzone rappresenta un “momento” e segue un ordine cronologico, partendo dall’ansia della “maturità”, finendo ai festeggiamenti di Capodanno nella title track “punto a capo”.

Questo mini-album è fatto per ballare, riflettere, divertirsi e un po’ deprimersi. È un mix di dettagli visti dagli occhi di due ventenni che vogliono esprimere ciò in cui gli altri possono rispecchiarsi».

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Fatay, l’esordio con “Una Notte Ancora” musica per me è terapeutico, è il modo migliore che ho per sentirmi serena e semplicemente per stare bene

Fatay singolo d'esordio
Fatay

Da venerdì 22 marzo 2024 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Una Notte Ancora”, il primo singolo di Fatay.

Il brano “Una Notte Ancora” prodotto da CORE, pubblicato dall’etichetta Label DMB Production e distribuito da Sony Music Italia, racconta di come l’ansia possa influenzare quotidianamente la vita di una persona in modo negativo, come questa possa far sorgere dubbi, paranoie ed incertezze costanti dalle quali talvolta non si riesce ad uscire da soli.

Tuttavia, la mano di una persona amata può rendere tutto meno difficile da affrontare, come la sua presenza nei momenti più difficili possa completamente ribaltare la propria prospettiva e migliorare in tutto e per tutto il proprio stato d’animo.

La canzone parla di come per allontanarsi dallo stress si possa sognare un futuro diverso e di come l’amore possa “inondarti i pensieri” fino a non lasciare più spazio ad altre paure se non quella di perdere la persona senza la quale non si riuscirebbe più ad andare avanti, così da chiederle tutte le notti di restare una notte ancora.

Commenta l’artista: «La musica per me è tutto, fare musica per me è terapeutico, è il modo migliore che ho per sentirmi serena e semplicemente per stare bene.

Voglio far arrivare la mia musica agli altri per aiutarli anche a capire che non saranno mai soli e che i miei pezzi saranno sempre un porto sicuro in cui sentirsi compresi. Non riesco a immaginare una vita senza un palco e senza qualcuno per cui cantare».

Fatay - Una notte ancora - cover
Fatay – Una notte ancora – cover

Ilaria Tucci, in arte ‘Fatay’ cantautrice classe 2000, si innamora della musica all’età di 8 anni quando con l’appoggio dei genitori decide di prendere lezioni di pianoforte, a 11 anni si accorge del fatto che cantare nella sua cameretta quando è sola le dà conforto specialmente nei momenti di tristezza o di paura e realizza che la fa sentire sicura di se stessa e compresa.

Vuole avvicinarsi sempre di più a queste sensazioni e decide di prendere lezioni di canto pop, frequenta successivamente il liceo musicale della sua città dove continua gli studi di pianoforte e comincia quelli di flauto traverso senza mai però allontanarsi dal canto.

Si avvicina alla scrittura quando i suoi problemi personali la spingono a prendere carta e penna e buttare giù tutte le sue paure, ansie e incertezze realizzando che così facendo si sente meno sola.

Fatay singolo d'esordio

Inizia il suo percorso artistico come “Fatay” quando i suoi amici e insegnanti affettuosamente la definiscono una fatina per via dei suoi modi di fare dolci e la sua genuinità.

L’artista fa parte della scuola di alto perfezionamento canoro RC VOCE PRODUZIONE diretta da Cecilia Cesario e Rosario Canale.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

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