Zelda Mab: “Elettricità” un brano fresco e coinvolgente
Zelda Mab il singolo “Elettricità”: «… è che pensare a te mi fa uno strano effetto è come sentirsi devastare di scosse nel petto…
Gloria Abbondi, in arte Zelda Mab, ha da sempre una grande passione per la musica ed è capace di abbracciare ogni sfumatura dell’arte: dai testi agli arrangiamenti, passando per la regia e la produzione dei video e le grafiche.
Formatasi in arti visive, pittura, cinema e musica, Zelda Mab ha iniziato a farsi notare nel panorama musicale sin da giovanissima, lavorando con varie band del circuito Underground Garage/Punk/Rock.
Nel 2014, si unisce ai Sick Tamburo come bassista e voce femminile.
Nel 2019, dopo un’esperienza live di oltre 500 concerti sui maggiori palchi italiani, Gloria decide di interrompere l’attività con i Sick Tamburo e di ricominciare da zero, per poter realizzare il sogno di portare sui palchi le proprie canzoni. Inizia quindi a comporre brani come “Krazy Fly” e “Apnea” che suona, canta e produce interamente. Nel 2021, realizza il suo primo EP, “Elettricità”.
In occasione della recente uscita del singolo “Elettricità” e del relativo videoclip, abbiamo incontrato la cantautrice.
Come nasce il brano Elettricità?
Il brano è nato quando avevo diciassette anni ed è questo il motivo per cui ci sono molto legata. Nel corso del tempo la canzone ha cambiato più volte struttura e inizialmente era intitolata “La ballata della chimica”. L’unica parte che non ho mai modificato è il ritornello perché mi ha sempre rappresentato totalmente. Il brano racconta l’amore adolescenziale che provavo nei confronti di un ragazzo, e ho deciso di rivisitarlo ora, che ho la maturità e delle consapevolezze diverse rispetto a quando ero più piccola.
Questa canzone è interamente scritta, suonata e prodotta da te. Cosa significa per te condividere con il tuo pubblico una canzone capace di rappresentarti al 100% e che ti vede protagonista in tutto e per tutto?
In realtà è stata una scelta obbligata. Nel corso degli anni ho fatto diverse collaborazioni che non mi hanno mai convinto totalmente. inoltre, essere una donna in un ambiente molto maschilista come quello della musica non mi ha mai aiutato, e spesso non sono stata presa sul serio.
Come nasce il videoclip legato a questo brano?
Ho voluto occuparmi personalmente della scenografia, e ho scelto di girarlo a Roma perché lì sapevo di trovare le persone giuste per realizzarlo esattamente come volevo io. Sono partita da Bolzano con tutti i miei strumenti e sono riuscita a rendere concreto un lavoro che ha la capacità di rispecchiare totalmente l’anima del brano e soprattutto la mia.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali? Ti ispiri a qualcuno quando componi le tue canzoni?
Sicuramente mi ispiro alla band dei Prozac+, anche se la mia cultura musicale è molto varia: spazia dal rock, alla classica fino ad arrivare al metal, al rap e al pop. A differenza di molti altri musicisti, non seguo un filone nello specifico, mi piace sperimentare molto e osare mettendo insieme gli elementi presenti in generi diversissimi tra loro.
Cos’hai ora in programma e cosa prevede il tuo 2024?
Ho molti brani in lavorazione e l’anno prossimo mi piacerebbe portare la mia musica dal vivo in giro per l’Italia.
Hai qualche sogno nel cassetto?
Il mio più grande sogno è proprio legato al portare la mia vita sul palcoscenico. Magari facendo anche delle esperienze all’estero che mi consentano di presentare i miei lavori nei maggiori festival internazionali. Non vedo l’ora di scoprire quello che mi succederà.
Articolo a cura di Stefano Grandi
Marianna Valloggia debutta con “La Luna”
Marianna Valloggia debutta con “La Luna” in ricordo di Mia Martini, è stato come raccontare la mia storia, la storia di una persona sorridente ma sempre un po’ malinconica
Fuori il video di “La Luna” brano scelto per l’esordio discografico di Marianna Valloggia, che fu scritto da Franco Fasano e Mario Gardini perMia Martini, disponibile in digitale.
«Ho scelto di interpretare questo brano inizialmente perché le occasioni non si devono lasciare scappare, e seguendo il consiglio di Franco Fasano, ho provato a cantarla e verso dopo verso – dice Marianna Valloggia – è stato come se raccontassi la mia storia, la storia di una persona sorridente ma sempre un po’ malinconica, alla ricerca di amore e comprensione che solamente un astro “solo” come la luna, che si riesce a vedere in modo chiaro solo di notte, può capire fino in fondo, diventando la confidente che non ho mai avuto».
«La storia di una canzone può essere sorprendente. Gli autori spesso ne sono colpiti mentre la scrivono, e se il pubblico la fa propria, lì è il successo.
Questa è la storia di “La Luna” che ho scritto nel 1994 su richiesta di Mia Martini, ma purtroppo mai registrata da lei prima della sua scomparsa.
Durante un evento a Maggiora per celebrare i 40 anni di “Amico è” di Dario Baldan Bembo – afferma l’autore Franco Fasano – ho scoperto di aver toccato il cuore di una giovane cantante peruviana di nome Marianna Valloggia, che amava le canzoni d’autore fin da piccola.
Anche se Marianna ha una scuola di canto, non aveva mai pensato di scrivere e/o cantare canzoni sue. Negli ultimi anni, ha portato in giro uno spettacolo dedicato alle canzoni di Mia Martini.
Durante una serata, unito a Marianna sul palco le ho proposto di provare a cantare “La Luna“. Marianna ha accettato e grazie all’arrangiamento di Roberto Bassetti la canzone è ora pronta per essere ascoltata da tutti.
Questa storia dimostra quanto la musica possa connettere le persone e lasciare un segno nel cuore di chi la ascolta».
Roberto Bassetti ha accettato subito di arrangiare “La Luna“. La canzone lo ha affascinato per la sua capacità di evocare emozioni profonde, trasportando l’ascoltatore in un viaggio attraverso l’anima di Mimì, su cui ha lavorato con dedizione per catturare questa essenza emotiva nell’arrangiamento musicale, creando un mondo sonoro che si adattasse perfettamente alla voce di Marianna Valloggia.
La collaborazione con Marianna ha aggiunto significato a questa opportunità, in quanto è la stessa persona a cui aveva chiesto di cantare una sua canzone quasi trent’anni prima, durante una lezione nella scuola in cui Bassetti insegnava.
Coincidenza questa che sembra rappresentare un cerchio magico senza un inizio o una fine definita, simile alla musica e all’anima delle persone, proprio come “La Luna” stessa.
«Mi hanno chiamato e detto: non sappiamo come andrà, ma ci saremo tutti e probabilmente ci emozioneremo.
Poi, in quel pomeriggio di dicembre, apparentemente anonimo, entro in studio e avevano già iniziato. Marianna, Franco, Roberto e Max, tutti al lavoro – racconta Carlo Maria Borionetti, regista del video – realizzo che non c’è tempo da perdere, preparo subito l’attrezzatura.
L’escursione termica crea una delicata condensa su tutte le ottiche. Rimango spiazzato sul subito, ma più guardo nel mirino, più capisco che quell’alone era lì a suggerirmi con che occhi guardare.
Delicatezza ed intimità, poi della rabbia, dolce come un candito. E “La Luna” che con la sua luce morbida, riscalda i cuori e fa condensare gli occhi.»
Marianna Valloggia, è una cantante interprete di musica d’autore. Nata in Perù, Marianna ha portato con sé la solarità e la generosità delle Ande.
Fin da giovane, ha iniziato a cantare una varietà di generi musicali, ma è stato solo da adolescente che ha scoperto l’aspetto didattico del canto, rendendosi conto del suo talento vocale e della possibilità di esprimersi attraverso le canzoni.
Nel 2010 è riuscita a trasformare la musica, e in particolare il canto, nel suo lavoro, nonostante le sfide familiari e sociali legate alla sua scelta di vita. La sua voce è caratterizzata da sfumature soul, con un’ampia estensione e una delicatezza che tocca il cuore.
Ha studiato canto e ha beneficiato del metodo T.V.S. The Vocalist Studio, lavorando con Alessandro Del Vecchio.
Ha fondato nel 2014 la scuola MA&C (Musica Anima & Corpo) a Borgomanero (NO), dedicata esclusivamente al canto e alla voce.
Nel 2020, durante la pandemia, Marianna ha scoperto la Cantoterapia e ha compreso quanto il conoscere a fondo i suoni e i colori della propria voce possa migliorare la qualità della vita.
Ha creato nel 2022 il metodo di canto VoceViva, che unisce tecnica di canto, mindfulness e cantoterapia per insegnare il canto anche alle voci più improbabili e timorose.
Nel corso degli anni, Marianna ha registrato due dischi con la band jazz The band srl, ha partecipato al Film Festival di Locarno e ha collaborato con Dario Ballantini, noto trasformista e imitatore.
Ha condiviso il palco con artisti come Franco Fasano, Dario Baldan Bembo, Francesca Alotta e Beppe Dettori.
Marianna ha portato in teatro due spettacoli che le sono molto cari: uno dedicato a Mina e un altro dedicato a Mia Martini, mettendo in luce le fasi di cambiamento nella voce di Mimì durante la sua carriera.
Nel 2022 ha avuto l’opportunità di conoscere e collaborare con Franco Fasano alla registrazione di “La Luna” in uscita il 20 ottobre 2023.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
The Manhattan Transfer, 50 anni in un Tour Mondiale
The Manhattan Transfer: Tour Mondiale per festeggiare i 50 anni di carriera, continuano a portare in giro le loro straordinarie melodie e voci, ad un pubblico sempre nuovo abbracciando varie generazioni
E’ passato anche dall’Italia The Big Farewell Tour che i The Manhattan Transfer(Alan Paul, Janis Siegel, Cheryl Bentyne e Trist Curless ) stanno portando in tutto il mondo per festeggiare i 50 anni di carriera.
“Fifty” è anche il titolo del loro ultimo cd uscito nel 2022 per dare il via alle celebrazioni del cinquantennale.
Registrato durante la pandemia in due continenti con la collaborazione della WDR Funkhausorchester, l’album celebra le numerose transizioni del gruppo, mettendo in luce la loro versatilità e musicalità, mescolando brani pop e jazz e guadagnando una candidatura ai Grammy come Best Jazz Vocal Album.
Due date in Italia, il 22 novembre a Pescara e il 23 a Pistoia, assieme alla Medit Orchestra diretta dal Maestro Angelo Valori, in cui il pubblico ha vissuto una esperienza rara e preziosa, con intricate armonie vocali sorprendenti e arrangiamenti eccellenti.
Una straordinaria carriera che ha attraversato diversi generi musicali e altrettante generazioni mantenendo una grande contemporaneità musicale.
Con concerti sold-out in tutto il mondo, The Manhattan Transfer continuano a portare in giro le loro straordinarie melodie e voci, ad un pubblico sempre nuovo abbracciando varie generazioni.
Il gruppo è nato quando Tim Hauser, all’epoca tassista a New York, desiderava formare un quartetto vocale armonico in grado di abbracciare vari generi musicali e creare qualcosa di unico nel panorama pop americano.
La scalata al successo iniziò con l’album del 1975 “The Manhattan Transfer”.
Un approccio più jazzistico si rivelò in “Bodies and Souls” del 1983 e fu ancora più marcato nei due lavori successivi, “Vocalese” e “Bop Doo Wopp” del 1985.
“Vocalese” fu candidato ai Grammy Awards in ben 12 categorie, primato superato solo da “Thriller” di Michael Jackson.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Valentina Ambrosio: L’amore non fa così
Valentina Ambrosio, il coraggio dell’amore: “L’amore non fa così – Se non trovi il coraggio… ascolta questa canzone!”, il nuovo libro dell’avvocato e cantautrice
Dal 19 novembre scorso è disponibile in formato cartaceo ed ebook su Amazon “L’amore non fa così – Se non trovi il coraggio… ascolta questa canzone!”, il nuovo libro dell’avvocato (e cantautrice) Valentina Ambrosio, con prefazione del regista Stefano Cesaroni ed edito da Edizioni&100.
“L’amore non fa così” è un progetto davvero innovativo che fornisce una guida all’ascolto dell’omonimo brano pubblicato dalla cantautrice lo scorso anno che racconta la storia di Nina, una giovane donna segnata da un’esistenza fatta di abusi, vittima di un amore sbagliato.
La storia di una, nessuna, centomila donne sarebbe il caso di dire, triste parabola di tanti casi di violenza che assistiamo quasi ogni giorno in Italia.
«Non condivido l’idea che si debba dare risalto a un argomento così delicato e con cui, purtroppo, si fanno i conti quasi quotidianamente solo durante l’unica giornata annuale davvero dedicata alla violenza contro le donne – dichiara Valentina – Proprio per questo ho deciso di realizzare un libro che possa essere sfogliato, osservato, ascoltato, ogni volta che si sentirà il desiderio di rileggere la storia della mia semplice canzone».
Attraverso un’analisi approfondita del brano, l’autrice ripercorre le vicende della protagonista: dalle violenze alla presa di consapevolezza che l’amore, quello vero, non è e non può essere violento.
Così, la storia di Nina è la storia di tutte le donne vittime di abusi e rappresenta un invito a trovare il coraggio di denunciare le violenze.
L’opera presenta una sezione dedicata all’ hub rivolto alle vittime di violenza e maltrattamenti dell’Ospedale “Sant’Andrea” di Roma ed è arricchita da QR code che rimandano all’ascolto di alcuni brani della cantautrice.
Si tratta di un momento intenso di lavoro e progetti per Valentina, legata in modo molto accorato alla stretta attualità sociale portata in musica dalla sua splendida voce: è uscito infatti anche il video di “ONDA” diretto e animato da Stefano Cesaroni che racconta il tragico viaggio di un bambino costretto a seguire i propri familiari alla ricerca di un futuro migliore: «E’ una canzone a cui tengo tantissimo: racconta la storia di un bambino che catapultato dagli adulti nella disperata fuga dal proprio paese attraverso il mare vede questo viaggio come un “gioco”, un gioco però troppo grande per lui. Invito tutti ad ascoltare questo pezzo con il cuore»- commenta Valentina.
Ed proprio il mondo dell’infanzia una fonte di grande ispirazione: proprio quest’anno Valentina è in gara alla 66ª edizione dello “Zecchino d’Oro”in veste di autrice della canzone “Mister Spazzolino”.
Articolo a cura di Alberto Nano
Maria Ilvia in arte Milva, l’ultima diva
Maria Ilvia in arte Milva, l’ultima diva: irripetibile la sua storia, la sua carriera, la sua voce, il suo carisma, la sua arte
Trasformare la memoria in progetto: questo l’impegno di Martina Corgnati, importante storica dell’arte e docente universitario, ma soprattutto figlia della grandissima Milva.
L’immagine della grande artista scomparsa nel 2021 è da sempre legata alla musica: tuttavia, possiamo arricchire il nostro approccio alla sua arte con due importanti progetti: “Milva, l’ultima diva- Autobiografia di mia madre”scritto dalla stessa Corniati e la mostra “In arte, Milva” di Bologna inaugurata lo scorso 22 novembre.
L’arte che legge la musica: la musica che diventa letteratura e arte. La memoria dell’artista che diventa progetto.
Unica, dotata di un talento poliedrico e superbamente bella, Milva ha incarnato un sogno italiano che partendo dalla piccola Goro è riuscito a conquistare il mondo; lunghissima e sconfinata la sua carriera, incredibilmente declinata dalle classifiche “pop” della canzone italiana al teatro internazionale in un binomio che l’ha resa autentica ambasciatrice della cultura italiana nel mondo.
Irripetibile la sua storia, la sua carriera, la sua voce, il suo carisma, la sua arte.
«Nel libro non volevo dare assolutamente voce alla figlia– spiega Martina Corgnati– bensì esclusivamente alla madre. Ripercorrendo la sua vita attraverso momenti molto intimi, sono riuscita a raccontare sullo sfondo anche un pezzo della storia del nostro Paese. Un’Italia da Goro, alla grande proiezione internazionale, a Milano, dove mia madre ha vissuto tanti anni e si è spenta. La protagonista, quindi, è solo e soltanto Milva».
Perchè ultima? «L’ultima diva si riferisce soprattutto al modello sociologico di Edgar Morin secondo cui la diva crea una distanza incolmabile tra sé e gli altri, confermandosi un’icona irraggiungibile. Nel mondo di oggi dominato dai social questo modello non esiste più: l’influencer gioca a essere come te o, meglio, a farti credere che puoi essere come lui/lei, naturalmente se fai, se compri, se consumi, se ti comporti come lui/lei dice. La comunicazione attuale non contempla più vere “dive” come mia madre»– aggiunge Martina.
Nella contemplazione della sua arte e nella volontà di creare nuovi progetti ad essa legati, la lettura di questo libro completa incredibilmente la figura artistica di Milva, guidandoci nella scoperta di tanti aspetti della sua vita e svelando tanti retroscena esistenziali che arricchiscono la bellezza della sua musica.
Da questa prospettiva si apre “In arte, Milva” la grande mostra inaugurata lo scorso 22 novembre presso il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.
L’evento nesce dall’accordo siglato dal Rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari e dalla stessa Corgnati proprio per valorizzare e condividere il percorso dell’artista, fra musica, teatro, cinema, impegno politico.
Curata dai docenti Anna Maria Lorusso e Lucio Spaziante del Dipartimento delle Arti – DAR, l’esposizione è promossa dalla Biblioteca delle Arti Unibo, dal Sistema Bibliotecario di Ateneo e dall’Area del Patrimonio Culturale dell’Università di Bologna, in collaborazione con il Museo internazionale e biblioteca della musica del Settore Musei Civici Bologna e con il patrocinio del Comune di Bologna.
L’archivio donato alla Biblioteca delle Arti dell’Università di Bologna dalla prof.ssa Corgnati nutre un’esposizione importante per la storia della musica e del teatro, presentando una selezione fra gli spartiti e i testi di scena, le stampe relative a servizi fotografici, i telegrammi e le lettere da parte di vari mittenti; la collezione di vinili, cd, VHS e dvd incisi dall’artista.
E ancora, attraverso un percorso in tre stanze, espone alcune delle onorificenze italiane e straniere ricevute, alcune recensioni a dischi e spettacoli, le locandine e i programmi di sala, i materiali promozionali, nastri e bobine con registrazioni audio.
PAR TY esce col nuovo EP “After Party”. L’ep racconta la crescita e la rivoluzione che ha contraddistinto la vita dell’artista durante l’ultimo anno
Dal 17 novembre 2023 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “After Party”, il nuovo ep di PAR TY (Kimura) che sarà anticipato da uno snippet contenente i teaser dei brani su Youtube e Spotify il 10 novembre.
“After party” è il secondo progetto ufficiale rilasciato nel 2023 da ParTy. L’ep racconta la crescita e la rivoluzione che ha contraddistinto la vita dell’artista durante l’ultimo anno.
Si tratta di un progetto rap composto da otto tracce, ciascuna con il proprio stile, testi originali e messaggi unici.
Questo lavoro musicale offre una varietà di sonorità, dalle energiche e coinvolgenti basi musicali a testi che spaziano dalla celebrazione dell’individualità e dell’energia festosa a temi più profondi come la nostalgia, la relazione e la critica sociale.
Le tracce “Cookbook”,“Bazza” e “Malo” (in apertura del disco) trasmettono un’atmosfera notturna di festa e divertimento, con riferimenti a temi di lotta e contrasti.
“Tik Tak” solleva questioni sociali e politiche, offrendo una prospettiva critica sul sistema. “Qué onda?” esprime un forte desiderio e attrazione, mentre “OWO” riflette sulla nostalgia e sul cambiamento legato a un trasferimento internazionale. Infine, “Yoyo” sottolinea l’importanza del supporto reciproco in una relazione.
“After party” è un lavoro che raccoglie una vasta gamma di emozioni e riflessioni, dalla gioia dell’intrattenimento e della passione all’angoscia della nostalgia e alla critica sociale.
Questa varietà di contenuti e stili musicali rende l’album estremamente coinvolgente e rappresenta una celebrazione della diversità dell’esperienza umana.
Spiega l’artista a proposito della nuova release: «“After Party” è il risultato di un viaggio musicale straordinario che ho intrapreso con tutto il cuore e l’anima. Questo album rappresenta la mia crescita artistica e la mia dedizione per offrire ai miei ascoltatori un’esperienza unica.
Ogni brano in questo disco racconta una parte diversa della mia storia e delle esperienze che ho vissuto.
È il mio modo di condividere la magia delle notti e delle avventure con chiunque sia disposto ad ascoltare.
Ho voluto creare un’esperienza in cui i suoni e le parole si fondono per creare un’atmosfera irripetibile, spero che chi lo ascolta possa sentirsi ispirato e coinvolto.”
L’artista PAR TY è stato profondamente influenzato dalla cultura hip-hop e dalla sua passione per il mondo streetwear.
Cresciuto in una città come Bologna in cui la musica rappresenta una forma di espressione vitale, ha iniziato a creare la propria, trasportando con sé uno stile di vita intriso di autenticità e audacia.
Dopo aver perfezionato le sue abilità nel rap e aver ottenuto il riconoscimento locale, ha attirato l’attenzione dell’etichetta discografica italiana Kimura.
La firma con Kimura è stata una svolta nel suo percorso, poiché ha permesso al rapper di condividere la sua musica con un pubblico più ampio.
Con l’uscita del progetto d’esordio Party, si è immediatamente generata un’enorme ondata di hype.
Le liriche ricche di significato e le melodie incisive sono state accompagnate da uno stile unico caratterizzato da dettagli streetwear eclettici e innovativi.
Ora, PAR TY sta per lanciare un nuovo progetto, anticipato dai singoli Qué onda?, OWO e YoYo, un lavoro che promette di superare ogni aspettativa.
L’artista ha dedicato mesi di intenso lavoro in studio, perfezionando ogni dettaglio delle nuove tracce e cercando di superare i confini del genere.
L’album, ancora senza titolo, è una fusione esplosiva di testi taglienti, ritmi avvincenti e produzioni innovative.
PAR TY continua a rappresentare la voce di una generazione, con liriche che affrontano temi profondi e attuali, spingendo l’ascoltatore a riflettere sulle sfide e le gioie della vita. La festa continua.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Edoardo Brogi: il peso “Su di me” ora è più leggero
Edoardo Brogi: Un messaggio contrastante che porta ad avere prospettive altalenanti in cui il bicchiere non è sempre mezzo pieno
“Non esiste successo senza prendere fischi.” È questo lo slogan contenuto nel nuovo singolo del cantautore toscano, che racconta la pressione e l’ansia di non farcela in un mondo sempre più saturo. Grazie alla sua semplicità e al suo essere così genuino, Edoardo trasmette la pura verità, carica di emozioni ma che rende liberi, traendo ispirazione dal quotidiano e dai momenti importanti della sua vita. Non dimentica affatto le sue origini che evidenziano la sua originalità: da adolescente la sua cameretta è diventata uno studio di registrazione in cui sono nati i suoi primi pezzi da autodidatta.
Vorrei partire domandandoti a che età hai iniziato a fare musica?
In realtà ho iniziato un po’ tardi perché fino all’età di 13 anni non avevo mai provato a cantare o a prendere in mano uno strumento. È stato un fulmine a ciel sereno, avevo una chitarra in casa e mia madre mi ha spinto a suonarla da solo. Da quel momento ho cercato anche di seguire dei tutorial e da lì sono nati anche i primi pezzi.
È una passione che hai coltivato in età adolescenziale quindi?
Sì, ho preso spunto da Ed Sheeran, essendo un suo fan e avendo visto tutto il suo percorso. Andai ad un suo concerto a Torino e fu interamente realizzato con chitarra e loop station; da lì mi è venuta la passione che mi ha invogliato a provarci.
C’è anche qualcun altro al quale ti ispiri in modo particolare?
Fin da piccolo sono stato cresciuto a pane e musica dai miei genitori, che hanno sempre ascoltato brani di tutti i generi, dai Queen ai Doors, passando per Lucio Battisti e le sue canzoni a tutto volume in macchina. Ho ricevuto una buona educazione musicale anche se i miei genitori non hanno mai lavorato con la musica nella vita. Questa mia passione è ereditaria e me l’hanno trasmessa con amore.
Quale genere ti appartiene di più?
Sono partito da una cosa più vicina al cantautorato italiano, quindi le classiche ballad piano e voce, molto sentimentali e intense; adesso mi sono spostato più su un filone elettro pop, sperimentando e collaborando con nuovi generi che portano ad una evoluzione del proprio stile.
Com’è nato il nuovo singolo “Su di me”?
È nato pochi mesi fa a Milano in cui ho fatto una session con “Le Ore”, due ragazzi dal potenziale produttivo molto forte. Ci siamo chiusi in studio e c’è stato subito un trasporto emotivo anche nella stesura dei vari testi, perché sono nate diverse tracce insieme a loro. In una giornata abbiamo registrato le voci, eravamo veramente presi.
Qual è il messaggio comunicativo di questa canzone?
È un messaggio contrastante, una sorta di conflitto interiore: parla di quella parte di noi stessi che è sempre giù di morale, tende a vedere il bicchiere mezzo vuoto e un futuro lontano. Allo stesso tempo c’è anche una parte speranzosa che ti spinge a provarci fino alla fine perché sai che quella è la tua strada e il tuo destino. Infatti, nel testo c’è una frase molto emblematica, ovvero “non esiste successo senza prendere fischi”, che racchiude un po’ tutto. Il successo è qualcosa di soggettivo: per un artista può variare dal vendere tantissimi dischi al fare un live tutto suo. Ognuno lo misura come meglio crede.
Ho letto che questo brano parla di una scommessa con te stesso e con il tuo destino. L’hai vinta questa scommessa?
Ad oggi ti dico di sì perché ho lasciato il mio lavoro da videomaker per dedicarmi al 100% alla musica; pian piano ci sto riuscendo, ma ho tante altre scommesse personali da vincere. Se non hai in mente degli obiettivi stimolanti da raggiungere è sempre più difficile andare avanti, specialmente in questo mondo che è abbastanza saturo.
Il tuo passato da videomaker te lo sei ritrovato per il montaggio dei videoclip inerenti ai tuoi brani?
Assolutamente sì, anzi è proprio quel passato che mi ha avvicinato ulteriormente alla musica. Questo tipo di conoscenza mi ha portato ad essere autodidatta specialmente quando ho iniziato, avendo curato le copertine, il sound e quanto altro.
“Polvere”, il brano con cui hai esordito, è un pezzo che hai realizzato tutto da solo?
Sì, un giorno ero in camera e ho buttato giù un giro di accordi, avendo imparato da poco a suonare la chitarra. Da lì ho cominciato a scrivere quello che mi veniva in mente e dopo un’ora avevo terminato il testo. Tutt’ora, anche magari avendo qualche imperfezione strutturale, è la canzone a cui sono più legato. La apprezzo perché è venuta fuori quella parte genuina e spontanea per ciò che riguarda la tematica, ossia i nonni. Anche durante i live, è il brano che crea l’atmosfera più bella e vedo nel pubblico molte persone che si immedesimano in quelle parole. Questa per me è la rivincita più grande.
Gli altri testi che hai scritto sono tutti autobiografici?
Sì, perché al loro interno cerco sempre di raccontare me stesso e quello che mi succede. Tutto si basa sulla verità, infatti ho anche un tatuaggio dietro al collo in cui c’è scritto “Veritas vos liberat”, ossia la verità rende liberi. Per me la musica è questo, scrivere la verità perchè ci fa sentire meglio. L’aspetto magnifico è che parli di te stesso ma quello che racconti arriva a tutti affinché possano immedesimarsi.
Che tipo di rapporto hai con il tuo pubblico?
Un rapporto bellissimo. Quando ho iniziato a fare musica avevo il terrore del palco e dei live, avevo paura di cantare anche davanti ai miei genitori o ai miei amici. Ora che ci ripenso mi sembra assurdo perché non vedo l’ora di avere una data tutta per me.
A proposito di questo, come ti sei sentito in mezzo ai grandi durante la notte di Capodanno a Bari nel 2019?
È stata un’emozione unica, non mi sembrava vero. Era tutto surreale, ho trascorso due giorni indimenticabili; salire su quel palco è stata adrenalina pura, mi tremavano le mani, avevo quasi 80 mila persone davanti ed eravamo in diretta su Canale 5.
In quei giorni è uscito il videoclip di “Senza di te” e in quel periodo è nata anche la collaborazione con la Warner Music. Ci racconti com’è andata?
Questa collaborazione è nata grazie al contest che ho fatto con Coca Cola Future Legend, che era diviso in quattro generi, ognuno di questi aveva un coach e io avevo Irama. Questa esperienza mi è servita molto perché mi ha dato la possibilità di fare tanti live e di aprire durante l’estate Radio Norba Cornetto Battiti Live, ritrovarsi quindi davanti a 30-40 mila persone a data. È stato questo il gradino che mi ha fatto sbloccare a livello emotivo e stilistico. La Warner ha manifestato interesse ad avermi con loro e da lì è partito un progetto insieme.
Cosa ti ha lasciato invece l’esperienza con X-Factor?
All’inizio è stata presa un po’ alla leggera, ho mandato l’iscrizione tramite la mia manager con un breve video di presentazione. Mi hanno contattato per l’audizione, ho visto che c’era interesse da parte loro. Il percorso ad X-Factor è stato molto bello ed intenso, ma anche stressante. Purtroppo, non sono riuscito ad arrivare ai live per un soffio però mi sento contento e soddisfatto di essermi immerso in un contesto nuovo e di aver conosciuto tante persone come ad esempio Dargen D’Amico. È un’esperienza che mi rimane perché mi ha formato in modo costruttivo.
Hai qualche programma in particolare per il futuro?
In serbo ce ne sono un’infinità; ho ancora tanti gradini da raggiungere e giorno dopo giorno sto cercando di salirli tutti.
Un altro contest a cui hai partecipato quest’anno è “Una Voce per San Marino”. Come si è sviluppata quest’altra esperienza?
Anche questa per me è stata una piacevole sorpresa perché c’è stata una fase di casting e di audizioni in cui eravamo veramente tanti, per poi arrivare alla finalissima in cui ti esibisci in un contesto nuovo e davanti ad un pubblico numerosissimo. Arrivare al sesto posto in una rosa di circa 20 artisti è stato un coronamento di tutto il percorso svolto.
Finora hai pubblicato 7-8 singoli. Hai mai pensato di racchiuderli tutti in un album?
Il pensiero c’è ed è anche abbastanza concreto poiché credo sia giusto fissare e racchiudere il me di adesso in un album.
Articolo a cura di Simone Ferri
Darman e il suono divino delle Cicale
Darman e il suono divino delle Cicale. “Cicale” è un brano che descrive la riscoperta del legame ancestrale tra l’essere umano e l’Universo
Dal 10 novembre 2023 è disponibile in rotazione radiofonica “Cicale” (Ayawasca Sciamani Musicali), il nuovo singolo di Darman.
“Cicale” è un brano che descrive la riscoperta del legame ancestrale tra l’essere umano e l’Universo, attraverso il suono emesso da “corpi striminziti”, che ci ricorda quanto l’antropocentrismo sia un male dal quale dovremmo guarire in fretta, per salvaguardare noi stessi e la natura.
Spiega l’artista a proposito del brano: «Cicale è la quintessenza della bellezza celata. In una società che ci espone continuamente a modelli sbagliati, c’è bisogno di ritornare alle origini.
Esseri così piccoli come le cicale, che ci regalano il loro suono divino senza chiederci nulla in cambio, ricordano a noi esseri umani che siamo parte dell’ingranaggio e non padroni di esso.
Nella loro semplicità, ci consegnano la magia del mistero dell’Universo: il tutto che sta col nulla e il nulla che sta col tutto».
Il video di “Cicale” è volutamente semplice, i protagonisti sono gli alberi protrusi verso il cielo. Le cicale sono degli esseri misteriosi, li senti ma non li vedi. Nel video c’è questa continua ricerca della genesi del suono, che mai viene svelato, in un legame indissolubile tra il pianeta terra e l’Universo.
“Cicale” è il quarto singolo di Darman, estratto dall’album “Rifugio” pubblicato il 18 novembre 2022.
Darman è un cantautore calabrese di base a Torino, oltre al nuovo lavoro in studio “Rifugio”, ha già all’attivo altri tre lavori discografici, tutti pubblicati per l’etichetta Ayawasca Sciamani Musicali:“Four-Leaved Shamrock” 10 novembre 2015, “Segale Cornuta”; 20 aprile 2017 e “Necessità Interiore”, 3 aprile 2020.
Darman e il suono divino delle Cicale
“Rifugio”, registrato e editato mixato da Christian Lisi al Not Brushing Dolls di Castel San Pietro Terme (Premio Tenco con “Il Grande Freddo” di Claudio Lolli), e masterizzato da Nick Petersen al Track and Field Recordings di Durham in North Carolina USA (mastering di “For Emma, Forever Ago” dei Bon Iver) è disponibile in tutti i negozi di dischi grazie alla collaborazione con AudioGlobe.
Sono molti i singoli che Darman ha lanciato in questi primi anni di carriera da solista. Come non citare “Strana Creatura”, attualmente il suo brano di maggior successo, primo singolo estratto da Segale Cornuta e pubblicato in anteprima su Fanpage il 30 marzo 2017 (il videoclip su YouTube ha ricevuto oltre 210.000 views). O “Pubblicità Riflesso”, primo singolo estratto da Necessità Interiore e pubblicato in anteprima italiana su Rockerilla e mondiale su Vents Magazine.
Il nome e il seguito che è riuscito a creare attorno a sé ha portato Darman a realizzare quattro tour italiani e uno europeo (il secondo sarebbe dovuto partire nella primavera del 2020, poi annullato per via della pandemia da Covid-19), oltre che a presenziare su palcoscenici importanti; ne sono un esempio il Concerto del Primo Maggio 2012 in Piazza Maggiore a Bologna, le due anteprime in Expo Milano 2015 e la partecipazione da headliner al festival italiano Musaic-On 2017 e al The Sound Festival 2018 in Olanda.
Nel 2023, Darman è stato impegnato con Il tour che gira dappertutto, giro d’Italia musicale con un sapore del tutto particolare, iniziato da Firenze il 13 gennaio. Il cantautore ha portato la sua musica intima e luminescente in nove club del Progetto Itaca, Fondazione che gestisce centri diurni per ragazzi con disagio psichico.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Kimono vince a New York con “In ostaggio”
Sofia Tornambene, vincitrice della tredicesima edizione di X-Factor, torna sulle scene musicali con il nome d’arte Kimonoe il suo brano “In ostaggio”
Sofia Tornambene, vincitrice della tredicesima edizione di X-Factor, torna sulle scene musicali con il nome d’arte Kimonoe il suo brano “In ostaggio” (DischideiSognatori / distribuito da ADA Music Italy) che ha vinto il NY Canta ad ottobre.
“In ostaggio”, suonato e prodotto dalla stessa artista e da Maestro in collaborazione con Marco Rettani, vede protagonista assoluta la voce eterea di Kimono, accompagnata da sonorità elettropop e indie pop che si fondono a loro volta con un bouncy groove che rende l’atmosfera tra chitarre e synth sempre più accattivante lasciando spazio ad un’interpretazione onirica.
«“In ostaggio” a primo ascolto può sembrare una canzone che parla di una relazione tormentata ed effettivamente è un po’ così – afferma Kimono – il brano rappresenta un dialogo interiore tra me come artista e la mia mente che sembra tenermi prigioniera, una sorta di amore e odio verso questo ‘rapitore’ interno che col tempo diventa una specie di sindrome».
Kimono è una delle vincitrici di New York Canta, il Festival della Musica Italiana di New York, dove ha presentato per la prima volta live il brano “In ostaggio”.
Kimono (nome d’arte di Sofia Tornambene) nasce a Civitanova Marche nel 2002 e fin dai tre anni si dedica allo studio del canto (pop e jazz) da privatista, partecipando a vari stage, masterclass e concorsi canori.
Successivamente inizia a prendere anche lezioni di pianoforte e di chitarra e a scrivere i suoi primi brani, diventando una cantautrice.
Oltre alla musica, Sofia si appassiona fin da piccola al karate, ed è da qui che nasce il nome d’arte Kimono.
A febbraio 2019 partecipa a Sanremo Young, classificandosi al terzo posto. Sempre nel 2019 con il brano “A domani per sempre”, scritto a 14 anni, vince la tredicesima edizione di X Factor.
Dopo la vittoria firma un contratto con Sony Music e si trasferisce a Milano. Nel 2020 esce il suo secondo singolo “Ruota Panoramica” e pubblica un progetto acustico di tre brani registrati presso gli RCA Studio Sessions (“Tra l’asfalto e le nuvole”, “Finali imprevisti”, “Fiori viola”).
Inizia una collaborazione con Maestro e a fine 2020 esce il singolo “Solo” seguito dal primo EP “Dance Mania: Stereo Love” contenente i brani: “Aria”, “Bene Così”, “Eco”, “L’impossibile”, “My love”, “Weekend”, “Nell’Universo”). Nel 2023 esce il suo singolo “Tempesta”.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Santo Stefano, un lungo viaggio partito dalle Marche
Santo Stefano: “Marchigiano” un brano biografico, fuori da ogni logica e da ogni genere, ma ricco di istinto e sperimentazione
Tra gli artisti emergenti più interessanti del panorama attuale, troviamo Santo Stefano, artista partito dalle Marche che, dopo un lungo girovagare, tra Montpellier e Bratislava, ha trovato a Milano la sua casa e la sua nuova vita.
Marchigiano (Maciste Dischi e distribuzione Believe), è il nuovo singolo, un brano biografico che racconta la nuova vita dell’artista, tra ironia e leggerezza, tra urban ed elettronica. Un brano fuori da ogni logica e da ogni genere, ma ricco di istinto e sperimentazione.
Un nuovo inizio per Santo Stefano, che con questo progetto, punta a raccontare la sua storia in un modo alternativo, fresco e dinamico. Un viaggio lungo una vita, che è pronto a ripartire per regalare nuovi momenti e nuove avventure.
Un periodo intenso, ricco di musica e di progetti, iniziato con l’uscita di questo nuovo singolo Marchigiano, brano che in qualche modo rappresenta anche la tua vita e il tuo nuovo inizio…
Le emozioni sono positive, è stato un bel bell’inizio per me e per la costruzione di questo progetto. Con il mio staff abbiamo creato un qualcosa di fedele e costruito sulla mia persona. Anche il titolo del singolo rappresenta la mia storia. Sono contento che la mia anima emerga al 100% in questo singolo.
Il singolo non è definibile in un genere preciso e all’interno si trovano tanti elementi, nati dalle tue esperienze e dai tuoi ascolti.
Nella mia percezione il brano non è iscrivibile in nessun genere. Nasce sicuramente dai miei ascolti che sono molto variegati. Infatti, non è un cantautorato ma un brano dove emerge una commistione di generi.
Un singolo nato anche dalle esperienze dei viaggi…
Sicuramente! Questo singolo nasce dal cambiamento che ho sperimentato in quest’ultimo anno e mezzo, da quando vivo a Milano. Ho cambiato modo di scrivere e mi sono reso conto di quanto la città mi abbia influenzato e abbia influenzato i brani.
Ma per questo progetto avevi già in mente un’idea o il cambiamento di cui parlavi ha influenzato il tutto?
Per il metodo di scrittura sì, anche perché io non parto mai con un’idea. Le mie canzoni nascono in modo spontaneo, improvviso e di pancia. Solo in un secondo momento, con la nascita di questi brani, mi sono reso conto di questa mia evoluzione stilistica e musicale.
In questo brano racconti la tua avventura milanese, ma con grande ironia…
C’è sicuramente dell’ironia, ma io in realtà mi sono limitato a scrivere la mia esperienza. Forse l’ironia è insita in me e in questa mia avventura.
Una storia biografica, ma che in tanti possono aver vissuto…
Assolutamente sì! Contrariamente da quello che pensavo, ho ricevuto tanti riscontri su questo brano e sul suo messaggio. Inizialmente pensavo fosse un brano con poco interesse, troppo personale, anche perché non essendo pop, non ha un ritornello chissà quanto orecchiabile. Invece, sono rimasto sorpreso, mi ha fatto piacere vedere questo feedback positivo.
Il progetto vedrà concretizzarsi con un album o ti vedremo con le uscite dei nuovi singoli?
Inizialmente non avevo un’idea precisa verso l’album, sentivo però di non avere ancora un messaggio preciso da mandare. Tuttavia, in fase di lavorazione, insieme al mio team, ho capito che c’era del materiale per realizzare un album conclusivo. Con tutti i brani, ho capito di essere arrivato ad un corpus e così ho deciso di completare l’album.
Tra le curiosità del brano, anche la cover realizzata da Massimo Dubbini. Lo hai ispirato tu o lui ti ha proposto direttamente l’idea?
Io gli ho dato carta bianca, come me è marchigiano di origine, come me è espatriato e quindi sapevo che avrebbe fatto un gran lavoro. Infatti, quando, mi ha mandato il tutto, l’ho trovato perfetto e in linea con la mia idea.
Tra i ringraziamenti per questo album, ce ne sono alcuni curiosi: “Grazie a Santabarbara e Pablo Suzuki per la musica, e per i discorsi infiniti sui maestri del cinema coreano”. Quindi ami il cinema coreano?
Con entrambi ho già lavorato ed è nata anche una forte amicizia. Il fatto del cinema coreano, è nato principalmente da Pablosuzuki che ne sa molto. Io non sono esperto, ma ho questa grande passione.
Un grande girovagare, ma qual è il posto dove ti sei sentito più a casa?
Forse Milano! È dove ho vissuto più tempo e dove per la prima volta mi sono sentito a casa.
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