Claudio Sirigu canta “Le Statali”, brano emotivo e malinconico, una ballad acustica ambientata nel contesto universitario di Milano

Claudio Sirigu, "Le Statali" il nuovo singolo
Claudio Sirigu, “Le Statali” il nuovo singolo

Da venerdì 24 novembre 2023 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Le statali”, il nuovo singolo di Claudio Sirigu.

“Le statali” è un brano emotivo e malinconico, una ballad acustica ambientata nel contesto universitario di Milano. Si tratta di un racconto agrodolce sui rapporti interpersonali che in tale contesto si vengono a creare.

In un ambiente dispersivo ed affollato pieno di persone nuove e sconosciute, il narratore del brano non si sente pienamente nel posto giusto e tende a sviluppare una qualche paura di stringere dei legami.

Nel momento in cui il testo fa riferimento ad una ragazza specifica vuole in realtà rappresentare la difficoltà di legare con tutto un contesto ancor prima che con una singola persona; tuttavia, ciò finisce per creare un racconto terribilmente verosimile del modo travagliato e “pesante” in cui il protagonista vive le relazioni interpersonali, specialmente quelle più strette.

Spiega l’artista a proposito del brano: «“Le statali”, il quale titolo del brano nasce da un’idea del coautore Nicola Bigoni, racconta di come trovo più difficile sentirmi a mio agio in contesti “grandi” e dispersivi, di come non ho sentito mai realmente “mio” il percorso accademico in università, almeno nel determinato momento della mia vita in cui ho scritto il brano (ottobre-dicembre 2022).

Infine, “Le statali” rappresenta, nella ragazza di cui il testo parla, il grande dualismo tra il desiderio di stringere legami forti ed il timore che quei legami, se nati in contesti in cui si è di passaggio o in situazioni complicate, finiscano per diventare effimeri e difficili da sostenere per me».

Claudio Sirigu, "Le Statali" il nuovo singolo 1
Claudio Sirigu

Il video de “Le Statali” si presenta come un visual lyrics caratterizzato da uno stile un po’ acquarello e arricchito da immagini generate dall’intelligenza artificiale.

Nella clip viene descritto il contesto universitario di una grande città, con immagini di studenti, aule, spazi di studio e edifici universitari che si susseguono ed evolvono progressivamente, senza mai diventare troppo invadenti dal punto di vista cromatico ma rimanendo invece di sfondo, quasi sbiadite come a simboleggiare il distacco dell’autore da quei ricordi e la loro poca nitidezza

Claudio Sirigu è un cantautore classe 2001, dalle sonorità legate tanto al Cantautorato quanto alla nuova Scuola Indie italiana.

Claudio Sirigu, "Le Statali" il nuovo singolo 2
Claudio Sirigu

Polistrumentista autodidatta, si avvicina alla musica da piccolo, grazie al padre chitarrista, iniziando a scrivere le prime canzoni in cui si accompagnava con la tastiera all’età di 16 anni, nel 2022 si diploma come fonico presso la scuola NAM di Milano.

Si cimenta nei primi lavori musicali, autonomamente, dal 2017 al 2020, realizzando tre demo album.

A settembre 2021 pubblica per l’etichetta bergamasca Asux Records l’album “Ricerca”, anticipato dal singolo “Cercarmi fra le nuvole”.

Nel giugno del 2022 pubblica il singolo “Non Esisti”, brano caratterizzato da sonorità più lo-fi e dolci rispetto ai precedenti lavori.

Claudio Sirigu, "Le Statali" il nuovo singolo 3

A settembre 2022 pubblica il singolo “Blu di sera” seguito due mesi dopo dal singolo “Voyager” in collaborazione con TBO TheBigOne, e a gennaio 2023 dal singolo “Ballata”, primi tre lavori anticipanti l’album “Pinacoteca dei luoghi impossibili”, che esce a marzo 2023, caratterizzato da un’impronta spiccatamente cantautorale sia a livello di scrittura che, fatta eccezione per un paio di brani, a livello di sonorità.

A giugno 2023 esce, a sorpresa, il singolo “Sempre”, brano dalle sonorità più energiche ed elettriche.

Nel frattempo, collabora come mixing engineer e, occasionalmente, come produttore, con altri artisti emergenti, tra cui TBO TheBigOne, Gren_, Tom, Alex Duchenes, Riccardo Nani.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Francesco Cannadoro, “A me non è successo mai” una canzone che va oltre il semplice concetto di brano e che si apre a un messaggio e un progetto ben più importante e significativo

Francesco Cannadoro, "A me non è successo mai"
Francesco Cannadoro, “A me non è successo mai”

Può una canzone salvare il mondo? Ovviamente no, ma in alcuni casi ci può andare molto vicino ed essere utile in altro modo. Può aiutare a lanciare un messaggio, a raccontare una storia, a rappresentare un istante e un’emozione o a fotografare un incontro particolare. L’esempio di tutto ciò è quello che riguarda la canzone di Francesco Cannadoro e Luca Durgoni dal titolo A me non è successo mai, una canzone che va oltre il semplice concetto di brano e che si apre a un messaggio e un progetto ben più importante e significativo.

A me non è successo mai è una canzone simbolo, nata d’impulso, dopo la lettura di un libro ed è anche il titolo di un libro che, insieme al brano, fa parte di un progetto trasversale a scopo benefico.

Il brano, scritto e composto dallo stesso Luca Durgoni, nasce dal mettersi nei panni di Francesco Cannadoro, autore del libro che lo ha ispirato e padre di Tommaso, un bambino di nove anni gravemente disabile.

Un brano di amore, di cura e di futuro. Quel futuro che non è garantito a nessuno, ma che ad alcuni sembra negato alla nascita. Il brano oltre a toccare un tema delicato, contribuirà a garantire un pizzico di futuro a chi, un futuro, se l’è visto negare.

Un progetto corale e di beneficenza, a cui hanno partecipato anche Luca Trapanese e altri cinque padri più o meno noti per il loro impegno in prima persona sui temi della famiglia e della disabilità.

Così, parte dei proventi derivanti dalla vendita del brano, del relativo videoclip e del libro, saranno destinati a La Casa di Matteo, una comunità sociosanitaria per bambini e neonati affetti da patologie ad alta complessità assistenziale in attesa di adozione o di affidamento, gestita dall’associazione A RUOTA LIBERA ONLUS di cui Luca Trapanese è il fondatore. Perché quando un bambino è in difficoltà, è figlio di tutti.

Ciao Francesco, com’è nato questo incontro tra te e Luca Durgoni?

Il tutto è partito da Luca, una persona speciale e in gamba, che, quando ha finito di leggere uno dei miei libri, ha preparato subito una bozza di un brano. Poi, ha provato in tutti i modi a contattarmi sui social per farmi leggere questo testo, ma senza riuscirci. Luca però non si è dato per vinto e quando ha scoperto che avevamo amici in comune, ha battuto insistentemente quella pista. Così, alla fine, ci siamo incontrati. Non è stata una cosa studiata, ma un incontro naturale e che ha fatto nascere un brano, scritto di getto, nato da un’emozione e messo in musica.

Cosa hai provato quando hai sentito il brano?

Quando ho ascoltato questa canzone, ho riconosciuto le frasi, i significati e il senso dei miei libri, ho ritrovato i miei pensieri e mi sono emozionato. Così ho voluto conoscere Luca e insieme abbiamo deciso di inciderla, ma senza nessuna velleità particolare. L’idea era di inciderla per fare un qualcosa insieme. Alla fine, ho chiesto a Luca di poter apporre anche un mio piccolo contributo al testo, non ho fatto chissà che, ma Luca ha accettato senza problemi. Ho aggiunto così solo 2-3 cose più personali, più mie.

A me non è successo mai ad esempio, è una frase, ma è anche la mia storia. Sono cresciuto senza una famiglia e con la nascita di mio figlio mi sono trasformato, sono diventato padre. Io sono nato effettivamente con mio figlio e visto che a me non è successo mai ecco il titolo del brano. Comunque, anche se la canzone fosse rimasta con il testo originale di Luca, sarebbe stata perfetta.

Francesco Cannadoro feat Luca Durgoni - A me non è successo mai - cover
Francesco Cannadoro feat Luca Durgoni – A me non è successo mai – cover

Un brano che però va oltre il semplice concetto di canzone, infatti, avrà una ragione importante e uno scopo nobile…

Con Luca ci siamo detti: “se provassimo a fare del bene?”. Certo non abbiamo due nomi rilevanti a livello musicale. Però, potevamo fare un qualcosa di importante anche nel nostro piccolo. Io, ad esempio, ho un canale importante con l’editoria e così, con altri papà che hanno poi partecipato, abbiamo deciso di allargare il progetto.  Poi, ci sono anche i miei follower, che sono abituati ad un certo tipo di progetti e così abbiamo deciso di dare una mano. Abbiamo deciso di ampliare il progetto e destinare i proventi a La Casa di Matteo, una comunità sociosanitaria per bambini e neonati affetti da patologie ad alta complessità d’assistenza e in attesa di adozione o di affidamento, gestita dall’associazione A ruota libera onlus fondata da Luca Trapanese. Ci è sembrata la destinazione più giusta. Poi conosco personalmente Luca (Trapanese ndr.) ed è una persona fantastica.

Quanto è importante parlare di queste tematiche anche attraverso canali diversi come la musica o l’editoria?

È fondamentale passare per tutti i canali, ma è più importante il come se ne parla. Anche perché, in realtà si parla di ciò, ma se ne parla male. Sale in cattedra il sociologo o l’esperto di turno, ma non si ascoltano mai i diretti interessati. Così, con i social – perché i social fanno anche cose buone – le nostre voci sono ascoltate e si parla di questi temi nel modo giusto.

Chi ne parla può eliminare quell’insopportabile retorica e quel pietismo talvolta inutile. Anche perché, noi genitori, le persone affette da queste patologie o i vari caregiver, sono e siamo persone normali e affrontiamo quello che ci capita. Non siamo supereroi o guerrieri, ma siamo normali, abbiamo il nostro tempo e soprattutto siamo persone. Quindi, passare per la musica, i libri o attraverso qualsiasi altro mezzo, diventa importante se usato bene. Con la conoscenza si abbattono i muri e gli stereotipi.

Francesco Cannadoro, "A me non è successo mai"
Francesco Cannadoro, “A me non è successo mai”

Un brano e un video che possono essere utili anche per l’inclusione verso un tema così delicato come la disabilità?

La società deve diventare inclusiva, la disabilità è ciò che necessita l’inclusione. L’inclusione passa per la conoscenza e la conoscenza passa dal vedere, dal sentire e dal mostrare. Anche il videoclip può quindi essere un veicolo di conoscenza. Il brano è una canzone d’amore, ma un amore raccontato nel modo giusto, senza essere falsi o sdolcinati. Luca ha azzeccato perfettamente il tono della canzone e si vede che l’ha scritta finito di leggere il libro.

Per conoscere e capire certe cose, è una fortuna che ci siano progetti come questo?

Sicuramente! È importante che ci siano certi progetti, purché non siano confezionati a tavolino soltanto per avere successo. Anche perché, così facendo, si cadrebbe solamente negli stereotipi e si farebbe un tipo di narrazione sbagliata. L’arte è fondamentale per lanciare un messaggio, ma bisogna fare un passo indietro per capire le cose e andare oltre la solita retorica. C’è bisogno dell’aiuto di tutti per far passare il messaggio giusto.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Giordie feat GionnyScandal in “Rock Star”, il pezzo è avvolto da bassi potenti, senza rinunciare alla chitarra distorta che accompagna incastri metrici e rime

Giordie feat  GionnyScandal in “Rock Star” - Cover
Giordie feat GionnyScandal in “Rock Star” – Cover

Dal 24 novembre il nuovo singolo di Giordie, “Rock Star”, con la collaborazione di GionnyScandal. Un brano Emo Trap come punto di contatto tra le carriere dei due giovani artisti che tocca diversi argomenti, tra cui la depressione che lo stesso Giordie ha affrontato di recente. Il pezzo è avvolto da bassi potenti, senza rinunciare al suo marchio di fabbrica, ovvero la chitarra distorta che accompagna incastri metrici e rime.

Qui la partecipazione di GionnyScandal rende il tutto ancora più celebrativo di una certa espressione, innesti in pieno stile emo rap in cui sono centrali l’uso di barre dense di malinconia.

Giordie, all’anagrafe Cristiano Giordano, classe 1995, artista emo in attività dal 2018.

Nasce e cresce in sud Italia, in provincia, dove fin dall’infanzia si appassiona al mondo della musica, in particolare al punk rock e al rap, influenza che poi ne caratterizzerà la composizione artistica. Da adolescente, scopre la cultura emo di cui se ne innamora e ne farà uno stile di vita; fino ai 18 anni gravita e fonda diverse formazioni, da qui le prime esperienze live.

Giordie feat. GionnyScandal in “Rock Star”
Giordie

A 19 anni, dopo il liceo, parte in giro per l’Europa, raccogliendo esperienze e continuando a studiare chitarra e batteria. Nel mentre fa qualsiasi lavoro per mantenersi e inizia pian piano a scrivere le sue esperienze su carta. A 20 anni Giordie inizia a frequentare piccoli studi di registrazione e, ben presto pubblicherà i primi brani per il mercato digitale.

Giordie feat. GionnyScandal in “Rock Star” 2
Giordie

Oggi, Giordie è un autore, compositore, cantante e polistrumentista; nonostante una carriera ancora tutta da scrivere, può già vantare tour in apertura a molti artisti affermati nei più famosi club d’Italia e già un un complessivo di 800K streaming online.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Il Conte Biagio, fuori “Veronica”: mi piace trattare temi importanti rimanendo leggero e guardando sempre al futuro con ottimismo

Il Conte Biagio, fuori "Veronica" il nuovo singolo
Il Conte Biagio, fuori “Veronica” il nuovo singolo

Se c’è un artista capace di coinvolgere il pubblico durante i suoi live e di stupire, grazie al suo stile pop originale, questo è sicuramente il cantautore salernitano Il Conte Biagio.

Durante la sua carriera l’artista ha tenuto più di 200 concerti in tutta Italia e ha preso parte ad importanti festival e rassegne tra cui “Villa Ada” a Roma e il “MEI” di Faenza.

Inoltre, ha aperto il concerto di Tananai al Meeting del Mare, e suonato al “SUQ” di Ragusa. I suoi pezzi più celebri sono “Università”, “Occhiali a specchio”, che tratta il tema dell’iperconnessione, che tutti viviamo e che è causata nella maggior parte dei casi dall’uso scriteriato che viene fatto dei social network, e “La mia depressione”, con cui ha partecipato a X-Factor nel 2019. Oggi lo abbiamo incontrato.

È appena uscito il tuo ultimo singolo “Veronica”, che racconta il disagio e le problematiche che i giovani si trovano ad affrontare al giorno d’oggi. Com’è nata e cosa rappresenta per te?

Il brano nasce da storie reali e da alcuni incontri che ho fatto. Racconta quattro storie di ragazzi che cercano di cavarsela nel mondo di oggi, che, come sappiamo, è molto complicato. L’ho scritta un paio di anni fa e nonostante il tema non sia dei più facili, il sound e il testo risultano essere scanzonati perché mi piace trattare temi importanti rimanendo leggero e guardando sempre al futuro con ottimismo. È una canzone fondamentale per me e spero che lo possa diventare anche per il mio pubblico.

Il Conte Biagio, fuori "Veronica" il nuovo singolo 2
Il Conte Biagio – Veronica – Cover

Cosa vuol dire per te fare musica oggi?

È molto impegnativo perché essere degli artisti indipendenti, come nel mio caso, non è affatto facile nel 2023. Anche se sono consapevole di non essere l’unico artista a compiere molteplici sforzi per sopravvivere in questo mondo: straordinario quanto complicato. Il fatto di non essere da solo mi dà molta forza. Sono contento del fatto che nell’ultimo anno ci sia stata una vera e propria rinascita del cantautorato, anche grazie ad artisti come Colapesce, Dimartino e Davide Petrella, che hanno messo in luce come ci sia la necessità sia da parte degli artisti, che del pubblico, di ascoltare canzoni capaci di raccontare storie e che siano suonate per davvero. Il mio ritorno in un momento fertile come questo, dopo due anni di pausa, significa moltissimo per me.

Ti ispiri a qualche artista in particolare quando scrivi i tuoi brani?

La mia musica non esisterebbe se non fossi entrato in contatto con le note e la poesia dei Beatles, di Lucio Dalla e non ultimo, di Cesare Cremonini. All’inizio della mia carriera la band che più mi ha ispirato, nonostante fosse di nicchia, è stata quella de “I Sabini”. Una band folk-rock di Rieti molto talentuosa, che oramai si è sciolta. Grazie a loro ho mosso i primi passi nel mondo della musica e ho cominciato a esibirmi dal vivo.

Il Conte Biagio, fuori "Veronica" il nuovo singolo 1
Il Conte Biagio

Sapresti dirmi qual è il luogo più bello dove hai suonato nel corso di questi anni?

Non posso dimenticare la mia esperienza di qualche anno fa all’Università di Cosenza. Era il primo maggio e ad ascoltarmi c’erano almeno quindicimila persone. Suonavo chitarra, voce e gran cassa e si creò un’atmosfera unica con il pubblico.

Quali sono i tuoi progetti per i prossimi mesi?

Nel 2024 ci sarà una grande novità che non posso ancora svelare, ma che mi porterà a suonare in tutta Italia per molti mesi. Vi prometto che a breve scoprirete tutto.

Articolo a cura di Stefano Grandi 

Gaudiano, “Numeri” il nuovo singolo: è una canzone che parla del senso di inadeguatezza dell’artista, nel mondo della musica

Gaudiano- Numeri - cover
Gaudiano- Numeri – cover

È uscito lo scorso 10 novembre per Leave Music “Numeri” il nuovo atteso singolo di Gaudiano, vincitore della tredicesima edizione di Tale e Quale Show.

“Numeri”.  «Sintetizza attraverso immagini evocative il mio stato d’animo durante tutto il percorso che continua ancora oggi, nella ricerca di un posto, di un’identità artistica.”

L’artista, che si è aggiudicato il titolo di campione nel programma di Carlo Conti, in diretta su Rai1, torna con una ballad profonda e delicata, dedicata a quel senso di inadeguatezza che disturba, blocca e a volte angoscia.

Il giudizio degli altri, la stanchezza, la difficoltà a riconoscerci quando siamo disorientati: a salvarci, come sempre, la passione e la promessa di lealtà che possiamo e dobbiamo concedere solo a noi stessi.

Dopo la vittoria nelle Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2021 e il disco “L’ultimo fiore”, Gaudiano ha intrapreso una ricca carriera teatrale: tutt’oggi è protagonista per la Compagnia della Rancia di “Una volta nella vita (Once)”, con la regia di Mauro Simone.

Non solo. Gaudiano, che è nel cast di “The Phantom Of The Opera” di Andrew Lloyd Webber, il 15 ottobre ne ha interpretato il protagonista al Teatro Arcimboldi di Milano.

Luca Gaudiano, in arte GAUDIANO, nasce a Foggia il 3 dicembre 1991 da madre insegnante di lettere e papà ingegnere. È proprio suo padre ad iniziarlo alla musica, regalandogli una chitarra per il suo quindicesimo compleanno.

Dopo il diploma si trasferisce a Roma per approfondire gli studi musicali alla Da.Re.C Academy di Gino Landi e vive alcune soddisfacenti esperienze nell’ambito del teatro musicale.

Nel 2018 accompagna verso la fine terrena suo padre, che lotta senza rancore ed estrema dolcezza contro un tumore al cervello. L’esperienza dolorosa lo induce a trasferirsi a Milano e concentrarsi sulla sua musica. Compone le sue prime canzoni, tra cui “Polvere da sparo”, dedicata all’amato papà.

Gaudiano
Gaudiano

Debutta, nel 2020, con il 45 giri digitale “Le cose inutili” (Adom Music/Leave Music), con all’interno un lato A dello stesso titolo, “Le cose inutili”, brano scritto durante lockdown, e un lato B intitolato “Acqua per occhi rossi”, e firma il suo primo contratto di distribuzione con Sony.

Dopo un folgorante percorso ad “AmaSanremo”, si aggiudica un posto tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2021, che vince proprio con il brano “Polvere da sparo” (Leave Music/Adom Music/Sony Music), che viene trasmesso ininterrottamente da dicembre 2020 in tutta Italia.

Il 14 maggio 2021 esce il suo quarto singolo, “Rimani” (Adom Music/Sony Music/Epic).

Il 2022 si apre invece con i brani “Oltre le onde” e prosegue con “100 kg di piume”, entrambi anticipazioni del nuovo progetto discografico “L’ultimo fiore”, pubblicato a luglio 2022.

“L’ultimo Fiore” (Epic/Sony Music Italy) è il disco d’esordio di Gaudiano: un album intenso e raffinato, squisitamente pop. Ricco di contaminazioni e prezioso per la qualità dei testi, si presenta come il perfetto biglietto da visita dell’artista, appassionato e instancabile.

Gaudiano dal 10 novembre fuori il nuovo singolo "Numeri"

Con questo progetto il cantautore ha dimostrato di non aver paura di sperimentare e di saper abbracciare sonorità eterogenee pur conservando un’identità ben precisa.

Il fil rouge che lega i 10 brani è sicuramente la scrittura, tra le più incisive e autentiche del cantautorato italiano di nuova generazione, che spicca per l’immediatezza e la semplicità con cui riesce a comunicare sentimenti personali quanto condivisibili, raggiungendo anche le parti più recondite dell’anima e facendo breccia al primo ascolto.

Il 2022 è anche l’anno di “Una volta nella vita (Once): Gaudiano è protagonista a teatro dello spettacolo tratto dal film premio Oscar “Once” e vincitore di otto Tony Award e di un Grammy Award. Prodotto da Compagnia della Rancia e diretto da Mauro Simone, sarà in tour in tutta Italia anche nella stagione 2023/2024.

Ma l’attività in teatro non finisce qui. Il 4 luglio 2023 debutta al Politeama Rossetti di Trieste, per la prima volta in Italia, “The Phantom Of The Opera” di Andrew Lloyd Webber, di cui Gaudiano è parte del cast e il 15 ottobre sostituisce il protagonista al Teatro Arcimboldi di Milano.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Matteo Palermo “Il rito della fiaba” il nuovo singolo racconta della fiaba che ognuno di noi vorrebbe vivere sempre alla costante ricerca del lieto fine

Matteo Palermo “Il rito della fiaba” 2
Matteo Palermo (Foto da Fb dell’artista)

Dal 6 ottobre 2023 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Il Rito della Fiaba” il nuovo singolo di Matteo Palermo.

Brano scritto anni fa, quando ancora militava nella rock band degli Z.E.D, “Il Rito della Fiaba” ora lo possiamo inserire all’interno di un percorso musicale nuovo e molto più ampio che Matteo sta affrontando dopo essere passato alla scrittura in italiano.

Il singolo rimanda all’estate, periodo di nuovi incontri, di nuove esperienze e racconta della fiaba che ognuno di noi vorrebbe vivere sempre alla costante ricerca del lieto fine.

Ogni estate è come la trama di una fiaba, che però finisce quando si ritorna alla vita normale che ci mette davanti alle verità di tutti i giorni, ai contrasti con noi stessi e alle difficoltà del vivere la nostra quotidianità.

Spiega l’artista a proposito del brano: la frase “Sono vivo perché ho messo un sasso sul mio Io”, vuole affermare che non sono l’egoismo sfrenato e l’individualismo che possono farci stare bene.

In una società estremamente individualista, dove ormai la comunicazione è caratterizzata da schermi, finti filtri social volti a far sembrare tutto apparentemente bello, questa canzone vuole essere un appello al fine di ritornare a un’idea collettiva della società, dove a volte fare un passo indietro rispetto al proprio ego può renderci veramente felici.

Il percorso giusto non sta sempre necessariamente dalla nostra parte, a volte anche fermarsi può essere la soluzione.

Provare a fermarsi per non camminare nella solitudine, in un percorso che può essere forzato e indotto da altro/i, bensì cercare di cambiare strada insieme, ritrovando il piacere del collettivo e dello stare in compagnia.

Il videoclip ufficiale del singolo è stato realizzato da Gaetano Tullo ed è disponibile su youtube.

Matteo Palermo è un artista pugliese, originario di Palo del Colle.

Matteo Palermo - Il rito della fiaba - cover
Matteo Palermo – Il rito della fiaba – cover

Inizia a studiare chitarra all’età di 15 anni, dopo pochissimo inizia la sua attività live in band local e progetti giovanili.

Negli anni si specializza nel rock e nel blues, per poi studiare lo stile gipsy Jazz.

Tra il 2007 e il 2012 fa parte della band rock Z.E.D con la quale incide diverse pubblicazioni, tra cui l’album “On My Way”, aggiudicandosi il Premio Nazionale della Musica Mimmo Bucci, con il brano “Emozioni”.

L’artista calca il palco in numerose occasioni importanti, come la partecipazione al Lecce Art Festival in onda su Rai Uno e le aperture ai concerti di Eric Martin (cantante della band americana MR Big), Uli John Roth (storico chitarrista degli Scorpions) ed Elio e Le Storie Tese.

Dopo queste esperienze live decide di abbandonare il progetto degli Z.E.D e nel settembre 2017 pubblica il suo primo singolo da solista “LandStar”, seguito nel 2019 del primo EP “A coffee with Nietzsche”.

Matteo Palermo “Il rito della fiaba”
Matteo Palermo “Il rito della fiaba”

Successivamente escono altri tre singoli: “Queen of the hill”, “Love is imperfect” e “Mr. Weak” distribuiti da Sony Music Italia.

Nel 2023 inizia a lavorare anche sulla produzione di brani in italiano: “A piedi scalzi” (dedicato alle piccole vittime della guerra in Ucraina), “Devo Fare” e “Mi ci rivedo” entrambi prodotti in collaborazione con Luigi Rana, affermato produttore italiano.

Specializzatosi di recente in mixing & mastering engineer, attualmente è impegnato nella scrittura del nuovo album di prossima uscita.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Davide De Marinis e Marta Brando “Natale magico” è un brano dedicato a tutti i bambini del mondo

 

Davide De Marinis e Marta Brando “Natale Magico”

Davide De Marinis e Marta Brando, “Natale magico” è un brano dedicato a tutti i bambini del mondo. È un inno di speranza, in questo momento storico dove c’è tanto bisogno di pace, serenità e magia.

La canzone scritta da Davide De Marinis nasce due anni fa e viene realizzata durante le festività con il suo produttore Paolo Agosta che l’ha arrangiata e mixata al Bunker Home Studio di Milano.

«Quando ho fatto sentire a tutte le persone care e alla mia famiglia la prima bozza di “Natale magico” ho visto l’emozione nei loro occhi – dice Davide De Marinis – questa cosa mi ha spronato ad andare avanti e a coinvolgere Marta Brando, giovane talentuosa artista R’n’b. Il nostro sogno è che diventi una delle canzoni di Natale in Italia di oggi e di domani”.

L’armonia e la melodia italiana si fondono con l’arrangiamento in stile americano Swing-Pop. Tutti gli strumenti sono suonati da Agosta e con Davide De Marinis e Marta Brando c’è il coro di bambini dell’Istituto comprensivo Cardarelli Massaua di Milano.

L’idea del video si basa su cose che succedono allo schioccare delle dita dei due artisti, fino all’arrivo del coro dei bambini. Non manca certo Babbo Natale e una famiglia con bambini che giocano nella neve.

Lo spazio che è stato pensato, ispirandosi al candore del video di “Imagine” di John Lennon, un posto spazioso ed estremamente elegante e minimale, la regia è di Paolo Agosta ed è stato girato a Milano al Cross+Studio e alla scuola di musica MC che ha prestato il coro dei bambini per le riprese.

Davide De Marinis nasce a Milano e ha un’adolescenza trascorsa tra la musica e l’arte, frequentando l’Accademia di Brera e il Conservatorio. Ha dimostrato un grande entusiasmo per entrambe le discipline, dedicandosi sia ai pennelli che alla chitarra.

Nel 1999 ha iniziato la sua carriera musicale con il singolo “Troppo Bella“, che ha ottenuto un grande successo, raggiungendo i primi posti delle classifiche radio italiane e partecipando al Festivalbar con una serata conclusiva all’arena di Verona.

Successivamente Davide ha lanciato altri singoli, tra cui “I sentimenti nascono” e ha ottenuto un quinto posto nella categoria Nuove Proposte al Festival di Sanremo 2000 con “Chiedi quello che vuoi“. Ha continuato la sua carriera con brani come “Gino“, “La Pancia“, “Fuori moda“, e “Non mi basti mai“. Nel 2006, ha pubblicato l’album “Come da 2 lunedì“.

Davide De Marinis è anche un autore di canzoni per altri artisti famosi, tra cui Toto Cutugno. Nel 2009, ha lanciato il singolo “Cosa cambia“, seguito da “Morandi Morandi”. Nel 2013, ha scritto e pubblicato “Mela godo“, un brano scanzonato che celebra la bellezza delle piccole cose. Negli anni successivi, ha continuato a pubblicare musica, inclusi brani come “Stringimi più forte“, “Apro e chiudo” e “Piccanti parole“.

Davide De Marinis e Marta Brando - Natale Magico - Cover
Davide De Marinis e Marta Brando – Natale Magico – Cover

Nel 2018, ha anche contribuito alla sigla “Amori della zia” per Domenica In. Nel 2019, ha partecipato su Rai 1 a “Ora o mai più” nella cui puntata finale ha presentato il suo inedito “Naturale“, che ha ottenuto un grande successo di pubblico, anche grazie a un coinvolgente videoclip con il cameo di Fausto Leali.

Ha collaborato con Wanda Nara in un progetto musicale, duettando con lei nel brano “Nerazzurri si nasce“. Tante le sue partecipazioni televisive. A giugno 2023 ha pubblicato “Country Dance” con Enzo Salvi e Johnny Ponta.

Marta Brando, all’anagrafe Brandolini, classe 1999, è italiana di origine latino-americana, del Perù. Studia canto fin da giovanissima ispirandosi al mondo dell’R’n’b, del Soul e alle cantanti che ascoltava sin da piccola: Whitney Houston, Mariah Carey, Beyoncé e Christina Aguilera.

Tra il 2015 e 2016 partecipa e vince diversi concorsi canori come “La voce 2016”, facendosi notare da giornalisti e addetti ai lavori tra cui il produttore e artista milanese Paolo Agosta con cui nasce la collaborazione artistica.

Nel 2018 firma il contratto discografico per Bunker Home Productions e per quattro anni, lavora presso il Bunker Home Studio (MI) insieme a Paolo Agosta, Danilo Carnevali e Anita Costa registrando brani inediti e reinterpretando grandi classici della musica Pop internazionale. Il 5 ottobre 2020 si è laureata con il massimo dei voti in canto jazz presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano città in cui prosegue i suoi studi di canto Jazz al conservatorio Giuseppe Verdi.

Davide De Marinis e Marta Brando “Natale Magico”
Davide De Marinis e Marta Brando “Natale Magico”

Nel 2020 ha fatto il suo esordio discografico con il singolo Young. Partecipa con un featuring nel brano Puma di Doke, assieme allo storico rapper Esa degli OTR. Il 9 aprile 2021 esce con il secondo singolo “Mondo di plastica” interpretato assieme a Paolo Agosta che è anche l’autore del brano.

Il brano che anticipa l’uscita dell’album entra in rotazione radiofonica a livello nazionale e il video supera le 100 k di views. Il 9 dicembre 2022 ha pubblicato “Puzzle” l’album d’esordio con brani inediti e cover di evergreen internazionali, lanciato con il singolo “Il perché delle cose”.

Natale Magico”, brano e video, è disponibile in radio, in tv e su tutte le piattaforme digitali.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Alba: “Non sono fragile” è il debut EP che dà voce a tutti coloro che hanno combattuto contro il pregiudizio che l’apparenza possa definire la forza o la fragilità di una persona

Alba: “Non sono fragile”, il tramonto della fragilità!
Alba: “Non sono fragile”

La giovane cantautrice napoletana, romana d’adozione, ci consiglia di seguire l’unica voce che non andrebbe mai taciuta e soffocata, quella del nostro cuore. L’unica scelta sbagliata che possiamo fare è quella di remare in direzione opposta al nostro vero essere. Magnetica, dotata di un timbro vocale coraggioso, chiaro e potente, Alba è una delle proposte più interessanti del nuovo cantautorato italiano, dimostrando come eleganza, femminilità e delicatezza possono rivelarsi una fonte di forza e ispirazione.

Nasci a Napoli, sei romana d’adozione e adesso ti sei trasferita a Londra. Perché questa scelta?

Mi sono trasferita qui a Londra per studiare per motivi professionali. Sto studiando canto e performance vocale.

Quando hai iniziato a cimentarti nel mondo della musica?

Sono sempre stata legata alla musica in generale; quando ero piccola ho cominciato a studiare pianoforte ma poi mi sono resa conto che non era quello che mi piaceva maggiormente. Ho anche studiato batteria per otto anni, dopodiché mi sono buttata definitivamente sul canto, influenzata da mia madre, essendo insegnante di canto. Avendo questa fortuna dentro casa non potevo far altro che affidarmi a lei, vista tutta la stima e l’ammirazione che ho nei suoi confronti.

Per scrivere ti ispiri a qualche artista in particolare?

Nel corso della mia crescita artistica ho avuto varie influenze e tutt’ora ovviamente variano a seconda del periodo. Sicuramente una grande ispirazione che mi porto dietro fin da piccola è Meg, già da quando cantava con i 99 Posse. Crescendo, mi sono un po’ più allontanata dal contesto italiano, concentrandomi più sulla musica inglese e americana, avvicinandomi quindi a Bjork e Lana Del Rey; rimane comunque difficile traslare queste ispirazioni anche in Italia perché sono contesti molto differenti.

Come ti senti dopo l’uscita del tuo primo EP?

Provo emozioni contrastanti. Prima che uscisse ero super emozionata, non vedevo l’ora, ma allo stesso tempo ero spaventatissima perché quei brani stavano arrivando alle orecchie di tante persone, le quali potevano avere idee diverse. Adesso ho avuto e sto avendo un buon riscontro, sono felice di aver condiviso questa parte di me con tutti.

Tra le sei tracce presenti ce n’è una a cui sei più legata?

Innanzitutto, questi brani non sono nati tutti insieme, ma alla fine si sono uniti come un puzzle. Una delle tracce, “Io e Te”, è stata scritta da Bruna Simeoli, un’autrice e cantante napoletana; questo giusto per precisare che non ho scritto tutte e sei le tracce. Con ogni canzone che ho scritto ci sono legata per un motivo diverso, quella a cui sono più affezionata è “Resta”.

Alba - Non sono fragile - Cover
Alba – Non sono fragile – Cover

Di questo brano mi ha colpito una frase che penso sia un po’ lo specchio di questo EP: << Mia nonna lo diceva “Solo chi ama soffrirà, ma se ami sei libera” >>. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere?

Nasce tutto da un concetto molto semplice che sta alla base di questo progetto: non è possibile definire la fragilità di una persona dall’esterno. Ci sono dei momenti no in cui ti senti crollare il mondo addosso, ma questo non definisce quanto tu sia fragile. Non è detto che la fragilità sia una cosa negativa di cui vergognarsi, anzi, spesso alcune persone la definiscono come l’espressione dei sentimenti. La trovo un grandissimo atto di coraggio e di maturità.

Perché a primo impatto ti dissero che fosse così evidente la tua fragilità? È l’apparenza che inganna?

A volte questa parola viene utilizzata come un’arma, un insulto; penso sia una cosa scorretta nei confronti di qualsiasi persona. Ognuno a modo suo è fragile e proprio per questo dall’esterno nessuno può giudicarti senza conoscerti.

Come nasce l’idea della copertina di “Non sono fragile”?

Come primo passo, ho trovato un fotografo, Giulio Cafasso, che ha accettato la mia proposta. Questa idea mi è venuta in mente mentre facevo il trasloco a Londra prima dell’estate. Stavo appiccicando la scritta “FRAGILE” su tutti gli scatoloni; ripensando poi a tutte le canzoni dell’EP, ho realizzato quanto fosse effettivamente toccata la questione della fragilità in modo diretto e indiretto in ogni brano scelto. Per cui ho iniziato a rifletterci, anche ricordandomi la frase di “Resta” citata da te precedentemente, e ho pensato a come poter inserire quella scritta con lo scotch. Quelle scatole chiuse non erano tutte fragili, le stavo solo chiudendo con uno scotch che aveva quella scritta sopra. Quindi mi sono detta: perché non provare a creare una scatola gigante e mettermici dentro? Ho chiamato il fotografo e ha assecondato quest’idea.

Prima ti è venuta in mente quest’idea e poi hai pensato al titolo da dare?

È successo più o meno in simultanea. Lo scotch mi ha fatto pensare a tutte le canzoni e mi sono detta: Non sono fragile!

Quale genere musicale senti più tuo in questo momento?

Sicuramente il pop, in cui colloco anche questo EP. Anche se, qualche traccia, come ad esempio “No”, non rispecchia totalmente questo genere, ma la inquadro più verso il reggaeton.

Nei testi ho notato che hai scelto te stessa al primo posto: è una forma di amor proprio o di egoismo?

A volte ci sono dei momenti in cui si può sembrare egoisti agli occhi degli altri, ma bisogna scegliere sé stessi e volerci bene. Spesso è capitato di mettere davanti a me altre persone che non hanno fatto altrettanto; quindi, alla fine sono rimasta due passi indietro e da sola. Questa scelta la trovo un’espressione di crescita personale e consapevolezza.

Alba
Alba

Ho visto che ti piace spaziare tra la musica, il teatro e le serie tv. Hai mai pensato di fondere questi ambiti?

Mi piacerebbe molto, sono capitate varie occasioni in cui stava per succedere ma non è successo. Resto comunque fiduciosa per il futuro, un giorno spero di poter fondere la recitazione con la musica per poter fare qualcosa di bello.

Per mezzo di queste passioni hai un pubblico variegato. Che rapporto hai con loro?

Tramite i social penso di avere un buon rapporto con le persone che mi seguono, parlo con tutti rispondendo ad ogni domanda che mi viene posta, o almeno ci provo. Cerco sempre di avere un rapporto diretto con chi mi segue, anche per ricambiare la fiducia che mi hanno dato.

In programma hai già qualche data per i live?

Probabilmente a dicembre ci sarà una presentazione dell’EP a Roma e a Napoli.

Ti è già capitato di aprire qualche concerto?

Sì, ma sempre riguardanti artisti minori, emergenti come me; non è stata una vera e propria apertura ma una condivisione del palco.

Che emozioni hai provato nel cantare le tue canzoni su un palco?

Per cantare le mie canzoni ho partecipato a festival e concorsi che mi hanno dato la possibilità di esprimermi; sono state sicuramente le esperienze più grandi finora per quanto riguarda i live. Per il resto si è trattato di cover, aperture e quanto altro.

Hai qualche desiderio o un sogno in particolare per l’avvenire?

Mi piacerebbe iniziare a pubblicare musica in inglese ed è su quello che sto lavorando in questo momento. La musica internazionale, rispetto a quella italiana, ha un metodo di espressione molto diverso e ha molto più mercato, per questo voglio sperimentare anche questo campo.

Articolo a cura di Simone Ferri

Lemò, esordio cantautorale: “Chi l’avrebbe mai detto!” il primo album di Lemó che contiene undici brani

Lemò, esordio cantautorale: "Chi l'avrebbe mai detto!"
Lemò

Il 10 novembre 2023 è uscito in digitale “Chi l’avrebbe mai detto!”, il primo album di Lemó che contiene undici brani nati dall’ascolto, sin da bambino, del miglior cantautorato italiano (Dalla, De André, De Gregori e, più di recente, Capossella e Testa).

Registrato tra la Puglia e Roma, il disco vede la partecipazione di musicisti d‘eccezione come Martino De Cesare (Concato, Eugenio Bennato) e Giancarlo Bianchetti (Vinicio Capossela, Gianmaria Testa) alle chitarre, Vincenzo Abbracciante alla fisarmonica (Lucio Dalla, Richard Galliano), Gabriele Mirabassi al clarinetto (Mina, Ivano Fossati),

Lemò - Chi l'avrebbe mai detto! - Cover
Lemò – Chi l’avrebbe mai detto! – Cover

Ferruccio Spinetti (contrabbassista degli Avion Travel e di Musica Nuda), Giovanni Astorino al violoncello (Caparezza), e ancora Antonio Vinci (pianoforte ed Hammond) e Pierpaolo Giandomenico (basso elettrico), con la direzione musicale di Francesco Lomagistro (batteria e percussioni).

Commenta l’artista a proposito della nuova release: “Parla di guanti spaiati, diseguaglianze colmabili, amori troppo presto o troppo tardi, e ancora di Pavese e di Maradona”.

TRACK-LIST:

  • Back home
  • Spaiato
  • Les mots
  • Ma tu non mi parli più
  • Mariarita
  • Ancora una volta
  • Fitta la nebbia
  • In mezzo a sto circo
  • Un po’ meno distante
  • Passi
  • Chi l’avrebbe mai detto

Claudio Paris, in arte Lemó, nasce a Taranto a metà Anni Settanta. Vive a Bologna e fa il magistrato, dopo averlo fatto per una decina d’anni in Calabria, occupandosi di alcuni dei più importanti maxiprocessi alla ‘ndrangheta.

Lemò, esordio cantautorale: "Chi l'avrebbe mai detto!" 3

La musica è però la sua grande passione, da quando poco più che adolescente impara a suonare la chitarra e scrive le prime canzoni, formandosi grazie all’ascolto del miglior cantautorato italiano: De André, Dalla, De Gregori, Fossati; e più di recente Capossela e Gianmaria Testa, solo per citare quelli che ne hanno maggiormente influenzato la scrittura.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Mirkoeilcane, “La musica contemporanea mi butta giù” è l’album che segna, a distanza di cinque anni, il grande ritorno del cantautore romano

Mirkoeilcane, il ritorno di un cantautore fuori mercato
MirkoeilCane (Foto di Simone Cecchetti)

La musica contemporanea mi butta giù (Etichetta: Santeria / Distribuzione: Audioglobe) è l’album che segna il grande ritorno di Mirkoelcane, cantautore romano e artista a 360°. A distanza di cinque anni dal precedente lavoro, Mirkoeilcane torna con un nuovo progetto, tra omaggi, scrittura inedita e creatività, tra maturazione ed evoluzione. 12 sono le canzoni presenti nell’album e diverse le collaborazioni: a partire da Daniele “Mafio” Tortora che ha prodotto il lavoro, a Giobbe Covatta presente nel brano Secondo Giobbe e Daniele Silvestri nel brano Serie B e con una collaborazione attiva agli arrangiamenti e alla co-produzione nel brano In equilibrio.

La musica contemporanea mi butta giù è anche un chiaro omaggio a Franco Battiato (Up patriots to arms brano dell’album Patriots) e a tutti quegli album fuori dalle logiche e fuori dai mercati.

Un album pensato e ragionato, ironico, leggero e non banale, ricco di sfumature e attimi. Un grande ritorno per uno dei più talentuosi cantautori che, torna per farci emozionare e pensare, dopo il grande successo di Stiamo Tutti Bene (secondo posto a Sanremo Giovani 2018 e Premio Mia Martini).

Inizierei chiedendoti come stai dopo l’uscita di questo album?

Mi sento bene e in regola con i miei doveri. Sono molto felice di sapere che è un album che piace e che sta ricevendo dei feedback positivi e importanti. Per farla breve, sto molto meglio di alcuni mesi fa.

Mirkoeilcane, il ritorno di un cantautore fuori mercato 1
Mirkoeilcane – La musica contemporanea m butta giù – Cover

Cinque anni dal tuo precedente lavoro, ti sei preso il tuo tempo per scegliere le canzoni adatte. Questa attesa è una forma di maturità artistica?

Diciamo di sì!  Non era però mia volontà far passare così tanto tempo tra un disco e l’altro. C’è stato il problema legato alla pandemia e poi ci sono stati anche degli intoppi discografici. Questo rallentamento però ha favorito il ragionare meglio all’album e decidere così le canzoni più adatte. Anche perchè, molte delle canzoni parlano di attualità e quindi, ho dovuto scegliere. Quelle che sono uscite, sono quelle per cui sono convinto del messaggio che possono mandare. La maturità è frutto di un pensiero molto lungo!

Maturità e influenze, a partire anche dal titolo…

Io credo che, in qualsiasi percorso, artistico e non, ci sia bisogno di costante ricerca su se stessi e di come comunicare con gli altri. Quindi, l’aver approfondito certi tipi di musica, certe letture e aver visto determinati posti, ha portato in questo disco concetti più maturi e profondi.

La musica è condivisione e in questo album troviamo diversi artisti che ti hanno accompagnato: da Giobbe Covatta a Daniele Silvestri e passando per Daniele “Moffi” Tortora. Un album condiviso e fatto per anche per condividerlo con il pubblico?

Esattamente! Nei miei precedenti lavori, mi divertivo a fare da solo e mi occupavo anche degli arrangiamenti. Tuttavia, è più bello condividere il lavoro con dei grandi professionisti. Per me, consegnare dei provini ad un’altra persona, è stato un atto di coraggio e per tanto sono stato ripagato benissimo. Anche le partecipazioni di Covatta e Silvestri, tutto sono, tranne che delle trovate pubblicitarie, ma sono due persone che ho conosciuto in questi anni e per cui la collaborazione è stata una naturale conseguenza.

Mirkoeilcane, il ritorno di un cantautore fuori mercato 2
MirkoeilCane (Foto di Simone Cecchetti)

12 sono le canzoni di questo album, ma quando hai capito che era completo e pronto per farlo uscire?

La sensazione che l’album sia prono in realtà non arriva quasi mai. C’è un momento che capisci, che stai solo aggiungendo e mai modificando realmente un qualcosa. Quei particolari di cui ti accorgi solo tu in studio e per cui non faresti mai uscire nulla. Tuttavia, ti accorgi di esagerare in questo essere scrupoloso e così alla fine decidi di uscire. Ancora oggi però, quando risento i brani, rifletto su cosa potevo fare di diverso e come migliorare. Però, è una sottigliezza questa, infatti, è sempre piacevole riascoltare un lavoro finito.

A Sanremo con Stiamo tutti bene hai sbalordito tutti, ma com’è cambiato Mirkoeilcane da quel momento ad oggi?

C’è una vita quotidiana dietro al personaggio. Dietro c’è una passione per la musica, per la scrittura e la letteratura che non si è mai fermata in questi cinque anni. Passare per la tv o per Sanremo ha dato i suoi buoni frutti e i suoi contro. Un po’ di rabbia qui, un po’ di gioia lì, un po’ di delusione e un po’ di aspettative mancate ed ecco come sono arrivato così ad oggi.

Mirkoeilcane, il ritorno di un cantautore fuori mercato
MirkoeilCane (Foto di Simone Cecchetti)

Con l’uscita del disco, inizieranno le date degli showcase e con l’anno nuovo anche i primi live. Quale sarà l’emozione di salire sul palco per cantare queste nuove canzoni?

È sicuramente la parte migliore! Per quanto mi riguarda: la musica, sta nel suo terreno naturale su un palco. Con uno che canta, diversi che suonano e qualcuno che ti sta ad ascoltare. Lì diventa quello che deve essere la musica. Queste date, saranno importanti anche per levare una certa ruggine che mi porto dietro. Saranno dei live importanti per riavvicinarmi con il pubblico. Per me il concerto è l’unico motivo per cui vale la pena fare questa “guerra” simbolica per la musica.

Il 2024 partirà subito con questi appuntamenti live, ma cosa ti aspetti con l’anno nuovo?

Io mi aspetto di mantenere un’andatura costante. Mi piacerebbe che i prossimi anni siano di produzione musicale. Senza freni e senza intoppi. Mi piace l’idea, che chi fa musica, continui a produrre bellezza, cosicché, con i tempi con cui uno vuole ascoltare, possa scoprire cose sempre nuove. Quindi, spero in una produzione continua e felice e senza il bisogno di nessuna bomba mediatica!

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

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