Neri Per Caso sono in tour con il loro “Natale Per Caso” per allietare i giorni di feste con le loro inconfondibili e uniche voci
Come ogni anno i Neri Per Caso sono in tour con il loro “Natale Per Caso” per allietare i giorni di feste con le loro inconfondibili e uniche voci, spaziando dal classico repertorio natalizio fino ai loro più grandi successi.
Un percorso musicale coerente e con una precisa identità che nel 2024 raggiungerà il traguardo dei 30 anni.
Tutto infatti iniziò a Sanremo Giovani del 1994 con una cover di Zucchero, “Donne”, qualificandosi per la sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo 1995 che vinsero con “Le Ragazze”, brano che li sbalzò in vetta alle classifiche traghettando l’omonimo album alla conquista di ben 6 dischi di platino con quasi 700.000 copie vendute.
Da sempre amati dal pubblico per la loro bravura e semplicità, come dimostrano le piazze e i teatri gremiti ad ogni loro esibizione.
Due gli album dedicati ai classici del Natale: “…And So This Is Christmas” del 1996 e il più recente “EP Christmas” del 2022, cimentandosi nei brani che tutti conosciamo: “Give Peace a Chance”, “Happy Xmas (War Is Over)”, “Oh Happy Day”, “Jingle Bells”, “White Christmas”, “Last Christmas”, “Adeste Fideles” per citarne alcuni.
Abbiamo intervistato Massimo De Divitiisprima della esibizione al Teatro Italo-Argentino di Agnone (IS).
Queste le prossime tappe del Tour:
20.12.23 Nocera Inferiore (SA)
21.12.23 Cittaducale (RI)
22.12.23 Caorle (VE)
23.12.23 Castellana Grotte (BA)
27.12.23 Monreale (PA)
29.12.23 Ravello (SA)
30.12.23 Catanzaro
31.12.23 Ostuni (BR)
01.01.24 Praia a Mare (CS)
06.01.24 Sant’Anastasia (NA)
Date in continuo aggiornamento.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Hermes, l’amore e l’addio senza illusione
Hermes il nuovo singolo “Medusa”, un atteso ritorno per il cantautore che attraverso i suoi brani, continua a raccontare le storie d’amore, con ironia ed un pizzico di leggerezza
Hermes è un cantautore interessante, di estremo talento e che nonostante la giovanissima età (classe 2000), può già vantare eventi e palchi importanti. Il 17 novembre è tornato con un nuovo singolo dal titolo Medusa (distribuito da Virgin Music Las/Universal Music Italia).
Il brano, è stato scritto dallo stesso Hermes con Gianni Pollex e Lara Ingrosso e prodotto da Gianmarco Grande e Alessandro Landini. Il brano racconta di una relazione incastrata in un loop infinito, dove ogni giorno sembra ripetersi e sembra essere perfettamente uguale al precedente.
Un amore in cui si continua a credere e a sperare, ma che poi finisce per non esistere e dare false speranze. Un continuo conflitto tra ragione e sentimento, tra un’illusione nata per non far soffrire e la paura di intraprendere una nuova strada.
Un atteso ritorno per il cantautore voce della Generazione Z, che attraverso i suoi brani, continua a raccontare le storie d’amore, con ironia ed un pizzico di leggerezza.
Inizierei chiedendoti come stai?
In questo periodo sto abbastanza bene, anche se sto ricercando l’equilibrio perso. Ultimamente mi sto riprendendo però, ho le idee più chiare e con l’uscita di Medusa sono anche molto emozionato. Il brano è un pezzo a cui tengo tantissimo e sono felice che stia ricevendo tanti feedback positivi. Fondamentalmente, posso dire di stare bene.
Come già detto, Medusa è il tuo nuovo singolo, ma cosa ci puoi dire di questo brano?
Quello che racconto con Medusa, è il normalizzare che due persone possano lasciarsi. Spesso ci troviamo di fronte a relazioni che si trascinano e dove si rimane incatenati in un loop. Relazioni dove sono presenti l’affetto, le esperienze e tutte quelle cose fatte insieme, ma non l’amore. Insomma, una forma di illusione, dove si è perso quel qualcosa di importante che lega due persone, ma che si trascina ad oltranza per non far soffrire.
Qual è il loop di cui tu parli?
Il loop di cui faccio riferimento, è quel legame che rimane tra le persone, anche se non si amano più. Quel legame che rimane solo per il dispiacere e per non far soffrire l’altro. Non per la presenza di un qualche sentimento.
Il loop può essere anche quella monotonia che porta ad incrinare una relazione?
Sì, anche perché questo rimane un grande problema per una relazione. In un certo senso, l’assenza di nuovi stimoli può essere fatale per una coppia. Se in una storia tutto diventa piatto, il rischio è che si cerchino nuovi stimoli altrove. Invece, credo che sia fondamentale intraprendere con il proprio partner nuove avventure e fare più esperienze condivise. Bisogna abbattere la monotonia, altrimenti rimane solo la nostalgia.
Quindi l’aspetto nostalgico gioca un ruolo fondamentale in questo loop di cui parli?
Esattamente! C’è anche questo messaggio nostalgico nel loop. L’affetto in questo caso è più incentrato sul ricordo e non su una base per il futuro.
È un brano autobiografico?
Quando ho scritto il brano, mi sono chiesto: perché parlo di relazioni rotte, quando io non ho mai subito questo? Non sono quel tipo di persona che si è dovuta reinventare, cambiare la sua visione o riprendersi perché qualcuno l’ha imposto. Sono stato fortunato, sono sempre stato io quello che chiudeva le relazioni e di conseguenza ero già pronto ad andare avanti. Tuttavia, l’esperienza che racconto, è figlia di quello che ho vissuto a casa. I miei genitori si sono separati e così ho vissuto la relazione finita. Credo che sia per questo che non credo al per sempre. Quindi sì, un brano biografico, ma che ho vissuto indirettamente.
Un brano che dà una percezione diversa alle cose. Dal titolo Medusa alla visione di un amore da finire piuttosto che trascinarlo inutilmente. Una questione di punti di vista?
Sono dell’idea che ci siano diverse sfumature nelle cose, ognuno può prendere il brano e farlo proprio. Questo brano l’ho scritto pensando a due persone che si lasciano e di cui c’è una fatica a voltare pagina e andare avanti. In questo caso, parlo di una forma di protezione verso l’altro, che però fa male a entrambi. Alcuni potranno pensare che la fine di un rapporto sia difficile da superare, ma anche l’illusione in un rapporto può essere un problema.
Siamo alla fine di questo 2023 ed è tempo di bilanci, il tuo qual è?
Positivo! Medusa è la conclusione perfetta per quest’anno incredibile, un ricordo di tutto quello che mi è successo. Un 2023 speciale, importante e impegnativo. Mi auguro un 2024 anche migliore, con tantissimi progetti e ancora ricco di eventi e musica.
Articolo a cura di Francesco Nuccitelli
Delpt, il nuovo EP: “Un, due, tre….stalla!”
Delpt, il loro nuovo EP: “Un, due, tre…Stalla!” Il nostro sogno, calcare il palco più famoso d’Italia: quello di Sanremo
Delpt(acronimo di Delio E Le Pecore Tose) è un progetto musicale nato nel 2003, quasi per gioco, dall’estro creativo di Andrea Tataranno, in arte “Delio Catetere”, Daniele Russo, in arte “Johnny Clistere” e Sergio Tataranno, in arte “Ser Coloplastico”.
Si sviluppa concretamente a partire dal 2017, quando il trio capisce che assemblare suoni synth e parole catchy apparentemente a caso ha perfettamente senso.
L’incontro artistico con il chitarrista e compositore Renato Caruso, avvenuto nel 2020, dona loro nuova linfa vitale e maggiore convinzione, portando alla creazione di un’identità musicale più definita.
Il 9 dicembre 2021 i Delpt pubblicano il primo singolo “Matrimoni”, canzone figlia del Covid-19 e delle sue implicazioni socioculturali e, a distanza di un anno il singolo, “L’Elfo di Babbo Natale”, che permette alla band di ampliare la cerchia di ascoltatori, venendo in particolar modo apprezzata dai più piccoli.
Il 24 giugno 2022 viene pubblicato il loro primo video “Supereroi”, brano in collaborazione con Greta Cominelli.
È da poco disponibile sulle piattaforme digitali il loro nuovo EP: “UN, DUE, TRE…STALLA!”
Oggi abbiamo incontrato uno dei componenti della band: Andrea Tataranno.
Come mai tu e la tua band avete scelto di chiamarvi Delio E Le Pecore Tose?
È chiaramente un tributo al gruppo Elio E Le Storie Tese, dato che, quando ci siamo formati come band, erano il nostro principale punto di riferimento. Era il 2003 e in quel periodo eravamo molto simili a loro dal punto vista musicale e solo con il passare del tempo ci siamo allontanati dal loro stile, evolvendoci e abbracciando il pop puro.
Come nasce il vostro recente EP?
È sicuramente un punto di arrivo ma anche di ripartenza. Al suo interno ci sono tutte le nostre idee degli ultimi venticinque anni e ci ha già dato grandi soddisfazioni. Non è stato facile realizzarlo perché gli altri componenti della band, mio fratello e mio cugino, abitano in altre città d’Italia. La fortuna è che la nostra musicale è principalmente realizzata con strumenti digitali e di conseguenza questo ci permette di lavorare a distanza ai progetti musicali, senza doverci incontrare tutte le volte.
Quale traccia di questo lavoro vi racconta meglio?
Penso che non possa esserci una risposta univoca a questa domanda. Io sono molto legato al brano “Tempo” perché è quello maggiormente ricercato, che ha richiesto più lavoro e che fino all’ultimo non ci convinceva totalmente. La traccia preferita di mio cugino è “L’elfo di Babbo Natale”, la canzone più gioiosa dell’intero EP e che gli somiglia di più. Il brano preferito di mio fratello penso sia “Supereroi”, il cui video è stato realizzato interamente a casa sua. Siamo comunque affezionati a tutte le tracce dell’album che è molto variegato: ce n’è davvero per tutti i gusti.
Quali sono i vostri riferimenti musicali oltre a Elio E Le Storie Tese?
Tutta la musica pop e synth pop degli anni 80’, tra cui i mitici Righeira, e le sigle dei cartoni animati come quella dei “I cavalieri del re”. La nostra musica vuole giocare con i ricordi di chi ha più o meno la nostra età. Siamo quarantenni che apprezzano anche molto la musica delle nuove generazioni come quella di The Weeknd e Calcutta e che fanno della gioia il loro principale comandamento.
Avete dei concerti in programma?
Ci siamo sempre ritenuti dei compositori più che dei musicisti. Il nostro obiettivo è sempre stato solo quello di fare viaggiare nell’etere la musica. Anche se in molti ci chiedono di esibirci live e presto li accontenteremo.
Avete qualche sogno del cassetto?
A noi sono sempre piaciuti i sogni reali e per ora li abbiamo realizzati tutti. Ci piacerebbe collaborare con artisti già affermati, come può essere Calcutta, e soprattutto calcare il palco più famoso d’Italia: quello di Sanremo. Sarebbe un’esperienza incredibile e, secondo me, molto molto divertente.
Articolo a cura di Stefano Grandi
Olo torna con “Pelli bruciate” il nuovo singolo
Olo torna con “Pelli bruciate” il nuovo singolo, il brano vanta la produzione del giovane e promettente Defurias
È uscito lo scorso 17 novembre “Pelli Bruciate”, il nuovo singolo dell’artista lucano Olo.
Il brano vanta la produzione del giovane e promettente Defurias e testo scritto dallo stesso Olo. «Ho chiesto a Defurias di rivisitare il beat ed è nata una perla», così Olo esprime il valore aggiunto di questo teamwork che li ha visti collaborare anche in altri due singoli, “Pistole rotte” e “Ambra”, usciti nel 2023.
La copertina del brano rappresenta due fiammiferi che bruciano, come se fossero due sagome.
Prima del progetto solista, Olo è stato frontman del gruppo Punkelpop che nel 2020, con “Crush”, ha realizzato più di 100 mila visualizzazioni su YouTube.
Un progetto nato durante la quarantena, assieme a IlKarma e TheAleksei. Con IlKarma (Luigi Cilla) anche una collaborazione in “Berlino” (2022) in featuring con Zeep (Marco Cannas).
Olo è stato su palchi molto importanti, per il Capodanno 2020 a Potenza e per il Primo Maggio 2019 a Roma, per il Radio Italia Live e a Monza durante il Gran Premio.
Anche l’impegno per il sociale: qualche anno fa ha partecipato e vinto un concorso indetto dall’Anas che si chiamava “Musica Per La Sicurezza Stradale” incidendo un pezzo che parlava delle morti sulle strade per abuso di alcool e stupefacenti.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
The Vela, “Dreaming to travel” l’opera prima
The Vela, “Dreaming to Travel” è il primo disco del duo, una formazione del tutto inedita, ma che porta la firma di due musicisti di lungo corso: Filippo Phil De Laura e Andrea Filippucci
L’inedito duo che unisce Andrea Filippucci e Phil De Laura (già produttore tra gli altri di Niccolò Fabi e Grazia Di Michele) da l 17 novembre su tutte le piattaforme digitali con il primo album “Dreaming to travel”
“Dreaming to Travel” è il primo disco del duo The Vela, una formazione del tutto inedita, ma che porta la firma di due musicisti di lungo corso: Filippo Phil De Laura e Andrea Filippucci, il primo compositore per il cinema e la TV ma anche musicista e produttore per grandi nomi della musica italiana e internazionale (tra cui Robert Miles, Jassi Jasbir, Patti Pravo, Niccolo’ Fabi, Grazia Di Michele, Rossana Casale, Simone Cristicchi, Bungaro, Massimo Ranieri, Nada), il secondo compositore e polistrumentista, con all’attivo colonne sonore per film italiani e stranieri.
The Vela è il risultato di un incontro artistico che è maturato negli anni, tra ascolti, scoperte, confronti su un percorso sempre nuovo e stimolante ricco di suoni, di vibrazioni, di storie, di strumenti originali e preziosi.
Tutti i brani di questo album, infatti, sono suonati con strumenti acustici della collezione di cordofoni rari di Filippo e Andrea come Root Tar, banjola, charango, chitarra portoghese, pedal steel guitar, Chapman stick, cavaquinho e molti altri.
La title track è stata scelta dall’etichetta statunitense “Putumayo records” per un’anteprima digitale che ha permesso a “The vela” di raggiungere in pochi giorni migliaia di ascoltatori in tutto il mondo.
Dal 23 novembre sarà possibile ascoltarla anche in radio. Nel video, realizzato da Ari Takahashi, immagini di viaggi si rincorrono come visioni, come segni del destino dell’uomo.
Video intervista a cura di Domenico Carriero che ha intervistato Phil De Laura
SPECTRVM presentano il “Teschio del Mondo”
SPECTRVM “Teschio del Mondo” il nuovo Album della Rock Prog Band. Il ritorno del Rock Progressivo Sinfonico tra Spiritualità, Ecologia, Ambiente
La band italiana SPECTRVM (Como) ha realizzato il progetto discografico “Teschio del Mondo”, un concept album di Rock Progressivo Sinfonico dedicato alla Terra.
Dopo oltre quattro decenni di carriera musicale, questo lavoro rappresenta un ritorno alle radici della band e una dichiarazione d’amore artistica al PROG SINFONICO.
“Teschio del Mondo” è disponibile dal 10 novembre in formato fisico e digitale pubblicato dall’etichetta Terzo Millennio Records, Milano.
L’album contiene otto tracce, presentato in formato CD in confezione Jewel Box, è un viaggio straordinario attraverso la musica e l’arte, unendo passato e presente in un’esperienza emozionante.
Il mini-book incluso contiene i testi delle otto composizioni con parafrasi esplicative, arricchendo maggiormente l’esperienza per gli appassionati di musica e arte.
La copertina, raffigurante la Terra, con un flusso psichedelico, come un teschio, vuole trasmettere un messaggio positivo e rappresenta la dualità artistica dell’intero lavoro.
Track-List:
Anima
È un “viaggio” della psiche, nella profondità dell’anima, l’esame di coscienza in una dimensione trascendentale. Un uomo vissuto che, attraverso l’esame interiore, scopre tutte le sue debolezze, le sue paure e i suoi limiti.
Nella sua fragilità umana, nel valutare il suo percorso di vita, vede i suoi successi e i suoi tormenti.
In questo disagio temporaneo, avverte un pensiero oscuro, vedendosi lungo i viali dei freddi marmi, come un epilogo verosimilmente “metafisico spirituale”, più che una fine carnale.
Scosso da questa introspezione, si libera dalle inquietudini e angosce che lo affliggono. Certo di un futuro migliore, si aggrappa a una mano amica … così salda e inaspettatamente calda.
Bestia
La “Bestia” è da intendersi come momenti di diverse situazioni, che possono essere un disagio mentale, una grave malattia, una posizione economica e sociale problematica, una coercizione legata alla droga, all’alcolismo o al vizio.
Per poter uscire da questo tunnel, è necessario cogliere l’aiuto di una voce amica che possa allontanare e distogliere questi stati ossessivi e ritrovare il cammino di un destino già segnato.
Nessuno piange nessuno canta
Con la durata di 8,18 minuti, è la suite più lunga dell’album, composta da tracce di diversi brani concatenati. È un’avventura di un cucciolo che scappa dal cortile dove vive e nessuno lo cercherà.
Viene inghiottito dal caotico frastuono della città, vaga tra i pericoli, impaurito dal traffico, dalle luci e dalle voci. Incorre in spaventosi incontri, finché stremato, consapevole che nessuno lo piangerà, si abbandona a una fine certa, ma una porta si apre e … questo finale è aperto a ogni immaginazione personale.
Sogni di Pietra
Nel testo e nel significato del brano, scritto nella metà degli anni ’70, la “figura principale” è un soggetto di “non persona”, una pietra, un monolite, una roccia, perennemente immobili, si possono immaginare “capaci” di desiderare un’altra esistenza.
La metafora può essere intesa come una vita inerte o amorfa che attende qualcosa o qualcuno che lo possa liberare e portare via, a conoscere altre realtà.
Teschio del mondo
Teschio del mondo è la traccia filologica che da l’impronta all’album, il Mondo lacerato tra il giorno e la notte.
Dopo il tramonto, incessantemente fino all’alba, al calare delle tenebre, nell’oscurità affiorano l’avidità e la malvagità umana, in tutta la sua crudeltà e aggressività opprimente e mortale.
Al sorgere del sole, la forza del suo calore dà inizio al risveglio, illuminato, caldo, aperto, immenso, vivo …. finalmente è ancora giorno!
Crisalide
La metamorfosi viene descritta nel testo e dalla musica, come se si trattasse di una ripresa al rallentatore di tutte le fasi della mutazione da bruco a farfalla.
Le strutture armoniche e le singole partiture fanno immaginare tutti i passaggi della trasformazione, dalla schiusa del bozzolo allo spiegamento delle ali, adesso colorate e scintillanti, verso il volo libero dall’oppressione dell’involucro.
Prigione
Il brano riporta indietro le lancette alla fine degli anni ’70, quando da poco emanata, la legge Basaglia avrebbe chiuso per sempre i manicomi di Stato.
Il protagonista si trova suo malgrado implicato in un internamento forzato, questo lungo isolamento dal mondo esterno, gli causa gravi conseguenze mentali, disagio sociale e incognite aspettative.
Per un interminabile periodo, giorno dopo giorno, è “prigioniero” in una opprimente bianca stanza. Dopo aver passato un lungo tempo, sopportando angosce e paure …. la porta si apre, adesso è libero di respirare …. lo aspetta una nuova vita
Templum
Il brano di chiusura dell’album, nasce dalla rivisitazione di un successo inciso dal gruppo nel ‘76 “Magnificat”, diversificando il preludio originale, riprende il classico adagio in re minore e introduce il celebre motto dei Templari: “Non nobis Domine, no nobis, sed nomini tuo da gloriam”.
La scelta del motto è di fatto un monito per tutta la linea che segue il discorso filologico dell’album. Il proposito è quello di dare una vera chiosa all’album, lasciando all’ascoltatore l’impressione di immaginarsi all’interno di una Cattedrale, in un turbinio di sonorità ed effetti, in uno spazio temporale indefinito.
SPECTRVM presentano il “Teschio del Mondo”La storia della band inizia nel 1974, quando si formarono come “Stratus”, con i membri fondatori Frank Lazzari (organo-tastiere-voce), i fratelli Jordan Bozzolan (batteria-percussioni-voce) e Daniele Bozzolan (basso-chitarre-pianoforte-voce), insieme a Renato Olivo (chitarre voce) e in seguito Alberto Zanella (tastiere-pianoforte-voce).
Negli anni ’70, Stratus divenne il gruppo di punta nei dancing del Nord Italia, esibendosi in spettacoli e eventi musicali e registrando numerosi successi discografici con artisti come Sandro Belsi e Rudy Polito. Nel 1979, a causa di divergenze con la produzione, il progetto dell’album “Teschio del Mondo” venne accantonato, ma la band continuò a esibirsi fino al 1982, quando si sciolsero.
Nel 2020, dopo quattro decenni di pausa, gli Stratus decisero di riprendere il progetto “Teschio del Mondo”, con l’inserimento del nuovo chitarrista Marco Brega. Il gruppo ha modificato il proprio nome in “SPECTRVM”, mantenendo viva la tradizione del latino con la classica V utilizzata per scrivere la U.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Marcella, bella e vulcanica, esce Etnea
Marcella, bella e vulcanica, esce Etnea il nuovo album emozionante e totalmente inaspettato
Si chiama Etnea il nuovo album di Marcella Bella, icona della musica italiana.
Dieci inediti per un album rivoluzionario, emozionante e totalmente inaspettato rispetto alla produzione a cui eravamo abituati in questi 50 anni di carriera.
Marcella si rinnova, scrivendo in prima persona molti pezzi, raccontandosi come donna matura e vulcanica, proprio come l’Etna che conserva emozioni sopite per lungo tempo fino ad esplodere di musica.
Metafore e analogie che troviamo nel curatissimo servizio fotografico che lancia Etnea, così come nell’ inaspettato video di “Tacchi a spillo”, singolo promozionale dell’album dove Marcella canta in un pezzo dance bellissima e ironica.
Nel brano i tacchi a spillo sono una metafora della vita: rappresentano la fragilità, la forza e la tenacia che servono per affrontare le sfide e per rialzarsi dopo ogni caduta, sempre con eleganza.
“Etnea” è il primo album di Marcella Bella a portare la firma con la nascente etichetta FFN Records del giovane imprenditore Federico Feyrsinger Nonato in collaborazione con Starpoint Corporation S.r.l. in licenza a BMG; tra le firme che hanno impreziosito questo lavoro segnaliamo Giovanni Caccamo, Luca Chiaravalli, Gianni e Rosario Bella, Fausto Cogliati e Pasquale Mammaro.
Notevole pregio è il pezzo “Mi rubi l’anima”in coppia con Loredana Bertè, un pezzo di denuncia contro la violenza sulle donne.
«E’ un album in cui sono libera di essere me stessa: ho fatto tutto quello che volevo sperimentare, tutto quello che avevo tenuto compresso dentro di me che oggi è letteralmente esploso in musica!Ho pensato all’idea del vulcano, ai vestiti, all’immagine della copertina».
Marcella Bella ha iniziato la sua carriera musicale con piccoli concorsi in Sicilia e successivamente vincendo le selezioni regionali del Festival di Ariccia (poi squalificata in quanto tredicenne, sotto l’età richiesta da regolamento).
Ha fatto il suo debutto al Festival di Sanremo nel 1972 con “Montagne verdi” ottenendo un notevole successo ed entrando nei cuori del pubblico.
Nel corso degli anni, ha raggiunto il successo con brani come “Nessuno mai”, “Senza un briciolo di testa”, “Dopo la tempesta” e “Nell’aria”, quest’ultimo considerato un vero e proprio inno degli anni ’80 della musica italiana.
Marcella fino ad oggi ha continuato a distinguersi come una delle artiste più influenti d’Italia, collaborando con importanti autori e cantanti e pubblicando oltre 300 canzoni con singoli di successo anche all’estero.
Nel 2019, ha celebrato i suoi 50 anni di carriera con concerti con orchestra a Roma e Milano.
Articolo a cura di Alberto Nano
Francesco Dal Poz, dopo “Zero” arriva “Uno”
Francesco Dal Poz, dopo “Zero” arriva “Uno”, nuovo disco, lavoro di carattere e di riscoperta di sé
“Uno”è il nuovo disco di Francesco Dal Poz, anticipato dai singoli “Penso a te” e il più recente “2106”. Lavoro di carattere e di riscoperta di sé, co-prodotto con Roberto Visentin, realizzato con la collaborazione diretta o indiretta di professionisti del settore e amici, primi tra i quali Marco Montanari (chitarre in “Cuore logico”), Pakay Simons (batteria in “2106”), TCC Choir (coro in “2106”) e Sean Lucariello (trombe in “Amore ragazzino”).
«Questo disco è frutto di un percorso in cui sono passato dal sentirmi uno tra tanti al riscoprire la mia unicità. È il racconto della mia quotidianità a tratti ironico, a tratti riflessivo. L’obiettivo prioritario durante la fase di scrittura dei brani è stato quello di essere più libero e spontaneo possibile.» Francesco Dal Poz
TRACK BY TRACK:
Ti amo lo stesso
“Ti amo lo stesso” è un inno all’amore sincero e incondizionato. Ironico e profondo allo stesso tempo, il brano si esprime attraverso immagini decise e romantiche, in un contorno di voci che ribattono la positività del messaggio.
2106
Il brano “2106” è una lettera rivolta ad un bambino del futuro. A lui racconto la mia infanzia a pieno contatto con la natura e come negli ultimi anni il mondo ha perso il suo equilibrio. Dopo il mio impegno a preservare il mio presente e, di conseguenza, il suo presente, immagino questo bambino guardare un cielo limpido in un mondo nuovamente in equilibrio.
Amore ragazzino
“Amore ragazzino” è la vera storia di come ha avuto inizio una relazione. Durante la scrittura del brano, ho ripercorso quel sentimento genuino e travolgente che si può vivere a qualunque età con la leggerezza di due adolescenti.
Cuore logico
La necessità di andare altrove, di riscoprire se stessi allontanandosi dalla routine e la frenesia quotidiana, il bisogno di trovare il proprio posto nel mondo; sono state queste le sensazioni che hanno accompagnato la scrittura di questa canzone che spero possa diventare importante per gli altri come lo è per me.
Capelli bianchi
Un caffè come scusa per passare del tempo insieme, i racconti di vecchie storie al confine tra leggenda e realtà, momenti semplici ma vissuti intensamente. Questa canzone è il più valido pretesto per descrivere il legame profondo che ha unito me e mio nonno.
Venere
In una relazione consolidata spesso ci si ritrova a riporre maggiore attenzione a certi cliché forse imposti dalle circostanze, a discapito di tutti gli aspetti che rendono un rapporto sentimentale degno di essere vissuto. Diventa quindi fondamentale ogni tanto smettere di dare importanza a tutte quelle cose, al fine di prestare maggiore attenzione a chi siamo e a chi vogliamo essere.
Penso a te
“Penso a te” è un viaggio interiore, frutto di un periodo pieno di bellezza e confusione, di un viaggio nel centro dell’Africa e della perdita di mio nonno. Siamo tutti viaggiatori nel nostro mondo interiore, un mondo spesso complicato, duro, difficile da comprendere a causa di quel rumore assordante che pesa sulle nostre vite. È forse osare la soluzione?
Francesco Dal Poz è un cantautore e polistrumentista di Treviso classe 1995.
La musica lo accompagna da sempre: a nove anni scrive le prime canzoni e passa l’adolescenza tra lo studio di registrazione e i palchi.
Giovanissimo vince il “Premio della Bontà” per l’impegno sociale manifestato coni concerti. A 21 anni firma il suo primo contratto discografico con un’etichetta indipendente che produce il singolo “Te”, presentato successivamente ad Area Sanremo.
Tra i 22 e i 24 anni pubblica sette singoli e si esibisce con la band in Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Abruzzo, Marche, Puglia e Sardegna.
Sul suo lavoro escono articoli in svariati giornali e portali, tra cui SkyTg24 ed interviste e passaggi radiofonici in decine di radio a livello locale e nazionale tra cui Rai Radio1; viene inoltre ospitato su Rai 2 e su TV2000.
Condivide il palco con Zero Assoluto, Iva Zanicchi, Ronnie Jones, Damien Mc Fly. A 26 anni pubblica l’album “Zero” con BeNEXT/Sony Music Italia, affiancato dal produttore artistico Roberto Visentin.
Oggi continua il suo percorso come cantautore, autore e produttore, pubblicando con ADA Music Italy/Warner Music prima il singolo “Penso a te” e a seguire “2106”, anticipazioni del nuovo disco dal titolo “Uno”, uscito dal 10 novembre
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Anima e la musica: accordo raggiunto!
Il giovane cantautore romano con il nuovo singolo “A un passo dalle nuvole” fa vibrare le corde dell’anima che lui stesso definisce sensibile
Stefano Gentili, in arte “Anima”, racconta il suo approccio con la musica fin dai primi esordi, come un magnete che attira la sua calamita: si cercano e si trovano a vicenda perché hanno bisogno l’uno dell’altro. Questo è anche il leitmotiv del suo ultimo singolo, “A un passo dalle nuvole”, in cui l’artista vuole trasmettere una gamma di emozioni, tra cui l’amore, la perdita, il rimpianto e la lotta interiore, creando una canzone sincera in grado di toccare il cuore degli ascoltatori.
“Anima”, il tuo nome d’arte come nasce?
Il mio nome d’arte nasce nel 2016. Ho scelto “Anima” perché molto semplicemente al tempo mi sembrava il nome più adatto al tipo di musica che facevo poiché scrivevo canzoni sincere e dirette che provenivano dall’anima. Inizialmente non mi convinceva troppo come nome ma poi nel corso degli anni mi si è cucito sempre di più addosso.
Quando hai iniziato a fare musica?
Ho iniziato nel 2016 scrivendo una canzone come regalo di anniversario per la mia ragazza del tempo.
In quali generi collochi la tua discografia?
Scegliere un genere preciso è difficile. Sicuramente ho sempre amato spaziare tra il pop, l’R’n’b e il rap anche se la vena melodica ha prevalso sempre di più.
So che sei cresciuto influenzato dalle canzoni di Lucio Battisti. In fase di scrittura ti ispiri a lui o c’è anche qualche altro artista in particolare?
Sono cresciuto con le canzoni di Battisti e tanti altri cantautori del passato che reputo dei della musica italiana. Sinceramente però, in fase di scrittura non mi ispiro a nessun artista in particolare, né del passato né del presente.
Qual è il messaggio che vuole trasmettere “A un passo dalle nuvole”?
Non credo ci sia un vero e proprio messaggio dietro “A un passo dalle nuvole”. È una canzone che ho scritto nel 2018 per sfogarmi ed esorcizzare una storia d’amore. Ognuno poi ricava dal brano in questione il messaggio o il sostegno di cui più necessita.
Come mai hai sentito l’esigenza di scrivere questa canzone?
È stato un vero e proprio sfogo rispetto alla fine di una delle relazioni più significative della mia vita. Ho sentito il naturale bisogno di esprimere i miei sentimenti a riguardo.
Il 2023 per te è stato un anno ricco di singoli. C’è un filo che li lega insieme?
Alcuni sono legati e altri no. Sicuramente si tratta di tutti brani scritti negli anni passati. Con queste uscite sto chiudendo un cerchio.
Per te la musica è terapeutica?
Decisamente si, canzoni come “A un passo dalle nuvole” ne sono la prova. Spesso soffro di ansia ed ogni tanto mi ritrovo con una punta di depressione addosso, dunque, la musica è assolutamente d’aiuto.
I tuoi testi sono autobiografici?
La maggior parte delle volte sì, in alcuni casi mi ispiro a tutto ciò che mi circonda. Mi è capitato di scrivere di storie dei miei amici o di situazioni che ho vissuto seppur non direttamente. Altre volte ancora invece mi avvalgo di metafore muovendomi all’interno di un immaginario più lontano dal mondo reale.
Ci definisci l’anima di Stefano con una parola sola?
L’anima in una parola per me è: sensibilità.
Ti piace mescolare lo sport, in particolare il calcio, con la musica. Ti viene spontaneo?
Sono letteralmente malato di calcio, tifo Roma ma seguo tutto il mondo del calcio in generale. Mi è capitato di trovarmi a parlare con esperti del settore calcistico e riportargli nomi di giovani calciatori che nemmeno loro conoscevano. Dunque, essendo il calcio un interesse così forte per me, era impossibile non inserirlo nei miei brani.
Quanto ti senti legato alle tue radici?
Moltissimo, amo la mia famiglia e voglio bene a tutti i membri di quest’ultima. Non ho mai smesso e mai smetterò di portare con me tutti gli insegnamenti che mio padre, mia madre e il resto della mia famiglia mi hanno trasmesso.
Come misuri il successo?
Per alcuni questa potrebbe essere una domanda difficile, per me non lo è. Il successo per me si misura in senso di realizzazione e soddisfazione. Se io sono felice e mi sento realizzato nel fare il cantante non importa se faccio disco d’oro o 100.000 ascolti.
Ti aspettavi che il tuo primo album, “Photogallery”, raggiungesse circa 1 milione di ascolti? Come l’hai vissuta?
A dirla tutta da “Photogallery” non mi aspettavo nulla. È stato un progetto fatto con zero budget in quarantena. Registravo le canzoni a casa in un home studio che mi sono creato per poter fare musica nonostante l’isolamento. È stata una bella soddisfazione in un momento brutto un po’ per tutti.
Come gestisci i tuoi profili social? Li usi solo a scopo professionale o c’è anche un po’ di vita privata?
Utilizzo troppo poco i social, dovrei usarli indubbiamente di più solo che faccio fatica. Spesso preferisco vivermi il momento piuttosto che fare la foto e postarla nelle storie. Sono stato in studio con artisti giganti in passato ma non ho fatto la foto di quel momento, mi sono goduto il momento.
Che rapporto hai con il tuo pubblico?
Devo dire che il rapporto con il pubblico è fantastico. Ho una forte community che mi segue fedelmente soprattutto su Instagram. Mi riempiono di affetto e mi supportano quotidianamente. A volte hanno più ansia ed emozione loro che io in occasione dell’uscita di un brano. Ringrazio per la community che ho.
Hai vissuto delle esperienze in qualche live?
Si, qualche piccolo live. Purtroppo per via del covid alcuni concerti che avevo in programma sono saltati e ancora dobbiamo riorganizzarci.
In cantiere c’è qualche progetto nello specifico?
Diciamo che con “Camp Nou” uscito a novembre abbiamo iniziato una nuova parentesi che continua a manifestarsi con “A un passo dalle nuvole” e continuerà nei prossimi mesi fino ad arrivare a gennaio, mese in cui succederà qualcosa.
Che programmi hai per il futuro?
Far uscire tutti i brani del passato rimasti e concentrarmi sul futuro, sulle nuove canzoni. Il primo passo è a gennaio.
Articolo a cura di Simone Ferri
Strano, dai Gemelli DiVersi ad “Estranea”
Strano, dai Gemelli DiVersi ad “Estranea”, la “voce pop” dei Gemelli DiVersi ha intrapreso nell’ultimo anno un nuovo capitolo della sua vita artistica, mettendosi in gioco come solista
Strano pubblica venerdì 17 novembre 2023 il nuovo singolo “Estranea”(sotto licenza esclusiva Altafonte Italia). Dopo una splendida carriera ad alti livelli tra i big della musica italiana, la “voce pop” dei Gemelli DiVersi ha intrapreso nell’ultimo anno un nuovo capitolo della sua vita artistica, mettendosi in gioco come solista.
Il brano, caratterizzato da sonorità pop e da un riff di chitarra che rimanda ad atmosfere latine, racconta la fine di una storia d’amore in cui il protagonista, che prova ancora dei forti sentimenti, rimugina sugli errori, sugli sbagli e su ciò che avrebbe potuto essere, mentre la vita e il tempo vanno inevitabilmente avanti, rendendo l’altra persona quasi un’“estranea”.
“Estranea” giunge dopo la pubblicazione, ad aprile scorso, del brano “Fino in cima” con la collaborazione del giovane rapper SAC1, a cui hanno fatto seguito i singoli “Due Passi” con Shorty Shok e Gabriele, Il Guapo, rilasciato il 12 maggio 2023, e “Amara & Dolce”, in collaborazione con Ralph Lautrec e Nico Kyni, uscito lo scorso 22 settembre.
Grazie al nuovo brano, Strano aggiunge una nuova tappa al suo viaggio di ricerca e evoluzione artistica, con la forza della sua esperienza e con l’amore per una vocalità melodica e non filtrata, dimostrando di saper essere un artista al passo con i tempi e con le sonorità attuali, sempre coerente con la sua natura pop-rap.
Con un occhio al passato e uno al futuro, l’artista dimostra la sua volontà di rinnovarsi e presentarsi al pubblico con nuova musica, con rinnovata consapevolezza personale e musicale.
Il nuovo progetto di Strano, che attualmente prosegue anche il percorso musicale con i Gemelli DiVersi, è iniziato nei primi mesi del 2023 con la pubblicazione di tre singoli, raccontando la raggiunta maturità artistica da solista in vista della costruzione di un nuovo album di prossima uscita.
Francesco Stranges, noto con lo pseudonimo di Strano (Milano, 21 settembre 1971), è un cantante italiano noto per essere un membro del gruppo musicale pop rap Gemelli DiVersi.
Negli anni ha collaborato come solista in brani di Articolo 31, Space One, Mondo Marcio, Ted Bee e ultimamente con il giovane rapper Ralph Lautrec.
Cresciuto artisticamente negli anni Novanta nella nota crew milanese Spaghetti Funk, Strano entra poi a far parte dei Gemelli DiVersi.
Dopo l’uscita nel 1998 del loro primo singolo, “Un attimo ancora”, il gruppo pubblica, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, una serie di album di successo, tra cui “Fuego” (certificato doppio disco di platino) da cui sono stati estratti i singoli “Tu no” e il popolarissimo brano “Mary”, che ottiene un grandissimo successo radiofonico-televisivo, occupando per circa otto mesi i primi posti delle classifiche.
Nel 2009 partecipano al Festival di Sanremo presentando il singolo “Vivi per un miracolo”. Nel 2012 STRANO collabora con il rapper Mondo Marcio nel brano “Spalle al muro”, contenuto nell’album “Cose dell’altro mondo”.
Nella primavera del 2014 intraprende insieme a Thema una tournée sotto il nome di “2 Gemelli DiVersi”. Nel 2015, sempre insieme a Thema, decide di continuare con il progetto Gemelli Diversi e ripartono in tour nella primavera ed estate dello stesso anno.
Il 21 ottobre 2016 viene rilasciato l’album “Uppercut”, anticipato dal singolo “La Fiamma”, che segna il ritorno della band stessa, che si avvicina sempre più al pop internazionale.
Il CD entra in classifica al nono posto. Nel febbraio del 2021 Strano collabora con L’Astronauta nel brano “Luce (dentro me)”. Nel 2022 inizia a lavorare al suo primo progetto solista.
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