Okaynevada: “Je e Te” il nuovo singolo dalle sonorità urban che mescola le loro radici napoletane alle influenze della canzone pop italiana

Okaynevada, tra radici napoletane e urban-pop 1
Okaynevada

Dopo la pubblicazione del loro primo singolo “Ben Stiller” la scorsa estate, gli Okaynevada, il fresco duo di giovani cantautori ventitreenni originari della provincia di Napoli, iniziano il nuovo anno con “Je e Te” (Casakiller/Ada Music), il nuovo singolo uscito lo scorso 12 gennaio.
Vincenzo e Andrea, le due anime degli Okaynevada, animati dalla passione per le canzoni, il mare e la confusione che li circonda, trovano la loro ispirazione nelle sfumature della vita quotidiana.

ConJe e Te, il nuovo singolo dalle sonorità urban che mescola le loro radici napoletane alle influenze della canzone pop italiana, continuano a tessere il filo della loro storia musicale.

Un intricato gioco di poesie e forze, un racconto di “per sempre” e “forse” con il sottofondo delle caviglie rotte mentre abbracciano il disordine senza cercare di risolverlo.

Gli Okaynevada sono due cantautori ventitreenni, originari della provincia di Napoli.

Poche cose importanti: le canzoni, il mare e la confusione. E in questa confusione vogliono dire la loro.

Nel 2022 la primavera li fa incontrare e decide per loro che inizieranno a scrivere canzoni insieme. Nel 2023 firmano con l’etichetta discografica Casakiller e in estate pubblicano il loro primo singolo “Ben Stiller”, prodotto da Nicco Verrienti. Il debutto è seguito il 12 gennaio 2024 dal nuovo lavoro “Je e te”.

Okaynevada - Je e te - cover
Okaynevada – Je e te – cover

Un ricordo a testa:

Vincenzo: in 5° elementare scrive “Giuditta” per una sua compagna di classe, una filastrocca musicata di due strofe. È bruttissima. Ma almeno capisce una cosa: vuole continuare a fare questo.

Andrea: a undici anni “Made in Japan” dei Deep Purple lo frega definitivamente. Glielo regala il papà in vacanza in Puglia: la musica diventa l’unica costante.

Note particolari:

– Amano la storia della discografia italiana;

– La domanda più frequente nelle loro conversazioni è “Ne sei sicuro?”

– La risposta più frequente è “Sì”

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Paolo Martini: “Tra l’asfalto e il cielo” brano che vuole trasmettere spensieratezza e felicità, lasciarsi andare e godere ogni istante

Paolo Martini, il nuovo singolo “Tra l’asfalto e il cielo”
Paolo Martini, il nuovo singolo “Tra l’asfalto e il cielo”

Dal 12 gennaio 2024 è in rotazione radiofonica “Tra l’asfalto e il cielo” il nuovo singolo di Paolo Martini prodotto da Joseba Publishing, già disponibile sulle piattaforme digitali dal 5 gennaio con la direzione artistica di Gianni Testa.

“Tra l’asfalto e il cielo” è un brano che vuole trasmettere spensieratezza e felicità, quel senso che ci permette di vivere il momento presente, di lasciarci andare e di godere a pieno ogni istante.

Riuscire a sentirsi a proprio agio con la persona giusta, in qualsiasi posto, anche quando ci si perde per strada. Questa canzone vuole donare all’ascoltatore un senso di movimento, sia fisico che mentale.

Il brano è stato scritto da Paolo Martini insieme a Davide Sartore e Diego Ceccon, i quali ne hanno anche curato l’arrangiamento. È stato poi mixato da Emanuele Donnini presso Joseba Studio.

Spiega l’artista a proposito del brano: «Il brano per me rappresenta un momento felice, liberatorio, vissuto e goduto al massimo.

Perdersi per poi ritrovare sé stessi attraverso viaggi mentali in posti impensabili, riuscendo alla fine a vedere la luce giusta da seguire per “surfare” sull’onda della felicità».

Il videoclip “Tra l’asfalto e il cielo” si distingue per la sua rappresentazione coinvolgente di un profondo desiderio di fuga e trasformazione, guidato attraverso tre mondi fantastici distinti.

Il primo di questi mondi si sviluppa nelle profondità degli oceani, a bordo di un sottomarino, simboleggiando il luogo più inaccessibile da cui emanciparsi.

Paolo Martini
Paolo Martini

La navigazione attraverso questo ambiente spesso avviene nella semi-oscurità, creando un’atmosfera avvolgente e misteriosa.

Il secondo mondo fantastico, equiparato a una prigione moderna come Alcatraz, evidenzia la necessità di liberarsi da vincoli oppressivi, enfatizzando la sfida e la determinazione necessarie per perseguire la libertà.

Il terzo mondo, ispirato a “Stranger Things”, celebra una storia d’amore attraverso la scritta sul muro “Jonathan + Nancy”, aggiungendo un tocco romantico alla trama.

Il viaggio intrapreso simboleggia la discesa nella notte oscura dell’anima, rappresentata dal “sottosopra”, ma è proprio in questo cammino che si trova l’elisir della rinascita e del rinnovamento, permettendo ai protagonisti di emergere trasformati e rigenerati.

Paolo Martini -Tra l’asfalto e il cielo - cover
Paolo Martini -Tra l’asfalto e il cielo – cover

Paolo Martini ha 22 anni ed è un cantautore ligure, nato a Sanremo. Prima di dedicarsi pienamente alla musica ha giocato a calcio per 15 anni a livello semiprofessionistico.

La sua passione per la musica è nata in realtà molto tempo fa, quando da bambino ha studiato per un anno batteria alla scuola “Respighi” di Sanremo.

Dal 2020 ha iniziato, da autodidatta, a scrivere canzoni al pianoforte e a frequentare l’Accademia Musicale di Ospedaletti studiando canto moderno. Nel 2023 ha firmato un contratto con la casa discografica Joseba Publishing.

Attraverso la sua musica, principalmente Pop, Paolo vuole condividere le emozioni più pure che ci travolgono quando meno ce lo aspettiamo, ricordandoci di godere ogni momento della vita e di lasciare andare tutte quelle cose che ci fanno soffrire.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Nevonash:  “Piccole Cose” il nuovo singolo, un brano sentimentale che parla di quell’amore euforico e arduo che ti fa uscire fuori di testa

Nevonash - Piccole Cose - cover
Nevonash – Piccole Cose – cover

Dal 15 dicembre 2023 è in rotazione radiofonica “Piccole cose” (Joseba Publishing), il nuovo singolo di Nevonash sotto la direzione artistica di Gianni Testa.

“Piccole cose” è un brano sentimentale che parla di quell’amore euforico e arduo che ti fa uscire fuori di testa. In qualunque gesto, in qualunque momento la tua mente va solo in una direzione e ti rendi conto di quanto sia tossica per te questa relazione, ma allo stesso tempo ti rendi conto di non poter evitare altro che tornare da lei, e arrenderti all’idea di scappare da questa suggestione.

Commenta l’artista a proposito del brano: «Vorresti tanto liberarti di questo sentimento, ma ti rendi conto di non farne a meno».

La scelta del nome d’arte “Nevonash” fonda le sue radici nel sogno di una notte il cui protagonista è un guerriero dall’anima sensibile e dalla forza indomabile, ed è in lui che Giovanni Aragona, vero nome dell’artista, si ritrova.

La musica italiana è sempre stata la sua fonte d’ispirazione.

È stato grazie a contest e festival a cui ha partecipato che ha iniziato a mettere da parte ansie ed insicurezze che fino ad allora rappresentavano per l’artista un grosso ostacolo.

Nevonash “Piccole Cose" il nuovo singolo
Nevonash

«I primi anni vedevo un muro invalicabile e ora si è trasformato in quella forza che tutti i giorni mi spinge a mettermi alla prova e a sfidare le mie capacità».

Tra le principali esperienze di Nevonash, varie esibizioni in festival sparsi per l’Italia e apparizioni in TV come: Area Sanremo, il Festival Estivo, Centocanzoni e il Premio Mia Martini.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Giovanni Segreti Bruno: “Nella mia stanza nascono i fiori” e sboccia la musica! La sua camera è il suo habitat, il pianoforte è il suo migliore amico, un connubio perfetto che dà il la a nuove fioriture artistiche.

Giovanni Segreti Bruno: “Nella mia stanza nascono i fiori”
Giovanni Segreti Bruno

Il giovane cantautore cosentino ha rilasciato da poco il suo primo EP dal titolo “Nella mia stanza nascono i fiori”, un diario sonoro composto da cinque tracce che racchiudono degli episodi di vita vissuta legati all’infanzia, all’amore e a tanti altri temi sociali. La musica per Giovanni Segreti Bruno è terapeutica e ogni brano che nasce è un nuovo fiore che sboccia e che prende colore; le canzoni hanno salvato la sua vita e il seme gettato dall’artista spera che germogli dentro chi ne abbia bisogno.

Voglio iniziare partendo un po’ dalle basi: quando hai capito che la musica fosse la strada giusta da percorrere?

Ho iniziato all’età di dieci anni frequentando dei corsi pomeridiani di strumento musicale alle scuole medie; dopo un primo anno un po’ anonimo, ho capito che mi piaceva veramente e mi sono innamorato perdutamente del pianoforte e della musica classica, tanto da entrare in conservatorio l’anno successivo. Da quel momento in poi la passione si è trasformata ed è diventata anche altro e a 14 anni ho cominciato a studiare canto e a scrivere le mie prime canzoni.

Ti metti a scrivere proprio quando sei al piano?

Il più delle volte sì, il pianoforte è il mio migliore amico da tanti anni. In rari casi utilizzo dei bit già impostati.

Questo tuo approccio alla musica ha avuto delle influenze particolari nel corso degli anni?

Mi piace sempre fare una distinzione tra i testi e la musica in questo caso: per quanto riguarda i testi, sicuramente prendo come punto di riferimento i grandi cantautori italiani, su tutti Lucio Dalla, perché era in grado di coniugare insieme profondità ed ironia; nell’ambito del sound invece prendo spunto dalla musica inglese o americana, come ad esempio James Blake, Billie Eilish, sonorità più ricercate. A me piace molto unire l’elettronica con l’acustica quindi ci sono sempre degli strumenti veri ma l’elettronica rimane una parte importante perché aggiunge quel tocco in più di raffinatezza.

Giovanni Segreti Bruno
Giovanni Segreti Bruno

Ora vorrei spostare l’attenzione sul tuo primo EP, “Nella mia stanza nascono i fiori”. Cosa c’è dentro?

Questo EP parla di un bambino che vive un’infanzia bellissima ma allo stesso tempo difficile e tormentata poiché ha vissuto il trauma del bullismo. Dentro questo progetto ho voluto celebrare gli ideali più importanti dell’esistenza umana: in “A.A.Amore cercasi”  l’amore, in “Felicità è”, l’ultimo singolo estratto dal disco che è in già in rotazione radiofonica, parlo della ricerca della felicità, per me è un momento che dura quanto il verde di un semaforo, quello che noi possiamo fare è imparare a godere delle piccole cose che ci capitano; “Eli Hallo” è un inno all’amicizia, “Yoga” parla di libertà, di forza e di coraggio e infine si chiude con “La strada di casa” che tratta il tema delle radici, di quanto sia importante sbagliare e tornare sui propri passi. Sono tutte storie collegate tra loro che si intrecciano con il mio vissuto.

“Yoga” è forse il brano più emblematico dell’EP per i temi che vengono affrontati?

Sì, racconta di rapporti tossici che ci soffocano e non ci permettono di respirare. Nel periodo attuale che stiamo vivendo mi piacerebbe che questa traccia diventasse un inno di forza per chi ne ha bisogno.

Perché hai deciso di chiamarlo così?

Yoga è una disciplina che ti aiuta ad alleviare le tensioni e a prendere del tempo per te stesso. Ho utilizzato questa metafora proprio per lasciar andare quelle persone che sono dannose per noi.

Facendo un attimo riferimento al titolo che hai scelto, queste cinque tracce sono nate tutte dentro la tua stanza?

Assolutamente sì, ma in generale, da quando ho scoperto la musica, le canzoni per me sono come dei fiori. Sono una cura contro le paure e l’ansia, sono un vero e proprio rifugio personale; spero che un giorno un mio brano possa diventare la stessa cosa per chi lo ascolta.

Giovanni Segreti Bruno
Giovanni Segreti Bruno

Per te scrivere è terapeutico?

Sì, per me ha sempre avuto questo valore. La musica ha un potere estremamente salvifico.

Se dovessi scegliere un pezzo di questo di EP a cui sei più legato, quale sceglieresti?

Forse la mia preferita è A.A.Amore cercarsi, perché è super radiofonica e molto cantabile, oltre al gran significato che c’è dietro. Non a caso si trova anche al primo posto nella tracklist. È un brano di apertura che ti fa entrare subito nel mood, orecchiabile, in grado anche di stappare i concerti.

Cosa hai provato quando hai realizzato che “Ti voglio bene” fosse diventata la colonna sonora di un film di Federico Moccia?

Totalmente inaspettato, è stato pazzesco. Un giorno il produttore mi ha comunicato che la mia canzone era stata scelta per una delle scene più tenere e più particolari della pellicola. Non mi capacitavo di come un pezzo che nasce in una cameretta, non solo diventa di tutti quando la pubblichi, ma addirittura arriva sul grande schermo e il pubblico si amplia. Non era un brano pensato per il cinema, ha avuto una vita nuova e più attenzione dopo la scelta del regista.

C’è un film in cui avresti voluto scrivere la colonna sonora?

Bella domanda! Ti direi “Tutto può cambiare” di John Carney.

Con chi ti piacerebbe fare un duetto un giorno?

Ce ne sono tantissimi in realtà, in Italia penso che la mia voce stia benissimo con quella di Elisa, si compensano a vicenda. A livello internazionale il sogno impossibile è quello di duettare con Adele; lei ha una voce molto più scura rispetto ad Elisa, però lo farei anche per un discorso di timbro e di genere. Ha un modo di scrivere che amo follemente.

Giovanni Segreti Bruno
Giovanni Segreti Bruno

Ci racconti l’esperienza con Area Sanremo?

La inserisco nella casella delle cose surreali. Inizialmente non era nei miei piani partecipare; mentre ero all’università sul telefono mi esce una pubblicità di questo concorso e mi informo per partecipare alle selezioni in Calabria, dato che sono di Cosenza e nel 2018 facevano le selezioni in ogni regione. Mi presento alle semifinali nazionali, passo la selezione e lo step successivo era già Sanremo.

Quindi inizia il viaggio della speranza, dalla Calabria 16 ore di pullman, step by step passo le selezioni e arrivo alla finale nazionale al Teatro del Casinò. Mai avrei pensato che il mio nome fosse nella rosa dei vincitori e invece quella sera ho trionfato davanti a tutti, mi sono esibito davanti a Claudio Baglioni che era il direttore artistico.

Come prima esperienza è stata importantissima, forse non ero prontissimo in quel momento però va benissimo così, certe cose accadono quando meno te l’aspetti. Tutto è iniziato da lì, perché poi ho conosciuto Gianni Testa, il mio produttore, che mi ha preso sotto la sua ala. Sono già cinque anni che lavoriamo insieme.

Descrivimi la tua musica con tre aggettivi…

Sincera, poi ti direi un colore…un blu elettrico, e infine violenta, ma non inteso come aggressiva, ma nel senso che nella maggior parte dei casi arriva prepotente e diretta al punto senza troppi giri di parole.

Qual è il tuo sogno nel cassetto che vorresti si avverasse?

Partecipare al Festival di Sanremo, lo guardo fin da quando sono bambino. Un altro sogno è scrivere un brano per Mina e se devo proprio esagerare dico fare un concerto al Royal Albert Hall.

Articolo a cura di Simone Ferri

Gary Low, interprete, autore e compositore di successi internazionali, esce con l’inedito singolo “A.M.O.R.E.”  , cantato per la prima volta in italiano

Gary Low, la prima volta in italiano con “A.M.O.R.E."
Gary Low (Foto di Niccolò Carosi)

“A.M.O.R.E.” è il nuovo singolo di Gary Low, uno dei pionieri della Italo disco, per la prima volta in italiano. Il brano è su tutte le piattaforme e i digital store (Clodio Music/Believe).

Una scommessa questo brano che nella sua essenzialità esprime tutto ciò di cui oggi più che mai abbiamo bisogno, catturando nella pienezza del suo messaggio, un pubblico trasversale.

«Nel comporre questo brano ho pensato – sottolinea Gary Low – visto i tempi che corrono, che il racconto più adatto nel testo sarebbe stato quello di dedicare, principalmente, la parola “A.M.O.R.E.” a qualsiasi essere vivente, conservando nel contempo la mia solita modalità ritmica e melodica per renderlo più ‘virale’ possibile».

L’amore e le sue lettere per ribadire un linguaggio universale fra ironia e disincanto, soprattutto a ritmo di musica.

Ad accompagnare il brano anche un video che nasce dall’intuizione dello stesso Gary Low che desiderava dare al brano qualcosa di ‘ipnotico’ come del resto il ritornello che tenta di ‘incastrare’ la mente nel gioco sillabico di “A.M.O.R.E.”. Il videoclip è firmato da Michele Vitiello con la consulenza di Niccolò Carosi, prodotto da Pasquale Scilanga.

Gary Low vanta nei primi anni Ottanta l’aver dato vita all’italo disco arrivata ai vertici delle classifiche anche grazie al primo singolo di successo dell’interprete italo-spagnolo nel 1982 con “You’re a Danger”. Il brano ebbe riscontri tali da raggiungere la prestigiosa chart statunitense Dance Disco Top 80 di Billboard.

Gary Low - A.M.O.R.E. - cover
Gary Low – A.M.O.R.E. – cover

Nel 1983 bissa il successo precedente con “I Want You” scalando i vertici delle classifiche internazionali e il brano viene inserito nella colonna sonora del primo film “Vacanze di Natale” diventando un brano cult e punto di riferimento della musica anni ‘80.

Il 1984 è l’anno della consacrazione mondiale con il singolo “La Colegiala” inserita nell’omonimo album in studio grazie al quale conquista il disco di platino anche in Messico e Giappone.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Marco Rettani, “Ho vinto il Festival di Sanremo” il nuovo libro scritto a quattro mani  con il giornalista Nico Donvito. Un viaggio sonoro che attraversa la storia dell’Italia

Marco Rettani e Nico Donvito “Ho vinto il Festival di Sanremo”
Marco Rettani e Nico Donvito “Ho vinto il Festival di Sanremo”

È disponibile in formato cartaceo e in digitale Ho vinto il Festival di Sanremo (la Bussola edizioni), il nuovo libro dello scrittore, autore e discografico Marco Rettani e del giornalista e scrittore Nico Donvito. Con l’introduzione di Amadeus, il libro conduce il lettore in un viaggio sonoro ed emozionante che attraversa la storia del Festival, catturando l’anima di un Paese in costante trasformazione. Sanremo non è solo uno spettacolo, è il riflesso vibrante di una nazione che canta la propria storia attraverso la musica.

Un viaggio lungo 60 anni di musica attraverso le testimonianze di 30 artisti che il Festival lo hanno vinto e di tanti professionisti che il Festival lo hanno vissuto e raccontato. A presentare il libro è lo stesso Marco Rettani scrittore, autore, compositore e discografico, che il Festival lo ha vissuto da grande protagonista con i brani Amarsi non serve di Francesco Miola (finale Sanremo giovani 2018), Un po’ come la vita per Patty Pravo e Briga, Nel bene e nel male per Matteo Faustini, con Quando ti sei innamorato e Luna piena (ospite) per Orietta Berti e per Noor con la canzone Tua Amelie (finale Sanremo giovani 2022).

Come nasce il libro “Ho vinto il Festival di Sanremo scritto con Nico Donvito?

Nasce da una conversazione simpatica con Nico (Donvito ndr.). Avevamo finito di lavorare al precedente lavoro Canzoni nel cassetto, un libro che racconta le canzoni nel cassetto degli autori e che per varie vicissitudini sono arrivate al pubblico solo dopo. Così, partendo da uno dei miei brani, Un po’ come la vita, parlai a Nico di Sanremo e di scrivere un qualcosa sul sogno di vincere il Festival e poter urlare: Ho vinto il Festival di Sanremo. Nico inizialmente era un po’ perplesso, ma alla fine si è lasciato convincere. Allora insieme abbiamo deciso di scrivere un qualcosa su quegli artisti che hanno vinto realmente il Festival. Abbiamo così iniziato a buttare giù qualche idea e in seguito abbiamo scelto gli artisti un po’ più rappresentativi per questo nostro viaggio!

Marco Rettani
Marco Rettani

Un racconto di Sanremo, ma dove il Festival in realtà fa da sfondo. Infatti, il protagonista è l’artista che raccontate, nel suo percorso sanremese, ma non solo…

L’idea era di raccontare dei personaggi e contestualizzandoli con il periodo e il Festival di riferimento. Anche perché, ogni kermesse è diversa dalle altre. Nel nostro libro l’artista è il protagonista ed è lui che si racconta tra aneddoti, ricordi e momenti. È stato un bel viaggio in sessant’anni di Festival con i 30 artisti che si sono raccontati. Infatti, passiamo da Tony Dallara a Diodato, da Francesco Gabbani a Iva Zanicchi e arrivando ad Alexia, i Jalisse, Masini e tanti altri. Insomma, tanti artisti e tanti amici che si sono voluti raccontare,

Tra tutti i Festival raccontati, ce né uno che ricordi con maggior affetto?

Forse, il mio Festival del cuore è quello del 2019, dove presentai da autore il brano Un po’ come la vita, portato in gara da Patty Pravo e Briga. Quella canzone arrivava a Sanremo dopo anni di vicissitudini e non era affatto scontata la sua presenza.

Quello per me è stato un Sanremo speciale, che ho vissuto direttamente lì da protagonista. Poi ci sono stati altri Festival dove ho partecipato e che porto dentro (in gara con Matteo Faustini con Nel bene e nel male nel 2020 nelle nuove proposte e Orietta Berti con Quando ti sei innamorato nel 2021 ndr.), ma se dovessi scegliere, ho nella memoria il Festival di Sanremo del 1977.

Io avevo circa 13 anni ed erano i primi anni che iniziavo ad amare e a capire Sanremo. Per me quello è stato un Festival speciale, anche perché è stato il primo Festival realizzato all’Ariston e trasmesso dalla Rai a colori. A vincere furono gli Homo Sapiens con Bella da morire e nel libro c’è il capitolo su Maurizio Nuti e i tanti aneddoti su quella partecipazione.

Invece c’è una canzone sanremese alla quale sei più legato?

Senza ombra di dubbio “Almeno tu nell’universo”! Un brano meraviglioso e imponente cantato da un’artista meravigliosa come Mimì. Un brano leggendario che ha fatto parte anche dei capitoli di Canzoni nel cassetto.

Nico Donvito “Ho vinto il Festival di Sanremo”
Nico Donvito “Ho vinto il Festival di Sanremo”

Un viaggio nella memoria sanremese, ma anche un modo per far conoscere la storia di Sanremo anche ai più giovani?

Sicuramente sì! Sanremo è da sempre lo specchio del paese e di conseguenza ha rappresentato l’Italia come nessun altro evento nella storia. Bobby Solo, Iva Zanicchi, Tony Renis, Nicola Di Bari e altri, hanno rappresentato un Sanremo diverso rispetto a quelli di oggi. Masini, Ruggeri, Baldi, Cristicchi, Leali e Alexia hanno raccontato altri Festival e altri spaccati dell’Italia. Ogni Sanremo è unico, ricco di momenti e canzoni indimenticabili. Per chi ha vissuto le edizioni più vecchie è sicuramente un modo per tuffarsi nel passato, mentre per quelli che non l’hanno vissute è un modo per farsi un’idea della storia del Festival. Anche perché, il Festival di Sanremo, non è sempre stato così amato come oggi.

La prefazione del libro è ad opera di Amadeus. Il direttore artistico di ben cinque edizioni consecutive. Come consideri i suoi Festival?

Amadeus è un visionario. È merito suo se oggi il Festival è tornato così importante! Io sono un suo grande fan, anche perché la sua è una vita dedicata interamente alla musica. È un intenditore e un grande conoscitore del mondo musicale. Poi i gusti son gusti, ma ha fatto oggettivamente un grande lavoro. Ha fatto dei Festival pazzeschi, uno migliore dell’altro. Poi, sono stati dei Festival liberi, lui non si è fatto mai condizionare da nessuno.

Con un Sanremo alle porte, quali aspettative hai?

Sono convinto che sarà un grande evento. Il cast è fortissimo, azzeccatissimo e anche eterogeneo. All’interno troviamo artisti sulla cresta dell’onda come Angelina Mango, Annalisa o i The Kolors, artisti di grande esperienza come Loredana Bertè, i Ricchi e poveri e Fiorella Mannoia, altri big come i Negramaro, Emma, Alessandra Amoroso e Diodato e gli emergenti come Alfa, Rose Villain e La Sad. Insomma, sono sicuro che sarà un grande Festival. Tuttavia, la mia speranza è che possa vincere una donna. Mi farebbe piacere anche perchè le donne non vincono dal 2014 (Arisa con Controvento).

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Alla scoperta di Chiara Fazzini la giovane esperta di fitness sarà presente nell’Hospitality del Festival per spiegare i benefici per il canto attraverso postura, allenamento e respirazione

la Personal Trainer di Sanremo 2024: Chiara Fazzini
la Personal Trainer di Sanremo 2024: Chiara Fazzini

Chiara Fazzini si è distinta nel suo settore di competenza grazie al suo originale metodo CFTRAINING, ovvero un programma personalizzato ben definito che copre ogni aspetto del benessere. Gestisce una community che conta più di 4000 donne ed è specializzata sull’inestetismo e tutto ciò che ne consegue. Intorno a lei ha scelto con cura un team di professionisti che svolge un lavoro a tutto tondo con lo scopo di migliorare chiunque senta la necessità. Il focus principale su Sanremo è sensibilizzare artisti, discografici, stampa e pubblico sui notevoli vantaggi che attività fisica e respirazione possono apportare sia fisicamente che mentalmente, assicurando un progresso costante e misurabile.

Prima di entrare nel merito della tua partecipazione a Sanremo 2024, vorrei che spiegassi ai nostri lettori in cosa consiste la tua attività da Personal Trainer?

Principalmente mi occupo del mondo femminile, sono specializzata sull’inestetismo al femminile e tutte le varie problematiche. Da tempo alcuni professionisti sono entrati a far parte del mio team, ossia un osteopata e una nutrizionista, in modo tale da riuscire a trattare anche a distanza i nostri clienti dal punto di vista alimentare, sulla parte di allenamento, più specifica in base alla situazione della ragazza, tramite un’app che ho sviluppato in cui la diretta interessata riceve il suo piano di allenamento con le varie istruzioni.

Mediante l’osteopata invece si organizzano delle video consulenze in cui si praticano sessioni di respirazione, lavorando sulla postura e su tutta la parte terapeutica. Unendo tutte queste figure professionali si crea un approccio curativo e migliorativo della persona. Tutto ciò si svolge online, ci sono dei pacchetti che prevedono delle consulenze con ogni professionista del settore.

Tu e la tua squadra come procedete per constatare i risultati?

Abbiamo dei check programmati, loro hanno una modalità che gli permette di scattarsi delle foto, frontale, di lato e retro, e dopo circa un mese le richiediamo per analizzare i risultati. Attraverso la stessa luce e le stesse angolazioni capiamo se ci sono stati dei progressi o meno in modo tale da creare il proseguo della programmazione.

Chiara Fazzini, la Personal Trainer di Sanremo 2024 2
Chiara Fazzini, Personal Trainer

Come si svolge il tuo metodo d’insegnamento CFTRAININGS?

È un metodo che prevede appunto la presenza di più professionisti qualificati intorno alla figura del Personal Trainer; ognuno si occupa della propria area di competenza con precisione e rigore, anche perché basta un piccolo valore o movimento fuori asse e non si migliora affatto. Funziona un po’ come un gioco di squadra, la nostra assistita deve riuscir a migliorare sotto tutti i punti di vista contemporaneamente.

Il team di professionisti che ti circonda lo hai scelto tu o ti è stato affiancato?

L’ho scelto io selezionando proprio le persone di fiducia che mi hanno aiutata. L’osteopata è lo stesso che qualche anno fa mi ha aiutata con un problema che avevo alla sciatica. Anche le persone che lavorano nel marketing me le tengo strette perché le conosco da molto tempo.

Quando nasce questa tua avventura nel mondo del fitness?

Nasce nel periodo adolescenziale, circa sette anni fa, quando ho iniziato a prendermi cura di me stessa perché sentivo l’esigenza di migliorare. Mi sono appassionata sempre di più a questo mondo e da lì è iniziato un percorso di formazione, la laurea in scienze motorie, tutti i vari corsi di approfondimento, e con il tempo ho sempre incrementato tutto.

In media al giorno d’oggi quante persone chiedono di essere affiancate da un Personal Trainer?

Noi finora abbiamo aiutato circa 4500 persone e tramite i loro feedback abbiamo capito che loro avevano già provato diverse strade di allenamento che non sono andate a buon fine, essendo molto generalizzate. In palestra capita spesso di non essere seguito come dovresti, la tua scheda vale anche per quella di un tuo amico e via dicendo, non c’è personalizzazione e non si ottengono i risultati sperati. Noi facciamo un lavoro veramente finalizzato al miglioramento dell’individuo, senza fare un copia e incolla tra un cliente e l’altro.

Chiara Fazzini, la Personal Trainer di Sanremo 2024 3

La fascia d’età è molto varia o sono prettamente giovani le tue assistite?

Negli ultimi anni mi sono capitate anche tante signore, quindi se dovessi stabilire una fascia ti direi tra i 25 i 60 anni. La figura dell’osteopata ha attirato molto l’attenzione di queste signore che con l’avanzare dell’età possono necessitare di quel tipo di aiuto per migliorare la prevenzione e l’autonomia.

Nel corso di questi anni quali sono state le esperienze che ti hanno formato maggiormente?

Sicuramente all’inizio mi trovavo da sola ed ho commesso degli errori, ma mi sono serviti lo stesso per imparare. Oggi mi sento molto più informata su questo settore e col passare del tempo sono arrivate delle belle soddisfazioni come la chiamata su Rai 2 per svolgere 8 puntate del programma televisivo “Per me”; ho affiancato Filippo Magnini per quanto riguarda la parte del fitness, svolgendo insieme degli esercizi e dei circuiti da proporre ai telespettatori che ci seguivano da casa. Ora ci hanno chiamato anche a Sanremo dove saremo nell’Hospitality per lanciare un messaggio di positività sull’attività fisica e lo stile di vita sano.

Ecco a proposito…parlaci di questo connubio vincente tra Personal Trainer e Vocal Coach.

Sulle nostre programmazioni noi lavoriamo molto sulla respirazione e sul diaframma, un muscolo importantissimo specialmente per i cantanti, grazie al quale riescono ad avere una buona performance vocale, a non avere il fiato corto e a mantenere il palco. Seguendo queste indicazioni, un artista non solo si esibisce meglio ma riduce anche lo stress; respirando attraverso il diaframma ci sono una serie di reazioni chimiche che portano ad un relax del corpo.

Se a Sanremo incontri un giovane cantante in procinto di esibirsi qual è il primo consiglio che gli dai?

Oltre ai soliti riscaldamenti effettuati con uno specialista vocal coach, prima di salire sul palco gli direi di fare delle sessioni di 3-4 minuti di respirazione diaframmatica alternata alla respirazione toracica, posizionarsi proprio la mano sulla zona del diaframma e sotto il costato, gonfiando la pancia, per poi buttare fuori l’aria dalla bocca; in questo modo attivi il diaframma, migliori l’ossigenazione dei tessuti e lo stato di relax del corpo, cercando di allentare l’ansia.

Chiara Fazzini, la Personal Trainer di Sanremo 2024 4
Chiara Fazzini

Nei giorni che precedono la gara gli artisti come dovrebbero prepararsi fisicamente?

Un artista dovrebbe allenarsi sia per un discorso di salute che per tenere il palco per fare più movimenti del dovuto. È importante anche mantenere uno stile di vita sano ed è un discorso collegato anche alla qualità vocale. Questo giova molto sul proprio lavoro.

Questa è la tua prima partecipazione al festival? Cosa ti aspetti?

Sì, assolutamente, è la mia prima volta. Per me è una gran bella vetrina, sono in un’area in cui c’è tanta visibilità, tra stampa, sponsor e quanto altro. Essere lì come unica figura che rappresenta il fitness è veramente importante, posso pubblicizzare la mia attività, ho anche preparato qualche gadget da regalare agli artisti. Ad esempio, noi utilizziamo molto una pallina massaggiante che, se viene passata sotto la pianta del piede, porta una serie di benefici a livello di circolazione, di postura e di stress. Il messaggio fondamentale rimane sempre quello di prendersi cura di sé stessi ed è un discorso che vale per ognuno.

Chiara Fazzini

Ti senti pronta?

A dir la verità sono un po’ emozionata, per ora questo è il punto più alto della mia carriera, il festival è l’evento più seguito in Italia, funge da trampolino di lancio per altri eventi. Tra l’altro, in gara c’è anche la mia cantante preferita, Alessandra Amoroso, è una doppia emozione.

Che consigli daresti ad una ragazza che vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

In primis iniziare un percorso di formazione di laurea in scienze motorie. Personalmente poi ho frequentato degli studi da professionisti privati, affiancandoli e cercando di rubare quanto più possibile con gli occhi, osservavo come insegnavano e piano piano ho preso un po’ il loro posto. Ovviamente anche la formazione sui libri e tramite dei corsi è necessaria, però bisogna anche buttarsi sui social e provarci senza temere il giudizio altrui.

Mi hai servito un assist: sui social ho visto che sei abbastanza seguita su Instagram: come gestisci il tuo profilo e quanto ti aiuta nel crescere dal punto di vista lavorativo?

Sicuramente mi dà la giusta visibilità; noi tutti i giorni condividiamo contenuti di valore, spiegando le varie problematiche e le relative soluzioni. È un modo anche per instaurare una certa vicinanza tra il nostro team e le persone che ci seguono. Il mio profilo lo uso prettamente nell’ambito professionale, mostro poca vita privata e quella poca è comunque correlata alla mia attività. Abbiamo anche creato un gruppo Facebook, che conta 2000 persone, in cui le ragazze ascoltano i nostri consigli e postano i loro esercizi, noto con piacere che c’è molta curiosità in questo ambito.

Chiara Fazzini

I tuoi genitori che cosa pensano della tua professione?

All’inizio li ho visti un po’ scettici e titubanti, però adesso stanno notando tutti i frutti di questo lavoro e rimangono sbalorditi. Tra l’altro, in famiglia sono l’unica ad aver intrapreso questa strada perché mia madre è infermiera e mio padre è medico; a volte capita di confrontarmi con lui, approfondendo insieme alcune tematiche, quando abbiamo qualche ragazza che presenta delle problematiche.

Che soddisfazioni ti dà il tuo lavoro? In che modo ti senti appagata?

Mi sento appagata vedendo in giro persone che mi fermano, mi riconoscono e mi ringraziano per averle seguite attentamente nel loro percorso; allo stesso tempo mi sto togliendo tante soddisfazioni, sto portando i miei genitori in vacanza nei posti che sognavano. Sto ripagando le persone che mi sono sempre state vicine.

Hai dei progetti per l’avvenire?

Il mio obiettivo è girare il mondo lavorando, stiamo continuando a crescere, ampliando il nostro team per inglobare più persone a lavorare per bene, senza venir sfruttati nelle palestre come succede al giorno d’oggi. Abbiamo anche pensato ad alcuni programmi per le donne in gravidanza.

Articolo a cura di Simone Ferri 

Emanuele Inserto, “Sotto l’equatore” un album di riscoperta di stili musicali passati e un omaggio a grandi artisti

Emanuele Inserto, cantautorato “Sotto l’equatore”
Emanuele Inserto (Foto di Pietro Paolini)

È uscito lo scorso 4 dicembre su tutte le piattaforme digitali e su cd il terzo lavoro in studio del musicista, cantautore e poeta Emanuele Inserto, dal titolo “Sotto l’equatore”.

L’album, distribuito da La Stanza Nascosta Records di Salvatore Papotto, è stato anticipato dalla pubblicazione del singolo “Canto di Eco”, un pop-rock d’autore dal retrogusto new wave accompagnato dal videoclip ufficiale -in anteprima su Mescalina- per la regia di Dario Magnolo.

«Sotto l’Equatore” – racconta Emanuele Inserto- è un album di otto brani volutamente rétro e in prevalenza acustici. Ho voluto in questo lavoro fondere il mio passato di chitarrista latino-americano-iberico con il cantautorato classico italiano e con alcune tendenze musicali italiane degli anni ‘80 e ‘90 (CSI, primi Litfiba). Per la prima volta ho scritto io tutte le parti e suonato strumenti diversi dalle chitarre. 

Molte sono le collaborazioni che impreziosiscono i brani. Prima fra tutte quella con Francesco Ferrarelli, in arte “Frencys”, con cui ho collaborato anche nel disco precedente e che nella canzone “Pace” si conferma un ottimo arrangiatore.

Ci sono poi Giuseppe d’Ortona, già batterista di Coez, che ha- ritmicamente parlando- “salvato” i brani da alcune mie “derive” un po’ azzardate; Christian Antinozzi, funambolico bassista e professionista di altissimo livello; Alex Araujo, amico e geniale chitarrista esperto in slide guitarElisa Andriani, che in passato è stata il “flauto magico” di diverse mie canzoni; infine, Katia Picciariello, Paola Antonelli e Camilla Passani, eccellenti cantanti dalle voci meravigliose.

Ho scritto i testi dell’album contestualmente alle musiche. Si è trattato di una nascita sincronica di testo e melodia. 

Credo che “Sotto l’Equatore” sia un album di riscoperta di stili musicali passati e un omaggio a grandi artisti diversissimi tra loro, che hanno dato al mondo della musica leggera qualità, autenticità e bellezza». 

Riferimenti biblici (Salomè, San Giovanni) e alla mitologia ellenica ed egizia (Eco, Amon-Ra), esotismi e ricercatezza d’antan si affacciano in testi a tinte poetiche, nei quali l’antico è il bacino di elezione da cui attingere metafore e fascinazioni, funzionali alla rappresentazione di una condizione umana nel suo essere senza tempo.

Emanuele Inserto - Sotto l’equatore - Cover
Emanuele Inserto – Sotto l’equatore – Cover

Nella title-track, ad esempio, i riti della fertilità in onore della dea Yemanja sono il pretesto per una celebrazione dell’amore passionale a ritmo quasi di “Lundu”, considerato uno dei capostipiti della Musica Popular Brasileira.

Retrospettiva cantautorale (Battiato su tutti) e new wave italiana si incontrano in una canzone d’autore punteggiata di suggestioni musicali internazionali.

Emanuele Inserto è chitarrista, cantante, scrittore di canzoni e poeta.

Ha collaborato dal 2009 al 2015 con Enrico Petrucci nel progetto “Hijos del Compás“, formazione volta alla ricerca e alla diffusione dei patrimoni musicali del Sudamerica e della Penisola Iberica, in veste di chitarrista, cantante e autore di testi in lingua spagnola e portoghese.

Emanuele Inserto (Photo credits Fabiana Calvo)
Emanuele Inserto (Photo credits Fabiana Calvo)

Da sempre appassionato della forma canzone e del rock acustico, ha pubblicato ad oggi tre album solisti di canzoni proprie e, dal 2016, ha deciso di dedicarsi prevalentemente a repertori originali in lingua italiana.

Ha collaborato e collabora tuttora con altri autori, compositori e musicisti, tra cui Alfredo Tagliavia, Frencys (Francesco Ferrarelli), Giava Giombini, Questione di Prospettiva e Katia Picciariello, con i quali ha condiviso eventi dal vivo e lavori in studio.

È autore di libri di poesie, pubblicati di recente dalle case editrici “Progetto Cultura” e “Porto Seguro”.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Luigi Farinaccio “Sotto il mantello della luna” il nuovo album  del cantautore molisano, che con questo album inaugura un nuovo percorso artistico 

Luigi Farinaccio, il ritorno con “Sotto il mantello della luna”
(Foto dal profilo Facebook dell’artista)

Il primo gennaio 2024, è uscito su tutte le piattaforme digitali l’atteso nuovo album del cantautore indipendente molisano Luigi Farinaccio: “Sotto il mantello della luna”.

Il secondo album ufficiale di Luigi Farinaccio è “Sotto il mantello della luna”, che inaugura un nuovo percorso artistico, dopo aver anticipato l’uscita di 3 singoli: Cuore curvo, “Un lampo di follia” e “Oggi il tuo respiro”, pubblicati rispettivamente tra il 2022 e il 2023.

“Sotto il mantello della luna” è un progetto discografico frutto di una lunga evoluzione, legata al cammino personale dell’autore, costretto a fare i conti con le proprie inquietudini, gioie e dolori, cambiando più volte parole e arrangiamenti, per agganciarsi ad emozioni in divenire, il tutto … sotto il mantello della luna!

I testi di Luigi Farinaccio hanno trovato gradualmente la giusta dimensione, ponendo la lente d’ingrandimento sulla scrittura, soprattutto durante il periodo storico alienante di restrizioni. L’urgenza e la necessità di sfogare le frustrazioni di una vita vissuta nel vuoto, nella solitudine interiore, sempre più “social”, ma sempre più isolati.

L’album contiene 10 tracce, quasi come fossero 10 capitoli di un romanzo da esplorare, unito da un sottile filo conduttore: la voglia di rivalsa, la riscossa, un nuovo inizio.

C’è sempre un’altra possibilità per rialzarsi, continuare a seguire i propri sogni e non accontentarsi di vivere nella confort-zone. Missione per esplorare l’inesauribile ricchezza del proprio “io”.

La luna, nel mondo dell’astronomia, riveste la stessa importanza del sole, si copre nelle ore più buie di un alone che la rende particolarmente misteriosa, così i 10 brani scorrono legati agli impulsi dell’inconscio.

Le parole tratteggiano il sogno, la solitudine, l’amore, la passione, l’abbandono, la rinascita, l’ironia e la libertà, facendo affiorare la sua luce anche su tematiche di carattere sociale come la violenza di genere, la povertà, la crisi d’identità di uno Stato spesso assente.

Luigi Farinaccio - Sotto il mantello della luna - cover
Luigi Farinaccio – Sotto il mantello della luna – cover

Luigi Farinaccio affonda le proprie radici nella musica pop rock cantautorale. Nell’album si susseguono atmosfere diverse, che spaziano da ballate acustiche a sonorità elettriche, da chitarre pedal steel con sfumature country ad assoli metal.

Ecco la tracklist:  

Sotto il mantello della luna

Arriverò

Cuore curvo

Oggi il tuo respiro

Leggera

Un lampo di Follia

Vita in un cartone

Un giorno d’ottobre

Music man blue

L’Indovino

Credits:
L’album “Sotto il mantello della luna” è stato registrato al “Tuscolo Recording Studio” a Grottaferrata (RM) da: Primiano Di Biase.
Produzione Artistica: Primiano Di Biase / Luigi Farinaccio
Produzione Esecutiva: Luigi Farinaccio

Voce, chitarre acustiche, armonica: Luigi Farinaccio

Pianoforte, piano rhodes, hammond, synth, fisarmonica, programming: Primiano Di Biase
Chitarre elettriche, pedal steel, dobro: Samuel Stella

Basso: Marco Spina

Batteria: Giovanni Spina
Cori: Irene Cedroni
Voce narrante: Sara Ciocca

Artwork: Carmen Minelli
Progetto grafico: Manuel Ciarallo
Distribuzione: IMusician Digital

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Chic Boom Boom, una esortazione a “Non smettere mai di sognare” un inno alla perseveranza e alla forza dei sogni

Mati e Sofi Chic Boom Boom sono una straordinaria coppia madre-figlia
Mati e Sofi Chic Boom Boom sono una straordinaria coppia madre-figlia

Sulle piattaforme di streaming digitale “Non smettere mai di sognare”, il nuovo album delle Chic Boom Boom dal quale è estratto l’omonimo singolo in radio.

«Non smettere mai di sognare, queste parole hanno ispirato il nostro nuovo brano pop, un inno alla perseveranza e alla forza dei sogni. Abbiamo scritto questa canzone con tutto il cuore, con l’intento di trasmettere un messaggio di speranza a tutti, grandi e piccini», così le Chic Boom Boom sul nuovo album.

“Non smettere mai di sognare” è una canzone che non è solo un’espressione artistica, ma racconta anche la storia di una mamma e di una figlia come cantautrici.

Commenta Matilde, mamma di Sofia, sul brano: «Sin da quando Sofi ha iniziato a cantare e suonare, ho sentito il bisogno di accompagnarla nel suo percorso, forse ancor prima che lei ne fosse consapevole. Vogliamo trasmettere l’importanza di non smettere mai di sognare, di lottare con determinazione nonostante le sfide e di seguire sempre i propri sogni».

Il videoclip di “Non smettere mai di sognare” è una raccolta di momenti che raccontano la storia di una mamma e di una figlia unite da un legame speciale, la musica.

Ogni scena rappresenta un capitolo prezioso di quest’avvenuta musicale. Immagini sul palco si alternano a momenti di vita quotidiana a casa e nel cuore pulsante di una sala di registrazione per mostrare l’importanza del supporto della famiglia nel perseguire i propri sogni.

Chic Boom Boom - Non smettere mai di sognare - cover
Chic Boom Boom – Non smettere mai di sognare – cover

“Non Smettere Mai di Sognare” è un album che racconta il viaggio musicale madre-figlia che cattura il potere dei sogni e delle emozioni autentiche: un’esperienza coinvolgente e unica.

Commenta l’artista a proposito del disco: «Siamo entusiaste di annunciare l’uscita del nostro primo album! Da madre e figlia cantautrici, attrici e YouTuber, abbiamo unito le nostre passioni e le nostre esperienze per creare un’opera che rappresenta il potere dei sogni e delle emozioni autentiche.

Questo album è il risultato di mesi di lavoro, dedizione e amore per l’arte. Ogni brano racconta una storia, catturando l’essenza della nostra creatività e della nostra connessione con il pubblico.

Speriamo che le nostre canzoni vi ispirino, vi emozionino e vi portino in un viaggio unico attraverso la musica e le emozioni. Vi invitiamo a far parte di questa straordinaria avventura e a condividere con noi questa esperienza unica. Grazie per il vostro sostegno e la vostra passione!»

Chic Boom Boom, “Non smettere mai di sognare” 2

Le Chic Boom Boom, Mati e Sofi, sono una straordinaria coppia madre-figlia che ha conquistato il mondo dell’intrattenimento per bambini e ragazzi con la loro musica coinvolgente e il loro talento multiforme.

Dopo aver fatto il loro debutto su YouTube nel maggio del 2022, Mati e Sofi hanno rapidamente guadagnato popolarità grazie alle loro irresistibili canzoni e al loro carisma contagioso.

Oltre a scrivere e cantare canzoni originali per grandi e piccini, Mati e Sofi hanno anche lavorato come attrici, recitando in spot televisivi e apparendo in produzioni cinematografiche di grande successo.

Mati ha interpretato il ruolo di Beatrice accanto a Franco Ricordi nel docufilm “Dante La Commedia Divina” prodotto da Magnitudo Film, mentre Sofi ha recitato nel docufilm di Francesco Toccafondi, ancora in produzione.

La loro versatilità artistica si è estesa anche alla scrittura, avendo pubblicato il libro “La principessa aliena e il Galateo” in italiano e inglese con Porto Seguro Editore, un’opera che ha ricevuto plausi dalla critica e dagli appassionati di letteratura per l’infanzia.

La loro canzone “La famiglia” ha ottenuto un grande riconoscimento, conquistando il prestigioso premio “Miglior Brano inedito” al concorso nazionale “Festival Le Voci d’Oro”.

Inoltre, hanno partecipato alla sesta edizione del talent show “The Coach”, trasmesso sul canale 7gold, dimostrando ulteriormente il loro talento e la loro versatilità.

Con un repertorio che spazia dalla dolcezza delle melodie infantili alla freschezza del pop, Mati e Sofi hanno conquistato i cuori di un vasto pubblico.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

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