Alice Stocchino: “Castelli di sabbia”, il nuovo singolo racconta le insicurezze di non riuscire a realizzarsi nella vita con la paura che tutto possa crollare da un momento all’altro

Alice Stocchino_photo by Alessandro Lozzi
Alice Stocchino (Foto di Alessandro Lozzi)

La giovane cantautrice e bassista romana convive da sempre con la musica, specialmente quella rock. Nei suoi brani inserisce emozioni, storie e pensieri che la accompagnano lungo il suo percorso. La sua speranza, unita a quella dei suoi coetanei, è quella di trasformare il suo castello di sabbia in qualcosa di più stabile e solido

Che ruolo occupa la musica nella tua vita?

Nella mia vita la musica ha un ruolo veramente molto importante perché sono nata in una famiglia di musicisti e quindi ho avuto anche l’opportunità di conoscere tanti generi diversi tra loro. Ho masticato la musica fin da bambina, è diventato il mio pane quotidiano, non riesco a farne a meno poiché con essa sono in grado di esprimermi al meglio, più dell’uso delle parole.

C’è uno strumento che preferisci suonare maggiormente?

Mi piace tantissimo suonare il basso, all’inizio studiavo pianoforte ma è stata “colpa” della mia insegnante di piano se sono passata al basso. Facevamo dei duetti a quattro mani ed io mi trovavo sempre nella parte grave del piano, gestivo il tempo e il groove, proprio come fa un bassista. Da lì ho cominciato ad approfondire il basso elettrico, e poi, essendo una soprano, mi piacciono molti i suoni bassi. Questo strumento lo sento molto mio.

Quando hai scritto la tua prima canzone?

La mia primissima canzone risale a quando avevo l’età di 11 anni circa, non era ovviamente definita, però era venuta fuori una traccia con una buona dose di rap in cui mi presentavo insieme con le mie cugine. Ho iniziato a scrivere ufficialmente verso i 15 anni, quando la mia vena poetica è migliorata. Ogni canzone scritta diventa una parte di me.

Alice Stocchino: “Castelli di sabbia” come metafora della vita 1
Alice Stocchino (Foto di Alessandro Lozzi)

Ci racconti la storia che c’è dietro il tuo ultimo singolo “Castello di sabbia”?

È un brano che trae riferimento dal messaggio onirico dei sogni proprio perché il castello di sabbia nei sogni rappresenta gli obiettivi da realizzare nella vita, ma essendo fatti di sabbia c’è sempre quella paura che tutto possa sgretolarsi e crollare da un momento all’altro. Per come l’ho interpretato io, è una metafora della vita perché rappresenta anche una realizzazione personale, nel mio caso, essendo musicista, tante persone dall’esterno vedono questa mia scelta come una cosa negativa, come se non fosse un qualcosa di serio. È un brano nato in un mio momento di sconforto in cui pensavo di non poter mai raggiungere i miei sogni, un brano aperto a tutte quelle persone che si ritrovano a vivere queste paure.

È proprio in base al tema trattato che hai deciso di abbracciare quel tipo di sonorità?

Assolutamente sì, la melodia del brano rappresenta un mood molto più inconscio, quel confronto tra noi e le nostre insicurezze che non ci permette di realizzarci come vorremmo. È un brano anche e soprattutto rock, il mio genere preferito, caratteristica che rispecchia in pieno la mia persona.

Nel 2023 hai pubblicato diversi singoli. C’è un legame o un luogo comune in particolare che li unisce?

Sì, quel filo che li unisce sta nella mia persona, nella mia intimità. Molti dei brani pubblicati nel 2023 sono nati mentre frequentavo il liceo, piano piano li ho tirati fuori dal cassetto. Appartengono ad una fase della mia vita che ho preferito non raccontare a parole. Rappresentano quell’identità di Alice dai 15 anni ai 23.

Alice Stocchino: “Castelli di sabbia” come metafora della vita 2
Alice Stocchino_(Foto di Giulia Uda)

Dopo il liceo stai proseguendo con l’università?

Al momento no, questa è stata una scelta molto combattuta. Avevo deciso di fare sociologia però questa mia scelta non è mai stata soddisfacente perché ho sempre e solo avuto voglia di fare musica; ho vissuto un periodo in cui ero un po’ insicura di me stessa, non mi sentivo all’altezza, e così mi sono iscritta a sociologia, una facoltà molto bella ma non mi ci sono mai ritrovata del tutto, seppur ho imparato molto. Riordinando un po’ le idee successivamente, ho deciso di lasciare l’università per concentrarmi sulla mia passione più grande. Ho dedicato del tempo a qualcosa che non sentivo mio.

C’è qualche altro settore o facoltà che preferisci, oltre a sociologia?

Nutro un forte interesse per la psicologia, però se devo scegliere come impiegare il mio tempo, lo dedico alla mia carriera da musicista.

Com’è nata la collaborazione con la Hoop Music?

È nata casualmente, un giorno è arrivata la mia insegnante di canto e ha visto per caso la pubblicità di Hoop Music e si è iscritta come vocal coach all’interno di questa etichetta che è anche una scuola di formazione a 360 gradi. Ci sono svariati corsi da seguire, scopri te stesso, approfondisci il mondo tecnico della musica e cosa c’è dietro le quinte di questo mestiere.

 “Castelli di sabbia” come metafora della vita
Alice Stocchino (Foto di Alessandro Lozzi)

Che rapporto hai con il mondo dei social? Come li usi?

Tendenzialmente li uso per la mia vita da musicista, però mi piace mostrare anche il lato umano della persona che è fondamentale, far vedere agli altri chi è Alice e cosa fa nel suo tempo libero. Mi reputo una persona con la quale si può comunicare apertamente e sono sempre pronta a parlare con tutti.

Ti è mai capitato di aprire qualche concerto?

Sì, ho aperto quello de Le Vibrazioni a Capodanno 2023 in Umbria, e il 14 dicembre ho avuto la possibilità di aprire anche quello di Valerio Scanu.

Come te lo vivi il palco?

Sono molto emozionata ma al tempo stesso anche rilassata perché sento di poter essere me stessa. Mi vivo il palco come se fosse casa mia.

Qual è il tuo desiderio più grande che vorresti realizzare dal punto di vista musicale?

Mi piacerebbe partecipare al Festival di Sanremo, è un grande obiettivo che mi sono prefissata.

Alice Stocchino: “Castelli di sabbia” come metafora della vita 5
Alice Stocchino_(Foto di Giulia Uda)

Ci racconti com’è andata l’esperienza di Tali e Quali Show?

Ho fatto il provino imitando Antonella Ruggiero, mi sono messa in gioco come sempre e mi hanno presa. Ho vissuto una settimana presso gli studi Rai, esercitandomi di continuo; è stata una bellissima esperienza che mi porto dietro con molto piacere.

Scegli una tua canzone che ti rispecchia di più…

È una bella battaglia, tengo a tutti i brani che ho scritto essendo autobiografici. Ti direi “Guardami” perché è la prima canzone pubblicata nel 2023 ed è anche quella che ha raggiunto un buon numero di ascolti su Spotify, è stata una grande soddisfazione.

Ti piacerebbe fare un featuring?

Sì, mi piacerebbe moltissimo. Sogno di farlo con Zucchero, perché fa un genere che in Italia è inusuale ed è conosciuto e apprezzato a livello internazionale.

 

Alice Stocchino (Foto di Alessandro Lozzi)

Hai una canzone che funge un po’ da colonna sonora della tua vita?

Non proprio, però c’è una canzone che mi piace molto cantare, ovvero “Oceano” di Lisa, perché il contenuto è simile al concetto di “Castello di sabbia”, rappresenta l’immensità della vita e il coronamento dei propri sogni.

Che programmi concreti hai per l’avvenire?

Sicuramente una cosa concreta che voglio fare è tradurre i miei brani in lingua inglese per aprire le porte anche all’estero.

Articolo a cura di Simone Ferri

PRK “Puntoradiokom”,  sono orgogliosamente una Tibute Band di Vasco Rossi, nata a Pescara e ricercatissima e conosciuta in tutto il Centro Italia

PRK “Puntoradiokom”, il tributo a Vasco Rossi

Domenico Carriero ha intervistato il loro capitano Paco al termine del live tenutosi lo scorso 7 gennaio a Spoltore (PE) in occasione della manifestazione di beneficenza verso l’associazione AGBE, “Associazione Genitori Bambini Emopatici Pescara”. Numeroso il pubblico accorso da tutta la provincia per quello che è stato il loro primo live del 2024.

Empatici, travolgenti e trascinanti quando ripropongono quelle che ormai sono le pietre miliari del repertorio targate Vasco: da “Vita spericolata” ad “Alba Chiara”, da “Gli spari sopra” a “Cosa succede in città” e tante altre.

Le tribute e cover band sono oggi un fenomeno sempre più in crescita sia in Italia che all’estero che non si può più ignorare mediaticamente per il grande riscontro che ricevono nel mondo tra i giovani e non.

Durante la loro carriera i PRK hanno incrociato artisticamente molti musicisti che hanno suonato con il Kom, da Andrea Braido, già suo chitarrista dal 1989, a Claudio Golinelli, bassista di Vasco dal 1984 e della Steve Rogers Band, a rimarcare la credibilità e autenticità del progetto PRK.

PRK “Puntoradiokom”, il tributo a Vasco Rossi 1
PRK a Pescara

Quello di Spoltore è stato il primo live dell’anno per i PRK che hanno già annunciato sulle loro pagine social la data zero del loro prossimo tour per il 25 aprile a Paglieta (CH).

Durante il live e nell’intervista, Paco ha fatto riferimento anche alle due storiche partecipazioni di Vasco Rossi al festival di Sanremo, nel 1982 con “Vado al massimo” e nel 1983 con “Vita spericolata”, ove anche non vincendo l’artista è riuscito a rendere celebri quelle esibizioni.

PRK “Puntoradiokom”, il tributo a Vasco Rossi 2

E a fine intervista Paco ha annunciato la prossima uscita del primo singolo firmato PRK. E i loro fan sono in curiosa attesa di applaudire i loro beniamini nella nuova veste non tributativa.

Video intervista a cura di Domenico Carriero 

Oto Mayumi: “Good and bad Shades”, progetto con cui la cantautrice italo-giapponese parla del lato “grigio” delle persone, di emozioni complesse, contorte e spesso contraddittorie 

“Good and bad Shades” il primo album in studio di Oto Mayumi
“Good and bad Shades” il primo album in studio di Oto Mayumi

Disponibile in tutto il mondo dal 1° dicembre 2023, sia in digitale (download e streaming) che su CD fisico, il primo album in studio di Oto Mayumi.

Un progetto con cui la cantautrice italo-giapponese parla del lato “grigio” delle persone, ossia, di emozioni complesse, contorte e spesso contraddittorie che ogni essere umano prova.

Un concetto che ben si esprime già con il titolo originale dell’album, 灰、良い影 (si pronuncia “Hai, Iie”), che scritto con quei kanji non sta ad indicare solo un semplice “sì, no”. “Hai” sta per ceneri, “ii” sta per buona e la “e” vuole dire ombra.

Quindi, è un po’ come dire, “il grigio delle ceneri crea delle belle ombre” (da qui il titolo internazionale dell’album “Good and Bad Shades”).

Per Oto Mayumi, nella vita non esistono solo il bianco e il nero. La vita è un continuo incrociarsi di cose belle e brutte, che mischiandosi tra loro, formano dei grigi di varie tonalità.

Oto Mayumi: “Good and bad Shades” 1
Oto Mayumi

Proprio per questa continua ambiguità, la cantautrice ha volutamente dato al titolo originale una doppia chiave di lettura, dal semplice “sì e no” alle buone ombre delle ceneri.

“Good and Bad Shades” contiene i singoli “Haisuikou no gomi”“Owl”“Zenbu” e “Datte” con l’aggiunta di sei brani inediti.

Testo e musica sono della sola Oto Mayumi, mentre produzione e mix sono di Codadilupo dei Tafka.

Anche “Owl”, che era l’unico brano a non vedere la sua produzione, è stato ritoccato da lui per l’occasione, in modo da creare una coerenza con tutto il resto del lavoro.

L’album è prevalentemente J-Rock, anche se nasconde qualche chicca fuori genere, soprattutto nel finale.

Inoltre, nel booklet del CD, oltre a delle foto della cantante e ai testi in lingua originale è inclusa anche la corrispettiva traduzione in italiano, per evidenziare maggiormente la doppia nazionalità di Oto Mayumi.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Travel Collective: “New Way” progetto internazionale che desidera promuovere la comprensione, l’apertura mentale e l’unità tra le persone sottolineando come la musica possa agire da linguaggio universale

New Way progetto internazionale dei Travel Collective
New Way progetto internazionale dei Travel Collective

Dal 9 gennaio è online il video di Kyoto Flowers il brano estratto dall’album “New Way”  (Art in Live / Egea Music) del collettivo Travel Collective, formato del duo jazz Marco Vezzoso e Alessandro Collina e altri 7 artisti provenienti da tutto il mondo.

Il video è stato registrato nel corso del concerto dello scorso novembre presso il prestigioso jazz club Sunset Sunside di Parigi. Sul palco, oltre il trombettista Marco Vezzoso e il pianista Alessandro Collina, Andrea Marchesini (batteria), Leo Chazallet (basso) e Nazim Kri (chitarra) hanno incantato il pubblico francese unendo la loro creatività e abilità tecnica.

L’album “New Way” (https://artinlive.org/album/new-way/?lang=it) si compone di 9 brani che fanno da ponte tra le diverse origini del collettivo e i mondi musicali che spaziano dal jazz alla musica classica, passando per la world music, fino a giungere al pop, per creare un senso profondo di collettività e unione tra Paesi diversi.

Il progetto desidera promuovere la comprensione, l’apertura mentale e l’unità tra le persone provenienti da contesti culturali diversi, sottolineando come la musica possa agire come linguaggio universale che collega le persone in tutto il mondo.

Travel Collective, progetto internazionale con “New Way” 1
Travel Collective

«La scelta di un collettivo per questo nostro nuovo disco deriva dalla necessità di esplorare nuovi mondi sonori. Dopo il nostro vecchio album “Travel” le composizioni si sono ancor più arricchite di atmosfere esotiche e non solo – dichiarano Marco Vezzoso e Alessandro Collina – Tanti ricordi, immagini, luoghi, persone incontrate riaffiorano nelle melodie della tromba e nelle armonie del pianoforte».

Ogni brano dell’album ha il nome di una città della quale desidera raccontare una storia, incorporandone gli elementi musicali e i suoi ritmi, lo stesso titolo dell’album, “New Way“, suggerisce un senso di movimento e scoperta, invitando l’ascoltatore a intraprendere un viaggio musicale attraverso i suoni e le storie dei diversi paesi e generi rappresentati.

Travel Collective al Sunside di Parigi
Travel Collective al Sunside di Parigi

Questa la tracklist di “New Way”: “Rain In Seoul”, “M. Kerpatenko”, “Kyoto Flowers”, “No Black Tie In Kuala Lumpur”, “Dubai’s Moon”, “Paris En TGV”, “Osaka Bridge”, “Nice Nissa” e “Hangin’Out In Sanya”.

M. Kerpatenko” è l’unico brano contenuto in “New way” cantato da Cecilia Barra. La voce dei Fool Arcana (duo vincitore del Jam The Future) interpreta un toccante testo dedicato al direttore d’orchestra ucraino della Filarmonica di Kherson Yuriy Kerpatenko, ucciso dall’esercito russo nella sua abitazione per essersi rifiutato di esibirsi in un concerto organizzato dalle forze di occupazione.

Travel Collective è un mosaico culturale e musicale composto, oltre che da Marco Vezzoso (tromba) e Alessandro Collina (pianoforte), da Andrea Marchesini (percussioni) Dominique Di Piazza (basso) e Neyveli S. Radhakrishna (violino), tre artisti con i quali il duo ha già collaborato in passato, a cui si aggiungono Kevin Saura (chitarra), Khaled Ben Yahia (oud), Praveen Narayan (tabla) e Cecilia Barra (voce).

Intervista ad Alessandro Collina a cura di Domenico Carriero

Devil A: “Le strade della mia città”, nuovo singolo del cantautore partenopeo La rabbia di sentirsi inadeguati in una realtà quotidiana

“Le strade della mia città” il nuovo singolo di Devil A
“Le strade della mia città” il nuovo singolo di Devil A

È uscito lo scorso 7 dicembre “Le strade della mia città”, nuovo singolo del cantautore partenopeo Devil A. È lo stesso Angelo Autorino, suo vero nome, a descrivere il brano: Le strade della mia città rappresenta un gesto incompiuto in quanto descrive una continua fase di crescita. Il rapporto a volte conflittuale, con le proprie radici, va ad addolcirsi con la promessa di un ritorno.

La rabbia di sentirsi inadeguati in una realtà quotidiana, si prova a placarla con la promessa di raggiungere i propri obiettivi. A volte però la tempistica è più lunga del previsto e ci si sente in apnea. Il brano è nato mentre guidavo ed ascoltavo il pezzo Stay di Post Malone.

Pioveva e l’asfalto era bagnato. Quando piove le buche vengono nascoste e diventano come specchi di fango. Riflettono tutto ciò che c’è intorno ed è difficile notarle.

Sfortunatamente, dopo averne scampate tre, in una quarta ci son finito dentro e anziché imprecare contro il fato o contro le amministrazioni, ho iniziato a cantare, nervosamente, una frase che poi è diventata il titolo della canzone: Le strade della mia città sono tutte rotte… Rotte inteso come dissestate, come a volte lo sono i percorsi che portano ovunque sia il proprio sogno».

Angelo Autorino, in arte Devil A, è un cantautore e rapper napoletano, classe ’98.

Nel 2018 si fa notare nella scena rap italiana vincendo un contest dell’etichetta discografica Honiro, già label di artisti come Ultimo e Briga.

Nel giugno del 2019 è finalista nel contest di AwLab con giudici Big Fish, Jake La Furia, Chadia Rodriguez e Anastasio, classificandosi al secondo posto.

Nello stesso anno, in autunno, supera le selezioni di Sanremo Giovani arrivando tra i 20 semifinalisti con il brano Disordine, ma decide di ritirarsi per entrare nella scuola di Amici di Maria De Filippi.

Devil A - Le strade della mia città - cover
Devil A – Le strade della mia città – cover

Terminata questa esperienza ad Amici, Devil A inizia il suo percorso discografico con Sony Music e di management con Yalla Movement, la struttura di Big Fish e Jake La Furia.

Il 28 febbraio 2020 pubblica per Sony Music il suo primo singolo Disordine realizzato con il producer Daniele Franzese, un brano malinconico che unisce i mondi del rap e della canzone d’autore e che evidenzia la sensibilità e le doti di scrittura diretta ma introspettiva dell’artista.

Il 17 aprile 2020 Sony Music pubblica il secondo singolo Meriti un oscar, il brano con cui si era presentato ad Amici e con cui ha conquistato la sua fanbase.

Seguono altri due singoli: Mille miglia da me con la partecipazione di Skioffi e Va bene così.

Nel 2021 partecipa come attore al Docufilm Partenoplay premiato come miglior regia all’ i-Fest International Film Festival.

Devil A
Devil A

Il brano inciso per l’occasione è N’ata storia. Nell’estate dello stesso anno, con Baby don’t cry mantiene la conquista dello streaming.

Aria, in duetto con il rapper partenopeo Aleam e prodotta da Daniele Franzese, è il singolo che, a febbraio 2022, inaugura la sua rinascita con l’etichetta Soter.

Segue a settembre il singolo Resterò; a maggio 2023 il nuovo pezzo realizzato con Skioffi, Stupida.

Attualmente è in tour e al lavoro nella preparazione del suo primo album previsto per il 2024.

Video intervista a a cura di Vincenzo Salamina

Ms Rosita, con il nuovo Ep “Esperidi” racconta, in chiave cinica e ironica, storie di personaggi della mitologia greca, riadattati ai giorni nostri, esperienze personali e storie d’amore

Ms Rosita: Non voglio racchiudermi in una classificazione
Ms Rosita: Non voglio racchiudermi in una classificazione

L’identità artistica di Ms. Rosita si muove tra i generi dell’indie e del pop, mischiati sapientemente con tocchi di rock, blue, soul e R&B. La usa ironia è irriverente, questi i tratti distintivi del talento emergente di Ms. Rosita, giovanissima cantautrice di Biella.

Cantante, compositrice e polistrumentista fa il suo debutto con un nuovo e interessante progetto musicale intitolato “Esperidi”: un ep con 4 brani nato tra le mura domestica nel 2020.

In Esperidi Ms Rosita racconta, in chiave cinica e ironica, storie di personaggi della mitologia greca, riadattati ai giorni nostri, esperienze personali e storie d’amore.

L’Ep si compone di quattro brani inediti. Apre la tracklist “Quarantena”, singolo che ha anticipato l’uscita dell’Ep. Il brano parla d’amore.

Ms Rosita - Esperidi - cover
Ms Rosita – Esperidi – cover

La fine di una relazione spesso richiede l’uso della ragione per normalizzare il fallimento e la delusione. In questo pezzo Ms. Rosita utilizza la metafora della nave per rassicurare coloro che vivono la fine di una relazione. La nave da abbandonare, citata nel testo, è un invito a fermarsi, riflettere e a lasciar andare con la consapevolezza che ci saranno altre occasioni e si potrà così ricominciare un altro appassionante viaggio.

“Un amico dagli occhi blu”, seconda traccia, racconta la storia di Narciso, personaggio della mitologia greca, che colpito da un incantesimo fu condannato all’eccessiva vanità e all’amore smisurato per sé stesso. Ms. Rosita riporta questa storia ai giorni nostri e vede in Narciso un individuo che guardandosi allo specchio non è mai soddisfatto della propria estetica.

“Esperidi”, brano che dà il titolo all’Ep, si ispira ad un’altra storia della mitologia greca. Le Esperidi, infatti, erano ninfe che, secondo le leggende, custodivano il giardino delle mele d’oro. A causa del furto di una di queste si innescarono una serie di litigi che portarono alla guerra di Troia. Ms. Rosita parte da questa narrazione ma si sofferma sul termine “E speri di” ne cambia il significato per parlare di speranze e di desideri.

Ms. Rosita, il debutto con l'Ep "Esperidi" 1
Ms. Rosita

Chiude la tracklist “Alice Meraviglia” che prende spunto dalla favola di Alice nel paese delle meraviglie che per Ms. Rosita è piena di simboli, significati e personaggi strani che, per certi versi, rappresentano gli aspetti positivi e negativi della società contemporanea. Su questi elementi costruisce una sorta di parodia con la quale elargisce consigli e rassicurazioni per gestire al meglio le disavventure della vita.

Ms. Rosita ci racconta il suo percorso artista e il suo debutto con il nuovo album.

Il tuo percorso artistico è iniziato a 12 anni. La tua passione è nata grazie ai tuoi genitori o hai avuto altre influenze?

I miei genitori non hanno mai avuto passione per la musica e nemmeno nell’ascolto, ma ho un fratello di mia nonna che faceva il direttore di orchestra e i suoi figli/nipoti hanno seguito il suo esempio, sebbene facciano musica classica.

A me incuriosiva un percorso alternativo, che ho capito studiando altri generi musicali, così ho iniziato a dedicarmi anche altre tendenze musicali, cercando di farle bene che non è mai semplice.

Ms Rosita, il debutto con l'Ep "Esperidi" 1

Nel tuo ep “Esperidi” ci sono 4 brani, con sonorità e generi vari. Oltre ad essere un album di debutto, è un lavoro di sperimentazione? Verso quale direzione vuoi andare musicalmente?

Sono i miei primi lavori che rispecchiano il mio essere e i miei diversi ascolti: in generale, non mi pongo troppi limiti in fase di composizione.

Dove voglio andare, dipende dal periodo e soprattutto da cosa ascolto nel momento in cui mi scrivo. Non voglio racchiudermi in una classificazione.

Non andrò mai verso il metal, ma credo che al di fuori dell’aspetto musicale, quello che lega i miei pezzi sono le modalità di scrittura, dove c’è   sempre l’ironia. La stessa   è presente anche nel mio modo di cantare, dove non mi pongo limitazioni.

Nell’attuale scenario musicale è fondamentale apparire, e soprattutto inseguire follower, i social e le visualizzazioni.   Questo ti condiziona nella scrittura delle tue canzoni?

Se un artista si mette in mostra, comunque, cerca sempre un riscontro positivo con like (per fare un esempio). Io non sono molto brava ad utilizzare i social e non mi metto a fare le cose pensando a questo. Però non mi sento molto diversa rispetto a chi ascolta la trap perché sono figlia di questi tempi. Quello che mi piace è pensare che le persone possano sentirsi dentro i miei testi.

Oltre alla scrittura dei testi, alla parte melodica e armonica, curi anche gli arrangiamenti delle tue canzoni?

Amo molto scrivere, dove ho trovato la mia dimensione. Quando concepisco una canzone, definisco una struttura/Demo e poi studio gli arrangiamenti che poi vengono realizzati con il supporto di alcuni musicisti. Mi piace sviluppare idee anche in questa parte più tecnica.

Ms Rosita, il debutto con l'Ep "Esperidi" 2

Nei video su YouTube dei quattro singoli, sei stata fotografata con un costume bianco mentre mangiavi una mela. È un’immagine esuberante, diversa rispetto a quella più timida che hai portato al Reload Sound Festival 2022 anche con un outfit più contenuto.   Perché questo contrasto?

Io sono favorevole al fatto di fare una foto più esuberante, se dietro un artista però c’è della sostanza. Mi piaceva lo scatto perché dovevo scoprirmi.

Dal vivo sono più riservata, ma non mi sento timida, anche se posso trasmettere questa sensazione.

Sono una persona egocentrica come tanti artisti, perché è un po’ nella loro natura.

Adesso ti stai dedicando alle produzioni di nuovi singoli, mentre per vederti live, quali saranno i tuoi prossimi progetti?

È una cosa che mi piacerebbe fare, sebbene sia diventato un po’ complicato trovare artisti della mia età disponibili a fare dei live perché impegnati negli studi.   Mi sto muovendo per cercare delle occasioni per esibirmi in contest per artisti emergenti ma anche festival musicali.

Il debutto di Ms. Rosita arricchisce il panorama musicale con una giovane dotata di talento, capacità compositiva e voglia di sperimentazione.  L’artista è anche polistrumentista, caratteristica che purtroppo non è molto comune per le artiste donne, e sicuramente ne rafforzano la sua personalità musicale.

Articolo a cura di Raffaele Specchia

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Ispirato da maestri come Dalla e De Gregori e citando De André nel testo, Cortellino ci comunica che mediante la potenza dell’amore si può uscire fuori dai guai

Cortellino: Mi piacerebbe fare tanti live nei teatri
Mi piacerebbe fare tanti live nei teatri

Enrico Cortellino cantautore di Trieste, cresciuto con gli strumenti musicali tra le mani, ci offre una riflessione onirica ancorata alla realtà, una descrizione di un attimo di follia in cui l’amore prende il sopravvento nella nostra vita, rendendoci euforici e pieni di energie. Con un sound tipicamente anni ’70, la traccia si inquadra in un’atmosfera particolare, in cui l’amore viene descritto come un’ancora in grado di salvarci dai guai che pervadono il mondo.

Vorrei aprire questa intervista riavvolgendo un po’ il nastro del tuo passato. Quando e come è iniziata questa tua passione per la musica?

Fin da piccolissimo ricordo che avevo già una batteria e un organo giocattolo ed ero stimolato dal fare musica, anche influenzato da mia zia che era pianista. Poi ho ritrovato una chitarra vecchia di mio padre in cantina e ho cominciato a strimpellare. Quando frequentavo la scuola, mi ha comprato sia la chitarra elettrica che quella acustica.

 Quando hai scritto la tua prima canzone?

Sono sempre stato un creativo, nei primi tempi più che vere e proprie canzoni componevo delle prove di espressione d’emozioni, ho fatto anche alcune demo. Le prime canzoni che si possono definire tali risalgono all’età di 25 anni circa, registrate alle SIAE e pubblicate ufficialmente. La prima produzione ufficiale è datata 2007.

Prima il tuo pseudonimo era “Cortex”: come mai hai deciso di cambiarlo?

È una questione d’identità. Di cognome faccio Cortellino e quindi ho optato per questa scelta. “Cortex” era lo pseudonimo di mio nonno che faceva i quadri e ci ero legato emotivamente, però alla fine alla SIAE già risultava un gruppo anni ’70 che faceva rock psichedelico, io ero ignaro di tutto ciò quindi ho dovuto cambiarlo a causa di questa incongruenza. Da quando ho cambiato, ho cominciato ad ammorbidire il sound anche per testimoniare questa mia evoluzione sotto il punto di vista strumentale.

 Ci racconti la genesi de “Il mondo pieno di guai”?

È un brano nato molto tempo fa, è una riflessione sulla realtà e su come l’amore ti può cambiare da un momento all’altro. All’interno del testo c’è anche un’importante citazione di De André, ossia “voglio lasciar scoprire”: ho voluto prediligere un sound anni ’70 che richiami quello dei Banana Republic, un tour fatto all’epoca da De Gregori e Dalla insieme negli stadi. Ho voluto ricreare quell’ambiente particolare con delle sonorità old style.

Cortellino - Il mondo pieno di guai - cover
Cortellino – Il mondo pieno di guai – cover

Per te Dalla e De Gregori sono fonti d’ispirazione?

Assolutamente sì, sono pietre miliari della storia del cantautorato italiano che mi hanno influenzato notevolmente. Ho fatto anche la cover di Caruso.

Questo stile anni ’80-’90 te lo porti ancora dietro oggi?

Mi porto dietro tutto quello che mi piace e che mi ha influenzato. Alcuni amici, ad esempio, mi hanno fatto notare che nei miei testi ricorre sempre il mare, non me ne ero mai accorto ma poi ho realizzato quanto fosse vero.

Cosa vuoi comunicare con il tuo ultimo singolo?

La potenza dell’amore perché al giorno d’oggi è una cosa sottovalutata; se ci pensi il mondo è pieno di guai effettivamente, ma grazie all’amore si può uscirne fuori. Sono del parere che è meglio che ci rovini l’amore anziché ci roviniamo noi con le nostre mani. Inoltre, questa traccia una volta aveva un altro titolo, si chiamava “La testa tra le nuvole” e l’avevo fatta uscire nel 2012. Ho voluto fare una ri-edizione cambiando l’intro perché era un po’ stucchevole. È un brano molto sentito dal mio pubblico, me la chiedono sempre. L’ho rifatta 2.0 dopo tanti anni dalla prima pubblicazione perché volevo rinnovarla.

Ho letto che nel testo fai riferimento al buio, alla solitudine e alla disperazione. C’è una canzone in particolare che ascolti quando sei in difficoltà?

Sì, quando voglio piangere mi ascolto “Since I’ve Been Loving You” dei Led Zeppelin. C’è quel meraviglioso assolo che mi ricorda quei momenti in cui devo sfogare il mio animo.

Ci spieghi la scelta di utilizzare l’intelligenza artificiale nel videoclip del brano?

Questo singolo fa parte di un EP che contiene anche un altro singolo già uscito dal titolo “Rivoluzione digitale”; è un concept che voglio portare avanti, ovvero realizzare l’intero progetto con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Il risultato che ne è venuto fuori l’ho trovato molto psichedelico. Il videoclip non è un qualcosa che ho manipolato in prima persona ma mi sono trovato subito molto d’accordo con questa scelta e mi è piaciuta.

Cortellino: l’amore ti può cambiare da un momento all’altro
Cortellino: l’amore ti può cambiare da un momento all’altro

Con “Rivoluzione digitale” mi hai servito un assist: mi aggancio a questo binomio per chiederti che rapporto avete tu e i social?

Amore e odio, io sono un po’ un orso da questo punto di vista. Sono una persona alla quale piace stare isolata e farsi i fatti propri. Ad oggi noi musicisti ci svegliamo sui social quando dobbiamo annunciare o pubblicare un nuovo contenuto. Personalmente mi leva tempo ed energia stare dietro ai canali social. All’età di 40 anni mi dà anche un po’ fastidio questa situazione.

Qual è la tua canzone biglietto da visita?

Direi “Viversi per comprendersi”, un brano che risale al 2014.

E invece il verso di una tua canzone che ti racconta meglio?

Bella domanda! Ti direi un verso in “Elettra” che parla della libertà:

«Io mi son chiesto che cos’è la libertà
È non dipendere da nessuno
Se no finisce in schiavitù
Siamo tutti dipendenti dalla società
È una cosa che non puoi capire
Forse la puoi immaginare
Se non hai più il tempo nemmeno per respirare
Amico fermati a pensare
Guarda che bello è il mare»

Che valore pensi abbia attualmente la libertà?

Non dipendere da nessuno, la libertà è tutto nella vita. È un diritto, un qualcosa a cui tutti dobbiamo ambire con le stesse possibilità.

Se non avessi fatto il musicista cosa avresti fatto nella vita?

Credo che avrei fatto il cuoco, è una cosa che mi è sempre piaciuta fare fin da piccolo.

Qual è il tuo più grande sogno musicale?

Mi piacerebbe fare tanti live nei teatri. Quando mi è capitato di suonare nei teatri è uscita fuori sempre una roba meravigliosa perché la gente è lì per te e ti dà attenzione. Al teatro si spengono le luci e si accede a un livello di concentrazione molto elevato.

Cortellino: la libertà è tutto nella vita
Cortellino: la libertà è tutto nella vita

C’è un artista con il quale ti piacerebbe duettare?

Sicuramente Bennato.

Hai già dei programmi precisi per il futuro?

Nel futuro prossimo stiamo per pubblicare altri singoli e un EP che li racchiuderà tutti.

Articolo a cura di Simone Ferri 

The Doubles: “Fuso Orario” è la descrizione di un’insieme di emozioni che si legano e mescolano creando una sensazione di confusione

"Fuso Orario" il nuovo singolo dei The Doubles - cover
“Fuso Orario” il nuovo singolo dei The Doubles – cover

Dal 15 dicembre 2023 disponibile in rotazione radiofonica “Fuso Orario” (Joseba Publishing), il nuovo singolo dei The Doubles sotto la direzione artistica di Gianni Testa.

“Fuso orario” è l’attesa di un messaggio, l’attesa di risposte che ci portino a comprendere se il sentimento che proviamo sia corrisposto e la confusione che si genera nella mente viene comparata al primo giorno della settimana, per tutti motivo quasi di disorientamento, domande e piccoli disagi, il lunedì.

Il brano è stato scritto da Mirco La Rosa, Giovanni Segreti Bruno, Francesco Greco.

Commentano gli artisti a proposito del nuovo brano: «Fuso orario è la descrizione di un’insieme di emozioni che si legano e mescolano insieme, creando una sensazione di confusione e disorientamento comparato al primo giorno della settimana, proprio il lunedì da cui tutti il prima possibile vogliamo andar via».

The Doubles è un duo canoro formato da Mirco e Nicol La Rosa due gemelli nati il 20 settembre 1998 a Ragusa che hanno in comune non soltanto la data di nascita ma anche la passione per il canto che sin da bambini li ha portati a partecipare a diversi provini come “Ti Lascio una canzone” che ha permesso loro di essere stati ascoltati dal maestro Leonardo De Amicis che ne ha apprezzato le doti vocali.

Il duo è stato coinvolto in diverse manifestazioni culturali, come la Giornata sulla Sicurezza Stradale “Polstrada”, apprezzati dalla polizia locale e dal Prefetto di Ragusa tanto da riuscire ad aggiudicarsi la prima pagina sul quotidiano “La Sicilia”.

Per tre anni consecutivi hanno provato ad accedere alla scuola di “Amici” riuscendo però a superare soltanto la fase online del provino.

Il duo ha partecipato a diversi campus musicali per migliorare e perfezionarsi al meglio così da realizzare il sogno di fare della musica il loro mestiere.

The Doubles
The Doubles

Tre anni fa hanno aperto un profilo social su Instagram nel quale pubblicano diverse cover musicali che verranno apprezzate da molti, tanto da essere notati e ospitati a Radio Italia anni 60 (Roma).

Nel 2021 partecipano ai casting di X-Factor 2021 riuscendo ad’ arrivare ai casting televisivi difronte i 4 Giudici, aggiudicandosi il Sì da parte di Mika.

Sempre nel 2021, il 7 dicembre, vengono ospitati alla manifestazione “Una Melodia per la Sicurezza” XII edizione dall’Associazione Argos Forze di Polizia a Roma all’ interno del “Rony Roller Circus”, ricevendo così un attestato di partecipazione come: “Artisti di grande valore umano, con la loro presenza, e la loro performance hanno arricchito di contenuti sociali questa manifestazione”.

Il 10 dicembre 2021 pubblicano il loro primo Singolo “Come altalene” riuscendo ad’ ottenere in pochi giorni più di 57.000 visualizzazioni, tanto da essere ospitati e inseriti in moltissime radio e tv nazionali e internazionali.

The Doubles, "Fuso Orario" il nuovo singolo
The Doubles

Il 3 giugno 2022 pubblicano il loro secondo singolo “HYPE” raggiungendo in pochi giorni 8.072 ascolti su Spotify.

Nell’estate 2023 partecipano al contest “Sicilia Vocal Festival” di cui saranno i vincitori della categoria Jung e vincitori assoluti entrando così di diritto a Sanremo Live Box.

Ad ottobre partecipano alle audition di X Factor Malta riuscendo a convince tutti i giudici, ottenendo così quattro Si e passare al prossimo step (Bootcamp), riescono a superare anche questa fase ed arrivare alle six chair challenge.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Joe Barbieri il nuovo Ep che celebra la canzone napoletana, un gesto d’amore di un cantautore appassionato verso  Napoli e la canzone classica napoletana

Joe Barbieri l’Ep con Napoli nel cuore

Con oltre 30 anni di carriera, Joe Barbieri è una delle istituzioni della musica italiana. Cantautore, produttore, autore e interprete di indubbio valore e talento. Dallo scorso 12 dicembre è partito il suo nuovo progetto grazie al brano “Vulesse ‘O Cielo”, mentre dal 12 gennaio è disponibile su tutte le piattaforme digitali “Accarezzame – Lazzarella – Dicitencello Vuje – Cammina Cammina”, il nuovo Ep che celebra la canzone napoletana. Questi brani faranno poi parte di un progetto più grande, che prenderà il nome di “Vulìo”, progetto in uscita ad aprile, giusto in tempo per dare il via al tour che lo porterà in molti teatri e festival italiani.

Un gesto d’amore di un cantautore appassionato verso Napoli e la Canzone Classica Napoletana. Tra omaggi, rispetto, desideri e sogni.

Ciao Joe, come stai dopo l’uscita di questi brani?

Sto bene e non mi posso lamentare. Sono felicissimo di questi brani e del progetto che sta prendendo forma. Per quanto mi riguarda invece, sto al giro di boa e mi è venuto spontaneo fare un computo delle entrate e delle uscite che la vita mi ha riservato. Il bilancio tra vita professionale, vita artistica e vita privata è positivo. In questo momento mi sento dove dovrei essere.

Come nasce questo progetto?

È un atto d’amore verso la mia cultura, verso la mia città e verso la musica. Questo progetto arriva nel momento giusto ed è frutto di questo mio benessere personale. Una serenità che mi ha consentito di lasciare da parte un certo timore reverenziale che ho sempre avuto sulla musica napoletana. Timore che mi ha impedito di dedicarmi a questo progetto in passato. Per me è una grande gratificazione.

Joe Barbieri - cover
Joe Barbieri – cover

Quali sono le esigenze dietro alla tua interpretazione di queste canzoni e cosa ti ha portato alla creazione di questo progetto?

L’aver scavallato i cinquant’anni d’età e aver superato i trent’anni di carriera. Lì ho sentito che era arrivato il momento di lasciare un po’ gli ormeggi e di potermi dedicare all’oggetto del mio desiderio. Oggi mi sento più libero e penso di aver lavorato nella maniera giusta, senza troppi patemi o rimpianti.

Inoltre, la causa scatenante è stato un invito ricevuto da Marisa Laurito, che è direttrice artistica del Trianon Viviani, Teatro della Canzone Napoletana, ed è deputata alla conservazione della tradizione della musica napoletana. Mi telefonò e mi chiese di tenere un concerto sulla musica tradizionale napoletana.

Avevo dato la mia disponibilità per il futuro, ma lei sperava in un qualcosa di immediato. Ho così avuto la follia di dire di sì e in un paio di settimane ho realizzato il progetto anche grazie a Oscar Montalbano e Nico Di Battista. Con loro abbiamo accolto queste canzoni, e le abbiamo preparate e realizzate per come le pensavamo. Così, questo progetto è nato dalla follia del momento.

Questo album rappresenta anche la tua libertà di pensiero?

Sicuramente! La mia è stata una scelta libera, dal repertorio all’interpretazione. La libertà è l’ingrediente fondamentale per la musica, anche se non sempre si riesce ad avere. Essere un discografico indipendente però mi garantisce una libertà.

Com’è nata la scelta di questi brani per questo spaccato?

Questi Ep che usciranno prima di aprile lì penso come dei mini album. Quindi, per i brani ho riflettuto all’equilibrio sonoro e alla proposta tra moderno e antico. La testa serve a sigillare la scelta che l’istinto fa. Quindi, è l’istinto che mi ha spinto per queste scelte.

Joe Barbieri - Vulio - (Foto Angelo Orefice).jpg
Joe Barbieri – Vulio – (Foto Angelo Orefice).jpg

Progetto partito poi da Vulesse ‘O Cielo…

Questa è la canzone che ha dato l’inizio al progetto, anche se è arrivata dopo. La sensazione di quello spettacolo tenuto a maggio scorso è stata così forte che il brano l’ho scritto in pochi giorni. Questo brano mi ha convinto su questo progetto. Non volevo lasciare sola questa canzone.

Ci dobbiamo aspettare grandi sorprese dai prossimi spaccati?

Certamente! Questo disco andrà a riprendere i grandi classici e cercherà di trovare un qualcosa di nuovo. Inoltre, andrò a interpretare anche i brani degli Almamegretta, Enzo Avitabile e altri artisti, cercherò quindi di lavorare su quei brani che per me saranno i nuovi classici.

Una carriera vastissima, con oltre trent’anni di musica, ma c’è un momento o un istante che ricordi con maggior affetto?

Forse potrei dirne due: il primo è legato all’incontro con quel gigante di Pino Daniele avvenuto a Roma, poco dopo il mio diploma; il secondo momento è dello scorso ottobre a Napoli, durante un concerto per celebrare la mia carriera. La città, il pubblico e tanti artisti, un bel modo per celebrarmi e celebrare le mie canzoni. Questi rappresentano alcuni dei momenti che ricordo con maggior affetto.

C’è un qualcosa che ti manca di realizzare?

Certamente! Vorrei realizzare un disco di musica sinfonica e mi piacerebbe lavorare con un’orchestra. Ho già scritto qualcosa e mi interesserebbe poter portare un progetto di questo tipo fuori dal mio studio.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Davide Cascini grintoso in “Basta così”, è un brano che esprime una forte critica sociale e un senso di frustrazione nei confronti del mondo moderno

“Basta così” il nuovo singolo di Davide Cascini
“Basta così” il nuovo singolo di Davide Cascini

Dal 15 dicembre 2023 è disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica “Basta così” (Joseba Publishing), il nuovo singolo di Davide Cascini sotto la direzione artistica di Gianni Testa.

“Basta così”, scritto da Davide Cascini, Luca Cascini, Salvatore Tricanico, è un brano che esprime una forte critica sociale e un senso di frustrazione nei confronti del mondo moderno. La musica può essere un potente mezzo di espressione e trasmettere un senso di ribellione e disincanto e può risuonare tra persone che condividono sentimenti simili di insoddisfazione e desiderio di cambiamento.

Commenta l’artista a proposito del nuovo brano: «Mi sento come se fossi intrappolato in un mondo che non riesco a capire. Mi chiedo se ci sia un modo per trovare un senso in tutto questo caos. A volte mi sento come se fossi solo, ma so che non sono l’unico a sentirmi così. Forse dovrei concentrarmi su ciò che posso fare per rendere il mondo un posto migliore, invece di preoccuparmi di cose che non posso controllare. Spero di trovare la forza per farlo».

Il videoclip di “Basta così”, firmato dal regista Marko Carbone, inizia con Davide Cascini che cammina per le strade di Roma, il tutto ripreso in suggestivo bianco e nero. La telecamera segue l’artista mentre interagisce con il contesto urbano, riflettendo l’energia del brano. Il bianco e nero accentua l’atmosfera nostalgica, enfatizzando la bellezza eterna e intramontabile di Roma. Il videoclip cattura la sensazione di libertà e rivoluzione che si sprigiona da ogni angolo della città, trasformando le strade in un palcoscenico di storie e speranze, il tutto guidato dalla voce appassionata di Davide Cascini.

Davide Cascini grintoso in “Basta così” 1
Davide Cascini

Davide Cascini ha iniziato a cantare a soli sei anni, esibendosi nel corso dell’adolescenza in varie feste di piazza. Il suo primo successo è arrivato a 16 anni, quando ha vinto il concorso di un programma televisivo locale. Da quel momento, la sua passione per la musica è diventata sempre più professionale.

Davide ha partecipato all’edizione 2019-20 del programma tv “Amici di Maria De Filippi“, guadagnando notorietà a livello nazionale. L’anno successivo, ha deciso di mettersi in gioco ulteriormente partecipando a “XFactor Romania”. Nel 2022, ha siglato un contratto con l’etichetta Joseba Publishing e ha cominciato a lavorare su un nuovo album.

Davide Cascini grintoso in “Basta così” 2
Davide Cascini

Il suo obiettivo è semplice ma ambizioso: farsi strada nel mondo della musica e far conoscere la sua musica al pubblico. Davide è un cantautore appassionato che spera di emozionare le persone con le sue canzoni.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

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