MadHouse, “One Way Track” (Binario a senso unico) è il nuovo singolo della rock band, a volte si corre per scappare dai problemi, che siano dentro o fuori di noi
“One Way Track” (Binario a senso unico) è il nuovo singolo della rock band MadHouse uscito lo scorso 17 novembre.
Una vita di corsa, una vita in corsa, a volte senza sapere dove si vuole arrivare e senza sapere se si è capaci di mantenere la posizione raggiunta.
Altre volte si corre per scappare dai problemi, che siano dentro o fuori di noi.
La sensazione è quella di uno scenario apocalittico, una strada deserta con lampi e fulmini che piovono sull’incertezza del futuro celato dietro il fumo delle paure che fanno sentire invisibile rispetto ad una società che non libera, ma rende prigionieri.
Intanto la vita corre veloce su una strada a senso unico che va percorsa fino in fondo perché è il più grande spettacolo a cui assistere.
Con le sonorità tipiche del rock degli anni 80 e un cantato deciso, One Way Track arriva dritta all’ascoltatore.
I Madhouse sono una band hard rock della provincia di Modena: Christian Apicella (Voce), Mirco Casarini (Batteria), Andrea Cavallotti (Tastiere), Daniele Govoni (Basso), Tommaso Marchesini (Chitarra)
Dopo qualche anno, l’evoluzione e la crescita naturale della band, ha portato i Madhouse alla necessità di iniziare a produrre qualcosa di proprio, dei brani inediti che rispecchiassero loro sia come musicisti che come amanti del rock.
Il risultato è un genere che strizza l’occhio all’hard rock degli anni 80, talvolta con qualche incursione new wave data dalla presenza di riff e accompagnamenti di synth, senza perdere di vista le correnti alternative più recenti.
Ai Madhouse non piacciono le etichette ma, piuttosto, che chiunque possa ascoltare e interpretare, cogliendo le sfumature all’interno dei brani al di là del genere.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Cricca: un nuovo singolo “Sbagliato”, brano autobiografico
Cricca, un nuovo singolo “Sbagliato” un pezzo autobiografico, un racconto di un amore a distanza vissuto attraverso i social, i messaggi e le videochiamate
Si intitola “Sbagliato” (Columbia Records/Sony Music Italy) il nuovo singolo di Cricca, giovane artista che il pubblico ha già conosciuto e amato tra i banchi della scuola di Amici 22 e dove è stato protagonista della fase finale arrivando quarto tra i cantanti. Il brano, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio, rappresenta un pezzo autobiografico, un racconto di un amore a distanza vissuto tra lo schermo del cellulare, attraverso i social, i messaggi e le videochiamate.
Tra fragilità e incertezze, tra momenti di preoccupazione e scelte non facili e il sentirsi “Sbagliato”. Un amore visto con gli occhi di oggi, ma con una consapevolezza di altri tempi.
Come stai dopo l’uscita di questo singolo?
È una domanda difficile a cui rispondere. Anche perché, sembra banale, ma è una domanda che oggi non si fa più. Comunque, posso dire di stare bene e sto ancora con l’euforia dell’uscita. Sono carico e felice, anche perché sto ricevendo dei feedback positivi.
Com’è nato questo brano e qual è stata l’esigenza di uscire con un brano così?
La musica è per me una valvola di sfogo, lo è sempre stata e quando ho sentito l’esigenza di comunicare, l’ho fatto subito senza pensarci. Quando è stato scritto il pezzo, con il mio team, abbiamo sentito la necessità di far uscire il brano il prima possibile per condividerlo con tutti. Ho sentito la necessità di comunicare un’esperienza.
Un brano biografico, ma dove in tanti si possono ritrovare…
Esattamente! È una canzone giusta per il momento storico che stiamo vivendo. Un brano attuale e dove i social, che oggi sono fondamentali, diventano importanti anche per stabilire o consolidare i rapporti. Se usati bene, i social sono utili per accorciare le distanze. Un tempo non c’era questa possibilità, ma ormai fa parte della nostra quotidianità. Anche in pandemia, per mantenere i rapporti, sono stati utilizzati tanto i social. Quindi sì, ci si possono ritrovare in tanti, perché oggi tutti usiamo i social per comunicare.
Domanda boomer: secondo te l’amore però ha perso un po’ di romanticismo con l’uso di questi social?
È sicuramente un tema delicato e non so se sono la persona giusta per parlare di questo argomento. Io ho la mia esperienza e ho ancora tantissimo da imparare. Tuttavia, io sono molto vecchio stile e penso di essere una persona romantica che crede nei piccoli gesti e nel contatto. Sicuramente oggi è meno difficile mantenere una relazione a distanza, ma le fondamenta devono essere forti. Oggi forse le persone sono più preparate all’uso dei social, ma meno al confronto diretto. Infatti, se in una relazione c’è un dispositivo a fare da filtro, è capace che ci siano incomprensioni e fraintendimenti.
Quando ci si sente effettivamente sbagliato?
La sensazione di essere sbagliato si ha quando vedi l’altra persona fingere di stare bene, di essere più forte e in grado di affrontare tutto. Una visione di benessere che da fuori si ha, ma da dentro una relazione si nota questa simulazione. Insomma, due persone fragili che si sentono incomprese, ma dove una riesce a sembrare quella che non è.
All’interno anche un omaggio a “Pop Porno” del duo Il Genio, come mai questa scelta?
È stata fatta una ricerca di quello che potesse funzionare e credo che questo brano sia intercambiabile, ma ovviamente c’è una libera interpretazione per chi ascolta. Con me, dopo la rottura, è successo di riascoltare un brano che ascoltavo durante la relazione. L’idea era quindi di un brano che potesse riportare a quei momenti lì. Insomma, funzionava bene come idea ed inoltre è stato una grande hit del 2008.
Dopo “Sbagliato” hai in mente di far uscire un album o comunque un progetto completo?
È una cosa che mi interessa molto. Il disco fisico è una soddisfazione ancora più grande per la fine di un progetto. È sicuramente un ulteriore lavoro, ma mi piacerebbe realizzarlo. Quindi l’idea di fare un altro EP c’è, anche perché spero di continuare a fare tante belle canzoni. Mi piacerebbe fare un album che contenga diversi brani e diverse sfaccettature di un mio racconto.
Sei stato uno dei grandi protagonisti di Amici 22, ma che tipo di esperienza è stata per te?
Per me c’è stata una grandissima visibilità, anche perché è comunque uno dei programmi più amati dagli italiani e anch’io prima di partecipare lo vedevo da casa. Sapevo quindi a cosa andassi incontro, ma non mi aspettavo di crescere così tanto anche sotto l’aspetto umano. Sono riuscito infatti a creare un’armatura per questo mondo che non conoscevo e che sto ancora imparando a conoscere. È un’esperienza che consiglierei a chi vuole fare questo mestiere, anche perché è una scuola a tutti gli effetti e vale la pena viverla.
Un 2023 ricco di esperienza, ma cosa ci dobbiamo aspettare dal tuo 2024?
Il 2023 è stato un anno positivo e molte cose non me le aspettavo. Ho fatto tanti concerti in estate e ho conosciuto tante persone. Sono riuscito a fare tante cose di cui sono infinitamente grato. Nel 2024 spero di non svegliarmi da questo sogno e di continuare a scrivere delle canzoni, magari belle canzoni e avere anche successo a livello professionale e togliermi qualche soddisfazione.
Articolo a cura di Francesco Nuccitelli
Lolloflow, dopo “O’ Mar For” il progetto solista “Giurami”
“Giurami” il singolo d’esordio come progetto solista, una ballad d’amore scritta prodotta e cantata interamente da Lolloflow
Dopo i successi di “Origami all’Alba” e di “O’ Mar For”, il producer multiplatino lancia il suo progetto solista con: “Giurami” il singolo d’esordio uscito il 1° dicembre.
“Giurami” è il singolo d’esordio del producer multiplatino Lolloflow, uscito per Flamingo Management con distribuzione ADA Music il 1° dicembre.
È stato un anno d’oro per Lolloflow. Come produttore ha ottenuto due dischi di platino con “O’ Mar For” e tre dischi di platino con “Origami all’Alba”.
Ora per il producer romano si prospetta una nuova avventura: una carriera da solista, con cui raccontare la sua storia e le sue emozioni in prima persona.
“Giurami” è il primo capitolo di questo nuovo corso. Una ballad d’amore scritta prodotta e cantata interamente da Lolloflow.
Dentro ha riversato tutte le sue esperienze e influenze musicali: un pop dal mood leggero che si lega a sonorità trap.
Con “Giurami” Lorenzo racconta l’importanza di una promessa in amore; di come talvolta, essa crei false speranze e di conseguenza delle brucianti delusioni.
È una canzone perfetta per mettersi in gioco, proprio perché nella sua creazione si sono superate le fragilità e le reticenze verso il prossimo.
Lolloflow racconta:
«In questo ultimo anno sono successo molte cose belle ma anche eventi meno piacevoli a livello personale.
Questo mi ha insegnato a dare il giusto valore a ciò che mi accade intorno, accettando quello che, oggettivamente, non è possibile controllare.
Però finalmente sono pronto a “fare il salto” e compiere un passo successivo che mi permetterà di mostrarmi al pubblico nel modo in cui ho sempre desiderato.
Ora desidero solo “brillare”, sentirmi felice e soddisfatto del mio lavoro, fino a far trasparire la mia vera essenza nella musica che produco e canto.
Giurami nasce come esigenza di mettere nero su bianco delle emozioni personali che nascono da un rapporto di coppia nelle sue diverse sfaccettature.
Scrivendola ho voluto provare a raccontare una forte consapevolezza sui rapporti importanti: su come bisogna essere pronti ad accoglierli nel loro inizio ed eventualmente nella loro conclusione. Ecco perché in un giuramento d’amore si spera comunque in un rispetto reciproco, e nell’impegno nell’essere presenti fisicamente e psicologicamente l’uno per l’altr*, senza remore».”
Lorenzo Gennaro in arte Lolloflow nasce a Roma il 27 agosto 1997.
Sviluppa la passione per la musica a 12 anni grazie a pianoforte per poi avvicinarsi al rap e alla hip hop culture al liceo.
Dopo il diploma in fonia al Roberto Rossellini, Lolloflow studia al Centro Sperimentale di Cinematografia e incontra Matteo Paolillo e Pietro Jellinek.
Insieme formano il collettivo rap/ trap Suba Crew. Il progetto si incentra sulla commistione tra le nuove correnti urban al dialetto partenopeo.
La collaborazione con Matteo Paolillo continua anche negli anni successivi. Brani come O’Mar For (Doppio Platino), Sangue Nero vengono inserite rispettivamente come sigla e brano della colonna sonora della serie di successo “Mare Fuori” diventando dei successi eccezionali.
Nel 2023 Lolloflow produce un’altra hit “Origami All’Alba” (triplo platino) legata a Mare Fuori, cantata sia da Clara Soccin che da Matteo Paolillo e Lollowflow stesso.
Come producer firma diversi dei brani presenti nell’EP “Matteo” e l’album “Come Te” di Matteo Paolillo.
Ora Lolloflow è pronto per un percorso come artista a tutto tondo, producendo le tracce e cantando i propri testi.
Intervista telefonica a cura di Domenico Carriero
Gia.Da: “Vorrei” il nuovo singolo del duo siciliano
Gia.Da: “Vorrei” il nuovo singolo del duo siciliano, un brano che nasce dall’esigenza di scrivere e saper scrivere
Gia.Da il duo composto da Giorgia Diodato (voce) e Davide Castrogiovanni (chitarra) sono cresciuti in un paesino del sud, ad Alcamo in provincia di Trapani, scrivendo musica e suonando ogni qual volta fosse possibile.
-giorGIA.DAvide, dove finisce uno comincia l’altro-
È un duo di musica indie/rock/pop, che cerca di farsi spazio in un panorama musicale che a volte gli sta stretto. La loro musica è sincera, genuina, libera e vera.
Insieme scoprono sé stessi e scrivono di ciò che sono, senza filtri. Si rendono vulnerabili, sapendo di essere protetti, al riparo, la musica è un rifugio, la musica è un porto sicuro.
“Vorrei” è un brano che nasce da un’esigenza. L’esigenza di scrivere e di saper scrivere. Partendo da un semplice giro di accordi, ci si interroga su come potere esprimere al meglio quello che si ha dentro, non essendo maestri di musica né poeti.
“Vorrei” parla del non sentirsi abbastanza, delle insicurezze che si scontrano con l’urgenza di dover cantare, suonare, scrivere.
L’andamento del brano così “semplice” e allegro è coerente con la conclusione che l’autore ne trae, ovvero che non servono per forza grandi manierismi nella musica, a volte bastano due note e quattro frasi per essere felici.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Yume, l’esordio in una “Notte Stellata”
Yume, l’esordio in una “Notte Stellata”. “Yume” è un termine giapponese che significa “sogno” e la sua musica è fatta della stessa materia dei sogni
Yume nasce nel cuore della Valle d’Itria, a Martina Franca, un po’ per caso, sul letto di una cameretta, con una chitarra e un’irrefrenabile voglia, anzi, una necessità, di fare musica e di scrivere emozioni.
La sua scrittura sa essere leggera e spensierata, ma anche impegnata e profonda.
“Yume” è un termine giapponese che significa “sogno” e la sua musica è fatta della stessa materia dei sogni.
Nei sogni non hai limiti, né pregiudizi, né obblighi, non ti importa di nulla, se non di seguire l’onda delle emozioni, anche contro le logiche dell’universo.
Nei sogni tutto è possibile, senza se e senza ma. Il suo sogno, quello di Yume, è di raccontare, attraverso musica e parole, una storia.
La sua storia, ma anche la tua…basterà chiudere gli occhi per entrare nel suo mondo
Nel 2023 pubblica il suo primo inedito “Notte stellata” che descrive la dolcezza e la spensieratezza di un primo amore, il mescolarsi tra le emozioni completamente nuove ed il senso di familiarità donato dalla relazione stessa.
Parla di come l’amore possa suscitare la calma, la serenità e il calore di una notte in un paese addormentato.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Martino: “Noi siamo il rock”, il nuovo singolo
Martino: “Noi siamo il rock” è un brano che racconta di un amore esplosivo e prepotente capace di infondere energia proprio come quando si ascolta un pezzo rock
Il nuovo singolo del giovane cantante campano è il risultato di una sessione spontanea di svago in cameretta. Martino vive e respira musica tutti i giorni, inizia e conclude le sue giornate sempre con le cuffie nelle orecchie e una playlist accesa. Questo atteggiamento incarna la passione e la dedizione di un artista che si immerge completamente nel suo mondo musicale.
Voglio aprire questa intervista chiedendoti subito cos’è per te la musica?
Innanzitutto, la musica è una forma d’arte, un qualcosa di puramente soggettivo, ognuno la considera un qualcosa di diverso che non può e non deve piacere a tutti. Personalmente amo tutta la musica in generale.
Quando hai iniziato a fare musica per la prima volta?
Ho iniziato a undici anni, andavo alle medie e ho studiato il sassofono, uno strumento che non mi è mai piaciuto più di tanto perché non potevo cantarci sopra. Poi ho continuato prendendo lezioni di pianoforte per due anni; ad oggi so suonare chitarra e piano ma non ancora benissimo. Riesco comunque a produrre avendo le basi necessarie.
Questa è una passione prettamente tua o è ereditaria?
No, sono il primo e l’unico in famiglia a fare musica, i miei sono più matematici.
Il tuo approccio alla musica trae ispirazione da qualcuno in particolare?
Non proprio, c’è un insieme di ispirazioni che convergono. Ascolto veramente tanta musica di vario genere, dalla trap all’indie. Ci sono numerosi artisti che stimo e solo ascoltandoli riesco a percepire l’arte e la loro autenticità. In Italia mi piacciono molto Rkomi e Calcutta, all’estero Tyler, the Creator.
Come nasce il tuo nuovo singolo “Noi siamo il rock”?
Non nasce da un’idea in particolare. Semplicemente nasce dal fatto che mi ero messo in camera come ogni volta, stavo ascoltando dei loop di chitarra e ne avevo trovato uno che mi aveva colpito, da lì è nato il motivetto del ritornello.
Di chi parli nel testo? A cosa si riferisce quel “Noi”?
Sicuramente ci sono più chiavi di lettura, dipende da come lo si vuole interpretare. Io l’ho scritta facendo riferimento ad una relazione, parlo di un amore prepotente, che ti dà la carica, che ti elettrizza, anche un po’ presuntuoso a tratti, com’è appunto il rock a volte.
A proposito del ritornello, cosa rappresentano per te le 3 band citate, ovvero i Red Hot, i Linkin Park e i Rolling Stones? Sei legato a loro?
In realtà non ascolto molta musica inglese e riconosco che questo sia un errore. Tralascio un po’ il cantautorato italiano così come quello britannico, per restare costantemente aggiornato con i tempi attuali. Adesso sto riascoltando un po’ questa musica old style e queste band mi hanno stupito in quanto rappresentano l’idea che ho del rock.
Come avviene il tuo processo di scrittura? Ti chiudi sempre dentro camera e inizi a buttare giù quello che viene?
In realtà non è qualcosa che tu decidi o scegli, ogni pezzo ha una sua storia. Durante le giornate mi scrivo piccole frasette in base a quello che faccio o che mi succede, poi magari vado in camera e, attraverso chitarra o piano, butto giù quattro accordi basilari e inizio a scrivere. A volte parto da alcuni sample di chitarra, li riverbero, vedo un po’ come cambiarli e da lì nasce qualcosa.
C’è un filo che lega i brani che hai pubblicato finora?
Sì, se dovessi trovare un filo conduttore ti direi sicuramente questa forma di amore prepotente, mettere in evidenza la specialità di un rapporto.
Ho letto che ogni giorno hai una tua routine: ascolti sempre musica prima di andare a dormire e appena ti svegli la mattina. Che tipo di musica ascolti maggiormente? Ne ricavi beneficio da questa abitudine?
Sì, ne faccio veramente un abuso quotidiano, anche in alcuni momenti in cui non dovrei farlo perché sto studiando. Metto playlist di rap polacco o tedesco in modo tale che possa ascoltare come viene fatta la musica negli altri paesi e prendere spunti da loro. È come se fosse una droga che devo assumere. Prima di andare a dormire mi ascolto sempre il pezzo che ho fatto nel pomeriggio.
Ascolti solo musica altrui o anche un po’ la tua?
Entrambi. Credo che ogni artista sia un po’ così, ha bisogno di mediare tra i suoi pezzi e da ciò che lo circonda.
Che tipo di rapporto hai con il tuo pubblico?
Si è instaurato un rapporto d’amicizia, molti ragazzi mi scrivono per dialogare, scambiare idee; a volte mi capita anche di parlare con alcuni artisti emergenti come me, mi piace molto questo aspetto perché viene fuori la propria concezione riguardo la musica.
Hai mai partecipato a festival o concorsi?
In questo momento sto facendo tanta gavetta, sto suonando un po’ in giro dove capita l’occasione. Sono tutti dei campi di prova che vanno esplorati. Suonare e cantare dal vivo è sicuramente un’esperienza molto formativa.
Ti è mai capitato di aprire qualche concerto? Se sì, che emozioni hai provato?
Sì, ho aperto quello di Yung Snapp ad Altavilla. Sul palco si raggiunge sempre l’essere se stessi al 100%, questa gavetta serve soprattutto a sciogliersi.
Hai dei programmi concreti per il futuro?
Sì, certo, sto lavorando ad un EP in cui racchiudere tutti i pezzi usciti finora.
Articolo a cura di Simone Ferri
Dionysian, pronti per andare oltre confine
Dionysian: “Waiting for the Sunlight”, un nuovo viaggio che culmina con la ricerca di una nuova frontiera musicale, escono da uno stile prettamente hard rock per immergersi in un brano dalle tonalità più dark
Nuovo capitolo per i Dionysian che presentano il nuovo singolo “Waiting for the Sunlight”. Un passo avanti importante per i vincitori di Sanremo Rock 2022 che escono da uno stile prettamente hard rock per immergersi in un brano dalle tonalità più dark.
L’estate 2023 ha portato la band torinese ad aprire i concerti di Dolcenera, Gianluca Grignani e Stratovarius, ma anche la partecipazione alla “Notte delle Chitarre” al fianco di mostri sacri come Maurizio Solieri e Cesareo. Un nuovo viaggio che non poteva non culminare con la ricerca di una nuova frontiera musicale ed ecco “Waiting for the Sunlight”.
La canzone, nata nel 2021, si ispira chiaramente alla musica di Neil Young, James Taylor e Joni Mitchell, ma soprattutto tratta con un’incredibile profondità la vicenda di un ragazzo tragicamente deceduto per anoressia a soli 20 anni.
Il testo non menziona mai direttamente la morte, ma esplora il punto di vista della persona deceduta, della band e la struggente voce della madre. Un mix di emozioni e musica davvero imperdibile.
Il brano è stato registrato presso i Massive Arts Studios di Milano. Il video è stato realizzato dalla geniale mano di Andrea Vialardi.
Il 2024 porterà i Dionysian ad esibirsi per la prima volta all’estero:
Il 16 gennaio saranno all’Hard Rock Cafe di Monaco
Il 28 gennaio suoneranno nello storico Whisky a Go Go di Los Angeles
“La data negli States rappresenta certamente una pietra miliare per noi. Suonare in uno dei locali più importanti della storia della musica è qualcosa che non ti puoi scordare. A livello di nuove uscite, nel 2024 ci saranno certamente dei nuovi brani, ma non solo. Speriamo, infatti, di potervi aggiornare presto con ulteriori novità in questo ambito!”
I Dionysian sono:
Raffaella De Luca – Voce
Alessandro “Alex” Wilkie – Chitarra
Samuele Verona – Basso
Alessandro Tafuri – Batteria
La band nasce nel 2018 a Torino. A guidare i quattro rocker torinesi sono una grande passione per la musica, ma anche la voglia di esprimere la propria voce attraverso un rock energetico che strizza l’occhio anche alle contaminazioni più strane.
Nel 2022 arrivano i primi riconoscimenti con la vittoria a Sanremo Rock e al Fantastico Festival di Pegli. A febbraio 2023 esce il singolo “Under Your Spell” che accompagnerà tutta l’estate. “Waiting for the Sunlight” esce a novembre e si candida a essere un nuovo importante passo in avanti per la band.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Lorenzo Bonfanti, “Amare è così” e le sue sfumature
Lorenzo Bonfanti, “Amare è così” è il brano che dà il via al suo primo progetto da solista. Un disco d’esordio, un viaggio tra le esperienze e l’amore
Lorenzo Bonfanti è un giovane artista, con tanta esperienza e con tante cose da raccontare. “Amare è così” è il brano che dà il via al suo primo progetto da solista. Infatti, dopo le esperienze con gli Shiver Folk e con la band Mercanti di Liquore. L’artista classe ‘92 si è cimentato in un progetto inedito e da cantautore.
Amare è cosìè quindi un disco d’esordio vero e proprio ed è un viaggio tra le esperienze e l’amore. Sette brani che ci introducono nel mondo di Bonfanti, un mondo fatto di sfumature e d’amore (soprattutto per se stessi). Un nuovo esordio, dopo la brillante parentesi di X-Factor, per un cantante per caso, cantautore per scelta.
Ciao Lorenzo, è un piacere averti nelle nostre pagine. Partiamo da Amare è così, come nasce questo tuo nuovo singolo?
Il singolo nasce dalla necessità di esprimere cosa vuol dire decidere di cambiare vita a trent’anni, abbandonando la “vecchia vita” della fabbrica per dedicarsi totalmente alla propria passione: la musica.
È una canzone che avevo dentro da tempo, stava fermentando, ed è uscita nel momento in cui in mio caro amico nonché granché cantautore, Lorenzo Monguzzi, mi ha detto che quando scrivo dovrei fidarmi di più della “mia follia”.
Così ho buttato giù un po’ di idee, di sentimenti e di sensazioni che stavo vivendo in quel periodo e ne è uscita questa canzone.
Una canzone che apre anche il tuo nuovo progetto chiamato sempre Amare è così. Quali sono le riflessioni che ti hanno portato a questo progetto?
Per me le tematiche “banali”, come l’amore in questo caso, sono sempre state fonte di forte ispirazione perché sono tematiche universali ma che cambiano sfumatura per ognuno di noi; senza queste “banalità” però non saremmo chi siamo, ed essendo sempre stato una persona ossessionata dai dettagli, trovo che parlare di amore scoprendone ogni angolo sia un buon punto di partenza.
Un album che parla di amore ed esperienze, ma qual è il tuo rapporto con il sentimento per eccellenza?
Non sono mai stato bravo a mascherare nessun tipo di sentimento, soprattutto l’amore. L’ho sempre accolto a braccia aperte, anche se, ultimamente, ho scoperto un tipo di amore diverso da quello canonico che si ha per la persona che abbiamo vicino o per la famiglia: l’amore per se stessi.
Nel disco ci sono appunto canzoni che parlano di amore in tanti modi diversi e amare sé stessi, o il percorso che si sta facendo, bello/brutto – facile/difficile che sia, porta alla consapevolezza che l’unica “approvazione” necessaria è quella che ti motiva ogni giorno a darsi al 100% in ogni cosa.
Il tuo è un disco d’esordio, ma quali sono le tue emozioni per questa uscita?
La verità è che non ci credo, anche perché dentro a questo disco ci sono canzoni scritte anni fa come canzoni scritte tre/quattro settimane fa quindi è un percorso di maturazione. Pur essendo super felice di averlo fatto uscire e di essere in giro a promuoverlo, sto già guardando avanti scrivendo cose nuove.
Questo è anche il tuo primo disco da cantautore solista, dopo i tre EP e il disco con gli Shiver Folk, ma come mai questa scelta?
Si cresce, le vite di ognuno diventano inevitabilmente più complesse e di conseguenza il tempo che si può dedicare ad una band diventa sempre meno. La bellezza del progetto Shiver (che sulla carta è ancora attivo ma per ovvie ragioni è difficile portarlo avanti) è sempre stata la base di partenza: amici che suonano insieme in una band. Il fondamento dell’amicizia è rimasto forte ed immutato se non rafforzato in questi anni.
Ci vediamo spesso per bere o mangiare qualcosa insieme, vado a sentirli suonare e loro vengono a sentire me; quindi, è stata una cosa più dettata dalla crescita della vita privata di ognuno che ci ha portato lentamente ad uscire dalla dinamica di scrivere musica insieme. Sicuramente suonare insieme rimane, ad oggi, l’esperienza più magica e completa che abbia mai avuto.
La parentesi di X-Factor 2023 quanto è stata importante per te?
Lo è stata per due motivi: ho sconosciuto persone straordinarie e mi ha dato la possibilità di farmi conoscere un pochino di più ad un pubblico maggiore.
Sicuramente i rapporti umani sono quelli che restano; potersi confrontare con altri artisti che arrivano da estrazioni musicali totalmente diverse è un gran privilegio perché ti permette di scambiare idee, opinioni e di influenzarsi a vicenda.
Avendo partecipato a cuore leggero, con il sorriso, sono super contento di dove sono arrivato, senza rimpianti o rimorsi.
Tante anche le tue esperienze, ma c’è qualcuna che ricordi con maggior affetto?
Credo che aver conosciuto, aver suonato e studiato per tre anni insieme a Franco Cerri sia stata una delle esperienze più formative della mia vita artistica.
Da Franco ho imparato la caratteristica fondamentale dell’essere un artista/musicista: la gentilezza; sotto qualsiasi punto di vista: per i musicisti con cui suoni, per le persone che sono davanti a te ad ascoltare, per il tuo strumento e per la musica che insieme si sta facendo.
E poi gli anni di tour con Davide Van de Sfroos, insieme agli Shiver, dove siamo cresciuti e diventati “adulti”. Siamo partiti che eravamo poco più che ventenni, con un bagaglio di gavetta fatta di pub e feste della birra e siamo stati catapultati su palchi giganti con migliaia di persone davanti.
Ci ha resi musicisti più solidi ma anche amici più forti e vicini.
Siamo alla fine di questo anno, ma un bilancio di questo 2023 lo hai fatto?
Non ho fatto bilanci perché credo che fare bilanci in generale non faccia per me, mi metterebbe ansia sapere che avrei potuto fare di più e non l’ho fatto.
Quindi penso sempre che posso fare di più e devo farlo quindi, pur portandomi via un 2023 pieno di cose nuove e bellissime, sono carico per iniziare con il piede ancora più caldo per il 2024. Partire con l’idea che posso fare di più mi motiva molto.
Invece per il 2024 cosa ci dobbiamo aspettare da te?
Sicuramente girerò per promuovere il mio disco Amare è così, cercando di raggiungere più luoghi e persone possibili. Pubblicherò altro materiale, anche in collaborazione con altri artisti e sto scrivendo anche canzoni in inglese per provare ad aprirmi ad un pubblico più ampio.
Articolo a cura di Francesco Nuccitelli
Aigì, il nuovo singolo “Sbalzi D’Umore”
Aigì il nuovo singolo “Sbalzi d’umore” brano in cui l’artista sperimenta nuove sonorità, la sua musica, intima profondamente introspettiva
È uscito lo scorso 8 dicembre “Sbalzi D’Umore”, il nuovo singolo di Aigì che continua il suo percorso sperimentale iniziato nel 2021. La sua musica è intima, profondamente introspettiva e per questo quasi esistenziale, caratterizzata da testi di forte impatto emotivo e sonorità indie pop.
Infatti, anche in questo brano, scritto dallo stesso Aigì e prodotto da Octavio Laria, il giovane cantautore sperimenta nuove sonorità e fa un uso della sua voce, oltre la propria zona di confort. L’incipit del brano così sussurrato riesce a dare quelle suggestioni che Aigì voleva trasmettere con il brano.
Un 2023 che ha regalato tante soddisfazioni ad Antonio Il Grande, in arte Aigì, cantautore tropeano trapiantato da qualche anno a Firenze, a partire da “Nudo” con venature più techno fino a “Nuvole” con atmosfere più vintage.
L’esordio durante il periodo del Covid nel 2021 con “Notte sul pianeta Terra”, brano che voleva dare un messaggio di speranza in quel difficile periodo. Passando poi per “Orsa Maggiore” e “Io che non”del 2022. In quest’ultimo brano Aigì parla della sua evoluzione: «Mi sento di essere una persona e un artista in evoluzione e in continua crescita. E mi piace».
Cantautore che riesce a fondere assieme canzone d’autore e l’indie pop, in una fluidità aperta a contaminazioni.
Finalista nel 2022 al Premio Lunezia, l’unico Festival italiano dedicato al valore musical-letterario delle canzoni.
Inizia come pianista, frequentando per diversi anni il conservatorio Fausto Torrefranca di Vibo Valentia, prosegue nelle vesti di romanziere per poi dedicarsi unicamente all’attività̀ di cantautore.
Quest’ultima inizia con la vittoria di una borsa di studio bandita dal C.E.T. (Centro Europeo di Toscolano) e patrocinata dalla Regione Calabria che gli permette di seguire il corso di Autori nella prestigiosa scuola di musica pop del maestro Mogol.
Dopo un’intensa attività̀ letteraria e la relativa pubblicazione di due romanzi (2016/2017), periodo in cui non smette di dedicarsi alla musica e in particolar modo alle canzoni, decide di proporre i brani composti in qualità̀ di cantautore.
Dal marzo 2018 inizia a pubblicare sul suo canale YouTube alcune canzoni prodotte in maniera completamente autonoma.
Nel frattempo, si esibisce proponendo le sue opere con un gruppo di musicisti in diverse occasioni e location, tra cui il Teatro Politeama di Prato e alcuni locali di Firenze, Roma e Tropea.
Nel 2019 è finalista nazionale al Sanremo Rock e nel gennaio 2020 pubblica il suo primo EP, Partirei da qui. Nello stesso anno decide di adottare lo pseudonimo di Aigi.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Rubywave e il suo “TempoFreddo”
Rubywave, è una delle esponenti del nuovo cantautorato femminile. Negli Stati Uniti ha maturato una significativa esperienza live di busking
Rubywave (Foto dalla pagina Facebook dell’artista)
Abbiamo incontrato Rubywave, artista abruzzese, prima della sua esibizione nella rassegna “Contemporary – Parola D’Autore” che si è tenuta dall’8 al 10 dicembre 2023 a Pescara.
Una delle esponenti del nuovo cantautorato femminile che si sta facendo largo anche grazie alla sua esperienza “di contaminazione” negli Stati Uniti dove ha potuto maturare una significativa esperienza live con esperienze di busking.
Il suo singolo d’esordio, al rientro dal soggiorno statunitense, è stato “TempoFreddo” nel 2020.
“Questa è una canzone che nasce dalla voglia di dire semplicemente le cose come stanno. La distanza crea un vuoto, che io ho voluto definire “freddo”.
Questa distanza l’avverti come avverti infatti il calore o, in questo caso, la sua mancanza. È un gioco di parole semplice, ma efficace, con cui si arriva dritti al punto, senza troppe moine”
“Sono arrivata a New York nel mese di dicembre, nel 2018 e, credetemi: non si può dire di aver mai sentito freddo se non si passa in quel periodo da quelle parti! O per lo meno, io lo ricordo estremamente intenso.
Nel tempo poi, dopo un secondo inverno, ho realizzato che due erano le cose: o mi ero abituata ormai a quelle temperature glaciali, o forse, avevo iniziato ad abituarmi non tanto al vento gelido e al ghiaccio sulle mani, ma a quella distanza che prima aveva avuto un impatto tale da riversarsi anche sul mio corpo”.
Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile.Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
È possibile regolare tutte le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro.
Inoltre, nell’informativa della cookie policy del nostro sito, trovi tutte le informazioni per disattivare i cookie in modo autonomo su qualsiasi tipologia di browser.
Cookie Necessari
I cookie strettamente necessari devono essere abilitati in modo che possiamo salvare le tue preferenze.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze.Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
La durata dei cookie è di 1 mese.
Google Analytics
Questo sito Web utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari. Mantenere abilitato questo cookie ci aiuta a migliorare il nostro sito web. Per attivare questi cookie, è necessario attivare i “Cookie Necessari”
Cookie attivi:
_ga, _gid, _git
Analytics: Se desideri disattivare Google Analytics per il browser web in uso, scarica e installa il componente aggiuntivo che trovi qui.
Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!