Sergio Casabianca, l’esordio con “De Visu” l’album dal quale è  estratto l’omonimo singolo

Sergio Casabianca, l'esordio con "De visu"
Sergio Casabianca “De Visu” (Foto di Luca Guarneri)

Dal 6 ottobre 2023 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico “De Visu”, il nuovo album di Sergio Casabianca dal quale è estratto l’omonimo singolo in rotazione radiofonica sempre dal 6 ottobre.

“De Visu” è la title track dell’omonimo disco: si tratta dell’ultimo brano composto dal punto di vista cronologico e, probabilmente per questo, racchiude in modo particolarmente incisivo alcuni dei tratti generali dell’intero album.

Il brano si snoda attraverso una struttura articolata, ricca di colpi di scena, sorprendendo e richiamando all’attenzione dell’ascoltatore ma senza mai essere troppo prolisso.

Commenta l’artista proposito del nuovo brano: «De Visu è una composizione a cui tengo particolarmente grazie alle diverse sonorità che contiene e al mood che sprigiona.

Mi piace come ci concentriamo e ci fidiamo l’uno dell’altro ogni volta che eseguiamo il brano in trio. È un brano complesso, ostico, che necessita di attenzione ma, per me, estremamente divertente ed appagante».

Il videoclip è stato realizzato da Kemedia, con le riprese e montaggio video di Gianluca Scalia, presso gli TRP Studios. Al centro del video c’è la musica e l’interplay tra i musicisti: dialogo musicale fatto con gli strumenti alla mano, ma anche fatto di sguardi, sorrisi e concentrazione.

 “De Visu” è disco jazz di brani inediti, in guitar trio, del chitarrista catanese Sergio Casabianca. Insieme a lui completano la formazione Riccardo Grosso al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria.

Il taglio delle composizioni originali di Casabianca varia dal semplice al ricercato passando dal sound soft di ballad eteree e sentimentali come “Sire”, “Birds of San Marco” e “Fondamenta Nuove”, ad un jazz post-bop dal tono sia dissacrante e diretto, che introspettivo e riflessivo, come in Dreams in a Spiral, Raining in My House e De Visu.

Sergio Casabianca, l'esordio con "De visu" - album cover
Sergio Casabianca, l’esordio con “De visu” – album cover

Non mancano riferimenti chiari all’interesse ed il piacere per il feel ritmico del funk come in “Desk of Love” e la stessa “Milo Crew”. Casabianca usa una chitarra archtop a cassa larga, dal suono caldo e legnoso – tipico del jazz – talvolta miscelando questo timbro a sonorità, effetti e stilemi decisamente moderni.

Spiega l’artista sul nuovo album: «L’uscita di questo mio disco ha sicuramente una notevole importanza per me.

De visu è un punto di partenza, un lavoro in cui ho voluto raccogliere materiale musicale di diversa natura, senza lasciare nulla da parte, per cercare di condividere le mie note, le mie necessità artistiche e la mia creatività con colleghi ed ascoltatori.

Sergio Casabianca
Sergio Casabianca (Foto di Luca Guarneri)

È come detto, il punto di partenza da cui si diramano diverse strade per il futuro. La mia mappa musicale è in continuo aggiornamento».

Biografia

Sergio Casabianca è un chitarrista, compositore e didatta nato a Catania nel 1990. Ha curato la sua formazione nei conservatori di Catania, Venezia e Palermo.

Diplomato in Chitarra Jazz presso il conservatorioVincenzo Bellini di Catania nel 2015, consegue poi il Diploma di Biennio Specialistico in Chitarra Jazz presso il conservatorio “Alessandro Scarlatti” di Palermo con una tesi compositiva (concerto in 5 movimenti) per chitarra elettrica ed orchestra jazz dal titolo “Making Love To Universe” con il massimo dei voti e la menzione d’onore.

Sergio Casabianca (Foto di Luca Guarneri)
Sergio Casabianca (Foto di Luca Guarneri)

Ha partecipato come finalista a prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali come il “Premio Internazionale Massimo Urbani” ed il “Baku Jazz Festival”. Nel 2017 ha prodotto “Out of Cage”, il suo primo lavoro da leader, incentrato sulla rielaborazione personale della musica di Charlie Parker.

Ha collaborato, in ambito jazz e pop con musicisti e progetti del calibro di Francesco Cusa, Giuseppe Urso, Carlo Cattano, Paolo Sorge, Archinuè, JoM, HJO Jazz Orchestra.

Dal 2020 scrive su Guitar Prof, uno dei più importanti blog di chitarra italiani. È stato Artist- Exhibitor della Wambooka presso il NAMM 2020 a Los Angeles ed è Artist per Dogal Strings.

Video intervista a cura di Domenico Carriero e Vincenzo Salamina

Lazzaro con “È ora di andare”  album d’esordio discografico,  un lavoro che rappresenta un’intima ricerca nell’animo umano

Lazzaro "È ora di andare", il disco d’esordio
“È ora di andare”, il disco d’esordio

Lazzaro è un cantautore atipico, che grazie alla sua gavetta e all’esperienza è riuscito a realizzare un progetto di grande valore, completo e personale. È ora di andare, è il titolo dell’album, tra ballate, tinte di soul e brani di solido rock-blues. Un lavoro che rappresenta un’intima ricerca nell’animo umano. Un disco profondamente autobiografico, emozionale, duro e speranzoso. Un progetto ricercato e suonato, capace di emozionare l’ascoltatore. L’esordio discografico di un grande artista, che continuerà ad emozionare, canzone dopo canzone, album dopo album.

Ciao Leonardo, è un piacere incontrarti su queste pagine e partirei subito chiedendoti di raccontarti un po’: chi è Lazzaro e come nasce questo progetto?

Il piacere è tutto mio. Lazzaro è l’evoluzione di quello che era il mio primo nome d’arte, Leo Lazz, che arriva da un soprannome di famiglia. Era un modo per mantenere un po’ le mie radici nel nome che ho scelto per il mio nuovo percorso, un nome che fosse immediato e riconoscibile, se vogliamo, anche all’estero. L’ossatura del progetto arriva da lontano, da un’idea di band che è nata già diciotto anni fa, con quelli che sono ancora i miei “compagni di banda” e ci siamo andati a riprendere quello spazio che, ai tempi, forse per immaturità o per paura, non abbiamo saputo gestire, prima di tutto perché non mi sentivo io all’altezza come autore. Nel 2019 è nata Solid Records e il resto è storia che stiamo costruendo.

Prima con i The Wizard Project, poi le tante collaborazioni e infine la nascita di Lazzaro, una vita dedicata alla musica, tra sacrifici e soddisfazioni… quanto è stata necessaria la gavetta per diventare l’artista che sei oggi?

La gavetta è stata fondamentale, perché mi sono nutrito di tutto quello che ho fatto nel corso della mia vita: a quattordici anni avevo già la mia prima band dove suonavo il piano e cantavo, da lì un cammino lungo, tortuoso ma incredibilmente bello, perché sulla mia strada ho incontrato musicisti e persone fantastiche e ho avuto la fortuna di solcare palchi enormi, da quello del Rock in Roma a quello di Piazza Duomo a Milano per un MTV World Stage. Ma tutto ciò è arrivato passando per i localini di paese prima e i club in giro per l’Italia poi.

Lazzaro (Foto di Alessio Nobiletti)
Lazzaro (Foto di Alessio Nobiletti)

“È ora di andare” è il titolo del tuo album, ma qual è l’emozione per questo disco d’esordio?

L’emozione più grande per aver “liberato” un lavoro così lungo e ricercato, pensato, suonato in ogni singola nota, meditato in ogni singolo concetto, perché ha avuto una lunga gestazione e poi una volta pronto è arrivata la pandemia e non volevamo, insieme ai ragazzi di Solid, buttare alle ortiche un lavoro così intenso: il 14 di settembre è stato il giorno della mia, della nostra, Liberazione!

Abbiamo già affrontato il discorso gavetta, ma per realizzare un album così autobiografico e introspettivo, quanto è stata importante una certa maturità artistica?

La maturità artistica è stata necessaria per potermi confrontare quasi alla pari, umanamente e professionalmente con il produttore Taketo Gohara innanzitutto e la squadra di grandi musicisti che hanno preso parte al lavoro. C’è bisogno di una forte consapevolezza ma anche la necessità di metterla in discussione ogni giorno di più.

Il titolo: è un invito ad abbandonare un luogo, l’inizio di un nuovo percorso o è un saluto ad una persona?

È un po’ tutte queste cose: è un saluto al passato  ma un motivo a darsi una mossa. Il messaggio che voglio lasciare in ogni canzone, anche quella più malinconica, è caratterizzato sempre da un margine di speranza, lo stesso che ti invita a ricominciare e a riprendere in mano determinati aspetti della vita. Non vorrei esagerare dicendo che il mio è un concept album ma c’è questo mantra di fondo.

Lazzaro Live
Lazzaro Live

Un album, come detto, fatto di confessioni intime e personali. Un modo di raccontarti e metterti a nudo con chi ti ascolta?

Un modo per mostrarmi vero e sincero in tutto e per tutto, che è stato uno dei motivi necessari per convincere Gohara a fare questo disco, che all’inizio della pre produzione mi disse: “Se non sei vero la gente se ne accorge e non trasmetti le emozioni che vorresti. Sii sincero prima di tutto con te stesso”. Ed è vero, solo così le persone che ti ascoltano possono rivedersi e fare proprie quelle che inizialmente sono solo tue emozioni.

C’è una canzone che più di tutte rappresenta questo album?

Mi rappresentano un po’ tutte, ma quella che davvero parla di Leonardo, in tutti i suoi difetti soprattutto, è “Maledetto me”. C’è una parte di me del passato ma tanto anche del presente, quello che è incosciente e che parla troppo. È una canzone che ho scritto la sera prima di un mio compleanno, quasi a voler fare un resoconto del momento che stavo vivendo. Dal vivo la presento sempre come un inno d’amore alla vita perché non c’è altra persona a cui mi riferisco se non a me stesso e alla vita.

L’incontro con Taketo Gohara è tra quelli importanti per te, ma è stato quello che ti ha cambiato la vita artistica?

Avere a che fare con Taketo vuol dire affrontare una lunga ed estenuante seduta psicanalitica, che mi ha portato ad un nuovo processo di autodefinizione, che è sempre e comunque in costante movimento. Non posso negare che ha cambiato quasi completamente le mie coordinate artistiche, mi ha spinto a superare qualsiasi limite avessi nella testa,quindi sì sicuramente è stato l’incontro più importante della mia vita artistica, senza dubbio.

Lazzaro "È ora di andare", il disco d’esordio 2
Lazzaro (Foto di Alessio Nobiletti)

Il 22 settembre a Milano hai presentato questo lavoro, ma stai preparando già delle date per il tour di presentazione?

Il 25 ottobre suonerò dal vivo a Roma all’Asino che Vola per presentare anche lì l’album, tutto il resto è in costruzione e presto arriveranno altre news! Io sono sempre pronto e felice di salire sul palco.

In conclusione: sogni nel cassetto dopo questo album d’esordio?

Intanto poter far arrivare questo disco ovunque sia possibile, soprattutto dal vivo. E poi io non mi fermo mai, ho già pronta una buona scorta di canzoni nuove… Chissà, non diciamolo per scaramanzia!

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Stillpani:  “Contromano” è il nuovo singolo che racconta l’emozione di una storia d’amore che almeno una volta ognuno di noi ha vissuto

Stillpani il nuovo singolo "Contromano" 1

Dal 22 settembre 2023 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Contromano” (Kimura), il nuovo singolo di Stillpani.

“Contromano” prodotto da Luigi Tarquini (Etrusko) è un brano dalle forti sonorità pop, con un ritornello da urlare a squarciagola nei momenti di massima libertà, che racconta la storia d’amore che almeno una volta ognuno di noi ha vissuto, e prova a rispondere alla domanda “Noi due cosa siamo?”. È la seconda uscita dopo la firma con Kimura (LaPop).

Spiega l’artista a proposito del brano: «Contromano è il mio nuovo singolo, nato e cresciuto in poco tempo durante quest’estate.

È un brano che ho voluto scrivere per una persona che a suo modo continua a stravolgermi la vita giorno per giorno. La canzone in sé racchiude le mie paure e la voglia di gridarle al mondo.

Sin dal primo provino non mi ha lasciato alcun dubbio sulla sua potenza delle sue immagini e della sua melodia, abbiamo osato e sono felicissimo di averlo fatto.

La similitudine con la macchina contromano rispecchia a pieno il periodo che ho vissuto tra luglio e agosto, l’ansia di poter perdere una persona a cui tengo in maniera viscerale ma che allo stesso tempo ha scardinato la mia parte più fragile».

Stillpani il nuovo singolo "Contromano"
Stillpani Contromano cover

Biografia

Alessandro Paniccia in arte “stillpani” è un cantautore nato a L’Aquila il 12 aprile 1999. Inizia la sua carriera nel 2019 con il singolo “Immortale” che riscuote un buon successo in città.

Seguono altri due singoli e la pubblicazione dell’EP “4912” nel 2020. Con questi brani riesce a fare buone esperienze nell’ambito live e attira su di sé attenzioni di case discografiche.

Nel periodo 2021/2022 pubblica quattro singoli: Pagine Vuote“Schiaffi”“Sto Bene/Sto Male” “Vertigine” che alternano varie sonorità l’una dall’altra.

Nel 2023, dopo un piccolo periodo di inattività, pubblica “A Galla” e “Contromano”, singoli prodotti da Etrusko e Phonez (Alti Records), come tutti gli altri lavori precedentemente citati, e pubblicati da Kimura (LaPop).

Intervista a cura di Domenico Carriero

Fre & Young Signorino: “Nessuna emozione”  l’inedito incontro tra due anime alla ricerca di emozioni, sensazioni e vuoti da riempire

Fre & Young Signorino: "Nessuna emozione"

Fre è un artista unico, capace di mescolare e mescolarsi tra stili diversi e contrapposti tra loro. L’ultimo singolo, dal titolo Nessuna emozione, è uno degli incontri fortunati nella musica.

Infatti, al rapper milanese si affianca il trapper Young Signorino, per un incontro musicale dal gusto pop, sorprendente e ricco di sfumature.

Un binomio atipico, che riesce però a mettere insieme due mondi diversi attraverso un’insolita alchimia, fatta di spunti, note, animazioni e melodie. Lo stile urban di Fre che si fonde allo stile più scanzonato di Young Signorino.

Un incontro tra due anime alla ricerca di emozioni, sensazioni e di quei vuoti da riempire. Un brano utile a superare quei momenti di vuoto e solitudine, appagati dalla musica e dal desiderio di trovare l’affetto nelle persone.

Partirei chiedendo di questo incontro musicale con Young Signorino?

È stato tutto molto naturale e casuale. Stavo preparando un pezzo e ho capito che avevo bisogno di un featuring forte. Stavo guardando dei video su YouTube e ho trovato per caso un brano di Young Signorino. Così ho scritto a Young e sono stato entusiasta della sua voglia. Abbiamo poi sistemato il pezzo insieme e lo abbiamo completato tra Roma e Milano. Ci siamo trovati.

Nessuna emozione è il titolo del brano, un racconto d’amore che si concentra sulle assenze e le presenze. Una sorta di evoluzione e compensazione che porta a riempire quei vuoti e ad ottenere quella maturazione che capita ad ogni essere umano?

Certamente! C’è una compensazione tra amore e dolore. Infatti, durante la giornata, ci troviamo a vivere dei momenti bui e a compensare quei vuoti con l’amore e l’affetto delle persone.

La presenza diventa fondamentale per risollevare uno stato d’animo e creare quelle emozioni positive. Tuttavia, anche il dolore è un’emozione, anche se apparentemente negativa.

Nel video, ad esempio, vediamo la presenza di una piovra come una sorta di rappresentazione di quello che sogniamo, ma che per un motivo o per l’altro, rimane solo nel cassetto.

Il non realizzare un sogno, crea dolore e dà origine al vuoto che deve essere riempito. L’essere umano starà bene solo quando soddisferà i propri bisogni e i propri sogni.

Nel brano troviamo anche la contrapposizione del “Piove, ma c’è il sole”. È che dobbiamo imparare a vivere in contrapposizione con noi stessi, magari attraverso stati d’animo opposti?

Esattamente. Le persone riducono il sole ad un qualcosa di positivo e la pioggia ad un qualcosa di negativo. In realtà, io nella pioggia trovo l’ispirazione e il sole non mi ispira. La contrapposizione del vivere è dentro ogni essere umano.

C’è mai stato un momento che hai provato Nessuna emozione?

Ci sono stati momenti e dei periodi in cui sono stato giù. Anche perché sono abbastanza paranoico e anche se una cosa va bene, riesco a trovare il lato negativo.

Questo è un singolo in parte autobiografico, ma è soprattutto un brano per tutti e in cui tutti si possono ritrovare.

Tutti, infatti, vivono periodi bui, di rallentamento o di apatia, ma quei momenti, alla lunga si superano. Dalla tempesta si arriva così al sereno.

Fre & Young Signorino: "Nessuna emozione" - cover
Fre & Young Signorino: “Nessuna emozione” – cover

Facciamo un piccolo passo indietro per conoscerti meglio: sei un rapper italiano di origine nigeriana, che ha fatto tanta gavetta, con una carriera importante in ascesa e tante collaborazioni. Come ti definiresti ad oggi?

Testardo! Io non mollo mai se credo in qualcosa. Mio padre mi ha insegnato la perseveranza e a lottare per raggiungere un obiettivo, caratterialmente ho ripreso da lui e anche da mio nonno.

Alle spalle hai già tante collaborazioni, da Ivan Granatino ad Annalisa Minetti e passando appunto per Young Signorino. Tuttavia, nonostante questi incontri con diversi generi, riesci a mantenere sempre te stesso. Non deve essere facile mantenere la propria identità?

È un esercizio di stile il mio. Sono abbastanza poliedrico e mi trovo benissimo con tutti. Con ogni artista con cui ho condiviso un brano, c’è sempre stata grande alchimia.

Ho avuto la fortuna di confrontarmi con artisti professionali e disponibili. Così, riesco a mantenere la mia identità artistica e sono contento che possa emergere.

Fre & Young Signorino: "Nessuna emozione" 2
Fre

Quanto è importante mantenere una certa libertà per i tuoi progetti?

È fondamentale per un artista e per l’arte in generale. Io ho delle cose da dire, cerco di restare nei tempi e di studiare il mercato.

L’importante è stare su una certa linea e trovare il giusto equilibrio, anche perché solo così puoi arrivare alle persone. La libertà mi permette di essere me stesso e di venire fuori sempre meglio.

Dopo l’uscita di Nessuna emozione, ci sarà un album completo?

Mi piacerebbe molto! Sto lavorando già ad altri brani e con altre collaborazioni. Mi piacerebbe realizzare un concept con canzoni collegate tra loro da una storia. Brani che possano far uscire un racconto e un qualcosa di mio. Coniugare il passato, il presente e il futuro.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli

Eugenio Bennato sulla scia del “Vento Popolare” il nome del tour che lo ha portato in tutta Italia e all’estero

Eugenio Bennato Vento Popolare Tour
Eugenio Bennato “Vento Popolare Tour” (Foto da FB dell’artista)

Eugenio Bennato da sempre promotore di una musica popolare e tradizionale che narra tematiche sociali e culturali legate all’attualità, come l’emigrazione, la guerra, la convivenza tra popoli, gli “ultimi”.

“Vento popolare” è il nome del tour che lo ha portato in tutta Italia e all’estero e che ha fatto tappa il 22 settembre a Castelpagano (BN), ove l’abbiamo intervistato.

Fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare alla fine degli anni ’60 e dei Musica Nova negli anni ‘70, il suo più che cinquantennale percorso artistico ha seguito una linea di coerenza che ha avuto la musica popolare come benzina per alimentarlo.

La musica come elemento immateriale che fa superare le barriere e avvicina i popoli, contribuendo a contrapporre alla logica del profitto la logica della bellezza e del contatto umano

Il suo ultimo album, con l’ensemble “Le Voci del Sud”, è “Qualcuno sulla Terra” che racconta il cammino dell’uomo, attraverso nascite, ribellioni e nuovi equilibri evidenziando come il destino della storia dipenda da ognuno di noi, incluso gli “ultimi” che, costantemente e coerentemente, sono protagonisti della sua musica.

I primi emarginati della sua biografia furono i maestri della tradizione popolare del Sud, che cercò e trovò nelle campagne e villaggi nei primi anni ‘70 per la musica che facevano.

 

Proseguendo, pensando alla storia del Sud, si è interessato all’insorgenza dei briganti contro l’esercito sabaudo dopo l’unità d’Italia. Per arrivare poi, agli emarginati del nostro tempo che, come spesso ha sottolineato, possono apportare alla nostra cultura occidentale una grande energia nuova.

E Napoli può considerarsi città dell’accoglienza, del rispetto e della valorizzazione delle diversità, come canta nel suo ultimo brano “Welcome to Napoli” (2022).

Eugenio Bennato
Eugenio Bennato (Foto da FB dell’artista)

Napoli, città del mare, ove tutto si contamina, come nella musica. Così come si contaminano i tanti giovani da tutto il mondo che ai suoi live ballano sui ritmi della musica etnica del sud, la stessa che con la “Taranta Power” da lui fondata nel 1998, ha portato all’interno della World Music.

Video intervista e articolo a cura di Domenico Carriero

Ivana Spagna: Musica nell’anima e nel Juke box! L’estate di Ivana Spagna è stata sicuramente un’estate a ritmo di dance

Ivana Spagna: Musica nell’anima e nel Juke box! 1
Ivana Spagna

L’estate di Ivana Spagna è stata sicuramente un’estate a ritmo di dance, proprio come il suo ultimo singolo “Crazy for the discodance”, In da club feat. Spagna, un pezzo bellissimo, in pieno anni ‘80 impreziosito da attualissime sonorità, che vede tra l’altro un remix firmato Joe T. Vannelli.

Ivana, sei soddisfatta di questa estate tutta da ballare?

Moltissimo! Per me è sempre un dono da lassù poter fare il mio lavoro che è soprattutto da sempre la mia più grande passione.

Dopo tanti anni di musica secondo te c’è una ricetta per essere sempre sulla cresta dell’onda?

Non saprei… Io vivo ogni concerto come un evento unico, una grazia ricevuta e non ho mai dato nulla per scontato. Amo il mio pubblico e ogni volta che salgo sul palco tutti i problemi spariscono. Sento una forza incredibile che amo trasmettere con chi è venuto a vedermi… Forse essere sempre umili e amare profondamente quello che fai sono segreti del successo…

Facciamo un passo indietro nel tempo: esattamente 30 anni fa hai pubblicato un album stupendo, Matter of time. Ci racconti qualcosa di più di questo lavoro?

Mamma mia! Come sono passati gli anni! È stato un album molto curato e sofferto per come ho raccontato quel momento della mia vita. Ci sono dei pezzi che amo tantissimo come Why me?, I always dream about you, If you really love me, che mi piacerebbe tornare a presentare magari in uno spettacolo teatrale.

In Da Club feat Spagna "Crazy for the DiscoDance" cover
In Da Club feat Spagna “Crazy for the DiscoDance” cover

Tra i pezzi cult abbiamo sentito Klap your hands, diventato un successo incredibile nella versione di Kungs e The rythm of the night: ti aspettavi questa seconda vita?

Credo che la dance quando è bella piace sempre. Avevo scritto la versione originale di Klap your hands, Happy song, nel 1984 insieme ai miei collaboratori di allora per il gruppo Baby’s Gang! Avevo pure diretto il coro che sentite! Kungs ha ripreso il pezzo e lo ha reso una bomba! Quando canto questo mi accompagna il misterioso Dj Lawyer Hugo! Sapere chi è? Il mio avvocato manager! Anche lui è una bomba!

The Rythm of the night invece è stato scritto da mio fratello Theo, portato al successo da Corona nel 1994 e ripreso da Black Eyed Peas nella versione Ritmo, diventato un successo mondiale!

Che cosa rappresenta per te la dance?

La vita, la voglia di divertirsi in modo sano, il bello di stare con gli altri. La mia lunga gavetta è stata nelle discoteche per fare ballare la gente: Easy Lady e Call me nascono proprio da questo mondo nel modo più spontaneo che poteva esserci… Forse per questo sono diventate hit di così grande successo e così longeve.

Ivana Spagna
Ivana Spagna

Hai presenziato ai funerali di Toto Cutugno: che cosa ami ricordare di lui?

La sua grande bontà e il suo grande cuore. Era veramente una bella persona e un grande uomo, che ho potuto conoscere non solo come artista. Ha portato in giro per il mondo la musica italiana, è stato un nome che vivrà per sempre.

Parlando di disco, la hit Italodisco ha confermato che la dance made in Italy spacca: ti è piaciuta?

Tantissimo! The Kolors sono bravi e belli! Hanno fatto centro e questo pezzo non credo che passerà, proprio perchè ha tutti gli ingredienti per essere una hit senza tempo.

Che cosa fa Spagna quando è non è sul palco?

Si prende cura dei numerosissimi gatti, scrive libri e… compone

Articolo a cura di Alberto Nano

Luca Coppola: “Le Confessioni” tra emozioni e ambizioni è l’album d’esordio del cantautore romano

Luca Coppola "Le Confessioni"
Luca Coppola “Le Confessioni”

È un cantautore romano, che dal 9 giugno scorso, è su tutte le piattaforme digitali grazie al suo album d’esordio: Le Confessioni (distribuito da ADA Music Italy).

Anticipato dai due singoli Amore Virtuale e Se Io Perdo Te, Le Confessioni rappresenta un lavoro profondo e introspettivo, con la title-track che si pone come chiave di volta dell’intero album. Un’opera prima intima e passionale, che racconta la vita e la maturazione di un ragazzo cresciuto a pane e musica. Un racconto, diviso in 8 brani, che lo stesso Luca ci presenta, tra emozioni e ambizioni.

Ciao Luca, come stai dopo l’uscita di questo album?

«Sto bene e sono entusiasta. È il mio album d’esordio e all’interno sono presenti quelle canzoni che raccontano il mio vissuto. Sono brani che mi rappresentano e sono intime. È emozionante sapere che queste canzoni sono uscite e sono disponibili per tutti. Provo un senso di gioia e di libertà».

Com’è nato questo progetto?

«I brani sono nati tra il 2018 e l’inizio della pandemia. Quindi l’album ha avuto un periodo di gestazione abbastanza lungo. È stato un percorso fatto di tanta passione e soprattutto pazienza. È un progetto che vede una certa evoluzione della mia vita, si sono accumulate esperienze, incontri e una certa maturità artistica. Sono affezionato a queste canzoni».

Le Confessioni Cover
Luca Coppola Le Confessioni – cover

Un album completo anticipato dai singoli Amore Virtuale e Se Io Perdo Te. Ma com’è stato lavorare a questo progetto?

«Essendo indipendente, non avevo pensato ad un progetto completo, ma con la pandemia e l’allungamento dei tempi ho avuto modo di completare l’album. All’inizio, infatti, avevo pensato ad un EP con 6 brani, ma non lo sentivo finito. Dovevo però mantenere il budget che mi ero prefissato, rispettando anche una forma completa, ma non eccessivamente lunga. Diciamo, che ho avuto modo di ragionare su cosa fosse più utile e su cosa mi rappresentasse di più. Così sono riuscito a completare il tutto con le ultime canzoni».

Le confessioni, ma come mai questo titolo?

«Il titolo, l’ho scelto una volta completate le canzoni. Ero alla ricerca di un qualcosa che racchiudesse il senso di questo progetto. Le confessioni è il titolo che più rappresentava la sintesi di questo album. Anche perché le canzoni sono intime e rispecchiano le cose che ho vissuto. Un titolo che ti mette a nudo e denuncia un atto di sincerità. Parlare attraverso le canzoni è il mio modo più vero di parlare e di raccontarmi».

Luca Coppola «Provo un senso di gioia e di libertà»
Luca Coppola «Provo un senso di gioia e di libertà»

Qual è il brano che più di tutti rappresenta questo progetto?

«Direi proprio Le confessioni, è forse il brano più indicativo per raccontare questo progetto. È un brano che mi ha colpito da subito e alla quale sono legato».

Un album che comprende diversi generi e che mette in mostra anche un’ottima cultura musicale fatta di ascolti e studio…

«Io sono un ascoltatore onnivoro. Fin da piccolo ho ascoltato di tutto e anche adesso lo faccio. Sono un fan della struttura pop, che forse è quella più accessibile a tutti. Infatti, nel momento in cui ho scritto questo album, ma anche altre canzoni in generale, non l’ho fatto solo per me, ma anche per gli altri. Altrimenti, avrei fatto un soliloquio (ride ndr.). Ho amato affrontare tanti generi, è come se questi mondi musicali si fossero uniti tra loro. Le mie, sono canzoni sincere, senza troppe logiche di mercato, ma scritte per come le sentivo. Ho cercato di mettere il mio cuore in questo album».

Luca Coppola: Sono affezionato a queste canzoni
Luca Coppola: Sono affezionato a queste canzoni

Sei giovanissimo, ma proponi un album completo fatto di 8 pezzi e con una narrativa dietro ad ogni singola canzone. Una scelta anacronistica per la discografia odierna…

«Sono un fan della forma completa. L’album generalmente presenta una forma emotiva e una narrativa, anche se magari non parliamo necessariamente di un concept. Sono cresciuto così come ascoltatore e amo ascoltare i progetti nella loro interezza. Amo l’idea del disco come opera completa e forse non sarei in grado di fare altrimenti. Vedo il disco come uno spaccato di vita, come il racconto di una storia o la rappresentazione di un periodo e non solo come un insieme di brani».

Dopo l’uscita di questo album, quali sono i sogni del cassetto?

«Ci sono tanti sogni da realizzare, però, la cosa che spero al momento: è che il disco possa essere capito e che possa entrare nel cuore delle persone».

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Dieci Anni di “Buon Compleanno Mimì”: Milano omaggia l’indimenticabile Mia Martini

Mia Martini Milano omaggia l'indimenticabile Mimì

Milano celebra il decimo anniversario dell’Associazione Minuetto Mimì Sarà con una serata straordinaria di musica e ricordi dedicata all’indimenticabile Mia Martini.

Il prossimo 23 Settembre la città di Milano si prepara ad omaggiare una delle voci più iconiche della musica italiana, Mia Martini, in un concerto straordinario intitolato “Buon Compleanno Mimì.”

Questo evento di grande spessore artistico è organizzato dall’Associazione Minuetto Mimì Sarà, una Onlus dedicata a preservare il patrimonio artistico di Mia Martini, nonchè a promuovere giovani talenti nel mondo della musica.

Mia Martini è stata una figura di spicco nel panorama musicale, riconosciuta per la sua voce potente e le sue interpretazioni toccanti. La sua carriera è stata caratterizzata da successi, ma anche da momenti difficili, che l’hanno resa una figura ammirata per la sua forza e determinazione nel tornare al successo dopo periodi di oscurità.

Manifesto Buon Compleanno Mimì
Manifesto Buon Compleanno Mimì

L’Associazione Minuetto Mimì Sarà, fondata da Vincenzo Adriani, Leda Bertè, Olivia Bertè e Manuela Savini Bertè, con la Direzione Artistica di Giancarlo Del Duca e Vincenzo Adriani, ha l’obiettivo di proteggere il patrimonio artistico di Mia Martini.

Allo stesso tempo, si dedica all’organizzazione di eventi che fungono da trampolino di lancio per giovani talenti, seguendo così l’esempio della stessa Mia Martini, che ha dovuto affrontare molte sfide prima di conquistarsi un posto di primissimo piano nel difficile mondo dello spettacolo. L’associazione è un omaggio al percorso artistico e alla determinazione di Mia Martini.

“Buon Compleanno Mimì” rappresenta il decimo anniversario di questo spettacolo speciale, un’occasione per celebrare l’arte straordinaria dell’artista

Mia Martini Milano Omaggia Mimì
Foto da FB “Mia Martini tutto il suo universo”

L’evento si terrà presso il prestigioso Teatro Manzoni di Milano, con inizio alle ore 20:45. La serata sarà presentata da Federica Bertoni, e vedrà la partecipazione di alcune star della musica italiana, ciascuna delle quali eseguirà una canzone di Mia Martini e brani del proprio repertorio.

Tra gli artisti che si esibiranno ci saranno Tiromancino, Ermal Meta, Coma_Cose, Aka 7even, Gaia, Mario Venuti, Leo Gassmann e Venerus.

Inoltre, l’evento darà l’opportunità a giovani talenti di brillare sul palco, con la partecipazione della vincitrice di “Professione Cantante,” Federica Toselli, e dei tre finalisti della settima edizione del “Premio Mimì Sarà”: Sara Bronzini, Blonde Brothers e Luca Mancini.

Una delle ospiti speciali della serata sarà Aida Cooper, grande amica e storica vocalist di Mia Martini, che condividerà con il pubblico le sue esperienze e i suoi ricordi.

Le sorelle di Mia Martini, Leda e Olivia Bertè, offriranno un affettuoso tributo alla loro indimenticabile sorella, condividendo aneddoti e ricordi personali.

La serata sarà arricchita da racconti e immagini esclusive della vita privata e pubblica di Mia Martini, il tutto accompagnato dalla magnifica esibizione della “Mimí Sara’ Orchestra,” diretta dal Maestro Paolo Li Rosi.

Milano omaggia l'indimenticabile Mia Martini
Foto da FB “Mia Martini tutto il suo universo”

I biglietti sono in vendita su TicketOne e presso il Teatro Manzoni, con prezzi a partire da €30. I proventi dello spettacolo saranno devoluti alla realizzazione di progetti importanti promossi dall’Associazione Minuetto Mimì Sarà, che continua a preservare il lascito artistico di Mia Martini e a sostenere giovani talenti nel mondo della musica.

La magia di Mia Martini è eterna, e il 23 Settembre, Milano diventerà il palcoscenico di un’esperienza unica.

I biglietti sono disponibili su www.ticketone.it oppure su www.teatromanzoni.it.

Articolo a cura di Davide Esposito

Amedeo Minghi:  “1950” il brano che portò a Sanremo 1983 compie 40 anni. Un canto tra guerra, amore e pace

Amedeo Minghi: compie 40 anni "1950" 1
Amedeo Minghi (Foto da FB dell’artista)

E il 14 settembre è uscito “Sarò Franco”, disco tributo a Franco Califano.

Abbiamo intervistato Amedeo Minghi a Furci (CH), tappa del live estivo iniziato a luglio al teatro romano di Ostia Antica. Melodista da sempre, Minghi è una delle colonne portanti della musica italiana d’autore: un grande innovatore, sperimentatore, artista dal repertorio vasto e unico.

Il suo capolavoro “1950”quest’anno compie 40 anni: fu presentato al Festival di Sanremo 1983 ma non ebbe molta fortuna, arrivando ultimo. Ma da lì il brano conquistò il pubblico in quanto coniugava l’amore, la pace e la guerra in un crescendo melodico e poetico che ancora oggi rapisce l’ascoltatore; un affresco generazionale che era un ponte tra il passato e la speranza nel futuro. La canzone verrà ripresa più avanti anche da Gianni Morandi.

Minghi ha partecipato 8 volte al Festival di Sanremo, conquistando il terzo posto nel 1990 con la celebre “Vattene Amore” cantata al Festival in coppia con Mietta. Il brano fu scritto da Pasquale Panella, autore degli ultimi “album bianchi” di Lucio Battisti, che diede a Minghi un testo legato alla visione intimistica del discorso amoroso.

Ha musicato testi sacri legati al mondo della fede come “Il Cantico delle Creature” e “Le Beatitudini” e ha dedicato un brano a Papa Giovanni Paolo II dal titolo “Un uomo venuto da lontano”.
In oltre 50 anni di attività Minghi ha scritto colonne sonore per la tv, per il cinema, per il teatro.

Amedeo Minghi: compie 40 anni "1950"
Amedeo Minghi (Foto da FB dell’Artista)

Il 14 settembre è inoltre uscito “Sarò Franco”, album di inediti di Califano nel quale Minghi canta “La mia eredità”. Califano e Minghi negli anni ’70 fecero parte dell’etichetta discografica Apollo di Edoardo Vianello e Wilma Goich e proprio per i Vianella scrissero assieme “Fijo mio”. Proprio con quella canzone Califano debuttò come autore.

Amedeo Minghi
“Sarò Franco” tributo a Franco Califano

Articolo e video intervista a cura di Domenico Carriero

Roberto Casalino “Dieci piccole ragioni” il nuovo album, un anno e mezzo di lavoro, un disco fatto con calma

Roberto Casalino: “Dieci piccole ragioni”
Roberto Casalino: “Dieci piccole ragioni”

Uscirà il prossimo 15 settembre, in vinile e in digitale su etichetta Casakiller, “Dieci piccole ragioni”, nuovo album di Roberto Casalino, cantautore e autore di numerosi successi (“Novembre” di Giusy Ferreri, “Cercavo Amore” di Emma, “L’essenziale” di Marco Mengoni, per citarne alcuni). Il disco è stato presentato in eventi esclusivi a Roma e Milano gli scorsi 9 e 11 settembre.

Così Roberto Casalino ha presentato l’album: “Un anno e mezzo di lavoro, un disco fatto con calma, come non si fa più, perché non sono schiavo dei tempi discografici. È un disco ragionato dove le canzoni sono arrivate una dopo l’altra.”

“Nel disco ci sono i temi del tempo, della libertà, del perdono, della compassione e quel tocco di amore sano e amore tossico. Quello che è successo nella mia vita negli ultimi due anni è racchiuso in questo disco, nel bene e nel male.”

Roberto Casalino: “Dieci piccole ragioni”
Roberto Casalino

“Le dieci piccole ragioni sono i dieci filamenti della foto di copertina che compongono il mio volto. È come se la tua immagine passasse attraverso un tritacarte: escono dei brandelli che cerchi di rimettere assieme ma questi brandelli non combaceranno del tutto e nel frattempo, mentre provi a riassemblarli, cambiano di sfumatura perché passa il tempo, tu fai nuove esperienze, metabolizzi ciò che è successo e in qualche modo diventi altro. Questo altro non è migliore o peggiore di ciò che sei stato: sei altro e te ne devi prendere cura. Io me ne sono preso cura attraverso queste dieci canzoni. Le dieci piccole ragioni sono in realtà i miei dieci comandamenti.”

L’album esce in formato vinile e digitale. Una scelta coraggiosa come lo stesso Casalino ha evidenziato. Per i fan intervenuti all’evento di presentazione del disco anche un gadget esclusivo, ossia la musicassetta di “Dieci piccole ragioni”.

Roberto Casalino: “Dieci piccole ragioni”
Roberto Casalino

Il disco si apre con “Sei migliore o no”, singolo uscito lo scorso 8 settembre. L’album contiene anche i singoli usciti nell’ultimo periodo, da “Altrettanto” (feat. Romina Falconi) a “Un giorno tre autunni”, da “L’unica” a “Popcorn”. Suggestivi e intensi gli inediti: “Al cielo non importa”, “Volere te”, “La libertà di scegliersi”, “Il nostro coprifuoco”, “L’idea”.

“Spero che queste canzoni possa riuscire a confortare o a fare riflettere l’ascoltatore. Non sono canzoni facili in quanto c’è bisogno di un ascolto attento. Spero che voi possiate dargli una vita lunga. Ve lo affido e fatene buon uso.”

Per finire, Roberto Casalino ha dato appuntamento ai live di Roma (LARCO VENUE, 13 ottobre) e Milano (ARCI BELLEZZA, 26 ottobre). Biglietti in vendita sulla piattaforma DICE.

Articolo a cura di Domenico Carriero

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