Bengala Fire: “La Band” è il disco d’esordio, un viaggio rock and roll attraverso le periferie delle nostre città, tra passato, presente, personaggi immaginari e sentimenti contrastanti
Fuori il 19 gennaio 2024 “La Band” il disco d’esordio dei Bengala Fire: la band trevigiana che si è distinta a X Factor 2021 nel roster di Manuel Agnelli pubblica il primo full length di inediti prodotto da Rodrigo D’Erasmo e Daniele Tortora.
12 tracce che riassumono perfettamente le loro passioni e i loro interessi: un viaggio rock and roll attraverso le periferie delle nostre città, tra passato, presente, personaggi immaginari e sentimenti contrastanti.
Anticipato dai singoli “Matador”, “Bobby Eroina” e “Serenissima Malcontenta”, “La Band” è a tutti gli effetti un punto di partenza: rappresenta il definitivo passaggio dei Bengala Fire all’italiano, dopo un ricco percorso in inglese, ed è la sintesi dell’esperienza live maturata in 13 anni d’attività.
12 canzoni nate da riff o melodie, suonate e risuonate in studio, e diventate canzone solo in un secondo momento: e se dal lato musicale troviamo chiari riferimenti al punk ‘77 inglese, dal punto di vista testuale ci sono tutte le osservazioni, le letture, i film, i videogiochi e gli ascolti che hanno rappresentato la quotidianità della band negli ultimi due anni.
In “La Band” vivono personaggi in cerca di risposte, sogni infranti, quartieri assopiti, bombe ed eclissi.
Scritto ed eseguito dai Bengala Fire, “La Band” vede la partecipazione di Rodrigo D’Erasmo, al violino, nei brani “Peggy”, “Serenissima Malcontenta”, “Amelia” e “Laura Cyberpunk”.
Tracklist
Bengala 77
La Band
Magnolia
Bobby Eroina
Kerosene
Peggy
Serenissima Malcontenta
Matador
Boh Amore
Sogni Chirali
Laura Cyberpunk
Amelia (La Verità)
I Bengala Fire sono Mattia Mariuzzo (Mario), Andrea Orsella (Orso), Davide Bortoletto (Borto) e Alexander Puntel (Lex).
Nascono a Cornuda (TV), dove a soli dodici anni formano la band, nel 2010. Si contraddistinguono fin da subito per il sound britannico e la forte propensione al palcoscenico.
Reduci da una lunga gavetta live e varie esperienze in studio, partecipano nel 2021 ad X Factor Italia classificandosi terzi sotto la guida di Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo, con i quali pubblicano i singoli “Valencia” e “Amaro Mio” in lingua inglese.
Ad aprile 2022 pubblicano il singolo “Jack (Non Sa)” con Luca “Vicio” Vicini (Subsonica) e partono per un tour primaverile ed estivo di 25 date in tutta la penisola.
Matura, nel frattempo, il rapporto artistico e lavorativo con Rodrigo D’Erasmo, che sfocia nella produzione di “Matador” e di “Bobby Eroina”.
Con quest’ultimo e il sound engineer Daniele “il Mafio” Tortora (Max Gazzè, Daniele Silvestri) proseguono il lavoro sul loro disco di debutto interamente in italiano.
Partecipano all’ottantesima Mostra del Cinema di Venezia a settembre 2023 presentando un cortometraggio che accompagna in anteprima il loro nuovo singolo “Serenissima Malcontenta” di lancio del nuovo album.
Il loro disco è in uscita a inizio 2024.
Questo il calendario dei prossimi concerti:
1 feb 2024 – BIKO – Milano
3 feb 2024 – GIARDINI LUZZATI – Genova
23 feb 2024 – MAGAZZINO SUL PO – Torino
24 feb 2024 – NÒVA – Novara
5 apr 2024 – NEW AGE – Roncade (Tv)
13 apr 2024 – SPAZIO PORTO – Taranto
20 apr 2024 – ARCI CRAL – San Vito al Tagliamento (Pn)
Intervista a cura di Vincenzo Salamina
Taketo Gohara, alchimista dei suoni
Taketo Gohara, alchimista dei suoni, un costante lavoro dietro le quinte ma vero deus ex machina per suoni e produzioni
Nell’intervista a cura di Vincenzo Salamina è stata in particolare approfondita la collaborazione di Taketo con il cantautore pugliese Renzo Rubino, dal loro incontro alle prime produzioni, dall’album “Il gelato dopo il mare” (2019) al brano “La Madonna della Ninna Nanna” (2023).
Quest’ultimo singolo parte con una delicata nenia in apertura per poi esplode in un ritornello festaiolo che solo la maestria della banda che accompagna Rubino, “La Sbanda”, è in grado di regalare.
Nel brano la preghiera si velocizza finché Renzo e la Sbanda trascinano l’ascoltatore in un gioioso girotondo musicale.
L’acusticità delle sue produzioni lo caratterizza con l’uso di “strumenti veri” e non virtuali. Come Sound designer sonorizza oggetti e gli eventi legati alla musica, come nel cinema.
Come compositore ha creato negli anni diverse musiche per installazioni d’arte, balletti e pubblicità.
Nell’ambito cinematografico è specializzato come sound designer e ha all’attivo più di 30 film come mixatore di colonne sonore in Surround.
Insegna Sound Design all’Istituto Europeo di Design e al Centro Professione Musica di Milano.
Taketo ha lavorato anche nel cinema, sempre curando l’ambito del sonoro, musicando l’intento e l’emozione della storia narrata dai film, al servizio della sceneggiatura. Come riportato in una sua passata intervista: «Il mio mestiere è prima di tutto capire profondamente i sentimenti, le paure e i sogni di ogni artista».
Nell’intervista Taketo ha anche tracciato un bilancio sullo stato di salute del cantautorato italiano.
Taketo Gohara nasce da una famiglia di artisti. Suo padre è pittore e designer mentre la madre è soprano; “in casa c’era musica da quando ci si svegliava fino a quando si andava a dormire”, ama ricordare Taketo.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Antonio Giagoni: “Canzoni ‘quasi’ fuori moda”
Antonio Giagoni: “Canzoni ‘quasi’ fuori moda” ma sempre autentiche! Si autodefinisce fuori moda perché il suo approccio si ispira molto agli artisti classici
Antonio Giagoni, cantautore toscano, apre il nuovo anno con il suo primo EP da solista, composto da 5 tracce variegate e introspettive.
1° gennaio 2024, primo EP pubblicato da parte di Antonio Giagoni, il cantante nato a Viareggio e cresciuto con la musica per mezzo del DNA di famiglia. Scrive di notte perché sale la soglia della concentrazione e diminuiscono i rumori e le distrazioni circostanti. Si autodefinisce fuori moda perché il suo approccio si ispira molto agli artisti classici. Ama sperimentare e miscelare diverse culture musicali, abbracciando quindi melodie vocaliche più articolate e raccontando ciò che gli scuote l’anima.
Come nasce questa tua passione per la musica?
Questa passione nasce fin da piccolissimo, avevo solo tre anni quando mio nonno, un suonatore di armonica a bocca, mentre mi teneva in braccio mi cantava sempre delle canzoni; al mio terzo compleanno mi regalò una batteria, perché aveva notato che mi piaceva picchiare sulle pentole con gli utensili da cucina. Da quel momento questa passione non si è più fermata, alimentata anche da mio padre, un chitarrista, che mi ha fatto avvicinare allo strumento melodico. Il primo vero amore è stata la batteria e poi si è spostato più verso la chitarra.
Quindi hai iniziato fin dall’infanzia a cimentarti in questo mondo?
Sì, inizialmente è nato tutto per gioco. In età adolescenziale mi sono un po’ fermato, poi mi sono ripreso, ho iniziato a concretizzare questa attività intorno ai 18 anni, quando ho scritto le prime canzoni.
Nel corso del tempo hai avuto delle influenze particolari in questo tipo di percorso?
Quando cominci a concretizzare di conseguenza si aprono varie porte, prima suoni insieme agli altri, poi ti approcci allo studio di registrazione e quindi entri nei meccanismi di produzione e roba varia.
Pensi di collocare la tua discografia in qualche genere specifico?
Non sento di appartenere ad un genere ben preciso, mi è sempre piaciuto miscelare culture musicali diverse, partendo sempre da una radice di cantautorato italiano. Ho sempre sperimentato con rock ‘n’ roll, jazz, blues, spesso ho messo dentro influenze di questo tipo. Mi piace questa abitudine di mischiare gli ingredienti, questo perché adoro cucinare e non seguire le ricette preimpostate. Lo trovo anche terapeutico sentirsi liberi di scrivere ciò che si vuole o ciò che una persona si sente dentro.
Come trovi l’spirazione per scrivere i tuoi pezzi?
Non seguo un processo creativo specifico, di solito trovo il mio momento ideale durante la notte perché riesco a concentrarmi molto di più su me stesso, non avendo distrazioni intorno, la città dorme e c’è molto silenzio; riesco a canalizzare tutta questa energia positiva e a trasformarla sul foglio bianco. Mi viene un’idea o un argomento e me lo porto nella testa fino a metabolizzarlo e a farlo mio. Avviene tutto in modo molto veloce, non ci metto molto tempo a completare la stesura di un pezzo.
Anno nuovo e primo EP pubblicato. Come ti senti dopo l’uscita?
Sono molto contento anche perché ho ricevuto dei report e siamo posizionati abbastanza bene in classifica, specialmente con l’ultimo singolo “Notte”. Non è un brano che segue dei canoni ben precisi e la posizione che occupa attualmente mi dà tanta soddisfazione. È un album molto variegato, si parte da due pezzi più funk, più estivi come “Tremo” e “Estate”, passando per “Peter Pan”, una traccia più folk con un finale rock quasi anni ’90, per arrivare poi ad “Apatico Innamorato”, che si sposta più sull’elettronico di un tempo e infine con “Notte” si torna negli anni ’60.
Perché la scelta di questo titolo?
Perché non seguono uno stereotipo ben delineato. Essendo una persona autentica, mi reputo un cantautore fuori moda, ho voluto mettere il “quasi” perché qualche ingrediente più moderno l’ho inserito.
Cosa c’è dentro questo EP? Quale messaggio vuole trasmettere?
Dentro questo EP sono contenute tante cose, principalmente parla del mio modo di affrontare determinate situazioni che mi sono capitate nella vita, dall’omaggio alla notte, passando per la solitudine e la voglia di una nuova estate, alla fine di un amore. Tratta anche della sindrome di Peter Pan, perché ne soffro tuttora ma ne vado orgoglioso.
Cosa ti aspetti dal 2024?
Cerco di essere sempre molto ottimista, mi aspetto tantissimi concerti data la mia passione di suonare dal vivo. Sono anche in attesa delle prime recensioni perché ho voglia di sapere quello che trasmette agli altri questo lavoro.
Che rapporto hai con il tuo pubblico?
Ho un rapporto abbastanza spontaneo, cerco sempre di avere un colloquio con loro, uno scambio ideologico ed emotivo. Proprio per questo mi piacciono molto i concerti intimi, dove posso suonare solo con chitarra e voce. Si crea un’atmosfera intensa, quella poca gente che viene lì ti segue con interesse. Il pubblico è molto più predisposto ad ascoltare e a cogliere le sfumature che ci sono dietro a un brano o alla storia di un artista.
Ti è già capitato di aprire qualche concerto?
Sì, assolutamente, in particolare ho aperto quelli di Max Gazzè e di Levante, e anche altri di cantanti minori.
Che emozioni ti dà il palco?
Quando sono sul palco mi sembra di stare in cima al mondo, è la cosa che amo fare di più, mi riempie di emozioni. È l’aspetto che ho sofferto di più durante la pandemia, era una mancanza incolmabile, il contatto diretto con la gente, che è la vera e propria dinamica del live.
Ci racconti l’esperienza di quando hai vinto il premio “miglior cantautore” in occasione del “Premio Lucio Dalla”?
È stata una bellissima esperienza. Lucio Dalla, insieme a Lucio Battisti, è stato una delle mie fonti di ispirazione più grandi. Quando ho partecipato e ho vinto quel concorso per me è stata un’enorme soddisfazione ed è stata anche un’occasione per conoscere altri cantautori e tuttora ci sono rimasto in contatto.
Hai dei programmi in particolare per il futuro?
A breve uscirà il cortometraggio di “Canzoni quasi fuori moda”, in cui i 5 brani faranno da colonna sonora. Successivamente rientrerò subito in studio per registrare il volume 2 che si chiamerà “Canzoni fuori moda”, una raccolta di altri 5 pezzi concepiti in maniera molto più acustica.
Ho letto che prima facevi parte di una band che poi si è sciolta. Ad oggi come te la vivi questa carriera da solista?
Me la sto vivendo molto bene e in modo spensierato. Lo scioglimento della band mi ha fatto crescere dal punto di vista creativo perché mi sono ritrovato a portare avanti un progetto da solo, ho scoperto anche alcuni lati di me che in passato non avevo approfondito abbastanza. Sono doppiamente felice perché nel progetto da solista è coinvolto anche il batterista de gli ZoCaffè, la vecchia band.
Hai qualche progetto in cantiere o dei sogni nel cassetto?
Sì, mi piacerebbe fare un mini-tour a Parigi, una delle città che amo di più al mondo in cui sarei onorato di portare la mia musica. A differenza di tante altre città europee, mi ha sempre trasmesso una profondità notevole. Mi piacerebbe farlo in duo, chitarra e piano, in locali intimi, proprio per creare quell’atmosfera magica di cui parlavamo precedentemente.
Articolo a cura di Simone Ferri
Maurizio Solieri, il leone del Rock made in Italy
Maurizio Solieri, il leone del Rock made in Italy, in questa intervista ripercorre il suo approccio alla musica fino allo sviluppo del suo stile
Maurizio Solieri: chitarrista, compositore, produttore e autore di molti progetti personali e per altri artisti.
Ha collaborato con i più grandi: da Dodi Battaglia a Vittorio Nocenzi, a James Senese.
È stato tra i fondatori della Steve Rogers Band e storico chitarrista di Vasco Rossi. Nel 2022 ha pubblicato la seconda edizione della sua biografia “Questa sera Rock’n’Roll. La mia vita tra un assolo e un sogno” e il suo ultimo album da solista “Resurrection”.
Assolo e sogno sono due sostantivi che trovano svariate forme di relazione e probabilmente il sogno più grande di ogni chitarrista è quello di scrivere l’assolo più bello di sempre sfidando il tempo e le mode, e Solieri lo ha fatto scrivendo quello di “Alba chiara”.
Sono tantissimi gli aneddoti raccontati nel libro: dalle serate passate in allegria con gli amici della Steve Rogers Band, alla collaborazione con Vasco.
Il suo ultimo album “Resurrection” si contraddistingue già dalla grinta che la copertina emana: il vecchio leone del Rock made in Italy, selvaggio, con tanto di criniera, mentre urla dopo il lancio di un accordo.
Nell’album si passa dal cabaret pop di Tommy all’hard rock di Rock’n’roll Heaven, dalla ballata Jimmy al pezzo “rollingstoniano” Checkin’ out your throne con tanto di fiati.
Un album nato durante la pandemia con la collaborazione di Eric Solieri, figlio di Maurizio, alla batteria e altri amici come Michele Luppi e Lorenzo Campani.
Maurizio Solieri è stato chitarrista di Vasco Rossi per oltre trent’anni, componendo le musiche di brani evergreen come “Canzone” (dall’album “Vado al massimo”), “Dormi, dormi “ (dall’LP “Cosa succede in città”), “C’è chi dice no” (dall’omonimo album), “Lo show” (dall’album “Gli spari sopra”) e “Rock ‘N’ Roll Show” (da “Buoni o cattivi”).
Nell’intervista, a cura di Vincenzo Salamina, Maurizio Solieri ripercorre il suo approccio alla musica fino allo sviluppo del suo stile riconoscibile.
Caso: “Umano” Ep d’esordio della cantautrice
Caso: “Umano” l’Ep d’esordio della cantautrice, una prima opera di assoluto valore e di grande interesse
È già disponibile su tutte le piattaforme digitali Umano, l’Ep d’esordio della cantautrice Caso, all’anagrafe Ilaria Broccanello. Una prima opera di assoluto valore e di grande interesse, anticipato dai singoli Pianeti dentro/Oroscopo contro e Carre4. L’Ep, prodotto da Fosco17, racchiude in sé tutta la fragilità, le contrapposizioni e la forza dell’essere umano, nonché una dose di ironia e umorismo.
All’interno amori passionali, storie sbagliate, tradimenti e sofferenza. Storie e racconti di vita vissuta messi in musica. Racconti biografici condivisi e riflessivi. Momenti di vita anche sofferti, ma che regalano una visione più ampia di una cantautrice di indubbio talento.
Umano è il tuo Ep d’esordio, ma quali sono le tue emozioni?
Sono entusiasta di questa uscita! È un progetto in cui credo tanto e che non vedevo l’ora di presentare. Non mi rendo ancora completamente conto, ma sono felice di questo Ep. Qui c’è un anno di lavoro, di pensieri e momenti vissuti. Spero che il pubblico possa percepire le mie stesse sensazioni. Ora mi godo i frutti di questo lavoro, anche se sto già pensando ad un nuovo progetto.
Tu dichiari: “Scrivere questo Ep è stato nel tempo come una terapia. Mi è servito a capire molte volte, riascoltandomi, quanto dovessi ancora lavorare su me stesa”. Quali sono le emozioni che hai voluto trasmettere in questo Ep?
È stata una terapia per me e credo che tuttora lo sia. È un riprendere i punti focali della mia vita e metterli su carta. Quello che volevo trasmettere: è che tutti viviamo queste situazioni e questi momenti, ma se non siamo soli, lì possiamo superare. Questo è il messaggio più importante che voglio far passare, anche perché solo condividendo il nostro dolore o le nostre debolezze, possiamo superare gli ostacoli della vita e avere un bagaglio più importante.
Umano è il titolo dell’Ep, ma come nasce questa scelta?
Ho scelto questo nome per l’ironia. Ho voluto giocare con il mio nome d’arte Caso. Così da far diventare Caso – Umano. Alla fine, siamo tutti casi umani, anche perché ognuno è fatto a modo suo. Umano è la parola che uso per perdonarmi quando capisco di aver sbagliato. È una parola forte e che ci fa capire che non siamo infallibili.
C’è un brano che rappresenta questo tuo progetto?
Forse, la canzone più emblematica di scoperta o riscoperta, è stata Pianeti dentro/Oroscopo contro. Perché, quando l’ho scritta è stato il momento in cui ho preso coscienza di una situazione finita.
Il tema dell’amore è molto trattato in questo Ep, ma in una sfumatura più vissuta e malinconica…
Sono tutti brani autobiografici e sono tutte relazioni che ho vissuto negli anni. Queste sono canzoni che avevo lasciato nel cassetto e che ho modificato per questo Ep. Sono tutte canzoni su di me a parte Carre4, che ho vissuto dall’esterno, ma dal primo momento. Ho voluto regalare la mia visione dell’amore al mondo, ma so che può essere la visione di tante persone. Anche perché l’amore non è sempre roseo come lo vogliono rappresentare.
Riprendendo il titolo, Umano, l’essere umano lo rappresenti come un essere pieno di errori e con un suo percorso di crescita, ma può migliorare alla fine?
Lo spero vivamente, altrimenti saremmo tutti fregati. Io penso che la speranza sia l’ultima a morire e sono convinta che ogni persona debba lavorare su di sé, sulle proprie paure, sulle proprie insicurezze e sui propri dubbi, per poi arrivare ad una sorta di miglioramento. Una forma di coscienza collettiva, utile anche per migliorare tutti insieme.
Ep d’esordio e figlio di un percorso di vita, di luoghi e d’esperienze. Un progetto che mostra anche un certo coraggio…
Esattamente! Questo è un progetto dove ho raccontato un mio percorso di vita. C’è una dose di coraggio, ma il sentimento che prevale è l’orgoglio. Mi sono guardata indietro e mi sono resa conto di aver fatto tutto da sola, forse ci ho messo più tempo, forse potevo fare delle cose diverse, ma questo è il mio disco, fatto con le mie idee e le mie forze. Sono orgogliosa di questo progetto.
È anche un progetto libero?
Sicuramente! Non ci avevo pensato, ma sì. Sentivo l’esigenza di voler dire e trasmettere un qualcosa. Non ho sentito la pressione del dover pubblicare per forza o perché qualcuno me lo imponesse. Mi sono sentita libera di proporre una mia idea e quindi sì, questo è anche un progetto libero.
Qual è stato il momento in cui hai capito che l’Ep era pronto?
Proprio con la canzone Pianeti dentro/Oroscopo contro che è stato anche l’ultimo brano che ho chiuso. Quando l’abbiamo finito, con Fosco17, ci siamo guardati e abbiamo capito che era tutto pronto. Era arrivato il risultato che volevamo ottenere.
Quanto c’è di Ilaria e quanto di Caso in questo Ep e nella tua vita?
C’è tantissimo di entrambe! Caso è il mio alterego è quella parte più pacata, riflessiva e forse più coraggiosa. Ilaria è invece quella parte più istintiva. Sono due mondi che riescono a convivere, anche se spesso sono in contrasto tra loro in ambito musicale. In Umano c’è tutto di me e c’è la mia vita messa in un piatto.
Articolo a cura di Francesco Nuccitelli
Nicola Mastropaolo, il “Re delle maitunate”
Nicola Mastropaolo è una vera istituzione in Molise in quanto cantore che tramanda le tradizionali “maitunate”, allegri e ironici canti, ritornelli e stornelli
Nicola Mastropaolo è una vera istituzione in Molise, in quanto cantore che tramanda le tradizionali maitunate, allegri e ironici canti, ritornelli e stornelli, con capacità di improvvisazioni che non hanno eguali.
Le sue esibizioni sono ricercate in quanto imprevedibili nei contenuti.,
Le sue maitunate anche quest’anno faranno da cornice ai festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate il prossimo 17 gennaio a Campobasso.
Di recente si è esibito nel tradizionale festeggiamento di fine anno nella sua città, in Piazzetta Palombo, in un evento che è diventato un cult della tradizione popolare per salutare in spensieratezza l’anno che volgeva al termine e per augurare un buon 2024.
Nicola non perde occasione di far conoscere le maitunate ad un pubblico sempre più largo. Durante le festività del Corpus Domini del 2016 si è anche esibito di fronte ad un interessato e coinvolto Renzo Arbore, che conosceva le maitunate e ha gradito quella a lui dedicata dallo stesso Mastropaolo.
Quella delle maitunate è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, da centinaia di anni, e che trova proprio nella provincia di Campobasso le testimonianze più antiche.
Con educazione, sarcasmo e ironia il cantore punzecchia tutti, anche la politica che partecipa divertita. La modernità della maitunat è proprio nell’improvvisazione delle parole dello stornello: ogni maitunat è qualcosa di unico e originale.
Il cantore, assieme ad una significativa presenza scenica, deve saper improvvisare, entrando subito in sintonia con l’interlocutore, cercando di trovare la rima giusta in lessico dialettale.
Da anni Nicola è riuscito ad ingaggiare e coinvolgere le giovani generazioni facendo leva sulla modernizzazione della melodia, che pur preservata, ha assunto un suono sempre più fresco. Nel suo ultimo complesso anche una ragazza che suona la batteria.
Domenico Carriero ha intervistato, nel Museo dei Misteri a Campobasso, Nicola Mastropaolo che per l’occasione ha dedicato una maitunat ai lettori di Musica361
Video intervista a cura di Domanico Carriero
Umberto Smaila, sulle sue note, l’inizio del 2024 a Pescara
Umberto Smaila è stato il protagonista, in Piazza Salotto a Pescara, della festa di fine anno per attendere il 2024
Accompagnato dalla Sound Smaila’s Band, l’eclettico “Gatto” ha intrattenuto il pubblico radunatosi in piazza con una carrellata di evergreen della musica italiana senza interruzioni.
Nella scaletta anche “Capito?!”, celebre brano dei Gatti di Vicolo Miracoli sigla della Domenica In 1978/79, ed “È tutto un attimo”, firmata da Adelio Cogliati e lo stesso Smaila, e prodotta da Mario Lavezzi, classificatasi quinta al Festival di Sanremo 1986.
Cantante, attore, cabarettista, musicista, showman, conduttore televisivo e imprenditore, Smaila non ha bisogno di presentazioni.
Negli anni ’70 nascono i”Gatti di Vicolo Miracoli”. Il grande successo televisivo arriva nel 1977 con “Non Stop” con Troisi, Verdone, Gaspare e Zuzzurro e Nuti e i Giancattivi. Nel ’79 e ’80 due grandi successi cinematografici: “Arrivano i Gatti” e “Una vacanza bestiale”, dove esordisce colui il quale era stato per 5 anni il tecnico delle luci del gruppo: Diego Abatantuono.
Nel 1980 arriva anche il disco d’oro, con un milione di copie vendute per “Capito?”, la sigla di Domenica In. Umberto ha scritto tutte le musiche dei “Gatti” e nel 1986 ha composto “È tutto un attimo”, grande successo sanremese di Anna Oxa.
Dopo ventotto anni questo brano è ancora un evergreen con più di 20 milioni di copie vendute. Dall’ 86 al 90 conduce “Colpo Grosso”, il più straordinario successo televisivo di quegli anni. Sulle reti Mediaset conduce “Help”, “C’est la vie”, “Babilonia”, per un totale di 2000 apparizioni.
Negli anni ’90 nasce a Poltu Quatu, in Sardegna il primo “Smaila’s “, il locale che rilancerà la musica dal vivo in tutta Italia. Partecipa a “Buona Domenica” con Jerry Scotti e Gabriella Carlucci nel ‘92 e nel ’93.
Poi “La sai l’ultima?” con Scotti e la Barale fino al ’95. Scrive più di trenta colonne sonore per il cinema: “Soldati”, “Il ragazzo del Pony Express”, “Sognando la California” ecc. ecc. Quentin Tarantino sceglie una sua musica per il film “Jackie Brown”.
Smaila partecipa a quattro edizioni di “Buona Domenica” con Maurizio Costanzo e a decine di “Maurizio Costanzo Show “. Nascono nuovi “Smaila’s”: a Sharm el Sheikh, ad Aprilia, ecc. ecc.
Come attore è protagonista del film di Alessandro Benvenuti “I miei migliori amici” e a “I Mitici” di Carlo Vanzina di cui compone anche la colonna sonora.
Oggi Umberto Smaila ha tagliato il lusinghiero traguardo di 6000 concerti in tutta Italia e all’estero. Sono nati nuovi “Smaila’s” sia a Porto Rotondo, che sulle navi Grimaldi per la Spagna.
Spesso lo accompagna, con grande bravura, suo figlio Rudy, che segue con impegno le orme del padre.
Domenico Carriero ha intervistato Umberto Smaila prima del live di Pescara
Gaetano Moragas e le sue storie fragili
Gaetano Moragas “Storie fragili” è il nuovo brano del cantautore; storie di tutti i giorni, le storie che ci rafforzano e ci rendono unici
“Storie fragili” è il nuovo brano del cantautore Gaetano Moragas. «L’ho scritto con l’intenzione di mettere dei punti (“non ci si può nascondere dietro a un dito”) e dire a me stesso e a chi lo ascolta, che non è giusto pensare di non essere mai abbastanza».
Le storie fragili sono quelle di tutti i giorni, sono le storie che ci rafforzano e ci rendono unici. Continuano le pregevoli collaborazioni di Moragas: coautore del brano è Maurizio Bernacchia, autore e docente al CET di Mogol, la produzione è di ORPH3US (Matteo Passarelli anche lui docente al CET). Il brano è un mix di pop classico e moderno in un continuo crescendo.
Il video del brano vede Gaetano protagonista e sullo sfondo la magica Budapest (Ungheria). Una anteprima di “Storie fragili” è stata presentata lo scorso 4 settembre al Castello Sforzesco di Milano durante il Contest musicale “Back to Talent” che lo ha visto arrivare terzo ed essere premiato dal direttore artistico J-Ax.
Lo stesso Castello Sforzesco lo ha visto trionfare nel 2021 al “Campusband” di Mario Lavezzi. La vittoria gli diede la possibilità di pubblicare il brano “Sullo sfondo” con relativo videoclip.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
N’ice Cream: dalla TV al cinema, nuovo capitolo musicale
N’ice Cream, dopo Tu si que vales e The Band il gruppo esordisce sulla scena cinematografica in un film di recente uscita
Continuano a stupire i N’ice Cream con nuovo capitolo musicale, che li vede nuovamente protagonisti stavolta come colonna sonora in un film di recente uscita.
Dopo il debutto nella trasmissione televisiva “Tu si que Vales” e il successo nella trasmissione televisiva The Band su Rai Uno, il gruppo esordisce sulla scena cinematografica in un film di recente uscita.
I N’ice Cream sono una band di Venarotta (Ap) nata dieci anni fa, che propone il rifacimento di canzoni vecchie in chiave punk rock. Durante la partecipazione al programma sui Rai Uno, guidati dal coach Irene Grandi hanno proposto anche brani pop con interessanti e graffianti arrangiamenti, catturando l’attenzione del pubblico e incuriosito la critica.
Nel 2015 hanno inciso un album di inediti che si intitola “Gli viziati”, con un pezzo “Tornado” molto impegnato, che racconta di un disastro aereo, dove persero la vita quattro ragazzi.
La formazione è composta da Mirko Albanesi (voce del gruppo), Pietro Tassi (chitarra elettrica), Matteo Trevisti (voce e chitarra acustica), Matteo Mariani (basso), Riccardo Galanti (batteria) e Tiziano Patacchini (tastiera).
Oggi parliamo con loro, in particolare di questo debutto al cinema con una colonna sonora
Matteo, debuttate con una canzone di Gianluca Grignani in chiave rock. Raccontaci
Si tratta della cover di ‘Destinazione Paradiso’, storico brano di Gianluca Grignaniriarrangiato. L’avevamo proposta al nostro debutto televisivo su Canale 5. Questa idea di rivisitarla è nata anni fa durante un viaggio di ritorno dopo un live. L’abbiamo sentita in radio, e mentre la cantavamo è nata l’idea di interpretarla con il nostro stile punk.
Come siete stati scelti per questo ruolo nel film?
Il trio comico de “I Ditelo Voi” ci ha riferito che in genere ascoltano molta musica e stavano cercando un brano che alleggerisse un po’ il momento della scena finale (spoiler, muoiono e vanno in paradiso) e la nostra versione calzava a pennello.
Parlaci del film
Il film è “Bang Bank”, uscito a inizio gennaio ed è distribuito da Amazon Prime.
La nostra cover accompagnerà i titoli di coda. La produzione della pellicola è stata gestita dalla “Bronx Film”, mentre abbiamo registrato il brano presso lo studio di Nereto “La Baia de Porci” di Stefano Lelii.
Il film racconta la storia di un rapinatore di banca, che si ritrova, dopo aver liberato tutti gli ostaggi, solo con il direttore e un cliente che era lì per un prestito (quindi il trio comico de “I Ditelo Voi”).
Le cose non vanno come previsto, i tre muoiono accidentalmente in un’esplosione e si ritrovano a fare un viaggio trascendentale che potesse sistemare i loro conti in sospeso in vita, prima di raggiungere appunto il paradiso.
Dopo il film e i diversi live che state portando in giro, ci sono nuovi progetti musicali per il 2024?
Stiamo lavorando ad un secondo disco di inediti, che speriamo possa uscire entro questa estate.
Siamo in piena fase di lavorazione, siamo molto fieri di quello che sta venendo fuori e chi sa il futuro cosa ci riserverà, ma in ogni caso noi non molleremo mai! Restate sintonizzati e seguiteci!
Camo: un amore galattico! La Via Lattea dell’amore è presente in ogni Galassia, in mille sfumature diverse ma con un filo rosso che traccia la strada
Il cantante di origine peruviane Camilo, in arte Camo, ha una forte passione per la musica fin da piccolo, in particolare per il canto. Recentemente ha pubblicato il suo nuovo singolo “Galassie”, un brano potente ed evocativo che porta l’ascoltatore in un viaggio tra gli universi delle emozioni e delle relazioni umane. Due persone che, sebbene si vogliano bene e si amano, si rincorrono a vicenda facendo fatica a stare insieme per mille motivi differenti.
Cosa rappresenta per te la musica e come vivi questa tua passione?
La musica è sempre stata un qualcosa che non avrei mai pensato che mi potesse coinvolgere così tanto, però nel caso specifico del canto mi riempie tanto, dato che mi è sempre piaciuto interagire con le persone ed entrarci in contatto per trasmettere dei valori che mi appartengono. Nel mio percorso musicale mi sono accorto che, spesso e volentieri, tramite i miei pezzi, riesco ad arrivare alla gente anche di contesti diversi.
Quando hai iniziato a fare musica per la prima volta?
Ho iniziato due anni fa, a gennaio del 2021. Premetto che io non ho mai studiato musica, sono arrivato in Italia nel 2004 e mi sono approcciato in maniera leggera al mondo musicale cantando nel coro della parrocchia o nei vari eventi organizzati dell’oratorio; il prete, che mi aveva preso sotto la sua mano, aveva compreso le mie doti canore. Sempre in quel periodo, a Vicenza ho bussato alla porta di una scuola di musica, ho seguito una vocal coach e ho iniziato questo percorso che ha avuto uno sviluppo veloce visto che dopo pochi mesi ho rilasciato il mio primo singolo. Ad oggi sono passati due anni e siamo già al quarto inedito uscito.
Come mai ti sei trasferito in Italia?
Perché i miei genitori erano migranti; per darmi un futuro migliore nel ’98 -’99 sono venuti qui in Italia e io li ho raggiunti nel 2004.
Che differenze riscontri tra la musica italiana e quella del tuo paese d’origine ovvero il Perù? In che modo viene concepita?
La musica peruviana, ancora oggi nonostante siano trascorsi tanti anni, rimane molto legata alle proprie tradizioni, a quei suoni che fanno parte della cultura locale. anche i giovani di oggi, quando tirano fuori le loro canzoni, tendono a sporcare la modernità con suoni particolari; in Italia questo aspetto lo noto di meno, a volte i ragazzi si dimenticano dei grandi della storia della musica italiana e da questo punto di vista c’è poca cultura a livello musicale. Nel mio paese tutto ciò è ancora molto presente, questa è la prima e la macro-differenza tra questi due paesi. A volte mi arrabbio quando qui qualcuno non riconosce un brano di Battiato o di Modugno, queste sono le basi e non si possono non sapere.
Il tuo approccio alla musica è stato influenzato da qualche artista in particolare?
Assolutamente sì, la mia artista di riferimento è stata ed è tuttora Alessandra Amoroso, mi piace molto il modo in cui lei esprime il suo pensiero su ciò che è la parola Amore, un sentimento a 360 gradi che non si focalizza solo ed esclusivamente sulla figura di una coppia uomo-donna, ma anche sull’amore in tutte le sue sfumature, ossia la famiglia, le amicizie e quanto altro. Lei è una raffica di emozioni, mi sono segnato una sua frase che dice: “le persone vere o ridono o piangono, la via di mezzo fanno fatica”. Mi ci rispecchio perché anch’io sono come lei, non esiste il grigio, o è bianco o è nero, è difficile che io rimanga indifferente alle cose. Oltre a lei, mi piace tanto anche Marco Mengoni, altro punto di riferimento per la stesura dei testi e per la parte di produzione musicale.
Pensi di collocare la tua musica in qualche genere nello specifico?
La mia musica segue sempre questo filone del pop italiano moderno, si incastra fra questi artisti contemporanei. Sono lontano dalla trap o del rap, generi che oggi vanno per la maggiore.
Com’è nato il tuo ultimo singolo “Galassie”?
È un brano che nasce per voler descrivere le relazioni umane, percorsi che portano ad una persona che vorresti approfondire e conoscere di più, anche se poi ci sono dei limiti o delle incertezze che rendono tutto molto più complicato. Il paragone con le galassie nasce proprio da questo: a volte gli esseri umani sono così difficili da comprendere proprio come lo studio delle galassie, una serie di mondi diversi l’uno dall’altro. Il testo mette in evidenza proprio come questa rincorsa tra due persone che, sicuramente si vogliono bene e si amano, fanno fatica a stare insieme per mille motivi differenti.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con questa traccia?
Il messaggio di fondo è quello di lasciarsi andare, di viversi e di essere sempre sé stessi nelle relazioni, senza paura o pregiudizi altrui.
Come trovi l’ispirazione per scrivere? Hai un processo che ti viene naturale?
Spesso e volentieri sono proprio le situazioni che vivo e che sento sul momento. Galassie così come gli altri brani sono nati dalle mie esperienze. Il primo singolo che ho pubblicato parla dell’amicizia che per me è stata fondamentale quando sono venuto in Italia, dato che non conoscevo nessuno. Nel secondo ho raccontato di un amore forte che provavo per i miei nonni, che tra l’altro vivevano in Perù, quindi, c’era anche una sofferenza maggiore data dalla distanza. Il terzo singolo invece parla un po’ della mia vita, a trent’anni ho sempre visto gli ostacoli come qualcosa da scavalcare per poter andare avanti.
Hai mai pensato di scrivere i tuoi pezzi in lingua madre?
“In attesa di voi”, la canzone dedicata ai miei nonni è uscita anche nella sua versione in spagnolo. Durante un’esperienza a NOKEP_TV, un contesto musicale firmato da Saifam Music, Sony e Sky, è stata chiesta la versione ita-spanish ed era piaciuta molto. In futuro però penso che, essendo in Italia e avendo qui tutte le mie conoscenze, per far arrivare determinati messaggi alle persone sia più semplice esprimermi nella lingua che conoscono e che conosco perfettamente io; ho paura che un brano in spagnolo rimanga così, fine a sé stesso, un po’ inascoltato.
Ci racconti la collaborazione con la Smilax Publishing?
Questa collaborazione nasce proprio attraverso il contest con Saifam, avevamo preparato un pezzo, “Domani Domani”, per portarlo alle semifinali nazionali a cui avevo avuto accesso a Roma, però i miei produttori di Milano mi hanno detto che il brano aveva un bel potenziale e si erano permessi di farlo ascoltare ad alcune case discografiche, tra cui la Smilax, che era molto invogliata a prenderlo. Abbiamo optato di proseguire insieme e da questo percorso è nata anche Galassie.
Hai già avuto delle esperienze dal vivo nei live?
Assolutamente sì, oltre al contest citato precedentemente, ho partecipato anche all’EuroNewMusic arrivando alle semifinali nazionali; nel settembre 2023 ho preso parte al festival di Gaggiano con l’inedito di “Domani Domani”, vincendo il premio del brano più radiofonico. È in arrivo la mia partecipazione a febbraio 2024 a Casa Sanremo, sarò presente come artista emergente al Festival. È una grande meta ed è un onore essere lì, tra l’altro con Galassie, ascoltata in anteprima e selezionata con voglia e piacere.
Che emozioni provi quando sei su un palco?
Provo tante emozioni diverse, ma in realtà il pre-palco è ancora più devastante emotivamente, ho veramente tanta paura, specialmente quella di non ricordarmi le parole, la famosa ansia da prestazione; poi una volta che sono lì sopra riesco ad isolarmi e ad essere me stesso, ti dà soddisfazione osservare le persone che ti ascoltano e che cantano.
A proposito di questo aspetto, che tipo di rapporto hai con il tuo pubblico?
Cerco di essere attivo il più possibile con loro, coinvolgendoli su Instagram, raccontandomi e intrattenendoli nel modo più genuino.
Hai dei programmi concreti per il futuro?
Sicuramente continuare a scrivere e a cantare, e soprattutto arrivare alla gente che mi segue con dei messaggi chiari e diretti, non voglio fermarmi minimante. Negli ultimi due anni la musica mi ha dato una spinta, una botta di vita importante che mi fa stare meglio.
Nella tua testa c’è l’idea di racchiudere i tuoi singoli in un album o in un EP?
Si è parlato di un possibile album, non a fondo ma più a bassa voce. Il percorso attuale è trovare un filone rosso che li lega e in questo momento è quello del pop italiano. Il leitmotiv di oggi è tematico, ossia l’amore in tutte le sue sfumature.
Ci sono anche altri progetti in cantiere?
Per il momento solo la realizzazione del quinto singolo per la prossima estate.
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